CHI PAGA IL PREZZO DELLA GUERRA - ROSSELLA MICCIO - Emergency
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
85. Dicembre 2017 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, LO/MI CHI PAGA IL PREZZO DELLA GUERRA A 3 mila chilometri di distanza, a Erbil, Iraq, Raghad racconta ROSSELLA MICCIO la disperazione di aver perso la moglie, tre figlie e due figli durante il bombardamento della sua casa a Mosul. L’unico Quando nella primavera del 2001 abbiamo aperto il Centro sopravvissuto della sua famiglia, Abdulah, ha un occhio in chirurgico di Kabul, in Afghanistan talebani e mujaheddin pericolo e non sarà mai più lo stesso bambino. Poco più in combattevano una guerra per lo più estranea all’opinione là Dawood scherza con i compagni, nonostante abbia perso pubblica internazionale. Allora, le corsie del nostro ospedale entrambe le gambe e parte di una mano a causa di una mina erano piene di Yusuf, Marja, Salim… persone comuni ferite disseminata dai miliziani di Daesh durante la fuga. mentre giocavano, erano al bazar, stavano andando a lavorare. Guerre diverse, combattute in luoghi diversi per ragioni diverse, ma tutte con un unico, identico risultato: migliaia di Nell’ottobre dello stesso anno, l’Afghanistan è stato travolto morti e feriti. Per il 90% civili. dall’operazione militare voluta dagli Stati Uniti per colpire il Questa è l’unica verità della guerra – di tutte le guerre: presunto covo di Osama Bin Laden, mandante dell’attentato bambini, donne e uomini innocenti che avranno la loro vita alle Torri gemelle di New York. Bin Laden venne ucciso 10 anni segnata per sempre. dopo in Pakistan, in compenso in Afghanistan si combatte ancora. Secondo il report Unama, la Missione delle Nazioni Ogni giorno i nostri medici curano decine di persone. Lo Unite per l’Afghanistan, dopo 16 anni il numero delle vittime fanno nel miglior modo possibile perché credono che tutti civili continua ad aumentare in tutto il Paese e soprattutto abbiano il diritto di ricevere cure gratuite ed efficaci: nessuno nella capitale. escluso. Non si tratta di generosità, ma di fare ciò che è I letti del nostro ospedale di Kabul – e anche di quello di giusto. Lashkar-gah, nel sud del Paese – sono ancora occupati da La scelta sta a noi, oggi. Possiamo decidere di guardare Yusuf, Marja, Salim e da tanti altri che – come Mahmood e da un’altra parte o possiamo continuare a curare i feriti e Ahmad Gull, entrambi 11 anni – hanno avuto la sola colpa di lavorare per costruire un futuro senza guerra. trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Rivista trimestrale dell’associazione Emergency IN QUESTO NUMERO DIRETTORE RESPONSABILE Per la partecipazione a Dialoghi sulle AIUTACI CON Roberto Satolli migrazioni di Casa EMERGENCY ringrazia Stefano Allievi, Marco Revelli, — Carta di credito DIRETTORE Luciano Canfora. chiamando il numero verde Gino Strada 800 66 77 88 REDAZIONE Simonetta Gola EMERGENCY è un’organizzazione — Versamento su conto corrente umanitaria senza fini di lucro, sorta per intestato a EMERGENCY Ong HANNO COLLABORATO iniziativa di medici, infermieri e tecnici Onlus Giles Duley, Caterina Levagnini, Rossella Miccio, Valeria Minardi, con esperienza di lavoro umanitario in c/c postale n. 28426203 Emanuele Nannini, Marco Revelli, zone di guerra. IBAN IT 37 Z 07601 01600 HANNO Laura Salvinelli, Mathieu Willcocks Gli obiettivi di Emergency sono: 000028426203 SCRITTO: TRA UMANO E DISUMANO FOTOGRAFIE — offrire cure medico chirurgiche gratuite e di elevata qualità alle vittime — c/c bancario presso Pagg. 17-19 FOTOGRAFARE Archivio Emergency, Simone Cerio, delle mine antiuomo, della guerra e Banca Popolare dell’Emilia Romagna LA GUERRA Giles Duley, Francesco Pistilli, Laura ROSSELLA della povertà; IBAN IT 41 V 05387 01600 Salvinelli, Mathieu Willcocks 000000713558 Pagg. 8-11 MICCIO — promuovere una cultura di pace, Presidente PROGETTO GRAFICO solidarietà e rispetto dei diritti umani. Francesco Franchi, Davide Mottes — c/c bancario presso Copertina www.emergency.it GRAFICA Banca Etica, Filiale di Milano EMANUELE Angela Fittipaldi IBAN IT 02 X 05018 01600 NANNINI 000000130130 Vice coordinatore MILANO STAMPA Field Operations via Santa Croce 19 Stampa Roto3 Industria Grafica, Bonifico a scadenza regolare con Department 20122 Milano Registrazione Tribunale di Milano al n° addebito automatico (SDD), con il Emergency T +39 02 881 881 701 del 31.12.1994 modulo allegato a questo giornale. 75 75 75 75 Pagg. 4-5 F +39 02 863 163 36 TIRATURA info@emergency.it 258.000 copie, 203.000 delle quali MATHIEU ROMA WILLCOCKS spedite ai sostenitori 60 60 60 60 via Dell’Arco del Monte, 99/a Fotografo REDAZIONE 00186 Roma Pagg. 6-7 via Santa Croce 19 T +39 06 688 151 45 45 20122 Milano F +39 06 688 152 30 GILES Italia Afghanistan T +39 02 881 881 roma@emergency.it DULEY F +39 02 863 163 36 30 30 Fotografo VENEZIA Iraq info@emergency.it Pagg. 8-11 Isola della Giudecca 212 www.emergency.it 15 15 30133 Venezia Sierra LAURA T +39 041 877 931 Leone SALVINELLI 165 150 135 120 120 135 150 165 105 105 90 75 60 45 30 30 45 60 75 90 0 15 15 0 F +39 041 887 23 62 0 Giornalista infovenice@emergency.it Pagg. 12-14 EMERGENCY RINGRAZIA 15 15 Codice fiscale 971 471 101 55 VALERIA Paola Coin, Smemoranda, Nico 30 30 Colonna, Modena Volley, La Triennale. MINARDI Grant Manager 45 45 di Emergency Per l’evento “La guerra è il mio Pagg. 15-16 nemico”: 60 60 60 60 60 60 SIMONETTA ringrazia Regione Lombardia, Comune GOLA di Milano, Camila Raznovich, Francesca Responsabile Mannocchi, Giles Duley, Alaa Arsheed, Comunicazione 75 75 75 75 75 75 Sofia Viscardi, Riccardo Pella, Angela Emergency Oppi. Pagg. 17-19 I BAMBINI DELLA SODA Pagg.12-14 Informativa sulla privacy ai sensi dell’art. 13, d.lgs. n. 196/2003 - I dati personali raccolti sono trattati, con strumenti manuali e informatici, esclusivamente per finalità amministrative conseguenti al versamento di contributi a sostegno dell’associazione, per l’invio della pubblicazione periodica e per la promozione e la diffusione di iniziative dell’associazione. Il conferimento dei dati è facoltativo. Il mancato LA RISPOSTA AI BISOGNI DI OGGI. UN PAESE conferimento o il successivo diniego al trattamento dei medesimi non consentirà di effettuare le operazioni sopra indicate. I dati personali raccolti potranno essere conosciuti solo da personale specificamente incaricato delle operazioni di trattamento e potranno essere comunicati E DI DOMANI FUORI CONTROLLO agli istituti bancari che effettueranno il trattamento dei dati per le finalità relative alla gestione dei mezzi di pagamento e a terzi ai quali sono Pagg.15-16 Pagg. 4-5 affidati la predisposizione e l’invio della pubblicazione periodica e del materiale promozionale. I dati trattati non saranno diffusi. Titolare del trattamento è EMERGENCY - Life Support for Civilian War Victims ONG ONLUS, Via Santa Croce,19 - 20122 Milano, in persona del Presidente e legale rappresentante pro tempore. Responsabile del trattamento è Alessandro Bertani, al quale è possibile rivolgersi, all’indirizzo sopra indicato OGNI GIORNO, A KABUL o a privacy@emergency.it, per esercitare i diritti di cui all’art. 7 del D. Lgs. 196/2003, tra i quali quelli di consultare, modificare, cancellare, opporsi al trattamento dei dati e conoscere l’elenco aggiornato degli altri responsabili. Pagg. 6-7 IMMAGINE DI COPERTINA: un bambino al Pronto scoccorso dell'ospedale per vittime di guerra di Kabul, Afghanistan - ©Mathieu Willcocks Dicembre 2017 — 3
UN PAESE UN BAMBINO E LA GUERRA Attraverso la finestra della sala delle medicazioni vedo le foglie muoversi nel vento. Ci siamo spostati lì per farlo FUORI CONTROLLO morire in pace. Ma quella che doveva essere l’ultima carezza per accompagnarlo fino alla fine, è diventata un momento infinito. Un solo desiderio: che finalmente si lasciasse andare, che si arrendesse. Io e Samiullah, l’infermiere con cui lavoro, siamo uno a destra, l’altro a sinistra del letto. Senza poter far nulla. Teniamo una mano appoggiata su AFGHANISTAN Tra attentati e bombardamenti aerei, quel piccolo corpo per non farlo sentire solo. Si è aggiunto anche Padshah Gull, in silenzio. Le foglie continuano La guerra in Afghanistan continua a crescere il numero delle vittime civili. la loro danza nel vento. Non mi ricordo nessun rumore, nessun altro intorno. continua Ma il bambino non vuole arrendersi, quel cuore non si vuole fermare. Spostiamolo, non si sa quanto continuerà a combattere. Tutto quello che posso fare è somministrare farmaci per allievare il dolore e sperare con tutta me stessa che faccia veramente effetto. Nient’altro. EMANUELE NANNINI E te ne convinci perché altrimenti non resisteresti. Prima di portarlo via, prima di farlo scomparire tra tende bianche e letti bianchi, facciamo entrare il padre. Chiede aiuto con gli occhi, in silenzio. Combatte contro le lacrime e, anche se non scendono subito, perde quella battaglia inutile. Sono rossi. Sono lucidi. Mi guardano mentre ascoltano la voce di Padshah Gull che spiega che non c’è più nulla da fare, che non potevamo neanche provarci. Perché ogni tanto le mine non lasciano nulla da salvare. E lui guarda me, guarda loro, guarda la piccola creatura che giace davanti a lui. Guarda il suo bambino di quattro anni e scuote la testa. “Non doveva succedere questo, non doveva succedere”. Quella maledetta mina gli ha portato via le gambe e gli ha distrutto la pelvi. Il cuore però continua a battere. E così i minuti passano, nel silenzio, tra quelle lacrime di dolore. SARAH HELL economiche considerate inaccettabili da buona parte dell’opinione pubblica americana. Nell’ultimo report semestrale per il Congresso, il Dipartimento della Difesa ha detto che le forze di sicurezza afgane hanno iniziato il terzo anno di piena responsabilità sul controllo del territorio con un piano per mettere fine allo stallo con i talebani e per riformare il corpo di sicurezza nei prossimi 4 anni. 01 In realtà l’esercito afgano – che dovrebbe svolgere un ruolo chiave per garantire Il 17 ottobre, camion e automobili imbottiti di spazio all’ottimismo. la sicurezza - sta riportando un numero esplosivo hanno colpito stazioni di polizia ed Rispetto al 2016, Unama ha documentato il 13% insostenibile di vittime, mentre i talebani e edifici governativi in diverse province afgane di donne e il 6% di bambini in più tra i morti e i i gruppi terroristici agiscono indisturbati in e anche a Kabul, la capitale, ci sono state feriti. Anche le vittime dei bombardamenti aerei buona parte del Paese ormai fuori controllo. vittime, tra cui molti civili. Sempre a Kabul, il 29 sono aumentate del 52% rispetto allo scorso Il rapporto del Sigar è impietoso con le forze settembre, un attentato a una sala cerimoniale anno, e più dei due terzi sono donne e bambini. afgane, a cui rimprovera tra le altre cose una sciita ha terrorizzato il quartiere di Qala-e- gestione inefficace degli equipaggiamenti, Fathullah. In entrambi i casi, decine di morti e L’ultimo rapporto del Sigar, Ispettore generale programmi di alfabetizzazione dei soldati centinaia di feriti. speciale per la ricostruzione in Afghanistan, che inadeguati, centinaia di soldati fantasma che risponde al Congresso Usa, lascia pochi dubbi permettono ai comandanti di incassare i soldi TOTALE FERITI La situazione in Afghanistan peggiora di mese sulla situazione reale del Paese. degli stipendi senza fare nulla, e infine “quasi DI GUERRA in mese. Nel 2005, gli Usa avevano già impegnato 4,3 mezzo miliardo di dollari sprecati nell’acquisto AMMESSI AGLI OSPEDALI Ne scriviamo spesso sulle pagine di questo miliardi di dollari per sostenere e sviluppare le di aerei di seconda mano in Italia inadeguati a DI KABUL E giornale, raccontando le storie delle vittime Forze di sicurezza afgane a fronte di un piano volare nell’ambiente locale”. LASHKAR-GAH di questa guerra interminabile. Ogni volta ci di ricostruzione che si stimava sarebbe costato Non c’è e non ci sarà pace per l’Afghanistan. NEI PRIMI 9 MESI DEL 2017 sembra di aver toccato il fondo, e invece, il circa 7,2 miliardi. 4.492 trimestre successivo ci ritroviamo sempre di La realtà è ben diversa: i fondi spesi per il fronte a un nuovo record di feriti. settore di sicurezza afgano al 2017 ammontano a 70 miliardi di dollari, oltre il 60% di quelli La conferma del peggioramento della situazione previsti per la ricostruzione, e per gli Usa la arriva anche da fonti istituzionali. L’ultimo report situazione è sempre più preoccupante: la guerra sulle vittime di guerra di Unama, la Missione - durata 4 volte la Seconda guerra mondiale – 01 Un bambino ricoverato nell'ospedale di Kabul delle Nazioni Unite per l’Afghanistan, non lascia continua a costare al Paese risorse umane ed 02 Chirurghi in sala operatoria 02 4 — N° 85 Dicembre 2017 — 5
OGNI GIORNO, A KABUL AFGHANISTAN Un fotografo guarda gli effetti della guerra Dal Centro di dalle sale operatorie dell’ospedale di Emergency. Kabul MATHIEU WILLCOCKS e degli infermieri che non chirurgo americano alla smettevano di passarsi sua prima missione con istruzioni, delle radio che Emergency in Afghanistan, continuavano a chiamare mi ha spiegato le procedure. il reparto di radiografia, Mahmood e Ahmad Gull, i bambini sono rimasti il fratello di 11 anni, sono sorprendentemente calmi. arrivati entrambi con gravi Il più piccolo, Mahmood, 7 danni all’addome e avevano anni, aveva un buco grande bisogno di una laparotomia. quanto un pugno nel bacino, Tutti e tre avevano bisogno appena a destra dell'inguine, di un'operazione di pulizia e l’intestino che gli sporgeva chirurgica delle ferite dalle dall’addome. Erano passate schegge. A Mahmood 18 ore da quando aveva avrebbero dovuto anche calpestato la mina. ricostruire il bacino: si era Mentre venivano portati praticamente spezzato in due. d'urgenza in sala operatoria, l'ambulatorio ripiombava Dopo aver sedato i bambini, nella tranquillità. Intanto i bisturi dei chirurghi hanno lo staff ausiliario iniziava a iniziato a tagliare la pelle. Non pulire il sangue dalle barelle avevo mai visto un'operazione e a preparare la sala per il chirurgica da vicino, ma sono prossimo ferito. riuscito a non smettere di Fino a quel momento, fotografare. Ho continuato a l'ospedale di Kabul mi era scattare mentre il cutter per sembrato un posto tranquillo. la cauterizzazione elettrica ronzava e gli intestini L’ospedale è lo snodo venivano esposti e ispezionati, 02 01 principale di cura per le tante centimetro dopo centimetro, Quella mattina, al Centro vittime coinvolte negli attentati alla ricerca di eventuali danni. ho iniziato a riflettere su quello sala operatoria per altri due giardino dell'ospedale con la chirurgico per vittime di guerra che continuano a colpire la Il filo di metallo è stato che avevo appena visto. La interventi. sua sedia a rotelle. di Kabul, sono arrivate due città, come è accaduto pochi inserito come fosse un nastro, mia prima esperienza come Ogni giorno delle tre settimane L’ultima volta che l’ho visto era FERITI AMMESSI ambulanze. Trasportavano tre giorni prima, quando una allentato da ogni lato del testimone delle attività di uno successive assomiglierà molto impegnato a disegnare sul suo ALL'OSPEDALE buco, nel bacino di Mahmood. al primo. quaderno di Cristiano Ronaldo bambini, di 13, 11 e 7 anni. bomba suicida ha causato staff medico che si prende cura DI KABUL NEL 2017 Il più piccolo aveva messo decine di feriti nei pressi di Terminato questo passaggio, delle vittime di guerra: forse Mahmood intanto si riprende nella corsia dell'ospedale: +7% il piede su una mina e gli una moschea sciita. Il giorno i due chirurghi hanno legato non l'avevo messa bene a lentamente. Ha una sacca l'ultimo passo prima di essere RISPETTO ALLO stretto il filo, avvicinando per colostomia in attesa dichiarato abbastanza in forma altri due erano rimasti feriti dell’arrivo dei tre bambini, fuoco prima di quel momento. STESSO PERIODO NEL 2016 dall’esplosione. Il sangue le vittime di quell’esplosione i fianchi l’uno verso l’altro dell'operazione chirurgica da poter tornare a casa. continuava a filtrare dalle e tante altre vittime di per chiudere la ferita. A quel Dopo sole due ore il piccolo definitiva e anche le altre ferite bende bianche sulle gambe e guerra che riempivano i letti punto, i chirurghi hanno Mahmood e gli altri due cominciano a guarire. sull’addome. dell’ospedale, erano ancora abbandonato la sala, sostituiti bambini, arrivati con ferite ricoverate. immediatamente dai colleghi terribili, erano al sicuro e sulla Mahmood è un bambino In mezzo al trambusto Mentre i chirurghi si della terapia intensiva. via della guarigione. timido ma sorridente, e dopo dello staff impegnato preparavano a operare, il Sono uscito anche io, mi sono Dopo aver operato i bambini, diversi giorni di riposo a letto, 01 Mahmood al Pronto soccorso nell’emergenza, dei medici dottor Andy Michaels, un fermato, in piedi e immobile, e i chirurghi erano già tornati in ora non smette di girare per il 02 Mahmood in corsia dopo le cure 6 — N° 85 Dicembre 2017 — 7
IRAQ FOTOGRAFARE LA GUERRA Un fotografo in visita all’ospedale di sofferenza di qualcun altro: non c’è nulla di più Emergency si chiede che senso abbia crudele di puntare l’obiettivo a una persona ferita, il suo lavoro di fronte alla tragedia delle impaurita o in serio pericolo. E quindi perché farlo? vittime di Mosul. Fa davvero la differenza? Lo scorso febbraio, ho visitato l’ospedale di «Poche storie mi hanno colpito più di quelle dei Emergency a Erbil che ogni giorno riceveva decine civili feriti che ho documentato quest’anno a Mosul. di civili feriti durante gli scontri a Mosul. Dopo aver Un viaggio che mi ha fatto perdere la speranza passato più di dieci anni a fotografare gli effetti delle e che mi ha fatto mettere in discussione il senso guerre, posso dire di aver visto raramente scene del mio lavoro. Dopo il mio ritorno, per un mese più atroci. Neonati con arti amputati, intere famiglie mi sono chiuso in me stesso. Quando ti ritrovi distrutte, un bambino paralizzato dal proiettile di un faccia a faccia con una disperazione e una violenza cecchino. Sono rimasto senza parole. così grandi, che valore può avere una fotografia? Ho sempre cercato di trovare in queste situazioni un Catturare e condividere quei momenti diventa solo barlume di speranza da fotografare, come una risata un’intrusione? Di fronte a un orrore così grande, la o l’amore all’interno di una famiglia. Ma quello che fotocamera sembra essere impotente, e il suo utilizzo ho visto a Mosul mi ha spiazzato. quasi perverso. Penso a Raghad, seduto accanto al letto di suo figlio. Per quattro giorni l’ho osservato in silenzio. Quando Credo che la fotografia richieda una grande passavo mi faceva un cenno con la testa, ma nulla di responsabilità. Nel momento in cui prendo in mano più. Poi un giorno si è avvicinato e mi ha stretto il la fotocamera per documentare la storia di una braccio. persona, mi chiedo sempre perché lo sto facendo. “Non è stata colpa mia,” mi ha detto con Soprattutto quando mi ritrovo a documentare la un’espressione vuota che raramente ho visto su altri 8 — N° 85 Dicembre 2017 — 9
volti, “ho fatto quello che pensavo fosse giusto.” Lei mi guarda, con sguardo coraggioso e al tempo E mi ha raccontato la sua storia, di come la sua stesso rassegnato: “Quando un bambino è ferito in famiglia avesse cercato di ripararsi stando dentro questo modo, il mondo intero deve vederlo.” casa, sotto un tavolo, mentre le bombe esplodevano È questa la risposta ai miei dubbi? Ovviamente intorno a loro. La casa di fronte è stata colpita, e poi no, ma mi ricorda qual è il mio compito: usare la quella accanto, e in quel momento Raghad, preso fotografia come testimonianza e raccontare le storie dalla paura, ha detto a tutti di scappare. Non appena delle vittime. Attraverso le sue parole, la madre di sono usciti dalla porta principale, una terza bomba li Dawood non mi ha dato il permesso: le sue parole ha colpiti, uccidendo all’istante la moglie, tre figlie e mi hanno spronato a fare quanto mi ha chiesto. La due figli. Un altro dei suoi figli, Abdulah, ha perso la fotografia perde di significato se non faccio tutto il vista da un occhio. possibile affinché il mondo veda quello che i miei Non ci sono parole di fronte a un simile racconto. occhi hanno visto. Questo è il mio dovere». Non puoi dire: “Andrà tutto bene” perché nulla sarà più come prima. Non c’è speranza né ottimismo. GILES DULEY Questa è la vera faccia della guerra e dell’orrore. Ho fotografato suo figlio di fronte a un muro bianco, una benda ancora a coprire l’occhio. La pelle segnata dall’impatto della bomba, la sua espressione vuota come quella del padre. Vedevo solo la disperazione e l’orrore di quanto stava accadendo. Fotografavo ed ero preso dalla rabbia. Andando contro la mia etica professionale, ho deciso di mostrare la violenza e il sangue di cui sono stato testimone. Volevo che il mondo vedesse cosa stava succedendo e che sentisse lo stesso turbamento che ho provato io. Con il passare dei giorni, sentivo che qualcosa non andava bene. Non si trattava di me, ma delle persone che stavo fotografando: per rendere giustizia alle loro storie dovevo ritrovare un equilibro nel mio modo di affrontare la fotografia. Non mi piace l’espressione “dare voce alle persone”, perché una voce l’hanno già: il mio compito è fare in modo che queste voci vengano ascoltate. La domanda rimane: perché farlo? Che differenza può fare una fotografia? Di recente, il fotografo di guerra Don McCullin, da sempre mia fonte di ispirazione, ha affermato che il suo lavoro non ha avuto senso perché il mondo è ancora devastato dai conflitti. E quindi, se la mia fotografia non fa la differenza, perché dovrei puntare la fotocamera a un bambino che è appena stato ferito? L’ultimo giorno a Mosul, mi siedo con Dawood Salim, un ragazzo di 12 anni che ha perso entrambe le gambe e gran parte della mano destra. È da una settimana che vado a trovare lui e la madre, il ragazzo è sempre sorridente e con la battuta pronta. Per la prima volta mi sento pronto a fotografarlo. Chiedo a sua madre se le dispiace se fotografo il figlio. 10 — N° 85 Dicembre 2017 — 11
I BAMBINI DELLA SODA di stoccaggio e i generatori. Le medicine e tutte le cure e i servizi sono completamente gratis. Emergency è anche l’unica SIERRA LEONE Un progetto unico in Sierra Leone permette di sopravvivere ai bambini struttura a prendersi cura dei Da Goderich che hanno ingerito accidentalmente soda caustica. “bambini della soda”. Un’ONG di cui nessuno fa il nome, per uno di quei LAURA SALVINELLI progetti che definiscono “empowerment” delle donne, ha insegnato a produrre in casa il sapone con la soda caustica. Basta entrare una sola volta Abu Kamara ha 9 anni e vive l'ultima l’alluvione catastrofica e mutilati. Dal 2014 al 2016 in uno slum, perché sono le con gli zii. Lo scorso anno dello scorso agosto. Ora che Emergency è stata presente donne che abitano negli slum ha bevuto per sbaglio la l’attenzione internazionale per far fronte all’epidemia ad aver bisogno di queste soda caustica con cui la zia si è spostata su altre grandi di Ebola. E soprattutto, è piccole attività, per capire che produce il sapone in casa storie, bisogna ricordare che la presente ogni giorno in una l’idea è pessima. per guadagnare qualche povertà uccide più della guerra. guerra silenziosa che miete Beatrice mi ha accolta in casa, soldo, pensando che fosse E che anche le “piccole” storie, più vittime dei conflitti e di una delle tipiche case degli acqua. Si è sentito bruciare come quella dei bambini della Ebola: la Sierra Leone è uno slum. I sierraleonesi sono tremendamente la gola: è soda, meritano attenzione. dei Paesi più poveri del mondo molto ospitali, le famiglie stato portato all’ospedale (181° su 186 nella graduatoria allargate, e le porte delle case del governo, dove non Goderich significa “Dio arriva”. dell’Indice di sviluppo umano sono sempre aperte. La sua hanno potuto fare altro che Quando? Secondo il popolo delle Nazioni Unite), dove il casa è composta da un’unica indirizzarlo al Centro chirurgico Fula Dio è già arrivato, secondo 57% della popolazione vive stanza di 3 metri per 4 e una e pediatrico di Emergency a i Temne invece arriverà. con poco più di un dollaro al verandina di 1 metro per 3, in Freetown. C’è anche chi, come Sonia giorno, l’aspettativa di vita è di cui vivono in 6. Non ci sono Abu Kamara è uno dei tanti Johnson - colta e benestante 50 anni, 161 bambini su 1.000 luoghi sicuri in cui poter tenere “bambini della soda”, in cura nipote dell’unico sindaco muoiono prima di raggiungere sostanze pericolose lontano nell’ospedale di Emergency donna di Freetown, Constance i 5 anni di età, 1 donna su dalla portata dei bambini. insieme alle innumerevoli Cummings-John, sostiene che 100 muore partorendo. Per Ogni anno, in questa vittime di incidenti stradali o sia l’ospedale di Emergency questo Emergency rimane promiscuità, centinaia di di lavoro, ai bambini malati il Dio arrivato a Goderich. O nella capitale con il suo Centro bambini ingeriscono la soda di malaria e anemia, ai come Beatrice Godwin, la pediatrico, dove si visitano per sbaglio, pensando che sia neonati con paralisi di Erb, pescivendola dello slum delle 150 bambini al giorno, e con il acqua, sale o zucchero. agli intossicati dalla medicina “Shallow Waters” (acque suo ospedale chirurgico, dove Ho conosciuto anche un tradizionale... Mentre lo basse) che si sveglia tutti i le 3 sale operatorie lavorano raro caso di tentato suicidio: fotografo sdraiato sul lettino giorni alle 4 per sfamare la sua contemporaneamente giorno Fatmata Kamara, che l’ha presa mi ricorda Ettore, il figlio di famiglia da quando il marito se e notte, i 98 letti (compresi per morire a 12 anni, cacciata Mamma Roma di Pierpaolo n’è andato via 20 anni fa, che quelli per bambini) sono di casa dopo essere stata Pasolini. E penso che le storie dice di non credere negli spiriti sempre occupati, nelle sale di accusata dalla famiglia di aver delle malattie e degli incidenti degli antenati, ma nell’ospedale terapia intensiva, medicazioni provocato lo zio che l'aveva vadano raccontate anche solo gratuito per tutti. e fisioterapia e nel Pronto violentata. per riconoscere che siamo tutti Una dei suoi 6 figli morì a 12 soccorso si trattano in media La maggior parte degli incidenti fragili, alcuni più degli altri, anni: la bambina si ammalò, 106 pazienti al giorno. tuttavia avviene quando i e che questa consapevolezza Beatrice la portò in un ospedale bambini sono molto piccoli. debba essere la base della del governo ma non fu in grado L’ospedale è una cittadella con I trattamenti possibili sono solidarietà, dell’accoglienza e di pagare le cure, e la bambina la sua farmacia, i laboratori la gastrostomia (si posiziona della cura per gli altri. tornò al creatore. analisi, gli uffici amministrativi un tubo nello stomaco per In Sierra Leone Emergency e logistici, la sartoria che l’alimentazione quando ASPETTATIVA La Sierra Leone è un piccolo ha iniziato con la chirurgia produce tutta la biancheria l’esofago è chiuso) e la DI VITA ALLA Paese che si è fatto conoscere di guerra per le vittime civili, e i camici dello staff, dei dilatazione dell’esofago in via NASCITA 50 ANNI per grandi storie: la guerra ma è rimasta anche dopo 15 pazienti e delle mamme endoscopica. Il filo da pesca (Fonte UNDP) civile, la produzione di anni dalla fine del conflitto, dei bambini, la lavanderia, che entra nel naso dei bambini “diamanti insanguinati”, i che ha fatto 75.000 morti, la cucina, la falegnameria, serve a non far chiudere del bambini soldato (di cui il 30% mezzo milione di sfollati e un l’officina riparazioni, il centro tutto l’esofago e a guidare bambine), l’epidemia di Ebola, numero incalcolabile di feriti smaltimento rifiuti, i container l’endoscopia. Lo scorso anno 12 — N° 85 Dicembre 2017 — 13 01 01
medicazioni. “L’incidente è avvenuto nel 2012. Ero dovuta le 5 del pomeriggio per circa un’ora e mezza cucino per i LA RISPOSTA AI BISOGNI DI OGGI. E DI DOMANI. uscire per un’emergenza, e miei e per dei vicini, in tutto 12 Masakagbo ha bevuto per persone. Possiamo permetterci sbaglio la soda con cui una di mangiare solo una volta al vicina produceva il sapone. giorno. Cucino foglie di cassava Ho due figlie e un figlio. Mio e di patata, zuppa di verdure, Nei Posti di primo soccorso, offriamo assistenza immediata SIERRA LEONE marito a seguito dell’incidente riso, pesce, salsa di cipolle alla popolazione di villaggi isolati e formazione allo staff. A Waterloo e ci ha abbandonati perché non fritte. Mia figlia maggiore si Lokomasama sapeva come affrontare il occupa del bucato e con mio problema”. figlio delle pulizie di casa. Alle VALERIA MINARDI 8 vado a letto. Anche la notte “Anche se qui c’è molta è dura: il tetto di zinco nella disoccupazione, le donne stagione delle piogge perde si danno da fare più degli acqua e bisogna trafficare con i uomini. Vendono arachidi, cibi secchi. Entrano correnti d’aria, cucinati, producono sapone, può far freddo o molto caldo. scarpe, borse, insegnano, C’è sempre molto rumore”. aprono birrerie, producono gingerino e altre bevande… La tradizione del lavoro delle Lavorano e quando tornano donne sierraleonesi risale ai a casa si prendono cura della tempi antichi. Nel suo libro casa e dei figli. Pagano le "Ancestor Stones" del 2006, rette scolastiche” . A parlare edizione italiana "Le pietre degli segnando ogni concetto con un avi" (che sarebbe stato corretto colpetto della mano sul tavolo tradurre delle ave, visto che le è la dottoressa Jane Babadi, pietre, tramandate da madre classe 1945, pasionaria della a figlia, sono gli spiriti delle pediatria. “Con la guerra persi antenate), la scrittrice di origine tutto: mio padre, mio marito, sierraleonese Aminatta Forna la mia professione, tutte le racconta che cinque secoli proprietà di famiglia. Arrivai a fa una caravella battente la produrre e vendere il ghiaccio bandiera del re del Portogallo 02 per 2 anni. Per fortuna mia doppiò la curva del continente. madre mi aveva insegnato Dopo un lungo periodo di Emergency ha eseguito 256 a mangiare con le posate a bonaccia, i venti ne ebbero interventi fra endoscopie e tavola come con le mani nella pietà e la spinsero a sud-est 01 gastrostomie, affrontando solo pentola, a camminare con le verso la costa. Il capitano vide parte degli incidenti: molte scarpe come a piedi scalzi. una serie di porti naturali e la persone non portano i figli Dopo la guerra ho ricominciato ormeggiò. Quando i marinai L’epidemia di Ebola che ha registrato un aumento della cittadina di Waterloo, e un altro all’ospedale, spesso ricorrendo da capo. Ho cresciuto da sola le si trascinarono a riva piegati colpito la Sierra Leone tra il morbilità e della mortalità per a Lokomasama, nel distretto alla medicina tradizionale mie figlie, una ora è ingegnere dalla fame e con i capelli 2014 e il 2015 ha avuto delle malattie dovute alla mancata di Port Loko. I due centri fanno In Sierra Leone che in questo come altri casi del petrolio e l’altra è all’ultimo arricciati dallo scorbuto, non ripercussioni pesanti sul Paese, somministrazione di cure e parte di un progetto più ampio, l’aspettativa di è inutile o nociva. I bambini anno di medicina, dopo aver poterono credere ai loro aggravando la situazione già vaccini. realizzato in collaborazione vita alla nascita è che si trovano nelle condizioni lavorato come farmacista”. occhi. Immaginatevi: manghi precaria del sistema sanitario con il ministero della Sanità e di 51 anni. peggiori - se trascurati – succulenti, esplosioni di sierraleonese, già fragilissimo In quei mesi, Emergency finanziato dall’Unione Europea, muoiono di denutrizione. A Beatrice, una delle "market carambole, avocado grandi prima del diffondersi del virus. ha lavorato duramente per dal titolo: “Rinforzare la Anche quelli che vengono queens” che regnano come teste d’uomo. Pensarono La quasi totalità degli ospedali combattere il virus, nei due risposta sanitaria in chirurgia di Il tasso di curati hanno bisogno di indiscusse nei tanti mercati e di aver trovato il Giardino pubblici ha dovuto chiudere o Centri Ebola di Lakka e di emergenza e trauma nelle due mortalità dei particolare attenzione: devono sostengono con la loro fatica dell’Eden, e forse lo era, un limitare le attività nella fase più Goderich, e ha continuato aree più colpite dall’epidemia bambini sotto i essere medicati con costanza e la famiglia, spesso da sole, Eden creato non dalle mani di critica dell’epidemia, perché a curare la popolazione di Ebola in Sierra Leone: Port 5 anni è di 120 bambini su 1.000 nutriti solo con cibo frullato. chiedo di raccontarmi la sua Dio, ma da quelle delle donne. non erano in grado di garantire nell’ospedale a Goderich, Loko e Western Area”. Grazie al nati vivi. Non tutte le mamme riescono a giornata. “Mi sveglio tutti la sicurezza per i pazienti e per l'unico nel Paese a non avere contributo della Delegazione dare tante attenzioni a un figlio giorni alle 4 del mattino e vado gli operatori sanitari stessi. mai chiuso, nemmeno durante Europea, nelle due strutture il I Posti di Primo solo. Ma ci sono anche mamme in spiaggia per l’arrivo delle Gli ospedali, rimasti chiusi il picco dell’epidemia. nostro staff ha garantito attività Soccorso di Waterloo e Lokomosama sono come Mantene Swaya, mamma barche dei pescatori. Prendo per molto tempo, non hanno Nello stesso periodo, di pronto soccorso 24 ore al stati co-finanziati da di Masakagbo, 6 anni, che il pesce a credito, lo affumico saputo rispondere ai bisogni Emergency ha aperto due giorno e ha stabilito un sistema accompagna premurosamente e lo rivendo nei mercati. Il della popolazione. A farne le nuovi Posti di primo soccorso di riferimento che ha messo la bambina al centro di guadagno è scarso, a volte va spese soprattutto le donne in due villaggi colpiti dal virus in comunicazione i due centri UNIONE EUROPEA Goderich tutti i mesi per le male e ci rimetto. Verso le 4 o 01-02 Due piccoli pazienti trattati e i bambini, per i quali si è Ebola: uno a Kissi Town, nella con gli ospedali del Paese, e in 14 — N° 85 Dicembre 2017 — 15
MIGRAZIONI TRA UMANO E DISUMANO 02 particolare con l’ospedale di personale di Emergency e per davanti agli edifici scolastici, Emergency a Goderich. una ventina di dipendenti degli spiegano a tutti l’importanza In queste strutture, i medici ospedali governativi. delle buone pratiche di igiene, 229 pazienti riferiti offrono cure gratuite ai bambini Il progetto prevede anche delle vaccinazioni, della all’ospedale di fino ai 14 anni e a tutta la incontri pubblici di educazione corretta nutrizione e i rischi Goderich popolazione che necessita sanitaria. A causa della che comporta la malaria, Un'intervista a Marco Revelli, politologo scopo esclusivo e dichiarato di salvare vite umane. 288 pazienti trasferiti ad di trattamenti chirurgici di povertà, della lontananza usando poster illustrati e e sociologo italiano, per approfondire il Alla messa al bando "ufficiale" dell'altruismo e della emergenza e traumatologici. I dalle strutture sanitarie e recitando delle vere e proprie altri ospedali governativi per della scarsità di mezzi di messe in scena, degne delle fenomeno della crimininalizzazione dei solidarietà in quanto atti sanzionabili penalmente e pazienti in condizioni urgenti ragioni non vengono trasferiti all’ospedale trasporto, molte persone migliori pièce teatrali. L’attività migranti e di chi li assiste. deprecabili eticamente, o comunque comportamenti chirurgiche di Goderich, o in altri ospedali utilizzano ancora i rimedi della si conclude sempre con i "sospetti", "illegali" o "illegittimi", sicuramente 15.788 pazienti visitati pubblici, con le nostre medicina tradizionale, che bambini o i ragazzi presenti pericolosi e meritevoli di esser posti sotto controllo ambulanze. Grazie ai minivan spesso risultano inadeguati o che si mettono in fila per fare e tutela degli apparati repressivi dello Stato. Si è che circolano sul territorio, addirittura tossici. lo screening della malaria. arrivati addirittura a coniare l'espressione "crimini inoltre, possiamo seguire i Finora 1.296 bambini hanno Al villaggio di Lokomasama ricevuto una profilassi per Perché la scorsa estate le Organizzazioni non umanitari", che non sono - come si potrebbe credere pazienti già curati, garantendo 62 incontri loro la continuità delle sedute fa capo una comunità molto i parassiti; i 111 bambini governative sono state denigrate al punto di - quelli commessi "contro l'umanità" ma al contrario pubblici e di fisioterapia e visite di più vasta, circa 360 piccoli risultati positivi hanno ricevuto essere accusate di "crimini umanitari"? quelli commessi per "eccesso di umanità": per 608 sessioni controllo da parte dello staff villaggi sparsi nella foresta. Per immediatamente dai nostri quello che è stato definito "estremismo umanitario" di educazione ampliare l’assistenza sanitaria infermieri il trattamento La scorsa estate è stato superato un limite, estremo, (sic!). Questo è stato l'effetto del cosiddetto "codice sanitaria medico di Goderich. organizzati alla popolazione del distretto, antimalarico. Anche dopo direi. È stata infranta una soglia "di sicurezza". E Minniti" imposto alle Ong, delle ipotesi di reato e 30.741 partecipanti Con questo progetto, abbiamo si è deciso di associare alle l’epidemia di Ebola, rimane una linea di confine non tracciata né formalizzata, delle inchieste aperte da alcune procure meridionali alle sessioni potuto anche rinforzare la attività di educazione sanitaria ancora molto da fare in Sierra ma ben percepibile moralmente da ognuno - e delle campagne-stampa condotte da gran parte di educazione formazione del personale anche campagne di screening Leone, ed Emergency continua sanitaria quella che separa la sfera dell'"umano" da quella della stampa nazionale. 44 persone sanitario sierraleonese, tramite per la malaria e campagne di a fare la sua parte. del "disumano" - è stata bruscamente spostata formate a Waterloo corsi specifici per alcune figure profilassi nelle scuole. Quando e Lokomasama professionali. Ad esempio, il organizzano la sessione verso la disumanizzazione. Abbiamo assistito a Questa situazione è il frutto di un’inversione nostro staff internazionale ha settimanale di educazione qualcosa che non ha precedenti nel nostro Paese (e morale? tenuto una formazione sulle sanitaria per gli studenti, gli potremmo dire nell'intero Occidente) quantomeno modalità di stabilizzazione educatori sanitari di Emergency 01 Visita al Posto di soccorso di dalla fine della Seconda guerra mondiale in poi: L'espressione rende bene il concetto: il Waterloo del paziente traumatizzato riescono sempre a coinvolgere 02 Attività di educazione sanitaria in alla stigmatizzazione pubblica di chi opera con lo rovesciamento, appunto, di tutti i valori. Con il e di riferimento sicuro per il tutto il villaggio. All’aperto, un villaggio vicino a Lokomasama 16 — N° 85 Dicembre 2017 — 17
bene ricodificato in male: l'opera di chi agisce per s'adegua, blandisce, maschera e insegue (si pensi la salvezza della vita altrui sospettata di illegalità, alle misure amministrative alla Minniti, o all'oscena guardata con sospetto, perseguita come reato. E vicenda dello Ius soli impantanato in Parlamento il male riconfigurato come normalità: l'atto di chi per viltà) come se dosi omeopatiche di razzismo volta la faccia di fronte alla morte altrui nobilitato potessero salvarci dalla sua virulenza distruttiva... come conforme alla norma. Come agire non solo Anziché ingaggiare la "vera battaglia" - quella che legittimo ma per molti versi doveroso. Chi salva permetterebbe di mantenere almeno un residuo di è potenzialmente un reo, chi ignora gode della dignità - con il "resto d'Europa" che rifiuta la tutela della legge. Lo ripeto, a un abisso di tal redistribuzione dei rifugiati e blinda i propri genere non si era ancora arrivati. Il disprezzo della confini (da Ventimiglia al Brennero) - si preferisce vita altrui esisteva, certo, ma nel senso comune la blindatura "diplomatica" del proprio confine e nell'immagine pubblica restava qualcosa di cui meridionale, il pactum sceleris con i "capi-tribù" vergognarsi. Ora al contrario è l'agire di chi salva libici del sud eretti a custodi dei cancelli che danno a doversi giustificare e celare, quasi per un gesto sul deserto, gli uomini delle milizie feroci, gli inconfessabile. È il "buon samaritano" a doversi stupratori e torturatori dei lager e della guardia guardare dalla sanzione dello Stato e dei suoi simili, costiera libica, fino a ieri scafisti e trasbordatori come per un crimine (il "reato di solidarietà"). È su esosi nei confronti delle misere risorse dei migranti, di lui che si addensa la nube scura del sospetto, della oggi guardiani al nostro soldo per tenere fuori maldicenza, dell'accanimento giudiziario, da parte di dallo sguardo la morte di massa. Pagati per far quegli stessi apparati che hanno le mani sporche di crepare nella sabbia del deserto anziché nelle acque un'infinità di "vergogne": la vergogna della guerra, internazionali o sulle nostre spiagge quella parte la vergogna del commercio delle armi, la vergogna di umanità. Senza occhi indiscreti, né testimoni della connivenza con regimi dittatoriali e torturatori. scomodi, come erano appunto le navi delle Ong nel Come nella tragedia shakespeariana è oggi la virtù a Canale di Sicilia. dover chiedere scusa al vizio di esser se stessa. Per fermare il flusso dei migranti siamo scesi Come è arrivata la società italiana che ha a patti con i valori che hanno ispirato la una profonda tradizione di solidarietà a nascita dell’Europa? maturare posizioni di disumanità come inadeguate, direttive caotiche e contraddittorie. si reagisce rifacendosi con chi sta più in basso, non Quel flusso è inarrestabile, perché la fuga dalla quelle emerse nei confronti dei migranti? Cosicché chi dovrebbe essere "accolto" e potendo colpire i colpevoli che stanno "in alto". morte non può essere fermata da nessuna minaccia accompagnato rimane in realtà abbandonato a se Procurandosi una sorta di risarcimento per i diritti, Questa caduta morale non è solo prerogativa nostra. o tormento: ha la medesima forza irresistibile che stesso ed "esposto", corpi in strada, "schiuma della la posizione sociale, lo status e l'autostima perduti È purtroppo diffusa nell'Europa che dovrebbe fare possiede la vita, il "bios", nella sua disperata volontà terra" che la risacca sociale accumula negli spazi mediante la "costruzione" di un altro più in basso dei "diritti umani" la propria "norma fondamentale" di affermarsi. Ma tutto ciò già è sufficiente a far morti, ai margini delle aree urbane. Ed essere di sé: una figura - la più debole possibile, l'"ultimo e che pratica invece con preoccupante accanimento misurare l'enorme quantità di dignità umana e di "esposti", nella società dura e competitiva in cui tra gli ultimi" sia essa incarnata dal migrante, il la disumanizzazione del mondo: da tempo i valori che ogni giorno va in fumo all'ombra di viviamo, significa catalizzare l'ostilità e l'aggressività "clandestino", lo zingaro o il clochard, in sostanza il magistrati francesi, subito al di là del confine di un'apparente normalità amministrativa. Si tratta, della folla crescente d'insofferenti, disagiati e "povero" - da schiacciare in basso così da ristabilire Ventimiglia, comminano sentenze di condanna appunto, della "banalità del male" di cui ha parlato, frustrati, insoddisfatti che lo sfarinamento sociale in una qualche distanza rispetto a sé. ad anni di carcere a chi aiuta i migranti a varcare un tempo, Hannah Arendt. E viene in mente la frase corso riproduce su scala allargata. quel confine che nell'idea d'Europa non dovrebbe che scrisse, ormai più di mezzo secolo fa, George In tutta Europa crescono fenomeni di più esistere. E quelli italiani hanno incominciato a Steiner: "Noi veniamo dopo. Adesso sappiamo che Stiamo costruendo un capo espiatorio? razzismo e gruppi di estrema destra trovano imitarli dopo che a Ventimiglia stessa un sindaco un uomo può leggere Goethe o Rilke la sera, può un consenso mai visto nei decenni recenti. sciagurato ha emesso un'ordinanza che sanzionava Si, il migrante è il perfetto "capro espiatorio" in suonare Bach e Schubert, e quindi, il mattino dopo, Perché il razzismo non è più un tabù? duramente chi si fosse permesso di offrire cibo ai una società in cui i "deprivati" (di reddito, di recarsi al proprio lavoro ad Auschwitz". rifugiati in transito, trasformando in reato il gesto status, di autostima, di futuro) stanno diventando Nell'Europa di oggi, il razzismo non è più un tabù. più naturale in qualsiasi etica, religiosa o laica i "dar maggioranza. E in cui l'"ascensore sociale" che Qualcosa, appunto di cui vergognarsi, come quando SIMONETTA GOLA da mangiare agli affamati". E poi perché l'Italia, per decenni aveva portato il ceto medio delle anche chi lo era si sentiva in dovere di premettere geograficamente in prima linea rispetto ai flussi in società occidentali a dilatarsi enormemente sembra al proprio sfogo: "Io non sono razzista, però...". Oggi entrata verso l'Europa - vera e propria "porta" verso essersi bloccato o addirittura aver invertito la si va diffondendo quasi un gusto dell'affermazione un continente ricco e avaro -, è organizzativamente propria corsa: non più dal basso verso l'alto ma al razzista. Fa parte del nostro imbarbarimento e amministrativamente agli ultimi posti come contrario, dall'alto verso il basso. Non più ascesa antropologico a cui una classe politica ignava non capacità di accoglienza, con pochi mezzi, strutture sociale ma declino, declassamento, perdita... A cui reagisce con la necessaria energia, ma al contrario 18 — N° 85 Dicembre 2017 — 19
Cesta Salata € 35,00 (€ 27,30 senza iva) Calendario 2018 Cesta Dolce “GUERRA? No, grazie” € 35,00 € 6,00 (€ 4,68 senza iva) (€ 27,30 senza iva) Cesta Base € 18,00 (€ 14,04 senza iva) 13 CITTÀ PER I TUOI REGALI DI NATALE Milano, Roma, Bari, Bologna, Brescia, Cagliari, Firenze, Genova, L’Aquila, Napoli, Padova, Torino e Trento sono le città nelle quali troverai gli Spazi Natale di Emergency. Cercando qui i tuoi regali farai un regalo doppio: per chi lo riceve e per le vittime di guerra che Emergency cura in Afghanistan e in Iraq. Taccuino Agenda 2018 Auricolari con custodia Pallina natale € 6,00 (€ 4,68 senza iva) by Smemoranda € 5,00 (€ 3,90 senza iva) € 5,00 (€ 3,90 senza iva) Oltre a una vasta scelta di gadget di Emergency, presso gli Spazi Natale potrai trovare artigianato etnico, € 10,00 (€ 7,80 senza iva) giocattoli e libri per bambini, prodotti di bellezza, bigiotteria, vini del nostro territorio. TESSERA EMERGENCY 2018 Tessera di EMERGENCY. Borraccia Tazza Stella luminosa Campanello bici Crazy Tower A partire da € 13,00 (€ 10,14 senza iva) € 10,00 (€ 7,80 senza iva) € 7,00 (€ 5,46 senza iva) € 5,00 (€ 3,90 senza iva) Gioco in legno € 8,00 (€ 6,24 senza iva) € 12,00 GUARDA IL MONDO DA UN ALTRO PUNTO DI VISTA. E AIUTACI A CAMBIARLO. Tessera 2018 io sottoscritto/a Ogni giorno curiamo chi soffre T-shirt bambino Fascia running Matite natalizie Set scrittura Decorazione porta Facciamo la pace € 12,00 (€ 9,36 senza iva) € 2,00 € 10,00 (€ 7,80 senza iva) € 3,50 (€ 2,73 senza iva) le conseguenze della guerra e Sostengo le attività di EMERGENCY a favore delle vittime della guerra e della povertà € 15,00 (€ 11,70 senza iva) (€ 1,56 senza iva) della povertà, perché essere curati La presente tessera ha validità un anno. è un diritto di tutti. Biglietti personalizzabili Senza discriminazioni. Dona il tuo 5 per mille a EMERGENCY Codice fiscale: 971 471 101 55 EMERG ENCY www.emergency.it a partire da € 2,00 Per l’acquisto degli articoli a catalogo visita il sito: shop.emergency.it Per informazioni e dettagli sulle proposte a catalogo: commerciale@emergency.it Con la tessera di Emergency riceverai la nostra rivista trimestrale e avrai diritto a sconti e facilitazioni presso librerie, teatri, gallerie d'arte in tutta Italia. Fai la tessera di Emergency su lamiatessera.emergency.it Per le Lettere di donazione: specialenatale@emergency.it 20 — N° 85 Dicembre 2017 — 21
GRUPPI Gruppo di Jesi (AN) Gruppo di Foggia Gruppo Maremma VALLE D’AOSTA 349 49 44 690 / 0731 208 635 340 83 45 082 331 12 28 213 / 331 82 07 483 jesi@volontari.emergency.it foggia@volontari.emergency.it maremma@volontari.emergency.it Gruppo di Aosta TERRITORIALI 347 95 32 399 Gruppo di Fermo Gruppo del Salento (LE) Gruppo di Manciano GR aosta@volontari.emergency.it 328 40 50 710 320 64 86 660 339 81 70 700 / 348 77 98 331 fermo@volontari.emergency.it salento@volontari.emergency.it manciano@volontari.emergency.it VENETO Gruppo di Macerata Gruppo della Valle d’Itria (TA) Gruppo di Livorno Gruppo di Venezia 338 65 77 818 329 77 30 651 / 329 66 58 408 338 97 95 921 / 377 22 93 212 349 42 10 105 macerata@volontari.emergency.it valleditria@volontari.emergency.it livorno@volontari.emergency.it venezia@volontari.emergency.it Gruppo di Fano (PU) SARDEGNA Gruppo di Costa degli Etruschi Gruppo del Miranese (VE) Il volontariato è una componente fondamentale promozionali, organizzazione di iniziative locali, 340 53 29 677 340 71 23 665 333 27 37 789 fano@volontari.emergency.it Gruppo di Cagliari costadeglietruschi@volontari. miranese@volontari.emergency.it dell’attività di Emergency. Sul territorio italiano presentazione di progetti specifici agli enti 388 56 12 383 emergency.it sono attivi circa 3.500 volontari, divisi in 170 locali, sviluppo sul territorio delle campagne MOLISE cagliari@volontari.emergency.it Gruppo di Riviera del Brenta (VE) Gruppo di Lucca 320 08 03 267 Gruppi. I volontari contribuiscono a informare e promosse dall’associazione…). Gruppo di Isernia Gruppo di Budoni (NU) 328 06 56 258 / 346 21 05 986 rivieradelbrenta@volontari.emergency.it 347 12 61 466 329 42 11 744 / 340 33 96 803 lucca@volontari.emergency.it sensibilizzare l’opinione pubblica, a diffondere I volontari offrono anche un supporto prezioso isernia@volontari.emergency.it budoni@volontari.emergency.it Gruppo del Veneto Orientale (VE) una cultura di pace (attraverso la partecipazione alle attività degli uffici delle sedi di Milano e Gruppo della Maddalena (OT) Gruppo della Versilia (LU) 328 20 62 473 335 72 77 849 / fax 0421 560 994 venetorientale@volontari.emergency.it PIEMONTE a conferenze, incontri nelle scuole e nei luoghi Roma. Per ulteriori informazioni: 349 22 45 867 versilia@volontari.emergency.it Gruppo di Torino lamaddalena@volontari.emergency.it Gruppo di Belluno di lavoro…) e a raccogliere fondi (banchetti volontariato@emergency.it 380 32 34 359 Gruppo di Massa Carrara 335 80 14 325 torino@volontari.emergency.it Gruppo di Sassari 349 83 54 617 belluno@volontari.emergency.it 079 251 630 / 339 32 12 345 massacarrara@volontari.emergency.it Gruppo del Canavese (TO) sassari@volontari.emergency.it Gruppo di Padova 380 32 34 359 Gruppo di Pisa 340 39 49 797 / 349 12 66 562 canavese@volontari.emergency.it Gruppo di Alghero (SS) 345 77 68 041 padova@volontari.emergency.it ABRUZZO EMILIA ROMAGNA Gruppo di Frosinone Gruppo di Brescia 347 91 51 986 pisa@volontari.emergency.it 348 59 13 736 335 17 67 627 / 333 32 89 937 Gruppo di Pinerolo (TO) alghero@volontari.emergency.it Gruppo di Rovigo Gruppo de L’Aquila Gruppo di Bologna frosinone@volontari.emergency.it brescia@volontari.emergency.it 340 34 45 431 Gruppo di Volterra (PI) 331 11 24 828 349 25 07 878 / 333 41 85 801 333 13 33 849 pinerolo@volontari.emergency.it Gruppo di Serrenti (VS) 349 88 21 421 rovigo@volontari.emergency.it laquila@volontari.emergency.it bologna@volontari.emergency.it Gruppo di Cisterna (LT) Gruppo della Valle Camonica (BS) 328 67 64 872 volterra@volontari.emergency.it 335 58 63 135 347 78 19 984 / 339 82 63 272 Gruppo di Santena (TO) serrenti@volontari.emergency.it Gruppo di Treviso Gruppo di Pescara Gruppo di Imola (BO) cisterna@volontari.emergency.it vallecamonica@volontari.emergency.it 349 58 73 401 / 347 22 83 350 Gruppo di Pistoia 320 75 37 965 328 08 94 451 0546 656 433 / 338 28 91 027 santena@volontari.emergency.it SICILIA 347 48 60 690 treviso@volontari.emergency.it pescara@volontari.emergency.it imola@volontari.emergency.it Gruppo di Latina Gruppo di Como pistoia@volontari.emergency.it 320 74 13 285 329 12 33 675 Gruppo di Alessandria Gruppo di Agrigento Gruppo di Verona Gruppo di Roseto Pineto Gruppo di Ferrara latina@volontari.emergency.it como@volontari.emergency.it 338 71 19 315 349 71 96 468 Gruppo di Prato 340 16 10 489 329 57 35 892 333 99 40 136 alessandria@volontari.emergency.it agrigento@volontari.emergency.it 347 62 68 785 verona@volontari.emergency.it roseto-pineto@volontari.emergency.it ferrara@volontari.emergency.it Gruppo della Tuscia (VT) Gruppo di Crema e Cremona prato@volontari.emergency.it 340 78 12 437 331 13 88 298 Gruppo di Biella Gruppo di Palermo Gruppo di Vicenza Gruppo di Teramo Gruppo di Forlì Cesena tuscia@volontari.emergency.it crema-cremona@volontari.emergency.it 339 41 00 351 338 37 05 981 / 328 90 13 860 Gruppo di Siena 348 72 04 865 349 80 11 706 335 58 69 825 / 338 44 24 283 biella@volontari.emergency.it palermo@volontari.emergency.it 370 35 39 612 vicenza@volontari.emergency.it teramo@volontari.emergency.it forli-cesena@volontari.emergency.it LIGURIA Gruppo di Lecco e Merate siena@volontari.emergency.it 329 02 11 011 / 348 58 60 883 Gruppo di Cuneo Gruppo di Caltanissetta Gruppo di Thiene e Schio (VI) BASILICATA Gruppo di Modena Gruppo di Genova lecco-merate@volontari.emergency.it 393 37 27 184 380 31 19 338 Gruppo di Monteamiata 349 15 43 529 347 64 11 699 349 81 27 861 cuneo@volontari.emergency.it caltanissetta@volontari.emergency.it 348 42 10 872 thiene-schio@volontari.emergency.it Gruppo di Potenza modena@volontari.emergency.it genova@volontari.emergency.it Gruppo di Lodi monteamiata@volontari.emergency.it 347 84 67 282 335 80 48 178 Gruppo di Alba (CN) Gruppo di Catania SVIZZERA potenza@volontari.emergency.it Gruppo di Parma Gruppo della Valpolcevera (GE) lodi@volontari.emergency.it 339 65 30 243 339 86 42 142 / 339 40 28 577 Gruppo della Lunigiana (MS) 348 44 46 120 / fax 0524 680 212 339 35 82 558 alba@volontari.emergency.it catania@volontari.emergency.it 345 34 46 302 Gruppo del Canton Ticino Gruppo del Lagonegrese (PZ) parma@volontari.emergency.it valpolcevera@volontari.emergency.it Gruppo di Mantova lunigiana@volontari.emergency.it 0041 787 122 941 339 29 55 200 328 20 12 380 Gruppo di Novara Gruppo di Enna 0041 786 051 131 lagonegrese@volontari.emergency.it Gruppo di Piacenza Gruppo di La Spezia mantova@volontari.emergency.it 347 14 31 790 328 83 64 244 TRENTINO ALTO ADIGE emergency-ticino@bluewin.ch 335 10 25 263 / 392 54 16 955 328 21 20 050 novara@volontari.emergency.it enna@volontari.emergency.it Gruppo di Matera piacenza@volontari.emergency.it laspezia@volontari.emergency.it Gruppo di Monza e Brianza Gruppo di Trento 329 59 21 341 335 30 49 02 Gruppo di Arona (NO) Gruppo di Piazza Armerina 339 77 13 051 matera@volontari.emergency.it Gruppo di Ravenna Gruppo di Savona monza-brianza@volontari.emergency.it 338 34 72 829 333 99 98 642 trento@volontari.emergency.it 338 69 77 693 347 96 98 210 arona@volontari.emergency.it piazzarmerina@volontari.emergency.it CALABRIA ravenna@volontari.emergency.it savona@volontari.emergency.it Gruppo di Usmate Velate (MB) Gruppo dell’Alto Garda (TN) 039 673 324 / 039 672 090 Gruppo di Verbania Gruppo di Messina 345 50 19 031 Gruppo di Reggio Calabria Gruppo di Faenza (RA) Gruppo di Ventimiglia usmatevelate@volontari.emergency.it 348 72 66 991 340 55 64 124 altogarda@volontari.emergency.it 340 30 42 340 327 18 27 439 346 58 54 949 verbania@volontari.emergency.it messina@volontari.emergency.it reggiocalabria@volontari.emergency.it faenza@volontari.emergency.it ventimiglia@volontari.emergency.it Gruppo di Pavia Gruppo di Fiemme e Fassa (TN) 333 44 23 542 Gruppo di Lago D’Orta (VB) Gruppo di Vittoria (RG) 349 80 42 968 Gruppo di Catanzaro Gruppo di Reggio Emilia LOMBARDIA pavia@volontari.emergency.it 349 76 31 718 338 13 03 373 fiemme-fassa@volontari.emergency.it 345 87 04 829 347 41 84 461 lagodorta@volontari.emergency.it vittoria@volontari.emergency.it catanzaro@volontari.emergency.it reggioemilia@volontari.emergency.it Gruppo di Cinisello B. e Cusano Mi. (MI) Gruppo della Valchiavenna (SO) Gruppo delle Giudicarie (TN) 348 04 13 702 / 349 85 85 127 348 91 34 577 / 348 98 16 053 Gruppo dell’Ossola (VB) Gruppo di Siracusa 328 40 25 330 Gruppo di Cosenza Gruppo di Rimini e San Marino cinisello-cusano@volontari.emergency.it valchiavenna@volontari.emergency.it 340 91 59 363 349 05 87 122 giudicarie@volontari.emergency.it 349 66 79 861 335 73 31 386 ossola@volontari.emergency.it siracusa@volontari.emergency.it cosenza@volontari.emergency.it rimini-sanmarino@volontari.emergency.it Gruppo del Magentino (MI) Gruppo della Valtellina (SO) Gruppo di Rovereto (TN) 335 77 50 744 347 72 03 955 / 339 56 77 424 Gruppo di Vercelli Gruppo di Trapani 339 12 42 484 Gruppo di Piana e Polistena (RC) FRIULI VENEZIA GIULIA magentino@volontari.emergency.it valtellina@volontari.emergency.it 347 96 04 409 0923 53 91 24 / 347 99 60 368 rovereto@volontari.emergency.it 348 58 36 778 vercelli@volontari.emergency.it trapani@volontari.emergency.it polistena-piana@volontari.emergency.it Gruppo di Trieste Gruppo di San Vittore Olona (MI) Gruppo di Varese Gruppo di Bolzano 347 29 63 852 0331 516 626 340 52 62 608 PUGLIA Gruppo di Pozzallo 347 66 07 545 CAMPANIA trieste@volontari.emergency.it sanvittoreolona@volontari.emergency.it varese@volontari.emergency.it 366 26 17 964 / 339 41 03 473 bolzano@volontari.emergency.it Gruppo di Bari pozzallo@volontari.emergency.it Gruppo di Napoli Gruppo di Gorizia e Monfalcone Gruppo di Sesto San Giovanni (MI) Gruppo di Busto Arsizio (VA) 339 41 22 332 / 340 75 83 259 UMBRIA 338 99 90 787 0481 31 863 / 327 77 71 168 335 12 30 864 / 347 24 81 347 0331 341 424 / 333 91 34 636 bari@volontari.emergency.it TOSCANA napoli@volontari.emergency.it gorizia-monfalcone@volontari.emergency.it sestosangiovanni@volontari.emergency.it bustoarsizio@volontari.emergency.it Gruppo di Perugia Gruppo di Molfetta (BA) Gruppo di Firenze 329 97 85 186 Gruppo di Avellino Benevento Gruppo di Pordenone Gruppo di Settimo Milanese (MI) Gruppo di Saronno (VA) 340 83 01 344 366 81 86 654 perugia@volontari.emergency.it EMERGENCY interviene nelle scuole 347 40 00 567 / 349 37 29 700 389 91 47 244 335 54 54 619 / 333 82 52 545 339 76 70 908 molfetta@volontari.emergency.it firenze@volontari.emergency.it con progetti di informazione e sensibilizzazione avellino-benevento@volontari.emergency.it pordenone@volontari.emergency.it settimomilanese@volontari.emergency.it saronno@volontari.emergency.it Gruppo di Città di Castello (PG) basati sulla sua esperienza umanitaria. Gruppo di Monopoli (BA) Gruppo di Empoli (FI) 347 12 19 021 Gruppo di Caserta Gruppo di Udine Gruppo di Carugate (MI) MARCHE 333 97 55 441 / 339 89 81 503 338 75 89 872 cittadicastello@volontari.emergency.it Per informazioni e prenotazioni scrivi a 333 73 70 000 / 380 47 36 761 0432 580 894 / 339 82 68 067 338 16 91 905 monopoli@volontari.emergency.it empoli@volontari.emergency.it scuola@emergency.it o contatta caserta@volontari.emergency.it udine@volontari.emergency.it carugate@volontari.emergency.it Gruppo di Ancona Gruppo di Foligno (PG) il gruppo territoriale più vicino. 327 85 30 577 Gruppo di BAT Gruppo di Sesto F.no e Calenzano (FI) 347 69 33 216 / 340 23 41 989 Gruppo del Cilento (SA) LAZIO Gruppo di Bergamo ancona@volontari.emergency.it 347 23 28 063 340 05 21 604 foligno@volontari.emergency.it 339 12 22 497 / 339 45 67 945 339 20 93 716 bat@volontari.emergency.it sestofiorentino@volontari.emergency.it cilento@volontari.emergency.it Gruppo di Colleferro (RM) bergamo@volontari.emergency.it Gruppo di Fabriano (AN) Gruppo di Terni CORDINAMENTO VOLONTARI MILANO 335 65 45 313 339 58 60 696 Gruppo di Pr. Brindisi (BR) Gruppo di Arezzo 339 76 44 365 T 02 881 881 - volontari.milano@emergency.it Gruppo del Salerno colleferro@volontari.emergency.it Gruppo dell’Isola Bergamasca (BG) fabriano@volontari.emergency.it 329 44 77 143 340 10 18 499 terni@volontari.emergency.it 329 18 29 392 / 348 86 05 868 389 21 53 125 brindisi@volontari.emergency.it arezzo@volontari.emergency.it CORDINAMENTO VOLONTARI ROMA salerno@volontari.emergency.it isolabergamasca@volontari.emergency.it T 06 688 151 - volontari.roma@emergency.it 22 — N° 85 Dicembre 2017 — 23
Puoi anche leggere