CELLULE STAMINALI E FATTORI DI CRESCITA PER LA RICOSTRUZIONE DEI TURBINATI

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CELLULE STAMINALI E FATTORI DI CRESCITA PER LA RICOSTRUZIONE DEI TURBINATI
CELLULE STAMINALI E FATTORI DI CRESCITA
   PER LA RICOSTRUZIONE DEI TURBINATI
                                 Lino Di Rienzo Businco
  (Otorinolaringoiatra, Audiologo - Dirigente U.O. Otorinolaringoiatria, Ospedale S. Spirito,
                                            Roma)

La chirurgia dei turbinati ha subito notevoli modifiche negli ultimi anni grazie
allo sviluppo e all'introduzione pratica di nuove tecnologie, ma soprattutto in
conseguenza all'arricchimento delle nostre conoscenze sulle preziose funzioni
assolte dai turbinati stessi.
In passato, infatti, quando non erano pienamente conosciuti i meccanismi
funzionali del turbinato, gli interventi nasali erano quasi sempre gravati da
asportazione parziale o completa dei turbinati, ritenendo che questi fossero
causa di un ostacolo meccanico al flusso di aria all'interno del naso. Purtroppo
le vecchie turbinectomie, come anche le bruciature che venivano eseguite,
privavano le vie respiratorie di un meraviglioso filtro ricco di funzioni: il
riscaldamento dell'aria inspirata; il suo condizionamento; l'umidificazione e la
filtrazione.
Oggi quegli interventi demolitivi sono stati sostituiti dalle tecniche
endoscopiche mini invasive con radiofrequenze (risonanza quantica
molecolare) che, senza produzione di calore e quindi senza alcun danno
termico, sono in grado di ridurre il volume dei turbinati, preservandone la loro
funzione protettiva per le vie respiratorie.
Da alcuni anni avevamo utilizzato una metodica per la ricostruzione dei
turbinati danneggiati dalla chirurgia tradizionale demolitiva, basata sull'impiego
di materiali eterologhi biocompatibili o grasso autologo prelevato dallo stesso
paziente, con risultati molto incoraggianti.
Oggi abbiamo finalmente a disposizione i fattori di crescita piastrinici (PDGF) e
il plasma arricchito di piastrine (PRP Platelet-Rich Plasma), ottenuti da un
semplice prelievo di sangue, la cui efficacia e maneggevolezza rappresentano
l'avanguardia nella ricostruzione funzionale delle mucose dei turbinati.
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I vantaggi offerti da queste metodiche di ricostruzione sono cosi riassumibili:
        Sostanza naturale derivata dallo stesso paziente
        Non esistono effetti collaterali (allergie o intolleranze)
        Assenza di tossicità
        Stimolazione dei processi riparativi e ricrescita dei tessuti danneggiati da
        tagli o bruciature
        Stimolazione della proliferazione cellulare
        Stimolazione dei processi bioriparativi e rigenerativi
        Stimolazione dell'angiogenesi e della rivascolarizzazione dei tessuti
        Stimolazione della proliferazione delle cellule mesenchimali (in
        particolare delle cellule staminali adulte mesenchimali)
        Stimolazione della guarigione delle ferite con accelerazione della
        cicatrizzazione
        Stimolazione della produzione di fibroblasti e di collagene.
Il PRP è inoltre una fonte preziosa di fattori di crescita che sostengono la
rigenerazione dei tessuti molli (cute, sottocute, mucosa, tessuti miofasciali) e
anche dell'osso, migliorando in questo modo la risposta ai danni biologici e
favorendo la guarigione delle lesioni pregresse.
Questo importante materiale biologico si ottiene concentrando le piastrine
autologhe (cioè del paziente stesso) e utilizzando gli stessi fattori di crescita
piastrinici (PDGF: Platelet Derived Growth Factors) che, iniettati nelle sedi
danneggiate del turbinato o della mucosa nasale (perforazioni del setto,
cartilagine, ecc), rigenerano i tessuti danneggiati.
Come agisce il PRP?
In presenza di una ferita di differente natura, il normale coagulo di sangue
innesca il meccanismo che porterà alla guarigione del tessuto molle ed alla
eventuale rigenerazione dello stesso.
Il coagulo è quindi il primo momento del processo di guarigione delle ferite. Il
coagulo che si forma nelle condizioni abituali è formato da: 95% RBC (globuli
rossi); 4% PLT (piastrine); 1% WBC (globuli bianchi).
Quando, invece, otteniamo con una procedura specifica il PRP, il coagulo sarà
formato da: 95% PLT (piastrine); 4% RBC (globuli rossi); 1% WBC (globuli
bianchi).
Considerando che il nostro obiettivo è quello di ottenere la maggior quantità e
concentrazione di fattori di crescita piastrinica (PDGF, TGFß), appare chiaro
l'utilità di disporre di una maggior concentrazione piastrinica nel coagulo (come
avviene con il PRP, cioè il Plasma arricchito di Piastrine), in quanto in questa
maniera sarà possibile raggiungere attraverso lo stesso, una maggior
concentrazione di fattori di crescita piastrinica.
Inoltre, il PRP è un derivato autologo (cioè del paziente stesso) e sono pertanto
annullati tutti i rischi correlati alle malattie trasmissibili, quali HIV ed Epatite
Virale e tutte le infezioni in genere.
Le possibilità offerte dalla medicina rigenerativa nella chirurgia ricostruttiva dei
turbinati e del naso sono oggi impiegate di routine nelle nostre sale operatorie
con trattamenti di day-hospital, senza dolore nè sanguinamenti o necessità di
tamponi nasali, e sono attesi ulteriori positivi sviluppi per valutare l'efficacia del
PRP in altri distretti dell'organismo.
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Esiti di turbinectomia con perforazione del setto nasale

Esiti di turbinectomia con ampia resezione del compartimento medio del corpo del
                                    turbinato
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Esiti di amputazione del compartimento inferiore del turbinato da pregressa
                           turbinectomia (prima)

   Turbinato rigenerato dopo ricostruzione endoscopica con PRP (dopo)
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Bibliografia
   1. Marx R.E.: Platelet-Rich Plasma: evidence to support ITS use - Oral
      Maxillofac Surg 62:489-6, 2004
   2. Kevy S., Jacobson M.: Preparation of growth factors enriched
      autologous platelet gel - Proc 27th annual meeting Service
      Biomaterials, April 2001
   3. Marx RE.: PRP: what is PRP and what is not PRP - Implant Dent
      10:225-8, 2001
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