Capo Verde Informazioni: cultura e società

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Marzo 2013

Capo Verde
Informazioni: cultura e società

Popolazione
La popolazione di Capo Verde ha raggiunto le 500.000 unità nel 2011.
Circa il 40% della popolazione del paese vive con meno di 2 dollari statunitensi al giorno.
A Capo Verde non c'è mai stato un conflitto armato e anche la guerra di liberazione si è svolta
integralmente sul territorio dell'attuale Guinea Bissau. L'eroe popolare di cui i capoverdiani
vanno giustamente fieri, Amilcar Cabral, nato in Guinea Bissau, era figlio di genitori
capoverdiani.
L'arcipelago è indipendente dal 1975 e il governo del paese si basa sui principi democratici di
una repubblica parlamentare con sistema di voto maggioritario. Nonostante la grande povertà
e la gravosa disoccupazione, il paese non ha mai conosciuto tensioni sociali o politiche e le
elezioni politiche vengono svolte con regolarità e democraticamente.
A seguito dei lunghi e ricorrenti periodi di siccità, carestie e fame, già alla fine del 1800
iniziarono le migrazioni di massa, verso l'Europa ma, soprattutto, verso gli Stati Uniti.
A partire dai primi decenni del secolo scorso inizia il fenomeno dei "contratados". Il governo
portoghese assolda gli abitanti disperati per la situazione di miseria e fame in cui sono costretti
a vivere e, per mezzo di veri e propri "contratti truffa" li spedisce a lavorare in altre colonie (S.
Tomé e Angola) dove, in ragione del clima insalubre, e del lavoro massacrante molti muoiono.
Anche il fenomeno dell'emigrazione continua: in un primo tempo partono gli uomini, in
seguito emigrano anche le donne dirette per lo più verso l'Europa, spesso a fare le colf delle
famiglie abbienti.
E' proprio questo fenomeno di emigrazione in massa a introdurre nella lingua, nella cultura,
nella letteratura capoverdiana concetti come "téra lonji" (terra lontana), "fora" (l'estero),
"sodadi" (nostalgia) e "morabeza" (di difficile traduzione in quanto indica una nostalgia affine
al concetto brasiliano di saudade). Il Prof. Alberto Sobrero così definisce il termine
“morabeza”: " ...è l'amore per la propria terra, la nostalgia , l'immagine, il ricordo, quel che si
porta dentro del proprio passato capoverdiano. Il ricordo della giovinezza, della sofferenza,
della gioia di tornare a casa ogni sera. La nostalgia del rumore del mare, la risata a scuola, la
paura di emigrare, la decisione, la speranza di guadagnare, di mandare i soldi a casa, di
tornare. Non si prova morabeza per un paesaggio o per un volto: quello è piuttosto il ricordo.
Morabeza è il sentimento che quel ricordo suscita, anche quando, dopo anni di emigrazione, il
ricordo è ormai tanto lontano. Si emigra con morabeza e morabeza è la certezza di un'isola
lontana, in qualche parte dell'oceano."
Oggi, si calcola che i capoverdiani che vivono all'estero siano più del doppio di quelli che
vivono nell'arcipelago. Negli ultimi anni le restrizioni all'immigrazione introdotte dai paesi
industrializzati stanno frenando il flusso migratorio.
Etnie
Non esiste una popolazione originaria di Capo Verde; tutta la popolazione è immigrata.
La popolazione attuale di Capo Verde è proveniente da diversissime etnie, sia africane che
europee, che si sono nei secoli completamente mescolate, creando un'etnia unica: la creola di
Capo Verde.
Notizie della popolazione a Capo Verde sul sito Index Mundi

Lingue
La lingua ufficiale è il portoghese, ma molto diffuso è il creolo capoverdiano.
Il francese è insegnato nelle scuole come lingua straniera in quanto Capo Verde è membro
dell'OIF (Organizzazione Internazionale della Francofonia).
La lingua Creola (Kriolu) nacque all'epoca della prima colonizzazione dalla necessità di
comunicare fra la popolazione di provenienza e classe sociale eterogenea: soldati e marinai
portoghesi, emigranti europei, popolazione prelevata in africa per lo più in condizione di
schiavitù. Il creolo, modificatosi nel corso dei secoli e anche in parte differente nelle varie isole,
è quindi una sorta di dialetto con parole prese in prestito alle lingue d'origine e subito
modificate e storpiate a seconda della provenienza linguistica di ciascuno.

Istruzione
La scuola primaria a Capo Verde è obbligatoria tra i 6 e i 14 anni e gratis per bambini dai 6 ai
12 anni. Nel 2008, la percentuale di iscritti alla scuola primaria era l'84%. Tuttavia questa
elevata percentuale non sempre corrisponde alla reale partecipazione dei bambini a scuola.
Circa l'85% della popolazione totale superiore a 15 anni di età è stata alfabetizzata e sa leggere
e scrivere, anche se a volte con difficoltà. E' molto frequente l'analfabetismo di ritorno.
I libri di testo sono forniti a circa il 90% dei bambini in età scolare. La maggioranza degli
insegnanti ha seguito corsi di formazione loro dedicati. Tuttavia rimangono alcuni problemi:
dopo la scuola di base la maggioranza dei bambini non può continuare gli studi e questo li
porta ad abbandonare l'uso del portoghese e a tornare all'uso esclusivo del creolo che è già
abitualmente parlato a casa. Questo fenomeno è molto grave dato che il Portoghese, che è la
lingua utilizzata nell'insegnamento, è anche lingua ufficiale di Capo Verde: tutti gli atti e i
documenti sono scritti in Portoghese.
L'unica università esistente a Capo Verde (a Praia) è a pagamento (e quindi riservata a pochi
eletti) ed è estremamente limitata nelle facoltà che propone.

Cultura

Musica
La musica di Capo Verde, che probabilmente è la sua maggior ricchezza culturale, ingloba
influenze africane, portoghesi, caraibiche e brasiliane.
Il genere musicale che più identifica il popolo capoverdiano è la morna, una forma di canzone
malinconica e lirica cantata in creolo capoverdiano. E' l'incarnazione della “morabeza”. Nella
tristezza di base spesso si sente una venatura di allegria, esattamente come la vita che non è
mai completamente triste o allegra: tristezza e allegria si alternano e si compenetrano.
La morna di solito è suonata con "Violom" (chitarre a sei e a dieci corde) e da un "kavakinhu"
(chitarrino a quattro corde), qualche volta si aggiunge un ottone solista.
Un altro genere musicale molto popolare è la coladeira: più allegra e veloce, si suona con gli
stessi strumenti della morna.
Un altro genere è il "Funanà", molto diffusa a Santiago che si suona con la "Gaita" (piccola
fisarmonica) accompagnata dal " Féro" (una barra di ferro su cui viene strofinata la lama di un
coltello). Questo genere musicale era proibito sotto il regime coloniale con l'approvazione della
Chiesa in quanto si esprimeva in una una danza considerata erotica. Dopo l'indipendenza ha
assunto un forte valore simbolico e costituisce la base di molta musica moderna.
Anche il "Batuku" è un genere musicale diffuso principalmente a Santiago. Lo suonano gruppi
di donne ("batukadera") che percuotono ritmicamente un pezzo di panno steso tra le ginocchia
mentre altre battono le mani a ritmo e la gente danza.
Il "Finason", infine è simile al Batuku per ritmo e "strumenti"; però è un genere musicale-
poetico in cui uno o due vocalisti recitano versi (spesso improvvisati) che raccontano i fatti più
diversi (vicende correnti o anche private, notizie di cronaca, ecc.). I due cantanti fanno a gara
sia per la qualità del canto, sia per l'originalità e la fantasia dei testi.
Negli ultimi anni è venuto il riconoscimento a livello mondiale è avvenuto recentemente con la
messe di premi e riconoscimenti attribuiti a Cesaria Évora interprete tradizionale di morna
(morta nel 2011). Oltre a lei, tra gli artisti più conosciuti all'estero figurano:
Ildo Lobo, i fratelli Tavares, Lura (questi ultimi due sono nati all'estero, ma di origine
capoverdiana).
Molto famosi in patria, anche se meno conosciuti all'estero, sono un gran numero di artisti tra i
quali ricordiamo: Paulino Vieira, Tony Lima, S.Lopi, Catchás, il gruppo dei Bulimundo,
Bana, Luis Morais, Djodje e molti altri.
A Capo Verde non mancano mai le occasioni per fare e ascoltare musica: un festival, una festa,
un bar, un ristorante, una strada, ogni luogo va bene.

Letteratura
Nel 1936, nacque a Mindelo il fenomeno culturale più importante che Capo Verde abbia
conosciuto: la rivista Claridade. Il giornale pubblicò solo nove numeri, sino al 1960, e si
occupò di antropologia, poesia, analisi culturali e sociologiche sul popolo capoverdiano. Non
affrontò invece problemi politici o relativi al tema dell'indipendenza. Uno dei maggiori pregi
della rivista è di aver pubblicato testi in creolo e di aver avviato la discussione sulle radici
africane di Capo Verde.
Tra gli scrittori dell'epoca possiamo ricordare Josè Barbosa, Manuel Lopes, Luis Romano,
Baltasar Lopes. Oggi ricordiamo i nomi di Germano Almeida, Mario Fonseca, Josè L. Hopfer
Almada.
Molti di questi scrittori sono anche poeti. Massimo poeta capoverdiano, nonché grande
compositore di morna, è considerato Eugenio Tavares (1867-1930)

Economia
Capo Verde è priva di risorse minerarie e forestali e non produce quasi nulla che possa essere
esportato.

Agricoltura
L'agricoltura è fortemente condizionata dalle condizioni climatiche, tanto che, nei rari anni
favorevoli in cui cade un po' più di pioggia, riesce a produrre solo il 10% del proprio
fabbisogno di mais che costituisce l'alimento principe dell'alimentazione capoverdiana.
L'incostanza delle piogge condiziona pesantemente la vita dei capoverdiani più poveri e solo il
2% circa della popolazione si dedica all'agricoltura.
Ora l'amministrazione capoverdiana sta cercando, attraverso le tecnologie verdi (l'irrigazione a
goccia, il riciclo e la condensazione dell'acqua), di risparmiare la poca acqua di cui può
usufruire per contrastare i periodi di siccità.

Allevamento
L'allevamento non è sviluppato: qualche capra, qualche maiale, qualche pollo, pochissimi
bovini. Infatti allevare bestiame a Capo Verde è molto più costoso che importare carne e uova
dal Brasile o dall'Europa.
Pesca
Il mare, molto pescoso, offre a molta gente l'unica alternativa di lavoro. La pesca, procura il
cibo a molti e crea un minimo di commercio di sussistenza.
Il capoverdiano, normalmente, pesca con la sua barca quasi sempre a remi. Questa pesca
vicino alla costa riesce fondamentalmente a procurare il pasto alla famiglia.
Lo sfruttamento intensivo del mare del paese è invece riservato dal governo alle flotte da pesca
giapponesi ed europee dietro contropartite in denaro.

Industria e commercio
L'industria è quasi inesistente: qualche piccola distilleria del grogue (distillato di canna) e
produzione di vino a Fogo, quasi unicamente per il consumo interno; una fabbrica di birra e
bibite. Recentemente ha ripreso a funzionare una fabbrica di tonno in scatola per l'esportazione
che è stata ferma per anni in quanto non in regola con le norme UE.
Anche il commercio è poco sviluppato e probabilmente non fa parte della tradizione dei
capoverdiani, recentemente si stanno inserendo in questo settore i cinesi con merce, anche di
provenienza dubbia, di basso prezzo e qualità.
Recentemente c'è stato un forte impulso all'edilizia nella capitale (Praia). In parte sono
costruzioni in regola con le norme volute dai nuovi ricchi e dagli emigranti che ritornano in
patria a godersi la pensione, in buona parte è invece un'edilizia abusiva, spinta soprattutto dal
forte fenomeno di inurbamento.

Artigianato
In tutto il mondo la produzione artigianale è spesso rivolta ai turisti alla ricerca di qualche
oggetto che ricordi il viaggio o da regalare agli amici. A Capo Verde non è facile trovare buoni
oggetti di artigianato da comprare, spesso si deve cercare nei mercati, nei negozietti, con
pazienza e impiego considerevole di tempo.
L'artigianato dell'arcipelago è generalmente prodotto cioè per l'uso quotidiano delle famiglie:
vasi, cesti, oggetti in ceramica e in tessuto. I Panos, tessuti a telaio in strisce, di circa quindici
centimetri di larghezza e di più di un metro di lunghezza, che poi vengono unite, sono di
difficile reperibilità e spesso piuttosto cari. Più facile è trovare un Uril (tipico gioco
capoverdiano/africano), una bottiglia di grogue (distillato di canna) o di ponche (grogue a cui
è unita melassa o frutta), una bottiglia di vino di Fogo , una piantina di aloe vera, una
marmellata artigianale di frutta tropicale, un pacchetto di kamkam (tabacco), un cd musicale.
Nei mercati si trovano facilmente senegalesi che vendono articoli in legno, batik, bamboline di
pezza, collane, tutti prodotti spesso molto belli che però provengono dalla vicina Africa.

Turismo
Negli ultimi anni si è sviluppata una nuova fonte importante per l'economia: il turismo che ha
determinato un grande aumento del PIL. Però l'incremento del turismo non porta un
significativo flusso di denaro. Il turista paga tour operator del suo paese mentre i capoverdiani
svolgono essenzialmente il ruolo di manodopera, sottopagata, nelle strutture turistiche.
La vera "ricchezza" del Paese, assieme agli aiuti umanitari, è costituita dalle rimesse degli
emigranti che costituiscono circa un quarto del PIL.

Religioni
La maggior parte della popolazione si professa cristiana cattolica (circa il 90%). In molte aree il
cristianesimo ha inglobato elementi della religione animista africana. Sono presenti anche
comunità cristiane protestanti e comunità poco numerose di altre religioni: buddiste e
musulmane.
Il cattolicesimo nelle isole di Capo Verde è stato portato dai colonizzatori portoghesi agli inizi
del XVI secolo. La prima diocesi fu, nel 1533, quella di Santiago di Capo Verde, da cui
dipenderanno anche le zone costiere dell’Africa sottomesse alla corona portoghese. Solo nel
2003 viene eretta una seconda diocesi, quella di Mindelo.
I primi missionari a giungere a Capo Verde, poco dopo la scoperta, furono i Francescani,
seguiti, più di un secolo dopo, dai Gesuiti. Nel XX secolo arrivarono i Salesiani e i
Cappuccini, ancora oggi presenti in tutte le isole.
Nessun fondamentalismo e conflitto religioso ha mai fatto la propria apparizione a Capo
Verde ed è molto diffusa la tolleranza religiosa.
Attualmente vi sono due diocesi: quella di Santiago di Capo Verde, che comprende le isole di
Maio, Santiago, Fogo e Brava e quella di Mindelo, che comprende le isole di Santo Antão, São
Vicente, São Nicolau, Sal e Boa Vista.
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