Bibliografia - 27 Gennaio 2022 - BIBLIOTECA COMUNALE DI TRAVERSETOLO - Comune di Traversetolo
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27 Gennaio 2022 Bibliografia BIBLIOTECA COMUNALE DI TRAVERSETOLO Tutti i libri sono disponibili per il prestito gratuito
AA.VV Album Auschwitz, 2008 AA.VV Dizionario dell’Olocausto, 2004 Questo dizionario è il lavoro collettivo di oltre cento autori di undici paesi, con l'aggiunta di saggi specifici dedicati alla peculiare situazione italiana. Durante il Terzo Reich furono uccisi tra i 5 e i 6 milioni di ebrei Amery, Jean Intellettuale a Auschwitz, 1998
Avagliano, Marco Gli Ebrei sotto la persecuzione in Italia: diari e lettere 1938-1945, 2011 Gli Ebrei sotto la persecuzione in Italia. Diari e lettere 1938-1945. La persecuzione degli Ebrei in Italia, dalle leggi razziali del 1938 al ritorno dei pochi sopravvissuti dai campi di sterminio tra il 1945 e il 1946, raccontata per la prima volta attraverso la viva voce delle vittime, “registrata” giorno per giorno in centinaia di lettere e diari per lo più inediti dell’epoca Avagliano, Marco Voci dal Lager: diari e lettere di deportati politici italiani 1943-1945, 2012 Nel dopoguerra gli ex deportati si trovarono «immersi in un dolore che rifiuta l'espressione narrativa, nel tentativo di rimuovere un'esperienza inquietante». Alla paura di non essere creduti si aggiunsero il senso di colpa per essersi salvati, il desiderio collettivo di voltare pagina, il rifiuto di editori, storici, mass media di ascoltare e di far conoscere quanto era accaduto. Per lungo tempo la memoria della deportazione italiana è così rimasta in una zona d'ombra, soprattutto quella che ha riguardato i deportati politici e i prigionieri nelle carceri del Reich, arrestati in quanto membri di bande partigiane o resistenti civili. Avey, Denis
Ero il numero 220543: una storia vera, 2011 È possibile immaginare che qualcuno si sia introdotto volontariamente ad Auschwitz? Eppure, nel 1944, un uomo è stato capace di farlo. Denis Avey è un prigioniero di guerra inglese, che durante il giorno è costretto ai lavori forzati insieme ai detenuti ebrei. Gli basta poco per capire quale sia l’orrore che attende quegli uomini, consunti e stravolti, quando la sera fanno rientro al loro campo … Quello che intuisce è atroce, ma Denis sente di voler vedere con i propri occhi: in un gesto che pare folle, decide di scambiare la sua divisa da militare con gli stracci a righe di un ebreo di nome Hans, ed entrare nell’inferno di Auschwitz. Da quel momento ha inizio la sua lotta per salvare la propria vita e quella di tanti altri prigionieri ebrei. Una storia scioccante e commovente che, a più di sessant’anni dalla fine della seconda guerra mondiale, Denis Avey ha finalmente trovato la forza di raccontare. Per testimoniare, ancora una volta. Barenghi, Mario Perché crediamo a Primo Levi? 2013 La strategia narrativa di "Se questo è un uomo" è basata su una selezione di ricordi che Primo Levi commenta e mette in discussione a ogni pagina. Mario Barenghi esamina i meccanismi di questa organizzazione della memoria e del testo, tesa a trasformare un trauma personale in memoria condivisa. Oscillando tra l'esigenza "scientifica" di comprendere e il monito solenne, di tipo" sacrale, Primo Levi conferisce al suo discorso una curvatura complessa, che vieta l'approdo a ogni conclusione perentoria: nessuna semplificazione, nessuna catarsi è possibile. Il climax narrativo degli ultimi due capitoli prepara il vero finale, che è al di fuori di "Se questo è un uomo": la morte di Hurbinek, il bambino che non sapeva parlare, al principio della "Tregua".
Bettelheim, Bruno Sopravvivere, 2005 L'esperienza del campo di concentramento unita al mio lavoro con gli individui psicotici ha motivato il mio impegno nei confronti di due problemi fondamentali e strettamente legati tra loro: che cosa fare, a livello sociale e a livello individuale, più limitato ma più urgente, per prevenire l'anomia e l'alienazione, così distruttive per l'autonomia e la sicurezza individuali; e come prevenire la disintegrazione della personalità, l'isolamento e la mancanza di rispetto per sé e per gli altri. I saggi contenuti nel presente libro affrontano questi problemi, insieme al problema di cosa si possa fare per favorire l'acquisizione dell'autonomia, del rispetto di sé, della capacità di formare rapporti significativi e durevoli.
Bravo, Anna Raccontare per la storia, 2014 "Raccontare per la storia" significò per Primo Levi due cose essenziali: dare forma all'esperienza di Auschwitz con gli strumenti del narratore - un narratore di fatti reali - capace di stendere un referto significativo per lo storico di professione oltre che per il lettore comune; possedere la sensibilità e il coraggio di proporre categorie nuove per rileggere la Shoah: dalla "zona grigia" alla "vergogna del sopravvissuto". Più coraggiosa ancora la riflessione, radicata nella sua breve esperienza di partigiano, sulla violenza compiuta da chi combatte per una causa giusta. Durante quarant'anni l'arco che va da "Se questo è un uomo" a "Il sistema periodico" a "I sommersi e i salvati" - Levi ha affidato alla storia le sue narrazioni e le sue diagnosi etico politiche. Le raccoglie una storica, Anna Bravo, che lo intervistò nel 1983 e che ci racconta perché esse restino valide oggi e per ogni prevedibile futuro. Bruck, Edith Il pane perduto, 2021
Per non dimenticare e per non far dimenticare, Edith Bruck, a sessant'anni dal suo primo libro, sorvola sulle ali della memoria eterna i propri passi, scalza e felice con poco come durante l'infanzia, con zoccoli di legno per le quattro stagioni, sul suolo della Polonia di Auschwitz e nella Germania seminata di campi di concentramento. Miracolosamente sopravvissuta con il sostegno della sorella più grande Judit, ricomincia l'odissea. Il tentativo di vivere, ma dove, come, con chi? Dietro di sé vite bruciate, comprese quelle dei genitori, davanti a sé macerie reali ed emotive. Il mondo le appare estraneo, l'accoglienza e l'ascolto pari a zero, e decide di fuggire verso un altrove. Che fare con la propria salvezza? Bruck racconta la sensazione di estraneità rispetto ai suoi stessi familiari che non hanno fatto esperienza del lager, il tentativo di insediarsi in Israele e lì di inventarsi una vita tutta nuova, le fughe, le tournée in giro per l'Europa al seguito di un corpo di ballo composto di esuli, l'approdo in Italia e la direzione di un centro estetico frequentato dalla "Roma bene" degli anni Cinquanta, infine l'incontro fondamentale con il compagno di una vita, il poeta e regista Nelo Risi, un sodalizio artistico e sentimentale che durerà oltre sessant'anni. Fino a giungere all'oggi, a una serie di riflessioni preziosissime sui pericoli dell'attuale ondata xenofoba, e a una spiazzante lettera finale a Dio, in cui Bruck mostra senza reticenze i suoi dubbi, le sue speranze e il suo desiderio ancora intatto di tramandare alle generazioni future un capitolo di storia del Novecento da raccontare ancora e ancora. Bruck, Edith Quanta stella c’è nel cielo, 2014 Anita è una ragazza ebrea ungherese di 16 anni sopravvissuta ai lager nazisti .I suoi genitori,una famiglia di povera gente, sono stati deportati .Nel titolo il verso di una antica ballata Camon, Ferdinando
Autoritratto di Primo Levi, 1987 Conversazione critica sulla colpa di essere nati, sui lager nazisti e comunisti, sulla nascita di Israele e sul perché scrive, 1987 Carasso, Francoise Primo Levi : la scelta della chiarezza, 2009 La produzione letteraria di Primo Levi non si è limitata alla testimonianza, sia pur d'eccezione. L'autore di "Se questo è un uomo" ha dato prova di un'ampia vocazione narrativa attraverso testi autobiografici, novelle, racconti di fantascienza e filosofici, romanzi e poesie. Questo libro, che prende in considerazione l'intera produzione leviana, illumina i tratti più caratteristici alla base dell'umanesimo dell'autore. Scrittore e chimico, Primo Levi rifiuta ogni cesura artificiale tra cultura scientifica e cultura letteraria. Dare forma all'informe, sostituire l'ordine al caos, la chiarezza all'oscurità, sono doveri che lo scrittore condivide con lo scienziato. L'uomo che visse "l'eclissi della parola", il testimone che sentì l'obbligo di trasmettere la propria tragica esperienza, il chimico che optò per una scrittura precisa e compatta, seppe imporsi la regola della trasparenza del linguaggio e fece della "scelta della chiarezza" un'esigenza al tempo stesso estetica, etica e politica. Messa a confronto con altri percorsi intellettuali - Lévinas, Jaspers e soprattutto Hannah Arendt -, la produzione di Primo Levi si propone come modello di esperienza del pensiero, attraverso la pratica esigente e rischiosa del dialogo con se stessi. Scritto in uno stile sobrio e sempre attento a evitare inutili sovrapposizioni critiche, il libro di Carasso costituisce un'introduzione alla vita e all'opera di uno dei massimi scrittori del Novecento.
Colombo, Anna Gli ebrei hanno sei dita : una vita lunga un secolo, 2005 Una vita lunga un secolo. Italia. Romania. Israele. L'amore per un uomo. L'amore per un figlio. L'amore per un'utopia sociale e politica. L'amore per l'insegnamento. Il fascismo. L'antisemitismo. Le persecuzioni. Il comunismo sovietico. Anna Colombo, nata nel 1909 ad Alessandria da una famiglia ebrea piemontese, racconta una vita che incrocia drammaticamente la Storia e si rivela, pagina dopo pagina, l'esistenza di una donna che conserva, a ogni svolta del tempo e della sua educazione sentimentale, una impavida libertà e una smagliante autonomia di giudizio, una straordinaria volontà di imparare e una altrettanta radicata passione per l'insegnamento. Cyrulnik, Boris La vita dopo Auschwitz, 2014 Boris Cyrulnik, neurologo, etologo, psicoanalista noto per aver introdotto in psicologia il termine resilienza e neuropsichiatra, in questo saggio rievoca come è sopravvissuto alla scomparsa dei suoi genitori durante la Shoah Debenedetti, Giacomo 16 ottobre 1943, 2001 Il 16 ottobre 1943 i nazisti irruppero nel Ghetto di Roma prelevando e deportando più di mille ebrei. Né il Vaticano, né la Croce Rossa, né la Svizzera né altri Stati neutrali sono riusciti ad avere notizie dei deportati. Si calcola che solo quelli del 16 ottobre ammontino a più di mille, ma certamente la cifra è inferiore al vero, perché molte famiglie furono portate via al completo, senza che lasciassero traccia di sé, né parenti o amici che ne potessero segnalare la scomparsa
De Feo, Rosa La libertà oltre il bosco dei faggi, 2015 Storia e vicenda umana si intrecciano nel racconto lucido e toccante di un sopravvissuto alla Shoah. La testimonianza diretta dei tragici eventi del Secondo Conflitto Mondiale affidata alla voce emozionante di Franco Schönheit. Ferrero, Ernesto Primo Levi : la vita, le opere, 2007 La vita e le opere del grande scrittore che ci ha insegnato a ragionare e a distinguere, ad avvicinare i segreti della bellezza della materia vivente, a fissare l'orrore senza disperare. Fiano, Nedo Il passato ritorna, 2009
Frank, Anne Diario : l'alloggio segreto, 12 giugno 1942-1. agosto 1944, 2009 Il "Diario" della ragazzina ebrea che a tredici anni racconta gli orrori del Nazismo torna in una nuova edizione integrale, curata da Otto Frank e Mirjam Pressler, e nella versione italiana da Frediano Sessi, con la traduzione di Laura Pignatti e la prefazione dell'edizione del 1964 di Natalia Ginzburg. Frediano Sessi ricostruisce in appendice gli ultimi mesi della vita di Anna e della sorella Margot, sulla base delle testimonianze e documenti raccolti in questi anni. Geve, Thomas Qui non ci sono bambini,2011 Ogni cosa, ogni episodio, ogni traccia, per quanto flebile, di A tredici anni il desiderio di esplorare e conoscere il mondo ti fa spalancare gli occhi, stupiti e avidi, sulla realtà che ti circonda: ma cosa succede quando il tuo unico, insuperabile orizzonte è quello dell'Olocausto, dell'umiliazione quotidiana e sistematica? Come si diventa uomini quando nulla intorno a te è degno di un uomo? "Sono nato nel 1929 e nel 1933 i nazisti prendono il potere: l'unico mio ricordo è la persecuzione". Thomas Geve ha tredici anni quando, nel 1943, viene deportato ad Auschwitz. Solo perché ha l'aria di essere un po' più grande della sua età, Thomas viene assegnato ai lavori forzati: nella logica folle
e rovesciata del campo è una fortuna perché "i bambini al di sotto dei quindici anni vengono mandati direttamente alle camere a gas". Nonostante le quotidiane violenze, un lavoro che è solo tortura, la scientifica e continua offesa alla dignità umana, Thomas sopravvive: l'11 aprile 1945 le truppe alleate irrompono nel campo e liberano i prigionieri. Allora fa qualcosa di unico nella storia delle testimonianze dei sopravvissuti. Per conservare la memoria dell'inferno e raccontare ai genitori ciò che ha visto, sceglie di fare quello che ogni bambino ha sempre fatto: inizia a disegnare. Si procura delle matite colorate, un bene prezioso e inarrivabile durante i giorni della prigionia, e trasforma il retro dei moduli e dei formulari delle SS nei 79 disegni che compongono questa raccolta. Giustolisi, Franco L’armadio della vergogna, 2004 Gherardi, Renzo Il Campo : fotografie dall'ex Campo di concentramento di Fossoli 1993-1995, 1996 Glovinski, Michal Tempi bui, 2004 Grynberg, Anne La Shoah : gli Ebrei e la catastrofe, 1995 Harding, Thomas Il comandante di Auschwitz: una storia vera, 2013
Herman, Marco Dalle Alpi al Mar Rosso, 2004 Il ragazzino polacco Marek Herman sfugge miracolosamente alle retate degli invasori nazisti, che sterminano la sua intera famiglia, e dimostrando un eccezionale coraggio impara ben presto la difficile arte della sopravvivenza nella Polonia occupata. Si unisce poi a un gruppo di soldati italiani che tornano in Italia e parteciperà, poco più alto del suo fucile, a importanti operazioni partigiane nel Canavese. Dopo la guerra e il ritorno in una Polonia sconvolta e ancora contagiata dal virus antisemita, intraprende la lunga strada verso una nuova patria e verso il recupero di una nuova identità nazionale ebraica in Terra d'Israele. Ma lo attenderà ancora una guerra, quella di Indipendenza del 1948... Hillesum, Etty Diario 1941-1943, 1997 Il "Diario" di Etty Hillesum ha commosso i lettori di tutto il mondo, e oggi lo troviamo spesso citato fra le testimonianze più alte delle vittime della persecuzione nazista. Queste "Lettere", scritte in
gran parte dal campo di Westerbork, dove la Hillesum volle essere internata pur potendo evitarlo, ci permettono di udirne la voce fino all'ultimo, fino a una cartolina gettata dal finestrino del treno che la portava ad Auschwitz. In ogni pagina colpisce la determinazione di Etty, la sua vocazione eroica, che si manifesta nel suo rifiuto di ogni possibilità di salvarsi e nella ricerca testarda di ogni gesto che possa aiutare chi le si trova vicino. E, dietro a tutto, sentiamo risuonare le parole con cui descrisse, con la massima semplicità, la sua condizione: "Credo che per noi non si tratti più della vita, ma dell'atteggiamento da tenere nei confronti della nostra fine". Hillesum, Etty Lettere 1942-1943, 2001 Istituto Storico della Resistenza e dell’Età contemporanea – Parma Letture di un ritorno : un treno per Auschwitz, 2009 (collana Materiali per la didattica della storia). Letture di un ritorno: un treno per Birkenau 2011 Letture di un ritorno: viaggio a Dachau, 2012 Letture di un ritono: viaggio a Terezin, 2013 Letture di un ritorno : viaggio a Mauthausen-Ebensee 20 Letture di un ritorno: viaggio ad Auschiwitz-Birkenau, 2018
Keneally, Thomas La lista di Schindler , 1985 Kertesz, Imre Il secolo infelice, 2007 Lehman, Ellis Il nostro appuntamento: una storia vera,2013
Levi, Giorgina Tutto un secolo: due donne ebree del ‘900,2005 Levi, Lia Levi, Lia Questa sera e’ già domani, 2018 Genova. Una famiglia ebraica negli anni delle Leggi Razziali. Un figlio genio mancato, una madre delusa e rancorosa, un padre saggio ma non abbastanza determinato, un nonno bizzarro, zii incombenti, cugini che scompaiono e riappaiono. Quanto possono incidere i risvolti personali nel momento in cui è la Storia a sottoporti i suoi inesorabili dilemmi? E possibile desiderare di restare comunque nella terra dove ci sono le tue radici o è urgente fuggire? Se sì, dove? Esisterà un paese realmente disponibile all'accoglienza? Alla tragedia che muove dall'alto i fili dei diversi destini si vengono a intrecciare i dubbi, le passioni, le debolezze, gli slanci e i tradimenti dell'eterno dispiegarsi della commedia umana. Una vicenda di disperazione e coraggio realmente accaduta, ma completamente reinventata, che attraverso il filtro delle misteriose pieghe dell'anima ci riporta a un tragico recente passato. Levi, Primo
Se questo è un uomo ; La tregua, 2012 Testimonianza sconvolgente sull'inferno dei Lager, libro della dignita e dell'abiezione dell'uomo di fronte allo sterminio di massa, "Se questo è un uomo" è un capolavoro letterario di una misura, di una compostezza già classiche. Levi, ne "La tregua", ha voluto raccontare anche il lungo viaggio di ritorno attraverso l'Europa dai campi di sterminio: una narrazione che contempera il senso di una libertà ritrovata con i segni lasciati dagli orrori sofferti. Levi, Primo I sommersi e i salvati ,2005 «Non possiamo capirlo; ma possiamo e dobbiamo capire di dove nasce e stare in guardia. Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre». Primo Levi Quali sono le strutture gerarchiche di un sistema autoritario e quali le tecniche per annientare la personalità di un individuo? Quali rapporti si creano tra oppressori e oppressi? Chi sono gli esseri che abitano la «zona grigia» della collaborazione? Come si costruisce un mostro? Era possibile ribellarsi? E ancora: come funziona la memoria di una esperienza estrema. Le risposte dell'autore di Se questo è un uomo (1947) nel suo ultimo libro sui Lager nazisti. Un saggio imprescindibile per capire il Novecento e ricostruire un'antropologia dell'uomo contemporaneo. Con una Nota biografica a cura di Ernesto Ferrero e un'Appendice critica a cura di David Bidussa, che contiene saggi di Lorenzo Mondo, Cesare Cases, Pier Vincenzo Mengaldo, Frediano Sessi, Cesare Segre, Stefano Levi Della Torre
Loy, Rosetta Nero è l’albero dei ricordi, azzurra è l’aria, 2004 Loy, Rosetta La parola Ebreo, 1997 Lucrezi, Francesco La parola di Hurbinek : morte di Primo Levi ,2005 Perché, l'11 aprile 1987, Primo Levi decise di togliersi la vita? Come mai la parola dello scrittore - che proprio nel valore etico della testimonianza, nell'imperativa necessità di raccontare "ciò che è stato" aveva trovato il senso ultimo dell'intera propria esistenza - si interruppe in modo drammatico? Quel suicidio va letto come una contraddizione del messaggio di Levi, o ne costituisce parte integrante? Va collegato alla depressione di cui lo scrittore soffriva, o al riemergere dei fantasmi di Auschwitz? Intorno a tali interrogativi si snoda l'investigazione di Lucrezi, che cerca di ricostruire il significato di una morte che proietta la sua ombra scura, all'indietro, su tutte le pagine lasciateci dal grande testimone della Shoah.
Maida, Bruno La Shoah dei bambini: la persecuzione dell’infanzia ebraica in Italia 1938-1945,2013 Questo libro racconta la storia dei bambini ebrei che furono perseguitati e deportati dall'Italia, in una vicenda che si dipanò dal 1938 al 1945. Esso non ripercorre solo le complesse realtà che vissero gli adulti bensì riattraversa quegli anni "con occhi di bambino". È un'espressione, questa, che non significa solo collocare al centro della narrazione il punto di vista dell'infanzia e i percorsi di una memoria specifica, segnata da esperienze in parte diverse rispetto a quelle dei genitori. È un'espressione che sottolinea come nella ricostruzione storica della persecuzione e della deportazione dei bambini italiani ebrei vengano analizzate le strategie e i comportamenti della vita quotidiana - dal gioco allo studio, dal rapporto con gli altri famigliari agli oggetti e ai luoghi - che restituiscono un mondo articolato di paure e speranze, il libro racconta sia come vissero concretamente quei bambini, sia l'aspetto psicologico più strettamente legato al trauma, poiché fu un'esperienza che coincise con la fase della crescita, indirizzando per sempre alcuni elementi della loro identità e del loro rapporto con il mondo, il tema della mancata reintegrazione, in termini materiali e simbolici, da parte del nostro paese, induce l'autore a spingere la sua ricostruzione fino al dopoguerra, così da portare la riflessione sulle responsabilità collettive che tuttora ci interrogano.
Marani, Matteo Dallo scudetto ad Auschwitz : vita e morte di Arpad Weisz, allenatore ebreo, 2011 Chi è stato Arpad Weisz? E per quale motivo uno dei grandi personaggi degli Anni 30 è caduto nell'oblio, al punto da non conoscerne, oggi, neanche il nome? Da queste domande nasce e si sviluppa il viaggio-inchiesta alla scoperta del trainer che ha vinto lo scudetto con l'Inter nel 1929- 30 - il primo della Serie A come la conosciamo ora - e di altri tre titoli nazionali col grande Bologna. Oltre al Trofeo delle Esposizioni, la Champions League dell'epoca, conquistato contro i maestri del Chelsea. Era il 26 ottobre 1938 quando il protagonista di questo libro si dimise da tecnico del Bologna che aveva portato a dominare il calcio in Italia. A lui, Arpad Weisz, ebreo purosangue, e ai suoi famigliari, non fu più permesso di vivere in Italia dalle leggi razziali promulgate da Mussolini. Il 10 gennaio 1939, insieme ad altri profughi, si rifugiò in Francia passando dal valico di Bardonecchia. Da Parigi si spostò in Olanda, nella cittadina di Dordrecht, dove per quasi due anni fece l'allenatore prima di essere deportato in un lager senza ritorno. Mattioda, Enrico Levi ,2011
Durante la sua vita Primo Levi (1919-1987) è stato emarginato sotto l'etichetta di testimone dei Lager. Soltanto dopo la morte la critica ha riconosciuto la statura della sua opera letteraria, cercando però in essa le figure e i temi ricorrenti: una lettura di tipo sincronico, che ha impedito di comprendere lo sviluppo del suo pensiero. Questo libro propone, invece, una lettura diacronica della vita e dell'opera dello scrittore, a iniziare dalla sua preparazione scientifica e dalle sue successive letture. Dopo la riedizione di "Se questo è un uomo", e parallelamente alla stesura della "Tregua", Levi tentò, infatti, la strada del racconto di ispirazione scientifica. Per la prima volta, vengono qui rintracciate le fonti di molti suoi racconti - in particolare nella rivista "Scientific American" - e viene ripercorsa l'evoluzione del suo pensiero, dalla crisi del determinismo all'approdo alla teoria del caos. Ma la scoperta dei buchi neri e la consapevolezza di un lato non razionale nella sua stessa persona conducono Levi a una visione del mondo pessimistica, secondo la quale l'ottusità della materia si riflette nella storia, nelle attività dell'uomo, che si scontra senza speranza con le forze dell'antimateria e dell'irrazionalità. Uno studio accurato e innovativo, questo di Enrico Mattioda, che piacevolmente ci accompagna attraverso l'evoluzione del pensiero di Primo Levi. Mayer, Arno J. Soluzione finale: lo sterminio degli Ebrei,1990 Mellini, Luigi La terribile avventura: dai monti di Mozzano ai lager tedeschi: Diario di Luigi Mellini,1994
Mengoni, Martina Primo Levi e i Tedeschi,2017 In "Se questo è un uomo", Primo Levi si descrive al cospetto del tedesco per antonomasia, che compendia tutti i tedeschi: il dottor Pannwitz, che «siede formidabilmente» dietro la sua «complicata scrivania». Sta per cominciare l'esame di chimica che gli può valere la sopravvivenza, e Levi dà voce al giudizio, sommario e inevitabile, su tutto un popolo: «Quello che tutti noi dei tedeschi pensavamo e dicevamo si percepì in quel momento in modo immediato. […] "Gli occhi azzurri e i capelli biondi sono intrinsecamente malvagi. Nessuna comunicazione possibile"». Oggi sappiamo che, più tardi e altrove, lontano da Auschwitz, la comunicazione poté riprendere, e riservò sorprese. Per fortuna di Primo Levi - e dei suoi lettori - la storia con «i tedeschi» non si bloccò ai due lati di quella «complicata scrivania». Mentana, Enrico – Segre, Liliana La memoria rende liberi : la vita interrotta di una bambina nella Shoah,2015 Un conto è guardare e un conto è vedere, e io per troppi anni ho guardato senza voler vedere." Liliana ha otto anni quando, nel 1938, le leggi razziali fasciste si abbattono con violenza su di lei e sulla sua famiglia. Discriminata come "alunna di razza ebraica", viene espulsa da scuola e a poco a poco il suo mondo si sgretola: diventa "invisibile" agli occhi delle sue amiche, è costretta a nascondersi e a fuggire fino al drammatico arresto sul confine svizzero che aprirà a lei e al suo papà i cancelli di Auschwitz. Dal lager ritornerà sola, ragazzina orfana tra le macerie di una Milano appena uscita dalla guerra, in un Paese che non ha nessuna voglia di ricordare il recente passato né di ascoltarla. Dopo trent'anni di silenzio, una drammatica depressione la costringe a fare i conti con la sua storia e la sua identità ebraica a lungo rimossa. "Scegliere di raccontare è stato come accogliere nella mia vita la delusione che avevo cercato di dimenticare di quella bambina di otto anni espulsa dal suo mondo E con lei il mio essere ebrea". Enrico Mentana raccoglie le memorie di una testimone d'eccezione in un libro crudo e commovente, ripercorrendo la sua infanzia, il rapporto con l'adorato papà Alberto, le persecuzioni razziali, il lager, la vita libera e la gioia ritrovata grazie all'amore del marito Alfredo e ai tre figli.
Modiano, Sami Per questo ho vissuto : la mia vita ad Auschwitz-Birkenau e altri esili, 2013 "Quel giorno ho perso la mia innocenza. Quella mattina mi ero svegliato come un bambino. La notte mi addormentai come un ebreo." Come tanti sopravvissuti all'Olocausto, per molti anni Sami Modiano è rimasto in silenzio. In che modo dare voce al dolore di un'adolescenza bruciata, di una famiglia dissolta, di un'intera comunità spazzata via? Nato nella Rodi degli anni Trenta, un'isola nella quale ebrei, cristiani e musulmani convivono pacificamente da secoli, Sami non conosce la lingua dell'odio e della discriminazione. Ma quando le leggi razziali colpiscono la sua terra, all'improvviso si ritrova bollato come "diverso". E a tredici anni, nell'inferno di Auschwitz-Birkenau, vedrà morire familiari e amici fino a rimanere solo al mondo a lottare per la sopravvivenza. Al miracolo che lo porta fuori dal campo non seguono tempi facili: Sami si ritrova in prima linea con l'esercito sovietico ed è poi costretto a fuggire a piedi attraverso mezza Europa per poi giungere in un'Italia messa in ginocchio dalla guerra. Dopo due anni di lavoretti malsicuri e pessimi alloggi, ma rallegrati dagli amici e dalla scoperta dell'amore, appena diciassettenne Sami sceglie di nuovo di andarsene, questa volta in Congo belga. Qui gli arriderà il successo professionale ma lo attendono nuovi pericoli, allo scoppio della guerra civile. La storia di Sami Modiano è una trama intessuta di addii e partenze alle quali lui ha sempre opposto la determinazione a riappropriarsi delle sue radici.
Moorehead, Caroline Un treno per Auschwitz: una sconvolgente storia vera, 2014 Nemirovsky, Irene Suite francese ,2005
Neri, Nadia Un’estrema compassione : Etty Hillesum testimone e vittima del lager, 1999 Pavan, Ilaria Il podestà ebreo: la storia di Renzo Ravenna tra fascismo e leggi razziali, 2006 Pederiali, Giuseppe Stella di piazza Giudia,1995
Perre, Selma van de Il mio nome è Selma, 2021 Quando nel maggio del 1940 l'esercito del Terzo Reich invase i Paesi Bassi, la vita di Selma - spensierata studentessa ebrea diciottenne - cambiò per sempre. All'occupazione nazista, infatti, fece immediatamente seguito la persecuzione crudele e sistematica della popolazione ebraica. Allontanati dai luoghi di lavoro, spogliati di ogni diritto e proprietà, braccati dalla Gestapo, dalla polizia collaborazionista e dai tanti delatori, migliaia di ebrei olandesi furono deportati nei campi di sterminio, pagando, fra tutte le comunità dell'Europa occidentale, forse il prezzo più alto della Shoah. Molti, tuttavia, riuscirono a sfuggire alla cattura scegliendo la clandestinità e combattendo nelle file della resistenza. Selma fu una di loro. Per due anni, sotto il nome di «Marga» rischiò il tutto per tutto. Viaggiò come staffetta attraverso l'Olanda, il Belgio e la Francia per raccogliere informazioni, portare ordini, falsificare documenti di identità e tessere annonarie, dare rifugio ai giovani ricercati dai tedeschi. Contribuì alla fuga di centinaia di ebrei verso l'Europa meridionale e la Palestina. Fino a quando, nell'estate del 1944, venne arrestata e deportata, come prigioniera politica, a Ravensbrück, nel principale lager femminile della Germania nazista. A differenza dei genitori e della sorella che, come successivamente scoprì, morirono nei campi di sterminio, Selma riuscì a sopravvivere fino al giorno della liberazione sotto falsa identità. Soltanto a guerra terminata osò pronunciare per la prima volta dopo anni il suo vero nome. Selma. Ora, a novantanove anni, Selma van de Perre ripercorre una delle pagine meno note della storia della Seconda guerra mondiale, quella cioè che vide moltissimi ebrei partecipare attivamente alla lotta contro il nazismo, smentendo ancora una volta il luogo comune, così caro agli antisemiti e ai negazionisti di ieri e di oggi, delle vittime mansuete che si lasciarono condurre docilmente alle camere a gas. Entrando nella resistenza e scegliendo di sopravvivere a ogni costo, Selma, insieme a tanti altri, aveva sfidato la barbarie con la sola arma di cui disponeva, il coraggio. Per poter pronunciare di nuovo il proprio nome. Per dimostrare che all'orrore è possibile opporsi.
Pettinaroli, Roberto Campo di betulle : shoah : l'ultima testimonianza di Liana ,2006 Philipponnant, Olivier La vita di Irene Nemirovsky ,2009 Di lei credevamo di sapere tutto: dalla nascita a Kiev nel 1903 alla morte ad Auschwitz nel 1942, dall'avventura del manoscritto di "David Golder", inviato anonimo nel 1929 all'editore Grasset, al manoscritto salvato di "Suite francese", apparso nel 2004 e tradotto ormai in trenta lingue. Sbagliavamo: Philipponnat e Lienhardt ce lo dimostrano in questa biografia. Per tre anni, costantemente affiancati dalla figlia di Irène, Denise Epstein, gli autori hanno consultato le carte inedite della scrittrice: la corrispondenza con gli editori come gli appunti presi a margine dei manoscritti, i diari come i taccuini di lavoro. Un'opera che non solo fa risorgere dall'oblio con una vividezza sorprendente le diverse fasi dell'esistenza di Irène (l'infanzia nella Russia prima imperiale e poi rivoluzionaria, la fuga prima in Finlandia e poi in Svezia, la giovinezza dorata in Francia, i rapporti con la società letteraria degli anni Trenta, gli sconvolgimenti della guerra, gli ultimi mesi di
vita nel paesino dell'Isère dove si è rifugiata con la famiglia), ma coglie e restituisce tutte le sfaccettature di una personalità complessa, affrontandone senza remore di alcun tipo anche gli aspetti più discussi e contraddittori. Pivnik, Sam L’ultimo sopravvissuto: una storia vera,2012 Pressler, Mirjam I Frank : la storia della famiglia di Anne Frank,2012 Una donna di 93 anni muore lasciando una soffitta piena di memorie. Ma se quella signora è Helene Frank, sorella di Otto Frank padre di Anne, il valore di quelle memorie diventa inestimabile. Prima della guerra, quando Otto con la sua famiglia si trasferisce ad Amsterdam, sua madre Alice si stabilisce a Basilea e nella soffitta di casa, che erediterà Helene e poi suo figlio Buddy (compagno di giochi della cugina Anne), accumula ricordi, retaggio della famiglia Frank: oltre seimila documenti tra fotografie, cartoline, disegni, poesie e lettere, tra cui quelle che Otto le spedì da Auschwitz. Il racconto di quelle memorie, costruito dalla moglie di Buddy con la sapiente cura di Mirjam Pressler, restituisce un ritratto inedito e ancora più indelebile della famiglia Frank attraverso la loro fitta corrispondenza: gli amori, le vacanze estive, le angosce e le speranze durante gli anni di attese. E partendo dalla vita di Alice Frank prima della guerra, ci regala anche un'immagine di Anne precedente al "Diario", una bambina piena di aspettative e opportunità
Rajchman, Chil Io sono l’ultimo Ebreo : Treblinka 1942/43, 2010 Rose, Jonathan Il libro nella Shoah: : distruzione e conservazione, 2003 Fra il 1933 e il 1945 i nazisti distrussero sistematicamente cento milioni di libri in tutta l'Europa occupata, commettendo un crimine inestricabilmente legato allo sterminio di sei milioni di ebrei: nel dare alle fiamme intere biblioteche e censurando ogni pubblicazione "nemica" dei tedeschi, si voleva estirpare qualsiasi traccia di cultura ebraica sul continente
Roze, Pascale Un caso di ordinario coraggio, 2011 Nato a Varsavia nel 1904, ultimogenito di una famiglia ebraica, Yitzhok Gersztenfeld è un ragazzo tranquillo e silenzioso. Gli tocca la vita da migrante di tanti poveri: si innamora di Maryem, che vuole lasciare la Polonia; raggiunge a Berlino il fratello che ha fatto fortuna; trova lavoro nelle miniere di Bruay, si trasferisce a Parigi, forma una famiglia, insieme alla moglie apre un laboratorio di maglieria... Ma la storia bussa alla sua porta per ricordargli che è pur sempre un ebreo e che per quelli come lui non sono tempi buoni. La Seconda guerra mondiale sconvolge l'Europa, la Francia firma l'armistizio e, dopo averlo accolto, tradisce Yitzhok: nel 1941 viene internato nel campo di smistamento di Pithiviers, solo una tappa prima di Auschwitz. Se nonché, la sorte gli offre un'opportunità: gli viene concesso di far visita alla moglie malata, ma se non rientrerà a Pithiviers, nessuno dei suoi compagni di reclusione otterrà più un permesso. Yitzhok non ha ancora visto il fumo nero uscire dai camini dei campi di sterminio, non sa che piega prenderà il conflitto. Di fronte alla possibilità di una fuga quale sarà la decisione di un animo retto e sincero? Un uomo qualunque di fronte a un dilemma più grande di lui, che cerca di operare la scelta più onesta, seppur dilaniato dai dubbi e senza conoscere fino in fondo le conseguenze. Samuel, Jean Mi chiamava Pikolo, 2008 Caro Primo, sono diventato molto più sensibile alla musica dopo essere passato per Auschwitz, e tu?" "Caro Jean, ecco una mia foto da uomo normale." L'amicizia tra Primo Levi e Jean Samuel, il famoso Pikolo di "Se questo è un uomo", è sicuramente "unica ed eccezionale". Il loro incontro nel lager rimane uno dei momenti più alti di tutta la letteratura sulla Shoah. Mentre Levi ha scritto nell'urgenza, Samuel ha aspettato. Solo adesso, a ottantaquattro anni, ha affrontato il dolore del ricordo e si è convinto "perché, che lo vogliamo o no, siamo testimoni e abbiamo il dovere di farlo".
Sarfatti, Michele, Le leggi antiebraiche spiegate agli Italiani di oggi, 2002 Sarfatti, Michele La Shoah in Italia: le persecuzione degli Ebrei sotto il fascismo, 2013
Sears, Monika Dian La bambina sotto il tavolo: una memoria dell’Olocausto,2007 Fui mandata di nascosto nella stanza di zia Krysia. Mi spiegarono che c'era un mostro nell'appartamento, un vero tedesco, che mangiava le bambine. Zia Krysia coprì il tavolo con un drappo, e io me ne stavo di sotto nel totale silenzio e non mi muovevo, quando lei andava a lavorare". La storia di Monika, ebrea polacca, bambina al tempo della Seconda Guerra Mondiale, sopravvissuta alla tragedia dell'Olocausto. Una comunità di donne coraggiose, madri, zie, figlie, si muove sullo sfondo di questo lungo racconto, e costituisce il coro al quale la piccola Monika fa riferimento. La privazione dell'infanzia, il bisogno di crescere in fretta e il costante richiamo al silenzio sono l'eredità devastante di questa esperienza, che trapassa di generazione in generazione. Monika dedica ai suoi nipoti la sua memoria, perché niente vada perduto, e perché possano essere i primi della sua famiglia a sentirsi completamente liberi, sereni e fiduciosi. Segre, Liliana Fino a quando la mia stella brillerà, 2015 La sera in cui a Liliana viene detto che non potrà più andare a scuola, lei non sa nemmeno di essere ebrea. In poco tempo i giochi, le corse coi cavalli e i regali di suo papà diventano un ricordo e Liliana si ritrova prima emarginata, poi senza una casa, infine in fuga e arrestata. A tredici anni viene deportata ad Auschwitz. Parte il 30 gennaio 1944 dal binario 21 della stazione Centrale di
Milano e sarà l'unica bambina di quel treno a tornare indietro. Ogni sera nel campo cercava in cielo la sua stella. Poi, ripeteva dentro di sé: finché io sarò viva, tu continuerai a brillare. Questa è la sua storia, per la prima volta raccontata in un libro dedicato ai ragazzi. Introduzione di Ferruccio de Bortoli. Segre, Liliana Ho scelto la vita, 2021 A novant'anni Liliana Segre, superstite della Shoah e senatrice a vita, decide di interrompere il trentennale impegno di testimonianza davanti a migliaia di ragazzi, in centinaia di scuole. Lo fa con un ultimo, indimenticabile discorso pubblico il 9 ottobre 2020 a Rondine (Arezzo). Un ideale passaggio di testimone alle nuove generazioni, un documento per preservare la memoria di ciò che è stato, raccontato dalla voce di chi l'ha vissuto. E, insieme, un messaggio di incoraggiamento e speranza, di altissimo valore civile, per i giovani e per tutti. Il testo, in cui Liliana Segre ripercorre la sua tragica esperienza, dalle leggi razziali del 1938 alla deportazione ad Auschwitz-Birkenau, è raccolto integralmente in questo libro. Nel volume anche altre parole, immagini, ricordi della senatrice, dal lager fino a oggi, con proposte di approfondimento e un percorso cronologico. Per non dimenticare. E perché la storia non si ripeta né oggi né mai. Prefazione di Ferruccio de Bortoli. I proventi dei diritti d'autore verranno interamente devoluti in beneficenza.
Segre, Liliana Il mare nero dell’indifferenza, 2020 La testimonianza di Liliana Segre e il suo messaggio politico in un saggio di Giuseppe Civati che riprende, con grande cura, le sue parole e i suoi insegnamenti, in occasione della nomina a senatrice a vita da parte del Presidente Mattarella. Segre fu espulsa dalla scuola nel 1938. Fu clandestina, chiese asilo e fu respinta. Il 30 gennaio del 1944 fu deportata ad Auschwitz insieme a suo papà Alberto, che non sopravvisse al lager. Negli ultimi trent'anni, diventata nonna, ha promosso una straordinaria campagna contro l'indifferenza e contro il razzismo, in tutte le sue forme e le sue articolazioni. Le sue parole nitide, forti, indiscutibili sono un messaggio rivolto alle ragazze e ai ragazzi, suoi «nipoti ideali», perché non si perdano mai i diritti e il rispetto per le persone Semprun, Jorge Vivrò col suo nome, morirà con il mio: Buchenwald, 1944, 2005 Spadi, Milvia Le parole di un uomo : incontro con Primo Levi,1997
Springer, Elisa L'eco del silenzio : la Shoah raccontata ai giovani,2003 Ricordare e commemorare le vittime del nazismo e del fascismo è un'azione oggi socialmente condivisa e spesso gratificante; fare in modo che questa memoria ci stimoli a occuparci delle ingiustizie quotidiane perpetrate intorno a noi è invece assai difficile. Elisa Springer, dal giorno in cui ha deciso di uscire con il suo racconto di ebrea vittima della persecuzione razziale, non ha mai smesso di parlare a folle di giovani, di uomini e donne per instillare in loro il coraggio di essere i "fiori" nuovi nel terribile deserto della violenza e della sopraffazione, la "voce" che chiede giustizia per quei tanti innocenti che ancora nascono solo per morire." (Frediano Sessi) Venezia, Shlomo Sonderkommando Auschwitz,2007 "Tutto mi riporta al campo. Qualunque cosa faccia, qualunque cosa veda, il mio spirito torna sempre nello stesso posto... Non si esce mai, per davvero, dal Crematorio." Sono parole di Shlomo Venezia, ebreo di Salonicco, di nazionalità italiana; è uno dei pochi sopravvissuti del Sonderkommando di Auschwitz-Birkenau, una squadra speciale selezionata tra i deportati con l'incarico di far funzionare la spietata macchina di sterminio nazista. Gli uomini del Sonderkommando accompagnavano i gruppi di prigionieri alle camere a gas, li aiutavano a
svestirsi, tagliavano i capelli ai cadaveri, estraevano i denti d'oro, recuperavano oggetti e indumenti negli spogliatoi, ma soprattutto si occupavano di trasportare nei forni i corpi delle vittime. Un lavoro organizzato metodicamente all'interno di un orrore che non conosce eccezioni: il pianto disperato di un bimbo di tre mesi, la cui madre è morta asfissiata dal gas letale, richiama l'attenzione del Sonderkommando, lo scavare frenetico tra i corpi inanimati, il ritrovamento e subito dopo lo sparo isolato della SS di guardia che ammutolisce per sempre quel vagito consegnandolo alla storia. Per decenni l'autore ha preferito mantenere il silenzio, ma il riaffiorare di quei simboli, di quelle parole d'ordine, di quelle idee che avevano generato il mostro dello sterminio nazista ha fatto sì che dal 1992 abbia incominciato a parlare, e quei racconti sono la base della lunga intervista che è all'origine di questo libro. Weiss, Helga Il diario di Helga: la testimonianza di una ragazza nei campi di Terezin e Auschiwitz,2014 E’ una testimonianza sull’orrore del nazismo, un volume scritto da Helga Weiss quando era ancora una ragazza e cercava di sopravvivere nei campi di concentramento di Terezin e Auschwitz. Lei, Helga Hošková-Weissová, è nata nel 1929, lo stesso anno di Anna Frank, è un’ebrea che ha trascorso la sua prima infanzia a Praga. Wiesel, Elie La danza della memoria, 2008
Wiesel, Elie Le due facce dell’innocente, 2012 Wiesel, Elie Il mondo sapeva, 2019 e Wiesel, Elie La notte, 1980
Wiesel, Elie Il testamento di un poeta ebreo assassinato, 1981 Wiesel, Elie Tutti i fiumi vanno al mare, 1996 Wieviorka, Annette Auschwitz spiegato a mia figlia,1999
Perché i nazisti spesero tante energie per sterminare milioni di uomini, donne e bambini, soltanto perché erano ebrei? Perché Hitler riteneva gli ebrei la maggior minaccia per il Terzo Reich? Chi sapeva quello che succedeva e chi poteva fare qualche cosa? Perché gli ebrei non hanno opposto resistenza? Annette Wieviorka risponde alle domande di sua figlia Mathilde su Auschwitz e la distruzione degli ebrei d'Europa. Domande crude e dirette che esprimono l'incredulità di chi non può concepire l'assurda tragedia dei lager nazisti. Zuccalà, Emanuela Sopravvissuta ad Auschwitz : Liliana Segre fra le ultime testimoni della Shoah ,2005 Abitare, per un anno, nella città artificiale del male assoluto. Lavorare, da adolescente, a un minuto ingranaggio della sterminata fabbrica della morte. Portare inciso sul braccio sinistro, ancora dopo sessant'anni, il numero-simbolo della malvagità umana ed essere qui a raccontarlo. Esprimendo, contemporaneamente, un inesauribile amore per la vita. La storia di Liliana Segre sorprende, indigna e riconcilia. Bambina ad Auschwitz nel 1944, deportata perché ebrea, oggi è una delle ultime testimoni della Shoah, fra le poche a riuscire ancora a rivivere davanti a una platea - in genere di giovani e di studenti - una simile tragedia personale e collettiva. Un tessuto di coincidenze ed eventi quasi romanzeschi l'ha condotta indenne - nello spirito, oltre che nel corpo - fuori dai cancelli del campo di sterminio. Liliana Segre è testimone pubblica della Shoah dal 1990: in questo libro, per la prima volta, racconta se stessa in profondità, le ragioni più intime che l'hanno spinta a condividere il suo dramma privato, l'assurdo ritorno alla vita dopo il viaggio nella città della morte che doveva essere di sola andata. Ma a parlare sono anche i ragazzi che l'hanno ascoltata, in un'antologia di lettere e bigliettini scritti di getto e consegnati alla nonna che è stata tredicenne ad Auschwitz.
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