Astronomia Islamica - Conferenza islamica di astronomia svoltasi L'Immagine è tratta dalla locandina della V

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Astronomia Islamica - Conferenza islamica di astronomia svoltasi L'Immagine è tratta dalla locandina della V
Astronomia Islamica

        L'Immagine è tratta dalla locandina della V
        Conferenza islamica di astronomia svoltasi
        ad Amman (Giordania) nel 2011
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Il contributo dell' Islam all' Astronomia è stato dominante e
  fondamentale nel periodo compreso fra l' VIII e il XIV secolo

  Mentre l' Europa si trovava ancora in enormi difficoltà (economiche, sociali,
  religiose) con una conseguente decadenza del sapere scientifico il mondo
  arabo aveva raccolto con curiosità e interesse il patrimonio di tante
  culture diverse con particolare attenzione nei riguardi della scienza,
  divenendo in questo modo una sorta di intermediario tra cultura antica e
  moderna.

Il ruolo degli Arabi fu probabilmente favorito da:
- la conquista della Persia, che permise loro di venire a contatto con un mondo
che il regno “illuminato” dei Sassanidi aveva reso culturalmente vivo fornendo
ospitalità ai filosofi delle scuole pagane cacciati da Giustiniano (*)
- il contatto con l'India e con il suo sapere antico;
- la conquista di Alessandria di Egitto, capitale del sapere scientifico
ellenistico, massima espressione della scienza greca.

(*) imperatore di Bisanzio dal 527 al 565, nel 529 mise sotto controllo dello stato gli
insegnamenti dell’ Accademia di Atene, fondata da Platone nel 387 a.C., e si adoperò
per la soppressione totale del paganesimo
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L'impero Sassanide (che dominò la Persia fra il 224 e il 651) ebbe diversi conflitti
con l'Impero romano d' Oriente.La carta riporta l'estensione dei 2 imperi nel 477,
(anno successivo a quello della “caduta” dell’impero romano d’Occidente).
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Nascita ed espansione dell' Islam (breve sommario)

Le popolazioni dell' Arabia non parevano costituire alcun pericolo per i
due imperi che si fronteggiavano in quella zona (romano e sassanide)

- nel 610 il profeta Maometto iniziò a predicare una nuova religione
monoteistica;

- alla sua morte (632) islamica era solo una parte della penisola arabica;

-fra il 633 e il 640 gli arabi conquistarono Siria e Palestina (che
appartenevano all'impero bizantino):

- fra il 639 e il 646 conquistarono l’ Egitto (che faceva parte dell'impero
bizantino);
- nel 645 conquistarono tutta la Persia;
- fra il 656 e il 661 la disputa fra sunniti e sciiti (due correnti distinte dell’
Islam) si fece particolarmente accesa. I sunniti ebbero la meglio e
spostarono la capitale da Medina a Damasco ove fondarono una corte
che si ispirava a Costantinopoli.
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Le conquiste non si arrestarono e in breve tempo tutto il Nord Africa
divenne islamico.
- Nel 711 gli arabi sbarcarono in Spagna e rapidamente raggiunsero e
occuparono la Catalogna.
- Fra il 720 e il 730 invasero la Francia giungendo fino alla valle della
Loira.
- La tradizione vuole che venissero sconfitti definitivamente e respinti oltre
 i Pirenei da Carlo Martello nella battaglia di Poitiers del 732, in realtà non
fu proprio così perché 10 anni dopo gli arabi conquisteranno Arles e
Avignone (in Provenza).

   661-750                           632-661
                                                             661-750

                                          622-632
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L'astronomia islamica nasce in un periodo che si può collocare
indicativamente fra il 700 e l' 830 durante il quale molti testi indiani e
persiani vennero tradotti in arabo.
Fra tutti questi testi forse il più importante è il Zij-al-Sinhdind che si
può tradurre come Tavole astronomiche del Sindhind.
Sindhind deriva dal sanscrito siddhānta, (che significa sistema o
trattato) . Zij invece deriva da zih (o zig) che nel persiano parlato nel
periodo sassanide significa corda (corda nel senso di filo da
intrecciarsi per costituire un tessuto e quindi a rappresentare la
struttura tabellare dei dati inseriti in righe e colonne).
Le tabelle di questa opera sono relative alle posizioni del Sole della
Luna e dei 5 pianeti noti all'epoca
Non c’è nulla di teorico (modelli) in queste tavole, solo dati.
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Qualche decennio più tardi, agli inizi del IX secolo, fu redatto il primo trattato di
  Astronomia araba da Ibn Mussa al Khwarizmi matematico, astronomo,
  astrologo e geografo persiano nato nell’antica regione Corasmia (Chorasmien
  nella carta) nel 780 e morto nell' 850.

Una curiosità: il termine algoritmo deriva dalla trascrizione latina (storpiata) di Al
Kwarizmi. Il testo Algoritmi de numero indorum che ci è pervenuto solo nella
traduzione latina originariamente avrebbe dovuto essere al-Khwārizmī sui numeri
indiani, mentre il titolo arabo era probabilmente Kitāb al-Jam wa al-tafrīq bi-ḥisāb
al-Hind ossia Libro sull'addizione e la sottrazione secondo il calcolo degli Indiani.
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Digressione: a promuovere l’utilizzo dei numeri arabi in Europa fu Fibonacci
 (Leonardo Pisano detto il fibonacci in quando figlio di Gugliemo dei Bonacci, filius
 Bonacci) nato e morto a Pisa nel 1175 e 1235 circa.
                                                            Nel suo liber abbaci un opera in
                                                            quindici capitoli con la quale
                                                            introdusse (nel capitolo I) le nove
                                                            cifre, da lui definite "indiane", e il
                                                            segno 0 che in latino è chiamato
                                                            zephirus, adattamento dell'arabo
                                                            sifr, ripreso a sua volta dal termine
                                                            sanscrito śūnya, che significa
                                                            "vuoto".
                                                            Zephirus in veneziano divenne
                                                            zevero che in italiano fu contratto
                                                            in zero.

La prima edizione del liber abbaci (che non tratta dell’ abaco abacus) ma dei principali metodi
di calcolo applicabili al sistema metrico decimale è del 1202 ma è andata persa, quello che
resta è il manoscritto del 1228 che Fibonacci chiese fosse pubblicato solo dopo la sua morte.

Nel Liber abbaci è contenuta anche la famosa sequenza (1,1,2,3,5,8..)che ha preso il nome dal
suo autore in cui ogni numero (a parte i primi 2) è pari alla somma dei 2 precedenti e per la quale
il rapporto di 2 elementi consecutivi tende rapidamente alla sezione aurea (1,61803)
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Al Khwarizmi visse alla corte del califfo al- Mamun di Baghdad che lo nominò
responsabile della sua biblioteca (la Bayat al-Hikma che significa Casa della
Sapienza)

Si trattava della più grande biblioteca del mondo arabo-islamico (mezzo
milione di testi) in un'epoca in cui le più importanti biblioteche cristiane
latine non raggiungevano il numero di 1000 volumi . Nella Bayat-al-Hikma
erano custodite opere in lingua greca, siriaca, ebraica, medio-persiana (la
lingua dei sassanidi) e sanscrita. Inoltre vi si tenevano corsi di istruzione
superiore (universitari) ed era dotata anche di un ospedale (bimaristan) in
cui avevano libero e gratuito accesso i malati di ogni sesso e razza

I medici del bimaristan avevano raccolto tutta la più avanzata conoscenza del
tempo (persiana, greca, indiana e siriaca).
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Al-Mamun (nato a Baghdad nel 786) fu il VII califfo della dinastia
abbaside (dal 813 alla sua morte nel 833).
 A lui si deve anche l’ istituzione dei primi due osservatori astronomici
(ne fece costruire uno a Baghdad, che era la capitale del califfato,e l’ altro
ad al-Raqqah in Siria).

           Al-Ma'mun (a destra) manda un messo all'imperatore di Bisanzio
           Teofilo (a sinistra) il dipinto è tratto da un manoscritto del XIII secolo
           conservato alla Biblioteca Nazionale di Madrid.
Il termine califfo deriva da khalifa che signfica reggente, successore.
Il califfo è pertanto il vicario o successore di Maometto e rappresenta e
la massima autorità religiosa per l'Islam.
E' una figura che non rientra nel Corano nè nella Sunna (*) di Maometto
e fu istituita dai compagni di Maometto immediatamente in seguito alla
sua morte.
I primi 5 califfi regnarono a Medina poi ci fu una dinastia di califfi
ommayyadi (appartenenti ad una famiglia molto influente) che regnò a
Damasco dal 661 al 750, poi una dinastia abbaside (che prende il nome e
l'origine dallo zio paterno del profeta Maometto) che regnò a Baghdad dal
750 al 1258 e che si spostò a il Cairo quando i mongoli distrussero
Baghdad uccidendo l'ultimo califfo....

 (*) Sunna è una parola araba che significa consuetudine, comportamento. Si tratta
 quindi di una serie di regole lasciate dal profeta e insieme al Corano costituisce la
 Shari'a un termine arabo dal senso generale di "legge" (letteralmente "strada
 battuta") il termine Sunnita deriva da (ahl al-sunna wa l-jamāca), che significa
 seguace della tradizione del Profeta e della comunità islamica
La diatriba fra sciti e sunniti affonda le sue radici nel 632 , l’anno della
morte di Maometto.
La maggioranza dei suoi seguaci, che sarebbero in seguito divenuti noti
come sunniti e che oggi rappresentano l’80% dei musulmani,
appoggiarono Abu Bakr, amico del profeta e padre della moglie Aisha.
Per gli altri invece il legittimo successore andava individuato tra i
consanguinei di Maometto. Sostenevano a tale proposito che il profeta
avesse designato a succedergli Alì, suo cugino e genero, e diventarono
noti come sciiti, una forma contratta dell’espressione “shiaat Ali”, i partigiani
di Ali.
I sostenitori di Abu Bakr ebbero la meglio, anche se Alì governò per un
breve periodo in veste di quarto califfo. La frattura in seno all’ Islam si fece
insanabile quando il figlio di Alì, Hussein, fu ucciso nel 680 a Kerbala
(una cittadina situata 100 km a sud est di Baghdad) dalle truppe del califfo
sunnita al potere.
L' Islam oggi (sunniti in verde, sciiti in arancione e ibaditi – una terza
corrente distaccatasi quasi subito dai sostenitori di Alì -in viola)
Ma per quale ragione al-Mamun fece costruire due osservatori astronomici ?

 Ed è Lui che consacrò le stelle a voi, af f inch é voi, in questo modo,
 poteste essere guidati nell'oscurita' della ter ra e del mare

Così è scritto nel Corano ed è pertanto evidente che l' Astronomia
nell'Islam abbia goduto di una posizione di tutto rispetto. Non stupisce
quindi la decisione del califfo al-Mamun.

Per gli islamici era inoltre particolarmente importante essere in grado di
stabilire la direzione de La Mecca verso cui dovevano indirizzare le loro
preghiere ad orari fissi durante il giorno. L’inizio di ogni mese veniva
stabilito in coincidenza col novilunio. Per queste ragioni era necessario
che si dotassero di strumenti adatti al calcolo e alle osservazioni.

  Gli astronomi di al-Mamun iniziarono osservazioni metodiche del cielo
 ad occhio nudo e con l’ausilio di attrezzature utili ai fini osservativi che si
 diffusero in seguito in Europa. I due osservatori fatti edificare dal Califfo
 furono destinati a programmi di osservazione che si protrassero per
 alcune decine di anni e lo studio dei moti planetari rappresentò una pietra
 miliare nell’astronomia dell’ Islam.
Gli astronomi di al-Mamum corressero il valore della precessione da 1°/100
anni a 1°/66 anni (successivamente, nel 970 ca., portarono il valore a 1°/70
anni, in buon accordo col valore attuale 1°/71.63 anni )

Oltre agli osservatori “di stato” ne esistevano e continueranno ad esistere tanti a
carattere privato.

 Gli astronomi islamici osservavano gli astri utilizzando dei tubi che non
 avevano nulla a che vedere coi cannocchiali ma servivano semplicemente per
 restringere il campo di vista limitando così il contributo delle altre luci.
 Si avvalevano anche di quadranti murali per misurare le altezze delle stelle
 sull'orizzonte, delll' alidada, piattaforma rotante fornita di goniometro e di indice
 fisso (lembo) per misurare l'angolo azimutale di un astro, e dell'astrolabio.
 Quest’ultimo strumento (abbastanza complesso) permetteva la determinazione
 delle coordinate celesti di un astro dalle coordinate locali (altezza e azimut) in
 un determinato istante dell’ anno.
Quadrante murale è un quarto di cerchio graduato che consente di misurare
l'altezza degli astri al loro passaggio in meridiano (a questo scopo deve essere
allineato nella direzione nord-sud).

                                                 Quadrante murale di
                                                 Jonhatan Sisson,
                                                 Londra, 1739
                                                 Realizzato in ottone, ha
                                                 raggio pari a 172 cm.
                                                 Si trova al
                                                 Museo della Specola,
                                                 Sistema Museale
                                                 d'Ateneo (SMA), Unibo.
L'astrolabio, dal greco astrolábion, derivante a sua volta dal termine αστήρ (astèr
ovvero stella) unito al verbo λαμβάνω (lambàno ovvero prendere afferrare) non fu
inventato dagli arabi ma molto probabilmente da Ipparco di Nicea,
                                                   Claudio Tolomeo descrive uno
                                                   strumento molto simile
                                                   all'astrolabio e infine Teone (*)
                                                   matematico alessandrino del IV
                                                   secolo d.C. scrisse un trattato
                                                   su questo strumento.
                                                   L' astrolabio è costituito da
                                                   - base
                                                   - rete,
                                                    - alidada,
                                                   - alcune lastre corrispondenti a
                                                   diverse latitudini.
                                                   Misurando l'altezza di una stella
                                                   con l'astrolabio si può
                                                   determinare l'ora della notte se
                                                   è nota la latitudine del luogo.
(*) era il padre di Ipazia matematica, filosofa e astronoma vittima dell'integralismo
religioso dei cristiani.
Astrolabio arabo attribuito Ibn
Baso (1280 ca)
Museo della Specola, SMA, Unibo

 Ibn Baso era uno degli
 addetti alla misura del tempo
 (raʾīs al‐muwaqqitīn) nella
 Grande Moschea di
 Granada.
 Era anche un matematico
 esperto, un inventore e un
 abile osservatore
 astronomico.
Numerosi sono gli astronomi islamici che hanno dato importanti contributi all’
       astronomia. Impossibile menzionarli tutti. Se ne citano solo alcuni.

        Al- Farghani (nacque a Baghdad nell 800 e morì in Egitto nell 861) fu
        astronomo al servizio del califfo Al-Mamun di Baghdad (tra l'813 e l'833).
                                  I suoi studi sulla cosmologia tolemaica sono esposti
                                  nell'opera nota come “Compendio sulla scienza degli
                                  astri” e tradotta in latino con il titolo di “Rudimenta
                                  astronomica” da Gherardo da Cremona (*) .
                                  Quest'opera divenne molto famosa in Europa e molti
                                  (fra cui probabilmente anche Dante Alighieri)
                                  appresero il modello Tolemaico attraverso di essa.
                                  Al-Farghani misurò anche la circonferenza della terra,
                                  Cristoforo Colombo sottostimò le reali dimensioni del nostro
                                  pianeta perchè convertì erroneamente il valore di al-
                                  Farghani.

(*) Gherardo Cremoniensis (Cremona 1114, Toledo 1187) fu un famoso traduttore di opere
accademiche in latino. Sua è anche la prima traduzione dall’ arabo dell’ Almagesto (1175). A
lui dobbiamo il termine algebra che viene dall’arabo e significa ristabilire l’equilibrio. Anche il
seno (sinus) è frutto di una traduzione di Gherardo che si fonda su di una traduzione araba dal
sanscrito jīva, che significa corda in jība, (poiché l’arabo non ha la v). Ma non segnalando l’
arabo, come l’ebraico e in generale le lingue semitiche le vocali brevi jība ha la stessa
struttura (consonantica) di , jayb, che significa concavità, incurvatura, golfo, baia. Sinus in
latino.
Thabit Ibn Kurrah (nato ad Harran nell'odierna Turchia nel 826 e morto a
Baghdad nel 901) si occupò meticolosamente dei moti della Luna e del

                       Sole, ritenendo che l'osservazione delle eclissi di Sole
                       e di Luna fosse l'unico modo per determinare la
                       posizione della Luna con esattezza e che dalla durata
                       del ciclo delle eclissi fosse possibile determinare la
                       periodicità dei moti del Sole e della Luna.

                                                               Digressione:
                                                               Interessanti queste
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                                                               Harran e che
                                                               mostrano una curiosa
                                                               analogia con i trulli.
                                                               Non ho trovato
                                                               informazioni a
                                                               riguardo (epoca,
                                                               popolazione che le
                                                               ha edificate ecc.ecc.)
Al Battani (nato nell’ 858 in Siria e morto nel 929 in Iraq) compì numerose
osservazioni ad Al Raqqah in Siria. Scrisse un trattato in 57 capitoli che fu
tradotto in latino col titolo di Opus Astronomicum. Nella prima parte del trattato
espose problemi di geometria sferica e di trigonometria (come la tecnica per
determinare gli elementi di un triangolo sferico noti due lati ed un angolo) e le
                                                      tecniche di osservazione e
                                                      di misurazione posizionale
                                                      utilizzate.
                                                      Grazie ad esse potè
                                                      misurare con precisione
                                                      l'obliquità dell'eclittica
                                                      rispetto all'asse polare del
                                                      cielo, l'epoca degli
                                                      equinozi con un' ottima
                                                      approssimazione (1 o 2
                                                      ore) e la durata dell'anno
                                                      solare.

Corresse inoltre il valore della precessione degli equinozi.
Contestò la validità del metodo di determinazione del diametro apparente
della Luna utilizzato da Tolomeo, affermando che la Luna può assumere un
diametro apparente minore di quello del Sole (come evidenziato dalle eclissi
anulari); affermò infine ancora in contrasto con Tolomeo che anche il diametro
apparente del Sole è soggetto a variazione.
Nasìr ad-Din al Tusi (nato a Tus in Persia nel 1201 e morto a Baghdad
nel 1274) mostrò come un’ opportuna combinazione di moti circolari
potesse dare origine ad un moto lineare. Questo risultato era
incompatibile con la rigida distinzione aristotelica tra il moto circolare
uniforme (proprio delle sfere celesti) e il moto rettilineo (proprio del
mondo sublunare).
Ibn al Shatir (nato e vissuto a Damasco fra il 1305 e il 1375), complicò
il modello tolemaico teorizzando la presenza di epicicli il cui centro
ruotasse lungo altri epicicli ( gli “epicicli di epicicli”)
Ma un posto speciale, a mio parere, merita Abd al-Rahmān al-Ṣūfi
(spesso abbreviato in al-Sufi) nato e vissuto in Persia fra il 903 e il 986,
autore di un trattato sulle stelle fisse e primo ad aver identificato ad
occhio nudo la galassia di Andromeda e ad averla descitta come una
piccola nube

                                                            Nello stesso libro si trova la prima
                                                            indicazione della presenza di Andromeda (la
                                                            galassia nota anche come M31)
                                                            rappresentata in forma di nebulosa (tanti
                                                            puntini) e indicata con la lettera A. La
                                                            giovane con la stella sulla fronte rappresenta
                                                            la costellazione di Andromeda (da cui prende
Il libro delle stelle fisse (scritto nel 965) in cui sono   il nome la galassia) mentre il grande pesce è
riportate le osservazioni e le descrizioni delle stelle     una costellazione araba a noi sconosciuta.
(posizione,magnitudine e colore). Le stelle sono            La nebulosa di Andromeda sarà riscoperta
suddivise nelle costellazioni che vengono illustrate        poco più di 600 anni dopo (il 15 dicembre
con disegni fatti dallo stesso autore.                      del. 1612) da Simon Marius (Simon Mayr)
                                                            astronomo tedesco allievo di Tycho Brahe e
                                                            di Keplero
L'influenza araba permane tuttora in tanti termini astronomici e nei
nomi di numerose stelle :

                                Azimut ovvero l'arco di orizzonte
                                compreso fra il punto cardinale
                                Nord e la verticale dell' astro sul
                                piano dell'orizzonte. Il termine
                                deriva da as-sûmut, (le vie diritte)
                                plurale di as-samt (la via dritta).

                             Zenit il punto immaginario che si trova
                             esattamente sopra la testa dell'osservatore . Il
                             termine deriva sa samt al-ra's (direzione
                             della testa) o dal suo plurale samt al-ru'ūs
                             (direzione delle teste),

                          Esattamente opposto alla testa si trova il Nadir
                          che deriva sa-nazir-al-samt che significa
                          corrispondente dello zenit.
Mizar e Alcor nomi che in persiano
                significano cavallo e cavaliere separate
                fra loro da una distanza di 11' 48", sono
                visibili ad occhio nudo come 2 stelle
                distinte solo da chi ha un'ottima vista . In
                effetti la capacità di vedere le 2 stelle era
                uno dei requisiti richiesti a chi voleva
                diventare guardia dell'imperatore.

                  Se la distanza fra queste stelle e il
                  sole è pari a 88 a.l. sapreste trovare
                  la distanza “vera” fra loro?

Immagine di Mizar e
Alcor ripresa col
telescopio. La                                     Mizar
difficoltà di                                      AeB
distinguerle ad occhio
nudo è legata alla
differenza di
                           Anche Mizar è una stella
luminosità che rende
                           doppia con una compagna
dominante Mizar
                           di magnitudine 2 situata ad
(Mizar ha magnitudine
                           una distanza angolare
4 e Alcor 2.4).
                           apparente di 14”.
Sempre in relazione al Grande Carro,
alpha Ursae Majoris ( α UMa ), si
chiama Dubhe, contrazione delle
paroleThahr al Dubb al Akbar che
significano dorso dell'orsa. β UMa si
chiama Merak che deriva da al Marakk,
che significa lombo dell'orsa. γ UMa si
chiama Phekda, che deriva da al
Fahdh, che significa la coscia. δ UMa si
chiama Megrez, che significa l'attacco
della coda. ϵ UMa è detta Alioth, forse
da Alyath, che significa grassa coda,
 ηUMa è chiamata Alkaid o talvolta
Benetnash, termini che derivano da al
Ka'id Banat al Na'ash che significa
governatore delle figlie della bara,
poichè il Grande Carro veniva
assimilato dagli Arabi anche ad una
bara.
 ζ UMa è la già citata Mizar come si
vede dalla figuara qui accanto.
Il grande carro domina in luminosità le altre
stelle della costellazione dell’ Orsa Maggiore. I
romani chiamavano queste 7 stelle Septem
triones, ossia i sette buoi, che ruotavano
lentamente attorno alla Polare. Il termine
settentrione (Nord) deriva proprio da tale
denominazione latina.
Alpha e beta Orionis meglio
note come Betelgeuse e Rigel,
devono i propri nomi
rispettivamente a Na'beit al
gueze ovvero spalla del gigante
e Rijil al jauzeh ovvero gamba
sinistra del gigante.
Beta Persei nota come Algol è
                                                          una stella stella variabile ad
                                                          eclisse il cui nome deriverebbe
                                                          da al Ghul, che significa spirito
                                                          mutevole (*) La variazione di
                                                          luminosità di Algol è infatti tale
                                                          da essere osservabile ad occhio
                                                          nudo e quindi nota anche
                                                          nell'antichità. Questa variazione
                                                          sarebbe stata oggetto di mistero
                                                          perché inspiegabile in un cielo
                                                          che avrebbe dovuto essere
                                                          perfetto ed immutabile

(*) Altri sostengono invece che il nome derivi da Hamil Ra's al-Ghul che significa portatore
della testa del demonio, non a caso nella mitologia greca questa stella è associata
all'occhio della Medusa (uccisa da Perseo).
Il nostro Deimer (Alvarez) mi ha informata che Ra's al Ghul, ovvero testa di demone è
l'antagonista di Batman nel film Batman Begins del 2005. E qui si sconfina nella mitologia
araba addirittura pre-Islam per quanto riguarda i ghul creature demoniache dalle
caratteristiche dibattute di cui Ra's al Ghul sarebbe il capo e i jinn creature sovrannaturali
prevalentemente maligne. I ghul sarebbero quindi i jinn più cattivi e il loro capo (Ra's al
Ghul) il cattivissimo della mitologia.
La curva di luce di Algol che sappiamo essere
dovuta ad una binaria ad eclisse con un periodo
di poco meno di 3 giorni.
Alpha Eridani si chiama
Achernar, nome che
deriva da Akher Nahr, che
significa foce del fiume.
La stella non è visibile a
latitudini superiori ai 30° e
anticamente era ancora
più bassa, a causa del
fenomeno della
precessione degli
equinozi. 4000 anni fa
Achenar era la stella
Polare dell'emisfero
australe

Eridanus è un fiume
mitologico dell'antica Grecia
menzionato nella Teogonia
di Esiodo e collocato nell'
Europa del Nord. I romani
chiamarono Eridanus il Po.
Concludiamo la carrellata di nomi arabi
delle stelle col cosiddetto “triangolo
estivo”, composto da 3 stelle che
appartengono a 3 costellazioni distinte :
- alpha Aquilae nota come Altair (da Al
tair,che significa aquila volante),
 - alpha Cygni conosciuta come Deneb
(che significa coda dell'oca),
 - alpha Lyrae nota come Vega, ( il cui
nome deriva da Al nasr al waki che
significa aquila planante)
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