Astronomia Islamica - Conferenza islamica di astronomia svoltasi L'Immagine è tratta dalla locandina della V
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Astronomia Islamica L'Immagine è tratta dalla locandina della V Conferenza islamica di astronomia svoltasi ad Amman (Giordania) nel 2011
Il contributo dell' Islam all' Astronomia è stato dominante e fondamentale nel periodo compreso fra l' VIII e il XIV secolo Mentre l' Europa si trovava ancora in enormi difficoltà (economiche, sociali, religiose) con una conseguente decadenza del sapere scientifico il mondo arabo aveva raccolto con curiosità e interesse il patrimonio di tante culture diverse con particolare attenzione nei riguardi della scienza, divenendo in questo modo una sorta di intermediario tra cultura antica e moderna. Il ruolo degli Arabi fu probabilmente favorito da: - la conquista della Persia, che permise loro di venire a contatto con un mondo che il regno “illuminato” dei Sassanidi aveva reso culturalmente vivo fornendo ospitalità ai filosofi delle scuole pagane cacciati da Giustiniano (*) - il contatto con l'India e con il suo sapere antico; - la conquista di Alessandria di Egitto, capitale del sapere scientifico ellenistico, massima espressione della scienza greca. (*) imperatore di Bisanzio dal 527 al 565, nel 529 mise sotto controllo dello stato gli insegnamenti dell’ Accademia di Atene, fondata da Platone nel 387 a.C., e si adoperò per la soppressione totale del paganesimo
L'impero Sassanide (che dominò la Persia fra il 224 e il 651) ebbe diversi conflitti con l'Impero romano d' Oriente.La carta riporta l'estensione dei 2 imperi nel 477, (anno successivo a quello della “caduta” dell’impero romano d’Occidente).
Nascita ed espansione dell' Islam (breve sommario) Le popolazioni dell' Arabia non parevano costituire alcun pericolo per i due imperi che si fronteggiavano in quella zona (romano e sassanide) - nel 610 il profeta Maometto iniziò a predicare una nuova religione monoteistica; - alla sua morte (632) islamica era solo una parte della penisola arabica; -fra il 633 e il 640 gli arabi conquistarono Siria e Palestina (che appartenevano all'impero bizantino): - fra il 639 e il 646 conquistarono l’ Egitto (che faceva parte dell'impero bizantino); - nel 645 conquistarono tutta la Persia; - fra il 656 e il 661 la disputa fra sunniti e sciiti (due correnti distinte dell’ Islam) si fece particolarmente accesa. I sunniti ebbero la meglio e spostarono la capitale da Medina a Damasco ove fondarono una corte che si ispirava a Costantinopoli.
Le conquiste non si arrestarono e in breve tempo tutto il Nord Africa divenne islamico. - Nel 711 gli arabi sbarcarono in Spagna e rapidamente raggiunsero e occuparono la Catalogna. - Fra il 720 e il 730 invasero la Francia giungendo fino alla valle della Loira. - La tradizione vuole che venissero sconfitti definitivamente e respinti oltre i Pirenei da Carlo Martello nella battaglia di Poitiers del 732, in realtà non fu proprio così perché 10 anni dopo gli arabi conquisteranno Arles e Avignone (in Provenza). 661-750 632-661 661-750 622-632
L'astronomia islamica nasce in un periodo che si può collocare indicativamente fra il 700 e l' 830 durante il quale molti testi indiani e persiani vennero tradotti in arabo. Fra tutti questi testi forse il più importante è il Zij-al-Sinhdind che si può tradurre come Tavole astronomiche del Sindhind. Sindhind deriva dal sanscrito siddhānta, (che significa sistema o trattato) . Zij invece deriva da zih (o zig) che nel persiano parlato nel periodo sassanide significa corda (corda nel senso di filo da intrecciarsi per costituire un tessuto e quindi a rappresentare la struttura tabellare dei dati inseriti in righe e colonne). Le tabelle di questa opera sono relative alle posizioni del Sole della Luna e dei 5 pianeti noti all'epoca Non c’è nulla di teorico (modelli) in queste tavole, solo dati.
Qualche decennio più tardi, agli inizi del IX secolo, fu redatto il primo trattato di Astronomia araba da Ibn Mussa al Khwarizmi matematico, astronomo, astrologo e geografo persiano nato nell’antica regione Corasmia (Chorasmien nella carta) nel 780 e morto nell' 850. Una curiosità: il termine algoritmo deriva dalla trascrizione latina (storpiata) di Al Kwarizmi. Il testo Algoritmi de numero indorum che ci è pervenuto solo nella traduzione latina originariamente avrebbe dovuto essere al-Khwārizmī sui numeri indiani, mentre il titolo arabo era probabilmente Kitāb al-Jam wa al-tafrīq bi-ḥisāb al-Hind ossia Libro sull'addizione e la sottrazione secondo il calcolo degli Indiani.
Digressione: a promuovere l’utilizzo dei numeri arabi in Europa fu Fibonacci (Leonardo Pisano detto il fibonacci in quando figlio di Gugliemo dei Bonacci, filius Bonacci) nato e morto a Pisa nel 1175 e 1235 circa. Nel suo liber abbaci un opera in quindici capitoli con la quale introdusse (nel capitolo I) le nove cifre, da lui definite "indiane", e il segno 0 che in latino è chiamato zephirus, adattamento dell'arabo sifr, ripreso a sua volta dal termine sanscrito śūnya, che significa "vuoto". Zephirus in veneziano divenne zevero che in italiano fu contratto in zero. La prima edizione del liber abbaci (che non tratta dell’ abaco abacus) ma dei principali metodi di calcolo applicabili al sistema metrico decimale è del 1202 ma è andata persa, quello che resta è il manoscritto del 1228 che Fibonacci chiese fosse pubblicato solo dopo la sua morte. Nel Liber abbaci è contenuta anche la famosa sequenza (1,1,2,3,5,8..)che ha preso il nome dal suo autore in cui ogni numero (a parte i primi 2) è pari alla somma dei 2 precedenti e per la quale il rapporto di 2 elementi consecutivi tende rapidamente alla sezione aurea (1,61803)
Al Khwarizmi visse alla corte del califfo al- Mamun di Baghdad che lo nominò responsabile della sua biblioteca (la Bayat al-Hikma che significa Casa della Sapienza) Si trattava della più grande biblioteca del mondo arabo-islamico (mezzo milione di testi) in un'epoca in cui le più importanti biblioteche cristiane latine non raggiungevano il numero di 1000 volumi . Nella Bayat-al-Hikma erano custodite opere in lingua greca, siriaca, ebraica, medio-persiana (la lingua dei sassanidi) e sanscrita. Inoltre vi si tenevano corsi di istruzione superiore (universitari) ed era dotata anche di un ospedale (bimaristan) in cui avevano libero e gratuito accesso i malati di ogni sesso e razza I medici del bimaristan avevano raccolto tutta la più avanzata conoscenza del tempo (persiana, greca, indiana e siriaca).
Al-Mamun (nato a Baghdad nel 786) fu il VII califfo della dinastia abbaside (dal 813 alla sua morte nel 833). A lui si deve anche l’ istituzione dei primi due osservatori astronomici (ne fece costruire uno a Baghdad, che era la capitale del califfato,e l’ altro ad al-Raqqah in Siria). Al-Ma'mun (a destra) manda un messo all'imperatore di Bisanzio Teofilo (a sinistra) il dipinto è tratto da un manoscritto del XIII secolo conservato alla Biblioteca Nazionale di Madrid.
Il termine califfo deriva da khalifa che signfica reggente, successore. Il califfo è pertanto il vicario o successore di Maometto e rappresenta e la massima autorità religiosa per l'Islam. E' una figura che non rientra nel Corano nè nella Sunna (*) di Maometto e fu istituita dai compagni di Maometto immediatamente in seguito alla sua morte. I primi 5 califfi regnarono a Medina poi ci fu una dinastia di califfi ommayyadi (appartenenti ad una famiglia molto influente) che regnò a Damasco dal 661 al 750, poi una dinastia abbaside (che prende il nome e l'origine dallo zio paterno del profeta Maometto) che regnò a Baghdad dal 750 al 1258 e che si spostò a il Cairo quando i mongoli distrussero Baghdad uccidendo l'ultimo califfo.... (*) Sunna è una parola araba che significa consuetudine, comportamento. Si tratta quindi di una serie di regole lasciate dal profeta e insieme al Corano costituisce la Shari'a un termine arabo dal senso generale di "legge" (letteralmente "strada battuta") il termine Sunnita deriva da (ahl al-sunna wa l-jamāca), che significa seguace della tradizione del Profeta e della comunità islamica
La diatriba fra sciti e sunniti affonda le sue radici nel 632 , l’anno della morte di Maometto. La maggioranza dei suoi seguaci, che sarebbero in seguito divenuti noti come sunniti e che oggi rappresentano l’80% dei musulmani, appoggiarono Abu Bakr, amico del profeta e padre della moglie Aisha. Per gli altri invece il legittimo successore andava individuato tra i consanguinei di Maometto. Sostenevano a tale proposito che il profeta avesse designato a succedergli Alì, suo cugino e genero, e diventarono noti come sciiti, una forma contratta dell’espressione “shiaat Ali”, i partigiani di Ali. I sostenitori di Abu Bakr ebbero la meglio, anche se Alì governò per un breve periodo in veste di quarto califfo. La frattura in seno all’ Islam si fece insanabile quando il figlio di Alì, Hussein, fu ucciso nel 680 a Kerbala (una cittadina situata 100 km a sud est di Baghdad) dalle truppe del califfo sunnita al potere.
L' Islam oggi (sunniti in verde, sciiti in arancione e ibaditi – una terza corrente distaccatasi quasi subito dai sostenitori di Alì -in viola)
Ma per quale ragione al-Mamun fece costruire due osservatori astronomici ? Ed è Lui che consacrò le stelle a voi, af f inch é voi, in questo modo, poteste essere guidati nell'oscurita' della ter ra e del mare Così è scritto nel Corano ed è pertanto evidente che l' Astronomia nell'Islam abbia goduto di una posizione di tutto rispetto. Non stupisce quindi la decisione del califfo al-Mamun. Per gli islamici era inoltre particolarmente importante essere in grado di stabilire la direzione de La Mecca verso cui dovevano indirizzare le loro preghiere ad orari fissi durante il giorno. L’inizio di ogni mese veniva stabilito in coincidenza col novilunio. Per queste ragioni era necessario che si dotassero di strumenti adatti al calcolo e alle osservazioni. Gli astronomi di al-Mamun iniziarono osservazioni metodiche del cielo ad occhio nudo e con l’ausilio di attrezzature utili ai fini osservativi che si diffusero in seguito in Europa. I due osservatori fatti edificare dal Califfo furono destinati a programmi di osservazione che si protrassero per alcune decine di anni e lo studio dei moti planetari rappresentò una pietra miliare nell’astronomia dell’ Islam.
Gli astronomi di al-Mamum corressero il valore della precessione da 1°/100 anni a 1°/66 anni (successivamente, nel 970 ca., portarono il valore a 1°/70 anni, in buon accordo col valore attuale 1°/71.63 anni ) Oltre agli osservatori “di stato” ne esistevano e continueranno ad esistere tanti a carattere privato. Gli astronomi islamici osservavano gli astri utilizzando dei tubi che non avevano nulla a che vedere coi cannocchiali ma servivano semplicemente per restringere il campo di vista limitando così il contributo delle altre luci. Si avvalevano anche di quadranti murali per misurare le altezze delle stelle sull'orizzonte, delll' alidada, piattaforma rotante fornita di goniometro e di indice fisso (lembo) per misurare l'angolo azimutale di un astro, e dell'astrolabio. Quest’ultimo strumento (abbastanza complesso) permetteva la determinazione delle coordinate celesti di un astro dalle coordinate locali (altezza e azimut) in un determinato istante dell’ anno.
Quadrante murale è un quarto di cerchio graduato che consente di misurare l'altezza degli astri al loro passaggio in meridiano (a questo scopo deve essere allineato nella direzione nord-sud). Quadrante murale di Jonhatan Sisson, Londra, 1739 Realizzato in ottone, ha raggio pari a 172 cm. Si trova al Museo della Specola, Sistema Museale d'Ateneo (SMA), Unibo.
L'astrolabio, dal greco astrolábion, derivante a sua volta dal termine αστήρ (astèr ovvero stella) unito al verbo λαμβάνω (lambàno ovvero prendere afferrare) non fu inventato dagli arabi ma molto probabilmente da Ipparco di Nicea, Claudio Tolomeo descrive uno strumento molto simile all'astrolabio e infine Teone (*) matematico alessandrino del IV secolo d.C. scrisse un trattato su questo strumento. L' astrolabio è costituito da - base - rete, - alidada, - alcune lastre corrispondenti a diverse latitudini. Misurando l'altezza di una stella con l'astrolabio si può determinare l'ora della notte se è nota la latitudine del luogo. (*) era il padre di Ipazia matematica, filosofa e astronoma vittima dell'integralismo religioso dei cristiani.
Astrolabio arabo attribuito Ibn Baso (1280 ca) Museo della Specola, SMA, Unibo Ibn Baso era uno degli addetti alla misura del tempo (raʾīs al‐muwaqqitīn) nella Grande Moschea di Granada. Era anche un matematico esperto, un inventore e un abile osservatore astronomico.
Numerosi sono gli astronomi islamici che hanno dato importanti contributi all’ astronomia. Impossibile menzionarli tutti. Se ne citano solo alcuni. Al- Farghani (nacque a Baghdad nell 800 e morì in Egitto nell 861) fu astronomo al servizio del califfo Al-Mamun di Baghdad (tra l'813 e l'833). I suoi studi sulla cosmologia tolemaica sono esposti nell'opera nota come “Compendio sulla scienza degli astri” e tradotta in latino con il titolo di “Rudimenta astronomica” da Gherardo da Cremona (*) . Quest'opera divenne molto famosa in Europa e molti (fra cui probabilmente anche Dante Alighieri) appresero il modello Tolemaico attraverso di essa. Al-Farghani misurò anche la circonferenza della terra, Cristoforo Colombo sottostimò le reali dimensioni del nostro pianeta perchè convertì erroneamente il valore di al- Farghani. (*) Gherardo Cremoniensis (Cremona 1114, Toledo 1187) fu un famoso traduttore di opere accademiche in latino. Sua è anche la prima traduzione dall’ arabo dell’ Almagesto (1175). A lui dobbiamo il termine algebra che viene dall’arabo e significa ristabilire l’equilibrio. Anche il seno (sinus) è frutto di una traduzione di Gherardo che si fonda su di una traduzione araba dal sanscrito jīva, che significa corda in jība, (poiché l’arabo non ha la v). Ma non segnalando l’ arabo, come l’ebraico e in generale le lingue semitiche le vocali brevi jība ha la stessa struttura (consonantica) di , jayb, che significa concavità, incurvatura, golfo, baia. Sinus in latino.
Thabit Ibn Kurrah (nato ad Harran nell'odierna Turchia nel 826 e morto a Baghdad nel 901) si occupò meticolosamente dei moti della Luna e del Sole, ritenendo che l'osservazione delle eclissi di Sole e di Luna fosse l'unico modo per determinare la posizione della Luna con esattezza e che dalla durata del ciclo delle eclissi fosse possibile determinare la periodicità dei moti del Sole e della Luna. Digressione: Interessanti queste antiche costruzioni che si trovano ad Harran e che mostrano una curiosa analogia con i trulli. Non ho trovato informazioni a riguardo (epoca, popolazione che le ha edificate ecc.ecc.)
Al Battani (nato nell’ 858 in Siria e morto nel 929 in Iraq) compì numerose osservazioni ad Al Raqqah in Siria. Scrisse un trattato in 57 capitoli che fu tradotto in latino col titolo di Opus Astronomicum. Nella prima parte del trattato espose problemi di geometria sferica e di trigonometria (come la tecnica per determinare gli elementi di un triangolo sferico noti due lati ed un angolo) e le tecniche di osservazione e di misurazione posizionale utilizzate. Grazie ad esse potè misurare con precisione l'obliquità dell'eclittica rispetto all'asse polare del cielo, l'epoca degli equinozi con un' ottima approssimazione (1 o 2 ore) e la durata dell'anno solare. Corresse inoltre il valore della precessione degli equinozi. Contestò la validità del metodo di determinazione del diametro apparente della Luna utilizzato da Tolomeo, affermando che la Luna può assumere un diametro apparente minore di quello del Sole (come evidenziato dalle eclissi anulari); affermò infine ancora in contrasto con Tolomeo che anche il diametro apparente del Sole è soggetto a variazione.
Nasìr ad-Din al Tusi (nato a Tus in Persia nel 1201 e morto a Baghdad nel 1274) mostrò come un’ opportuna combinazione di moti circolari potesse dare origine ad un moto lineare. Questo risultato era incompatibile con la rigida distinzione aristotelica tra il moto circolare uniforme (proprio delle sfere celesti) e il moto rettilineo (proprio del mondo sublunare).
Ibn al Shatir (nato e vissuto a Damasco fra il 1305 e il 1375), complicò il modello tolemaico teorizzando la presenza di epicicli il cui centro ruotasse lungo altri epicicli ( gli “epicicli di epicicli”)
Ma un posto speciale, a mio parere, merita Abd al-Rahmān al-Ṣūfi (spesso abbreviato in al-Sufi) nato e vissuto in Persia fra il 903 e il 986, autore di un trattato sulle stelle fisse e primo ad aver identificato ad occhio nudo la galassia di Andromeda e ad averla descitta come una piccola nube Nello stesso libro si trova la prima indicazione della presenza di Andromeda (la galassia nota anche come M31) rappresentata in forma di nebulosa (tanti puntini) e indicata con la lettera A. La giovane con la stella sulla fronte rappresenta la costellazione di Andromeda (da cui prende Il libro delle stelle fisse (scritto nel 965) in cui sono il nome la galassia) mentre il grande pesce è riportate le osservazioni e le descrizioni delle stelle una costellazione araba a noi sconosciuta. (posizione,magnitudine e colore). Le stelle sono La nebulosa di Andromeda sarà riscoperta suddivise nelle costellazioni che vengono illustrate poco più di 600 anni dopo (il 15 dicembre con disegni fatti dallo stesso autore. del. 1612) da Simon Marius (Simon Mayr) astronomo tedesco allievo di Tycho Brahe e di Keplero
L'influenza araba permane tuttora in tanti termini astronomici e nei nomi di numerose stelle : Azimut ovvero l'arco di orizzonte compreso fra il punto cardinale Nord e la verticale dell' astro sul piano dell'orizzonte. Il termine deriva da as-sûmut, (le vie diritte) plurale di as-samt (la via dritta). Zenit il punto immaginario che si trova esattamente sopra la testa dell'osservatore . Il termine deriva sa samt al-ra's (direzione della testa) o dal suo plurale samt al-ru'ūs (direzione delle teste), Esattamente opposto alla testa si trova il Nadir che deriva sa-nazir-al-samt che significa corrispondente dello zenit.
Mizar e Alcor nomi che in persiano significano cavallo e cavaliere separate fra loro da una distanza di 11' 48", sono visibili ad occhio nudo come 2 stelle distinte solo da chi ha un'ottima vista . In effetti la capacità di vedere le 2 stelle era uno dei requisiti richiesti a chi voleva diventare guardia dell'imperatore. Se la distanza fra queste stelle e il sole è pari a 88 a.l. sapreste trovare la distanza “vera” fra loro? Immagine di Mizar e Alcor ripresa col telescopio. La Mizar difficoltà di AeB distinguerle ad occhio nudo è legata alla differenza di Anche Mizar è una stella luminosità che rende doppia con una compagna dominante Mizar di magnitudine 2 situata ad (Mizar ha magnitudine una distanza angolare 4 e Alcor 2.4). apparente di 14”.
Sempre in relazione al Grande Carro, alpha Ursae Majoris ( α UMa ), si chiama Dubhe, contrazione delle paroleThahr al Dubb al Akbar che significano dorso dell'orsa. β UMa si chiama Merak che deriva da al Marakk, che significa lombo dell'orsa. γ UMa si chiama Phekda, che deriva da al Fahdh, che significa la coscia. δ UMa si chiama Megrez, che significa l'attacco della coda. ϵ UMa è detta Alioth, forse da Alyath, che significa grassa coda, ηUMa è chiamata Alkaid o talvolta Benetnash, termini che derivano da al Ka'id Banat al Na'ash che significa governatore delle figlie della bara, poichè il Grande Carro veniva assimilato dagli Arabi anche ad una bara. ζ UMa è la già citata Mizar come si vede dalla figuara qui accanto.
Il grande carro domina in luminosità le altre stelle della costellazione dell’ Orsa Maggiore. I romani chiamavano queste 7 stelle Septem triones, ossia i sette buoi, che ruotavano lentamente attorno alla Polare. Il termine settentrione (Nord) deriva proprio da tale denominazione latina.
Alpha e beta Orionis meglio note come Betelgeuse e Rigel, devono i propri nomi rispettivamente a Na'beit al gueze ovvero spalla del gigante e Rijil al jauzeh ovvero gamba sinistra del gigante.
Beta Persei nota come Algol è una stella stella variabile ad eclisse il cui nome deriverebbe da al Ghul, che significa spirito mutevole (*) La variazione di luminosità di Algol è infatti tale da essere osservabile ad occhio nudo e quindi nota anche nell'antichità. Questa variazione sarebbe stata oggetto di mistero perché inspiegabile in un cielo che avrebbe dovuto essere perfetto ed immutabile (*) Altri sostengono invece che il nome derivi da Hamil Ra's al-Ghul che significa portatore della testa del demonio, non a caso nella mitologia greca questa stella è associata all'occhio della Medusa (uccisa da Perseo). Il nostro Deimer (Alvarez) mi ha informata che Ra's al Ghul, ovvero testa di demone è l'antagonista di Batman nel film Batman Begins del 2005. E qui si sconfina nella mitologia araba addirittura pre-Islam per quanto riguarda i ghul creature demoniache dalle caratteristiche dibattute di cui Ra's al Ghul sarebbe il capo e i jinn creature sovrannaturali prevalentemente maligne. I ghul sarebbero quindi i jinn più cattivi e il loro capo (Ra's al Ghul) il cattivissimo della mitologia.
La curva di luce di Algol che sappiamo essere dovuta ad una binaria ad eclisse con un periodo di poco meno di 3 giorni.
Alpha Eridani si chiama Achernar, nome che deriva da Akher Nahr, che significa foce del fiume. La stella non è visibile a latitudini superiori ai 30° e anticamente era ancora più bassa, a causa del fenomeno della precessione degli equinozi. 4000 anni fa Achenar era la stella Polare dell'emisfero australe Eridanus è un fiume mitologico dell'antica Grecia menzionato nella Teogonia di Esiodo e collocato nell' Europa del Nord. I romani chiamarono Eridanus il Po.
Concludiamo la carrellata di nomi arabi delle stelle col cosiddetto “triangolo estivo”, composto da 3 stelle che appartengono a 3 costellazioni distinte : - alpha Aquilae nota come Altair (da Al tair,che significa aquila volante), - alpha Cygni conosciuta come Deneb (che significa coda dell'oca), - alpha Lyrae nota come Vega, ( il cui nome deriva da Al nasr al waki che significa aquila planante)
Puoi anche leggere