Arti e mestieri La bacheca del fare manuale - Movimento di Cooperazione Educativa
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Il Tema Le mani Arti e mestieri La bacheca del fare manuale ROBERTO PAPETTI Costruisce giocattoli. Ha scritto con Gianfranco Zavalloni Giocattoli creativi (Firenze, Edizioni Scienza, 2012). Sono definiti «arti e mestieri» quelle pratiche e quei saperi che implicano un lavoro manuale e l’uso di materiali che possono essere plasmati, modellati, modulati, trasformati in forma tridimensionale, come ad esempio la scultura, la ceramica, l’arte tessile, l’arte cartacea, il giocattolo, l’architettura, la lavorazione del legno, del metallo, del vetro e delle materie plastiche. Il lavoro manuale come universo delle tecniche designa la cultura del fare con maestria o desiderio di svolgere un lavoro bene per se stesso, con pa- zienza e buon gusto. La storia delle arti e dei mestieri e la vita degli artigiani del passato indicano modi di utilizzare gli attrezzi, di organizzare i movimenti corporei, di pensare i materiali, che costituiscono ancora oggi valide proposte su come dare forma a una vita. Questi saperi, se opportunamente utilizzati nella scuola, potrebbero essere occasioni di superamento dell’attività intellettuale astratta e opportunità di sperimentare proposte didattiche interdisciplinari, con tempi, spazi, metodologie tali da rendere possibile l’espressione dell’individuo bambino, delle sue attitudini e capacità realizzative. Nel bambino manipolare è infatti desiderio e necessità di creare forme, voglia di giocare, gioia di lavorare, di creare, di scoprire. «[...] Non sapere fare nulla con le proprie mani [...] non avere da plasmare con le proprie dita equivale a fare a meno di una parte del pensiero filogeneticamente umano».1 Questo testo è volutamente frammentario. Si tratta di una raccolta di pensieri e di interrogazioni sul costruire a mano i giocattoli come fossero gesti ispiratori di qualcosa d’altro, poesia e fantasticazione, idee sparse di cose da fare con e per i bambini, piccoli annunci di qualcosa. Non credo ci potrebbe essere altro modo per tentare di rispondere a qualcosa difficilmente dicibile, come la crisi dell’individuo oggi, soggetto condizionato o addomesticato in un mondo complicato. «Un mondo che sta diventando un altro mondo, gli uomini stanno diventando un’altra specie di uomini, tra poco non riusciremo più a riconoscerci, anche le parole cominciano a disfarsi, anche i sassi sono malati e si sgretolano».2 Il magazzino Costruisco giocattoli (altro non saprei fare) da anni, in modo artigianale e ripetitivo. Il giocattolo fatto a mano è corrusco, splendente e irripetibile solo se fatto a mano in pezzo unico. Così penso si debba fare. Mentre costrui- sco, percepisco che qualcosa in me muta, faccio un aquilone e si muovono 1 A. Leroi-Gourhan, Il gesto e la parola, Torino, Einaudi, 1977. 2 G. Celati, Conversazioni del vento volatore, Macerata, Quodlibet, 2011. © 2016 Edizioni Erickson Cooperazione Educativa Vol. 65, n. 2, aprile 2016 (pp. 25-29) © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. – Ogni riproduzione o distribuzione è vietata.
Cooperazione Educativa, n. 2/2016 raccogliere e custodire questi frammenti, interrogarli come pietre preziose, che devo prendere tempo per stare con la gente, interrogare il rapporto tra inerzia dei materiali, cose e esseri umani. Il magazzino contiene al suo interno le poche indispensabili macchine per tagliare, segare, levi- gare, forare, comporre, assemblare, più in generale per facilitare il lavoro, anche se per costruire un giocattolo basterebbe un coltellino. Ci sono i tavoli di lavoro e dei supporti sulle pareti, che a loro volta sostengono una moltitudine di modelli. I giocattoli sono sistemati su mensole e cubotti per invitare al contatto le mani dei bambini e dei curiosi. I giocattoli ventosità nella testa e nelle braccia, allestisco un devono essere toccati, altrimenti non si potrebbe labirinto per biglie con scatole di cartone e pro- scoprirne significati e funzioni, percepirne la trama vo spaesamenti benevoli e controllati, metto una sottile che li costituisce. La parete-bacheca dei forchetta in un aereo e il cibo vola nella bocca di giocattoli è un repertorio di indizi da cui partire per un bambino. Succede che una cassetta da frutta sentire le tracce della tradizione, l’appartenenza a proveniente da un paese molto lontano e raccolta una cultura del fare che è di tutti i paesi del mondo nel mercato di piazza mi dica qualcosa di importante e di tutti i tempi, il bene a cui i bambini e gli artigiani sulla globalizzazione, la prendo in mano e ritrovo possono accedere. Un giocattolo adopera un altro accarezzando le assicelle che la compongono, il giocattolo per esistere, viene da una tipologia di profumo del legno di pioppo, studio come schio- base in un processo continuo di ripetizione, quindi darne le graffette e infine costruisco una catapulta. assimilazione intuitiva e fuga verso l’imprevisto. Per far capire quali azioni e pensieri passino nella Mario Lodi diceva che la bacheca dei giocat- testa, quali concatenamenti si attivino quando si toli è un museo delle idee, dove per idea credo costruisce un giocattolo, ho allestito una bacheca, intendesse dire che i giocattoli sono possibilità ma voi, per capire veramente qualcosa, dovreste di ricerca. Qualcosa da cui partire per andare da venire a visitare il magazzino dove lavoro, dove ra- qualche altra parte, non l’idea giusta ma giusto duno i materiali, insieme alle macchine, gli attrezzi un’idea o l’insieme di possibilità sperimentali. e i giocattoli. Il magazzino è fatto di cose raccattate, Un’idea è un concatenamento, qualcosa che si prese di mira e «bottinate» (rapinate, portate via mette in movimento e ingrana quando un insieme come fanno le api sui fiori), diventate, nel luogo non definito di possibilità incontra un altro insieme. chiuso del magazzino, l’appendice materiale del L’idea aquilone data dalla forma, dai materiali, dalla mondo. Perché tutto comincia esattamente da portanza, dall’aerodinamica incontra le ali degli quel fuori di noi che eccita l’attenzione e sollecita la uccelli, le piume, la leggerezza, la struttura, il volo fantasia, dove tutto appare e scompare nel tempo, esposto al vento. Un bosco porta luci e ombre, «la stella nana» di René Char:3 gli eventi della sua storia biologica, un’ecologia, Troppo sicuri dei nostri mezzi non dovremmo piante, animali, suoni, parole, i versi di un poeta, denigrare ma intuire il mondo, non brutalizzarlo né affinità e corrispondenze. I giocattoli assumono il certificarlo, ma dimostrargli che siamo attenti, e mondo come possibilità e metamorfosi, si posizio- non sollecitarlo insidiosamente. Custodiremmo nano accanto creandone uno parallelo. Il mondo all’interno una stella nana a margine del suo nido, forse è fatto per finire in un giocattolo. come un bambino della foresta nella circonferenza del suo rifugio mentre i suoi genitori abbattono con Il ritmo costruttivo l’ascia soltanto il legno necessario ai loro bisogni. Il bambino della mia amica M. è nella culla, la Del mondo percepisco con chiarezza il tutto che mamma lo chiama, lui sorride contento e comincia a degrada uomini e cose, che si scompone, va in muovere le manine e i piedi nell’aria. Questo agitare frantumi e polvere. Percepisco inoltre che bisogna le mani e le braccia è un maneggiare inarticolato davanti la vastità spaventosa e caotica del mondo; il 3 Poeta francese del Novecento. primo tentativo di contattare qualcosa di indefinito, 26 © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. – Ogni riproduzione o distribuzione è vietata.
Arti e mestieri la pressione per ottenere risultati veloci. Maturo si- seguito successivamente da tentativi sempre più gnifica a lungo termine; ci si assicura una padronan- articolati e complessi che diventeranno esperienze za durevole di quella certa abilità. (Sennett, 2008) sensoriali elaborate, immagini, linguaggio. Niente / un pizzichino / un pizzicotto / un pugno / una manciata / una sporta / un sacco / una carriola Chi costruisce giocattoli è artigiano, fa oggetti / un biroccio / un carro / un treno / un tutto spropo- per il gioco. Il fare, qualunque sia, come afferma sitato. (Filastrocca romagnola) Platone, è far venire all’essere, produrre qualco- sa che prima non esisteva. Il filosofo ricollega Il palpare diventa fare giocattoli, oggetti che i bambi- l’abilità tecnica al verbo greco poiein, «fare», da ni preferiscono tra tutte le cose disponibili nel mondo. cui deriva il termine «poesia». Nel mondo antico Costruire un giocattolo è come palpeggiare il la cosa da fare richiedeva la ricerca dell’eccellen- mondo, ma, fuor di metafora, costruire è un fatto za, il desiderio/aspirazione alla qualità, perché di tecnica e maestria. Quando si costruisce, le com- perseguimento del bene da condividere con la petenze seguono una sorta di ritmo, che comporta comunità. Il giocattolo di tradizione è ancora que- un movimento da una fase tacita a una che esprime sto immenso patrimonio di cose senza diritto di con chiarezza ciò che si sta facendo, per ritornare proprietà che il passato ha lasciato come bene di nuovo a una fase tacita. Per raggiungere l’obiet- da condividere, un deposito di modelli che tutti tivo di fare un giocattolo, è necessario introiettare possono riprendere senza pagare. una certa routine, un gesto ripetuto, fare e rifare, quindi a seguire occorre effettuare una riflessione esplicita: «È il modo migliore di procedere?». La scatola degli attrezzi Fino a che non disponiamo di un repertorio, un inventario di competenze che ormai abbiamo L’idea che il corpo umano disponga di due sca- acquisito e non ci fermiamo a pensare la possibilità tole di attrezzi, una in corrispondenza della mano di un altro gesto. Ne deriva che il lavoro manuale sinistra e l’altra in corrispondenza della mano destra, è lento, richiede tempo, al contrario dei sistemi la ricevo dal pedagogista e poeta brasiliano Rubem d’istruzione che si basano in gran parte sulla rapidità Alves, conosciuto venti anni fa. In modo molto buf- dell’apprendimento. È un esempio semplice, ma fonesco e irriverente riassumeva un pensiero di che ha delle conseguenze profonde, permette di sant’Agostino secondo cui le cose si dividono in comprendere come nel trasferimento di competen- due ordini distinti, dai nomi latini: l’ordine del frui e ze conti non solo la rapidità, ma anche il processo. l’ordine dell’uti. L’ordine dell’uti riguarda tutti gli stru- Questo particolare ritmo articolato nelle tre fasi menti inventati per aumentare il potere del corpo. (fare una cosa, pensarci su e farne un’altra) dà L’ordine del frui, al contrario, è l’ordine dell’amore, come risultato lo sviluppo di un gran numero di comprende cose che non sono strumentali e non tecniche nello svolgimento di uno stesso compi- servono a nulla; inutili perché non sono fatte per to. Nella pratica delle diverse tecniche si arriva a essere usate ma per essere godute. Parlando con costruire giocattoli di cartone, di latta, di legno, di gli anziani scherzava definendoli inutili. Gli anziani materiali plastici, di spago, di filo, di ferro e, dello invece ci tenevano a dire che anche da vecchi si è stesso giocattolo, diverse tipologie con varianti o utili, come può provare una sedia consumata. Rubem combinazioni. C’è un formarsi di competenze che si Alves faceva ascoltare loro una canzone brasiliana basa sul dialogo tra pratiche, materiali e pensiero, e subito dopo affermava che l’inutilità era la ragione e questo dialogo si concretizza nell’acquisizione di d’essere dell’allegria. Gli oggetti nella scatola degli abitudini che sostengono il fare, le quali creano un attrezzi del potere sono mezzi di vita necessari per movimento ritmico tra individuazione dei problemi la sopravvivenza, e a volte, se ben pensati, sono e soluzioni. Si acuisce il senso della precisione, si buoni sostegni per la vita, ma non danno ragioni capisce che il presto è nemico del bene, che la per vivere, servono soltanto come chiavi per aprire ricerca è un fare metodico. la scatola dei giocattoli. Proprio così, dei giocattoli. Il tempo lento del lavoro artigiano è una fon- Poesia, musica, pittura, danza, teatro, arte culinaria te di soddisfazione, perché consente alla tecnica sono tutti giochi che inventiamo perché il corpo di penetrare e di radicarsi, di diventare un’abilità provi felicità anche solo per brevi momenti. Le uti- personale. E la lentezza favorisce le attività della lità sono ferramenta, l’insieme delle conoscenze è riflessione e dell’immaginazione, impossibili sotto ferramenta se non fa aumentare la possibilità del 27 © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. – Ogni riproduzione o distribuzione è vietata.
Cooperazione Educativa, n. 2/2016 piacere e l’allegria di vita. Paragonate l’intensità e costruiscono tutti gli strumenti necessari alla ra- dei bambini quando giocano con la sofferenza di zionalità progettuale. Non c’è cultura che come la quando compilano una scheda di lettura. Alla fine nostra ne abbia prodotti tanti, dai rozzi guanti di a cosa servono quelle schede? Sono utili? Danno stracci di Laerte, padre di Ulisse, a protezione delle piacere? Possono essere giocattoli? Rubem Alves, mani dai cespugli spinosi dell’orto, ai numerosissimi si chiedeva: «Il sapere che si insegna nelle scuole guanti di oggi. I guanti sono sempre duplici, spe- costituisce la giusta attrezzatura?». culari, sovrapponibili, reciprocamente protettivi. Si sporcano, si lacerano, si consumano ma non fino La poesia delle cose fatte a mano all’indecenza, anzi quelli più consumati hanno un notevole fascino. Si impregnano degli afrori delle Secondo me ogni giocattolo fatto a mano è articolazioni. Una volta ribaltati rivelano una struttura, come una poesia che, al di là della complessità di una complicata composizione, indice di esperienza strutture e di regole compositive, è unica, frutto e sapere. Gli artigiani di un tempo dicevano di un di una scienza delle eccezioni. Alcuni giocattoli paio di guanti ben fatti che erano «intonati». Sentite come le poesie appartengono a stilemi o modelli come interrogava un padre guantaio il figlio sulla definiti, si riferiscono a categorie fissate in una trasmissione delle competenze: cultura molto antica, altri sono cose così come Dove sta il difficile da fare in un guanto? Nel vengono, ma tutti sono sempre unici e irripetibili. sellaio? Nel sopraggitto? La pelle scamosciata? La La trottola con un tappino da bibita, la bambola di mocha? Il daino inglese? La macerazione? La depi- pezza, fatti e rifatti in tantissime varianti e tuttavia lazione? Il pliccaggio? La selezione? La dolatura? La distinguibili per dettagli, coloritura, consistenza lucidatura? La rifinitura a velluto? La fodera incollata? materiale, imperfezioni, stile del suo costruttore La fodera liscia? La maglia di lana senza cuciture? e urgenza che li ha ispirati. La maglia di lana tagliata e cucita? Il piquet? Pensaci Cosa c’è di così particolare nella mano e nei suoi pure figliolo: è difficile. Dimmi il perché. (Roth, 2005) movimenti complessi e controllabili? Chi quantifica afferma che una mano ha 5 dita, 19 muscoli, 28 Dunque il guanto è rivestimento della mano, ossa,16 legamenti, migliaia di corpuscoli tattili (250 la sua forma segue la conformazione anatomica, per cm quadrato), 15 articolazioni e una trentina di si infila e si sfila. Preso dai bordi presenta il vuoto tendini. L’ovvietà delle nostre mani ci dice che sono piuttosto buio dell’interno, o massa volume delle solcate da grinze, screpolature, ferite cicatrizzate, mani dell’uomo e delle sue passioni. Un guanto in nocche, vene e arterie in rilievo, macchie, linee, orbita attorno al pianeta dal 1965, sfuggito all’astro- tracciati che raccontano storie. Perché le mani nauta White della missione Gemini 4, è ufficialmente hanno afferrato con forza, hanno indugiato, lavato, primo rifiuto spaziale. cucinato, raccolto, spostato mobili e oggetti, indi- cato, accarezzato animali, massaggiato, aggiustato, Teccherelle inveito, sollevato, toccato con delicatezza, compiuto azioni consuete e inconsuete, costruito e distrutto; Costruendo si scopre l’inevitabilità delle tec- hanno scritto, suonato, scavato, soprattutto hanno cherelle. Il termine viene da tecca, difetto, lieve modellato il desiderio. A volte sembra che esse magagna, nel diminutivo diventa teccherella. Nel pensino, che siano consapevoli di essere più di un Boccaccio «senza che egli ha alcune altre teccherelle cinque o di un pollice sovrapponibile, organi capaci con queste, che si taccion per lo migliore».4 Chi di spezzettare atomi di mondo, con la polvere che vuole conoscere e imparare cade continuamente in resta sulle dita a segnare una fatica che non ha fine. impasse, procede per tentativi ed errori. Il suono di questa parola è buffo e forse incoraggiante, come Sul guanto a protezione della mano a indicare che la via dell’errore è la giusta via della sperimentazione e delle fantasticherie, l’aria stes- Se, come dice il filosofo, il destino della nostra sa della vita, quelle ventosità che spingono verso civiltà è la razionalità tecnica e l’infinita proliferazione imprese bislacche, misteriose, che non si capisce di strumenti atti a compensare la fragilità dell’essere come stiano insieme, e che danno la piacevolezza umano, in realtà per dominare il mondo sensato è del vivere. pensare che non ci sia strumento più indispensa- bile del guanto per proteggere le mani che fanno 4 G. Boccaccio, Decameron, novella di Frate Cipolla. 28 © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. – Ogni riproduzione o distribuzione è vietata.
Arti e mestieri La bacheca dei piccoli annunci con petto, viso, mani e braccia. Sul petto potremo appuntare i nostri annunci: CERCO fata capace Letta per caso la poesia Piccoli annunci,5 creato rabbonire gli scontrosi. DONO un panciotto di co- collegamento e scattata l’idea, comincio a immagi- tone, cucito con ago e filo, per cane giocherellone. nare alcuni aspetti della realizzazione. OFFRO un’ora di tempo per leggere in compagnia CHIUNQUE sappia dove sia finita qualche pagina dell’Orlando Furioso di Ludovico la compassione (immaginazione del cuore) Ariosto. Obbligo di elmo e pennacchio. CHIEDO si faccia avanti! Si faccia avanti! ascolto per annunciare… Lo canti a voce spiegata Trovo la bacheca come proposta didattica e gio- e danzi come un folle cattolo in Janusz Korczak, lo studioso polacco che gioendo sotto l’esile betulla, dedicò tutta la sua vita all’infanzia, fino al sacrificio: sempre pronta al pianto. nel 1942 anziché salvarsi preferì seguire i bambi- INSEGNO il silenzio ni ospiti del suo istituto al campo di sterminio di in tutte le lingue Treblinka, dove trovò la morte. mediante l’osservazione del cielo stellato, delle mandibole del Sinanthropus, La bacheca dava la possibilità di iniziative quasi del salto della cavalletta, illimitate sia all’educatore che ai ragazzi: per giunta delle unghie del neonato, rappresentava un divertimento. Quando un bambi- del plancton, no disponeva di un po’ di tempo si fermava lì davan- d’un fiocco di neve. ti incuriosito: un’informazione presa da un giornale, RIPRISTINO l’amore. una figura, una sciarada, la statistica delle zuffe, la Attenzione! Offerta speciale! lista dei danni, i risparmi dei bambini le loro taglie, Siete distesi sull’erba il loro peso… (Korczak, 1979) del giugno scorso immersi nel sole mentre il vento danza Da mano a mansuetudine, tirar fuori (quello che in giugno guidava il ballo dei vostri capelli). giocattoli dai lemmi dal dizionario Scrivere a: Sogno. Mano, mani, mania, manicaretto, manica, mani- SI CERCA persona qualificata per piangere chino, manicheo, mancanza, manifesto, manifestare, i vecchi che muoiono manicure, manipolare, maniglia, manipolo, manovra, negli ospizi. Si prega maneggiare, manesco, manoscritto, manovella, ma- di candidarsi senza certificati nuale, mappa, mansionario, manierismo, mansueto, e offerte scritte. mansuetudine, asciugamano, poggiamano, passa- I documenti saranno stracciati mano, fuorimano, battimano, talismano, baciamano. senza darne ricevuta. Da parole singole al binomio fantastico di Rodari6 DELLE PROMESSE del mio sposo, alla tridimensionalità del giocattolo da costruire: che vi ha ingannato con i colori il talismano mappa, il manifesto a manovella, un del mondo popoloso, il suo brusio, manichino asciugamano o asciugamano manichino. il canto alla finestra, il cane fuori: che mai resterete soli nel buio e nel silenzio tutt’intorno BIBLIOGRAFIA non posso rispondere io. La Notte, vedova del Giorno. Celati G. (2011), Il vento volatore, Macerata, Quodlibet. Korczak J. (1979), Come amare un bambino, Milano, Le Immagino il giocattolo, una bacheca per mes- Stelle. saggi sistemata davanti casa o nell’entrata di una Leroi-Gourhan A. (1977), Il gesto e la parola, Torino, Einaudi. Rodari G. (2013), Grammatica della fantasia: introduzione scuola, dove si può mettere un annuncio, possibil- all’arte di inventare storie, S. Dorligo della Valle (TS), mente poetico, sicuramente ludico. Un giocattolo Einaudi ragazzi. per bambini, e perché no, per adulti che stanno al Roth P. (2013), Pastorale americana. Torino, Einaudi. gioco, capaci di dondolarsi ogni tanto sulle altalene. Sennett R. (2008), L’uomo artigiano, Milano, Feltrinelli. L’oggetto sarà un mezzo busto ricavato da un’asse, Szymborska W. (2009), La gioia di scrivere, Tutte le poesie (1945-2009), a cura di Pietro Marchesani, Milano, Adelphi. 5 W. Szymborska, La gioia di scrivere, Tutte le poesie (1945- 2009), a cura di Pietro Marchesani, Milano, Adelphi, 2009. 6 G. Rodari, Grammatica della Fantasia, Torino, Einaudi, 1973. 29 © Edizioni Centro Studi Erickson S.p.A. – Ogni riproduzione o distribuzione è vietata.
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