Approfondimento sul Vino - Boi Mauro
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L’enologia L’enologia è lo studio del vino, delle sue caratteristiche principali di coltura e vinificazione. Bisogna evidenziare che nella coltura della vite ci sono fattori chiave che incidono negativamente o positivamente sul prodotto finito: il vino .Tali fattori sono : La tipologia di uva; Il tipo di vitigno; Le tecniche di coltura; La qualità del terreno; Il clima; L’esposizione al sole; L’uomo. L’uva
L’uva è il frutto della Vitis Vinifera, pianta legnosa appartenente alla famiglia delle Vitacee,coltivata per la produzione dell’uva destinata alla vinificazione e al consumo diretto. Le varietà selezionate per la produzione di uva da tavola presentano buccia sottile, vinaccioli piccoli e sapore più dolce . Il Vino Prima ancora di parlare di vino, bisogna chiarirne il suo significato: “il vino è il prodotto ottenuto esclusivamente dalla fermentazione alcolica totale o parziale di uve fresche, pigiate o non, o di mosti d’uva”. Il Grappolo
Il grappolo è la Fruttescenza della vite, costituita da : Raspo o Rachide (4/5% del peso del grappolo)contiene acqua per circa il 35/75%,tannini 1-4 % ,zuccheri e cellulosa,lieviti,polifenoli. Racimoli o tralcio:struttura legnosa che sostiene il grappolo. Pedicello :parti legnose che collegano l’acino al raspo. Polpa o Mesocarpo (75-85 % )del peso dell’acino,di colore bianco è ricca d’acqua (80-90%),di zuccheri (15-25%),Sali minerali,sostanze azotate. Buccia o epicarpo :contiene 70-80% di acqua ,1-3% tannini ,sostanze
azotate,sostanze coloranti,sostanze aromatiche,lieviti,polifenoli. Vinaccioli o endocarpo :sono i semi presenti all’interno dell’acino e sono ricchi di tannini e oli ,polifenoli. Grappolo Acino Gli Zuccheri
Zuccheri : gli zuccheri presenti nel mosto sono principalmente Glucosio e fruttosio. Nelle uve non del tutto mature prevale il glucosio;nelle uve mature le concentrazioni di glucosio e fruttosio sono uguali;in quelle eccessivamente mature prevale il fruttosio. Glucosio e fruttosio sono zuccheri fermentescibili che si trovano in alcol etilico nel corso della vinificazione. I vitigni che producono più zucchero contengono meno acidi ,così pure nelle zone meridionali l’uva è più zuccherina e meno acida . Gli Acidi Acidi : gli acidi sono responsabili dell’acidità del mosto ,al quale conferiscono un ph compreso tra 3 e 3,6 : perciò costituiscono un ostacolo alla vita dei microrganismi. Gli acidi organici presenti in qualità più rilevante sono il tartarico , il malico e il citrico.Gli acidi si possono trovare liberi o sotto forma di Sali , di potassio e di calcio principalmente, i Sali sono però meno solubili degli acidi perciò precipitano nel corso della fermentazione .
I Polifenoli Polifenoli :I polifenoli,che provengono dai raspi ,dalla buccia e dai vinaccioli,conferiscono sapore e colore al vino;esercitando anche un’azione battericida contribuendo alla conservazione del vino. I polifenoli possono distinguersi in : Antociani :Pigmenti che conferiscono il colore rosso-viola all’uva e al vino. Flavoni : responsabili del colore giallo dell’uva cosiddetta bianca. Sono anche presenti nell’uva rossa, ma risultano mascherati dagli antociani. Leucoantociani e Catechine : insieme formano i tannini ,anche loro concorrono alla colorazione del vino bianco e rosso invecchiato e al gusto astringente. Sono localizzati soprattutto nei vinaccioli (65%) nel raspo (20 %),meno nelle bucce (10-15%)mentre nella polpa sono presenti in piccole quantità .
Sostanze azotate : Sono date da sostanze organiche (amminoacidi, polipoidi e proteine ) e in minime quantità da composti inorganici (ammoniaca, nitriti e nitrati ) Derivano prevalentemente dalla buccia e sono essenziali per la crescita dei lieviti e quindi per il processo della fermentazione. Sostanze peptiche: La cui quantità nel mosto dipende dal grado di pressatura dell’uva e della presenza di vinacce durante la vinificazione ,in parte liberano alcol melico e in parte si legano alle proteine e precipitano . Sostanze aromatiche
Sono numerose,tra cui esteri,aldeidi,chetoni concorrono a determinare l’aroma del e terpeni . Queste sostanze vino giovane,mentre nel vino maturo le componenti odorose e si formano principalmente nel corso della fermentazione e dell’invecchiamento . Sali minerali Sono rappresentati soprattutto da potassio, calcio,magnesio,sodio, ferro,rame e zinco . Questi elementi si trovano combinati con i Sali che conferiscono sapidità al vino . Eccessive quantità di ferro e di rame possono essere causa di intorpidimenti del vino. Vitamine : Vitamine C del gruppo (B1,B2,B6 )
E vitamina A sono importanti fattori di crescita per i lieviti . Con i trattamenti a cui viene sottoposto il vino la quantità di vitamine cala notevolmente. La fermentazione del mosto La trasformazione del mosto in vino è essenzialmente un processo chimico -biologico noto come fermentazione alcolica La fermentazione determina la trasformazione degli zuccheri fermentescibili in alcol etilico e anidride carbonica per opera dei lieviti secondo la seguente reazione: C6 H12 O6 ( Zuccheri semplici ) 2CH CH3 OH2 ( alcol etilico ) 2CO2 ( anidride carbonica ) Questa trasformazione comporta anche lo sviluppo di energia sottoforma di calore.
Prodotti principali della fermentazione alcolica Alcol etilico : E questo il composto finale qualificante il vino e si presenta come liquido incolore , con densità di 0,793 g/ml a 15°C.Il vino è quindi meno denso del mosto . L’alcol etilico conferisce al vino una sensazione bruciante e una nota dolce ed il composto più importante ai fini di serbevolezza ,robustezza e corpo del vino stesso. L’alcol è facilmente ossidato dai batteri con formazione di acido acetico , mentre alcuni lieviti lo scindono in acqua e anidride carbonica ;combinandosi con gli acidi origina esteri e con altri alcoli origina eteri entrambi molto profumati. L’ammostamento
Il mosto si può ottenere in vari modi: Con la pigiatrice , che pigia e schiaccia l’uva entro due rulli,in questo caso il mosto è costituito dalla parte liquida , dai raspi ,dalle bucce e dai vinaccioli . Per evitare la presenza di raspi che conferirebbero al vino eccessiva astringenza e asprezza ,il mosto viene diraspato con l’apposita macchina diraspatrice . Le due operazioni , pigiatura e sgrondatura possono essere effettuate da una sola macchina : la pigia – diraspatrice. Con la diraspa – pigiatrice , che allontana i raspi prima di schiacciare l’uva,ragione per cui il mosto liquido non viene mai a contatto con i raspi e origina un vino morbido . I Lieviti
I lieviti sono presenti spontaneamente sulla buccia e sui raspi dell’uva ,ma possono anche essere aggiunti ceppi selezionati . La pruina , lo strato ceroso che ricopre gli acini d’uva , trattiene molto bene i lieviti . In piena fermentazione possiamo trovare circa un milione di lieviti per un millilitro di mosto. Vari metodi di vinificazione Il mosto dopo essere stato trattato e corretto, viene sottoposto a vinificazione, ossia a tutto quel complesso di lavorazioni che portano alla trasformazione del mosto in vino . Possiamo avere tre diversi modi per ottenere vini (vinificazione in bianco , in rosso e in rosato ) Vinificazione in Bianco
Se vogliamo ottenere vini bianchi , dobbiamo vinificare in bianco, con uve che possono essere bianche o rosse . Questo è possibile perché le sostanze coloranti sono presenti nella buccia , mentre la polpa è bianca . Le bucce sono subito separate dal mosto (sgrondatura ). La pigiatura deve essere molto delicata e, oltre a non rompere i vinaccioli bisogna fare attenzione a non rompere le bucce .Il contatto del mosto con le bucce porterebbe il mosto ad arricchirsi di sostanze coloranti e tannini . Il mosto ottenuto subisce una decantazione e una filtrazione per illimpidirlo ,ed in fine è arrivato alla fermentazione alcolica in appositi contenitori d’acciaio ( con la temperatura costante compresa tra 18-20 ° C ). Fermentazione alcolica: trasformazione degli zuccheri, presenti nel mosto, in alcol etilico e CO2 per merito dei lieviti che si trovano nelle bucce, sui tralci, nel terreno. Fermentazione alcolica:
Trasformazione degli zuccheri presenti nel mosto ,in alcol etilico e Co2 per merito dei lieviti che si trovano nelle bucce ,sui tralci nel terreno . Vinificazione in rosso
E’ caratterizzata dalla macerazione delle vinacce all’interno del mosto . Maggiore è il tempo di contatto tra la parte solida ( vinacce ) e quella liquida ( mosto ) maggiore sarà l’estrazione dei pigmenti e di tutte le altre componenti solide . Terminata la pigiatura il mosto viene messo in delle vasche di fermentazione ( temperatura costante tra i 25-30°C)dove avviene la macerazione ,che sarà breve ( 4-6 giorni ) per ottenere vini rossi freschi , leggeri , da bere giovani ; ( 20-30 g ) per vini di gran corpo , molto tannici. Inizia ora la fermentazione tumultuosa , che dura dai ( 5 ai 15 giorni ),al termine si procede con la svinatura ,cioè alla separazione del vino alle vinacce che può avvenire per travaso o filtrazione. Si passa alla maturazione o affinamento . Il vino giovane viene messo a maturare in recipienti e si prosegue con la fermentazione lenta che dura vari mesi , dove i lieviti ( saccharomyces cerevisiae ) continuano la loro attività trasformando i pochi zuccheri rimasti
in alcol. Il vino così ottenuto sarà meno aggressivo. Durante la maturazione avviene un altro processo : la fermentazione malolattica ,provocata da alcuni batteri che trasformano l’acido malico (di sapore molto forte ) in acido lattico (meno aspro e aggressivo del malico ) Infatti viene definito l’acido dolce del vino , conferendo al vino una minore acidità e una maggiore morbidezza . Questa fase è molto importante per l’invecchiamento dei vini rossi , che avviene prima in botti di legno ,poi in bottiglia , dove i vini rossi prendono colori granata o aranciati e i bianchi diventano dorati. Nei vini bianchi la fermentazione malolattica non esiste perché altrimenti si perderebbe quella acidità tipica che li caratterizza.
Vinificazione in rosso
L’inizio della fermentazione è segnalato dallo sviluppo e gorgoglio dell’anidride carbonica ,dall’innalzamento della temperatura del mosto e dall’affioramento delle vinacce. Vinificazione in rosato Serve per ottenere vini rosati da uve rosse ,le bucce vengono lasciate a macerare con il mosto per un tempo che varia dalle 8 alle 30 ore . Segue poi una fermentazione a bassa temperatura come per i vini bianchi ( 18 -20° ) Partendo da uve rosse si otterranno vini più leggeri , di limitata intensità colorante e poco tannici . Il vino rosato si ottiene : Da uve rosse poco macerate Da una mescolanza di uve bianche e rosse Da uve rosate cioè con uno scarso contenuto di pigmenti coloranti
Nel primo caso le bucce vengono lasciate poche ore ( non più di 24 )macerare nel mosto in modo che venga ceduta una modesta quantità di sostanze coloranti (antociani ). Nel secondo caso si tratta di fare un uvaggio con prevalenza di uve bianche , in modo che la sostanza colorante rossa non incida eccessivamente . Nel terzo caso si parte da uve poco colorate come il moscato , dal quale si ottiene il Moscato rosa del trentino , oppure il Grignolino vendemmiato a maturazione non completa . Una recente tecnica di produzione di vino rosato, consiste nel suddividere le uve rosse in due parti : La parte più abbondante è pressata direttamente e l’altra è pressata , diraspata , privata delle vinacce è me4scolata al mosto precedente. Il tutto è posto a fermentare insieme ; in sostanza si tratta di una vinificazione in rosso con macerazione di una piccola parte di vinacce .
Vinificazione in rosato Uve Rosse Di raspatura Pigiatura Macerazione breve Svinatura Fermentazione tumultuosa Fermentazione lenta Maturazione Imbottigliamento
Il Vino novello La tecnica per produrre il vino novello viene chiamata “macerazione carbonica”. Le uve intere (senza essere pigiate, raspo compreso) vengono messe dentro delle vasche dove viene immessa dell’anidride carbonica (CO2). La temperatura è mantenuta tra i 25/30° C per permettere un’auto fermentazione all’interno degli acini (detta anche fermentazione intracellulare) che nell’arco di due settimane porta alla formazione di sostanze profumate e aromatiche. Terminata la macerazione l’uva viene diraspata e pigiata, si completa la fermentazione che dura 4/6 giorni e il vino è pronto per l’imbottigliamento Otteniamo così dei vini leggeri, molto profumati e poco tannici, che dopo 4/5 settimane possono essere immessi sul mercato, non prima del 6 novembre e devono essere consumati entro la primavera successiva.
Di solito è un vino rosso, ma ne esistono anche bianchi . Alcol È l’alcolicità effettiva dei vini e si svolto trova espressa in etichetta con il termine “volume %”. Alcol È quello rappresentato Potenziale dall’eventuale fermentazione ottenibile dagli zuccheri residui nel vino, importante per i vini dolci (per questa parte si applica il coefficiente 0,6 moltiplicato per il contenuto zuccherino). Alcol È la somma dei precedenti totale A seguito della fermentazione, nel vino si forma alcol in percentuale variabile dal 9 al
17% circa. Il grado alcolico di un vino è dato dalla % di alcol presente; un vino con 12 gradi ha al suo interno il 12 % di alcol, ossia 12 centilitri di alcol in un litro. Questa quantità è detta alcol svolto. Se un vino è dolce, contiene ancora degli zuccheri che, se fermentati darebbero origine ad altro alcol, questa % di alcol è detta alcol potenziale ed è data dalla quantità di zuccheri ancora presenti, moltiplicata per 0,6. ossia 12 centilitri di alcol in un litro. Questa quantità è detta alcol svolto. Se un vino è dolce, contiene ancora degli zuccheri che, se fermentati darebbero origine ad altro alcol, questa % di alcol è detta alcol potenziale ed è data dalla quantità di zuccheri ancora presenti, moltiplicata per 0,6. 8 + (5 x 0,6)=11 Gradi in un litro ci saranno 11 cl di alcol Nei vini secchi alcol svolto e alcol totale saranno identici, mentre nei vini dolci l’alcol totale sarà superiore.
L’invecchiamento L’uso delle botti in legno è riservato all’affinamento e all’invecchiamento del vino. Una botte molto importante è la “barrique” che ha una capacità di circa 225 litri. Viste le dimensioni molto ridotte facilita e accelera la maturazione dei vini.
Fermentazione Tumultuosa Durante la fermentazione tumultuosa , quando è esaurito l’azoto ammoniacale , i lieviti si adattano a utilizzare gli amminoacidi per ricavare l’azoto indispensabile alla propria alimentazione . Essi trasformano l’amminoacido in alcol con un atomo di carbonio in meno . Gli alcoli che si formano hanno almeno tre atomi di carbonio rispetto all’alcol etilico . La alcolica degli amminoacidi è la principale responsabile del profumo del vino detto secondario ; il profumo o meglio l’aroma derivante dall’uva detto primario ,quello che si formerà in botte è detto profumo terziario , mentre il profumo quaternario si formerà in bottiglia. L’aggiunta di fosfato biammonico al mosto carente di azoto ammoniacale forma vino meno profumato perché il lievito non forma gli alcoli superiori.
Gli alcoli superiori sono abbondanti nei vini piemontesi , mentre risultano scarsi nei vini sardi e in quelli siciliani. L’anidride solforosa L’anidride solforosa è un gas di odore pungente , facilmente liquefattibile e solubile in acqua . Nel mosto e nel vino essa svolge le seguenti azioni principali : 1. Regolazione della fermentazione alcolica 2.Antiossidante 3.Defecante 4.Estrazione dei polifenoli 5. Mutizzazione dei mosti 6. Abbassamento della temperatura di fermentazione. L’azione regolatrice della fermentazione alcolica si esplica in modo più o meno efficace in funzione della dose. Dosi minime esplicano già azione inibente verso batteri , muffe ,enzimi ossidanti e lieviti apiculati. Dosi letali per detti microrganismi non lo sono ancora per i lieviti ellittici:
Infatti , a dosi di 50 /100 mg/l , dopo poche ore i lieviti ellittici superano l’inibizione e iniziano il processo fermentativo. Si ottiene un vino più ricco di etanolo e più povero di acido acetico. L’azione antiossidante si esplica nell’impedimento dell’ossidazione dei composti del mosto e del vino( specialmente dei polifenoli) per ossidazione dell’anidride solforosa stessa( con formazione di anidride solforosa). E’ così prevenuto l’inscurimento del colore del vino che si verificherebbe per ossidazione dei polifenoli. L’azione antiossidante si esplica anche nei confronti dei batteri e degli enzimi ( ma poco verso la laccasi). L’azione defecante consiste in un illimpidimento del mosto dovuto a due motivi: L’anidride solforosa,all’inizio, blocca tutte le forme viventi, compresi i lieviti ellittici ; per un certo periodo il mosto è perciò tranquillo,quieto, e ciò consente il depositarsi delle sostanze solide;L’anidride
solforosa si combina con le sostanze proteiche, favorendo la precipitazione e anche facendone coagulare i colloidi a carica negativa. L’estrazione dei polifenoli dalle bucce( le cui cellule muoiono per asfissia ) avviene per combinazione di questi composti con l’anidride solforosa; in questa reazione si forma un leucocomposto( sostanza incolore), ma a poco a poco l’anidride solforosa si stacca dal polifenolo e il colore appare più intenso. Evidentemente, desiderando ottenere vini poveri di polifenoli è consigliabile impiegare basse dosi di SO2 (per esempio nei vini bianchi). Il mosto muto ottenuto per aggiunta di dosi elevate di anidride solforosa , 0,5/1 g/l, deve essere desolfitato per poter poi fermentare. L’abbassamento della temperatura è una conseguenza dell’azione inibente esplicata verso i lieviti che, pur fermentando, non si trovano del tutto a loro agio. L’anidride solforosa si trova commercialmente nelle seguenti forme:
Bombole di gas liquefatto sotto pressione; sono in vendita anche piccole bombole di facile uso manuale Soluzione liquida; Zolfo puro che per abbruciamento origina anidride solforosa; utilizzando per disinfezione di locali e attrezzi, il 30% origina anidride solforica, che non ha potere antisettico; Sali , dato che l’anidride solforosa immessa nel mosto o nel vino si comporta come acido solforoso( H2SO4) più o meno salificato; i Sali più facilmente reperibili sono il bisolfito potassico(KHSO4) contenente circa il 53% di anidride solforosa, e il metabisolfito potassico (KHSO4) che in realtà è pirobisolfito potassico, contenente il 69,5% di anidride solforosa le rese reali di anidride solforosa sono inferiori a quelle teoriche. In commercio si trovano anche prodotti contenenti contemporaneamente un solfito, fosfato
biammonico e carbonato di calcio (disacidificante) I Vini in Sardegna
Vini D.O.C e D.O.C.G
L a Sardegna La regione Sardegna ha una superficie di 24.100 kmq; il suo territorio è suddiviso in aree montane per il 13,6%, collinari per 67,9% e pianeggianti per il 18,5%.L’idrografia, in virtù della natura del rilievo e del clima, assume nell’isola carattere torrentizio, con portate relativamente copiose in inverno ed accentuate magre estive. Il fiume più lungo dell’isola è il Tirso, che dopo un percorso di 150 km sfocia nel golfo di Oristano; segue il Temo che sbocca nel mar di Sardegna presso Bosa, ed è per un piccolo tratto l’unico fiume navigabile della Sardegna. Nella parte settentrionale dell’isola si trovano il Coghinas ed il Liscia; sul versante tirrenico confluiscono i fiumi Posada, Cedrino e Flumendosa; mentre a sud nello stagno di Cagliari, confluiscono le acque e del fiume Mannu Rilevante è stata l’opera umana nella seconda meta del ventesimo secolo, con la creazione di laghi artificiali, fra i quali: il lago Omodeo e il lago
Coghinas. Attualmente questi bacini garantiscono interventi d’irrigazione di soccorso e assicurano l’indispensabile presenza d’acqua al comparto viticolo. I Vitigni I vitigni più importanti sono: il nuragus, il vermentino, il cannonau, il monica, il pascale, il bovale, il carignano. Il vitigno più importante resta comunque quello della vernaccia, che interessa soltanto una superficie di 1400 ettari nella zona di Oristano . I vini D.O.C. sono prevalentemente ottenuti da mono-vitigni: un’uva principale talvolta integrata da moderate percentuali (15%) di altre. Vocabolario : Vigneto: terreno coltivato a vite. Vitigno: la pianta della vite alla varietà cui appartiene.
Cannonau di Sardegna D.O.C. Vitigno: Cannonau, noto in Francia come Grenache in Spagna come Alicante. Zona di produzione: il vitigno Cannonau trova un ambiente favorevole sia nei terreni caldi e sabbiosi dei litorali dell’isola che in quelli aspri e rocciosi dell’interno montagnoso. Nelle tenute Sella & Mosca è coltivato nel quadrante di sud- est esposto ai venti del Grecale. Colore: granata tendente al rosso mattone. Profumo: di invecchiamento, con pronunciato bouchet di viola. Sapore: robusto, pieno. Tenore alcolico: 12,5 % vol. Invecchiamento: in botte di rovere per due anni. Conservazione: per cinque anni dalla data d’imbottigliamento. Come si serve: alla temperatura di 18/20°C. Come si serve: con carni rosse, arrosto ed in umido, selvaggina e formaggi forti.
Monica di Sardegna D.O.C. Vitigno: è un vino ottenuto da uve Monica con il concorso di altri vitigni: Pascale di Cagliari, Carignano, Bovale grande e Bovale sardo, nella misura del 15%. Zona di produzione: il vitigno Monica trova un ambiente favorevole in un suolo di tipo calcareo-argilloso con un leggera pendenza e ottima esposizione al sole e alla ventilazione. Colore: rosso rubino, con riflessi leggermente ambrati. Profumo: vinoso, intenso. Sapore: asciutto con caratteristico retrogusto. Tenore alcolico: 12% vol. Invecchiamento: fino ad un anno. Conservazione: in bottiglia per vari anni. Come si serve: alla temperatura di 18°C. Come si serve: accompagna ottime carni, pesci con salsa e formaggi saporiti.
Vermentino di Sardegna Vitigno: Vermentino, di probabile origine spagnola, di facile adattamento alle condizioni dell’area mediterranea occidentale. Zona di produzione: questo vitigno, ha il suo habitat nella parte nord della Sardegna dove cresce sui terreni di disfacimento granitico e lungo i litorali. Colore: giallo paglierino con riflessi verdognoli Profumo: gradevole aromatico. Sapore: secco, fresco, vivace; il gusto fruttato è accentuato dall’aroma del vitigno. Tenore alcolico: 10/11% vol. Conservazione: da bere nel primo anno d’età. Come si serve: alla temperatura di 8°C. Come si beve: come aperitivo, con antipasti, pesce e carni bianche.
Bibliografia Tecnologie agrarie Materiale personale Dispense
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