Apple vs Amazon: due visioni geopolitiche opposte - Aspen ...
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Ian Bremmer Apple vs Amazon: due visioni geopolitiche opposte Apple e Amazon sono entrambi due giganti tecnologici globali, 48 ma hanno strategie completamente diverse. Se Apple ha scel- 2019 to un modello globalista rivolto ai pochi privilegiati che conti- nueranno a consumare su scala globale, Amazon punta su un 87 modello che si rivolge in primis alla classe media americana Aspenia sconfitta dalla globalizzazione e sussidiata dal governo fede- rale. Nella recessione geopolitica che ci attende il modello del gruppo di Jeff Bezos sembra quello vincente. L’emergere della geotecnologia come disciplina si deve al cambiamento, avvenuto negli ultimi dieci anni, della relazione tra geopolitica e tecnolo- gia. In particolare, agli effetti geopolitici – involontari, ma tangibili – pro- dotti dai modelli d’impresa dei giganti tecnologici: le nuove opportunità offerte dalla rivoluzione delle comunicazioni a individui e società civile, con la conseguente sfida all’autoritarismo; l’erosione del senso di comu- nità e la polarizzazione delle Ian Bremmer, autore di Us vs. Them: the failure democrazie, nonché i nuovi of globalism, è presidente di Eurasia Group e di strumenti di controllo che la GZERO Media. 048-053-Bremmer n_87 Italiano.indd 48 02/12/19 18.26
rivoluzione dei dati fornisce ai regimi autoritari. Trasformazioni talmente profonde da riflettersi sulle stesse aziende tecnologiche che le hanno gene- rate. In che modo? LA TECNOUTOPIA GLOBALE. Per rispondere a questa domanda, ho riflettuto a lungo su Apple e Amazon, due aziende con modelli di business strategici basati su visioni del mondo per molti aspetti antitetiche. Quello di Apple risponde a una logica economica, quello di Amazon a una logica geo- politica. Entrambi aprono spaccati affascinanti sulle prospettive del mondo, almeno dal punto di vista di due attori che stanno contribuendo a plasmarlo. Apple vuole restare il campione globale dell’elettronica di alta gamma: de- sign esclusivo, ossessione per la privacy e per la sicurezza del cloud (spazio 49 remoto di archiviazione dati) che custodisce i dati di milioni di utenti. Una sorta di anti Facebook che non venderà mai i tuoi dati a terzi, con prezzi inarrivabili per la maggior parte dei consumatori mondiali. In pratica, Ap- ple vuole vendere una risposta utopica a un mondo distopico in cui l’intimi- tà delle persone è annullata in nome del profitto, promettendo ai suoi utenti di risparmiarli da questo triste destino. La logica dietro a questa visione è innegabile, specie alla luce della minac- cia posta al benessere dell’uomo dall’intelligenza artificiale e dai cambia- menti climatici. In un mondo di profonde e crescenti diseguaglianze, non conviene puntare sulla classe media. L’élite, qualsiasi essa sia, non baderà al prezzo e chiederà un prodotto che le consenta di sfuggire ai dilemmi e ai disservizi posti da un settore pubblico in via di disfacimento. Tecnoutopia, dunque, almeno per gli utenti di Apple. Apple dà tuttavia per scontato che l’1% (più ricco) del mondo continui ad agire come una classe di consumatori globali. Il problema è che tale assunto non si applica alla Cina. Fetta enorme del mercato globale, il pa- 048-053-Bremmer n_87 Italiano.indd 49 02/12/19 18.26
ese non ambisce a un modello di lungo termine che consenta a parte dei suoi cittadini di eludere la sorveglianza e i comportamenti incentivati dal governo per promuovere la stabilità politica. Via via che, nei prossimi cin- que anni, la Cina si avvicinerà al traguardo dell’indipendenza tecnologica dagli Stati Uniti in ambiti cruciali come i semiconduttori e i sistemi ope- rativi dei telefoni – forse la decisione più gravida di conseguenze geopo- litiche presa da un governo negli ultimi decenni – Apple diventerà uno dei modelli tecnologici più vulnerabili nel paese. Specie se Washington riuscirà a bloccare ogni cessione di software e hardware critico a Huawei. Il numero due mondiale degli smartphone sta già sviluppando un nuovo sistema operativo dopo che il suo accesso al software Android di Google 50 e alle relative applicazioni è stato interdetto dall’amministrazione Trump. Se la campagna statunitense ha successo e Huawei è costretta a trince- rarsi nel mercato interno cinese per sopravvivere, la posizione di Apple come marchio statunitense dell’elettronica di alta gamma in Cina diverrà sempre più vulnerabile. Per ritorsione ufficiale delle autorità cinesi, o per rivolta spontanea del consumatore locale contro il marchio della mela, in quanto americano. Se anche tutto ciò non avvenisse, i recenti problemi dell’nba in Cina sug- geriscono che Apple potrebbe trovarsi anch’essa in una posizione insoste- nibile, faticando a giustificare in Occidente la sua strategia commerciale basata sulla tutela della privacy a fronte di una perdurante presenza sul mercato cinese. L’azienda è già stata oggetto di pesanti critiche in Occiden- te per aver rimosso dal suo store un’applicazione usata dai manifestanti di Hong Kong per tracciare i movimenti della polizia. E ciò che nei prossimi anni sarà un problema per la Cina, lo sarà anche per i paesi in cui Pechino riveste un ruolo geoeconomicamente dominante, i quali tenderanno ad alli- nearsi agli standard normativi e tecnologici cinesi. 048-053-Bremmer n_87 Italiano.indd 50 02/12/19 18.26
UNA SCOMMESSA SULLA DISUGUAGLIANZA SOCIALE. La vi- sione del mondo di Amazon non potrebbe essere più diversa: essa punta a dominare i dati e la logistica necessari a gestire il commercio al dettaglio di beni a basso costo in Occidente. Beni su richiesta, più economici e ve- loci di qualsiasi concorrente, uniti a un impareggiabile ecosistema dei dati che cresce insieme ai volumi commerciali. Paragonata ad Apple, quella di 51 PG Amazon è una scommessa sull’altra faccia della crescente diseguaglianza globale: il consumo di massa di beni economici. Ma la società ambisce an- che a diventare l’attore tecnologico più allineato al governo statunitense: la Lockheed del xxi secolo, potenziale fornitore di tecnologia in regime di monopolio a una sottoborghesia sussidiata di americani. È facile bollare la decisione di Jeff Bezos, amministratore delegato di Ama- zon, di acquisire il Washington Post, di comprare una residenza principesca e di inaugurare il nuovo, scintillante quartier generale della società come il capriccio di un miliardario che vince la lotteria degli sgravi fiscali in Nord America. È però difficile vedervi una coincidenza, data la strategia azienda- le. L’obiettivo è infatti mettersi in condizione di ottenere una vasta gamma di contratti governativi strategici. Un processo non privo di ostacoli: giusto il mese scorso Amazon si è vista soffiare da Microsoft il maggiore appalto 048-053-Bremmer n_87 Italiano.indd 51 02/12/19 18.26
tecnologico del governo negli ultimi decenni, un contratto da 10 miliardi di dollari per fornire un cloud sicuro al Pentagono, forse a causa della perso- nale idiosincrasia di Trump per il Washington Post di Bezos. Ma Amazon già fornisce il cloud alla cia e ha fatto appello contro l’esito della gara per la Difesa. In ogni caso, è il più filogovernativo dei quattro giganti statuni- tensi di internet: Facebook non compete nel campo dell’archiviazione dati e Google è stata costretta a sfilarsi da una piccola collaborazione con il dipartimento della Difesa sulle tecnologie di riconoscimento facciale dopo che alcuni impiegati hanno minacciato di licenziarsi per l’eventuale parte- cipazione dell’azienda a progetti militari governativi. Incidenti di percorso a parte, Amazon punta a divenire l’indispensabile fornitore di dati e partner 52 del governo americano. LA LOTTA PER IL CONSOLIDAMENTO. Con il passaggio dal web “classico” all’Internet delle Cose, la lotta tecnologica si sposta dalla verti- cale monopolistica al consolidamento, ovvero all’integrazione del business con i vari ambiti di consumo. Sulle schiere crescenti dell’ex classe media americana impoverita dalla diseguaglianza e dall’automazione, il governo statunitense avrà probabilmente più influenza di chiunque altro al mondo. Lo stesso non può dirsi francamente per i clienti di Apple, molto meno sog- getti agli effetti della regolamentazione pubblica. Ma per chi resta indietro – per l’ex borghesia declassata – la storia è assai diversa. Se oggi c’è una tendenza strutturale negli Stati Uniti, è quella che vede un numero crescente di individui convinti che per essi il contratto sociale non funzioni più. I salari stagnanti e il sistematico disinvestimento in infrastrut- ture hanno creato problemi non più aggirabili; si aggiunga la cosiddetta quarta rivoluzione industriale e il risultato è una permanente sottoclasse di cittadini che chiede più intervento pubblico. 048-053-Bremmer n_87 Italiano.indd 52 02/12/19 18.26
Chi fornirà la tecnologia a questa massa, in prospettiva sussidiata dal go- verno? La tecnologia necessaria a costruire, rinnovare e gestire alloggi pub- blici, scuole, prigioni? Se il grosso della gente non vuole più pagare per la privacy – piuttosto è il contrario – il governo statunitense necessita di un partner che possa assicurare l’ordine sociale a costi ragionevoli. E non è azzardato ipotizzare che l’azienda oggi in prima linea nel fornire servizi cloud alle grandi agenzie governative e che, incidentalmente, gestisce uno degli apparati logistici più grandi e raffinati del globo, possa un giorno es- sere chiamata ad alimentare questo nuovo contratto sociale: consumi per la sottoclasse, gentilmente offerti dallo zio Sam e da Amazon Basics. La strategia di Amazon non fa peraltro affidamento sul mercato cinese, dove sono destinati a dominare pochi monopolisti locali. Piuttosto, assume che la 53 Cina diventi più influente in alcune parti del mondo e che gli Stati Uniti per certi aspetti la imiteranno, non viceversa. Il progressivo e permanente ar- retramento socioeconomico di vaste porzioni della popolazione statunitense richiede, per essere gestito, un’azione strategica dell’esecutivo federale. Se non puoi integrare la gente, devi cambiare il modo di governarla. Non è una situazione nuova: gli Stati Uniti sono sempre stati una democrazia rappre- sentativa… ma non per tutti. Al crescere delle diseguaglianze socioeconomiche, il modello globalista di Apple si rivolge ai pochi privilegiati, quello nazionalista di Amazon ai molti sussidiati. Nella recessione geopolitica che ci attende, il modello vincente a me sembra quello di Amazon, non quello di Apple. 048-053-Bremmer n_87 Italiano.indd 53 02/12/19 18.26
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