Sudafrica La democrazia dopo l'apartheid

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Sudafrica
La democrazia dopo l’apartheid
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Il Sudafrica dell’apartheid

1652 Compagnia Olandese delle Indie Orientali si insedia presso Capo di Buona Speranza: avvio
     occupazione europea da parte di afrikaner e poi inglesi
1880-81 e 1899-1902 guerre anglo-boere: Transvaal e Orange annessi a Cape e Natal
1909 South Africa Act → 1910 Union of South Africa pone basi del nuovo stato
1948-1990 regime apartheid ideato e realizzato dal National Party (NP)
         già Land Act (1913, solo 10%-13% ai ‘nativi’) e segregazione razziale (1923 Urban Areas Act per obbligo
          pass)
         grand apartheid (strutturale): Population Registration Act (1950) per classificazione razziale, Group Areas
          Act (1950) per separazione residenziale, Bantu Authorities Act (1951) per bantustans, Prohibition of
          Mixed Marriages Act (1949), ecc.
         petty apartheid (quotidiano): Reservation of Separate Amenities Act (1953) per luoghi pubblici, trasporti,
          servizi
         Suppression of Communism Act (1950) per repressione delle opposizioni

1960 indipendenza da Londra e Costituzione repubblicana
1950s-1990s lotta di liberazione da parte dell’African National Congress (fondato già nel 1912) e altre
   organizzazioni
1985 ‘stato di emergenza’ proclamato da Pretoria
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Il regime nel
contesto
regionale
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Il Sudafrica: transizione
e democrazia arcobaleno?

1948-90 il regime dell’apartheid e la crisi degli anni ‘80

1990-94 negoziati costituzionali extraparlamentari per il dopo-apartheid

     Le sunset clauses e la costituzione transitoria del 1993:
              sistema elettorale proporzionale (0,25%)
              esecutivo di power-sharing (GNU 93% + spartizione partitica)
              autonomie regionali + diritti collettivi
              quasi-veto (informale) alle minoranze e procedure di emendamento
                 costituzionale aggravate

1996 costituzione definitiva: sistema misto maggioritario/consensuale

Prime elezioni democratiche 1994, poi di nuovo 1999-2004-2009-2014-2019
      sistema parlamentare con presidente
      African National Congress (ANC) oltre 2/3 seggi nel 2004 e 2009
      da Nelson Mandela a Thabo Mbeki, Jacob Zuma, Cyril Ramaphosa
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Una forma di governo parlamentare

Il Governo di Unità Nazionale (1994-1996)

Un «Presidente» esecutivo, ma è analogo a un Primo ministro…
      eletto dal parlamento, forma e guida l’esecutivo
      «primo sopra ineguali» (Sartori): nomina e licenzia i ministri, può sopravvivere a sfiducia
      mozione di sfiducia passa a maggioranza dei membri dell’Assemblea Nazionale, due tipi:
                a) nei confronti dell’esecutivo (escluso il presidente): nuovo esecutivo
                b) nei confronti del presidente: decade (sempre bocciate: 2010, 2015, 2016, 2017)
      scioglimento anticipato AN se non elegge presidente dopo posizione vacante per 30 gg.

… seppur sia anche Capo dello stato
      prerogative tipiche: rappresenta nazione, ratifica leggi (o invia a Corte costituzionale per
       giudizio di costituzionalità)
      impeachment di tipo presidenziale con 2/3 membri AN (rimozione per motivi «non politici»:
       violazione costituzione, condotta illecita, incapacità di svolgere funzioni)
      massimo due mandati: tipico sistemi presidenziali o semipresidenziali, frequente in Africa
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Ramaphosa I    Anc   14.02.2018   0    461   (-)
Ramaphosa II   Anc   22.05.2019   14         57,5

                                                Fonte: Carbone, in Vassallo (2016:397)
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Un parlamento bicamerale fortemente asimmetrico

 National Assembly (400 seggi)
     sistema proporzionale a liste bloccate + clausola anti-defezioni → forte controllo
      partitico
     formula Droop: (voti / M + 1) + 1
     200 da liste regionali, in base a popolazione: dai 5 Northern Cape ai 48 Gauteng
     200 da liste nazionali, da somma voti regionali e calcolo in base a 400 (sottraendo
      poi quelli già assegnati): attenuano effetti concentrazione territoriale dei voti
     alto grado di proporzionalità: soglia implicita attorno a 45.000 voti (0,25%) nel 2009

 National Council of Provinces (NCOP, 90 seggi)
     pari rappresentanza per le provincie, secondo un principio federale
     10 «delegati» per provincia: 6 ‘permanenti’ e 4 ‘speciali’, guidati dal premier
      provinciale (o un suo incaricato)
     nominati dai legislativi provinciali, con rappresentanza minoranze
     mandato imperativo (decadono se richiamati o espulsi) → forte controllo partitico
Sistema
elettorale
proporzionale
a liste chiuse
Processo legislativo e dinamiche parlamentari
  asimmetrico: 2a approvazione da NA (con 2/3 se leggi su
   provincie) supera voto contrario del NCP
  iniziativa legislativa nei fatti dominata dal governo
  commissioni parlamentari talvolta rilevanti
  no veto presidenziale

  istituti di derivazione britannica: speaker, whips, question
   time, leader of the opposition

  parlamento assoggettato a ANC, ma dinamiche avversariali
   crescenti post-2014 con DA e EFF
Decentramento semi-federale,
ma scarsa autonomia effettiva

Regioni (‘provincie’) interne con importanti differenze (demografiche, culturali,
socio-economiche, ecc.)
Le nove provincie del Sudafrica

                                  Pre-1994
Decentramento semi-federale,
ma scarsa autonomia effettiva

Regioni (‘provincie’) interne con importanti differenze (demografiche, culturali,
socio-economiche, ecc.)

Obbiettivi contrapposti nei negoziati costituzionali:
ANC pro centralizzazione versus National Party/Inkatha pro decentramento

Compromesso, un sistema misto:
   assetto formale quasi-federale: 9 provincie (+ 284 governi locali)
   premier provinciali eletti da legislativi (a loro volta eletti con sistema proporzionale)
   competenze: «esclusive» modeste, «concorrenti» più consistenti (istruzione, welfare,
    autorità tradizionali, ecc.), ma «residue» al governo centrale
   scarsa autonomia finanziaria
   «governo cooperativo» (art. 41.1, Costituzione 1996)
   nella prassi decentramento limitato dal predominio dell’ANC anche sulle provincie (7
    su 9 nel 1994, 8 su 9 nel 2014)
Un bilancio a 25 anni dalla fine dell’apartheid

La transizione e il “nuovo Sudafrica”
  formidabile immagine internazionale: Nelson Mandela e la rainbow nation
  grandi aspettative di miglioramento socioeconomico, anche del continente

Miglioramenti politici e socio-economici, ma crescenti problemi:
crescita economica scarsa + tensioni sociali + crisi politica (corruzione/leadership)

Cosa non ha funzionato? Dove va il Sudafrica?
Johannesburg: Kya Sands/Bloubosrand (Fonte: unequalscenes.com)
Le tensioni per la mancata riforma della terra
La terra nei PVS e l’attesa di una riforma e redistribuzione post-apartheid
  • compromesso post-apartheid: lo stato acquista e redistribuisce su base del principio
    willing buyer, willing seller (prezzi di mercato: redistribuzione regolata e accettabile
    per i proprietari che vendono)
1994-2017 progressi a rilento
  • solo il 30% delle terre che il RDP 1994 prevedeva di redistribuire, i.e. 4,9m ettari
    acquistati dallo stato ($848m) di cui 3,4m redistribuiti a nuovi proprietari
  • fortissime disuguaglianze: dopo 25 anni, terre migliori ancora nelle mani dei bianchi
Zuma sotto pressione ha rilanciato radicalismo populista
  • chiede riforma costituzionale per espropri senza compensazione (in precedenza
    fermò misure più modeste), versus protezione diritti di proprietà (cf. Zimbabwe)
  • ma l’ANC nei fatti ha ribadito la linea dell’adeguata compensazione, mentre l’EFF pro-
    redistribuzione senza compensazione
Perché: l’ortodossia neoliberale esterna vincola il governo?
Il dominio (quasi) incontrastato
dell’African National Congress

Da movimento a partito di governo
   •   ampie maggioranze in sei elezioni nazionali (1994-2019) e nelle provincie:
              legittimazione dal ruolo storico nella «liberazione»
              partito «grande chiesa»
              grande capacità di mobilitazione
              Alleanza Tripartita con COSATU (sindacati) e SACP

   •   penetrazione crescente di società ed economia

   •   democrazia, ma “a partito dominante”: sfidanti deboli

Eppure … un andamento elettorale a «U rovesciata» per l’ANC:
• graduale erosione dei consensi, seppur contenuta, dopo picco nel 2004-2006
• perdita delle metropoli nelle elezioni locali 2016: la % più bassa dal 1994
2019 (v)   57,5   20,8   3,4   10,8   7,5   …
2019 (s)   57,5   21,0   3,5   11,0   7,0   …
Le performance elettorali dell’ANC, 1994-2019

                                 Source: Independent Electoral Commission of South Africa.
Le sfide delle opposizioni

La questione chiave fin dal 1994: quale alternativa all’ANC?

Il declino delle vecchie opposizioni – National Party/NPP e Inkatha Freedom Party
(IFP) – per la limitata base etnico-razziale

L’ascesa dei liberali: la Democratic Alliance/Democratic Party
    dal 2% (1994) al 22% (2014), opposizione ufficiale dal 1999
    leader nero (Mmusi Maimane, 2015) e trionfo alle elezioni locali 2016
    ma calo 2019

I nuovi attori fuoriusciti dall’ANC:
    Congress of the People (COPE): sgonfiatosi rapidamente
    Economic Freedom Fighters (EFF): la sfida populista di Julius Malema e
     l’impatto sull’agenda dell’ANC
Le opposizioni nelle elezioni nazionali, 1994-2019

                               Source: Independent Electoral Commission of South Africa.
Un deficit di leadership politica?
   stabilità politica e continuità amministrativa: governi parlamentari di durata
    elevata
   flessibilità a necessari aggiustamenti (e.g. Thabo Mbeki costretto a
    dimettersi al Congresso di Polokwane 2007, Jacob Zuma nel 2018)

MA graduale delegittimazione della leadership:
      Mandela: leadership carismatica e simbolica
      Mbeki: stile tecnocratico e ‘autoritario’
      Zuma: ‘man of the people’, ma scandali (‘Nkandlagate’ 2015, ‘State of Capture’ Report
       2016), tensioni crescenti (Marikana 2012) e perdita di direzione. Quattro mozioni di sfiducia
       e un impeachment + una mozione sfiducia interna NEC ANC (tutte bocciate)
2016 “State of Capture” Report

• > 350pp. frutto investigazione del Public Protector (ombudsman/difensore
  civico) Ms Thuli Madonsela (2009-2016), Zuma aveva provato (e poi rinunciato)
  a bloccarne la pubblicazione
• Zuma accusato di relazioni improprie con ricchi uomini d’affari (famiglia Gupta):
  evidenza di possibile corruzione a livelli apicali del governo
                     “Deputy Finance Minister Mcebisi Jonas is quoted in the report as saying that
                     businessman Ajay Gupta offered him 600m rand ($44.6m) last year, "to be deposited in an
                     account of his choice", if he accepted the post of finance minister. Mr Gupta also asked
                     him if he had "a bag which he could use to receive and carry 600,000 rand in cash
                     immediately", Mr Jonas alleged, adding that Mr Zuma's son, Duduzane, was present at the
                     meeting. He was expected to remove key Treasury officials from their posts and advance
                     the Gupta family's "business ambitions", Mr Jonas is quoted as saying. … After Mr Jonas
                     rejected the alleged offer, little-known ANC MP Des van Rooyen was appointed finance
                     minister” (BBC News, 2 Nov. 2016)

• “bad for Zuma but certainly not as damning as opposition parties and many
  others had hoped” (BBC News, 2 Nov. 2016)
• porta a istituzione Commissione giudiziaria d’inchiesta (cf. www.sastatecapture.org.za)
Un deficit di leadership politica?
   stabilità politica e continuità amministrativa: governi parlamentari di durata
    elevata
   flessibilità a necessari aggiustamenti (e.g. Thabo Mbeki costretto a
    dimettersi al Congresso di Polokwane 2007, Jacob Zuma nel 2018)

MA graduale delegittimazione della leadership:
      Mandela: leadership carismatica e simbolica
      Mbeki: stile tecnocratico e ‘autoritario’
      Zuma: ‘man of the people’, ma scandali (‘Nkandlagate’ 2015, ‘State of Capture’ Report
       2016), tensioni crescenti (Marikana 2012) e perdita di direzione. Quattro mozioni di sfiducia
       e un impeachment + una mozione sfiducia interna NEC ANC (tutte bocciate)

Il deterioramento della leadership contribuisce al declino economico e sociale?
      da crescita media Pil 4,2% in 2000-2008 a 1,5% in 2009-2018, inclusi peggiori risultati da
       transizione: -1,5 nel 2009 e 0,4% nel 2016 (1,2% atteso 2019)
      crollo e volatilità del Rand a seguito di interferenze di Zuma con ministro finanze P.Gordhan
      disoccupazione ca. 27% nel 2016-2019, su da 21,5% nel 2008
Crescita del Pil 2000-2019

     8.0
                                                                   Sub-Saharan Africa
     7.0                                                           World
     6.0                                                           South Africa

     5.0

%    4.0
var.
Pil  3.0

     2.0

     1.0

     0.0
           2000   2005         2010                       2015                             2020
    -1.0

    -2.0

                                      Fonte: IMF, World Economic Outlook database (October 2016 edition)
Il processo per il rinnovamento della leadership,
l’emergere di Ramaphosa e le elezioni 2019
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