Anno Accademico 2017-18 - Corso Maestro Nazionale
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Corso Maestro Nazionale Tesi Analisi biomeccanica delle stances nell’abilità tecnica del diritto e rilevazione statistica delle stances utilizzate dai tennisti di vertice Maestro Nazionale Irene Ercoli Tutor Gennaro Volturo Anno Accademico 2017-18 1
Abstract Il presente lavoro è composto da una parte tecnica ed una parte sperimentale. La prima parte si concentra sugli aspetti biomeccanici delle stances nel diritto, ponendo l’attenzione alla differenza che ciascuna stance comporta nella biomeccanica esecutiva del colpo; l’analisi biomeccanica è stata effettuata adottando il metodo fasico e pertanto è stata considerata la posizione di partenza, la preparazione, l’accelerazione, l’impatto, il finale ed il recupero. La seconda parte analizza i dati statistici raccolti durante la visione di ventiquattro partite di Federer, Nadal, Djokovic, Murray e Wawrinka. La parte sperimentale del lavoro si pone i seguenti obiettivi: - dimostrare se esiste una correlazione tra la stance utilizzata ed il tempo che il tennista ha a disposizione per eseguire il colpo; per tale motivo, si parte dal presupposto che nella risposta al servizio, nella quale la palla in arrivo è molto veloce ed il tempo di risposta è ridotto, il tennista tende a prediligere stances più aperte; - dimostrare se esiste una correlazione tra stance adottate e superficie di gioco; si ritiene che sulla superficie di gioco “terra” il tennista abbia maggiore tempo a disposizione, essendo la terra più lenta rispetto alle superfici veloci (hard ed erba), e che quindi si utilizzano maggiormente le stances più chiuse; - dimostrare se esiste una correlazione tra le stances e le direzioni; considerando l’alta specializzazione dei tennisti di vertice si ritiene difficile riscontrare un legame come in tecnica di base, che si predilige l’utilizzo della neutral stance maggiormente per la direzione lungolinea e della open o semi open stance per la direzione diagonale; - dimostrare se esiste una correlazione tra stances e direzioni: si parte dal presupposto che quando il tennista adotta una semi closed stance si trova ad affrontare una situazione di difficoltà e pertanto si presuppone che sarà difficile riscontrare un esito “winner” e che sarà più probabile l’esito “errore”; 3
- dimostrare se esiste una correlazione tra stances e profondità: si ritiene che la scelta della profondità di palla dipende maggiormente dal tipo di rotazione adottata e dalla scelta tattica piuttosto che dalla base di appoggio utilizzata. Lo sviluppo della parte sperimentale è stato effettuato con l’ausilio del programma di lavoro Excel che permette di creare tabelle Pivot in grado di dividere il collettivo statistico di riferimento in base alla variabile di split scelta. 4
Ringraziamenti Un particolare ringraziamento al mio amico e Professore di Statistica dell’Università di Roma “Tor Vergata” Simone Borra che tra i suoi mille impegni è riuscito ad aiutarmi nella stesura di questo lavoro contribuendo notevolmente nella rielaborazione dei dati. Un ringraziamento al mio tutor Gennaro Volturo che con professionalità, disponibilità e comprensione ha seguito il mio lavoro. 5
Indice Abstract ...………………………………………………………………..…….p. 3 Ringraziamenti ...……………………………………………………………....p. 5 Indice ...………………………………………………………………………..p. 6 Introduzione ...…………………………………………………………………p. 7 1. Analisi biomeccanica delle stances nell’abilità tecnica del diritto ...……….p. 8 1.1 Le stances ………………………………………………………………….p. 8 1.2 L’influenza delle stances in tutte le fasi del diritto ...……………………...p. 9 1.3 Sintesi sulla biomeccanica del diritto ...……………………...…………..p. 28 2. I dati statistici ...……………………………………………………………p. 30 2.1 La modalità di rilevazione statistica dei dati ...…………………………..p. 30 2.2 Analisi dei dati raccolti: le stances ...…………………………………….p. 34 2.3 Analisi dei dati raccolti: le stances ed il tempo ...………………………..p. 37 2.4 Analisi dei dati raccolti: le stances e le superfici di gioco ………………………………………………………..………………………p. 39 2.5 Analisi dei dati raccolti: le stances e le direzioni ...……………………...p. 44 2.6 Analisi dei dati raccolti: le stances e l’esito ...……………………………p. 45 2.7 Analisi dei dati raccolti: le stances e la profondità ………………………p. 46 3. Conclusioni ..………………………………………………………………p. 48 Bibliografia …………………………………………………………………..p. 50 6
Introduzione Il modello di prestazione attuale ci suggerisce che il tennista moderno nel 62% dei colpi a rimbalzo esegue il diritto e che il 70% di tali colpi sono eseguiti in modo anomalo pertanto si è resa necessaria una più accurata osservazione della tecnica e della biomeccanica esecutiva di tale abilità. Il lavoro intende fornire un quadro generale sulla biomeccanica del diritto in relazione al tipo di stance utilizzata ed intende studiare attraverso una rilevazione statistica le stance utilizzate da cinque giocatori di vertice quali Federer, Nadal, Djokovic, Murray e Wawrinka. Si partirà da una breve analisi del diritto in tutte le sue fasi (posizione di partenza, preparazione, accelerazione, impatto, finale e recupero) soffermandoci sia su aspetti tattici, quali la velocità e l’altezza della palla, che su quelli tecnici quali il grip e la tipologia di stance (neutral, semi open, open e semi closed). Partendo dal presupposto che nel tennis maschile circa l’80% dei diritti sono eseguiti in open e semi - open stance, il 17% in neutral stance e soltanto il rimanente 3% in closed stance, si cercherà di confrontare tali dati con la raccolta dati effettuata attraverso la visione di ventiquattro match disputati dai cinque giocatori precedentemente elencati sulle tre diverse superfici di gioco (veloce, erba e terra rossa); tali dati saranno analizzati attraverso il programma di lavoro Excel al fine di valutare se possa esistere una correlazione tra la tipologia di stance adottata, il tipo di colpo effettuato (risposta al servizio, direzione, profondità, risposta al servizio, winner) e la superficie di gioco. 7
1. ANALISI BIOMECCANICA DELLE STANCES NELL’ ABILITÀ TECNICA DEL DIRITTO 1.1. Le stances La stance si riferisce alla posizione che assumono i piedi ed il corpo rispetto alla rete al termine della fase di preparazione; la scelta della tipologia di stance si associa prevalentemente ad aspetti tattici, quali il tempo a disposizione, il tipo di spostamento (laterale o avanti), la velocità e l’altezza della palla in arrivo, ed in parte ad aspetti tecnici quali il grip e la tipologia di swing prodotto dall’attrezzo durante la fase di accelerazione. Le stance prese in considerazione sono: - neutral: i piedi ed il corpo sono disposti lateralmente rispetto alla rete piuttosto in linea con la direzione del colpo, il piede posteriore è parallelo alla riga di fondo e le anche al termine della fase di preparazione si trovano perfettamente allineate; Figura 1. Diritto in neutral stance (Federer) - semi - closed: il piede sinistro è disposto oltre il piede destro (per i giocatori destrimani), tale appoggio è utilizzato in particolari situazioni tattiche difensive; 8
Figura 2. Diritto in semi – closed stance (Federer) - open: i piedi sono disposti parallelamente rispetto alla base e le anche sono parallele alla rete; Figura 3. Diritto in open stance (Djokovic) - semi – open: posizione intermedia tra la neutral e la open stance. Figura 4. Diritto in semi open stance (Federer) 1.2. L’influenza delle stances in tutte le fasi del diritto a. Posizione di partenza 9
La posizione di partenza nei colpi a rimbalzo si determina in fase dinamica attraverso la tecnica dello split step che permette all’atleta di accumulare energia elastica dal terreno secondo il principio di azione e reazione; una corretta tecnica esecutiva dello split, data da una base d’appoggio ampia all’altezza delle spalle con il peso del corpo sugli avampiedi e la linea di gravità al centro, dal giusto timing esecutivo e da una buona percezione oculare, permette al tennista di cambiare rapidamente direzione. Nella Figura 5 è possibile notare come Federer sia dapprima in fase aerea e successivamente (foto di destra) sia atterrato con un’ampia base di appoggio pronto a ripartire per eseguire l’azione successiva. Figura 5. Tecnica dello split step (Federer) Tale fase non risente della tipologia di stance in quanto come precedentemente detto la stance si determina solo al termine della fase di preparazione. b. Preparazione Nel tennis maschile il tempo di contatto (ICT) che intercorre tra un impatto ed un altro è stato studiato in 1,29 sec pertanto nel corso degli anni la preparazione si è modificata passando da un movimento lineare ad uno semi circolare, con la racchetta che non supera l’altezza delle spalle, o ad uno circolare, con la racchetta che compie una traiettoria ellittica garantendo così un movimento ampio e continuo capace di accumulare la massima energia elastica. Un ottimale tempo di preparazione è dato dall’esecuzione dello split step, dal rapido movimento degli arti inferiori per raggiungere l’ideale distanza dalla palla 10
e dalla successiva torsione del tronco che garantisce la velocità dell’attrezzo al momento dell’impatto. Nella prima fase di preparazione gli arti inferiori si muovono alla ricerca della palla mentre gli arti superiori si muovono verso l’alto e verso dietro generando una torsione del tronco ed un arretramento dell’attrezzo (unit – turn); nella Figura successiva si vede Federer che mentre ricerca la palla con gli arti inferiori inizia la preparazione con gli arti superiori. Figura 6. Prima fase di preparazione (Federer) In tale fase l’arretramento dell’arto non dominante favorisce un corretto timing esecutivo ed una maggiore rotazione del tronco. Figura 7. Da sinistra: Nadal, Federer e Murray Al rimbalzo si raggiunge il punto più alto della preparazione (Highest racket point), il gomito si estende e solo a questo punto si determina la stance. Nella foto è possibile notare come in tutti e cinque i tennisti l’arto non dominante si è 11
disposto parallelamente rispetto alla rete, la testa della racchetta si trova al di sopra del rimbalzo, la racchetta arretra fino a raggiungere la spalla posteriore (180° circa di rotazione della racchetta); a seconda della tecnica esecutiva, possiamo vedere, nella figura sottostante come ciascun tennista raggiunge il proprio H.R.P. Figura 8. Da sinistra: Federer, Wawrinka, Djokovic, Murray e Nadal La stance si adatta alle diverse situazioni di pressione temporale e spaziale ed al maggiore raggio di spostamento da compiere implicando adattamenti coordinativi tra parte superiore e parte inferiore; infatti in alcune situazioni tattiche è necessario che gli arti inferiori si muovano più velocemente di quelli superiori. Inoltre la stance è influenzata anche dalla direzione dello spostamento: quando il tennista si muove in avanti utilizza stance più chiuse (neutral) in quanto ha meno equilibrio in direzione laterale mentre quando si muove lateralmente utilizza stance più aperte (open e semi – open) avendo minore equilibrio in 12
direzione orizzontale; come sottolineato in precedenza la scelta di una semi – closed stance è dettata semplicemente da una particolare fase tattica di difesa. L’equilibrio è legato alla tipologia di stance: - nella neutral stance è ottimale, in quanto la linea di gravità cade perfettamente al centro della base d’appoggio; Figura 9. Diritto in neutral stance con linea di gravità al centro (Federer) - nella semi – open stance è discreto, avendo la linea di gravità che cade quasi al centro della base; Figura 10. Diritto in semi open stance con linea di gravità piuttosto centrale (Nadal) - nella open – stance è difficile perché la linea di gravità cade vicino al piede posteriore e proprio per tale ragione questa tipologia di stance è consigliata nelle fasi più avanzate del percorso formativo. 13
Figura 11. Diritto in open stance con linea di gravità vicino al piede posteriore (Wawrinka) In tutte le stances la torsione del tronco è facilitata sia dall’arretramento dell’arto non dominante, che al termine della prima fase di preparazione si dispone lateralmente in linea con il centro di gravità al fine di ricreare sempre una situazione di massimo equilibrio, che dal piede posteriore che si muove compiendo un passo di distanza cioè uno jab step in caso di arretramento o un pivot step in caso di rotazione del piede; in tale situazione, al termine della fase di preparazione, il peso del corpo gravita sulla gamba posteriore (gamba di carico) che raggiunge un marcato angolo di separazione di circa 110°, con il piede di carico che si dispone a circa 45° (open o semi – open) o parallelo (neutral) rispetto alla rete per favorire l’accumulo di energia elastica dato dal piegamento degli arti inferiori (in particolar modo il destro, per un giocatore destrimano, in quanto il sinistro garantisce con il passo di ampiezza soprattutto equilibrio), dalla torsione del tronco, dall’estensione orizzontale del braccio, dall’estensione del gomito e dalla rotazione esterna del braccio attorno alla spalla. 14
Figura 12. Passo di distanza da parte di Federer e passo di rotazione da parte di Djokovic L’ottimale accumulo di energia elastica è dato dalla creazione di angoli di separazione tra spalle ed anche che ruotano circa 20 gradi in meno come si vede nel diritto di Nadal (Figura 13). Figura 13. Nadal È importante che al raggiungimento dell’H.R.P. il movimento di preparazione non subisca un’interruzione troppo lunga poiché altrimenti si rischierebbe una perdita dell’ energia accumulata. I più significativi principi biomeccanici che intervengono durante la fase di preparazione sono: - balance: l’equilibrio è influenzato dalla tipologia di stance; 15
- opposite force: dato dall’angolo propriocettivo di spinta della gamba posteriore che si piega per poi spingere successivamente in avanti o in alto; - elastic energy: accumulata grazie all’angolo di separazione che si crea tra spalle ed anche; - inertia: rappresentato dalla distanza del gomito dal tronco. c. Accelerazione La fase di accelerazione si attiva con la caduta verticale dell’attrezzo e consente a tutti i segmenti corporei di esprimersi in direzione della palla attraverso l’estensione di braccio, avambraccio e mano che devia verso l’ulna, l’estensione orizzontale o verticale degli arti inferiori, la torsione del tronco che produce moto lineare o angolare a seconda della tipologia di stance adottata ed il movimento di abduzione del braccio o di flessione del gomito. In tale fase la gamba posteriore inizia ad estendersi insieme all’anca secondo il principio di azione – reazione mentre l’arto non dominante si ritrae avvicinandosi al tronco facilitando così una corretta rotazione del tronco ed una riduzione del momento di inerzia. Nella Figura successiva si nota nei primi due fotogrammi come al rimbalzo Murray abbia terminato la preparazione e che, appena dopo il rimbalzo, la racchetta cade verticalmente. Figura 14. Prima fase di accelerazione 16
L’entità della caduta della racchetta e l’estensione degli arti inferiori oltre a risentire del tipo di grip adottato e del tipo di stance, risentono anche dell’altezza del punto d’impatto; in tale fase l’estensione della mano e la successiva deviazione ulnare determinano il Farest Racket Point e cioè il maggiore allontanamento della racchetta dal tronco e quindi l’ottimale rotazione esterna del braccio attorno alla spalla producendo accelerazione lineare attraverso l’appiattimento dell’arco dello swing (il movimento è sempre curvilineo ma nella fase di accelerazione diventa rettilineo). In questa prima fase dell’accelerazione l’avambraccio prona contrastando la naturale supinazione e consente così all’attrezzo di muoversi correttamente in modo orizzontale (hammer action) e facilita la produzione di maggiore complessità di palla e quindi di spin. Figura 15. Hammer action nel diritto di Wawrinka (da sinistra), Federer e Djokovic 17
Pochi millisecondi prima dell’impatto interviene la rotazione interna del braccio attorno alla spalla per diritti di forza con maggiore complessità di palla o l’estensione del gomito o l’abduzione del braccio per diritti di velocità. Da una breve analisi della tipologia di grip adottato si evince che un grip più chiuso eastern comporta, rispetto ad un grip semi – western o western, una minore deviazione ulnare, una minore torsione del tronco con maggiore accelerazione lineare, una minore rotazione interna del braccio attorno alla spalla e quindi una maggiore estensione del gomito. La neutral stance enfatizza l’estensione orizzontale degli arti inferiori per la produzione di maggiore velocità lineare (momentum lineare) con il trasferimento del peso del corpo dalla gamba posteriore a quella anteriore ed una torsione del tronco piuttosto controllata, funzionale comunque alla produzione di velocità angolare; poco prima dell’impatto l’arto sinistro si ritrae riducendo il momento di inerzia e l’arto dominante, dopo un movimento di estensione e di deviazione ulnare della mano, si flette orizzontalmente con il gomito che si avvicina al tronco al fine di favorire la distanza laterale dell’impatto. Nella foto è possibile vedere come Wawrinka stia eseguendo un diritto in neutral stance con gli arti inferiori che ancora non hanno completato l’estensione verticale. Figura 16. Diritto in neutral stance di Wawrinka La open e la semi – open stance sono caratterizzate da un appoggio monopodalico in fase di accelerazione che enfatizza sia l’estensione verticale degli arti inferiori che la maggiore torsione del tronco per produrre velocità 18
angolare; la spinta orizzontale, anche se minore rispetto a quella prodotta in neutral stance, è assicurata dal movimento in avanti e laterale di braccio, avambraccio e mano. Per evitare una eccessiva torsione del tronco è fondamentale l’azione dell’arto non dominante, la fissazione oculare della zona di impatto ed il contatto del piede posteriore con il terreno. Il diritto di Nadal nella Figura successiva rispetta tutti gli elementi appena descritti. Figura 17. Diritto in semi open stance di Nadal In conclusione, possiamo riassumere che i principi biomeccanici più importanti che intervengono nella fase di accelerazione sono: - inertia: data dall’azione dell’arto non dominante; - azione – reazione: attivato dalla gamba posteriore; - momentum: angolare o lineare in base al tipo di stance adottata; - coordination chain: l’intervento di tutti i segmenti corporei; - number of segments: il numero di segmenti corporei che intervengono dipende dal tempo che il tennista ha a disposizione per eseguire il colpo; a tal proposito distinguiamo un’azione multisegmentata da una unita. L’azione multisegmentata necessita di maggiore tempo di applicazione della forza in quanto tutti i segmenti corporei devono intervenire mentre in quella unita intervengono solo i segmenti corporei più veloci e con minore massa e cioè braccio, avambraccio e mano; quest’ultima azione viene 19
utilizzata nei colpi in corsa o nella risposta al servizio (nella risposta talvolta intervengono solo avambraccio e mano). Figura 18. Azione unita (Djokovic) Figura 19. Azione multisegmentata (Federer) d. Impatto L’angolo di abduzione creato da braccio e tronco all’impatto contribuisce a produrre una maggiore accelerazione lineare attraverso l’appiattimento dell’arco dello swing con l’estensione del gomito e la profondità dell’impatto. L’altezza dell’impatto è senza dubbio da considerare come una variabile che dipende dalla situazione di gioco e non dalla tipologia di grip adottatto; infatti, anche se per prese più aperte è più facile accelerare su piani alti, ciò che varia in base al grip non è l’altezza dell’impatto ma la sua lateralità. A tal proposito possiamo osservare come l’angolo formato tra braccio e avambraccio è decisamente maggiore per un grip eastern raggiungendo fino ai 130° mentre per 20
un grip semiwestern o western l’angolo minimo sarà più o meno di 100°. Non sempre questi parametri sono rispettati; infatti fanno eccezione i diritti di Federer (presa eastern) e Nadal (presa western) che nonostante il grip adottato sono eseguiti con il braccio disteso che supera sempre i 130°. Figura 20. Diritto con estensione del braccio (Nadal a sinistra Federer a destra) La profondità dell’impatto è davanti alla linea di gravità e cioè in linea con la gamba anteriore così che tutti i segmenti corporei possono spingere verso la direzione della palla ed anche la mano è più libera per applicare la forza; se l’impatto fosse avanzato si rischierebbe di colpire la palla solo con la mano in quanto tutti gli altri segmenti corporei avrebbero già espresso la forza accumulata. Il 25% della velocità prodotta all’impatto è data dalla torsione del tronco con le spalle che si allineano e le anche che rimangono leggermente disallineate (mancano circa 10° di allineamento); invece il 35% della velocità complessiva prodotta è data dalla rotazione interna del braccio che interviene pochi millisecondi prima dell’impatto; all’impatto la mano devia verso il radio in misura maggiore per l’angolazione diagonale e inside in ed in misura minore per l’angolazione lungolinea ed inside out. Le differenti angolazioni influenzano minimamente anche il punto di impatto che è più avanzato di circa 10 – 20 centimetri nel diagonale e nell’inside in. 21
La pronazione dell’avambraccio è una conseguenza della rotazione interna del braccio e non contribuisce in modo rilevante alla produzione di velocità. La testa della racchetta all’impatto si trova al di sopra della mano e le corde sono inclinate di circa 15° per produrre, insieme ad un movimento dal basso verso l’alto, una maggiore complessità di palla; al momento dell’impatto le mani sono sulla stessa linea e cioè alla stessa profondità anche se ad altezze differenti come è possibile vedere nei diritti di Federer e Djokovic mentre il piattocorde ha un’inclinazione maggiore nel diritto di Federer dovuto forse anche da una differenza di altezza nel punto di impatto e ad una maggiore complessità di palla nel diritto di Federer (Figura 21). Figura 21. Inclinazione del piattocorde all’impatto La testa ben ferma ed allineata alla zona d’impatto e la fissazione oculare totale o parziale garantiscono maggiore equilibrio e stabilità del tronco facilitando l’applicazione massima dell’energia elastica accumulata. A tal proposito possiamo notare come tutti i giocatori presi in esame mantengano la testa ben ferma all’impatto anche in condizioni di difficile equilibrio; nella Figura 21 Djokovic e Nadal riescono a mantenere la testa perpendicolare al terreno nonostante il loro peso del corpo si trovi spostato completamente sulla gamba anteriore. 22
Figura 22. Djokovic (sinistra) e Nadal (destra) Una interessante considerazione la possiamo fare sulla posizione della testa di Federer che risulta comunque essere ben ferma al momento dell’impatto (fissazione oculare totale) ma si nota dalla foto come sia, in tutte le esecuzioni del diritto, più inclinata rispetto a quella degli altri quattro tennisti analizzati; il motivo di tale inclinazione potrebbe essere la dominanza oculare: si può pertanto dedurre che Federer abbia una dominanza oculare sinistra. 23
Figura 23. Impatto di Federer, Murray, Wawrinka, Djokovic e Nadal Nella fase dell’impatto la tipologia di stance adottata influisce sul trasferimento del peso del corpo, sull’estensione degli arti inferiori e sull’allineamento delle anche e delle spalle; in semi open e in open stance il peso gravita sostanzialmente sulla gamba posteriore con estensione verticale degli arti anche se si può notare come il trasferimento sia legato alla situazione tattica che il giocatore deve affrontare, infatti si può notare come all’impatto il giocatore possa essere in fase aerea o sulla gamba di carico. In neutral stance il trasferimento del peso del corpo dalla gamba posteriore a quella anteriore con l’estensione orizzontale degli arti inferiori si concretizza durante la fase dell’impatto sviluppando così una buona quantità di moto lineare. Nella figura successiva è possibile apprezzare la differenza nell’estensione degli arti inferiori e nel trasferimento del peso del corpo nel diritto di Federer eseguito in open stance, semi open stance e neutral stance. 24
Figura 24. Diritto di Federer nelle tre stance (dall’alto: open, semi open e neutral) e. Finale La prima parte del finale è caratterizzata dall’estensione e dalla rotazione interna del braccio attorno alla spalla; ad occhio nudo risulta più apprezzabile la rotazione interna anche se il finale più significativo è dato dall’estensione e cioè dal fatto che la racchetta subito dopo l’impatto continua a muoversi in avanti producendo maggiore accelerazione lineare. Figura 25. Prima fase del finale: estensione e rotazione interna del braccio (Nadal) 25
Nella seconda parte del finale il gomito è rivolto verso avanti ed all’altezza delle spalle, l’avambraccio è parallelo al terreno con il piattocorde rivolto lateralmente per favorire il completamento della deviazione radiale e la mano si decontrae flettendosi verso il palmo. Figura 26. Seconda fase del finale (Djokovic e Federer) Durante le fasi di gioco è difficile che un giocatore esegua sempre lo stesso finale perché dipende dalla velocità, dalla rotazione e dall’altezza della palla in arrivo oltre che dal tempo a disposizione; a tal proposito, nella Figura successiva è possibile vedere come Nadal adotti un particolare finale dietro la testa sia in particolari situazioni di gioco nelle quali il tempo a disposizione è minore sia in normali situazioni di gioco per poter garantire una maggiore complessità di palla. Figura 27. Finale dietro la testa di Nadal 26
Chiaramente in tecnica di base è bene riprodurre sempre lo stesso finale ponendo particolare attenzione ai tre angoli di 90° che si devono creare tra braccio e tronco, tra avambraccio e braccio e tra avambraccio e mano. Nel finale si completa il trasferimento del peso del corpo a seconda non solo della scelta tattica del giocatore ma anche della stance adottata; in un diritto eseguito in open-stance, nella maggior parte dei casi, il peso del corpo è sulla gamba anteriore. f. Recupero In corrispondenza dell’ultima fase del finale il tennista effettua un passo di recupero con il piede posteriore che gli consente di completare la torsione del tronco e di ripristinare una posizione del corpo adatta a gestire al meglio l’azione successiva. Una corretta esecuzione del passo di recupero permette al giocatore di non creare blocchi e di rendere l’azione più fluida e dinamica, funzionale alla stabilità dei segmenti corporei. A seconda delle fasi di gioco e della tipologia di stance si distinguono quattro tecniche di recupero: • passo avanti del piede destro (neutral stance) Figura 28. Passo di recupero in neutral stance • destro sinistro e poi ancora destro (semi open e open stance) 27
Figura 29. Passo di recupero (Federer) • destro destro (semi open e open stance) Figura 30. Passo di recupero (Murray) • destro sinistro (semi open e open stance); nella Foto successiva il passo di recupero è sinistro destro trattandosi di un giocatore mancino, Nadal. Figura 31. Passo di recupero (Nadal) 1.3 Sintesi sulla biomeccanica del diritto In sintesi possiamo identificare i seguenti punti chiave per l’esecuzione di un buon diritto: 28
- disallineamento della racchetta al rimbalzo e arto sinistro parallelo alla rete; - estensione del gomito e pronazione dell’avambraccio in corrispondenza della caduta verticale della racchetta; - deviazione ulnare con massima contrazione eccentrica della spalla; - tempo di contatto della gamba posteriore per garantire un corretto intervento della catena cinetica; - coordinazione dei segmenti corporei (maggiore coordinazione comporta maggiore applicazione della forza); - distanza laterale e profondità dell’impatto; - rotazione interna; - completamento della torsione nel finale del movimento. 29
2 I DATI STATISTICI 2.1 La modalità di rilevazione statistica dei dati I dati analizzati sono stati ottenuti dalla visione di ventiquattro partite disputate nella stagione 2017 da cinque giocatori di vertice (Federer, Nadal, Djokovic, Murray e Wawrinka) su tre differenti tipologie di terreno raggruppate nelle categorie “erba”, “veloce” e “terra rossa”. Per Federer non è stato possibile analizzare i match sulla terra rossa non avendo disputato la stagione in rosso del 2017, mentre per quanto riguarda le partite disputate sull’erba da tutti gli altri giocatori è stato possibile reperire solo un match o per insufficienza di dati trovati o per chi come Nadal ha disputato un solo torneo uscendo al primo turno. Tutte le partite sono state reperite dal sito gratuito YouTube e dal sito a pagamento Tennis Tv che mette a disposizione le migliori partite del circuito ATP. Per la scelta delle partite si è cercato il più possibile di prediligere quelle dei tornei dello Slam, dei Master 1000 o 500, ad eccezione di un’unica partita (finale) di Djokovic disputata ad Eastbourne (Master 250), così da garantire che il comportamento rilevato degli atleti non abbia subito alcuna influenza relativa all’importanza della partita; inoltre, trattandosi di partite di livello, si è partiti dal presupposto che il tipo di avversario non modifichi i dati pertanto gli avversari scelti sono stati del tutto casuali e si è cercato di non ripetere uno stesso avversario affrontato su diverse superfici. Si è ritenuto che il risultato finale non sia importante ai fine della nostra rilevazione statistica in quanto si considera che i giocatori utilizzino una stance piuttosto che un’altra a prescindere dalla vittoria o dalla sconfitta finale. Nella tabella sottostante sono riportate tutte le partite esaminate: 30
VELOCE ERBA TERRA Wawrinka Australian Lajovic (W) Wimbledon NO (W) Open FEDERER Australian Nadal (W) Cilic (W) Wimbledon NO Open Roland Federer (L) Miami Muller (L) Wimbledon Haase (W) Garros NADAL Australian Djokovic Raonic (W) Madrid Open (W) Australian Seppi (W) Lopez (L) Queen's Paire (W) Roma Open WAWRINKA Australian Vesely Monte Federer (L) Open (W) Carlo Thompson Djokovic (L) Qatar Queen's Copil (W) Madrid (L) MURRAY Zverev M. Australian Monte Muller (W) (L) Open Carlo Murray (W) Qatar Monfils (W) Eastbourne Nadal (L) Madrid DJOKOVIC Del Potro Indian Wells Thiem (W) Roma (W) Tabella 1. Partite analizzate Per ciascun diritto eseguito è stato considerato: - la tipologia del colpo: diritto classificato come “no risposta”, diritto in risposta al servizio e diritto anomalo suddiviso in inside in ed inside out; - la tipologia di stance: distinguendola tra open, semi – open, neutral e semi – closed; - la direzione del colpo: lungolinea, centrale e diagonale; - la profondità del colpo: lungo o corto prendendo come riferimento la riga della metà campo; - l’esito del colpo: colpo di scambio, winner ed errore. Le variabili sono state scelte all’inizio del lavoro ritenendole interessanti ai fini della classificazione; la variabile “tipologia del colpo” è stata considerata in quanto si è ritenuto importante valutare se il giocatore che si trova in una situazione di minore tempo a disposizione (come nella risposta al servizio) utilizzi prevalentemente stance aperte; la variabile “direzione del colpo” è stata scelta proprio per studiare se possa esistere una correlazione tra stance adottata e 31
direzione del colpo pensando che il lungolinea richieda una stance più chiusa (neutral o semi closed) ed il diagonale una stance più aperta; le variabili “profondità del colpo” ed “esito del colpo” sono state rilevate solo per notare se esiste un comportamento comune a tutti i giocatori ininfluente sulla tipologia di stance. In una prima fase di raccolta dati è stato utilizzato un foglio Excel con ciascuna colonna rappresentativa delle variabili prese in considerazione e ciascuna riga il colpo eseguito; tale foglio è stato stampato e compilato a mano durante la visione di ciascuna partita; nella Figura successiva è riportato lo screenshot del foglio Excel utilizzato. Figura 32. Screenshot di Excel Successivamente i dati raccolti sono stati copiati in un nuovo foglio di Excel e riordinati attribuendo a ciascuna variabile un valore da zero a cinque al fine di favorire la riclassificazione degli stessi; in particolar modo sono stati organizzati in un foglio Excel diviso in dieci colonne aventi ciascuna il seguente significato: - prima colonna denominata “giocatore”: Federer, Nadal, Djokovic, Murray e Wawrinka; 32
- seconda colonna denominata “partita”: valore da uno a cinque in base alla partita esaminata; - terza colonna denominata “superficie”: 1 = erba, 2 = veloce, 3 = terra rossa; - quarta colonna denominata “tempo”: tale colonna indica il numero di diritti; - quinta colonna denominata "risposta”: 0 = no, 1 = si; - sesta colonna denominata “stance”: 1 = open, 2 = semi open, 3 = neutral, 4 = semi closed; - settima Colonna denominata “inside”: 0 = non inside, 1 = inside in, 2 = inside out; - ottava colonna denominata “direzione”: 0 = errore, 1 = lungolinea, 2 = centro, 3 = diagonale; - nona colonna denominata “profondità”: 0 = errore, 1 = lungo, 2 = corto; - decima colonna denominata “esito”: 1 = scambio, 2 = winner, 3 = errore. Figura 33. Foglio di Excel con i dati riorganizzati Il foglio di lavoro presenta un totale di 3686 righe che corrispondono al numero di diritti esaminati in tutte le partite visionate e quindi determinano il nostro 33
campione statistico di riferimento; il campione di ciascun giocatore è così composto: - Federer: n. 485 diritti in quattro partite; - Nadal: n. 821 diritti in cinque partite; - Djokovic: n. 719 diritti in cinque partite; - Murray: n. 956 diritti in cinque partite; - Wawrinka: n. 705 diritti in cinque partite. Il numero di esecuzioni di ciascun giocatore dipende sia dalla durata delle partite analizzate che dalla tattica di gioco dell’avversario. Terminata la riclassificazione dei dati, sono state create sempre attraverso il programma Excel, le tabelle Pivot che hanno permesso di produrre dei grafici a torta e dei grafici a barre che sintetizzano per ciascun giocatore la percentuale ed il numero di diritti eseguiti distinguendoli per tipologia di colpo (“no risposta” e “risposta”) e per stances adottate. Si è cercato inoltre di valutare sempre mediante le tabelle Pivot se possa esistere una correlazione tra la tipologia di stance e la direzione del colpo partendo dall’idea che potrebbe esserci un’influenza delle stance più chiuse nella direzione lungolinea ed un’influenza delle stance più aperte nella direzione diagonale; tali tabelle sono state utilizzate anche per valutare se per superfici di gioco veloci quali “veloce” cioè hard ed “erba” si utilizzino maggiormente le stances più aperte ritenendo che il tempo a disposizione degli atleti sia minore. 2.2 Analisi dei dati raccolti: le stances Il campione statistico di riferimento è composto da un totale di 3686 esecuzioni di diritto. La Tabella successiva ci indica come il campione si suddivide in base alla tipologia di stance adottata; si nota facilmente come il numero di esecuzioni in open ed in semi open stance sia di gran lunga superiore a quello in neutral ed in semi – closed stance. 34
STANCE Open 1589 Semi Open 1327 Neutral 534 Semi closed 236 TOTALE 3686 Tabella 2. Stance adottate dal campione statistico Il grafico a torta sottostante mostra che i dati raccolti sono in linea con il comportamento rilevato in tutti i tennisti di vertice; in particolar modo si evidenzia come la open e la semi open stance siano le più utilizzate rispettivamente nel 43% e nel 36% dei casi mentre la neutral e la semi closed stance sono adottate nel 15% e nel 6% delle esecuzioni. Stance del campione di riferimento 6% 15% Open 43% Semi Open Neutral 36% Semi closed Grafico 1. Suddivisione percentuale delle stance adottate Successivamente si è ritenuto necessario osservare il campione statistico di riferimento in base al giocatore; pertanto è stata creata una Tabella in cui ciascuna colonna rappresenta un giocatore (Federer, Nadal, Djokovic, Murray e Wawrinka) ed ogni riga indica il numero di esecuzioni effettuate per tipologia di stance esaminata. 35
FEDERER NADAL DJOKOVIC MURRAY WAWRINKA TOT. Open 237 363 307 370 312 1589 Semi Open 167 340 239 359 222 1327 Neutral 59 69 123 150 133 534 Semi closed 22 49 50 77 38 236 TOTALE 485 821 719 956 705 3686 Tabella 3. Stance adottate da ciscun giocatore I dati della Tabella 3 sono stati a loro volta utilizzati per creare dei grafici a torta che rappresentano per ogni giocatore la percentuale di utilizzo delle stance. Stance Federer Stance Nadal 5% 12% Open 8% 6% Open Semi Open 49% 44% Semi Open Neutral 34% 42% Neutral Semi closed Semi closed Stance Djokovic Stance Murray 7% 8% Open Open 17% 16% 43% Semi Open 39% Semi Open Neutral Neutral 33% 37% Semi closed Semi closed Stance Wawrinka 5% 19% Open 44% Semi Open Neutral 32% Semi closed Grafico 2. Percentuale di utilizzo delle stance nei cinque giocatori 36
Osservando i cinque grafici a torta nella pagina precedente si nota che Federer e Nadal presentano le percentuali più alte di utilizzo delle stances più aperte (open e semi open) raggiungendo l’83% il primo e l’86% il secondo; gli altri tre tennisti hanno una percentuale di utilizzo delle stance più aperte pari al 76% e presentano quindi una maggiore percentuale di utilizzo delle stance più chiuse (neutral e semi – closed stance). In particolar modo si nota come Wawrinka mostra la maggiore percentuale di utilizzo della neutral stance pari al 19% delle esecuzioni totali, di poco superiore al 17% di Djokovic ed al 16 % di Murray; da tali valori si discostano Nadal con l’8% e Federer con il 12%. Molto basse, invece, sono le percentuali della semi – closed stance che si aggirano tra il 5% e l’8%. Si è ritenuto importante valutare tali dati distinguendo il diritto dal diritto anomalo; da una prima analisi si nota che il 22% dei colpi è stato eseguito in modalità anomala e che le stances meno utilizzate sono la open e la semi closed. Nel Grafico successivo è possibile vedere che il diritto anomalo si gioca nella maggior parte dei casi in semi open ed in neutral stance in quanto questo tipo di colpo richiede una accurata ricerca di palla e quindi si preferisce adottare una base d’appoggio che garantisce un maggiore equilibrio. Diritto e diritto anomalo 100% 80% 60% 40% 20% 0% open semi open neutral semi closed No Inside Inside Grafico 3. Diritto e diritto anomalo 2.3 Analisi dei dati raccolti: le stances ed il tempo Una volta analizzate le stances adottate dai cinque giocatori si è pensato, partendo dal presupposto che la tipologia di stance sia influenzata dal tempo che 37
si ha a disposizione, di esaminare se nella risposta al servizio i tennisti prediligono maggiormente stance più aperte (quali open e semi open) dovendo affrontare una palla in arrivo molto veloce ed avendo quindi un tempo di risposta ridotto. La Tabella successiva (Tabella 4) conferma decisamente quanto in precedenza ritenuto; infatti, si nota come, le stances più aperte sono utilizzate nell’81,4% delle risposte al servizio (open stance 73,2% e semi open stance 8,2%) mentre le stances più chiuse nel 18,6% dei casi. Da sottolineare è l’utilizzo della semi closed stance (18%) essendo questa una stance utilizzata proprio in particolari situazioni di difesa e di assenza di tempo a disposizione. STANCE "No Risposta" "No risp" % "Risposta" "Risp" % Open 1077 0,360562437 512 0,732474964 Semi Open 1270 0,425175762 57 0,081545064 Neutral 530 0,177435554 4 0,005722461 Semi closed 110 0,036826247 126 0,180257511 TOTALE 2987 1 699 1 Tabella 4. Stances utilizzate nei diritti “no risposta” e “risposta” Stance Federer Stance Nadal 100% 100,00% 80% 80,00% 60% 60,00% 40% 40,00% 20% 20,00% 0% 0,00% No Risp Risp. Tot. No Risp. Tot. Risp Open Semi open Neutral Semi closed Open Semi open Neutral Semi closed 38
Stance Djokovic Stance Murray 100,00% 100,00% 80,00% 80,00% 60,00% 60,00% 40,00% 40,00% 20,00% 20,00% 0,00% 0,00% Tot. No Risp. Tot. Risp Tot. No Risp. Tot. Risp Open Semi open Neutral Semi closed Open Semi open Neutral Semi closed Stance Wawrinka 100,00% 80,00% 60,00% 40,00% 20,00% 0,00% Tot. No Risp. Tot. Risp Open Semi open Neutral Semi closed Grafico 4. Stances utilizzate nei diritti “No risposta” e “Risposta” da Federer, Nadal, Djokovic, Murray e Wawrinka Il Grafico 4 mostra nel dettaglio come i cinque tennisti di vertice analizzati utilizzano nella risposta al servizio maggiormente la open stance e che la seconda stance maggiormente utilizzata è la semi closed stance; è quasi del tutto assente la neutral stance. 2.4 Analisi dei dati raccolti: le stances e le superfici di gioco Il tempo che ciascun tennista ha a disposizione per poter eseguire l’abilità tecnica del diritto varia non solo in base al tipo di colpo effettuato dall’avversario (servizio o colpo a rimbalzo) ma anche in base alla superficie di gioco; a tal proposito, si ritiene che su superfici di gioco più veloci (hard ed erba) sia più 39
difficile adottare stance più chiuse e che quindi la neutral stance abbia una maggiore percentuale di utilizzo sulla terra rossa essendo considerata una superficie più lenta. Per verificare se tale presupposto è corretto, i dati sono stati riclassificati scegliendo come variabile di suddivisione la superficie di gioco; è stata quindi creata una tabella le cui righe rappresentano le tipologie di stance e le cui colonne rappresentano le superfici di gioco. Al fine di poter confrontare i risultati, i dati ottenuti sono stati a loro volta trasformati in valori percentuali. La Tabella 5 mette in evidenza come la stance adottata è in parte legata alla superficie di gioco; infatti si riscontra una percentuale di open e semi open stance piuttosto simile sul veloce (80%) e sulla terra (81%) rispetto al 74% dell’erba che comporta quindi una percentuale di utilizzo delle stances più chiuse (neutral e semi closed) superiore di sei o sette punti percentuali. Tale risultato potrebbe dipendere sia dal fatto che sull’erba i tennisti ricercano sempre una stance che gli assicuri maggiore equilibrio essendo una superficie di gioco piuttosto complessa che dal fatto che probabilmente si adotti una tattica di gioco più aggressiva e quindi un maggior numero di discese a rete. STANCE e SUPERFICI DI GIOCO Sup. 1 SUP. 1 Sup. 2 SUP 2 % Sup. 3 Terra SUP 3 % Erba % Veloce Open 315 43% 793 42% 481 46% Semi Open 226 31% 731 38% 370 35% Neutral 128 17% 291 15% 115 11% Semi closed 65 9% 94 5% 77 8% TOTALE 734 1909 1043 Tabella 5. Stance classificate in base alle superfici di gioco Per verificare più precisamente se il comportamento dei cinque tennisti esaminati si discosta dalla valutazione generale precedentemente effettuata, i dati della Tabella 5 sono stati a loro volta suddivisi per giocatore. Osservando il Grafico 5 possiamo notare: - Federer: presenta sulla superficie erba una percentuale di utilizzo delle stances più chiuse maggiore di dieci punti rispetto alla superficie veloce; 40
- Nadal: presenta sulla superficie erba una percentuale di utilizzo delle stances più chiuse maggiore di 22 o 17 punti rispetto alle superfice veloce e terra; - Djokovic: presenta una percentuale di utilizzo delle stances più chiuse sulla superficie veloce (27%) ed erba (24%) maggiore rispetto al valore sulla terra (18%); - Murray: presenta il 28% dei diritti giocati in neutral o semi closed stance sull’erba rispetto al 24% sul veloce ed al 20% sulla terra; - Wawrinka: è l’unico tennista che presenta il 29% di utilizzo di stances chiuse sull’erba e ben il 25% sulla terra. DIRITTI FEDERER DIRITTI FEDERER "VELOCE" "ERBA" 7% 3% 10% Open 16% Open 49% Semi open 49% Semi open 38% Neutral 28% Neutral Semi closed Semi closed DIRITTI NADAL DIRITTI NADAL "VELOCE" "ERBA" 1% 5% 11% Open Open 17% 40% Semi open Semi open 46% Neutral Neutral 48% Semi closed 32% Semi closed 41
DIRITTI NADAL "TERRA" 6% 5% Open 46% Semi open 43% Neutral Semi closed DIRITTI DJOKOVIC DIRITTI DJOKOVIC "VELOCE" "ERBA" 6% 6% 18% Open Open 21% Semi open 42% Semi open 38% Neutral 34% Neutral 35% Semi closed Semi closed DIRITTI DJOKOVIC DIRITTI MURRAY "TERRA" "VELOCE" 9% 6% 9% Open Open 18% 52% Semi open 35% Semi open 30% Neutral Neutral Semi closed 41% Semi closed 42
DIRITTI MURRAY DIRITTI MURRAY "ERBA" "TERRA" 10% 11% Open Open 9% 18% 44% Semi open Semi open 44% Neutral Neutral 36% 28% Semi closed Semi closed DIRITTI WAWRINKA DIRITTI WAWRINKA "VELOCE" "ERBA" 6% 7% Open Open 16% Semi open 22% Semi open 46% 37% Neutral Neutral 32% Semi closed 34% Semi closed DIRITTI WAWRINKA "TERRA" 5% 22% 44% Open Semi open 29% Neutral Semi closed Grafico 5. Le stances utilizzate dai cinque tennisti in base alle superfici di gioco Dall’analisi effettuata sui risultati ottenuti si può concludere quindi che esiste un comportamento piuttosto comune riscontrabile in tutti i tennisti dato dall’utilizzo 43
di stances più chiuse sulla superficie erba ad eccezione di Wawrinka che è l’unico tennista ad utilizzare la neutral e la semi closed stance allo stesso modo su tutte le superfici di gioco. 2.5 Analisi dei dati raccolti: le stances e le direzioni Nella raccolta dati si è deciso di considerare le direzioni per valutare se può esistere una relazione tra direzione e stance utilizzata; sicuramente in tecnica di base è più semplice effettuare il lungolinea con una base di appoggio più chiusa (neutral) ed il diagonale con una base di appoggio più aperta (semi open e open) mentre nei tennisti di vertice si ipotizza che il tipo di stance non influenza la direzione del colpo in quanto altrimenti si rischierebbe di fornire dei segnali tattici all’avversario che gli permetterebbero di anticipare l’azione successiva. Per verificare tale presupposto è stato necessario riordinare i dati creando una tabella le cui colonne rappresentano le stances e le cui righe rappresentano le direzioni (vedi Tabella 6). STANCE Semi Semi Open % % Neutral % % Open closed Lungolinea 323 28% 249 32% 98 33% 33 18% Centro 336 29% 81 11% 43 15% 87 49% Diagonale 505 43% 439 57% 155 52% 59 33% TOTALE 1164 769 296 179 Tabella 6. Le stance e le direzioni I dati ottenuti nella Tabella 6 sono stati utilizzati per vedere graficamente la distribuzione delle stances in base alla direzione; si può facilmente notare come la direzione “lungolinea” sia equidistribuita tra open, semi open e neutral stance e che pertanto non esiste alcuna correlazione tra una stance più chiusa e la direzione lungolinea ad eccezione della semi closed stance; stesso discorso vale per la direzione “diagonale” che viene eseguita sia in open che in neutral stance. Diverso invece appare essere il discorso sulla semi closed stance che mostra una elevata percentuale di direzione centrale in quanto si ritiene che tale base di 44
appoggio viene utilizzata in particolari situazioni tattiche di difesa nelle quali il tennista preferisce non aprire angoli di gioco al proprio avversario come per esempio nella risposta al servizio; proprio per questo discorso la direzione lungolinea si presenta con il solo 18% essendo una direzione meno utilizzata in fase difensiva. Il Grafico 6 mette in evidenza quanto appena detto; si può concludere sostenendo che i tennisti di vertice sono in grado di utilizzare tutte le stances per tutte le direzioni e che quindi la scelta della direzione sia legata esclusivamente ad una scelta tattica. Stances e direzioni 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Open Semi Open Neutral Semi closed Lungolinea Centro Diagonale Grafico 6. Distribuzione percentuale delle direzioni in base alle stances 2.6 Analisi dei dati raccolti: le stances e l’esito del colpo Terminata l’analisi relativa alle direzioni si è deciso di verificare anche la correlazione dei colpi oltre che con le direzioni anche con l’esito del colpo e cioè se è stato un colpo di scambio, un vincente o un errore. 45
Stances ed esito 100% 80% 60% 40% 20% 0% open semi open neutral semi closed scambio winner errore Grafico 7. Distribuzione percentuale tra stances ed esito del colpo Il Grafico 7 mostra la distribuzione dell’esito dello scambio suddivisa in base alla stance adottata; si nota che: - l’esito del colpo “scambio” è presente in tutte le modalità esecutive e raggiunge circa l’80%; - l’esito “winner” si riscontra in una percentuale superiore nella modalità neutral poiché si ritiene che spesso si giocano in tale stance i colpi che richiedono uno spostamento in avanti mentre è praticamente assente nella modalità semi closed stance; - infine la modalità “errore” è maggiore in situazioni di semi closed stance in quanto si ritiene che in quell’esecuzione il giocatore si trova ad affrontare una situazione di difficoltà. 2.7 Analisi dei dati raccolti: le stances e la profondità Infine si è deciso di verificare se può esistere una correlazione tra la stance e la profondità del colpo; pertanto si è suddiviso il collettivo secondo la variabile stance e successivamente in base alla variabile “profondità”. Si è così costruita una Tabella le cui righe rappresentano la profondità e le cui colonne le stances al fine di costruire un grafico a barre. 46
Open Semi Open Neutral Semi closed TOT. Lungo 31% 30% 13% 4% 78% Corto 9% 8% 3% 2% 22% Tabella 7. Percentuale di utilizzo della profondità di palla in base alle stances Nel Grafico 8 si nota chiaramente come la profondità di palla “lunga”, intesa quindi oltre la linea di metà campo, sia dominante in tutte le stances; una più elevata percentuale della variabile “corto” si riscontra nella stance semi closed in quanto si ritiene che in tale situazione tattica il tennista si trova in una situazione di difficoltà e che quindi può essere costretto a giocare più corto. Si può concludere quindi che la scelta della profondità di palla sia legata ad una scelta tattica e che i tennisti in condizioni di comodità prediligono sempre una palla lunga. Stances e profondità 100% 80% 60% 40% 20% 0% Open Semi Open Neutral Semi closed Lungo Corto Grafico 8. Distribuzione percentuale di stances e profondità 47
3. CONCLUSIONI Il presente lavoro mette in evidenza come i tennisti di vertice analizzati (Federer, Nadal, Djokovic, Murray e Wawrinka) eseguono il 79 % dei diritti in open e semi open stance mentre il rimanente 21% è distribuito tra neutral e semi closed stance; in particolar modo la semi closed stance si riscontra nel 6% dei casi in quanto tale stance è da associare prevalentemente a particolari situazioni tattiche difensive. Si è cercato di studiare la presenza di una correlazione della variabile stance rispetto alle altre variabili prese in considerazione quali il tempo, la superficie di gioco, la direzione della palla, l’esito del colpo e la profondità della palla giocata. Si è notato che: - c’è una altissima correlazione tra la stance e la velocità della palla in arrivo: infatti per fronteggiare la risposta al servizio si utilizza nel 73,2% dei casi la open stance, nell’8,2% la semi open, nello 0,6% la neutral e nel 18% la semi closed stance; in tutte le altri situazioni di gioco diverse dalla risposta al servizio la open e semi open si presentano nel 43% e 36% dei casi mentre la neutral stance e la semi closed nel 15% e 6%. Un discorso a parte merita l’esecuzione del diritto anomalo che nella maggior parte dei casi viene eseguito in semi open ed in neutral stance avendo bisogno di una ricerca di palla laterale e di una stance che garantisce una ottimale torsione del tronco e delle spalle. - c’è una buona correlazione tra la stance e la superficie di gioco: si è riscontrata una maggiore percentuale di utilizzo della neutral stance sulla superficie di gioco “erba” in quanto si ritiene che i tennisti adottano una stance che nella ricerca di palla in avanti garantisca maggiore equilibrio, mentre sulla superficie terra c’è una percentuale di open stance superiore a tutte le superfici essendoci molto spesso una maggiore ricerca di palla laterale con l’utilizzo della tecnica della scivolata; - c’è correlazione tra stance e direzioni: i risultati ottenuti mettono in mostra come i tennisti siano in grado di adottare qualsiasi stance per qualsiasi direzione della palla anche se si nota come la semi closed stance risenta 48
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