Abstract Poster - Sicilia

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Abstract Poster
#1 Il ruolo dello psicologo nel counseling genetico
Maria Moschetto
Il Counseling genetico oncologico (CGC, NSGC, Resta et al., 2006), in Italia dal 2013 definito CGO
(Oncological Genetic Counseling, AIOM, SIGU, 2013), identifica le mutazioni genetiche per malattia
ereditaria neoplastica. Ad oggi la letteratura è scarsa relativamente ai fattori psicosociali che
caratterizzano i pazienti che seguono questo percorso. Una comprensione più approfondita
assumerebbe rilevanza clinica al fine di individuare pazienti a rischio di effetti negativi successivi (o
precedenti) al test ed implementare protocolli di consulenza che minimizzino tali effetti
prevedendo anche interventi psicologici di supporto tailored (Lerman, 2008). In questo contesto si
inserisce il presente studio osservazionale con l'obiettivo di descrivere un profilo psicologico che
contraddistingue il paziente con carcinoma mammario e/o ovaio con pregressa storia individuale
e/o familiare di malattia che accede alla CGO. CAMPIONE: Nell’ambulatorio CGO dell’A.O.P.V.E. di
Catania sono stati reclutati 45 SS (età media = 48,2; intervallo 22-64;) con una diagnosi di
mammaria K (N = 35) e / o ovaio (N = 10). Il presente studio è stato condotto durante il primo
colloquio preliminare del percorso CGO. MATERIALE E METODO. Ogni paziente è stato sottoposto
a colloquio preliminare seguito da un'intervista semi-strutturata durante la consultazione pre-test
e successivamente, sotto forma di un self-report, ha completato la SCL-90- R (Derogatis, 1994); il
BFQ (Caprara et al. 1993), la FACES IV (Olson, 2007). RISULTATI: la ricerca è ancora in corso. I dati
preliminari mostrano una tendenza alla vulnerabilità psicosociale correlata con i fattori età,
coesione familiare, flessibilità cognitiva, vissuti di ansia e depressione. CONCLUSIONI. Dal
confronto con la popolazione generale (T-Test per omogeneità), emerge una maggiore tendenza a
sviluppare una condizione di distress che potrebbe interferire con l'intero percorso della CGO,
specie nel processo di comprensione delle informazioni; nella condivisione dell’esito al contesto
familiare; nella scelta tra un percorso di sorveglianza clinica vs profilassi chirurgica. Percorsi
psicologici personalizzati e integrati potrebbero quindi rappresentare un fattore protettivo per il
benessere dei pazienti che accedono al CGO.

#2 Dare voce alle emozioni: alessitimia e disturbi di conversione
Concetta Giuliana Grillo, Elvira Arezzo di Trifiletti, Laura Pappalardo, Chiara Minissale, Federica Marzà,
Massimiliano Rotella

La ricerca sul costrutto dell’alessitimia, è risultata essere una della più nuove ed efficaci
sperimentazioni nella pratica clinica e di comunità sulle patologie psicosomatiche dei disturbi di
conversione. La sua valutazione per mezzo della scala Toronto alessitimia scale t.a.s. ha compiuto
notevoli progressi nell’ultimo decennio. Lo stato dell’arte ed i nuovi sviluppi della psicologia clinica
e di comunità, hanno mostrato un incremento sulla relazione mente/corpo, da cui poi si è
ingenerata l’ipotesi di ricerca che la patogenesi delle malattie psicosomatiche sia essenzialmente
nei disturbi della regolazione delle emozioni. Partendo da tale assunto si è pensato di effettuare
un lavoro di ricerca all’interno della “c.t.a. villa erminia”. Tale lavoro di ricerca ha coinvolto una
corte di pazienti e tirocinanti al fine di valutare i risultati del gruppo terapeutico ad orientamento
psicodinamico. Obiettivo dello studio era valutare l’efficacia del farmaco e l’interferenza nel
processo di interiorizzazione ed analisi, la reazione dei soggetti alle stimolazioni uditive sia musicali
che fantasie guidate e la diminuzione dei livelli di ansia. Altro punto focale della ricerca è stato
quello di valutare i risultati raggiunti: Riconoscimento, categorizzazione, verbalizzazione e
condivisione con il gruppo degli stati emotivi vissuti.
#3 La componente psico-emotiva e cognitivo comportamentale
del paziente trattato con tossina botulinica
Lenzo V., Macaluso R., Quattrocchi , G.l.J.E., Quattropani M.C., Bonanno S.

Introduzione
La flessibilità ha un ruolo importante nella compliance ai trattamenti medici, soprattutto per i
pazienti che effettuano un trattamento prolungato e invasivo. L’obiettivo di questa ricerca è stato
di esplorare le relazioni tra resilienza, qualità di vita, ansia, depressione in un campione di pazienti
trattati con tossina botulinica.
Metodo
Lo studio ha coinvolto un gruppo di 80 pazienti trattati con tossina botulinica (M=46; F=34) con
range di età 10-82 (m=53,49; DS= 16,98) presso l’ASP Messina con varie diagnosi di malattie
neurologiche croniche. Gli strumenti somministrati sono stati le scale Qualità di vita Short Form-
12(SF-12), Context Sensitivity Index (CSI-ITA), Flexible Regulation of Emotional Expression Scale
(FREE), Back Depression Inventory II (BDI-II), Back Anxiety Inventory (BAI).
Risultati
Le correlazioni tra le varie scale indicano che nei pazienti ci sono indicatori di resilienza, e che
l’attivazione emotiva riduce gli aspetti psicologici di difesa al cambiamento.
Conclusioni
I risultati, tuttavia, indicano la necessità di interventi psicologici di supporto vista la buona
compliance ai trattamenti farmacologici, che comunque devono essere accompagni per
supportare l’azione sul benessere generale della persona.

#4 Il ruolo dello psicologo nei reparti critici: L'importanza
dell'ascolto
Valentina Carola Monaco Crea

Il mio poster parla del ruolo dello psicologo nei reparti clinici nelle sue molteplici sfaccettature. Ad un primo
livello lo psicologo si occupa di coordinamento tra più professionisti (medici, infermieri, assistenti sociali,
osa). Un altro compito della nostra categoria è quello di collaborare con il medico al fine di individuare le
conseguenze psicologiche delle malattie croniche (ansia, depressione). Ancora lo psicologo deve valutare
eventuali disturbi psichiatrici preesistenti presenti nel paziente, stabilire un’alleanza terapeutica con i
familiari del malato, ascoltare i bisogni ed i disagi dei pazienti, favorire una buona comunicazione all’interno
dell’equipe e tra i medici, i familiari ed i malati. Nella seconda parte del poster parlo del caso di una
paziente straniera che chiamo Alessandra (nome inventato) di 54 anni malata di sclerosi multipla. La
signora ha grosse difficoltà ad accettare la malattia e a fidarsi dei medici. Il mio atteggiamento iniziale è
stato semplicemente di avvicinarmi a lei e ascoltare senza parlare. Dopo un periodo di sei mesi la paziente
si è aperta e ha raccontato parecchi eventi dolorosi della propria vita. Alla fine la donna si è fatta curare ed
è riuscita a convivere con la malattia senza bloccare la sua progettualità
#5 Lo psicologo e la diagnosi di dsa
Angela Ganci

La diagnosi di dsa, come è noto, in particolare la dislessia, viene effettuata in seconda primaria, per poi
procedere alla certificazione relativa. Diagnosi tardive inficiano l'apprendimento e la motivazione. Nel caso
specifico parlerò di un caso di dislessia con disortografia diagnosticato a dieci anni, su segnalazione della
classe quinta primaria e in seguito a scorretta valutazione del disturbo in seconda, con tutte le implicazioni
di ordine scolastico, sull'autostima e sulla qualità di vita conseguenti.

#6 Centro uomini maltrattanti
P. Marisa Cottone, Fabio Piastra, Nunzia Arena

Il centro ascolto, sostegno e cura per uomini maltrattanti nasce dall’esperienza degli operatori sia
con i minori e le donne vittime d’abuso e maltrattamento che con i nuclei familiari violenti. Gli
operatori sono tre psicologi e psicoterapeuti e una sociologa. Finalità del centro è sviluppare con
gli autori di violenze un lavoro clinico prevenendone le recidive violente. Il supporto psicologico
individuale si rivolge alle persone che arrivano o per accesso spontaneo o su segnalazione dei
servizi e degli uu.gg. Con cui lavoriamo in rete. È un percorso psicologico, sviluppato in
collaborazione e con la supervisione della cattedra di psicodinamica dell’università degli studi di
Palermo, e ci rivolgiamo agli uomini che agiscono comportamenti maltrattanti e violenti nelle
relazioni intime affettive, come compagne o mogli e/o figli, che talvolta assistono. Condizioni
violente che limitano il senso di benessere sia personale che relazionale. La presa in carico si
svolge sia clinicamente che con l’uso di strumenti psicodiagnostici, e procede quando emerge una
motivazione intrinseca, con finalità supportive e terapeutiche.
La riflessione è sulle storie familiari, gli stili e funzionamenti di attaccamento e di personalità, per
acquisire consapevolezza sui comportamenti disfunzionali e sulle dinamiche interne e relazionali

#7 Dalla Wisc IV ad un assessment Neuropsicologico per la
diagnosi di un disturbo specifico di linguaggio di tipo
semanticopragmatico presentazione di un caso clinico
Comito Francesca, Percolla Maurizio, Rapisarda Giovanni

Con il presente lavoro si vuole descrivere l’iter diagnostico scelto per comprendere le cause delle
difficoltà di apprendimento (vari cambi di indirizzi di istruzione superiore accompagnati da varie
visite specialistiche per indagare la presenza di dsa e/o adhd) che hanno caratterizzato il percorso
scolastico di un ragazzo, Daniele, giunto in osservazione a 16 anni. Le difficoltà di apprendimento
sono rappresentate da qualsiasi difficoltà incontrata da uno studente durante il suo percorso
scolastico. Le cause possono essere davvero molte. Nel caso specifico la somministrazione della
Wisc IV ha permesso di ipotizzare la presenza di un dsl di tipo recettivo-espressivo e di rivolgere
l’attenzione verso prove neuropsicologiche specifiche per confermare o meno l’ipotesi diagnostica.
Conclusioni: se non diagnosticato in età pre-scolare l’individuazione di un dsl in età adolescenziale
appare piuttosto difficoltosa soprattutto per l’esigua presenza di batterie neuropsicologiche
adatte ad indagare tale quadro clinico in questa fascia di età

#8 Allacciati alla vita
Daniela Giunta, Giuseppina Lo Piccolo, Mery Baglieri, Chiara Carpinteri, Valeria Blandino

L’associazione gruppo archè nasce nell’estate del 2017 per volontà e desiderio di 5 psicologhe
della provincia di Ragusa di lavorare per e con gli adolescenti in termini di prevenzione dei
comportamenti a rischio.
Abbiamo sposato questa tematica perché crediamo nel ruolo dello psicologo quale promotore di
stili corretti di vita, di promozione del benessere e nel diffondere la cultura della prevenzione.
Abbiamo scelto un logo che ben rappresentasse il nostro messaggio e scelto un mood che
accompagnasse
Tutti i nostri eventi: allacciati alla vita, con l’intento di voler trasmettere un “insegnamento” che
possa divenire un comportamento acquisito e stabile. Diverse le iniziative realizzare in ambito
preventivo, che sono state patrocinate dai comuni in cui sono state realizzate e dall’ordine degli
psicologi. Abbiamo realizzato: convegni in vari comuni della provincia di Ragusa sulla sicurezza
stradale; il “progetto ory” sulla prevenzione e la sicurezza stradale presso un i.c. di Ispica; abbiamo
partecipato a due edizioni della settimana del cervello, realizzato il progetto "vivere è
stupefacente" per gli istituti comprensivi dei comuni di Ispica e Pozzallo; realizzato incontri sulla
sicurezza stradale presso alcune autoscuole della provincia; realizzato, in collaborazione anche con
l’ASP 7 di Ragusa, la settimana della prevenzione e del benessere psicologico.

#9 Il cerchio creativo: uno strumento che aumenta la
resilienza in età Evolutiva
Daniela Respini; Cristina Lucia; Nicoletta Lucia
Nell’età evolutiva la resilienza è un potere forte che dipende da molti fattori, tra cui il temperamento
personale, le esperienze, i modelli sociali a disposizione. Un laboratorio di colorazione e creazione di
mandala mira a fare acquisire consapevolezza, aiuta a socializzare e facilita le espressioni delle emozioni,
aiuta anche ad elaborare traumi.
Il mandala per la sua forte componente creativa è vicino al modo di pensare dei bambini. Il termine deriva
dal sanscrito e significa “cerchio” o “centro”. Secondo Jung, promotore del mandala in occidente, nel
mandala l’individuo tende a rappresentare la globalità della personalità e le sue potenzialità.
La forma circolare è accogliente, un “archetipo” che nella mente del bambino si avvicina all’abbraccio
materno, al viso rotondo della mamma e del papà, all’esperienza piacevole e confortante del grembo
materno. Un laboratorio di mandala è un’occasione per il bambino di entrare in contatto con il sé ancora in
formazione, e anche di esprimere emozioni e idee delle quali non è ancora completamente cosciente.
Assumere, buona consapevolezza di sé, del proprio movimento psicoespressivo, può, incentivare in qualche
modo la propria resilienza e con essa il proprio benessere psicologico restituendo la propria libertà ad
ognuno.
#10 Cooking therapy: un progetto sperimentale a Siracusa
Sebastiana Roccaro
Nel settembre del 2017 a siracusa prende il via un progetto sperimentale di Cooking therapy o
cucinoterapia.
Presupposto di base del progetto è «sto male, quindi cucino» che niente ha a che vedere con il «sto male,
quindi mangio». Cucinare diviene strumento di cura per la mente, il corpo e l'anima. Odori e sapori
rievocano tradizioni e legami familiari, si dà forma alla propria creatività, si rinforza l'autostima, si
sviluppano abilità cognitive, si raggiunge benessere. Cooking therapy ha valore terapeutico fisico, cognitivo,
sociale e intra-personale.
Ogni laboratorio di cooking therapy, secondo il metodo d.ssa Roccaro, è studiato e organizzato per
raggiungere specifici obiettivi. Tutti i laboratori sono strutturati attraverso delle fasi ed ognuna di queste
vuol raggiungere un obiettivo. Le principali sono: indossare il grembiule, leggere la ricetta, impastare,
condire, decorare, condividere.
Trattasi di piccoli gruppi aperti costituiti considerando variabili quali: età, ciclo vitale ed eventuali disturbi
fisici e/o psicologici. I laboratori hanno cadenza quindicinale e una durata di 90 minuti ognuno.
Tutto è strutturato in chiave psicologica, dalla gestione delle dinamiche di gruppo alla scelta di cosa e come
preparare.
Ad oggi tenutosi 45 laboratori con adulti, adolescenti e bambini.

#11 Il ruolo dello psicologo all’interno di una prostate Cancer
unit: un’esperienza sul campo
Valentina Lucia La Rosa
Il carcinoma della prostata è il tumore maschile più frequente nei paesi industrializzati e costituisce un
problema rilevante in termini clinici, psicologici e socio-sanitari. I trattamenti e gli annessi effetti collaterali
hanno un importante impatto sulla dimensione intima e sulla sessualità, minacciano l’identità maschile,
l’immagine corporea, le relazioni sociali e interpersonali. Da gennaio 2018 è attiva, all’interno dell’u.o. di
urologia dell’ospedale Garibaldi nesima di Catania, un’unità multidisciplinare certificata per il trattamento
dei pazienti con tumore prostatico.
L’équipe multidisciplinare del centro prevede anche la mia presenza, in qualità di psicologa, al fine di
garantire un accompagnamento e un supporto
Costante al paziente e ai suoi familiari, a partire dall’iter diagnostico della patologia fino al trattamento e
alla successiva riabilitazione.
Il lavoro congiunto dei vari specialisti è fondamentale nell’aiutare il paziente a costruire una cornice
all’interno della quale preservare la propria identità e gestire i cambiamenti che conseguono alla diagnosi e
alle terapie, con un notevole miglioramento della compliance al trattamento e della qualità di vita.
Al centro dell’approccio multidisciplinare che caratterizza il nostro lavoro di équipe, c’è dunque il paziente
inteso non come «oggetto» di cura ma come soggetto attivo e consapevole che collabora al successo del
percorso terapeutico.
#12 Impariamo a scrivere con tachidino! Un percorso di
trattamento della competenza ortografica attraverso
impariamo a scrivere con tachidino!
Maurizio Antonio Maria Percolla, Francesca Comito
Il presente lavoro intende descrivere un percorso di riabilitazione delle difficoltà di scrittura effettuato con
un bambino di 9 anni con diagnosi di dislessia e disortografia evolutiva. Nella panoramica degli interventi
sui disturbi specifici dell’apprendimento non sono riportati studi sull’efficacia di interventi per il
trattamento della disortografia, condotti in ortografie regolari (Tressoldi, 2015). Il trattamento riabilitativo
presentato è stato eseguito attraverso l’utilizzo del software tachidino (software idealizzato, nell’ottica
dell’ehealth, dall’irccs medea di Bosisio Parini per il potenziamento delle abilità di lettura e scrittura). La
web app tachidino, emula alcune delle caratteristiche dei videogames ed è basata su principi teorici
fondamentali della letteratura di riferimento (balance Model – teoria magnocellulare). Tachidino, è stato
proposto nella versione “labs”, con sedute bisettimanale di 40 minuti circa ciascuno (totale 32 incontri).
Conclusioni: si riportano gli esiti del post trattamento e si programma
Follow-up a 6 mesi.

#13 Gli atteggiamenti degli studenti universitari verso
l'omogenitorialità
Valentina De Luca
Dagli stereotipi, dai pregiudizi, fino ad arrivare alla famiglia omogenitoriale e alle dinamiche familiari che la
caratterizzano. L'obiettivo è stato quello di comprendere inizialmente gli atteggiamenti verso
l'omogenitorialità degli studenti universitari (età compresa tra i 20 e i 23 anni), della facoltà di scienze
politiche e scienze della formazione. Il lavoro è stato suddiviso in 2 parti:
-       Attenzione verso il concetto di famiglia tradizionale, omogenitorialità e relative dinamiche;
-       Le differenze negli atteggiamenti del campione sull'omogenitorialità. Tale ricerca prende spunto da
ricerche precedenti condotte dall'associazione genitori omosessuali, dall'apa (American psychological
association) e dagli studiosi Lingiardi e Lalli. Interessante come la classificazione della famiglia
omogenitoriale venga attenzionata solo se vi sono dei figli. Notasi che anche l'aspetto giuridico ha avuto
spazio in questa ricerca, infatti alcuni studenti facevano differenze rispetto ad alcuni paesi europei ove
l'omogenitorialità ha maggiore spazio e riconoscimento.
#14 I disturbi del comportamento alimentare: Un’esperienza di
psicoterapia e ricerca clinica in crescita.
Paola Fecarotta, Gaia Principe, Angela Bruno

La ricerca di metodi di intervento al passo con i bisogni psicologici ha permesso al servizio di psicologia
aziendale ASP di Agrigento di dar vita nel 2013 a metabolé, ambulatorio dedicato alla prevenzione e
riconoscimento dei dca, alla riabilitazione nutrizionale e al trattamento integrato e multidisciplinare.
L’attività di ricerca si è affiancata all’attività clinica. Con la Responsabile dott.ssa angela bruno e la
sottoscritta gaia principe, nell’attività di specializzazione, abbiamo sviluppato due protocolli di intervento,
in setting di gruppo, secondo il modello di
Psicoterapia funzionale. Il primo rivolto a pazienti con bulimia, il secondo, in corso, per pazienti a Dca misto
(bn, dai, alimentazione selettiva) a cui si è affiancato un gruppo di controllo per conferire ulteriore
scientificità clinica. In fase ante e post sono stati somministrati: test edi-3 per diagnosi di Dca, scheda di
valutazione Funzionale e questionario per i
Funzionamenti di fondo, questionari sf-36 e m.s.p. per lo stato di salute e la percezione soggettiva di stress.
Per i fattori psicofisiologici correlati è stato analizzato il cortisolo salivare. I risultati indicano l’efficacia del
modello su: sintomi, dispercezione corporea e compliance. Psicoterapia, ricerca e professione possono
crescere anche grazie a forme di partenariato tra pubblico e privato.

#15 Quando la farmacoterapia favorisce un lavoro psicoterapico
Arezzo Elvira, Proietto Marzia, La Magna Valentina, Moschetto Daniela, Messina Flavia
Presso la comunità terapeutica Assistita “villa erminia” (pedara) è stato condotto uno studio su singoli casi
per valutare la possibilità di un miglioramento delle condizioni di alcuni pazienti in seguito sia al
trattamento farmacologico che al trattamento psicoterapico.
Nella prima fase, l’obiettivo è stato quello di valutare l’efficacia della terapia farmacologica su un campione
di utenti in trattamento con farmaci atipici di nuova generazione, che, rispetto agli antipsicotici tipici,
permetterebbero una più efficace stabilizzazione dell'umore, miglioramento dei processi cognitivi,
allungamento dei tempi attentivi e capacità di introspezione.
Successivamente, si è proceduto al confronto tra soggetti che, durante lo studio, hanno effettuato
settimanalmente sedute di psicoterapia e soggetti che hanno svolto colloqui psicologici di sostegno stabili e
non strutturati.
Nella seconda fase, l’obiettivo è stato quello di valutare il mantenimento o l’aumento dei miglioramenti
ottenuti sui soggetti e di ampliare lo studio coinvolgendo tre soggetti psicotici con insufficienza mentale,
osservando come la terapia farmacologica e la psicoterapia influenzassero i processi cognitivi, i tempi
attentivi e la capacità di introspezione.
Attraverso l’analisi dei dati e la conseguente valutazione dei singoli percorsi terapeutici osservati, è stato
possibile verificare la validità dell’ipotesi iniziale dello studio e confermare il miglioramento dei processi
cognitivi.
#16 L’odore della pioggia. Esperienze nell’accompagnamento
all’exitus. Aspetti relazionali e familiari nel supporto psicologico
ai pazienti e ai famigliari.
Crapanzano Enzo
“..inizio a sentire l’odore della pioggia, mi fa compagnia?” Queste le parole di un malato terminale quando
instaura un buon legame con lo psicologo Palliativista.
Le cure palliative domiciliari sono un campo in continuo divenire con matrici teorico pratiche che trovano la
necessità di adeguarsi ed adattarsi ai differenti contesti culturali, familiari e personali in cui operano.
Il rapporto con il dolore e con il fine vita porta un grande carico emotivo in ogni operatore che lavora in
ambito delle cure palliative.
La figura dello psicologo che opera presso il domicilio del paziente in fase terminale, non è sempre
facilmente riconosciuta, apprezzata ed inquadrata, i bisogni primari esplicitati dalle famiglie e dai caregiver
sono primariamente di natura sanitario-assistenziale, lo psicologo opera inizialmente da sfondo all’equipe
assistenziale per poi intervenire in maniera silenziosa e assidua quando i bisogni di carattere psicologico-
esperenziale si manifestano con maggiore enfasi. L’uso silenzioso e pacato delle metafore fa sì che si
accompagni il paziente e si generi un ponte di comunicazione relazionale tra i famigliari ed il morente.
Il seguente lavoro è da considerarsi come una breve testimonianza tramite “cartoline emotive”
dell’intervento psicologico nelle cure palliative domiciliari. Quando dall’incontro si crea la relazione che
produce narrazione.

#17 "stessa strada per crescere insieme": il progetto nato dal
protocollo cnop-uici. Terza edizione
Valentina Cassaro, Francesca Panzicxa
"stessa strada per crescere insieme" è il progetto nato nel 2016 dal protocollo di intesa tra il
consiglio nazionale Ordine psicologi e l'unione italiana dei Ciechi e degli ipovedenti onlus
(cnopuici). Ha come obiettivo principale la costituzione di un servizio di sostegno psicologico
rivolto ai genitori dei bambini e dei ragazzi ciechi ed ipovedenti, con disabilità visiva congenita,
acquisita o con pluridisabilità. Del progetto fanno parte 140 psicologi (di cui 19 in Sicilia) con una
formazione specialistica e una lunga esperienza professionale nel campo della disabilità visiva. In
questi primi anni di attività sono state coinvolte più di duemila famiglie a livello nazionale e più di
trecento famiglie a livello regionale, raggiungendo ottimi risultati lavorativi e un altissimo livello di
gradimento. Il progetto è confermato alla sua terza edizione grazie, infatti, all'operato e alla
professionalità degli psicologi che si confrontano con una delle associazioni più longeve d'Italia:
l'uici. Quest'ultima crede fortemente nel sostegno psicologico rivolto alle proprie famiglie e svolto
da professionisti impegnati e creativi, tanto da aver conferito il prestigioso “premio braille 2017”
(riconoscimento che l’uici conferisce a quelle istituzioni, persone, enti che si sono distinte per aver
dato un contributo concreto alle persone con disabilità visiva) proprio al CNOP, nella persona del
presidente Fulvio Giardina. Il suddetto protocollo rappresenta, quindi, un chiaro e concreto
esempio di promozione della professione!
#18 Psicoeducazione teatrale: studio per carne da Macello
Susanna Basile
Introduzione: “psicoeducazione teatrale: studio per carne da macello” è un laboratorio di psicoeducazione
che ha come oggetto d’interesse la persona nella sua formazione promuovendo l’espressività corporea-
vocale del singolo e dei gruppi. Interviene inoltre per la realizzazione di scopi sociali, quali le pari
opportunità, l’inclusione, una maggiore comprensione delle relazioni affettive, esaminando temi quali la
violenza di genere, il fenomeno del femminicidio, l'educazione sessuale all'interno della famiglia e della
società. Lo spettacolo è stato prodotto e messo in scena dal banned theatre e dal teatro stabile di catania.
Si è avvalso di sei attrici professioniste, un vocalcoach e una psicosessuologa clinica. Materiali e metodi:
training sulla preparazione dello spettacolo, ricerca storica sul femminicidio, utilizzo sitografia e bibliografia,
lavoro sul corpo e sulla voce.
Risultati: il gruppo partecipante al laboratorio ha realizzato una esplorazione-costruzione di modalità
diverse di pensare, percepire e muoversi e di interagire a livello psicosociale modificando o ridefinendo
diversi schemi nell'ambito degli stereotipi e dei pregiudizi.
Conclusioni: il gruppo esaminato ha potuto riflettere sui vissuti qui-ed-ora e sulla dimensione consapevole
dell'esperienza psicoeducativa-teatrale che gli ha permesso, anche a livello individuale, di ottenere il
massimo dell'identificazione con il massimo della differenziazione tra ruolo e attore.
Introduzione: ll protocollo mbsr (mindfulness based stress reduction) è stato sviluppato dal prof. Jon kabat
zinn alla fine degli anni ’70 e consiste in un intervento di gruppo della durata di 8 settimane, che integra
conoscenze e competenze psicologiche con antiche tecniche di consapevolezza. Obiettivo. Valutare
l’impatto del protocollo mbsr sulla qualità di vita e gestione dell’ansia su 69 partecipanti. Strumenti e
metodi. Dal 2014 al 2019 sono stati avviati diversi corsi mbsr a
Catania. I partecipanti sono stati valutati prima e dopo la partecipazione al corso. Strumenti utilizzati: una
check-list di sintomi stress-correlati; il psychological general well-being index (pgwbi) e five facet
mindfulness questionnaire (ffmq), lo stay.
Risultati. N: 69; m/f 18/51. Emergono differenze statisticamente significative in tutti i test utilizzati. Nello
specifico, dopo la partecipazione al corso, migliorano significativamente tutte le categorie relative alla
qualità di vita; alle competenze mindfulness-based e
All’ansia (sia di stato che di tratto). Conclusioni. I dati, in linea con la letteratura, confermano l’efficacia del
protocollo mbsr nella gestione dello stress. Nonostante il protocollo sia conosciuto in tutto il mondo da più
di 40 anni, sono ancora poche le realtà siciliane in cui è possibile partecipare al corso con istruttori
qualificati.
#19 Protocollo per la gestione dello stress basato sulla mindfulness -
mbsr: una ricerca siciliana
Morabito Giuseppina, Bongiorno Laura, Ferrante Letizia, Corsaro Francesco
Introduzione: ll protocollo MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction) è stato sviluppato dal Prof.
Jon Kabat Zinn alla fine degli anni ’70 e consiste in un intervento di gruppo della durata di 8
settimane, che integra conoscenze e competenze psicologiche con antiche tecniche di
consapevolezza.
Obiettivo. Valutare l’impatto del protocollo MBSR sulla qualità di vita e gestione dell’ansia su 69
partecipanti.
Strumenti e metodi. Dal 2014 al 2019 sono stati avviati diversi corsi MBSR a Catania. I partecipanti
sono       stati    valutati      prima      e     dopo       la      partecipazione      al     corso.
Strumenti utilizzati: una check-list di sintomi stress-correlati; il Psychological General Well-Being
Index (PGWBI) e Five Facet Mindfulness Questionnaire (FFMQ), lo STAY.
Risultati. N: 69; M/F 18/51. Emergono differenze statisticamente significative in tutti i test utilizzati.
Nello specifico, dopo la partecipazione al corso, migliorano significativamente tutte le categorie
relative alla Qualità di vita; alle competenze mindfulness-based e all’ansia (sia di stato che di
tratto).
Conclusioni. I dati, in linea con la letteratura, confermano l’efficacia del protocollo MBSR nella
gestione dello stress. Nonostante il protocollo sia conosciuto in tutto il mondo da più di 40 anni,
sono ancora poche le realtà siciliane in cui è possibile partecipare al corso con istruttori qualificati.

#20 Gli effetti terapeutici della stimolazione cognitiva attraverso
l’immagine fotografica
Vera Vezzosi, Gessica La Leggia, Selene Tarascio
Le terapie di stimolazione cognitiva tradizionali sono focalizzate sul miglioramento e sul
mantenimento delle funzioni cognitive. Esse si avvalgono di numerose tecniche, ciascuna delle
quali ha elaborato modalità e protocolli specifici. Presso il c.d.a. dell’ospedale Gravina di
Caltagirone, nell’ambito degli interventi di riabilitazione cognitiva, è stato messo appunto,
dall’equipe, un Protocollo riabilitativo di stimolazione cognitiva, utilizzando l’immagine fotografica.
Questa tecnica è stata collocata nel campo della terapia della reminiscenza e si concentra sulla
evocazione di ricordi ed emozioni, sulla comunicazione non verbale e sul miglioramento
dell’identità personale nonché sulla stima di sé. Questo protocollo nasce dalla considerazione che
l’immagine fotografica, oltre al riconoscimento della funzione documentaria e di valore estetico,
rappresenta un potente mediatore tra ricordo e memoria dalle molteplici valenze. Inoltre,
rappresenta un catalizzatore non verbale per esteriorizzare un’emozione, fare emergere un
linguaggio metaforico e simbolico.. Gli obiettivi prefissati sono stati il mantenimento delle funzioni
cognitive e il coinvolgimento del cargiver di riferimento. Gli utenti selezionati ed inseriti hanno una
diagnosi di demenza di grado lieve (punteggi al mmse tra 21 e 26). Il protocollo è stato
somministrato a due gruppi, ciascuno composto da 10 utenti. Durante gli interventi si è lavorato
utilizzando fotografie personali che evocano pezzi di storia dell’utente in questione. Il progetto
consta di n.1 incontro preliminare con gli utenti inseriti, n. 8 incontri di stimolazione cognitiva
attraverso l’immagine fotografica, n.1 incontro per la realizzazione e la selezione delle foto e un 1
incontro in cui era presente il familiare, nella rievocazione del ricordo, infine la realizzazione della
mostra fotografica, curata dai paziente e familiari. Prima e dopo i suddetti interventi, è stato
somministrato agli utenti il mmse. L’analisi dei punteggi ha evidenziato il mantenimento delle
funzioni cognitive, mentre un’analisi qualitativa ha messo in luce una maggiore partecipazione agli
interventi riabilitativi da parte degli utenti.

#21 (vedi #3)

#22 Relazione tra                       stile      di      vita      e      riserva        cognitiva
nell’invecchiamento
Eliana Misuraca, Daniela Smirni
Oggi le evidenze empiriche e gli studi scientifici dimostrano che l’invecchiamento è influenzato da
una molteplicità di fattori intra e interindividuali, che riguardano sia il ruolo delle variabili
anatomo-strutturali del cervello (teoria della riserva cerebrale), sia l’influenza di variabili esterne,
cognitive e ambientali (teoria della riserva cognitiva).
A partire da questi modelli teorici e studi empirici, il presente studio si è posto l’obiettivo di
indagare e rintracciare le relazioni che intercorrono tra i fattori della riserva cognitiva, legati allo
stile di vita condotto nel corso degli anni, ed il profilo cognitivo di un gruppo di 29 soggetti anziani
cognitivamente sani. La valutazione neuropsicologica ha previsto l’uso di una batteria di test, tra
cui il cri-q, un questionario che fornisce un indice totale di riserva cognitiva (cri-totale) e tre diversi
sottoindici (cri-scuola; cri-lavoro; critempo libero). L’analisi dei coefficienti di correlazione sui
risultati ottenuti ha complessivamente evidenziato la presenza di una relazione significativa e
positiva tra le attività svolte nel tempo libero (cri-tempo libero) ed il funzionamento intellettivo ed
esecutivo. Ciò suggerisce che le attività svolte nel tempo libero (attività fisica, attività cognitiva e
attività sociali) e complessivamente la qualità dello stile di vita, rappresentano dei fattori in grado
di massimizzare la riserva cognitiva, che rallenta e protegge dall’avanzamento del declino cognitivo
determinato dall’invecchiamento fisiologico e contribuisce ad un soddisfacente mantenimento
delle funzioni cognitive.
#23 Emdr come strumento per elaborare le emozioni nei
pazienti alessitimici: caso clinico
Concetta Mezzatesta
L’alessitimia è un disturbo della regolazione e codifica delle emozioni che si manifesta con la
compromissione di alcune componenti Affettive identificate come: difficoltà nell’identificare i
sentimenti, difficoltà nel comunicare i sentimenti agli altri, pensiero orientato all’esterno (pensiero
operatorio).
Questo elemento si è dimostrato essere tra i fattori di rischio per l’insorgenza di malattie
somatiche come, per esempio, l’ipertensione, l’artrite reumatoide, il diabete e malattie intestinali
infiammatorie.
In questo elaborato si presenterà un caso clinico nel quale il paziente con malattia intestinale
cronica è stato sottoposto a emdr per l'elaborazione e il riprocessamento di alcune emozioni alla
base della disregolazione affettiva.

#24 Il bisogno di psicologi in ambito sportivo
M. Monaco¹, G.P. Zitelli², F. Giardina³

¹ Componente dell’Osservatorio di Psicologia dello Sport OPRS. ² Consigliere OPRS, Coordinatore
dell’Osservatorio di Psicologia dello Sport OPRS. ³ Presidente OPRS e presidente CNOP.

Il raggiungimento di obiettivi nel mondo dello sport e dell’esercizio fisico coinvolge sia la dimensione
psicologica che quelle fisiche e tecniche. I contributi della psicologia in ambito sportivo comprendono
principalmente il supporto alle performances ma non solo.

Alcuni gruppi di lavoro sulla psicologia dello sport hanno effettuato delle indagini regionali sugli interventi
degli psicologi nello sport, descrivendo l’esperienza di professionisti del settore che hanno lavorato in
ambiti sportivi e mostrando l’esistenza di una variabilità delle realtà regionali rispetto al ricorso alla
psicologia nello sport. Al fine di sostenerne ulteriormente lo sviluppo è importante esplorare anche le
esperienze dei destinatari effettivi e potenziali di tali interventi, come atleti, associazioni e società sportive,
allenatori e dirigenti. Obiettivo principale è stato realizzare uno studio che coinvolga contemporaneamente
psicologi e destinatari e/o potenziali beneficiari di interventi di psicologia applicata allo sport. In tal modo è
stato possibile confrontare le “due facce della medaglia”: professionisti e destinatari, paragonando le loro
aspettative e le loro necessità. La procedura per la raccolta delle informazioni ha previsto 2 questionari:Il
questionario per il censimento degli psicologi e il questionario per gli operatori sportivi . Conclusioni I dati
relativi agli psicologi che risaltano maggiormente sono la bassa propensione degli psicologi a formarsi e a
lavorare in tale ambito e parallelamente l’incostanza nell’aggiornamento professionale in tale ambito.
Quest’ultima si configura spesso come un’attività collaterale e saltuaria nella vita professionale degli
psicologi siciliani.I dati relativi agli operatori sportivi mostrano una tendenza ad assimilare gli interventi
dello psicologo nei contesti sportivi a quelli clinici, ritendo utile la presenza dello psicologo solo in presenza
di situazioni di disagio. Contestualmente esiste una difficoltà a percepire le differenze tra psicologi e figure
che operano in ambito sportivo occupandosi di temi connessi all’allenamento mentale (es. mental coach e
motivatori).
#25 Psicologia ed insegnamento del sostegno, un’integrazione
possibile
Daniela Messina
Il presente contributo delinea una proposta al MIUR i cui obiettivi riguardano: l’accesso
semplificato al tfa sostegno di ogni ordine e grado per psicologi in possesso dei titoli per la cdc
a018 e dei 24cfu ed il reclutamento prioritario degli stessi per le supplenze sul sostegno tramite lo
scorrimento incrociato delle g.i di 1^ 2^ e 3^ fascia (DM n. 131/ 2007).tale proposta è stata
condivisa insieme al cnop per la prima volta a gennaio 2019 in sede ministeriale, di concerto al
funzionario afferente la “direzione generale per lo studente”. In riferimento alla l.56/89 le attività
caratterizzanti la professione dello psicologo e le prestazioni dello stesso ai sensi della l.38/16,
consentono una lettura ed un impiego articolato degli strumenti riguardanti il pdp ed il p.e.i. ma in
virtù della massiva domanda sul sostegno, le scuole di ogni ordine e grado sono costrette a
reclutare diplomati e laureati comuni privi di competenze psicopedagogiche, a discapito della
nostra figura maggiormente qualificata per svolgere il delicato compito dell'insegnamento ad
alunni bes. Inoltre le categorie summenzionate accedono al tfa solo col diploma, mentre agli
psicologi si obbliga un corso della durata di 9 mesi, sebbene il piano di studi presenti materie
equivalenti al Tfa.

#26 Drptr – la dis-regolazione post-traumatica reversibile: un
paradigma che chiarisce le relazioni causali tra le esperienze
traumatiche e le psicopatologie
Sergio Salvatore Amico
Lavorare in psicoterapia con l’emdr (eye movement desensitization and Reprocessing - di francine
shapiro, phd) ha portato all’evidenza che le difficoltà psicologiche dei pazienti provengono da
diversi tipi di avversità sopraffacenti, avvenute nella loro vita. Queste avversità sono classificabili
come eventi traumatici, intendendo con le parole “trauma psicologico” un evento che risulta
essere stato “troppo” per il sistema nervoso delle persone coinvolte (peter a. Levine, phd).
L’impatto con l’evento traumatico, proprio nel momento in cui supera la soglia di tolleranza, porta
a un'estrema risposta difensiva naturale, protettiva, creando una sorta di lesione nel nostro
sistema nervoso autonomo e influenzando, da quel momento in poi, il suo eccitamento e la sua
autoregolazione. Così si struttura una dis-regolazione post-traumatica. Il trauma può avere effetti
sommersi, complice la rimozione, determinando una disregolazione, sia immediatamente evidente,
sia latente. La disregolazione emotiva (post traumatica) viene descritta come causa (e non come
conseguenza) dei disturbi psicopatologici. Ciò conduce alla possibilità di intervenire sulle memorie
traumatiche rendendo la disregolazione reversibile. Si ripristina così un funzionamento psichico
adeguatamente regolato dall’interno.
Le condizioni psichiatriche sono state spesso associate all'esposizione a traumi o eventi stressanti.
Viene qui confermato, ed esteso, il "modello traumatico dei disturbi mentali".
#27 Psicologi a scuola per la scuola. Il servizio di psicologia
scolastica
Rosa Maria Quattrocchi
Il servizio di psicologia scolastica, costituito all’interno di una scuola dell’infanzia e primaria di
Palermo, pone come base e fondamento del suo intervento la promozione del benessere degli
alunni, secondo quanto previsto dall’oms (benessere bio-psico-sociale, sen 1993). La cornice di
questo intervento è rappresentata da:
1.       Art. 1 della legge n° 56 del 18/02/89, con il quale è stata istituita la specificità della
professione dello psicologo e si sono definiti gli strumenti e gli ambiti di intervento;
2.       Contesto (scuola pubblica non statale);
3.       Normativa scolastica (miur). Nell’arco di circa due decenni, l’esperienza maturata ha fatto
rilevare come l’efficacia dell’intervento dello psicologo è garantita dalla continuità all’interno della
scuola. Una tale continuità risulta condizione necessaria sia per costruire un’alleanza di lavoro
significativa con tutte le componenti dell’istituzione, sia per trovare risposte valide a fronte di
bisogni sempre più complessi emergenti nell’espletamento della funzione psico-educativa rivolta
alle nuove generazioni. Il lavoro di counseling, rivolto agli utenti della scuola, deve essere
preceduto da una analisi del contesto. Tale attività diagnostica permette di cogliere il significato
comportamentale individuale e gruppale che potrebbe influenzare il ben-essere degli alunni
all’interno dell’istituzione e, là dove se ne ravvisi la necessità, di orientare significativamente il
cambiamento

#28 Patologie croniche e relazione medico paziente: un'indagine
esplorativa
E. Contarino, A. Schimmenti

Introduzione
Il presente studio si è proposto l'obiettivo di esplorare il ruolo di alcune variabili
sociodemografiche che potrebbero influenzare la comunicazione tra medico e pazienti affetti da
patologie ad andamento cronico.
Materiali e metodi
È stata condotta un’indagine su 69 pazienti volontari (58 femmine, 84%) provenienti da diverse
regioni italiane. Ai soggetti è stato somministrato un questionario finalizzato a ricavare
informazioni generali sul medico curante, la patologia, la relazione medico-paziente e la qualità
della comunicazione in termini di supporto, ascolto, considerazione e dialogo.
Risultati
La percezione della qualità del dialogo, della considerazione e dell'ascolto è risultata migliorare
con l’aumentare dell’età del paziente, mentre la percezione della considerazione si associava
positivamente con l'area di prevenienza: i pazienti seguiti al nord (78%) e al centro (77%) si
sentivano maggiormente presi in considerazione rispetto ai pazienti curati nel sud e nelle isole
(χ2(3)=7,67; p=0,05). La qualità dell'ascolto risultava migliore al centro
(92 %) e al nord (74%), rispetto al sud (55%) e alle isole (44%) (χ2(3)= 9.08; p = 0,03).
Conclusioni
I risultati dello studio sembrano riflettere una sperequazione relativa alla presenza di centri di
eccellenza tra il nord e il sud italia per la diagnosi e la cura delle patologie croniche.

#29 Voci di viaggio. Prendere parola attraverso il mezzo
fotografico
Serena Vitulo, Ivana Cutugno, Giuseppe de Santis, Ablaygalo Diallo, Gandolfa Cascio
Il photovoice (mastrilli, nicosia eSantinello, 2016) è una metodologia di ricerca-intervento utilizzata al fine
di offrire una opportunità di empowerment a target normalmente esclusi dai processi decisionali. Grazie
alla collaborazione di terre des hommesItalia e psicologi per i popoli regione
Sicilia è nata una esperienza di photovoice attraverso cui dieci minori stranieri non accompagnati (msna)
hanno potuto raccontare in prima persona l’esperienza della migrazione attraverso lo strumento
fotografico. Il percorso, dopo 12 incontri di gruppo, si è concluso con la realizzazione di una mostra in cui
alcune foto scelte e scattate dai partecipanti sono state accompagnate dalle loro testimonianze intorno al
tema del viaggio. All’evento sono stati invitati i principali soggetti istituzionali che gestiscono l’accoglienza
dei msna e gli intervenuti hanno avuto l’opportunità di conoscere una declinazione nuova dell’intervento
psicologico-clinico, in genere pensato dalla collettività come strumento di riduzione del danno che incide
sul benessere individuale. Il percorso di photovoice, infatti, ha rappresentato un’esperienza attraverso cui
sono state co-costruite nuove narrazioni del fenomeno migratorio ed è stato possibile promuovere un
nuovo sguardo sulla migrazione realizzando un intervento psicologico capace di promuovere processi
inclusivi e di cambiamento comunitario.

#30 I.d.e.a. Itinerari di ascolto in un dipartimento di Emergenza-
urgenza
P. Carini, G. Coticchio, C. Di Salvo, A. Di Pasquale

Introduzione. Il pronto soccorso è diventato il "porto urbano" dell’emergenza-urgenza che
governa bisogni complessi di natura medica e psicosociale, in cui approdano pazienti e familiari,
che sperimentano situazioni di distress, ed eventi critici-traumatici. Tale complessità è acuita dalla
distorsione dei processi relazionali che esitano in escalation conflittuali, che non consentono di
decifrare i vari linguaggi che sottendono la richiesta di aiuto e di cura. La ricerca-intervento
condotta nell’aa. 2018/19, con l’intervento dello psicologo, ha l’obiettivo di mettere in luce tale
complessità e dare risposta alle richieste di aiuto, che insorgono contestualmente ad una patologia
organica e/o in tempo reale, per chi si trova in emergenza emotiva. Metodologia. L’integrazione
della customer satisfaction assieme alla gestione degli eventi critici connessi alle patologie è
esitata nella rivisitazione di uno strumento di rilevazione quantitativa-qualitativa2. Risultati i dati
evidenziano il gradimento della presenza dello psicologo in ps e la necessità di ridurre le criticità
relazionali rilevate, che si rivela un momento chiave nella presa in carico assistenziale dei pazienti
e dei familiari. Bibliografia: Trabucco G, Buonocore F,(2007). Pronto soccorso triage-accoglienza,
Rassicurazione, cura, aspettative, vissuti Psicologici, bisogni. Ediz. Libreria Cortina Verona
#31 L’intervento psicologico nei reparti ospedalieri pediatrici di
gastroenterologia, nefrologia e cardiologia del Di Cristina
fatebenefratelli dell’arnas civico di Palermo, nella presa in
carico della multicronicità
Marina Di Pasquale, Ivana Caruso, Angela Di Pasquale

Il fenomeno della multicronicità è in continuo aumento ed è stato rilevato dall’osservatorio nazionale della
salute, pertanto l’assistenza di questi pazienti deve essere considerata nel lungo tempo e deve tenere
conto delle complessità psicologiche determinate da questa condizione clinica. La pratica operativa attuata
è stata incentrata su un lavoro circolare che ha visto coinvolti il piccolo paziente, ove possibile, la sua
famiglia e il personale medico e infermieristico in un processo di empowerment familiare e individuale e di
progettazione dell’intervento e comunicazione della diagnosi. Il setting narrativo si è configurato lo
strumento principe nel processo di storicizzazione e attribuzione di senso alla malattia poiché porta il
paziente ad uscire dalla ripetizione circolare della cronicità per imboccare strade più creative e funzionali in
una dimensione prospettica. Tale cornice operativa ha favorito una migliore accettazione della condizione
di malattia e delle terapie mediche funzionali a rendere sostenibile il circuito della cronicità. L’attenzione ai
processi comunicativi tra il personale medico, gli psicologi e gli infermieri ha consentito inoltre la
formulazione di un paradigma relazionale ed espressivo comune.

#32 Il lavoro psicologico nell’area dell’emergenza pediatrica
presso il pronto soccorso dell’ospedale Di Cristina benfratelli
dell’arnas Civico di Palermo
Ivana Caruso, Marina Di Pasquale, Angela Di Pasquale

L’intervento psicologico nell’area emergenziale assume delle caratteristiche peculiari, in quanto, si sviluppa
all’interno di un setting dinamico, i cui tempi sono improntati sulla velocità e sulla concretezza della
problematica clinica emergente. In una tale cornice, lo psicologo è chiamato a mantenere un
atteggiamento interno riflessivo. Il setting non è connotato dalla cornice operativa che siamo soliti
riscontrare nei reparti di lungodegenza dove è possibile dare spazio maggiore al malato e non alla malattia,
ma è il frutto della disposizione psichica dello psicologo che, con il suo “agire” orientato da una
impostazione metodologica e teorica definita, dà senso all’intervento. Tale situazione si delinea in modo
consistente nelle situazioni traumatiche che afferiscono al pronto soccorso (manifestazioni acute, abusi,
maltrattamenti, stati d’ansia ecc…), che possono far perdere al piccolo paziente e alla sua famiglia le
“coordinate di personalità” incidendo/impedendo una possibile risposta resiliente. Su questo livello si
snoda l’intervento psicologico al p. S.. La presa in carico del paziente e del caregiver garantisce il recupero
di una rielaborazione che investe il paziente e il personale medico e non, coinvolto nel processo di cura.

#33 (vedi #14)
#34 L’intervento psicologico nei casi di abuso e maltrattamento
infantile. Esempio di un modello operativo attuato presso il
pronto soccorso pediatrico del Di Cristina dell’arnas civico di
Palermo
Ivana Caruso, Marina Di Pasquale, Angela Di Pasquale

I casi che in misura maggiore sono afferiti al pronto soccorso pediatrico, durante il nostro servizio
presso l’uosd di psicologia clinica, riguardano episodi di abuso e/o maltrattamento già sottoposti a
indagine dalla magistratura. Il modello operativo è stato incentrato sull’accompagnamento del
minore nelle fasi di indagine medica e di passaggio dalla struttura ospedaliera ad un’altra
destinazione (casa famiglia, comunità protetta, affidamento etero familiare…). L’intervento
supportivo è stato focalizzato sul contenimento delle emozioni dei minori oggetto dell’intervento
considerando anche quelle evidenze ampiamente descritte in letteratura sui sensi di colpa, le
angosce, i sentimenti di perdita e vergogna che spesso si riscontrano in queste vittime. Inoltre,
l’operatività ha visto un coinvolgimento sistemico delle altre professionalità coinvolte in tale
casistica. A tale scopo, sono stati concordati percorsi di presa in carico con il servizio sociale
ospedaliero, il personale medico e non del pronto soccorso e i responsabili delle strutture di
accoglienza che ospiteranno il minore. Tale esperienza ha gettato le basi per lo sviluppo di una
riflessione metodologica più ampia e strutturata relativa a questi casi.

#35 La sessualità: corpo, relazioni, significati
Rosa Puleo, Angela Di Pasquale

Il diabete mellito, una delle patologie croniche più diffuse, porta a disturbi della sfera sessuale che
possono contribuire a compromettere la qualità della vita. Il comportamento sessuale umano è il
risultato di una componente mentale e di una organica.
L’organizzazione mondiale della sanità (oms) sottolinea l’importanza della sessualità come parte
integrante della salute. Nella popolazione generale per gli uomini, i problemi più comuni sono
l’eiaculazione precoce (14%), la difficoltà di erezione (10%); nella donna il più comune è la
mancanza di desiderio (21%), seguito dalla difficoltà di lubrificazione (16%) e dall’incapacità a
raggiungere l’orgasmo (16%). Nei pazienti affetti da diabete la sessualità riceve poca attenzione
non solo da parte della ricerca clinica, dato lo scarso numero di pubblicazioni scientifiche sul tema,
ma anche dal personale medico che spesso non rileva, attraverso l’indagine anamnestica, la
sintomatologia legata alla sfera della sessualità. Nell’anno 2018 l’ u.o.s.d. di psicologia clinica in
collaborazione con l’ambulatorio di diabetologia dell’u.o. di medicina interna ii – dell’arnas civico
di palermo ha avviato un ambulatorio dedicato alla rilevazione dei problemi sessuali connessi con
la patologia diabetologica al fine di informare, sensibilizzare i pazienti e facilitare l’emergere dei
sintomi ed il loro trattamento sul piano organico e psicologico attraverso un approccio biopsico-
sociale.
#36 La creatività necessaria
Diletta Randazzo

Dalle linee guida per l'autismo della società italiana di neuropsichiatria dell'infanzia e
dell'adolescenza si legge che “l'autismo è una sindrome comportamentale causata da un disordine
dello sviluppo biologicamente determinato”. Le aree prevalentemente interessate sono quelle
relative all’interazione sociale reciproca, all’abilità di comunicare idee e sentimenti e alla capacità
di stabilire relazioni con gli altri (baird et al., 2003; berney, 2000; szatmari, 2003). Al di là degli
aspetti problematici legati allo studio eziopatogenetico del disturbo, alla valutazione e alla
diagnosi, alla capacità di attuare in maniera tempestiva screening e trattamento, lo psicologo è
chiamato a confrontarsi quotidianamente con la complessità della clinica con tali soggetti e con le
equipe di riferimento. Le rigorose strategie di intervento, approvate su scala internazionale, si
rivelano efficienti ma talvolta le particolarità soggettive unite alle non poche peculiarità del
quadro sindromico fanno problema, influenzano il trattamento e mettono in crisi la professionalità.
Lo psicologo, per sua natura, ha e deve continuare ad avere la capacità creativa e ri-creativa di
osservare con occhi sempre nuovi, adattare il proprio intervento e modellarlo al fine di renderlo
sintonico al soggetto cui è rivolto. Solo così il trattamento avrà davvero la valenza etica che merita.

#37 Il doppio: “sono una donna etero in un corpo da maschio!” -
il percorso psicologico nei pazienti con disforia di genere
Daria Pandolfo, Angela Di Pasquale

“Gli individui con disforia di genere mostrano una marcata incongruenza tra il genere che è stato
loro assegnato (solitamente alla nascita, genere assegnato alla nascita) e il genere da loro
esperito/espresso” (dsm v 2013). In italia la legge n. 164/1982 disciplina l’iter legale e burocratico
per la riattribuzione chirurgica del sesso, non facendo alcun riferimento al supporto psicologico.
L’osservatorio nazionale sull’identità di genere - onig e le società scientifiche internazionali, invece,
raccomandano che “a partire dalla richiesta di riattribuzione, il Programma psicologico deve essere
parallelo e integrato con quello medico.” All’interno dell’u.o.s.d. di psicologia clinica dell’arnas
civico di palermo, in collaborazione con la u.o. di Ostetricia e ginecologia, fra il 2013 ed il 2018, è
stato realizzato un ambulatorio psicologico di accompagnamento per i pazienti che abbiano fatto
richiesta di riattribuzione del sesso, all’interno del quale elaborare, in modo consapevole, i vissuti
emotivi e psicologici intimamente connessi al “percorso di adeguamento”.

#38 La “transizione” delle cure in pazienti epilettici
un’esperienza pilota all’interno dell’arnas civico di palermo
Daria Pandolfo, Rosa Puleo, Antonella, Santoro, Antonina D’Amico, Flavia Drago, Giorgia Plicato, Laura
Silvestri, Francesca Vanadia, Angela Di Pasquale

L’epilessia è una delle malattie neurologiche più diffuse in italia e colpisce 500.000 persone con
una prevalenza di 4-8/1000/anno.
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