A Osart Gallery è di scena l'arte africana

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A Osart Gallery è di scena l'arte africana
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    # African Textures veduta dell'installazione alla Osart Gallery. ©Max Pescio

A Osart Gallery è di scena l’arte africana

FRANCESCA INTERLENGHI           IN MOSTRE IN CORSO / RECENSIONI

S
               i potrebbe definire come un accumulo di stimoli, motivi e
               simboli in cui la superficie della tela si offre come luogo
               privilegiato di un libero itinerario, la mostra dal titolo African
               Textures che Osart Gallery dedica al panorama artistico
               emergente dell’Africa del Sud attraverso il lavoro di tre
giovani artiste: Jeanne Gaigher (1990, Cape Town), Kresiah Mukwazhi
(1992, Harare, Zimbabwe) e Marlene Steyn (1989, Cape Town).

Occasione di un’eclettica libertà narrativa che rompe in qualche modo
con la tradizione della galleria, da sempre impegnata in un lavoro di
riscoperta e valorizzazione dei protagonisti dell’arte concettuale degli anni
Sessanta e Settanta, e che offre una prospettiva altra, di un certo
esotismo, come differente punto di vista sull’arte contemporanea.

“Ero già stato in Sudafrica nel 2008” spiega Andrea Sirio Ortolani
fondatore della galleria, “quando ancora il mercato e il sistema dell’arte
erano piuttosto acerbi. Ma ho mantenuto inalterata nel tempo la curiosità
per quel Paese perché secondo me lì c’è un grande potenziale e ci sono
ancora molte storie da raccontare. L’abolizione, nel 1994, dell’apartheid
ha segnato un vero e proprio punto di svolta perché gli artisti che sono
nati in quel momento storico o hanno vissuto in prima persona gli
importanti cambiamenti che ne sono conseguiti, le battaglie per
l’emancipazione, hanno utilizzato quell’evento come motore trainante
A Osart Gallery è di scena l'arte africana
della loro creatività. Si registra un clima molto vivace e un desiderio di
apertura a un contesto più ampio che non sia esclusivamente quello
domestico. Perciò intendo dare continuità a questa prima iniziativa
facendo un focus molto ampio sul territorio sudafricano.”

 Jeanne Gaigher,
 Marlene
 Kresiah Mukwazhi,
         Steyn, Stroke
                 Conditions
                    Kusexira
                       my palms
                             of
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                                Seduce,
                                 and
                                   dayflush
                                        II,2018.
                                            2019.
                                             my knee,
                                                 Mixed
                                                  Canvas,
                                                      2016.
                                                       Media,
                                                          Bookbinding
                                                            Oilcm.141
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                                                                                x 170 Acrylic,
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A Osart Gallery è di scena l'arte africana
Una collettiva che attraverso l’accurata selezione di nove opere rielabora
il tradizionale linguaggio pittorico in una prospettiva multimediale. Stili e
tecniche eterogenei, uniti a cromatismi accesi, combinano il piacere della
raffigurazione con l’utilizzo di materiali la cui texture – termine che fa
rifermento tanto alla tecnica utilizzata nei lavori esposti quanto alla
struttura sociale e politica dell’Africa – assume un ruolo chiave. Quasi ci
fosse il desiderio di un’intenzionale esperienza tattile, sensoriale a legare
insieme questi lavori: visualizzazione di un presente in cui si condensano
e stratificano i frammenti di un mondo in divenire.

Le opere di Jeanne Gaigher sembrano dei libri pronti per essere sfogliati,
superfici composite in cui scrivere l’arte significa inventare e ibridare in
maniera istintiva, senza forzatura alcuna. Lasciando che le esperienze
personali, i paesaggi contemplati dall’artista e i momenti di vita vissuti,
catturati attraverso l’utilizzo dello smartphone, fluiscano spontaneamente
e vengano poi fissati con colori acrilici, inchiostro e inserti di tessuto.

Kresiah Mukwazhi, la più giovane delle tre protagoniste in mostra, si
propone di indagare, attraverso tecniche diverse, soprattutto il ruolo della
donna in relazione alle norme della società patriarcale. Non a caso
ritorna, in maniera significativa in tutto il suo lavoro, il tema dell’uomo
potente accusato di aggressione sessuale. Spalline, pizzo e seta,
elementi appartenenti alla lingerie femminile compongono opere volte a
riportare l’attenzione sulla fragilità della condizione femminile in
Zimbabwe e a promuovere un dibattito attivo sulla resistenza provocatoria
in opposizione al patriarcato.

Diverso infine l’approccio di Marlene Steyn che cede alle lusinghe di una
grammatica decisamente più figurativa. Lavorando su tela, spesso libera
dalla tradizionale ossatura, su cui dipinge con oli, acrilici, inchiostro e
l’aggiunta di plastilina e vari altri materiali di recupero, l’artista si interroga
sul processo che porta alla definizione della propria identità, specialmente
quella femminile, al tempo dell’identità liquida che caratterizza la nostra
contemporaneità.
A Osart Gallery è di scena l'arte africana
“Un lavoro di scoperta che è stato molto stimolante” conclude Andrea
Sirio Ortolani. “Non voglio dire che l’Europa sia stanca ma oramai,
soprattutto nell’arte moderna e contemporanea, il sistema è così
consolidato che spesso, almeno per come lo vedo io, rischia di risultare
piatto. In questa mostra si percepisce invece uno spirito completamente
nuovo, reso ancora più incisivo dall’uso del colore e dall’utilizzo dei
materiali.”
A Osart Gallery è di scena l'arte africana
African Textures veduta dell’installazione alla Osart Gallery. ©Max Pescio

African Textures: Jeanne Gaigher, Kresiah Mukwazhi, Marlene Steyn
Osart Gallery, Milano Corso Plebisciti 12
fino al 1 febbraio 2020
A Osart Gallery è di scena l'arte africana
martedì – sabato 10-13 | 14.30-19 (entrata libera)

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    JEANNE GAIGHER    KRESIAH MUKWAZHI    MARLENE STEYN   OSART GALLERY

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