Interventi nella persona con demenza in fase avanzata - Daniela Mentasti, Jennifer Scotti - Fondazione Carisma

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Interventi nella persona con demenza in fase avanzata - Daniela Mentasti, Jennifer Scotti - Fondazione Carisma
Interventi nella
persona con
demenza in fase
avanzata
Daniela Mentasti, Jennifer Scotti
Servizio animazione sociale
Fondazione Carisma
Interventi nella persona con demenza in fase avanzata - Daniela Mentasti, Jennifer Scotti - Fondazione Carisma
IL LINGUAGGIO DELL’ANIMA
Interventi nella persona con demenza in fase avanzata - Daniela Mentasti, Jennifer Scotti - Fondazione Carisma
Ultima fase..vita vegetativa

Caratteristiche fisiche:
• Occhi sono quasi sempre chiusi e lo sguardo non è più a fuoco
• A letto assumono posizione fetale e in carrozzina non hanno una
  postura stabile
• Non hanno consapevolezza del loro corpo
• Movimenti piccoli e quasi impercepibili
• E' incapace di compiere azioni semplici e non gli è più possibile
  mangiare o bere autonomamente o deglutire (disfagia)
• Diventa incontinente (incontinenza urinaria e fecale)

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Interventi nella persona con demenza in fase avanzata - Daniela Mentasti, Jennifer Scotti - Fondazione Carisma
Caratteristiche psicologiche:

• Non riconoscono i volti dei familiari ( prosopoagnosia)
• Raramente esprimono sentimenti ed emozioni
• Non intraprendono alcuna attività
• Sono proiettati in un loro mondo fatto di ricordi

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Interventi nella persona con demenza in fase avanzata - Daniela Mentasti, Jennifer Scotti - Fondazione Carisma
Nella fase avanzata,
quando risulta
assente la relazione
verbale , può essere
il corpo una
modalità di
comunicazione?
Troppo spesso si
sottovaluta l’importanza
    di un tocco: ha il
      potenziale per
  trasformare una vita.
Contatto e tocco empatico

 • La pelle è un recettore sensoriale, che riveste un ruolo importantissimo
   dalla nascita fino alla vecchiaia di tutti gli essere umani.

 • il contatto risulta essere essenziale per la costruzione e il mantenimento di
   relazioni affettive
• Il massaggio è quindi associato, sotto il profilo
  biochimico, al rilascio di beta-endorfine, serotonina,
  dopamina e alla diminuzione del rilascio di cortisolo.

• Altri effetti fisiologici del massaggio includono una
  diminuzione della pressione sistolica e diastolica ,
  della frequenza cardiaca e respiratoria .

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• Altre ricerche dimostrano come il massaggio
  incrementi il benessere psicofisico e mentale e
  come riesca a facilitare l'espressione emozionale
  del paziente , fino ad agevolare l'instaurarsi di una
  relazione terapeutica fra il malato e il caregiver.
• Il tatto prevede una imprescindibile reciprocità,
  quando si tocca si è contemporaneamente ed
  inevitabilmente toccati. Non è possibile toccare
  senza essere toccati.
• Quindi è necessario parlare di comunicazione,
  ovvero, mentre tocchiamo riconosciamo l'altro
  nella sua individualità.

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L’arte del saper toccare

Van Der Bruggen (1997) a questo proposito distingue il tocco in due
diverse forme:
• la palpazione, che utilizza la professione sanitaria, detto tocco
  Gnostico,

• il tocco Phatico che si manifesta come carezza e in quanto carezza
  risulta essere avvolgente, accogliente rivolto alla persona e non al
  paziente.

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Stimolazione multisensoriale

Massaggio terapeutico attraverso movimenti:
• Lenti
• Distensivi
• Mirati e ripetitivi

Rinforzo olfattivo: diffusore di oli essenziali
e creme profumate.

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Nell'anziano questa comunicazione diventa sempre
più difficile per svariati motivi, che spaziano da,
pregiudizi sulla vecchiaia all'impossibilità di vera e
genuina accettazione dell'avanzare degli anni. Se il
bambino viene abbracciato immediatamente il
vecchio viene di norma rifiutato, negandogli così
questo prezioso strumento comunicativo.

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Il suono dimenticato: la musicoterapia nelle demenze.

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• L'utilizzo della musica a scopi terapeutici risale a
  parecchie civiltà che risalgono al mondo antico fino
  ai giorni nostri

• Molte popolazioni attribuivano ai suoni e alla
  musica effetti benefici soprattutto sull'umore e
  sugli stati nervosi, anche in Cina e in India si
  attribuiva alla musica il potere di condurre alla
  guarigione. La musica ha un potere incantatorio
  sulla parte irrazionale che procura benessere.

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• Questa metodologia favorisce anche il
  mantenimento del senso di identità

• In termini generali con la Musicoterapia si propone
  un miglioramento generale delle condizioni
  psicofisiche del paziente attraverso l'annullamento
  di componenti tipici della malattia come l’apatia.

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L'identità sonora (ISO) ha radici profonde, antiche e
ancestrali innata in tutti gli uomini e l'elemento sonoro così
prodotto, favorisce il determinarsi di un'area transizionale,
    quale un ponte fra interno ed esterno, dove poter
 condividere la comunicazione, in questo modo il suono e
     l'oggetto sonoro divengono oggetti intermediari.

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Setting

• Il setting musicoterapeutico è un contenitore solido e costante di
  spazi, tempi e comportamenti che agevola e permette lo sviluppo
  stesso dell'intervento e della relazione paziente-educatore.

• In musicoterapia il setting agevola l'esperienza sensoriale libera da
  condizionamenti direttivi e volta alla scoperta della pura
  sperimentazione musicale.

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Spazio fisico ma anche cornice

• Cornice spaziale in quanto necessita di uno spazio delimitato e quindi
  stabile, riconoscibile, riservato, protetto sia sul piano architettonico
  che sul piano acustico.

• Cornice temporale data dal tempo cronologico, ossia dalla durata e
  dalla frequenza degli incontri musicali.

• Cornice comportamentale costituita dalla presenza fisica, dalla
  presenza etica (la salvaguardia della privacy e la cooperazione
  dell'equipe).

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La musica viene dunque utilizzata come strumento utile
a tranquillizzare, rasserenare e dar benessere
psicologico al nostro malato, attraverso metodologie di
musica ambientale al fine di creare un sottofondo
musicale capace di entrare in sintonia con le parti più
profonde del nostro essere.

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Pulsazioni binaurali

• Le pulsazioni binaurali quindi non sono altro che suoni pulsanti ad una
  certa frequenza , nel momento in cui facciamo pulsare in ciascuno
  delle nostre orecchie due suoni con pulsazioni diverse fra di loro, il
  nostro cervello cerca sempre di compensare questa differenza e per
  farlo, modifica la sua frequenza cerebrale.

• Per utilizzare la musica binaurale è necessario solo indossare un paio di
  cuffie, in quanto in ciascun orecchio viene suonata una pulsazione di
  diverso tipo.

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Conclusioni: la speranza è un rischio da
correre ( Georges Bernanos)

Nonostante le difficoltà e i risultati non sempre visibili, non dobbiamo mai dimenticarci
delle fragilità delle persone che assistiamo.
Spesso le persone che sono nell’ultima fase della malattia vengono assistite attraverso
terapie farmacologiche che rivestono un ruolo primario nel mondo sanitario. Alla luce
degli interventi esposti, si denota come vi possano essere altre modalità d’intervento
che ci permettono di entrare empaticamente in relazione con la persona di cui ci
prendiamo cura, entrando direttamente nel loro mondo.

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