ISLANDA A Land of Fire and Ice - Da un Islanda Discovery Gruppo Seva - Viaggi Avventure nel Mondo
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www.avventu.re/9315 RACCONTI DI VIAGGIO | Iran RACCONTI DI VIAGGIO | Islanda ISLANDA A Land of Fire and Ice Da un Islanda Discovery Gruppo Seva Testo e Foto del coordinatore Giulio Seva L ’Islanda è una terra dove la natura è padrona, terra tanto selvaggia quanto misteriosa. in lame d’acciaio colorate a darci il benvenuto. onnipresente, dominante, imponente. È lei a Sarà un viaggio a ritroso nel tempo ai confini del Reykjavik è d’altronde una città moderna ma comandare, a condurre il gioco. Qui non ci mondo dove zolfo, vapore e sabbia si mescolano dallo spirito eclettico e giovanile, una città che ti sono incontri garantiti o esperienze assicurate, a sole, pioggia e vento. permette di condividere la vita quotidiana dei suoi siamo tutti in balia di una natura sovrana, abitanti. E noi incominciamo subito entrando in perennemente in lotta tra creazione e distruzione, 10 Agosto: Italia/ Reykjavík uno dei tanti pub del centro e brindare all’inizio di ospiti costretti a rincorrere e sperarenella sua questa avventura con un paio di birre. Ritorniamo benevolenza. Siamo nell’isola dell’inatteso, delle È mattina presto quando incontro parte del gruppo in ostello e per la prima volta affrontiamo quello quattro stagioni nel medesimo giorno, un luogo all’aeroporto di Malpensa. Siamo in undici, gli altri che sarà un rito che ci accompagnerà per tutte che nasconde pericoli e meraviglie, il vero punto sette partono da Roma e sono già in volo da una e due le settimane a venire: la preparazione della di contatto tra il fuori ed il dentro della terra. decina di minuti. Ci incontriamo a Francoforte da cena. A gestire tutto sarà sempre Elena e non c’è L’Islanda è un luogo dove le acqua termali si dove prendiamo l’aereo che ci porterà in Islanda. aggettivo che io riesca a trovare per far capire incontrano con le rocce vulcaniche, le spiagge Atterriamo nel primo pomeriggio a Keflavik, quanto il suo aiuto sia stato importante per la sono di sabbia nera, gli iceberg scivolano tra la cittadina del sud-ovest islandese. Ci troviamo riuscita di questo viaggio #immensa. spuma del mare e villaggi di pescatori colorano nella penisola di Reykjanes, ad una cinquantina Non è ancora notte quando andiamo a dormire, le pareti scoscese dei fiordi. Un mondo di confine, di chilometri dalla capitale Reykjavík. Ad ma in Islanda in estate il sole tramonta talmente una terra magica che andiamo a scoprire in estate accoglierci un fortissimo vento che non sarà che tardi che le ore di buio sono così poche che a quando è il verde della terra a ricoprire distese solo un precursore della perturbazione che ci malapena si riesce a ricordarle. Il sonno non è infinite di ghiaccio. È la Terra del Ghiaccio e del accompagnerà per l’intero viaggio. Arriviamo in ancora arrivato che Daniele sia accorge di aver Fuoco, da un lato abbiamo imponenti ghiacciai città e subito andiamo a perderci per le sue vie. perso il portafogli con tutto dentro, lo cerchiamo che dominano il panorama e dall’altro vulcani che Nessun edificio avveniristico o palazzo più alto di ovunque senza risultato, quindi ci addormentiamo nel corso dei millenni sono andati a plasmare una qualche piano ma sono casette con rivestimenti con in sottofondo lui che blocca quelle due- Avventure nel mondo 1 | 2020 - 95 02 RACCONTI VIAGGIO 1-2020 pag 2-147.indd 95 13/12/19 07:15
RACCONTI DI VIAGGIO | Islanda tremila tra carte e bancomat. ci pervade, rimaniamo incantati davanti a quella in talmente tanti modi diversi da non sembrare mai cascata circondata dal nulla, classico esempio di monotona; ci sono distese infinite di lava pietrificata 11 Agosto: Reykjavík/ Þingvellir/ Geysir/ Gulfoss/ come l’acqua possa stravolgere un panorama. prima coperte da muschio poi immerse in un fango Kerlingarfjöll Riprendiamo la macchina e partiamo per il nostro rossastro e infine nascoste dalle nevi appena cadute. rifugio a Kerlingarfjöll, un luogo in mezzo al nulla, Si ha come la sensazione che il mondo intorno si Ci dirigiamo verso il Circolo d’Oro, un percorso l’unico angolo civilizzato della zona, immerso in un stia creando e che l’unico suono che si riesce a circolare di circa 300 km che dal sud si sviluppa panorama di deserti e falesie con pareti a picco. percepire sia l’ancora più assordante rumore del verso il centro andando ad abbracciare tre delle Un angolo da sogno che raggiungeremo solo dopo nulla. Ovviamente solo dopo quello del vento che principali attrazioni dell’isola: il parco di Þingvellir, aver percorso la pista di Kjalvegur, più conosciuta questa mattina riesce a darci delle difficoltà anche l’area geotermica di Geysir e la cascata Gullfoss. come F35, una delle strade sterrate più famose nello stare semplicemente in piedi. Hveradalir è un Poco più di un’ora e arriviamo al parco di Þingvellir, del Paese che si snoda ad il primo parco naturale nazionale costituito in un’ altezza compresa tra i Islanda, un’immensa pianura dove nel 930 d.C seicento e settecento metri nacque l’Alþing, la prima forma di parlamento al e che unisce la costa nord mondo, rimasta attiva fino al 1789. Qui è dove la a quella sud attraverso dorsale medio-atlantica che divide la zolla tettonica l’altopiano di Kjölur e che europea da quella americana diventa ben visibile apre solitamente a giugno creando una spaccatura in continua espansione: la dopo lo scioglimento delle faglia di Almannagjá. Questa, delimitata da pareti nevi. Chiusa nel XVIII secolo di basalto, arriva ad allargarsi fino a 18 mm ogni in quanto alcune persone anno. Prendiamo il sentiero che attraversa questo si persero a causa di una canyon, circa cinque km fra alte rocce laviche dal tempesta di neve fu riaperta color grigio scuro, ed è come se fossimo sospesi tra solo nel ‘900. Sono solo 70 i due continenti. Arriviamo alla cascata Oxarafoss che km che separano il rifugio da scava il suo letto tra le due placche e alla pozza di Gulfoss ma sarà necessario Drekkingarhylur, gola alimentata dal fiume Oxara arrancare a fatica tra le dove un tempo venivano annegate le donne colpevoli buche del terreno per circa di infanticidio, adulterio o crimini assimilabili. I due ore prima di arrivarci. Il rifugio si trova in susseguirsi di paesaggi inquietanti e meravigliosi. nostri occhi incominciano ad essere rapiti da questi una conca riparato dal vento immerso in quelle Sotto i nostri piedi sentiamo vibrare il cuore stesso paesaggi che sembrano appartenere ad un regno montagne composte prevalentemente da riolite che della Terra. della fantasia, una sensazione che proveremo le dona il classico color arancione. Ad accoglierci un Riprendiamo la F35 e ci riimmergiamo in quel spesso anche nei giorni a seguire. cavolo di freddo e un cielo che promette tutto, ma di paesaggio che spazia tra brughiere, distese di lava e La tappa successiva è l’area geotermica di buono ben poco. ghiacciai, attraversiamo posti magici spersi nel nulla Haukadalur,a circa 60 km dal parco, dove si e dopo una quarantina di km arriviamo all’altra area trovano due tra i geyser più famosi, Geysir (da cui 12Agosto: Kerlingarfjöll/ Hveradalir/ Hveravellir/ geotermica, quella di Hveravellir, una piccola oasi il fenomeno ha preso il nome) e Strokkur. I geyser Glaumbær/ Lomatjorn nel deserto molto più frequentata della precedente e sono tra le attrazioni più celebri dell’Islanda, anch’essa caratterizzata da una consistente macro- fenomeni geotermici considerati parte integrante Siamo al cospetto del Kerlingarfjöll, un complesso attività vulcanica. Già in lontananza si vedono i del panorama da millenni. Mentre il primo è quasi montuoso che comprende una dozzina di vulcani vapori salire al cielo e si sente un forte odore di esaurito il secondo, più piccolo, è ancora attivissimo dispersi su una superficie di 150 km quadrati; il zolfo a permeare l’aria; questa zona è infatti famosa ed erutta puntuale ogni cinque-dieci minuti con suo nome significa “Montagna della strega” in per gli hot-spot, piccoli bacini di acqua calda dove è getti che arrivano fino a quaranta metri. Rimaniamo quanto secondo una leggenda dei Troll islandesi la possibile immergersi. La leggenda vuole che queste in attesa per qualche minuto ed ecco che a pochi sua sommità non è altro che una strega rimasta piscine naturali siano state nel passato rifugio metri da noi l’acqua calda esplode dal terreno, pietrificata dai raggi del sole al ritorno da una battuta di briganti che qui si nascondevano nel periodo vola in alto per qualche metro per poi riversarvi sul di pesca. Ci troviamo nella parte interna del Paese, invernale in quanto l’acqua calda li garantiva la terreno formando piccole pozze dalle innumerevoli tra le due estese calotte glaciali del Langjökull e del possibilità di scaldarsi e di cuocere del cibo. Anche sfumature. Un’emozione incredibile. Hofsjökull, in una sconfinata area desertica immersa qui troviamo le manifestazioni del vulcanesimo Proseguiamo per l’ultima attrazione del circolo d’oro, in un silenzio sacrale rotto solo dal sibilo violento del secondario che già abbiamo imparato a conoscere, la cascata di Gulfoss, la cascata d’oro, chiamata così vento. dalle fumarole ai fanghi ribollenti, ma avendo già per i riflessi dell’acqua nelle giornate soleggiate. Questa è una delle aree geotermali più potenti d’ dedicato molto tempo a Hveradelir dedichiamo Viene formata dal fiume Hvita le cui acque roboanti Islanda. Questa notte ha nevicato e di prima mattina meno tempo al trek e alcuni di noi, malgrado il scorrendo verso l’oceano fanno un doppio salto, uno imperversa una mezza bufera. Oggi avremmo freddo apocalittico e il ghiaccio trascinato dal di undici e uno di ventuno metri, per poi gettarsi dovuto visitare la zona di Hveradalir, ancora poco vento, decidono di farsi un bagno in questa pozza, nella stretta e profonda gola sottostante creando un conosciuta al turismo di massa ma di certo una delle un catino di acqua blu circondato da concrezioni di gioco di luci e una teatralità che ha pochi eguali. più belle dell’isola. Non tutti paiono intenzionati visto silice, con vista su quei due ghiacciai perenni che Qui la natura è l’unica padrona della scena. Siamo il meteo, ma in qualche modo riesco a convincerli riempiono a buon titolo l’orizzonte. al cospetto della cascata più famosa d’Islanda, e ci incominciamo il trek. Siamo immersi in un Ci rilassiamo prima di riprendere la strada verso trentadue metri di altezza e centoquaranta metri ambiente tanto inospitale quanto affascinante, la costa nord dell’isola, ancora sterrato prima di cubici di portata d’acqua al secondo, un vero un paesaggio quasi marziano. Seppur ci si trovi in imboccare la Ring Road 1, un anello di 1300 km colosso. Un profondo senso di immensità e ampiezza mezzo al deserto la natura qui riesce a mostrarsi che percorre tutta l’isola immerso in un paesaggio 96 - Avventure nel mondo 1 | 2020 02 RACCONTI VIAGGIO 1-2020 pag 2-147.indd 96 13/12/19 07:15
RACCONTI DI VIAGGIO | Islanda che non ha eguali. Facciamo una piccola deviazione per dirimere le continue controversie tra cristiani e Di prima mattina ritorniamo al parco di a Glaumbær per vedere la fattoria ricoperta di torba, coloro che adoravano gli antichi dei nordici, gettò Jökulságljufur che oggi percorreremo per tutta abitata fino al 1930 e poi donata al governo che ne tutte le statue degli dei pagani nella cascata la sua lunghezza. Dal centro visitatori parte una ha fatto nel 1952 un Museo di Cultura popolare, e certificando così il passaggio al cristianesimo e stradina che ci conduce al cuore della vallata, il lago poi andiamo nella nostra bellissima guesthouse a facendo di questa il luogo simbolo della conversione Botnstjörn, un piccolo stagno che si insinua fin sotto Lomatjorn. Siamo nei fiordi settentrionali e dopo islandese. Siamo in uno dei siti più suggestivi quelle altissime rocce che contraddistinguono il una giornata così intensa non ci potevano essere dell’Islanda, una cascata a forma di ferro di cavallo canyon di Asbyrgi; la loro particolare struttura a nido due sorprese più gradite: l’ hot tube riscaldata nel formata dal fiume Skjálfandafljót che, attraversata d’ape si narra infatti rappresenti i volti di alcuni elfi giardino di casa e la carbonara cucinata da Mattia. una piattaforma basaltica vecchia di 7000 anni, qui fatti solidificare da un mago dispotico. arriva a fare un salto di dodici metri in un canyon Ci accoglie un’ atmosfera unica e suggestiva, stiamo largo ben cento. La sua spettacolarità sta proprio in qualche minuto a contemplare quel paesaggio 13 Agosto: Lomatjorn/ Hauganes/ Goðafos/ quella forma semicircolare che va a creare un arco bucolico a bordo del lago e ritorniamo alla macchina. Asbyrgi/ Kópasker largo trenta metri lungo cui si divide in due principali Prendiamo la pista sterrata 862, una piccola strada e in tante minori. Ci spingiamo fino alle rocce più scavata nella lava che corre verso sud parallela Anche oggi ci svegliamo presto, dobbiamo andare esposte per vedere l’acqua turchese che scorre al fiume e che oggi percorreremo per tutta la sua ad Hauganes dove ho prenotato il whale watching sotto di noi nello splendido lago sottostante. lunghezza. Arriviamo a Hljóðaklettar, le Scogliere di prima mattina. È ancora presto, prima di andare nel nostro hostal a Mormoranti, enigmatiche sculture basaltiche così Percorriamo la strada che costeggia il fiordo di Kópasker, decidiamo di anticipare parte della visita chiamate per il suono emesso dalle acque del Eyjafjörður, il più lungo del paese, e arriviamo in programmata per il giorno successivo al canyon fiume Jökulsá á Fjöllum che viene deformato a questo grazioso villaggio dedito prevalentemente a di Asbyrgi. Siamo nell’Islanda nord-orientale, nel contatto con le rocce e sembra mormorare o urlare pesca e turismo. Hauganes è una piccola cittadina Parco Nazionale di Jökulságljufur, oggi inglobato in base a portata di acqua e vento. Facciamo un dell’Islanda del Nord con le case dai tetti rossi e le nel parco di Vatnajökul, una trek in questo canyon, montagne a fare da cornice sullo sfondo. Deve la grandiosa depressione di circa tra rocce dalle forme sua popolarità all’elevato numero di cetacei che trenta km scavata dal fiume variegate (esagonali, popola le acqua delle stretta gola su cui si affaccia glaciale Jökulsá á Fjöllum. spirali..) e che e in cui questi animali vanno per riprodursi; dal La parte più settentrionale sembrano cambiare suo porticciolo partono infatti diverse imbarcazioni del parco di Jökulságljufur è in base al punto di e tutte offrono lo stesso servizio con prezzi non proprio l’Asbyrgi, un canyon dalla osservazione. È un molto dissimili tra loro. Indossiamo una tutona rossa caratteristica forma a ferro di luogo meraviglioso, tanto antiestetica quanto utile per non rimanere cavallo che si estende con le sue arriviamo fino a congelati sul ponte della barca e salpiamo. Appena pareti rocciose alte fino a cento Kirkjan, una grotta fuori dal porto prendiamo velocità e cominciamo metri per 3.5 km in lunghezza e dal tetto spiovente a a saltare sulle onde. Siamo fortunati, il mare non 1.1 in larghezza. Una leggenda forma di chiesa per è eccessivamente mosso e solo Lucia si dimostra lo vuole creato dall’impronta di poi dirigerci verso così generosa da “offrire” la sua colazione ai pesci. uno degli otto zoccoli del cavallo Rauðhólar, le colline È talmente altruista da invitarmi personalmente ad di Odino, Sleipnir, il miglior rosse, un insieme di assistere prima di cominciare... stallone che possa esistere, il crateri con una gamma Gli avvistamenti non sono garantiti, anzi avvicinare più veloce, quello che cavalca di colori invidiabile. le balene è abbastanza impegnativo ma siamo cielo e terra, mentre un’ altra lo Dopo circa cinque km comunque molto fortunati. Ne vediamo parecchie vede come il luogo dove si rifugiarono gli Dei ASI torniamo al parcheggio, lasciamo euforici la zona e ad ogni loro comparsa in superficie è tutto un quando il popolo islandese ripudiò le antiche divinità di Vesturdalur e dopo un’oretta arriviamo nella zona barcollare da una parte all’altra della barca per gettandone i simulacri nella cascata Goðafos. delle cascate. Infatti circa 30 km prima di sfociare osservarle meglio. Quello che è certo è che ci troviamo immersi in una nella baia di Öxarfjörður nell’Islanda settentrionale il A fine giro proviamo anche a pescare. Siamo in verdeggiante gola con betulle alte fino a otto metri fiume Jökulsá á Fjöllum cade da più cascate, le più uno dei tratti di mare più ricchi di pesce della racchiuse in un abbraccio di pietra con al centro spettacolari delle quali sono tre, una triade di acqua zona ma non ne abbocca nemmeno mezzo l’Eyjan, l’Isola, una solitaria e ripida formazione e arcobaleni nell’immenso canyon di Jökulságljufur. #benemanonbenissimo. rocciosa. Dal parcheggio partono numerosi sentieri, La prima che incontriamo è Hafragilsfoss, la Cascata Dopo esserci scaldati ripartiamo per le cascate di noi decidiamo di prendere proprio quello che porta del Canyon della Capra, così chiamata perché si Goðafos. Lungo la strada ci fermiamo ad Akureyri, all’ Eyjan, da cui si può godere di una delle viste più racconta che qui Kráka, regina della mitologia la capitale del nord coi suoi 18.000 abitanti, fin spettacolari che il canyon possa offrire. norrena, ci avrebbe fatto pascolare le pecore troppo caotica e trafficata rispetto agli standard Riprendiamo le macchina e andiamo a Kópasker, mentre riposava. Pochi km più avanti ci imbattiamo dei giorni precedenti. Annidata sulle rive del fiordo un piccolo e remoto villaggio di poco più di cento in Selfoss che riprende la forma a ferro di cavallo di Eyjafjörður, è la classica cittadina islandese abitanti, il punto più a nord che toccheremo in di Asbyrgi e poi a piedi andiamo a Dettifoss, il più con le case di legno colorate ma con un clima quest’avventura. Siamo a poco più di trenta km dal grande salto d’acqua d’Europa per portata media, piuttosto mite dovuto al fatto che è circondata Circolo Polare Artico. Anche questa sera abbiamo circa duecento metri cubi di acqua al secondo, una da montagne che la proteggono dai freddi venti una bellissima casa tutta per noi. potenza tale che le rocce arrivano a vibrare al suo artici. Ci rimaniamo poco, il tempo di rimpinguare passaggio. Una terrificane meraviglia della Natura. la cambusa e ripartiamo per la Cascata degli 14 Agosto: Kópasker/ Asbyrgi/ Hljóðaklettar/ Ancor prima di arrivare, da lontano, cominciamo Dei, soprannominata così in quanto nell’anno 999 Hafragilsfoss/ Selfoss/ Dettifoss/ Myvatn Lake a sentire il suo assordante fragore, qualche passo Þorgeir Thorkelsson, personalità eminente dell’isola, in più ed eccola apparire avvolta da nubi di vapore Avventure nel mondo 1 | 2020 - 97 02 RACCONTI VIAGGIO 1-2020 pag 2-147.indd 97 13/12/19 07:15
RACCONTI DI VIAGGIO | Islanda trafitte da pallidi raggi del sole. L’acqua prorompe in laghetto azzurro al suo interno, per poi andare a dimostrano assolutamente all’altezza e non abbiamo esplosioni continue, quasi a ricordarci che la natura visitare il vicinissimo campo lavico di Leirhnjukur. alcun problema. Una bella scarica di adrenalina. non può essere domata. Al suo cospetto siamo Prendiamo un sentiero che è un susseguirsi continuo Proseguiamo la nostra avventura sempre su impietriti e affascinati mentre cerchiamo il posto di fumarole e pozze di acqua calda, ma più saliamo e una pista parecchio dissestata, a volte molto migliore per goderci quel panorama. più tutto si trasforma in un’immensa distesa di lava. stretta, superiamo ancora un guado e arriviamo Riprendiamo la 862 che ben presto diventa asfaltata Ultima tappa della giornata è Hverir, un’area al parcheggio da cui parte il sentiero che conduce e andiamo al lago Myvatn. Sembra di trovarsi nella geotermica che è un continuo susseguirsi di fanghi all’Askya. Fa freddo, tanto freddo, e c’è un vento terra degli hobbit con colline rigogliose, prati fioriti e ribollenti e sbuffare di soffioni, un paesaggio che che ci taglia la faccia. I giorni scorsi da queste parti incantevoli crateri. ricorda l’inferno dantesco con coltri di vapore che ha nevicato ininterrottamente per giorni e oggi il ci avvolgono e torrenti fumanti che scorrono su paesaggio così imbiancato è ancor più suggestivo. 15 Agosto: Myvatn Lake terreni privi di vegetazione. Malgrado piova il calore Ci troviamo in una delle zone più remote e inospitali lo si riesce a percepisce in ogni angolo ed in ogni mai viste, un luogo dalla bellezza portentosa e dalle Il lago Myvatn è una pozza d’acqua placida e azzurra momento. Camminiamo su passerelle sospese sulla condizioni climatiche estreme formatasi a seguito di incastonata in un panorama infernale di vulcani, terra che brucia: se questo è l’Inferno è meraviglioso. una violenta eruzione avvenuta nel 1875 i cui effetti solfatare e foreste di lava. Questo è il gioiello Malgrado il terreno sia molto scivoloso cominciamo furono sentiti anche in Europa continentale. L’Askja geologico dell’Islanda, l’area vulcanica più attiva ad arrampicarci per il sentiero che sale sulla è difficile da raccontare, l’Askja deve essere vissuto. del Paese, un’oasi colorata che cresta del Namafjall con Matteo Quando arriviamo lo scenario che si apre davanti ogni estate attrae turisti da tutto capocordata. a noi è fantastico: tre caldere interconnesse e il mondo. Ritorniamo al nostro hostal, una cena parzialmente sovrapposte con una superficie che Incominciamo il nostro giro con veloce e poi andiamo a trascorrere arriva a sfiorare i 50 chilometri quadrati, circondate un trek che parte da Grjótagja, la serata alle terme di Myvatn. Sullo dall’aspra catena montuosa del Dyngjufull, ossia una piccola grotta lavica con sfondo il tramonto, attorno scende ciò che rimane del sistema vulcanico nativo poi all’interno una sorgente termale il silenzio proprio come il sole sprofondato nella camera magmatica. Immenso. sotterranea di acqua blu dietro l’orizzonte e mentre il cielo si Arriviamo sul bordo dell’Öskjuvatn, il lago dalla scintillante; ai più questo luogo accende di mille colori e sfumature tonalità blu zaffiro profondo 220 metri che riempie non è del tutto nuovo, infatti qui è noi lo ammiriamo estasiati immersi la caldera più grande e che rimane gelato per gran stata ambientata una delle scene nelle acque calde di queste terme parte dell’anno. Il contrasto di colori col paesaggio più famose della serie cult Game ancora poco turistiche. Un meritato desolato che lo circonda e che sembra stritolarlo of Thrones, quella dove Jon riposo in attesa dell’Askja e dei è incredibile. Accanto in una caldera minore si Snow e Ygritte fanno l’amore. Un tempo vi si poteva temuti guadi che ci aspetteranno domani. trova il Viti, un laghetto dall’acqua sulfurea verde fare il bagno ma una serie di eruzioni vulcaniche ha opalescente che si può raggiungere tramite un innalzato la temperatura fino a 50°C rendendolo ora pendio ripido e piuttosto scivoloso. Le sue acqua vietato. La ammiriamo dall’esterno con il sole che 16 Agosto: Myvatn Lake/ Askja/ Kverkfjöll sono ideali per una nuotata e io, Salvatore e Giuliano penetrando dalle fenditure sul soffitto la illumina non potevamo di certo perdere l’occasione per fare rendendola ancor più suggestiva. Proseguiamo per il È mattina presto quando saliamo in macchina e un bagno all’Inferno; queste non sono occasioni vulcano Hverfjall, l’enorme sagoma che sorge sul lato cominciamo la lunga traversata che dal lago Myvatn che ricapitano facilmente e il bagno del Viti ad oggi orientale del lago, un cumulo nero di sabbia e sassi. ci porterà ad Askja, uno strato-vulcano ancora attivo è una delle esperienze più belle che abbia mai Prendiamo un sentiero che in trenta minuti scarsi di la cui ultima eruzione è fatta risalire 1961. vissuto. È il silenzio irreale che respiriamo mentre cammino ci porta in cima a uno dei crateri meglio Oltrepassiamo Möðrudalur, un paesino che avrebbe siamo immersi in quelle acque a rendere ancora più conservati al mondo, caratterizzato da una forma ben poco da dire se non fosse l’ultimo centro abitato palpabile la forza della natura che ci sovrasta. quasi perfettamente circolare. Percorriamo parte che incontreremo per i prossimi due giorni, per poi Ritorniamo al parcheggio, si è fatto tardi, risaliamo in del perimetro del cratere e scendiamo per un altro addentrarci nella F905, lunga pista sterrata che macchina e proseguiamo per il rifugio Sigurdarskali, sentiero, ben più ripido di quello fatto poco prima scorre tra coltri di sabbia nera e pinnacoli di lava l’unico punto abitato nel raggio di chilometri dove per salire e arriviamo a Dimmuborgir, la “Fortezza dalle forme più svariate a farne da sfondo. trascorreremo la notte in una camerata su materassi Oscura”. Siamo immersi in un tenebroso labirinto Sembra di sconfinare verso un orizzonte fatto di nulla, buttati a terra e un (poco) confortevole bagno di formazioni laviche, quasi una città di roccia, stiamo andando verso il cuore dell’Islanda, il deserto all’esterno. formatasi più di 2300 anni fa e ritenuta un punto freddo dell’interno. Intorno a noi un paesaggio d’accesso per l’inferno, un luogo di connessione tra fiabesco immerso in un’assordante solitudine. mondo dei vivi e dei morti. Ci sembra di stare in un Siamo di fronte ad una delle rappresentazioni più 17 Agosto: Kverkfjöll/Egilsstaðir altro pianeta dove ci immergiamo fino a raggiungere sublimi e devastanti che la natura possa regalare, la grotta lavica di Kirkjan con il caratteristico aspetto un’esperienza multi-sensoriale dove tutti i sensi Siamo alle pendici del Kverkfjöll, una catena di una chiesa dal tetto spiovente. vengono coinvolti nella costruzione di un ricordo montuosa con picchi che fanno da cornice ad un È solo tarda mattinata ma la zona intorno al lago ha che rimarrà per sempre indelebile in noi visitatori. vulcano sub-glaciale situato sul confine nord- talmente tanto da offrire che non perdiamo tempo, Poco dopo aver imboccato la F910, la strada che orientale del ghiacciaio Vatnajökull. Intorno a noi il riprendiamo le macchine e dedichiamo il resto della collega il lago Lagarfljót con l’Askja, incontriamo solito paesaggio lunare a cui i nostri occhi non si giornata all’immensa area del Krafla, una caldera di il primo guado. Era un momento che temevo da sono ancora abituati. dieci km che si sviluppa per orizzontale, un delirio quando mi era stato assegnato il viaggio, scendiamo I motivi per cui numerosi viaggiatori intraprendono di colori che spaziano dal nero della lava al giallo e lo studiamo valutando quale sia la traiettoria questo lungo e difficile viaggio su sterrati impervi per e rosso del terreno tinto dallo zolfo. Incominciamo migliore per affrontarlo, ci consultiamo e tentiamo arrivarci sono principalmente due: la visita alle Ice dal suo cratere centrale, il Viti, con uno splendido la traversata. I piloti, Daniele e Francesco, si Cave e la ramponata sul ghiacciaio. 98 - Avventure nel mondo 1 | 2020 02 RACCONTI VIAGGIO 1-2020 pag 2-147.indd 98 13/12/19 07:15
RACCONTI DI VIAGGIO | Islanda Quest’anno la seconda non è possibile farla, ha il suo compito ben preciso: io mi addormento altrettanti specie di uccelli e ripartiamo senza non ci sono guide professioniste al rifugio per mentre dovrei fare da navigatore, Marco raccoglie preoccuparci molto di non averne colto il significato. cui ripiegheremo per un trek fino alle lingue del la monnezza e Giuliano e Tiziana decidono in modo Qui la strada corre veloce a picco sul mare con un ghiacciaio. poco democratico quale musica farci ascoltare. paesaggio che passa da alte scogliere e baie di Riprendiamo le nostre macchine e andiamo verso le Prendiamo la 93, una tortuosa strada che si inerpica sabbia nerissima. I punti panoramici dove fermarci Ice Cave, grotte dalle mille forme e riflessi di luce sulla montagna, e andiamo verso Seyðisfjörður, non mancano e il faro di Hvalnes è solo uno di questi. formatasi a causa del calore geotermico: è il calore piccolo paesino arroccato sulla parte terminale del Una camminata sulla scogliera a picco sul mare e delle acqua calde delle risorgive sotterranee che fiordo omonimo. Intorno a noi cascate formate dalle Alessandro avvista un paio di foche; ne rimaniamo scorrono sotto la massa di ghiaccio a provocare infatti nevi che si stanno sciogliendo, poi all’improvviso così rapiti che restiamo una buona mezzora a lo scongelamento e la nascita di queste volte. Per dietro una curva ecco apparirci da lontano le vederle sbucare dall’acqua, fissarci e nascondersi arrivarci affrontiamo a passo d’uomo una petraia che caratteristiche casette in legno colorate del piccolo subito dopo. Arriviamo finalmente a Stafafell dove si seppur breve ci appare infinita fino a quando davanti paesino che si riflettono nell’acqua. Una pennellata trova la nostra guesthouse, un casale del IX secolo a noi si presentano queste bocche da cui sgorga un di colore in mezzo alle montagne. Queste sono con allevamento di pecore annesso nascosto dietro acqua torbida e fangosa. Siamo alle sorgenti del prefabbricati trasportati qui dai norvegesi attratti un cimitero che fa un po’ backstage di un film di Jökulsá á Fjöllum, il fiume più lungo d’Islanda. Qui dai possibili guadagni che si potevano trarre Dario Argento. Nel gruppo ormai è nata una coppia, la bellezza raggiunge livelli a tratti disarmanti con la dal commercio delle aringhe; alcune sono state Francesco e la pazienza di Cinzia. luce che rende i colori saturi ed esalta i contrasti. A restaurate di recente mentre altre presentano i segni causa di un collasso di una porzione della grotta non del tempo ormai passato. Passeggiamo per il piccolo si può più addentrarsi al suo interno e bisogna stare centro, si respira un’atmosfera 19 Agosto: Stafafell/ Jökulsárlón/ a una distanza di sicurezza, nulla che ci proibisca di d’altri tempi, rilassante. Skaftafell/ Fjaðrárgljúfur Canyon/ vivere quello spettacolo. Prendiamo la via principale Vik í Mýrdal La penetrazione nella natura islandese vale i piedi dipinta coi colori dell’arcobaleno dolenti, gli abiti bagnati e il viso devastato da un e arriviamo alla Bláa Kirkjan, la Partiamo di prima mattina per la vento gelido che soffia ininterrotto da giorni. chiesa color turchese. magica laguna di Jökulsárlón, il Riprendiamo le nostre macchine e imbocchiamo La prossima tappa è Mjóifjörður, più grande lago di origine glaciale la strada sterrata di ieri. Incomincia così un altro il fiordo “stretto”, che dell’Islanda, formatosi a seguito interminabile viaggio che ci porta verso est. Qualche raggiungiamo attraverso la del progressivo scioglimento del sosta fotografica dove Alessandra cerca un qualsiasi strada 953, una strada sterrata ghiacciaio Breiðamerkurjökull, riparo per la consueta pausa idraulica a cielo aperto scavata lungo il fianco della propaggine del maestoso Vatnajökull, e finalmente arriviamo a Egilsstaðir, il villaggio più montagna a picco sul mare in il più grande d’Europa. Oggi splende grande dell’Islanda orientale, situato tra la foresta burrasca. Questa è una delle addirittura il sole ed il cielo è terso di Hallormsstaður e il lago Lagarfljót, dove una strade più spettacolari che abbia mai visto e percorso sopra di noi, un miracolo dopo il freddo e il vento leggenda narra che viva un mostro con le sembianze nella mia vita. Corre parallela al fiordo orientale, patito al nord. di un serpente gigante simile al più celebre Loch avvolta da rigogliose colline e scenografiche Ad attenderci un paesaggio surreale, migliaia di Ness. Costeggiamo lo specchio d’acqua e arriviamo cascate, e arriva fino a Dalatangi, il faro più antico iceberg che fluttuano imponenti e silenziosi nella al parcheggio dove parte il sentiero completamente d’Islanda. Lungo la strada avremo incontrato un baia come barche senza timoniere. immerso nella natura che in poco meno di un’ora paio di case, altrettante fattorie, un trattore e poco Si sono staccati dal ghiacciaio e si muovono ci porta alla cascata Hengifoss, la terza più alta del più. Questa che un tempo era una stazione di pesca lentamente nella laguna prima di tuffarsi nell’oceano Paese. Il percorso è piuttosto ripido e la parte finale alla balena tra le più importanti, oggi ci appare con o arenarsi in attesa di sciogliersi nella spiaggia resa molto scivolose dalla pioggia frena gran parte l’aspetto drammatico di un posto isolato, un paese nera sottostante dove brillano al sole come pietre del gruppo dal proseguire. Solamente noi ragazzi più abitato da una decina di abitanti con un relitto di preziose. La sua bellezza non ha paragoni e trovo l’inarrestabile Beatrice ci inerpichiamo sulle rocce un peschereccio che arrugginisce tristemente nelle persino difficoltà a descriverla. Risuonano alte le per avvicinarci alla cima. Sono ben 118 i metri da cui acque antistanti. Il suo fascino sta proprio in quel grida dei gabbiani e i nostri sguardi si perdono verso questa cascata si butta dentro una gola le cui pareti senso di abbandono e solitudine che qui si respira. la laguna dei diamanti, un gioiello tra i ghiacci. sono venate da strati di color bruno che si alternano Arriviamo fino al faro arancione, la punta estrema ad Qui abbiamo in programma l’escursione con lo ad altri rossastri. Siamo circondati da un anfiteatro di Est dell’isola e ritorniamo indietro. Zodiac, un gommone che ci permetterà di navigare roccia molto scenografico. Ritorniamo indietro e man Scendiamo verso la costa meridionale percorrendo tra questi giganti blu del mare ed osservarli da vicino. manco che ci allontaniamo sentiamo venire meno il quell’angolo d’Islanda che costeggia il fiordo e Ci copriamo con le tute che ci danno in dotazione per fragore delle acqua che sgorga dalla cascata. Questa regala panorami unici fra montagne e specchi sopperire alle basse temperature e incominciamo il sera dormiamo in riva al lago in caratteristici cottage d’acqua. Inalterata, solitaria e silenziosa la costa nostro tour tra i ghiacci. dalla forma triangolare. orientale ci ha stupito con la sua semplicità, coi suoi Arriviamo fino a qualche decina di metri dal fronte paesaggi meno famosi ma non per questo meno del ghiacciaio e poi navighiamo tra pezzi di iceberg spettacolari. che da lì si sono staccati e hanno cominciato la loro 18 Agosto: Egilsstaðir/Seyðisfjörður/Mjóifjörður/ Dopo interminabili chilometri senza alcun segno navigazione in solitaria che li porterà a morire a riva. Djúpivogur/Stafafell di civilizzazione arriviamo al piccolo paese di Un’emozione unica, siamo increduli davanti a quello Djúpivogur, il porto più antico dei fiordi costruito nel spettacolo che si è concretizzato davanti ai nostri Oggi ci spingiamo verso i fiordi dell’est dove le XVI secolo. Ci fermiamo a vedere un’istallazione di occhi. montagne precipitano in mare e il vento raschia arte contemporanea “Eggin ì Gledivìk”, ossia 34 uova Ritorniamo a riva e ripartiamo subito, oggi sono le rocce desolate. Ormai ognuno in macchina giganti poste una di fianco all’altra e rappresentanti tantissime le cose da fare e la strada da percorrere. Avventure nel mondo 1 | 2020 - 99 02 RACCONTI VIAGGIO 1-2020 pag 2-147.indd 99 13/12/19 07:15
RACCONTI DI VIAGGIO | Islanda Facciamo una fermata molto rapida all’adiacente infrange sulle rocce mentre noi passeggiamo per verdissima laddove un tempo c’era il mare. Dal laguna di Fjallsárlón da cui si gode del medesimo la spiaggia. Nella parte orientale in mezzo al mare parcheggio la raggiungiamo in pochi minuti, è spettacolo di cui abbiamo appena beneficiato, vediamo svettare in mezzo ad una coltre di nebbia talmente alta che la si può ammirare nella sua anche se in maniera più raccolta e meno sfacciata, due faraglioni, Reynisdrangar, che secondo una eleganza fin dalla strada principale. Non è di certo la e ripartiamo per lo Skaftafell National Park, un’area delle solite leggende che popolano questo paese migliore che abbiamo visto in questi giorni ma ha una di natura selvaggia al limitare del ghiacciaio rappresentano due troll che sono stati trasformati in particolarità che la rende unica, un sentiero impervio Vatnajökull. Siamo in un posto incontaminato e pietra una volta sorpresi dalla luce del sole mentre e scivoloso che le gira attorno e che ci permette di incantato dove si alternano un’indescrivibile varietà erano intenti a trasportare una nave. Siamo in uno arrivare proprio dietro al salto dell’acqua. Sembra di di paesaggi e panorami, dai ghiacciai innevati a dei luoghi più scenografici e, purtroppo, anche stare in una fiaba, dietro le quinte di uno spettacolo verdi vallate a profonde gole in cui sgorgano furenti turistici dell’Islanda, un posto magico, una perla che ogni giorno da anni affascina e rapisce migliaia cascate. Ogni scorcio è in grado di regalare emozioni adagiata sulle rive dell’oceano. In lontananza si uniche. Qui abbiamo in programma la ramponata sul scorge Dyrhólaey, un promontorio di natura lavica ghiacciaio, uno dei più grandi al mondo. Incontriamo che sarà la nostra prossima tappa. Ci arriviamo in le nostre guide che ci forniscono l’attrezzatura e ci cima percorrendo una strada molto ripida che si danno le prima indicazioni su come utilizzarla. Dopo fa largo tra le rocce. Siamo a 120 metri d’altezza, una passeggiata di una ventina di minuti arriviamo nella propaggine meridionale dell’isola, da qua il su una lingua di ghiaccio fuori misura dove comincia panorama che spazia verso l’infinito è indescrivibile. la nostra esperienza sui ramponi. All’orizzonte creste Ammiriamo il doppio arco di roccia di Tóin, scavato di acqua gelata bordate di nero su cui camminiamo nella pietra dalla forza erosiva del vento, che si per poco più di due ore rimanendo estasiati proietta verso il mare e poi rivolgiamo tutta la nostra dall’esperienza vissuta. Non avremmo quasi più attenzione ai puffin. voluto scendere da lì. Le pulcinelle di mare sono uccelli tipici della costa Torniamo alle macchina, è tardi ma decidiamo atlantica e l’Islanda ne è piena in estate quando si comunque di fermarci anche al Fjaðrárgljúfur fermano da queste parti a nidificare dopo l’inverno Canyon, una profonda gola scavata nella roccia due trascorso in mare aperto. Si calcola che ce ne milioni di anni fa dal fiume Fjaðrá. siano circa 3 milioni, ben dieci volte di più dei suoi Qui il colore predominante è il verde dell’erba, abitanti. A prima vista appaiono come usciti da un del muschio e dei cespugli che rivestono le pareti libro fantasy, quasi un capolavoro della natura con frastagliate e anguste di un canyon lungo due quelle zampe arancioni e quel becco incredibile chilometri e profondo cento metri, reso famoso da con una colorazione che spazia dal rosso, al giallo, una canzone di Justin Bieber a seguito della quale al blu. Ancor più buffi sono quando volano per via le visite subirono un incremento tale da doverlo delle dimensioni delle ali, molto piccole rispetto al chiudere per qualche mese fino all’inizio di giugno corpo e pertanto sono obbligati a sbatterle molto scorso. Noi riusciamo a vivercelo in un’apparente velocemente. È la prima volta che li vediamo, a fine tranquillità. Camminiamo fino al “dito del troll”, il agosto non è nemmeno così scontato dato che la punto panoramico più spettacolare da cui si può maggior parte ha già lasciato le coste islandesi. godere della miglior vista. Ci beviamo una birra e ce Non curanti di chi li sta attorno, stanno ore fermi lo godiamo al tramonto. Torniamo alla macchina e ad ammirare le onde dell’oceano Atlantico. Oggi partiamo alla volta della costa sud-occidentale del c’è molto vento e si riparano dietro gli scogli, ma paese, trascorreremo la notte a Vik í Mýrdal, piccolo io e Veronica attendiamo comunque fiduciosi che villaggio ai piedi del ghiacciaio Mýrdalsjökull. Anche qualcuno si avvicini e dopo un lungo appostamento questa bellissima giornata è terminata. veniamo finalmente premiati: una coppia di puffin si mette a scrutare l’orizzonte ad un paio di metri da noi. 20 Agosto: Vik í Mýrdal/ Reynisfjara Beach/ Meta della nostra giornata è Rjúpnavellir sulla strada Dyrhólaey/ Skógafoss/ Seljalandsfoss/ per il Landmannalaugar, una regione montuosa Gljúfrabúi/ Rjúpnavellir che visiteremo domani. Prima di arrivarci visitiamo ben tre cascate. D’altronde l’Islanda è una terra di A pochi minuti da Vik si trova una delle cinquanta ghiaccio e fuoco ma, come abbiamo visto fino ad spiagge più belle al mondo, Reynisfjara Beach, ed è oggi, non è di certo l’acqua a mancare. lì che ci rechiamo di prima mattina. Incominciamo con Skógafoss, ultima di venti formate Ad attenderci non c’è un mare caraibico dove tuffarsi dal fiume Skógaá nella sua marcia verso l’oceano. ma un oceano in tempesta su cui sorge una spiaggia Quella che un tempo era una scogliera oggi è una meravigliosa, un’immensa distesa di sassolini neri. cascata che si getta con una salto di poco più di 60 Tutt’intorno si ergono colonne di basalto che, pur metri che ne fa la seconda più fotografata dell’isola sembrando vestigia di antiche civiltà, altro non dopo Gulfoss. Ci accoglie nell’apogeo della sua sono che il frutto di eruzioni vulcaniche che si sono bellezza, attraversata da un arcobaleno che la rende susseguite negli anni. Il rumore del vento è forte, magica. Proseguiamo per Seljalandsfoss, la cascata come quello delle onde di quel mare gelido che si dal fascino selvaggio che precipita da una montagna 100 - Avventure nel mondo 1 | 2020 02 RACCONTI VIAGGIO 1-2020 pag 2-147.indd 100 13/12/19 07:15
RACCONTI DI VIAGGIO | Islanda di spettatori. In alcuni punti ci bagniamo così tanto grotta è meravigliosa con le pareti di roccia a picco dedichiamo alla zona immediatamente prossima al che non riusciamo nemmeno ad alzare la testa tanta impreziosite da muschio color verde brillante e un campeggio che comunque non ha nulla da invidiare è la potenza dell’acqua. grosso e unico blocco di pietra che arreda l’interno. al resto. Il Landmannaugar ci rapisce col suo fascino Solo poche centinaia di metri più avanti si trova Anche qui il bagno è garantito. incantato, sembra quasi di viverlo da dentro, come l’ultima cascata che visitiamo oggi, Gljúfrabúi, a cui Ritorniamo in dietro e ci rimettiamo in marcia per fosse un quadro. Quasi subito cominciamo a non arriviamo attraverso un canyon abbastanza stretto. Rjúpnavellir dove ad accoglierci c’è un bellissimo guardare più la mappa e camminiamo a sensazione Ci appare leggermente nascosta dalla scogliera cottage in legno circondato da una natura selvaggia in una dimensione che non conosce tempo, rapiti che la avvolge. Qui l’acqua precipita in una piccola e strabordante. da quella natura che qui troviamo in una delle piscina naturale a cui riusciamo ad accedere da sue forme più autorevoli e irruente. Incontriamo una spaccatura nella roccia. L’atmosfera dentro la campi di lava, fiumi che si rimpiccioliscono fino a 21 Agosto: Rjúpnavellir/Landmannalaugar/Hella diventare distese di sabbia, prati rigogliosi, pinnacoli neri dalle sembianze di folletti. Raccontare il Un gioiello grezzo tra i più preziosi di Islanda. Questo è Landmannalaugar è difficile, non è una semplice il Landmannalaugar, la perla degli altopiani d’Islanda, regione di montagna ma è una magia ove ti potresti una regione montuosa che sorge tra le propaggini perdere per ore camminando al suo interno senza occidentali del Vatnajökull ed il vulcano Hekla, il più averne mai abbastanza. Alla fine senza quasi temuto dagli islandesi, considerato nel Medioevo accorgercene facciamo un trek di una quindicina di la porta dell’inferno. È una fornace magmatica in km e, malgrado io l’avessi venduto ai miei compagni perenne agitazione la cui fama è arrivata ben oltre per una camminata in pianura piuttosto agevole, l’isola che la ospita. L’ultima eruzione è del 2000, siamo finiti in cima alle vette più alte della riserva. ma gli esperti sono certi che abbia cominciato a Lo sa bene la Dany, mia fedele compagna di viaggio mostrare segnali di un imminente risveglio e che e amica, che mi ha maledetto ad ogni salita che l’ha questo dalla quantità di magma accumulato negli vista arrancare dignitosamente in ultima posizione. anni potrebbe essere causa di un evento catastrofico Prima di ritornare al campeggio facciamo una piuttosto importante. Ne ammiriamo la vetta coperta deviazione su una piccola collina dove si trova una da una suggestiva coltre di nubi da lontano mentre pozza d’acqua geotermica. Anche oggi facciamo percorriamo la strada che ci porta verso l’interno del un bagno con vista da sogno. A ben pensarci ho paese. Siamo su una delle strade più belle dell’isola, sbagliato a non mettermi a dieta ferrea prima di la F208, chiamata pista di Fjallabak, uno sterrato partire, siamo stati in costume più in Islanda che se che apre a giugno e chiude a settembre. Nelle altre fossimo andati ai tropici! stagioni a Landmannalaugar non ci si arriva, se non Purtroppo è arrivata l’ora di lasciare una delle con costosissimi tour. La vegetazione incomincia regioni più belle che abbia mai potuto ammirare lentamente a diradarsi lasciando spazio ad un nella mia vita da viaggiatore. Un ultimo sguardo a terreno sempre più fangoso e roccioso. quella tavolozza di colori che ci ha illuminato e ci Nonostante fossimo in altissima stagione incrociamo rimettiamo in viaggio verso Hella, cittadina sulla pochissime macchine, più ci addentriamo più costa meridionale. il paesaggio diventa lunare, selvaggio. È uno La strada è lunga, molto lunga, una piccola deviazione spettacolo, siamo immersi in uno spazio deserto per Ljotipollur, un lago dalle acque color turchesi che e magnifico dominato dal nulla. Arriviamo a si è formato dentro il cratere di un vulcano ormai Landmannalaugar, siamo nel bel mezzo del nulla, estinto e dopo un paio d’ore ritorniamo in riva il paesaggio improvvisamente cambia e ci troviamo all’Oceano. in un altopiano circondato da montagne le cui variazioni cromatiche primeggiano sul nero del 22 Agosto: Hella/ Reykjadalur/ Seltún/ Garður/ terreno circostante. Una meraviglia per i nostri occhi. Reykjavík Lo scenario che ci avvolge ha dell’incredibile, un’alternanza infinita di colore con qualche sparuto L’Islanda è la patria delle sorgenti termali, fare un rimasuglio di neve. Le montagne sono infatti bagno tra quelle acque bollenti che emergono dal composte prevalentemente da riolite, una roccia suolo è una tradizione antichissima a cui il popolo vulcanica satura di minerali che raffreddandosi islandese non si sottrarrebbe mai. E noi come non ne molto lentamente ha dato origine a queste strepitose siamo venuti meno nei giorni scorsi non ne veniamo sfumature di colori. Sembra di stare su un pianeta meno nemmeno oggi. A metà strada tra Hella e la dal fascino extra-terreste tra aspre rocce, ribollenti penisola di Reykjanes dove siamo indirizzati si trova fumarole, minacciosi vulcani e mari di nuvole. Reykjadalur, il “fiume caldo”, un corso d’acqua Non vediamo l’ora di cominciare ad esplorarlo. Le bollente incastonato in una placida vallata. uniche forme di vita sono quelle che provengono Una volta arrivati al parcheggio ci incamminiamo dal campeggio dove andiamo per chiedere qualche per un sentiero incontaminato che si inerpica informazione. per la collina, circa 3.5 km di salita, una gioia per Il Landmannalaugar è una regione immensa Fabiola, la più piccola del gruppo che ha fatto più dove è possibile fare diversi trekking, da più attività fisica in questa vacanza che in tutta la sua giorni a qualche ora. Noi per questioni di tempo ci vita. Il prossimo passo potrebbe essere quello di Avventure nel mondo 1 | 2020 - 101 02 RACCONTI VIAGGIO 1-2020 pag 2-147.indd 101 13/12/19 07:15
RACCONTI DI VIAGGIO | Islanda aggiungere qualche verdura alla sua dieta ferrea a Il nostro tour per l’isola è finito, ritorniamo a Reykjavík, vasca del secondo giorno a Hveravellir dove non base di nutella e risotto Knorr ai frutti di mare ma non domani visiteremo la capitale per completare c’era neppure quello e sorridiamo. Al Viti eravamo ci scommetterei, eh. Dopo una quarantina di minuti quest’avventura. Ma prima ci concediamo finalmente in costume e scarpe da trekking mentre cercavamo ci appaiono le volute di vapore che avvolgono il fiume una meritata cena al ristorante, serviti al tavolo e di uscire dal lago dentro al cratere, qui siamo con a segnalarci l’arrivo. Non ci sono spogliatoi ma solo senza un servizio da 24 di piatti e bicchieri da lavare! l’accappatoio a sorseggiare un cocktail a bordo un paravento in legno, ci cambiamo e ci tuffiamo. La vasca. Esperienze diverse e l’Islanda è bella anche temperatura è sui 40°C, più si sale e più aumenta. per questo. Ci rilassiamo, come è giusto che sia dopo Trascorriamo una mezz’oretta scarsa in acqua, 23 Agosto: Reykjavík/ Blue Lagoon/ Reykjavík due settimane su e giù per l’isola. Ripercorriamo quando usciamo il nostro corpo aveva cambiato quei momenti che ci hanno unito e già sentiamo la colore per il caldo. Prendiamo la via del ritorno e ci Oggi ci svegliamo con calma, non abbiamo centinaia nostalgia di un tempo passato troppo velocemente. spostiamo a Reykjanes, nella parte sud-occidentale di chilometri da percorrere. Ritorniamo in città e visitiamo la capitale, la più a dell’isola. Questa penisola sta lì sotto, non ha grandi Prima di partire però dobbiamo risolvere una nord del mondo, più vicina alla Groenlandia che montagne o cascate ed è la porta d’ingresso per questione rimasta in sospeso dal primo giorno: il al continente. Reykjavík ha tutte le seduzioni tutti i turisti che atterrano a Keflavík, ma, malgrado portafogli di Daniele. La polizia glielo riconsegna con di una moderna città europea, alterna strutture sia un’area che ha cambiato la geologia dell’intero all’interno tutto, chi lo ha trovato non aveva toccato avveniristiche a piccole casette colorate che paese, spesso viene tralasciata dalle rotte turistiche nulla. Anche questa è Islanda. ricordano quelle dei fiordi orientali. È vivace, principali. Costeggiamo il lago Kleifarvatn con le sue Prendiamo la macchina e andiamo verso la Blue giovanile, in continuo fermento. È una città proiettata spettrali spiagge laviche e scogliere a picco dove io Lagoon, probabilmente l’attrazione più famosa del al futuro che resta però inserita in un paesaggio e Giuliano facciamo l’ennesimo bagno, ma questa Paese. Tutti avevamo già sognato quello scenario: incontaminato, tra le montagne e il mare, offrendo volta in acque più che gelide e arriviamo a Seltún, una miriade di vasche dal color turchese nel bel ai suoi abitanti il meglio che la natura ha da offrire. una delle aree geotermali più importanti del paese. mezzo di una infinita distesa di lava pietrificata. E Qui si possono trovare musei, gallerie d’arte e Dopo aver visto quelle di Hverir al lago Myvatn non di certo non ne rimaniamo delusi quando arriviamo. moltissime altre attività, noi ci disperdiamo tra le sue avrei pensato che altro mi potesse stupire e invece La Blue Lagoon è immensa, non è una piscina stradine vibranti col blu dell’oceano che fa capolino mi sono dovuto presto ricredere. Ci troviamo su una naturale, ma è stata creata ad hoc nel 1976 e viene davanti a noi. passerella di legno che si snoda tra i vari crateri tuttora alimentata dall’area geotermale adiacente di 24 Agosto: Reykjavík/ Italia Oggi a Reykjavik c’è la maratona. Pertanto, pur avendo l’aereo nel primo pomeriggio, ci svegliamo ancor prima del solito per fuggire dalla città e non rimanerne intrappolati. Anche oggi si dorme domani. Sono le 7:30 quando lasciamo il nostro ostello del centro e carichiamo per l’ultima volta le due macchine che ci hanno accompagnato in questa mirabolante avventura. Un senso di nostalgia misto a emozione aleggia lungo la strada che ci porta all’aeroporto. Una veloce colazione in un tipico locale islandese che presumo per la prima volta in vita sua veda entrare tutte insieme diciotto persone decisamente affamate ed è arrivato il momento di lasciare questa meravigliosa Terra. L’Islanda si è rivelata una sorpresa continua, une terra misteriosa e ricca di contrasti e di meravigliosi scrigni segreti da scoprire e vivere. Me lo richiedessero ripartirei per l’Islanda domani. Riaffronterei il vento gelido, la neve, la pioggia incessante, le docce fredde e le lunghe notti in camerata. L’Islanda è unica anche e soprattutto per fumanti. Siamo sospesa sulla terra che ribolle. Il suo Svartsengi. questo. colore vira dall’azzurro al rosso, sembra la tavolozza Qui tutto è fatto per stupire il turista, dalla E ringrazio di averla vissuta con diciassette persone di un pittore, e l’aria è resa quasi irrespirabile spettacolarità del posto al ristorante panoramico eccezionali. Non lo so se i legami creati perdureranno dall’odore acre sprigionato dalle solfatare. Sembra fino all’hotel di lusso. C’è una sauna, il bagno turco, nel tempo o rimarranno solo un lontano ricordo, ma di stare nella terra di nessuno, siamo soli, in mezzo l’area massaggi e molti altri servizi. La Blue Lagoon questi quindici giorni di vita insieme a loro hanno al fumo. è stata inventata per noi stranieri, di islandesi non arricchito ancor di più quest’immensa avventura. Ci rimettiamo in macchina, una rapida fermata al Brú ce ne sono. Malgrado per loro andare alle terme sia Milli Heimsálfa, ovvero il ponte tra i due continenti, il un’attività ricreativa pari al nostro bar, ne devono A presto, al prossimo bellissimo viaggio. punto in cui la placca nord-americana ed europea si preferire altre meno costose. incontrano, e arriviamo a Garður, un piccolo villaggio Ci ricordiamo del fiume caldo a Reykjadalur dove Appassionatamente, di pescatori con due fari che vegliano il mare. l’unico lusso era un paravento in legno o della Giulio 102 - Avventure nel mondo 1 | 2020 02 RACCONTI VIAGGIO 1-2020 pag 2-147.indd 102 13/12/19 07:15
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