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CV DI ARCANGELO MAZZOLENI Arcangelo Mazzoleni, regista e artista visivo, scrittore e story-editor, docente di cinematografia, sceneggiatura e regìa. FORMAZIONE UNIVERSITARIA E SPECIALIZZAZIONI CINEMATOGRAFICHE Laureato con 110 e lode in Lettere moderne (laurea vecchio ordinamento) nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università “La Sapienza” di Roma - relatore Giuliano Manacorda - con la tesi di Storia della letteratura italiana moderna e contemporanea “Tommaso Landolfi: Dalla prosa al verso”. Nel suo cursus studiorum, tutti 30 e lode e 30. Studia anche Sociologia con Franco Ferrarotti. Vince la borsa di studio per l'ammissione al Centro Sperimentale di Cinematografia classificandosi al 1° posto in graduatoria. Al termine del biennio consegue il diploma di Regìa (Corso in Formazione superiore nelle Comunicazioni Audiovisive”), grazie ad una preparazione interdisciplinare mirata a ricoprire i vari ruoli di sceneggiatore regista montatore e producer, secondo il modello didattico innovativo introdotto da Roberto Rossellini. Studente del CSC, inizia a occuparsi di critica cinematografica collaborando con recensioni alla Rivista “Bianco e Nero”, il bimestrale di Studi cinematografici del Centro Sperimentale. Fra i suoi insegnanti, per Regìa: Carlo Lizzani, Nelo Risi, Istvan Gàal e Valerio Zurlini; per Sceneggiatura: Franco Giraldi; per Fotografia: Peppino Rotunno, Mario Bernardo, Vittorio Storaro e Luciano Tovoli; per Montaggio: Roberto Perpignani; per Semiologia del film: Giuseppe Cereda; per Storia e critica del cinema: Fernaldo Di Giammatteo. Partecipa ai seminari tenuti da Frank Capra, Joris Ivens, Peter Kubelka, Francesco Rosi, Jean-Marie Straub e Luigi Zampa. Al CSC gli viene affidata la conduzione del Laboratorio di recitazione e al termine del I° anno di corso realizza “Videoperformance”, ricerca in videotape sulla tragicità, dal mondo greco: dalle Troiane di Euripide all’Hölderlin di Peter Weiss, che verrà presentata a Graz nella rassegna internazionale MEDIART: Art Artist & the Media. Il saggio di diploma in regìa, Dai Diari di Anaïs Nin, è un adattamento, scritto da lui a partire dai “Diari” della scrittrice ispano-danese e dalle “Lettere da Rodez” di Antonin Artaud. Dopo un’intensa fase di attività di ricerca teatrale, come autore attore e regista (vedi più avanti “Esperienze teatrali”) e di viaggi di studio e lavoro (L.A., New York, Berlino, Parigi, Graz), si dedica al cinema di ricerca e sperimentazione producendo e dirigendo, 26enne, film d’artista con cui viene notato al Filmstudio, storica sala romana del cinema d’avanguardia, da Alberto Moravia che dedica ai suoi Lo spazio interiore e Aurélia una lunga e approfondita recensione sul settimanale “L’Espresso”: Freud e suo cugino Nerval (pubblicato poi nel volume A. Moravia, Cinema Italiano: Recensioni e interventi 1933-1990, Bompiani 2010). Parallelamente si occupa di cultura americana (cinema e letterature anglo-americana e ispano- americana) e completa la propria formazione specializzandosi in Screenwriting, Story Editing e Script
2 Consulting con alcuni dei maggiori sceneggiatori, docenti e script-consultant delle major hollywoodiane da cui apprende le tecniche dell’American storytelling coniugandolo però, in una sintesi personale, con la concezione autoriale del cinema europeo: Syd Field e Linda Seger (il modello di sceneggiatura basato sulla teoria neo-aristotelica dei 3 atti); Dara Marks (il superamento dei 3 atti con l’Inside Story e il Transformational Arc of the Character, nonché l’uso della Mitologia nella costruzione della storia); Yves Lavandier (l’uso dell’ironia drammatica come strumento per potenziare la storia); Christopher Vogler (i 7 archetipi di ogni storia e il Viaggio dell’Eroe); Judith Searle (l’uso degli Archetipi nella costruzione dei personaggi e L’Enneagramma); K. Fong Yoneda (Pitching e sviluppo delle potenzialità commerciali della storia); John Vorhaus (Write Comic and Sit- com) e John Truby (Story-editing e Writing Tv-Comedy, Mith, Action), il cui modello strutturale in 22 step ha per primo divulgato in Italia con una serie di saggi pubblicati su riviste. ESPERIENZE PROFESSIONALI Story editor per Rai Fiction e società di produzione, autore di programmi e regista Consulente di società di produzione cine-televisiva e di network, viene chiamato dalla Direzione Nazionale di Rai Fiction a lavorare per la Divisione 1 della Rai (Strutture Rai Uno e Rai Due), poi anche allo Sviluppo Progetti speciali, ininterrottamente dal 1998 al 2007 (per le direzioni Stefano Munafò, 1998-2002 e Agostino Saccà, 2003-2008). In qualità di “Consulente letterario editoriale” del Direttore (script consultant, story analyst e story editor) contribuisce alla definizione e potenziamento di quella linea editoriale che porterà la struttura Fiction della Rai al primo posto come volume produttivo, numeri d’ascolto e riconoscimenti della critica anche internazionale. Ha lavorato alla revisione e seguito, attuando adattamenti e “domesticazioni” da prodotti stranieri, più di 3000 progetti, sceneggiature di film per il cinema e di serie televisive, alcune delle quali hanno conquistato il pubblico internazionale: dal lancio editoriale del primo Commissario Montalbano a La meglio gioventù; da fiction d’autore realizzate da registi come Carlo Lizzani (le miniserie Maria José– L’ultima regina e La Donna del treno), Paolo e Vittorio Taviani (Resurrezione da Tolstoj e Luisa di Sanfelice) a Liliana Cavani (il bio-pic De Gasperi-L’uomo della speranza) etc., a co-produzioni internazionali come la serie Roma ideata da John Milius e Bruno Heller, prodotta da HBO, BBC e Rai Fiction. Lavora per Società di produzione cinetelevisiva alla revisione di sceneggiature: per Rizzoli Audiovisivi adattamento e script-editing della miniserie tv Le ragazze di Sanfrediano dal romanzo di Vasco Pratolini (Rai Uno, 12 e 13 marzo 2007). Per Rai ha lavorato come script consultant-story editor ed “esperto letterario” alle sceneggiature: Federico Fellini e Piero Tellini, Bentornato Signor Gai (inedita); Francesca Archibugi, L’albero delle pere; Giuseppe Bertolucci, Il dolce rumore della vita; Nicola Badalucco e Franca De Angelis, Zeno; Age, Scarpelli ed Ettore Scola, Viaggio italiano, Serie Eroi minori; Damiano Damiani, Il cielo sopra di noi; Enrico Brizzi, Jack Frusciante è uscito dal gruppo; Brunello Rondi, L'apostolo dei Tuareg: Charles de Foucauld; Corrado Augias e Daniela Pasti, Sabato notte; Giacomo Battiato e Maurizio Nichetti, 999 dopo lo Sciame Atomico; Tullio Kezich, Maria Tarnowska; Leo Benvenuti, Suso Cecchi D'Amico, Piero De Bernardi e Mario Monicelli, Me ne vado; Andrea Frezza, One way to Texas; Rodolfo Sonego, 2
3 Un'imperdonabile leggerezza; Marcello Fois, Le avventure del commissario Curreli; Ugo Pirro, Il capitale minimo; Nanny Loy ed Elvio Porta, Massima sicurezza; Enrico Medioli, Lucrezia; Luis Sepùlveda, Il mondo alla fine del mondo, Volker Schlöndorff (Le Phantome de l’Opera dal romanzo di Gaston Leroux, miniserie da 2 di Natalie Carter) etc. Come regista e autore con Rai ha iniziato a lavorare nel 1984, occupandosi della preparazione, realizzazione ed edizione del programma Asili nido. Sì/No (60 min.), numero d’apertura della rubrica Delta. Il programma è filmato quasi interamente all’interno di un asilo nido romano in cui, con tecnica e linguaggio da direct cinema, vengono seguiti i giochi, i discorsi, le avventure conoscitive dei bambini, intrecciandoli alle testimonianze di assistenti, genitori ed esperti. Elemento unificante e filo narrativo del programma è il piccolo Michele, 3 anni, del quale viene raccontata una giornata-tipo fra casa e scuola. Per Rai Tre è autore e regista nel 1985 del programma 2-8 anni. Facciamo finta che (60 min.), anch’esso numero d’apertura della rubrica Delta. Facciamo finta che tratta del gioco infantile considerato come elemento fondamentale per la preparazione al mondo adulto. Ripresi sempre con modalità da cinéma vérité i bambini sono chiamati a parlare, giuocare, agire ed interagire in libertà, veri protagonisti del programma. Dei due programmi, con segnalazioni e recensioni si sono occupati: La Repubblica, Corriere della sera, Il Messaggero, L’Unità, Il Mattino, L’Osservatore Romano, La Sicilia, Il Giornale di Sicilia, L’Ora, Paese sera, Il Giornale, La Nuova Venezia, Il Tirreno, Il Giornale di Brescia, Radiocorriere TV etc. Nel 1998 è contrattualizzato da Rai Educational come autore, regista e head project per la preparazione di 10 puntate del programma “ISMI - Atlante delle Idee e della Memoria: Il 1700”, che intende fornire una “mappa” ragionata dei principali movimenti di pensiero, letterari ed artistici dal 1700 ad oggi. Scrive i testi e cura la regìa delle puntate relative al “Secolo 1700”: Neoclassicismo e Stile Impero, Cosmopolitismo, Grand Tour, La Riforma goldoniana, L’Arcadia, Rococò, Libertinismo, Illuminismo, Enciclopedismo. Per ISMI -“1700” realizza interviste filmate e riprese di eventi teatrali, in particolare: la Riforma teatrale di Lessing in Germania e Goethe: intervista al regista Peter Stein; la Riforma goldoniana: intervista all’attore Ferruccio Soleri; il Cosmopolitismo del Settecento: intervista al filosofo Massimo Cacciari, al tempo sindaco di Venezia. Realizza altresì interviste filmate per le puntate relative al “Secolo “1900”: Cubismo e Estremismo, intervista al poeta e critico Edoardo Sanguineti; Neo- Edonismo, riprese dello spettacolo Operette morali da G. Leopardi etc. Nel 2012 realizza Ritratto di Nelo Risi, poeta e regista, documentario da lui scritto diretto e prodotto, trasmesso su Rai Storia (23 ottobre 2012), e Rai Tre (1 novembre 2012), replicato il 20 settembre 2015 su Rai Storia in ricordo della scomparsa del cineasta-letterato. Il filmato viene scelto per aprire le Giornate di studio Parole e immagini per Nelo Risi, svoltesi nei giorni 13-14 ottobre 2016 a San Salvatore Monferrato, Alessandria, a cura della Fondazione Carlo Palmisano-Biennale Piemonte Letteratura. Il documentario fa parte di un ciclo da lui ideato e dedicato a personaggi della cultura del Novecento di cui fa parte il documentario-intervista, in preparazione, Ritratto di Carlo Lizzani: Un viaggiatore del Novecento: un incontro a distanza di anni fra Lizzani e Mazzoleni, che è stato suo allievo al corso 3
4 di regìa del Centro Sperimentale. Il progetto ha avuto dal MIBAC il riconoscimento interesse culturale cortometraggi finanziati (13 maggio 2013). ATTIVITÀ DIDATTICA Incarichi e docenze universitarie, conduzione Master e Workshop Dal 2003-2004 al 2010-2011 insegna Sceneggiatura e Analisi del linguaggio cinematografico nei Corsi Rai-Script per la Formazione e il Perfezionamento dei Nuovi Sceneggiatori organizzati da Rai Fiction, Rai Risorse umane e Formazione. Dal 2002-2003 al 2008-2009 insegna in continuità Teoria e tecnica del linguaggio cinematografico (L-ART/06) nei Corsi di laurea in Scienza dei Media e della Comunicazione e Scienze e Tecnologie per i Media svoltisi presso la Facoltà di Scienze, Dipartimento di Matematica, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Dal 1998 al 2002, all’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, Dipartimento di Matematica della Facoltà di Scienze MFN, nel Corso di Perfezionamento di 1° livello in “New Media e Comunicazione” ha insegnato Storia e tecnica del linguaggio cinematografico e videografico (L- ART/06): 1998-1999 e 2001-2002 e Linguaggi Cinematografici (L-ART/06): 1999-2000 e 2000- 2001).. Nel 2003-2004 al DAMS della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” è stato docente di Scrittura creativa e professionale nel Master post-universitario di 1° livello in “Organizzazione e Gestione della Produzione Audiovisiva”. Nel 2005 è stato invitato dalla Direzione del Festival Avanca 2005 (Portogallo) per condurre il workshop di regìa: A pràtica da Linguagem Cinemàtografica all’interno degli Encontros Internacionais de Cinema, Televisão, Video e Multimédia. In quest’occasione le Edições Cine-Clube del Festival Avanca pubblicano in portoghese il suo testo per filmmaker O Abc da linguagem cinematográfica, 2005. Tiene in Italia e all’estero letture, seminari, masterclass e conferenze: Incontro con Arcangelo Mazzoleni: lectio magistralis all’Università degli Studi di Padova per Gli Incontri del MEAM (Master in Educazione audiovisiva e Multimediale), seguita dalla proiezione dei suoi film e dalla presentazione dei suoi libri L’Abc del linguaggio cinematografico e Il movimento della macchina da presa. Alla Casa del Cinema di Roma ha tenuto nel luglio 2012: Scrivere per immagini: workshop sulla scrittura cinematografica e televisiva e nel 2012-2013 la I Edizione del Corso d’alta formazione per sceneggiatori di cinema e televisione. Nell’ambito del progetto CSC Lab del Centro Sperimentale di Cinematografia – Scuola Nazionale di 4
5 Cinema conduce i Laboratori intensivi di alta formazione in sceneggiatura: • La scrittura della Scena nel cinema: Anatomia della Scena, 40 ore dal 25 al 29 luglio 2016. • Dal testo al film: Strategie dell’Adattamento, 40 ore dal 7 all’11 novembre 2016. • La scrittura della Scena nel cinema: Anatomia della Scena, 40 ore dal 20 al 24 marzo 2017. • La scrittura della Scena nel cinema: Anatomia della Scena, 40 ore dal 2 al 6 ottobre 2017. • Dalla Scena alla Sequenza: Costruire lo sviluppo della storia, 40 ore dall’11 al 15 dicembre 2017. • La scrittura della Scena nel cinema: Anatomia della Scena, 40 ore dal 26 febbraio al 2 marzo 2018. • La scrittura della Scena nel cinema: Anatomia della Scena, 40 ore dal 4 all’8 giugno 2018. • Scrivere il Personaggio: Il personaggio nella Struttura della storia, 40 ore, giugno 2019. PUBBLICAZIONI Libri sul Cinema Ha scritto libri sulla storia, l’estetica, il linguaggio e le teorie del film, adottati da Università, Accademie di Belle Arti, Scuole e Corsi di Sceneggiatura e di Regìa italiani ed esteri: • “L’Abc del linguaggio cinematografico”. Sottotitolo: Strutture, analisi e figure nella narrazione per immagini, Dino Audino Editore 2002, III edizione 2006. Longseller da 15 anni ristampato, è stato tradotto in portoghese: O Abc da linguagem cinematográfica, Edições Cine-Clube de Avanca 2005. Presentato il 26 marzo 2002 all’Università di Roma “Tor Vergata” dai Prof. Giovanni Spagnoletti, docente di Storia e critica del cinema presso la Facoltà di Lettere, Adriano Aprà, Bruno Torri, Massimo Picardello, presidente del Corso di laurea in Scienze dei Media e della Comunicazione, dal Rettore Prof. A. Finazzi Agrò, dal Preside della Facoltà di Scienze Prof. N. Vittorio, dal Preside della Facoltà di Lettere Prof. F. Salvatori. • “Il Movimento della macchina da presa”. Sottotitolo: Estetica tecnica e linguaggio dell’inquadratura variabile, Dino Audino Editore 2004 (tuttora ristampato). • “Avanguardia sovietica”. Sottotitolo: Il movimento che ha rivoluzionato la sintassi del cinema esaltando la funzione del montaggio e prefigurando i linguaggi della post- modernità”, Dino Audino Editore 2010 (tuttora ristampato). • “Monologhi e scene memorabili al cinema”. Sottotitolo: Antologia critica commentata ad uso di attori e sceneggiatori (co-autrice Francesca Mazzoleni), Dino Audino Editore 2016 (nuova edizione). 5
6 ALTRE PUBBLICAZIONI: Articoli, saggi, prefazioni, relazioni a convegni internazionali Durante la frequentazione del Centro Sperimentale di Cinematografia ha iniziato l’attività di critico collaborando al bimestrale di studi cinematografici Bianco e Nero con recensioni e saggi (su Ridley Scott, Ken Russell, Monte Hellmann, Pierre Kast, Sam Peckinpah, Paul Morissey etc.). Ha pubblicato ricerche, studi e analisi sul film e sulle teorie strutturali della sceneggiatura (sulla rivista “Script”), saggi interdisciplinari sul rapporto cinema-psicanalisi, cinema-letteratura, cinema- arte e saggi di poetica sul suo cinema: • “Big Fish, analisi strutturale del film”, in “Script” nn. 38-39: Desperate Housewives e altre serie. • “John Truby, la sua teoria strutturale e l'analisi di Il Verdetto”, in “Script” n. 43: Dr.House, Grey's Anatomy e altre grandi serie. Interviste e saggi etc. • “La scrittura filmica: fra letteratura, musica e arte visiva”, saggio per il Convegno “La Psicanalisi”, Movimento freudiano internazionale, Milano 1982. Pubblicata sulla rivista “Spirali”, n. 63, Milano maggio 1984. • “Cinema ed estasi: la poetica del voyant”, in AA.VV, Arcangelo Mazzoleni. Il mondo al fuoco dello sguardo, catalogo Guido Novi Editore, Roma 1994. • “Il mio Cinema: Arte temporale della luce”, in “Arte Argomenti”, numero monografico “Rapporto Luce”, anno 4, n. 4, Roma maggio 1991. • “Il mondo al fuoco dello sguardo”, saggio introduttivo nel Catalogo dell’omonima Mostra in Calcografia, Guido Novi Editore, Roma 1994. • “L’ellissi e il labirinto. Cioran, Kiarostami e Kitano”, saggio interdisciplinare pubblicato nel volume AA.VV. “Il secondo Rinascimento nel pianeta” (Atti del Convegno), Spirali Edizioni 2005. • “Il mondo al fuoco dello sguardo: La Mostra multimediale in Calcografia”, nel volume AA.VV, “Art Ambassador. Il museo, l’edizione, il valore” (Atti del Convegno), Spirali Edizioni 2006. • “Parola poetica, parola tellurica”, in: AA.VV, “Il valore dell’Italia. La scrittura: Festival della modernità”, Milano 30 novembre–3 dicembre 2006 (Atti del Convegno), Spirali Edizioni 2007. • “Non sarò mai folla nemmeno un minuto: In ricordo di Nelo Risi, poeta e regista”, 6
7 pubblicato negli Atti del Convegno “Giornate di studio PAROLE E IMMAGINI PER NELO RISI”, Interlinea 2017. ATTIVITÀ LETTERARIA Critica e poesia Dal 1995 al ’99 ha svolto una continuativa attività critica scrivendo di letteratura, spettacolo e critica d’arte sulle pagine culturali del quotidiano La Sicilia. In parallelo con le regìe e la sperimentazione artistica, ha condotto sin dall’inizio un’intensa attività di ricerca letteraria confluita in tre raccolte di poesia che hanno vinto numerosi premi, in racconti e saggi collegati o interagenti con la produzione filmica, fotografica, pittorica, videografica. Il critico Renato Minore, nella Prefazione al volume Gloria dell’istante. Poesie 1991-2005, parla infatti di un “ampio intertesto” in cui poesie film video pitture e fotografie “rinnovano, in chiave multimediale, la poetica della veggenza di Arthur Rimbaud”, sottolineando anche che l'energia peculiare della poesia di Mazzoleni è “una evocazione di simboli e di visioni.” Alberto Moravia, da parte sua, in una recensione ai film Lo spazio interiore e Aurélia apparsa sul settimanale “L’Espresso”, dopo averne messo in rilievo l’immaginazione visionaria che ricollega ad autori romantici come Edgar Allan Poe e Gerard de Nerval, riletti però modernamente secondo il pensiero di Freud, conclude che “si tratta di due composizioni che in letteratura sarebbero due poemi”. Ha pubblicato i libri di poesia: • “L’uomo plurale”, Prefazione di Nelo Risi, Rebellato, Quarto d’Altino 1980. • “Le galassie incognite”, Edizioni del Leone, Spinea (Venezia) 1989. • “Gloria dell’istante: Poesie 1991-2005”, Prefazione di Renato Minore, Spirali Edizioni, Milano 2006 (1° Premio Poesia Opera edita “Città di Leonforte 2007”). ESPERIENZE TEATRALI Dal teatro-cinema all’opera multimediale Autore e regista, con Mariella Buscemi, di testi teatrali, ne ha curato l’impianto visuale e scenografico multimediale basato su una commistione di cinema e teatro sulla scorta delle esperienze di Josef Svoboda ed Erwin Piscator. Con Diktat: Il tempo del Titano è a soli 22 anni, come autore e regista, al Teatro Stabile di Catania, nella stagione 1975-76, in cartellone nelle Nuove proposte, con G. Strehler, L. Squarzina, F. Enriquez e R. Guicciardini. 7
8 Testi rappresentati e regìe • “Guernica: Romancero della guerra di Spagna”: montaggio di testi di Bertolt Brecht, Garcìa Lorca, Miguel Hernandez, Wystan Auden etc. • “Euridice: ovvero Delle mirabolanti avventure del pittore J.B. e della sua Euridice nella ricerca del Paese dei limoni”, testo e regìa. Rappresentato al Teatro Laboratorio di Verona, al Teatro Aleph di Roma e al Festival Internazionale Incontroazione di Palermo. Ambienta il mito di Orfeo e Euridice in un manicomio contemporaneo, rileggendo l’archetipo narrativo greco attraverso le teorie antipsichiatriche. Con Euridice vince il Premio alla Miglior regìa nel I Festival del Teatro Città di Catania organizzato dal quotidiano Espresso Sera e diretto dal giornalista e scrittore Giuseppe Fava. • “Diktat: Il tempo del Titano”, testo e regìa. Rappresentato al Teatro Stabile di Catania nelle Nuove proposte della stag. 1975-76, in cartellone con G. Strehler, L. Squarzina, R. Guicciardini, F. Enriquez. • “L’occhio selvaggio”, testo e regìa. Rappresentato nel corso delle Manifestazioni (film, teatro, performance) al Museo degli Eremitani di Padova. Uno spettacolo multimediale con proiezioni cinematografiche su tripli schermi che tratta la violenza onnipervasiva delle immagini che accerchiano l’umanità contemporanea e ne minacciano la libertà, mettendo in scena l’immaginario di una donna. RICERCA CINEMATOGRAFICA E ARTISTICA: Film, Video, Fotografia, Arte visiva Creatore di film d’artista, sperimentatore delle varie forme dell’immagine (filmica fotografica pittorica video-analogica e video-digitale), documentarista e fotografo, regista di programmi tv (“racconti d’ambienti” come la serie Delta per Rai Tre e ritratti di personaggi, con un’accentuata dimensione narrativa (come il recente Ritratto di Nelo Risi, poeta e regista per Rai Storia e Rai Letteratura), Mazzoleni nel corso degli anni ha sviluppato una ricerca mirata a esplorare la natura e le potenzialità di espansione del linguaggio cinematografico, muovendosi in una direzione all’insegna dell’arte totale e creando un’opera multidisciplinare dove i vari generi si compenetrano fra loro. La sua sperimentazione filmica riguarda sia il linguaggio visivo, sia le forme e le strutture narrative: dal poema filmico al film onirico, dal trance-film al film-saggio. Sperimenta sulla composizione dell’immagine, piena di riferimenti all’arte pittorica; sul colore, impiegando il monologo interiore visivo, la soggettiva stilistica, la “soggettiva libera indiretta” di pasoliniana memoria, l’alternanza di immagini del reale e di visioni interiori dei personaggi. Fra i suoi film su pellicola: “Lo spazio interiore” (1978-1980), “Aurélia” (1980), “Composizione per sequenze e frequenze” (1980); “Anabasi” e “Catabasi” (1981), “Le Temps des Assassins” (1987); “Da corpo a cosmo” e “Mandala elettronico” (1994), prodotti dall’Istituto Nazionale per la Grafica- 8
9 Calcografia Nazionale; “Sole nero” (2004) http://www.em-arts.org/independent-films/sole-nero; “Allegoria della luce e dell’ombra” (2009) http://www.cinemaitaliano.info/conc/01829/2009/programma/fisheye.html . Ha presentato i suoi film e video ( http://www.imdb.com/name/nm4578214/ ) : • Biennale di Venezia, A.S.A.C.- Archivio Storico Arti Contemporanee. • Centre Georges Pompidou: Ouverture Italiana–Selezione Cinema sperimentale e d’artista) nella Mostra Identitè Italienne • XII Biennale de Paris des Jeunes Artistes. • Festival Internazionale del Film di Roma: Fish Eye: International Experimental Film & Video Festival. • Mostra internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro: Rassegna Segnali luminosi. • Palazzo delle Esposizioni di Roma: Il Cinema d’Artista in Italia: Dagli anni ‘60 agli anni ’80. • Festival “MEDIART: Art Artist & the Media” di Graz. • Curzon Soho Cinema di Londra: An Italian Art Film Season: Sat 22nd – 24th november 2003”, Sampler N°1, curato da Louis Benassi e Florence Tissot. • Guggenheim Museum: Interventi sull’arte contemporanea: Da Andy Warhol a Matthew Barney”. • Festival di Hyéres: Cinéma Différent. • Shangai Bizart Centre: Rassegna Digital Stilnovo. • Filmstudio 80 di Roma: Rassegna Giovane cinema italiano: Nuove proposte • Filmstudio 80 di Roma: Rassegna Il cinema indipendente italiano: 1964-1984. • Fronte del Porto Filmclub, Padova 9 dicembre 2010, Rassegna Il Cinema sperimentale italiano: proiezione di “Allegoria della Luce e dell’Ombra”. Presentazione video di Mazzoleni del suo nuovo libro “Avanguardia sovietica” e letture di brani dello stesso a cura di Greta Bisandola e Andrea Boscolo. • Nuovo Cinema Aquila, Comune di Roma e Ambassade de France en Italie: Italian - Experimental Cinema: Mostra del cinema d’artista italiano dalle origini del Futurismo al nuovo millennio. • Istituto Nazionale per la Grafica di Roma, 15-19 ottobre 2009: Prospettiva mobile: 5 videoinstallazioni di arte animata. • Complesso Monumentale San Giovanni di Catanzaro, dall’1 dicembre 2012 al 3 marzo 2013: Lo sguardo espanso. Cinema d’artista italiano in Mostra 1912-2012. • Istituto Nazionale per la Grafica, Palazzo Poli, Roma, 21 dicembre 2012 / 17 febbraio 2013: L’idea espansa: L’opera d’arte riproducibile attraverso le collezioni dell’Istituto Nazionale per la Grafica. • MAXXI - Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo, 17-29 settembre 2017: Doppio schermo. Film e video d'artista in Italia dagli anni Sessanta a oggi: presenta Aurélia, ispirato al racconto di Gérard de Nerval. etc. • Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma, 23 febbraio 2018, Corpi e mondi in vertigine: film e poemi di Arcangelo Mazzoleni. Anni Settanta/Ottanta. 9
10 RICONOSCIMENTI Come “riconoscimento per il contributo dato alle arti”, il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali e l’Istituto Nazionale per la Grafica - Calcografia Nazionale hanno dedicato alla sua attività di regista ed artista multimediale la Mostra istituzionale “Arcangelo Mazzoleni: Il mondo al fuoco dello sguardo” Sottotitolo: “Film, Foto, Video, Disegni e Tecniche miste su carta”, a cura di Federica di Castro (Calcografia Nazionale, Roma 1994). Istallazione multimediale di fotografie, video, disegni e “mixed media” con retrospettiva di tutti i suoi film e presentazione dei nuovi realizzati appositamente per la Mostra: Da corpo a cosmo e Mandala elettronico, acquisiti, assieme ai precedenti, nella Collezione della Calcografia Nazionale. L’esposizione si snoda nelle tre sale della Calcografia ed è concepita come una sorta di percorso visionario dove lo sguardo viene guidato ad esplorare lo spazio con un senso di progressiva scoperta. Le grandi immagini fotografiche in Cibachrome dei polittici interagiscono e dialogano con i film proiettati nelle tre sale, con le opere pittoriche, i disegni e gli storyboard. In tale occasione è stato pubblicato l’omonimo libro-catalogo che raccoglie, oltre al suo saggio introduttivo (Il mondo al fuoco dello sguardo), gli studi critici di: • Michele Cordaro, Direttore dell’Istituto Nazionale per la Grafica: Presentazione. • Franco Rella, filosofo e scrittore, ordinario di Estetica all’IUAV di Venezia: Nondove. Per Arcangelo Mazzoleni. • Alberto Moravia: Freud e suo cugino Nerval. Pubblicato sul settimanale L’Espresso e poi nel volume A. Moravia, Cinema Italiano: Recensioni e interventi 1933-1990, Bompiani 2010. • Federica Di Castro, Curatrice della Mostra: Insistenze e serialità nell’opera di Arcangelo Mazzoleni. • Vittorio Fagone, Direttore Galleria d'arte moderna e contemporanea dell'Accademia Carrara di Bergamo, studioso di cinema sperimentale e videoarte: L’operatività multimediale di Arcangelo Mazzoleni). • Simonetta Franci, critica e docente universitaria: La carta del colore. Nel 2018 l’Archivio Nazionale Cinema d’Impresa e il Centro Sperimentale di Cinematografia hanno acquisito in deposito il Fondo storico di tutti i film realizzati da Mazzoleni, inaugurando un settore d’intervento specifico dedicato alla conservazione, preservazione e valorizzazione del cinema sperimentale e d’artista italiano. Nel febbraio 2018 la Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma ha voluto dedicargli l’Incontro Corpi e mondi in vertigine: film e poemi di Arcangelo Mazzoleni. Anni Settanta/Ottanta in cui sono stati presentati due suoi film, Aurélia (1980) e Les temps des assassins (1986), nella versione appena restaurata in digitale dall’Archivio Nazionale del Cinema Impresa-CSC. 10
11 Altre Rassegne Cinematografiche Personali (Selezione) • 1981, Roma, Filmstudio 80, Arcangelo Mazzoleni e Mariella Buscemi: Autori controcorrente. • 1987, Roma, Filmstudio 80 presso la Libreria dello spettacolo Il Leuto, Incontro con il cinema di Arcangelo Mazzoleni. Testo critico introduttivo di Ester De Miro, docente di Storia del Cinema all’Università di Genova. • 1988, Roma, Galleria Il Fotogramma, Corpi di luce, Mostra personale di fotografie e film con testo introduttivo di Federica Di Castro, curatrice Film e Fotografia presso la Calcografia Nazionale. • 1995, Verona, Omaggio ad Arcangelo Mazzoleni, Rassegna cinematografica personale dedicatagli dal San Giò Video Festival: Rassegna Internazionale Produzioni Video. • 1996, Verona, Arcangelo Mazzoleni: A vent’anni dal 2000. Ascesa-Discesa-Ascesa, Rassegna cinematografica personale a cura del San Giò Video festival - Rassegna internazionale delle produzioni video. Partecipa anche come relatore al Convegno Neo-TV verso il Terzo Millennio: Isolamento e/o libertà. • 1996, Padova, Rassegna L’Obiettivo Per-turbato: Incontro con Arcangelo Mazzoleni e presentazione del suo film Le Temps des Assassins. • 1996, Roma, Museo dell’Immagine Fotografica e delle Arti Visuali (MIFAV) dell’Università di Roma “Tor Vergata”, Incontro con Arcangelo Mazzoleni, Artista- Fotografo e Regista . • 2003, Padova, Università degli Studi, Facoltà di Scienze della Formazione, Incontro con Arcangelo Mazzoleni. Lectio magistralis di Mazzoleni per Gli Incontri del MEAM (Master in Educazione audiovisiva e Multimediale), seguita dalla proiezione dei film e dalla presentazione dei suoi libri L’Abc del linguaggio cinematografico e Il movimento della macchina da presa. • 2005, Padova, Incontri del Filmclub “Fronte del Porto”, per la rassegna “Cinema & Video Indipendente”: Arcangelo Mazzoleni: un Poeta dell’Immagine Elettronica. Personale di tutti i film. MOSTRE FOTOGRAFICHE Selezione • Arteder 82: Muestra Internacional de Obra Gràfica, Sezione Fotografia, a cura di R.Gubern, F.Ibarburu e M.Loup Sougez, Bilbao marzo-aprile ’82. • Regroupements alternatifs d’Italie, a cura di I.Bernier e C.Le May, La Chambre Blanche, Québec, Canada, marzo-maggio ’83. • La casa di Vetro / The Glass House: Fotografie di 13 autori italiani, a cura di F. Di Castro e G. Cannilla, Casa della Città, Roma aprile 1991. • Photogrammatica. 1° Rassegna internazionale di Arte fotografica a Roma, a cura di G. Semerano e C. Nissirio, 1992. • Sei presenze fotografiche, a cura di G. Cannilla, Galleria A.Melari, Roma, dicembre 1992. • Posizioni di ricerca, a cura di A. Alimonti, Complesso monumentale di San Michele a Ripa, 11
12 Roma dicembre-gennaio 1993 (Numero monografico della rivista “Giornale della Fotografia”). • Insofferenze generatrici, a cura di C. Giovannella. Mostra degli Autori del Fondo fotografico pubblico dell’Università di Roma Tor Vergata, “Uno spazio per l’arte”, Palazzo Enel, Messina 8-14 aprile 1993. • Depositi di polvere: Esperienze di ricerca con la fotografia e altri media, a cura di G. Cannilla e L.Meloni. Mostra promossa dal MIFAV (Museo dell’Immagine Fotografica e delle Arti Visuali) dell’Università di Roma Tor Vergata, 1993. • Una foto per un museo, Mostra del MIFAV, Aula Magna dell’Università di Roma Tor Vergata, Roma, 10-21 dicembre 1993. • Art for All – Opere moltiplicate su carta, a cura di F. Di Castro, Palazzo Braschi, Roma 1996. COLLEZIONI D’ARTE Le sue opere (film, video, foto, disegni etc.) sono presenti nelle collezioni d’arte e cinema: • Istituto Nazionale per la Grafica - Calcografia Nazionale (Mediateca). • A.S.A.C. Archivio storico arti contemporanee della Biennale di Venezia. • BFI - British Film Institute “Film Forever”. • Galleria Comunale di Arte Moderna di Roma. • MIFAV - Museo dell’Immagine e delle Arti Visuali dell’Università di Roma “Tor Vergata”. • Mediateca dell’Università “La Sapienza” di Roma etc. Seguono ALLEGATI: 12
13 ALLEGATI AL CV VALUTAZIONI CRITICHE ED ESTETICHE SULLA SUA RICERCA ARTISTICA INTERDISCIPLINARE Hanno scritto di lui: Nel suo lavoro interdisciplinare e in particolare nella ricerca cinematografica, la critica ha innanzitutto evidenziato una dimensione onirica e visionaria e un costante riferimento alla letteratura. Alberto Moravia inscrive il suo lavoro sotto il segno di Edgar Allan Poe e di Gerard de Nerval, precursore ottocentesco del Surrealismo, riletti però modernamente in chiave freudiana: “…Queste immagini hanno ora una corposità quasi fisiologica benché non riferibile a nulla di reale; ora sono invece immagini del reale scorporate e rese astratte. Si prova di fronte a questo veloce susseguirsi di martellanti illuminazioni, la sensazione che l’artista sia alla ricerca dell’immagine definitiva; infatti, sempre più spesso, a misura che le illuminazioni si inseguono e si sovrappongono, noi vediamo riapparire un volto di donna. Ora, Nerval nel suo racconto ha proceduto anche lui ad una specie di angosciosa ricerca, centrata sulla domanda: “chi è Aurélia?” A questo punto però noi comprendiamo che il regista non ha voluto identificarsi con lo scrittore e rappresentare semplicemente, sia pure con mezzi suoi, la ricerca di Nerval; bensì ha voluto parlare di se stesso, alludere a una sua personale, autobiografica ricerca di Aurélia. Quanto a dire che, tramite Nerval, ha espresso qualcosa che lo riguarda strettamente e dunque, appunto per questo, riguarda anche noi” (Alberto Moravia, Freud e suo cugino Nerval, in Cinema italiano. Recensioni e interventi 1933-1990) Il critico e filosofo Franco Rella sottolinea il riferimento alla “poetica del veggente” di Rimbaud: “…Il film Le temps des Assassins di Mazzoleni non è solo un’opera straordinaria, ma è anche una straordinaria esegesi della veggenza di Rimbaud… Questa “teoria dell’occhio” si chiarisce ancor più in Da corpo a cosmo del 1994. Il film inizia con una fuga di nuvole veloci nel cielo, con le loro inafferrabili forme, che catturano e rendono nuvola il fumo dell’Etna, come se cielo e terra fossero presi da un’unica, inarrestabile fuga. Ma qui è l’occhio stesso di Mazzoleni, che affiora più volte, a sregolare il visibile. Interno ed esterno si mescolano: corpi, maschere totemiche, vegetali. La realtà si decompone, rivela i suoi colori nascosti, quelli che sono nascosti nel cuore delle cose al tempo della creazione, secondo un mito della Kabbalah luriana… Tutta l’opera di Mazzoleni è, mi pare, una spinta verso questo metaxu, questo “spazio di mezzo”, questa atopica soglia. I film Anabasi e Catabasi, l’andata e il ritorno, sono l’ingresso nell’esilio di questo spazio. E’ uno spazio in cui l’io e le cose perdono il loro statuto abituale, e dunque si mostrano orribili, spaventose, e al contempo meravigliose, perché, come ha scritto Rilke, la bellezza è sempre all’inizio tremenda” (Franco Rella, Nondove. Per Arcangelo Mazzoleni, in: Catalogo Il mondo al fuoco dello sguardo, Guido Novi Editore 1994). 13
14 Altri evidenziano il lavoro di appropriazione e reinvenzione delle immagini letterarie dei testi ispiratori: “Possiamo vedere tutto il cinema di Mazzoleni come una rilettura visionaria che trasferisce nel codice delle immagini, governato dal ritmo pulsionale della musica interiore, l’energia di testi precedenti, restituendo loro l’incandescenza del momento mitopoietico della nascita e l’originario impulso onirico-immaginativo…” (Ester Carla de Miro, Presentazione nel catalogo della rassegna “Incontro col cinema di Arcangelo Mazzoleni” a cura di Filmstudio 80). “Frammenti, lampi, luci, colori. La poesia raccontata, attraversata, ricreata per immagini… Fuori da ogni retorica, da ogni paragone, da ogni sperimentazione vacua e incomprensibile, Mazzoleni ha creato in venti anni di lavoro un percorso originalissimo ed estraneo ai circuiti più facili…” (Ombretta Grasso, La Sicilia) Chi invece individua le genesi letterarie e il valore espressivo e simbolico della luce: “L’opera filmica di Mazzoleni è intrisa di riferimenti letterari: Aurélia, 1979, isirato all’omonimo racconto di Gerard de Nerval, Lo spazio interiore, 1978-80, motivato dal lavoro del poeta e pittore Henri Michaux, Le Temps des Assassins, 1986, riprende il poema in prosa Matinée d’ivresse di Arthur Rimbaud; questi film di Mazzoleni sono mossi da motivazioni segrete di esemplare luce mimetica. Una luce che è sempre ricorrente nei suoi lavori, che seziona gli ambienti scolpendo e disegnando geometrie in rapporto complementare con un commento sonoro, affidato a composizioni contemporanee e classiche di suadente onirismo e immediato trasporto emotivo.” (Piero Pala, Le figure simboliche nel cinema di Mazzoleni in: Catalogo Mostra del Cinema d’Artista Italiano). Chi sottolinea il legame con una dimensione surreale e psicanalitica: “Si è conclusa in questi giorni la bella mostra sull’opera omnia di Arcangelo Mazzoleni alla Calcografia Nazionale di Roma (…). Desunti per lo più da opere letterarie o da frammenti filosofici, i film di Mazzoleni si inseriscono in un tessuto narrativo pregnante di suggestioni cromatiche grazie all’assonanza corpo/natura e all’uso vitalistico della cinepresa. Questa materia, bizantina e barocca al contempo, si ricollega all’esperienza psicanalitica in cui è la donna, madre figlia e compagna, a condurre gli innumerevoli giochi dell’amore e della morte. Il corpo della donna è qui mitizzato e reso impalpabile come un’umana sinfonia, mentre la donna, autorevole protagonista del tempo odierno, si fa guida mitologica per i meandri del mondo contemporaneo… Tutta l’opera pittorica e cinematografica del cineasta siciliano è imperniata sulla valorizzazione della luce e della forma, in una dimensione surreale e psicanalitica della materia filmica… La luce è fondamentale nell’arte di Mazzoleni: è il caposaldo cromatico su cui si innesta l’intera sua opera.” (Enza Troianelli, Cinema Sessanta) Nella ricerca delle ascendenze viene individuato, fra gli artisti ispiratori, Antonioni e la sua ricerca cromatica: 14
15 “Ed è un corpo umano, in Arcangelo Mazzoleni, il divenire costante di una attrazione e proiezione di colore. Un corpo che assorbe ed emana, che costringe il colore ad aderire, e che a sua volta ne condiziona linee e contorni (…) Vorrei, ora, ritrovare un autore contemporaneo per continuare sulla strada delle origini e delle appartenenze… Vorrei quindi spostarmi verso Antonioni per la sua capacità di tradurre le qualità cromatiche del colore in stati d’animo dei personaggi e di conseguenza farlo divenire elemento strutturale del racconto filmico… Con loro si chiude un racconto che per modi e figure ci ha narrato di Eros, ma non l’Eros innamorato di Psiche la cui vicenda, narrata da Apuleio, finisce nell’Olimpo. Il visionario di Arcangelo Mazzoleni è una “fantasticheria” –freudiana- distante anni-luce da quel già fantastico monte. Eros e Psiche volteggiano in un altro spazio, e forse non si chiamano più così. Bisognerebbe dare loro un unico nome tanto sembrano una sola forza rapita dal gioco del desiderio che vive non solo di bellezza. Più lampante è il concetto” (Simonetta Franci, La carta del colore in: catalogo Il mondo al fuoco dello sguardo, idem c.s.). Sul colore e la ricerca formale, come pure sulla struttura poetica dei suoi film, insistono anche altri: “Realizza numerosi cortometraggi e film sperimentali concepiti come poemi visionari in cui sono prevalenti la forza figurativa dell’immagine, la potenza del ritmo, l’espressività del colore, tanto da far scrivere ad Alberto Moravia, estimatore delle sue opere, che “ci troviamo di fronte a due composizioni che in letteratura sarebbero due poemi” (Sirio Luginbuhl, Arcangelo Mazzoleni: Il corpo mitizzato, in Fotogrammi del desiderio). Ricostruendo il suo percorso creativo dagli inizi teatrali, alla ricerca del senso simbolico sotteso alle immagini va Federica Di Castro, curatrice della personale di Mazzoleni alla Calcografia Nazionale: “Già all’epoca delle prime esperienze teatrali e multimediali Mazzoleni individua una scrittura della luce e dell’ombra di memoria caravaggesca, o della luce piena (Veronese), mentre il corso del tempo gli fa vivere il colore come inclinazione naturale, investitura emotiva ove gioca quella gamma di stati psichici che sta fra la passione e la follia e l’intenzione, la scelta. Il diritto al colore è una sorta di rivalsa individuale, di affermazione della zona buia che esplode in superficie, attaccando la medialità dello schermo… Le figure che si ripresentano nell’opera di Mazzoleni sono figure dell’origine: il vulcano, la conchiglia, il corpo, il femminile, la colomba; e oltre: il gorgo, la spirale, il trapezio, il triangolo. Nel laboratorio mazzoleniano sta una scala di valori delle presenze: la figura femminile, assidua ricorrenza, moltiplicata, ossessivamente iterata, il maschile/femminile, l’uomo-cervo, la colomba, il magma lavico del vulcano… L’andamento musicale ha uno svolgimento e un compimento come la narrazione; e alla narrazione – non necessariamente descrittiva – l’autore visionario si riferisce costantemente” (Federica Di Castro, Insistenze e serialità nell’opera di Arcangelo Mazzoleni, in: catalogo Il mondo al fuoco dello sguardo, idem c.s.). Vi è Vittorio Fagone, storico del cinema d’avanguardia e critico d’arte, che lo colloca in una zona multimediale, al confine fra i linguaggi: “Chiaramente il lavoro creativo di Arcangelo Mazzoleni colloca il proprio nucleo poetico in una zona mobile e non chiusa, da cui una progettualità rigorosa ama proiettarsi nei circoli mediali dei linguaggi della grande comunicazione contemporanea. Fotografia e cinema, così sollecitati, 15
16 appaiono linguaggi capaci di addensamenti espressivi. In tale direzione l’artista interviene recuperando, e ordinando, frammenti esplosi di una visione quotidiana insieme discreta e allarmata… Mazzoleni appartiene senza dubbio a una nuova generazione di artisti che è legittimo definire multimediali… La formazione di Arcangelo Mazzoleni è notoriamente composita e non vi ha un ruolo secondario la consuetudine con i topoi della scrittura letteraria. E’ da qui che probabilmente deriva la complessiva dimensione umanistica di un lavoro creativo che mentre cerca i luoghi ardui di una specificazione tecnica irreversibile, punta anche a una comunicatività piena dove le ambiguità delle metafore non tentano ridondanze e iterazioni, ma continui e produttivi spostamenti ”. (Vittorio Fagone, L’operatività multimediale di Arcangelo Mazzoleni in: catalogo Il mondo al fuoco dello sguardo, idem c.s) Michele Cordaro, Direttore dell’Istituto Nazionale per la Grafica, evidenzia la peculiarità di una ricerca che, pur nella varietà dei mezzi espressivi, consegue una forte unitarietà: “La varietà e la diversità dei mezzi espressivi sono per Mazzoleni l’occasione per una ricerca fortemente unitaria che, rispettando e approfondendo la specificità di ognuno dei mezzi utilizzati, indaga e coglie i possibili riverberi di una soggettività esasperata in un caleidoscopico apparire… E’ sicuramente questo trascorrere da una forma all’altra, in un gioco continuo di rimandi e evocazioni, l’aspetto più nuovo dell’attività di Mazzoleni” (Michele Cordaro, Presentazione in: catalogo Il mondo al fuoco dello sguardo, idem c.s.). La “intertestualità” della sua ricerca multimediale, che ha prefigurato tendenze artistiche collettive dei decenni successivi, era stata già evidenziata nel 1981 da Settimo Gottardo: “Arcangelo Mazzoleni costruisce degli Ambienti Cinetico/Scultorei in cui i film e le immagini proiettate sono concepiti come sculture luminose che ‘si svolgono nel tempo’ espandendosi su tutte le superfici possibili, in uno spazio ‘agito’ da lui e da Mariella Buscemi come performers. Mazzoleni parte infatti dall’analisi del medium cinematografico per allargare poi la ricerca ad un’area ‘intermedia’, col conseguente tentativo di fusione interdisciplinare dei diversi linguaggi in un unico sinestetico, futuristico linguaggio ‘intercodice’ mirante alla globalità della comunicazione audiovisiva” (Settimo Gottardo, scheda di presentazione dello spettacolo multimediale “L’occhio selvaggio”, in “13a Biennale Internazionale del Bronzetto Piccola scultura. Rassegna di films, video, performance”) Sulla unitarietà, pur nella diversificazione dei mezzi espressivi, insistono anche altri: “Della ricerca unitaria e complessa di Arcangelo Mazzoleni, possiamo seguire il percorso nella bella mostra romana a lui dedicata all’Istituto Nazionale per la Grafica e la Calcografia “Il mondo al fuoco dello sguardo”… un progetto complesso di elaborazione visiva con un linguaggio che spazia tra cinema, video, fotografia, pittura e disegno.” (Adriana Crisafulli, La Sicilia) E sul confronto ed incrocio dei linguaggi, in un’ottica crossmediale: “Sono installati tre livelli: foto in gigantografie su pannelli, film trasmessi su schermi, disegni e tecniche miste su carta. Molti i riferimenti alle avanguardie storiche. Stasi e cinesi dell’immagine 16
17 filmica. Questo è il linguaggio di un artista fra i più originali e affascinanti della cultura contemporanea.” (Eugenio Zacchi, L’Informazione) Paolo D’Agostini collega la sua ricerca al cinema underground e alla videoart: “Mazzoleni, artista visivo e grafico, intrattiene rapporti con il cinema e il video nel solco che va dall’underground alla videoarte: opere da “esporre”, quindi, e la galleria, come per i quadri, è il loro luogo naturale.” (Paolo D’Agostini, la Repubblica) Mentre Linda De Sanctis sottolinea la qualità della ricerca formale e figurativa: “Dipinge con la luce, realizzando straordinarie fotografie, Arcangelo Mazzoleni, autore anche di film, di disegni, tutti in mostra alla Calcografia Nazionale... Le sue immagini disegnano bellissimi corpi in movimento per recuperare da una parte il valore classico del corpo umano ed esprimere insieme nel movimento le vibrazioni interiori.” (Linda De Santis, la Repubblica) “L’Istituto Nazionale per la Grafica ha acquisito nelle proprie collezioni i film dell’artista, dalle sue realizzazioni cinematografiche e in banda magnetica in stretto e sostanziale dialogo con dipinti, disegni e fotografie.” (Mario De Candia, Trovaroma/la Repubblica) “L’esposizione vuole rendere omaggio all’artista a cui Alberto Moravia ha dedicato il suo testamento spirituale di critico cinematografico perché affascinato dalla modernità dei film di Mazzoleni.” (Stefania Trabucchi, Corriere della sera) “I materiali diversi e compositi utilizzati da Mazzoleni interagiscono l’un l’altro, contribuendo a formare un itinerario e una poetica del pensiero visivo che attraversa il Novecento.” (Il Manifesto) Sull’onirismo dei suoi film e foto: “La tensione che emerge dai suoi lavori deriva dalla ricerca di unione, i cui caratteri reali si perdono in una ossessiva visione onirica.” (Gabriella Dalesio, Flash Art) “Un susseguirsi di torsi, teste, gambe, piedi accuratamente sezionati vi insegue sino a riunirsi in una geniale composizione “musiva” magicamente messa insieme da Arcangelo Mazzoleni.” (F.d.M., Il Quirino) “Arcangelo Mazzoleni, artista poliedrico, esprime la sua genialità di artista a tutto tondo nella cinematografia come regista, nella lirica da poeta, nella saggistica e nell’arte fotografica” 17
18 (C.G., Comunicato stampa del Museo dell’Immagine fotografica e delle Arti visuali dell’Università di Roma Tor Vergata nell’ambito degli “Incontri di cultura dell’immagine fotografica e comunicazione”) “Originale e affascinante per i sapienti movimenti di macchina e l’uso di colori accesi, fa in modo di catturare lo sguardo dello spettatore in un totale coinvolgimento estetico-emotivo…” (Sirio Lunginbühl, L’Obiettivo per-turbato) “Folgoranti, psichedelici ed onirici i film di Arcangelo Mazzoleni” (Bruno Vettore, Il Gazzettino) etc. La Critica sulla sua ricerca letteraria La critica ha subito messo in evidenza il legame con una tradizione di letteratura fantastica. Nelo Risi, poeta, traduttore e regista (e suo ex docente di regìa al CSC), dopo aver citato a tal proposito l’umanesimo di Borges e di Whitman, scrive: “Lo scrivere per immagini è proprio dei poeti fantastici... Al lettore un po' stupito, e abituato a una lirica di casa più dimessa, si apre un mondo di metamorfosi future, di trasalimenti esistenziali dal sapore apocalittico entro un dettato esuberante, aggressivamente polemico. L'autore cerca disperatamente se stesso attraverso un'immagine del mondo che rimanda all'utopia di epoche più remote, forse più felici, consapevole com'è della provvisoria quotidianità dell'uomo. Mazzoleni si batte e si dibatte contro la degradazione e la disumanizzazione dell'epoca, vuoi con fierezza vuoi con disgusto, ma la sua è una vergogna metafisica: di chi sa che l'uomo s'è allontanato da se stesso, dal suo fondamento.” (Nelo Risi, Prefazione al libro L’uomo plurale, 1980) Giorgio Bàrberi Squarotti evidenzia da parte sua la varietà dei registri implicati nella costruzione poetica: “Ampia e grandiosa raccolta poetica in cui il discorso trascorre dalla narrazione alla passione morale e politica, dal sogno al concetto, dalla riflessione profonda all’invenzione più fervida: fra sogno, avventura dell’anima, erotismo, invenzione di un poema di nuovo possibile.” (Giorgio Bàrberi Squarotti, critico e prof. di Storia della Letteratura italiana moderna e contemporanea Università di Torino, sulla raccolta Gloria dell’ istante). Mentre Antonio Di Grado si sofferma sulla natura neo-romantica ed espressionistica di questa poesia, sulla sua espansione verso il poema: “La poesia di Arcangelo Mazzoleni si conferma in questa Gloria dell’istante punto d’incontro d’un raffinato tirocinio letterario d’impronta decisamente neo-romantica e d’una piena sensoriale e verbale che le origini etnee dell’autore ci autorizzano a definire vulcanica, magmatica, accesa da bagliori d’un nativo, mediterraneo espressionismo. Ma numerose sono le ulteriori sollecitazioni che ispirano questi versi: dall’attività stessa d’artista visivo e teatrale dell’autore a un personale e affollato Olimpo di auctores prediletti e qui evocati, da una classicità che è inevitabile segmento del codice genetico di Mazzoleni e ne illimpidisce pure i versi più infuocati (e qua e là fa presentire 18
19 addirittura una sorvegliata ambizione alle misure e al respiro del Poema) a una vocazione sperimentale che tempra e affila il verso cavandone moderni stridori e inedite sonorità.” (Antonio Di Grado, ordinario di Letteratura Italiana Università di Catania, Motivazione del 1° Premio Poesia Edita “Città di Leonforte” 2007 - 29ma edizione). Renato Minore, critico letterario de Il Messaggero, fa presente che l'energia peculiare della poesia di Mazzoleni è una evocazione di simboli e di visioni e sottolinea il legame da una parte con la tradizione sperimentale dell’avanguardia italiana di Porta e Giuliani e dall’altra con la tradizione simbolista: “Questa tensione peculiare della poesia di Mazzoleni è colta con precisione da Franco Rella che richiama la rottura con del patto mimetico e dell’alleanza fra immagine, figura, rappresentazione che ha avuto con Mallarmé, Baudelaire, Rimbaud gli antesignani imprescindibili della poesia moderna... Nel suo saggio Rella fa emergere i rapporti profondi che Mazzoleni ha con questa tradizione.” Quindi Minore argomenta: “Si addice al libro il titolo Gloria dell’istante. Perché il raggiungimento di questa poesia è quello di un linguaggio che racconta profondamente la vita intesa come passione primordiale, energia della percezione visiva e della pulsione. In questa dimensione la poesia non deve trovare altri simboli o altre verità al di fuori della vita, ma deve vivere intensamente la continua metamorfosi di questa pulsione e di questo èlan originario E se poi aggiungete gli occhi e i sensi di un poeta colto e passionale, avete aggiunto a questa metamorfosi l’aspetto più cruciale di cui il libro è documento assai rappresentativo.” (Renato Minore, Prefazione al volume Gloria dell’istante, Spirali 2007). 19
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