X convegno nazionale Eluana 10 anni dopo: Dalla legge 219/17 sul testamento biologico a una nuova legge per l'eutanasia - Luca Lo Sapio ...
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X convegno nazionale Eluana 10 anni dopo: Dalla legge 219/17 sul testamento biologico a una nuova legge per l’eutanasia Luca Lo Sapio Dipartimento di Studi Umanistici Università degli Studi di Napoli Federico II
TESI SOSTENUTE 1. In talune circostanze il ricorso all’eutanasia è l’unico modo per consentire ancora ad una persona di auto-rappresentarsi come titolare di una storia di vita 2. Il ricorso a concetti come quelli di terminalità o fragilità per costruire argomentazioni contro l’eutanasia e le distinzioni impiegate in talune argomentazioni relative all’eutanasia (come quella tra lasciar morire e uccidere) risultano prive di rilevanza morale dal momento che alla base della sostenibilità dell’atto eutanasico vi è il riconoscimento del principio di autonomia, il quale una volta riconosciuto come prioritario rende tali distinzioni superflue o, in taluni casi, insostenibili
PRINCIPIO DI AUTONOMIA 1. Capacità di scegliere liberamente quale corso dare alle proprie azioni e alla propria esistenza 2. Capacità di affermare se stessi e la propria storia di vita attraverso azioni che siano collegate in modo rilevante alla (e siano espressione della) identità che il soggetto ha costruito e promosso nella sua vita autocosciente e relazionale.
1. L’ARGOMENTO DELLA TERMINALITÀ E DELLA INDEBITA ESTENSIONE ARGOMENTAZIONI CONTRO L’EUTANASIA L’eutanasia, una volta approvata, verrebbe estesa anche a pazienti che non sono malati terminali • La categoria di “terminalità” è scivolosa • L’estensione dell’eutanasia a pazienti che non sono malati terminali è già un fatto
CONTRO-ARGOMENTAZIONI La categoria di terminalità non è adeguata per costruire buone argomentazioni in relazione al tema “eutanasia” 1. S e a c c e t t i a m o c o m e p r i o r i t a r i a l’autodeterminazione del paziente dobbiamo ammettere come moralmente lecita anche, in taluni casi, l’eutanasia di soggetti affetti da existential suffering. La terminalità non è più conditio sine qua non 2. Ben venga l’estensione. Una volta stabilita la priorità della vita biografica su quella biologica è il paziente a stabilire se la sua vita è ancora degna di essere vissuta e se non la considera tale, pur restando la necessità di agire con prudenza e adottando tutte le precauzioni del caso, l’atto eutanasico va perseguito.
2. L’ARGOMENTO DELLA FRAGILITÀ E DELLA VOLONTÀ INAUTENTICA ARGOMENTAZIONI CONTRO L’EUTANASIA 1. La condizione di sofferenza può alterare la volontà 2. Una volontà che vuole cessare di essere non può che essere una volontà inautentica (attesta la sua incapacità a giudicare circa il suo miglior interesse).
CONTRO-ARGOMENTAZIONI 1. Non esiste una volontà pura 2. Ci sono molti esempi di volontà che vuole cessare di essere (martirio, la testimonianza di coloro i quali combattono per la libertà) e non si comprenderebbe perché solo il caso della richiesta eutanasica sarebbe espressione di una volontà inautentica (tanto più se consideriamo che la sofferenza alla quale sono costretti i pazienti che ne fanno richiesta risulta essere insostenibile e senza alcuno scopo) 3. Bisogna assicurarsi che la volontà del paziente che richiede di accedere all’eutanasia (e non, quindi, ad altri sistemi per la riduzione del dolore come la palliazione) sia espressione dei suoi interessi critici 4. La fragilità invita alla prudenza nella medical decision making ma non può essere posta quale elemento ostativo verso determinate pratiche mediche
3. L ’ A R G O M E N T O D E L L A F A L S A COMPASSIONE E DELL’AMORE INAUTENTICO ARGOMENTAZIONI CONTRO L’EUTANASIA 1. Togliere una vita è espressione di falsa compassione. 2. Non è autentico amore quello che toglie una vita.
CONTRO-ARGOMENTAZIONI Non è autentico amore quello che nega la realizzazione dei desideri altrui quando tali desideri ci fanno soffrire. È piuttosto espressione di egoismo che ignora il principio di autonomia e, quindi, il diritto all’autodeterminazione.
4. L’ARGOMENTO DEL COSTO SOCIALE ARGOMENTAZIONI CONTRO L’EUTANASIA L’eutanasia è diventata una strategia per contenere i costi sanitari.
CONTRO-ARGOMENTAZIONI Il fatto che possa diventarlo non è una ragione sufficiente per costruire una argomentazione volta a sostenere la non liceità morale dell’eutanasia
5. L’ARGOMENTO DEL DEL DOLORISMO ARGOMENTAZIONI CONTRO L’EUTANASIA Il dolore può essere arricchente per colui che lo vive e non va rigettato come fosse qualcosa di meramente negativo.
CONTRO-ARGOMENTAZIONI 1. Il dolore può essere arricchente per una persona se esso non conduce alla morte e, ancora, se esso non rappresenta una spia del fatto che le chances di sopravvivenza e le possibilità di condurre una vita la cui qualità sia soddisfacente sono annichilite 2. Il dolore è arricchente se e solo se il soggetto lo considera tale. Non si può ritenere il dolore arricchente di per sé
6. L’ARGOMENTO DEL PENDIO SCIVOLOSO ARGOMENTAZIONI CONTRO L’EUTANASIA 1. L’argomento è quello del pendio scivoloso. Una volta aperte le porte alla pratica eutanasica non possiamo sapere che cosa accadrà. Potrebbe accadere che pian piano si scivoli verso un ampliamento della pratica al di là di ciò che oggi è immaginabile 2. Aprire le porte all’eutanasia attiva determinerà certamente un innalzamento della soglia di tolleranza v e r s o c e r t e p r a t i c h e . Pe r t a n t o , l’eutanasia non volontaria sarà una conseguenza necessaria
CONTRO-ARGOMENTAZIONI Tale argomento è del tutto privo di fondamento. Esso, infatti, stravolge le argomentazioni dei sostenitori dell’eutanasia volontaria attiva, le quali sono fondate esattamente sulla categoria di volontarietà. La categoria di volontarietà risulta in queste argomentazioni del tutto centrale. Eliminare la categoria di “volontarietà” vorrebbe dire spostare su un piano del tutto diverso il discorso e non, come vorrebbero i sostenitori dell’argomento del pendio scivoloso, semplicemente proseguire su un sentiero già tracciato. Tanto varrebbe dire che l’eutanasia volontaria attiva rappresenterebbe una strategia per sdoganare l’omicidio tout court
7. L’ARGOMENTO DELLA NATURA DELLA PRATICA MEDICA ARGOMENTAZIONI CONTRO L’EUTANASIA La medicina non può avere come suo scopo l’omicidio e i medici non possono essere dei semplici notai che eseguono i desideri dei pazienti. Se così fosse si snaturerebbe la medicina e il ruolo stesso dei medici
CONTRO-ARGOMENTAZIONI La medicina esibisce diversi scopi caratterizzanti. C’è una interpretazione restrittiva e univoca del principio di non maleficenza, per cui il medico non può mai eseguire azioni volte a far cessare la vita del paziente. In realtà, talvolta, l’atto eutanasico risulta essere opportuno se non doveroso de costituirebbe un danno al paziente non realizzarlo Per altro i medici sono coloro i quali risultano maggiormente idonei a eseguire tali operazioni, evitando possibili arbitri, abusi e garantendo il rispetto di standard di sicurezza altrimenti impossibili da tutelare
8. L’ARGOMENTO DEL CONTAGIO SOCIALE ARGOMENTAZIONI CONTRO L’EUTANASIA Legalizzare eutanasia e suicidio assistito porterebbe ad un contagio sociale
CONTRO-ARGOMENTAZIONI Dietro questa argomentazione c’è una previsione empirica che allo stato dei fatti risulta del tutto infondata. Basta analizzare i dati provenienti dai Paesi che hanno legalizzato eutanasia e/o suicidio assistito. Al contrario non legalizzare potrebbe portare, con l’aumento delle patologie cronico-degenerative tipiche delle società occidentali, all’emergere di fenomeni come l’eutanasia clandestina o l’abuso della sedazione profonda
9. L’ARGOMENTO DEL DOPPIO EFFETTO ARGOMENTAZIONI CONTRO L’EUTANASIA C’è una profonda differenza tra lasciar morire e uccidere e tra uccidere e sedare il dolore ottenendo come effetto non voluto la morte del paziente
CONTRO-ARGOMENTAZIONI Queste distinzioni possono avere un valore sotto il profilo psicologico. Tuttavia, esse non hanno rilevanza morale se assumiamo quale principio direttivo il principio di autonomia (ponendo l’autodeterminazione del soggetto al primo posto) e se rileviamo che la vita biografica è preferita rispetto alla vita biologica. (L’insieme dei due punti rende la vita biografica preferibile rispetto a quella biologica).
ALTRE ARGOMENTAZIONI CONTRO L’EUTANASIA 1. Nessun diritto a rendere lo stato complice del proprio suicidio 2. Non esiste l’autodeterminazione totale della propria vita 3. Pochissimi Paesi hanno legalizzato l’eutanasia 4. Ci sarebbero conseguenze sociali per tutti 5. Ci sono efficaci alternative all’eutanasia 6. L’eutanasia non è ciò che chiede la maggioranza dei malati 7. Le principali associazioni mediche sono contrarie
ALCUNE POSSIBILI CONTRO-ARGOMENTAZIONI 1. I medici, autorizzati dallo stato, sono gli unici a poter somministrare in condizioni di sicurezza farmaci letalizzanti 2. È vero, non esiste. Infatti, non possiamo in nome della libertà e dell’autodeterminazione danneggiare terzi o danneggiare lo stato, ad esempio facendo aumentare gli oneri a carico del contribuente senza un fondato motivo(cinture di sicurezza o vaccini). Tuttavia, in questo caso non vi sono danni a terzi, non aumentano affatto gli oneri a carico dello stato e si realizzano i desideri di un paziente 3. Il fatto che pochissimi Paesi abbiano legalizzato non è ragione sufficiente per non far aumentare il numero. La mancata legalizzazione è espressione della resistenza che l’etica tradizionale oppone ai tentativi di modifica radicale 4. Non si comprende come una pratica regolamentata e soggetta a limiti e controlli possa avere effetti negativi per la collettività (quantomeno non si ha in linea di principio) 5. Ci sono alternative all’eutanasia ma queste alternative non sono in grado di coprire tutte le richieste dei pazienti. Ci sono richieste refrattarie ad essere gestite facendo ricorso ad esempio alla palliazione o sedazione profonda 6. Il fatto che non sia ciò che chiede la maggioranza dei pazienti non la rende una pratica immorale. La maggior parte delle donne non chiede di accedere a pratiche abortive ma non per questo noi giudichiamo l’aborto un atto moralmente illecito. Per altro tutte le battaglie di civiltà che hanno attraversato le società occidentali hanno preso avvio come battaglie di nicchia (pensiamo al diritto di voto alle donne o al diritto di divorziare) 7. La classe medica potrebbe essere ancora, in parte, legata al vecchio paradigma etico e deontologico e per questo rifiutare come immorali talune pratiche. I principi e le regole della deontologia medica sono condizionate anche dalla cultura e dal contesto sociale. Probabilmente tra una ventina di anni, alcune di queste regole cambieranno radicalmente e sarà considerato immorale non rispondere, in specifiche circostanze, alle richieste di un paziente che chiede di essere eutanasizzato
AUTONOMIA Autodeterminazione 1. Autoaffermazione 2. Autorealizzazione
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