VOLONTARIATO LIBERO PERIODICO ANIMALISTA NUMERO 27 - "Fino a quando non avrai amato un animale, una parte della tua - UNA ZAMPA PER LA VITA
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VOLONTARIATO LIBERO PERIODICO ANIMALISTA NUMERO 27 “Fino a quando non avrai amato un animale, una parte della tua anima rimarrà sempre senza luce.” (Anatole France)
Sommario Volontariato Libero è prodotto da Una Zampa per la Vita Odv - Il patto del gatto e del diavolo pag.1 - Lavori al canile di Chiusa Pesio pag.3 - Chiuso per lutto pag.5 - L’insostenibile produzione… pag.6 - Chef Anselmò pag.9 - Natale in famiglia pag.13 Contatti - Conosciamo l’orso polare pag.17 Siamo su Facebook – Una Zampa per la Vita Odv https://www.facebook.com/unazampa.perlavita.7 - La storia di Rudolph la renna pag.23 Sito Internet - Buon Natale pag.26 www.unazampaperlavita.com Per ricevere il giornalino via mail unazampaperlavita@live.it Donazioni Bonifico bancario intestato a: UNA ZAMPA PER LA VITA ODV Banco Azzoaglio IBAN: IT 88 L 03425 46480 CC0340101169 Paypal unazampaperlavita@gmail.com (opzione familiari/amici) 5 X 1000 5 X 1000 a Una Zampa per la Vita Odv 1° riquadro (mod. 730 – unico - cud) “sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative…” metti la tua firma e il nostro codice fiscale Un singolo fiocco di neve può 93053010042 nelle apposite caselle piegare una foglia di bambù Dicembre 2020 – Numero 27
IL PATTO DEL GATTO E DEL DIAVOLO C’era una volta una donna che viveva con il suo bambino e il suo gatto, in una casetta in mezzo alla foresta. Un giorno lei doveva uscire ed era molto preoccupata perché non voleva lasciare il suo bambino solo, ma non poteva portarlo con sé. Così guardò il suo gatto e gli disse: “Gattino mio,per favore, veglia su mio figlio, cercherò di tornare il prima possibile.” Così uscì. Subito dopo apparve il Diavolo in casa; il gatto vedendolo saltò davanti alla culla del bambino senza intimidirsi. Perché è ben noto che i gatti sono gli unici animali che non hanno paura di questo essere così maligno. “Cosa vuoi??” - chiese il gatto “Vengo a prendere il bambino.” - disse il Diavolo. “Beh non puoi, mi prendo cura io del bambino.” – Disse il gatto mentre si stava leccando una zampa. “Animale insolente, tu non puoi fare nulla per evitarlo.” – ribatte il Diavolo. “Molto bene” – disse il gatto astutamente – “Ti propongo un accordo: se indovini il numero esatto dei peli che ho su tutto il corpo potrai prenderti il bambino. Se questo non accade tornerai da dove sei venuto e non tornerai mai più. Ti offrirò 3 opportunità per indovinare… Allora c’è un accordo?” Il Diavolo non poteva rifiutare questo accordo, a lui piacciono le sfide. Così pensando che sarebbe stato facile accettò. E con molta pazienza iniziò a contare i peli. “Uno…. Due… Tre…” Ma a un certo punto un uccellino “cantò”, e così il Diavolo si distrasse. Arrabbiato ricominciò. “Cento… Duecento…. Trecento…” In quel momento il vento entrò dalla finestra e agitò i peli del gatto, facendo sì che il maligno perdesse ancora una volta il conto. “Già 2 opportunità sfumate…” - gli ricordò il gatto. Nervoso il Diavolo ricominciò a contare promettendosi che niente lo avrebbe più distratto. “Un milione… Due milioni… Tre milioni…” Quindi il gatto mosse leggermente la coda strofinando il naso del Diavolo, e lui starnutì. E tutti i peli del gatto volarono da ogni parte. 1
“Hai perso la tua ultima possibilità. Adesso vattene e non tornare mai più.” Il Diavolo era così furioso della sua perdita, che giurò che un giorno avrebbe saputo dire quanti peli aveva un gatto, così da poter tornare e finire il suo compito. Così se ne andò. Quando la donna tornò a casa, ignara dell’accaduto, abbracciò e baciò il bimbo. Poi si girò verso il gatto e facendogli delle carezze dietro l’orecchio lo ringraziò per l’ottimo lavoro svolto. Ecco perché i gatti fino ad oggi lasciano sempre peli in giro. Perché in questo modo il Diavolo non compirà mai la sua vendetta. Non saprà mai quanti peli hanno in realtà! (Leggenda Spagnola) 2
LAVORI AL CANILE DI CHIUSA PESIO Nei mesi scorsi siamo riusciti ad apportare ulteriori migliorie alla struttura del canile di Chiusa Pesio nel quale operiamo regolarmente. Sono stati rifatti i fondi dei box, cambiato dei punti luce, abbiamo acquistato un piccolo frigorifero, e portato una lavatrice. Oltre a migliorare la qualità di vita dei cani presenti, anche per i volontari sarà più facile ottimizzare tempi e operatività: la lavatrice in loco è molto funzionale per il lavaggio delle coperte utilizzate per i cani (grazie a Francesca per il preziosissimo dono!), il frigorifero è utilissimo per conservare le scatole di umido aperte, nonché i premietti ecc., utilizzati per somministrare le pastiglie ai cani che hanno bisogno di cure. Ringraziamo il Comune di Chiusa Pesio, in particolare il Sindaco Baudino e l'assessore Giordanengo, per averci dato fiducia ed averci permesso i lavori. Un grazie a chi ha eseguito i lavori, a chi ha donato aiutandoci nel sostenere le spese, ma soprattutto agli insostituibili Volontari e Volontarie di Una Zampa per la Vita Odv che hanno reso possibile tutto questo. Nel parlare del canile il nostro pensiero non può non andare ad Elsa, cagnolina arrivata nel mese di settembre in brutte condizioni che, a seguito di vari accertamenti veterinari da noi sostenuti, è risultata gravemente malata per un tumore, ormai in stadio avanzato. 3
Purtroppo per lei non siamo riusciti a fare nulla, la malattia aveva preso il sopravvento sul suo fisico già compromesso, ma di una cosa siamo certi: per i pochi giorni che è rimasta con noi ha avuto tutto l'amore possibile dei Volontari che, per lei, facevano anche turni extra giornalieri. Ciao dolce bellissima Elsa, porteremo con noi un bellissimo ricordo di te, e un po' di tristezza per non averti potuta riportare alla vita... Una Zampa per la Vita Odv Ciao Elsa, resterai sempre nei nostri cuori 4
CHIUSO PER LUTTO Scrive Daniele Peretti a settembre 2020 su il Trentino: "Chiudere la propria attività in segno di lutto per la morte del cane di famiglia, denota una sensibilità unica. È successo a Trento al "Pedalando" di via Vittorio Veneto storica bottega di vendita e riparazioni di biciclette di Cesare Primon che ieri mattina ha affisso sulla vetrina un semplice cartello: «Chiuso per lutto, riapriamo mercoledì: è morto Chezok per noi un grave lutto»." L'articolo completo su il Trentino. Perchè un animale, quando entra nelle nostre case, diventa a tutti gli effetti un membro della famiglia. 5
L'INSOSTENIBILE PRODUZIONE DI UOVA In Italia vengono allevate circa 37 milioni di galline: il 42% circa degli allevamenti sono in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Il 60% viene allevato in gabbie (batteria), il 32% viene allevato a terra, il 5% viene allevato in modo biologico all'aperto, il 3% viene allevato all'aperto. Come premessa dobbiamo assolutamente ricordare che una gallina, in un contesto naturale, produce fino a 100 uova all'anno. In allevamento da 285 a 300. Un numero sproporzionato alla sua natura. I pulcini maschi vengono uccisi, perchè “non servono”: negli allevamenti ci sono solo femmine. La vita media di una gallina in natura è di 8 anni: in un allevamento 1 anno e 8 mesi. Contate anche che una gallina, per potersi “girare” in tranquillità, ha bisogno di circa 1,2 mt di spazio, per allargare le ali quasi 2 metri: questo non è mai possibile negli allevamenti in gabbia! Sovraffollamento, stress, cattiva igiene della lettiera e movimento limitato creano fenomeni di plumofagia, patologia che induce le galline a strappare le penne a se stesse o alle compagne. Per limitare questo problema, appena nate viene tagliato loro il becco. Le galline sono rinchiuse in capannoni di cemento e non vedono mai il sole. L’esposizione dalla sola luce artificiale provoca anemia, visibile nelle creste abbassate e nelle zampe pallide, e un generale stato di apatia. Queste sono le condizioni delle galline negli allevamenti in gabbia! Detto questo, se proprio non possiamo fare a meno di consumare uova bisogna assolutamente evitare di scegliere quelle di allevamento sia in batteria che a terra: optiamo sempre per quelle derivanti da allevamenti biologici. Di seguito vi daremo informazioni utili su come riconoscerle. La qualità di vita di una gallina dipende da che scelta si fa al momento dell'acquisto delle uova! E se si sceglie di mangiare vegan, ancora meglio ovviamente! 6
Le alternative ai sistemi d'allevamento in gabbia esistono: scopriamo insieme quali sono e le principali differenze. Sistemi di allevamento all’aperto e biologici In entrambi questi sistemi le galline hanno accesso all’esterno con minimo 4m2 di spazio per gallina, almeno durante il giorno. Nei sistemi biologici la densità di allevamento è limitata a 6 galline/m2 all’interno del capannone e il numero massimo di animali allevabili è 3.000; di solito alle galline non viene “tagliato” il becco e viene concesso loro più spazio all’esterno (10 m2 /animale) per conformità ai limiti di immissione di nitrati sul terreno. Entrambi i sistemi forniscono alle galline maggiori opportunità di appollaiarsi, fare bagni di polvere, muoversi e andare alla scoperta dell’ambiente circostante becchettando, grattando e andando alla ricerca di cibo. Le galline sono in grado di “pascolare” all’esterno, sull’erba, mangiando insetti e vermi, e traendo giovamento dall’aria fresca e dalla luce naturale. Sono spesso forniti agli animali siepi e alberi che formano aree naturali di ombra e riparo da vento pioggia e sole, nonchè protezione dai predatori. Vermi, insetti e erba danno varietà alla dieta e possono migliorare la qualità nutrizionale delle uova. Sistemi di allevamento a terra In questi sistemi, le galline sono allevate all’interno di edifici a piano unico o a piani multipli (con accesso ad una serie di piattaforme situate ad altezze differenti). La densità di allevamento è limitata nell’Unione Europea a 9 galline per m2 di spazio utilizzabile. Le galline dispongono di “spazi in comune” in tutto l’edificio dove possono muoversi liberamente. Vengono anche forniti loro nidi (con superficie “grattabile”), posatoi e lettiera sul suolo. 7
Paragonati alle gabbie, questi sistemi permettono alle galline una maggiore libertà di muoversi, spiegare le ali e volare. Essi forniscono loro anche la possibilità di esprimere comportamenti naturali come quelli di becchettare, farsi le unghie e deporre le uova in un nido chiuso. Confronto tra le tipologie di allevamento delle galline ovaiole Le diverse modalità di allevamento delle galline ovaiole Gabbia A terra All'aperto All’aperto bio Codice 3 2 1 0 Densità degli animali 750 cm² /gallina 9 galline/m² 9 galline/m² 6 galline/m² Spazio esterno Non Non 4 m²/gallina 4 m²/gallina Numero di capi totali Non vi sono limiti Non vi sono limiti Non vi sono limiti 3000 per capannone Accesso all’esterno No No Si Si Come consumatore, puoi anche tu partecipare allo sviluppo delle filiere di produzione che maggiormente rispettano il benessere delle galline ovaiole: – scegli di acquistare uova a codice 0, – al momento di comprare prodotti finiti contenenti uova, scegli i prodotti che specificano l'utilizzo di uova da allevamenti biologici o almeno all'aperto. Salvo specifica sulla confezione, la maggior parte di questi prodotti provengono generalmente da galline allevate in gabbia, – diffondi le informazioni che hai letto su questo articolo. Se non abbiamo ancora scelto un’alimentazione veg, impariamo a comprare i prodotti che maggiormente rispettano il benessere degli animali. Loro sono esseri viventi, esattamente come noi. 8
CHEF ANSELMO' Non temete, non vi lascio soli in balia delle feste! Vi propongo un pò di ricette sfiziose, semplici semplici tutte da provare e proporre nelle serate in famiglia e tra amici: perchè il Natale così sarà davvero buono per tutti! Auguri di buone feste dal vostro Chef Anselmò! BRUSCHETTE IN VERDE Ingredienti 1 filone di pane integrale Melanzane ed erbe • 1 melanzana • 1 spicchio di aglio • ½ cucchiaino di erbe miste essiccate • ½ cucchiaino di paprika • 1 manciata di rucola fresca • 2 cucchiai di semi di sesamo • Olio extravergine di oliva Crema di carciofi • 140 g di carciofi sott’olio • 90 g di tofu classico in panetto • 1 pizzico di aglio in polvere • ½ cucchiaino di menta essiccata o 4/5 foglie di menta fresca • 1 cucchiaino di aceto di mele (5 g) • 150 g di erbette • 2 cucchiai di anacardi (20 g) 9
Crema di basilico e noci • 150 g di tofu classico in panetto • 1 manciata di basilico fresco • 1 limone biologico (succo e scorza) • 2 cucchiai di noci (20 g) • Sale e pepe • Olio extravergine di oliva Bruschette melanzane ed erbe Per prima cosa pelate le melanzane (eliminiamo la buccia per rendere del tutto liscia e omogenea la crema), tagliatele a cubetti e saltatele in padella con lo spicchio di aglio, un goccio di olio, le erbe miste, la paprika e sale: lasciatele cuocere prima con il coperchio qualche minuto e poi eliminatelo, procedendo a fuoco medio fino a che la polpa delle melanzane non sarà ben morbida. Ora non vi resta che frullare le melanzane cotte fino ad ottenere una crema liscia ed omogenea. Spalmate la crema sul pane (se volete lo potete anche scaldare un pochino in padella per renderlo croccante) e decorate con foglie di rucola fresca e dei semi di sesamo (anche questi, volendo, li potrete tostare leggermente in padella per fare in modo che sprigionino il loro aroma delizioso). Bruschette alla crema di carciofi Prendete i carciofi sott’olio e scolateli molto bene, in modo da eliminare l’olio in eccesso. Potete scegliere il tipo di carciofo che preferite: da quello alla brace, passando per quelli aromatizzati alla menta, fino ai classici pugliesi. Ora, tagliate il panetto in cubetti e mettetelo nel mixer, aggiungete quindi un pizzico di aglio in polvere o essiccato (meno indigesto ma dal sapore deciso), la menta essiccata (se usate la fresca occhio alle quantità, è parecchio forte), i carciofi e l’aceto: frullate il tutto fino ad ottenere una crema dalla consistenza omogenea e aggiustate di sale se necessario. Ora prepariamo la decorazione della bruschetta. A parte, saltate in padella le erbette fresche o surgelate con un po’ di sale, olio e un pizzico di aglio: lasciatele appassire senza che si sfaldino. Tritate quindi gli anacardi al coltello in modo grossolano. Spalmate la crema di carciofi sulle fette di pane, adagiateci sopra le erbette spadellate e spolverizzate con gli anacardi che daranno alla bruschetta il giusto tocco croccante. Bruschette alla crema di basilico Anche qui la nostra base è il tofu: questa crema è facilissima. Frullate il tofu dopo aver aggiunto nel mixer anche le foglie ben lavate e asciugate di basilico fresco, il succo e la scorza di limone . Aggiungete anche sale e pepe alla crema: dovrete ottenere, anche in questo caso, un composto omogeneo. 10
Spalmate le vostre fette di pane ben calde con la crema e decorate con della scorza di limone e dei gherigli di noce tritati in modo grossolano: ci siamo! TAGLIATELLE AL PESTO DI CAPPERI E LIMONE Ingredienti • 340 g di tagliatelle senza uova • 60 g di pinoli • 70 g di capperi • 80 g di olio extravergine di oliva • 4 limoni biologici • 3 cucchiai di aneto • 1 spicchio di aglio • Sale e pepe Strumenti • Tritatutto Fate tostare i pinoli in una padella antiaderente per qualche minuto, fino a quando saranno dorati. A questo punto prepariamo il pesto: versate nel tritatutto i pinoli tostati, i capperi, l’aneto, l’olio extravergine di oliva, una presa di sale e un pizzico di pepe. Aggiungete anche lo spicchio di aglio, la scorza dei limoni e il succo di un solo limone, quindi frullate il tutto fino ad ottenere un composto cremoso e abbastanza omogeneo. Cuocete la pasta in abbondante acqua salata per il tempo indicato sulla confezione, ricordandovi di conservare un po’ di acqua di cottura prima di scolarla. Una volta cotta, conditela con il pesto di capperi e limone aggiungendo un goccio di acqua se il condimento dovesse risultare troppo asciutto, quindi servitela decorando con una manciata di pinoli tostati e un po’ di scorza di limone. GULASH VEGAN Ingredienti • 700 g di funghi misti • 2 patate • 1 cipolla • 1 carota • 300 g di polpa di pomodoro • 1 cucchiaino di rosmarino tritato • 3 foglie di alloro • 1 rametto di maggiorana • 1 spicchio di aglio 11
• Paprika q.b. • 1 cucchiaino di brodo granulare Mondate la carota e tritatela finemente insieme alla cipolla, quindi fate soffriggere lo spicchio di aglio in una pentola con un goccio di olio e aggiungete le verdure appena preparate, facendo soffriggere a fuoco vivace per qualche minuto. Unite poi le patate pelate e tagliate a dadini e fate rosolare, poi aggiungete i funghi tagliati a tocchetti non troppo piccoli. Dopo aver fatto insaporire le verdure per qualche minuto aggiungete la polpa di pomodoro, il dado granulare, il rosmarino, l’alloro e la maggiorana, unendo anche la paprika, il sale e il pepe per insaporire. Lasciate cuocere per circa 30 minuti fino a che le verdure saranno belle morbide e servite ben caldo. TORTA DI POLENTA Ingredienti • 300 g di farina di polenta • 180 g di farina 0 • 1 bustina (16 g) di lievito naturale a base di cremor tartaro • 160 g di zucchero di canna • 120 g di uvetta • 240 g di fichi secchi • 120 g di nocciole • 350 g di latte di soia (o altro latte vegetale) • 1 pizzico di vaniglia in polvere Strumenti • tortiera dal diametro di 24 cm Iniziate ammollando l’uvetta in acqua calda per qualche minuto e nel frattempo tritate grossolanamente le nocciole e tagliate i fichi secchi a dadini. In una ciotola capiente versate la farina 0, la farina di polenta, lo zucchero di canna, il lievito e la vaniglia e mescolate bene. Aggiungete poi a filo il latte vegetale e mescolate fino ad ottenere un impasto morbido. In ultimo unite le nocciole, i fichi secchi e l’uvetta scolata e incorporate bene il tutto. Foderate il fondo di una tortiera con carta forno e ungete leggermente i bordi, poi versatevi all’interno l’impasto della torta. Livellate bene la superficie e infornate in forno statico a 180°C per 40 minuti. Sfornate, lasciate raffreddare completamente, spolverizzate la superficie con dello zucchero a velo e servite tagliata a fette. 12
NATALE IN FAMIGLIA Il countdown è iniziato e manca davvero poco a Natale. Una ricorrenza importante e molto amata anche dai nostri amici a quattro zampe, che in questo periodo possono così passare più tempo con la loro famiglia, tra coccole, regali e mille attenzioni. È Natale infatti anche per loro, quindi fate il possibile per rendere questo giorno, e in generale questo periodo, speciale e trascorrerlo con gioia e serenità! Perché le feste natalizie sono infatti per i nostri pelosi croce e delizia. Tante cose buone a tavola e fantastiche attrazioni in tutta la casa… che però possono essere pericolose per i nostri amici a quattro zampe. Tanto che anche il Ministero della Salute ha stilato un vademecum su come trascorrere un buon Natale e un felice Capodanno con cani e gatti tutelando la loro salute. E con un avvertimento: il cucciolo non è un regalo. Non è un peluche ma un animale con emozioni simili alle nostre e che comporta una responsabilità per tutta la vita. Decidere di portare a casa un cane o un gatto deve essere una scelta consapevole e non dettata dall’euforia natalizia: nel caso veterinari ed educatori possono aiutarvi a farvi comprendere cosa vuol dire convivere con un animale ed eventualmente nella scelta dell’animale più consono a voi e al vostro stile di vita. Ed ora, ecco qualche consiglio per vivere al meglio le feste natalizie insieme ai nostri amici a 4 zampe! Rendete partecipe il vostro peloso - Durante le feste, rendete partecipe il vostro cane o gatto. Soprattutto alla cena della Vigilia o al pranzo di Natale, che sono momenti sacri perché sarete in mezzo ai vostri cari, e quindi per questo non potrà di certo mancare il vostro amico a quattro zampe. 13
Regalategli voi stessi - Natale uguale regali, anche per il vostro peloso! Una nuova cuccia, una copertina, un giochino, biscotti studiati per lui… regali che sicuramente apprezzerà. Ma ricordatevi che il regalo più bello che potrete fargli sarà il tempo che dedicherete a lui, che finalmente vi vedrà più spesso. Quindi, più tempo nel lettone o sul divano con il vostro micione, più passeggiate e gioco con il vostro cane all’aria aperta. E super coccole a tutti! Non esagerate con il cibo - Se il peloso non soffre di disturbi particolari, una piccola eccezione alla sua alimentazione è concessa, ma senza esagerare. In ogni caso non vanno “allungati” cibi eccessivamente conditi, speziati o piccanti, il cioccolato, i dolci, la frutta secca e l’uvetta che possono disturbare anche seriamente stomaco e pancia di cani e gatti. E se il vostro amico a quattro zampe vi supplicherà (di sicuro) con i suoi occhi dolcissimi cercando di corrompere voi o il resto della famiglia… non fatevi intenerire: meglio dargli un premietto o un biscottino studiato per lui. In questo modo non sarà escluso dai festeggiamenti e non correrà il rischio di stare male! Optate per decorazioni sobrie - Chi vive con un cane o un gatto sa bene quanto gli animali domestici siano incuriositi dalle decorazioni natalizie. Molte di queste però sono potenzialmente pericolose, come: palline in vetro che potrebbero rompersi e causare danni al peloso, cavi delle luci, nastri e fiocchi dei regali, polistirolo, gancetti per le decorazioni, candele accese, neve artificiale. Optate quindi per decorazioni sobrie quindi poco attraenti per il vostro peloso. Scegliete un luogo sicuro - Siccome però è impossibile posizionare l’albero e le decorazioni sotto una campana di vetro, scegliete un punto sicuro fuori dalla portata delle zampette del peloso e spruzzate intorno all’albero o al presepe o dove non volete che il peloso si addentri un po’ 14
di essenza agli agrumi in quanto il loro odore è molto sgradevole specie per i gatti. Occhio alla Stella di Natale - La Stella di Natale è una pianta pericolosa e velenosa se ingerita dal fedele amico a quattro zampe. Quindi è molto importante collocarla assolutamente in uno spazio non raggiungibile da cane e gatto, per esempio su un mobile in alto non scalabile o in un luogo della casa poco frequentato dal peloso. Preparategli un rifugio - In generale, è importante che il proprio peloso abbia un rifugio in casa tutto l’anno, dove possa “nascondersi” quando sente minacce esterne. Ed è ancora più necessario nel periodo natalizio, soprattutto la sera di Capodanno. Riponete nel rifugio giochi e sorprese in modo che il peloso lo associ a elementi e momenti positivi. Inoltre, cercate di distrarlo con i suoi giochi o con bocconcini appetitosi. Dietro consiglio del veterinario, potete dargli un integratore calmante. Tanto gioco durante il giorno - Soprattutto il giorno di Capodanno, provate a far stancare il vostro cane durante il giorno, facendolo giocare molto all’aria aperta e facendogli conoscere nuovi amici pelosi. Così alla sera sarà stanco e per lui sarà più facile sopportare i rumori dei fuochi d’artificio (sono ancora troppo pochi i comuni nei quali sono vietati!). Cercate poi di fargli fare gli ultimi bisogni nel tardo pomeriggio per evitare di uscire in pieno spettacolo pirotecnico. Non lasciatelo solo durante i fuochi d'artificio - I fuochi artificiali sono decisamente stressanti per i nostri amici a quattro zampe. Provocano paura e ansia (questo anche negli animali che vivono in libertà: per questo sarebbe sempre consigliabile non fare fuochi d'artificio!). Anche perché i pelosi sono dotati di un udito molto più raffinato del nostro e quindi per loro i fuochi sono davvero insopportabili. 15
Quindi allo scoccare della mezzanotte non tenetelo all’aperto e non lasciatelo solo e se proprio non potete portarlo con voi chiamate un dog sitter. Aggiorna microchip e medaglietta - Purtroppo cani e gatti, se in preda al panico dei botti, specie se sparati vicino a loro, potrebbero tentare di fuggire e, purtroppo, è già capitato. È importante quindi assicurarsi che i dati del microchip e della medaglietta siano aggiornati in modo che, nel caso, possano essere ritrovati più facilmente. Per la felicità di tutti. Buone feste a voi e a tutti i vostri adorati animali! 16
CONOSCIAMO L'ORSO POLARE L'orso polare è il più grande carnivoro terrestre del Pianeta. Il nome scientifico di questa specie è Ursus maritimus, letteralmente "orso del mare". Gli orsi polari trascorrono la maggior parte del loro tempo sulla banchisa polare ghiacciata ma sono anche eccellenti nuotatori, veloci e agili nelle immersioni. Lo status di conservazione delle popolazioni di Orso polare è stato studiato sia a livello nazionale sia a livello internazionale. Il numero totale di orsi polari stimato ad oggi è compreso tra i 22.000 e i 31.000 esemplari, divisi in 19 popolazioni. Questo grande carnivoro, il primo più grande in tutto il Pianeta, vive in tutta la regione artica, dal Polo Nord alle aree settentrionali di Alaska, Russia, Groenlandia, parte settentrionale della Norvegia, Isole Svalbard e Canada, dove vi è la maggiore concentrazione di orsi polari (il 60% della popolazione totale). Oggi però la sopravvivenza di questa specie e del suo habitat sono messe gravemente a rischio dai cambiamenti climatici e quindi dalla scomparsa del loro habitat. In che modo i cambiamenti climatici affliggono gli orsi polari? • Superfici ghiacciate ridotte. Gli orsi sono così costretti a vivere in un territorio sempre più ridotto e meno idoneo alle loro esigenze. • Spostamenti pericolosi. Gli spostamenti sono sempre più difficili e pericolosi, fra lastroni di ghiaccio spesso molto distanti tra loro. 17
• Difficoltà a cacciare. Gli orsi hanno grande difficoltà a reperire il cibo, il che li costringe a lunghi mesi di digiuno e scarso accumulo di grasso, necessario per la sopravvivenza. • Conflitti con l'uomo. La ricerca del cibo li spinge verso i territori abitati dall'uomo, esponendoli a grandi rischi e pericolo • Mortalità dei cuccioli. Orsi denutriti e meno sani hanno un tasso di riproduzione più basso, e nelle femmine si riduce la capacità di dare il giusto nutrimento ai cuccioli. Gli scienziati, infatti, hanno scoperto che spesso i cuccioli non sopravvivono alle difficoltà del clima artico sia per la mancanza di cibo sia perchè le madri che li allattano non hanno immagazzinato abbastanza grasso e sono denutrite. Inquinamento Che danno fanno le sostanze tossiche agli orsi polari? • Disfunzioni fisiologiche. Alcune sostanze tossiche, che si accumulano nel corpo degli orsi attraverso la catena alimentare, producono in questi animali una bassa concentrazione di vitamine, ormoni e anticorpi. Questo si riflette su molte funzioni fisiologiche come la crescita, la riproduzione, e la possibilità di resistere a batteri e virus. • Latte materno avvelenato. In alcune zone il latte delle femmine di orso polare contiene una concentrazione particolarmente alta di queste sostanze. In questo modo il latte avvelena i cuccioli riducendo le loro possibilità di sopravvivenza in un ambiente già tanto difficile. POPs: le sostanze tossiche più pericolose • POPs (inquinanti organici persistenti). Si tratta di un gruppo di sostanze in gran parte proibite, ma che qualche volta vengono ancora utilizzate più o meno illegalmente. • Conseguenze persistenti. I POPs hanno la caratteristiche di rimanere inalterate nell’ambiente per molti anni, perpetuando quindi i loro danni per generazioni e generazioni. • Danni fisici.I POPs interagiscono in modo drammatico con il sistema ormonale degli organismi viventi con ripercussioni su molte funzioni vitali fra cui, non ultima, la riproduzione. 18
Attività petrolifera In che modo il petrolio danneggia gli orsi polari? • Fuoriuscite di petrolio. Gli incidenti che producono sversamenti di petrolio sono purtroppo degli eventi molto frequenti nell’attività di estrazione e trasporto del petrolio. Nell’ambiente artico, a causa delle condizioni ambientali così estreme e difficili, i rischi sono assai più alti. • Riduce l’isolamento termico. Il contatto con il petrolio riduce l’effetto isolante della pelliccia di un Orso polare. In questo modo l’orso è costretto a utilizzare più energia per tenersi caldo. Ma non sempre il cibo è sufficiente, esponendo quindi l’orso a fame e denutrizione • Avvelena. L’orso può ingerire il petrolio sia leccandosi il pelo sia cibandosi di animali contaminati. Il petrolio ingerito può produrre danni ai reni e al fegato e ha una forte tossicità con effetti a lungo termine. Basta una piccola quantità di petrolio nella loro pelliccia per contaminare gli orsi polari. • Disturbo. L’esplorazione petrolifera che avviene attraverso onde sismiche, dinamite, costruzione di strutture e distruzione dell’habitat originario può danneggiare gravemente le popolazioni di orsi. La sopravvivenza dell'orso polare è strettamente legata a quella dell'ecosistema dell'Artico. Il ghiaccio, che ricopre una parte dell’oceano anche nei mesi più caldi, è per l’artico un vero e proprio suolo: alimenta e sostiene un ecosistema complesso e meraviglioso che dal minuscolo plancton arriva fino alle grandissime balene, passando per orsi, foche e trichechi. Quando d’estate nell’Artico i cambiamenti climatici porteranno alla fusione di quasi tutti i ghiacci, l’ecosistema così come lo conosciamo sarà distrutto e perso per sempre Per gli orsi polari il ghiaccio artico è un vero e proprio territorio dove cacciare, cibarsi, riprodursi e allevare i cuccioli. Per cui i primi a sentire gli effetti della riduzione del ghiaccio artico estivo sono proprio loro. Spesso gli orsi per reperire cibo devono nuotare per decine di chilometri prima di approdare alla banchisa artica o, in alternativa, devono spingersi verso i territori abitati dall’uomo esponendosi al serio rischio di venire uccisi per paura o per legittima difesa. 19
Nel 2018 è stato lanciato il primo studio che sottolinea come gli approcci convenzionali allo sviluppo siano per l'Artico una minaccia per la sopravvivenza dell'ecosistema. Il report pubblicato vuole essere una guida per governi e aziende per il raggiungimento di soluzioni sostenibili in questo momento cruciale per garantire sul lungo periodo il benessere dell’economia e dell’ecosistema per questa regione e per il pianeta stesso. Temperature in aumento Nel 2018 è stato pubblicato il 13° Artic Report Card dal NOAA (Amministrazione Nazionale Oceanica ed Atmosferica statunitense). Secondo il report tra il 2014 e il 2018 nell'Artico le temperature rilevate sono state superiori a quelle registrate dal 1900. In particolare, secondo quanto si legge, il 2018 è stato il secondo anno più caldo dopo il 2016. Il futuro della Last Ice Area Una grossa fetta del territorio ghiacciato degli orsi polari scomparirà nei prossimi decenni a causa della fusione estiva dei ghiacci artici. Secondo gli scienziati l’aumento della fusione estiva dei ghiacci - causato dai cambiamenti climatici - sarà particolarmente intenso nei prossimi decenni in tutto il territorio dell’Orso polare. Ci sarà però un’area dove il ghiaccio avrà maggiore probabilità di resistere a questi cambiamenti: si tratta dei ghiacci più spessi e duraturi a cavallo tra Canada e Groenlandia. Questo territorio chiamato Last Ice Area è vitale per la conservazione delle prossime generazioni di orsi bianchi. E' stato creato un progetto “Last Ice Area” seguendo le indicazioni degli scienziati stessi affinché quest'area sia gestita e tutelata per il benessere e la sopravvivenza degli orsi polari e delle altre specie artiche. Cambiamenti climatici Cronologia delle azioni di conservazione Prima del 1973 Fin dal lontano 1600 le popolazioni di Orso polare erano state decimate dalla caccia perpetuata da europei, russi, americani European, Russian per la loro pelliccia e i loro trofei. 20
1973 Canada, Stati Uniti, Danimarca, Norvegia e l’ex Unione Sovietica firmano l’accordo internazionale “per la conservazione degli orsi polari e del loro habitat” finalizzato soprattutto a regolarne e limitarne la caccia. Il Governo US classifica inserisce gli Orsi polari nel suo “Endangered Species Act “ la principale legge di conservazione delle specie negli Stati Uniti d’America. 2005 Gli orsi polari vengono iscritti dall’IUCN nella lista delle specie Vulnerabili dall’IUCN basandosi sulla stima che nei prossimi 35-50 anni possa esserci un declino del 30% della specie. , Oggi Oggi gli orsi polari sono fra i pochi grandi carnivori che vantano una distribuzione non molto diversa da quella naturale. Tuttavia, da qualche anno si inizia a notare un preoccupante declino che affligge 7 popolazioni su 19. La causa principale è la scomparsa del loro habitat. Curiosità • Peso. Gli esemplari maschi adulti pesano mediamente dai 350 ai 700kg e misurano dai 2,4 ai 3m di lunghezza. Le femmine, invece, sono grandi circa la metà e pesano tra i 150 e i 250 kg..I cuccioli appena nati pesano circa 1/2 kg. Ma dopo circa tre mesi arrivano a pesare tra i 20 e i 25 kg.. • Grandi ma agili. Gli orsi polari sulla terra ferma possono raggiungere fino ai 40 km/h. Gli orsi polari sono altrettanto abilissimi nuotatori, agili e veloci. • Folta pelliccia. Sebbene venga chiamato anche orso bianco, in realtà i suoi peli non sono bianchi, ma trasparenti. Ogni singolo pelo è un tubolare cavo traslucido, che permette di catturare i raggi solari e li convoglia verso la cute, che è nera. I peli appaiono bianchi perché tali cavita disperdono e riflettono la luce visibile. • Mamma orsa. La femmina di orso polare in genere dà alla luce due cuccioli che nascono tra i mesi di novembre e gennaio. 21
I cuccioli restano con la mamma nella tana fino all'arrivo della primavera. • Dati e numeri: gli orsi polari hanno 42 affilatissimi denti con un paio di canini più grandi di quelli del Grizzly; le sue zampe misurano 30 cm; gli orsi hanno 3 palpebre - la terza protegge l’occhio dell’orso dai rigori del clima; lo strato di grasso sotto la pelle misura 10cm. 22
LA STORIA DI RUDOLPH LA RENNA Le renne abitano lassù a nord, dove le notti d’inverno sono lunghissime e la neve è bianchissima. Babbo Natale va sempre lì a cercare quelle più forti e più veloci: gli servono per far volare la sua slitta. Lì a nord viveva una famiglia di renne che aveva cinque piccoli. Il più giovane si chiamava Rudolph ed era un cucciolo particolarmente vivace e curioso. Lui infilava il suo naso dappertutto, ed era un naso veramente particolare! Infatti, quando Rudolph era felice, arrabbiato o si emozionava, il naso si illuminava e diventava rosso come un pomodoro. I suoi genitori ed i suoi fratelli lo trovavano adorabile e lo amavano per questa sua particolarità, ma fin dall’asilo era diventato lo zimbello dei compagni. “Rudolph ha il naso rosso! Rudolph ha il naso rosso!” lo prendevano in giro. E alla scuola elementare andò anche peggio! Rudolph cercava con tutti i mezzi di nascondere il suo naso ma non ci riusciva. Aveva provato a rimanere sempre serio, a metterci un cappuccio di gomma e addirittura a dipingerlo di nero, ma non c’era niente da fare. In qualche modo quel naso rosso e luminoso saltava sempre fuori e i suoi compagni ridevano a crepapelle. Rudolph ci restava molto male: piangeva amareggiato, e i suoi genitori e i suoi fratelli non riuscivano mai davvero a consolarlo. Passarono gli anni e Rudolph divenne un giovane forte e agile. Finché fu abbastanza grande da poter partecipare alla selezione delle renne che avrebbero trainato la slitta di Babbo Natale. Anche quell’anno, infatti, l’inverno era ormai alle porte e la visita di Babbo Natale si avvicinava. In vista di quell’appuntamento, le renne giovani si facevano belle: le loro pellicce venivano strigliate e spazzolate fino a brillare come il rame, le corna venivano lucidate fino a risplendere più della neve. Ed ecco che arrivò il gran giorno. 23
Tutte le renne si riunirono nel piazzale dove di solito atterrava Babbo Natale in quell’occasione e, nell’attesa, cercavano di intimorire e impressionare gli altri concorrenti. Ciascuno avrebbe infatti voluto essere scelto: trainare la slitta di Babbo Natale è un onore immenso! Tra di loro c’era anche Rudolph, e bisogna ammettere che spiccava tra gli altri per bellezza e vigore. Babbo Natale atterrò puntuale: era partito da casa sua con la slitta leggera trainata solo da Donner, il suo fedele caporenna. Si mise subito al lavoro ed esaminò ogni concorrente: siccome le renne erano molte e Babbo Natale ne avrebbe scelte solo otto, ci volle molto tempo per guardarle tutte con attenzione e il tempo sembrava non passare mai. Anzi, a Rudolph sembrava un’eternità. Quando finalmente toccò a lui, però, il suo naso diventò incandescente per l’agitazione, era quasi luminoso come il sole. Babbo Natale lo guardò e sorrise amichevole, ma scosse la testa. – “Sei grande e robusto. E sei un bellissimo giovanotto” – disse – “ma purtroppo non posso sceglierti. Il tuo naso rosso potrebbe spaventare i bambini”. Non potete immaginare la tristezza ed il dolore che queste parole diedero a Rudolph. Corse nel bosco più veloce che poteva, scalpitando per la rabbia. A tutti gli scoiattoli che venivano a chiedergli cosa succedesse, rispondeva: – “Guarda come brilla il mio naso. Nessuno ha bisogno di una renna con il naso rosso!” – e piangeva per la tristezza. Piano piano si calmò e tornò a casa, dove i suoi genitori e i suoi fratelli lo abbracciarono forte. Lui riprese le sue normali attività, cercando di non badare a quanto si vantavano i suoi compagni che erano stati scelti da Babbo Natale. Spesso tornava nel bosco a salutare gli scoiattoli che l’avevano aiutato quel giorno che era stato tanto triste. Intanto il Natale si avvicinava e tutti erano così occupati con i preparativi per le feste che nessuno si accorse che il tempo peggiorava ogni giorno di più. 24
Al punto che Babbo Natale, quando lesse le previsioni per la notte della Vigilia, disse preoccupato: – “Come potrò trovare la strada per arrivare alle case dei bambini? Nevicherà così tanto che rischio di non vedere nemmeno le mie renne!”. Quella notte non riuscì a dormire. Doveva trovare una soluzione. Perciò decise di tornare al paese delle renne, forse loro avrebbero potuto aiutarlo. Ma nevicava così tanto che Babbo Natale non riusciva a vedere niente tranne una luce rossa. Tutto ciò che era intorno a lei era illuminato a giorno. Babbo Natale si avvicinò e si accorse che quella luce proveniva dal naso della renna che lui aveva scartato. La ricordava benissimo. “Ciao” – le disse – “mi ricordo ti te. Ti dissi che il tuo naso avrebbe spaventato i bambini, ma mi rendo conto che è eccezionale. Illumina a giorno la strada anche nella bufera. Ti va di essere la prima delle renne attaccate alla mia slitta e di mostrarmi così la strada per raggiungere i bambini?” Rudolph non credeva alle sue orecchie: per l’emozione inciampò nella neve e il suo naso divenne ancora più rosso. Finalmente rispose: – “Naturalmente, lo farò volentieri. Mi fa un enorme piacere.” “Allora ti aspetto domani sera con tutti gli altri. Dobbiamo partire puntuali per essere sicuri che i bambini ricevano i loro doni a mezzanotte”. Figuratevi la faccia dei compagni di Rudolph quando lo videro a capo della squadra di renne. Loro l’avevano sempre preso in giro per il suo naso bizzarro, ma proprio quel naso si era rivelato indispensabile per permettere a Babbo Natale di portare a termine la sua missione. Nonostante la bufera di neve, la slitta partì puntuale e fece tutto il suo giro senza intoppi. La luce del naso di Rudolph aveva guidato le renne sane e salve. Il giorno dopo Rudolph venne festeggiato come un eroe. Le renne ballarono e cantarono felici perché una di loro era entrata nella storia. Da allora Rudolph è sempre a capo della slitta di Babbo Natale, per illuminargli la strada e far sì che tutti i bambini ricevano il loro regalo di Natale. 25
Il 2020 è stato un anno che, per molti avvenimenti, ci ha cambiati nel profondo. Un esempio per tutti: la convivenza con il Covid-19, che ha rallentato non di poco la nostra attività sia diretta con gli animali, che di partecipazione ad eventi e manifestazioni. Indispensabile ed essenziale è stato l’aiuto ricevuto da chi ci ha sostenuto con donazioni, acquisti dei nostri gadgets, donando cibo: grazie di cuore a tutti! Forse non trascorreremo i giorni di festa come negli anni scorsi, ma vogliamo comunque augurarVi un buon Natale, a tutti Voi! In particolare: ai nostri insostituibili volontari, ai soci, agli adottanti, agli amici ed amiche, ai sostenitori, ai gattari e alle gattare, ai bravissimi veterinari e veterinarie con i quali collaboriamo, ai negozianti e commercianti che ci supportano, al CSV, alle Istituzioni tutte (Comuni, Vigili, Asl, Carabinieri, Forestale ecc.), alle varie realtà con le quali abbiamo avuto modo di confrontarci in questo anno difficile, ai giornali che ci aiutano con appelli e comunicati ed in particolare a Erica M. e tutto lo staff di Provincia Granda, a tutte le persone di grande cuore incontrate, conosciute, o ritrovate in questo anno che ci ha segnati nel profondo. Un pensiero giunga a tutti gli amici a 4 zampe che abbiamo salvato, curato, amato che ora hanno una nuova vita, e a quelli che purtroppo non ce l’hanno fatta e corrono felici sul ponte dell’arcobaleno… A tutti quanti BUON NATALE E BUONE FESTE 26
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