Video Arte Palazzo Castelmur - Progetti d'arte in Val ...
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Video Arte Palazzo Castelmur 2013 Una mostra nel Palazzo Castelmur, Stampa-Coltura Edito da Progetti d’arte in Val Bregaglia e Céline Gaillard Edizione Luciano Fasciati · Coira
3 Indice al plöv, la galina la fa l’öv Eric Lanz 6 Luciano Fasciati 43 «Tonal», 2013 Prefazione Zilla Leutenegger 8 Gian Andrea Walther 47 «Schlafender Hund», 2013 51 «Castelmurrrr», 2013 Coltura – Palazzo Castelmur 54 «Champagner Brunnen», 2013 12 Ludmila Seifert-Uherkovich Sissa Micheli Descrizione delle opere 15 – 65 57 «Fragments From A Possible Past – Céline Gaillard 46° 20' 33.23'' N / 9° 34' 57.2'' E», 2013 Judith Albert Christoph Rütimann 15 «Reisende», 2013 61 «Handlauf Piz Duan – Corrimano Piz 19 «Projektion», 2013 Duan», 2013 Karin Bühler Simone Zaugg 20 «Ich sehe (was war)», 2013 65 «Berg und Beton», 2013 Evelina Cajacob Vedere Castelmur – strategie in spazio 23 «Incrésciar – LangeZeit», 2013 e tempo 68 Dr. Katharina Ammann frölicher | bietenhader 25 «Gegenbild Oberfläche», 2013 Dichiarazione d’amore alla mia 28 «Gegenbild Spiegel», 2013 vicina di posto a tavola 31 «Gegenbild Grundriss», 2013 99 Ursina Trautmann Gabriela Gerber & Lukas Bardill 106 Gli autori 34 «Alle meine Schafe I», 2013 37 «Alle meine Schafe II», 2013 109 Impressum 41 «Zuckerberg», 2013
6 7 al plöv, la galina la fa E io ho portato questa rima con me per tutti questi anni fino a oggi, mantenendo mezzi visivi pongono nuovi accenti e ren- dono la scoperta della storicità del palazzo, Ringrazio anche l’associazione Progetti d’Arte in Val Bregaglia per l’accompagna- l’öv l’abitudine di citarla ogni qual volta guar- dando fuori dalla finestra comincia a pio- della valle, delle sue storie e la sua visita emozionante e variegata. mento del progetto e quale coeditore della pubblicazione. vere. E questo perché uno dei miei primi Questi esempi dimostrano che l’arte può Luciano Fasciati compiti durante le vacanze a Stampa, – perfettamente svilupparsi in luoghi poco Tutti gli sponsor, le istituzioni, le fonda- non sono infatti cresciuto in Bregaglia – conosciuti lontano da centri culturali e zioni e le numerose persone private che in La rima «al plöv, la galina la fa l’öv» e i ero quello di aprire il pollaio la mattina. metropoli, rendendoli un vivace punto primis hanno reso possibile il progetto ricordi ad essa connessi – non solo all’uovo Siccome quest’ultimo si trovava in fronte d’incontro per scambi artistici. della mostra e questa pubblicazione. e alla pioggia – sono legati in maniera alla casa su di una piccola altura, dalla indissolubile ai momenti della mia infan- «mia» camera si poteva spalancare la por- Vorrei ringraziare mia nonna Maria che Tutti gli autori: Katharina Ammann, zia passati in Bregaglia. La rima in «bar- ticina che scorreva in verticale, e richiu- assieme ai miei genitori, ai miei parenti e Céline Gaillard, Ludmila Seifert-Uher gajot», il dialetto bregagliotto, è da tra- derla alla sera, tramite un dispositivo di ad altri incontri personali della mia infan- kovich, Ursina Trautmann e Gian Andrea dursi così: piove, la gallina depone l’uovo. corde che passava sopra un viottolo, senza zia mi ha fatto conoscere in maniera indi- Walther per i loro testi. Ralph Feiner per le In Bregaglia l’italiano è la lingua ufficiale nemmeno dover uscire di casa. menticabile ed emozionante la Bregaglia. magnifiche fotografie e Olivier Chauliac sin dai tempi della Riforma che arrivò por- Aprendomi per così dire una porticina. per l’accurata realizzazione della tata da sud attorno al 1550. Per gli abitanti La situazione di partenza e la motiva- pubblicazione. però è il «bargajot», il dialetto del posto, la zione per un altro progetto espositivo di Altri ringraziamenti vanno: a Céline loro lingua madre. Il «bargajot» è un dia- arte contemporanea in Bregaglia sono Gaillard, la curatrice dell’esposizione e Gli abitanti della Bregaglia per aver sem- letto che assomiglia per certi versi al venute a crearsi grazie al percorso artistico coeditrice della pubblicazione per la sua pre accolto calorosamente e con benevo- romancio ma dal punto di vista gramma- «Arte Bregaglia» tenutosi con successo instancabile collaborazione; a Ivana Sema- lenza sia noi sia i progetti artistici. E mia ticale più al dialetto lombardo. Il dialetto nell’estate del 2008 sotto la guida di Patri- deni e Gian Andrea Walther, le anime moglie Marlene Fasciati per la sua genero- varia di paese in paese. Nella valle, Sopra- zia Guggenheim e Angelika Affentranger e buone del Palazzo Castelmur, per la loro sità e il suo sostegno costante. porta (Bregaglia alta), Sottoporta (Brega- all’evento realizzato nel 2010 «Arte Hotel collaborazione gioiosa e impegnata; al glia bassa) e Soglio hanno i propri Bregaglia», il quale ha avuto una conti- comune di Bregaglia per il sostegno e per sottodialetti. nuazione anche nel 2011, 2012 e 2013. averci fiduciosamente lasciato usare il Mia madre era originaria di Erbanno «Arte Bregaglia» e «Arte Hotel Bregaglia» palazzo. A tutti gli artisti e le artiste che paese del nord Italia in provincia di Bre- hanno portato l’arte contemporanea in hanno partecipato per i loro contributi scia, dove il dialetto bregagliotto viene valle ponendo le basi per idee di progetti eccezionali e ai loro collaboratori per l’a- dunque capito relativamente bene. E ciò di arte contemporanea in loco. Per «Video iuto; a Giulio Vatrano per la collabora- probabilmente ha aiutato i miei genitori, Arte Palazzo Castelmur» gli artisti coin- zione durante i lavori d’allestimento e per che si incontrarono a Coira, dove io oggi volti hanno sviluppato interventi di video aver sempre mantenuto la calma durante vivo e lavoro, a conoscersi. Quando pio- arte specifici per il luogo, che si confron- i momenti frenetici del montaggio. veva la Nona (nonna) paterna soleva reci- tano con la realtà del posto e con la situa- tare «al plöv, la galina la fa l’öv». zione particolare. Lavorando con diversi
9 Prefazione mezzo video. Infatti questo è in grado di rompere il concetto spazio-tempo in una sensazione di continuum che proietta lo Gian Andrea Walther spettatore in dimensioni nuove. Basti pen- sare al migrante acefalo di colore (Judith Quando si è trattato di sistemare le in Albert); alla donna che cammina su verso stallazioni video nel Palazzo Castelmur ci la nebbia (Sissa Micheli); alla vertiginosa si poteva aspettare qualcosa d’invadente, discesa dalla montagna giù verso il fiume qualcosa che non c’entrasse con il posto (Christoph Rütimann); ai greggi di pecore scelto per lavori eseguiti con mezzi tecno- (Gabriela Gerber & Lukas Bardill); al gomi- logici anche molto sofisticati. E invece l’i- tolo di lana (Evelina Cajacob); alla figura brido casa patrizia-palazzo si è dimostrato nel labirinto cavernoso (Simone Zaugg); a un ambiente ideale e ciò essenzialmente una presunta vita nel palazzo (Zilla Leute per il motivo che le varietà di stile e di negger); alle testimonianze degli ultimi arredamento hanno saputo stimolare gli inquilini (Karin Bühler); ai giochi d’effetto artisti a più livelli. Gli interventi non si sui parati d’epoca (frölicher | bietenhader); sono quindi limitati a considerare il solo agli esperimenti concernenti l’arte visiva palazzo, ma hanno riguardato altri impor- (Eric Lanz). tanti aspetti in relazione alla valle. Il museo Palazzo Castelmur non viene L’iniziativa di portare arte contempora- offuscato o sopraffatto dalla tecnologia nea in valle era nata nel 2008 con il pro- che, al contrario, riesce a valorizzarlo e a getto «Arte Bregaglia», un articolato per- metterlo in discussione, considerandolo corso da Maloja a Chiavenna con vari da punti di vista completamente insoliti. generi d’installazioni, anche video. Due anni dopo il gallerista Luciano Fasciati ha È stata una fortuna potere seguire gli colto lo stimolo per presentare dei video artisti nelle loro fasi di approccio al Palazzo nell’Albergo Bregaglia a Promontogno, Castelmur e ciò che mi ha veramente col- progetto denominato «Arte Hotel Brega- pito – oltre alla curiosità di potere essere glia», giunto quest’ anno alla sua quarta in qualche modo coinvolto nel divenire di edizione. Da queste iniziative è sorta opere video – è stata la loro passione e «Video Arte Palazzo Castelmur 2013». voglia di sapere sulla storicità del palazzo e della valle. A opere compiute – al di là di Come accennato gli argomenti sono sì quanto gli artisti si fossero informati tra- legati al palazzo come tale, però anche alla mite letture, interviste, conversazioni e valle in generale con tematiche che evo- via di questo passo – il segnale forte che cano un mondo passato e presente, reso in trasmettono è la loro capacità di percepire maniera molto eloquente proprio dal e intuire realtà singolari.
12 13 Coltura – Palazzo listico dell’architettura elitaria è per Gio- vanni Castelmur anzitutto un ricono- chi degli alberghi. Il ponte che collega il complesso edilizio dei Castelmur alla Castelmur scente ossequio ai suoi illustri antenati, i potenti ministrali vescovili che consolida- strada cantonale è stato costruito nel 1897 in contemporanea con il viale di rono il lustro della famiglia in Bregaglia ippocastani. Ludmila Seifert-Uherkovich durante il periodo feudale. Già nel 1839 il Castelmur aveva rivelato il proposito di II palazzo ora aperto al pubblico, com- 1723; ampliamento 1850 –1 854, celebrare la gloria dell’avita famiglia con prato con l’inventario mobile dal Circolo architetto: Giovanni Crassi Marliani l’acquisto degli emblematici ruderi del Bregaglia nel 1963, con soffitti a campi- castello di Castelmur e della chiesa di ture curvilinee di gusto barocco e saloni Il palazzo al margine occidentale dell’a- Nossa Donna a monte di Promontogno. I sfarzosamente dipinti in stile storicistico, bitato di Coltura, ampliato subito dopo la patrimoni investiti nelle iniziative edili in con virtuosi trompe-l’oeil sulla volta, è metà dell’ottocento da Giovanni Castel- Bregaglia come pure il titolo di barone di una stupenda architettura con locali alla mur (1800–1871) alla sua attuale dimen- cui si fregiava il Castelmur dopo il 1840 maniera del settecento e spazi impressio- sione, ha un duplice aspetto: la considere- venivano dalla Francia. Suo padre Antonio nanti, arredati in stile ottocentesco. vole facciata con frontone verso l’abitato Castelmur, emigrato dalla Bregaglia, aveva permette di identificare tuttora il signorile fondato a Marsiglia il negozio di confet- Itinerario achitettonico Bregaglia (Itinerari edificio barocco da cui evolve il palazzo ture all’origine della fortuna economica architettonici nei Grigioni). A cura di Bündner attuale; mentre la più tarda facciata a due della famiglia. Anche se il palazzo neogo- Heimatschutz, Coira 2012. torri, orientata verso la strada carrozzabile, tico a Coltura è unico del suo genere, atte- costruita nel 1840, mostra un palese sta un atteggiamento ricontrabile in molti rifiuto dell’intimità vicinale, in parallelo emigranti fortunati, cioè l’inclinazione a con la negazione provocatoria delle con- documentare con architetture importanti suetudini edilizie locali. La composizione la loro ascesa sociale e di sfoggiare la loro in stile neogotico piemontese con aper- conoscenza del bel mondo ricorrendo a ture ad arco acuto, corone di finti orifizi modelli e stili architettonici esteri. Alle per la pece fusa a emblema di fortilizio, adiacenze del palazzo in espansione nel merlatura a coda di rondine e tinteggio in paesaggio partecipa il parco circostante, bugnato rosso simil marmo delle facciate, una composizione eclettica in stile archi- manifestano in uno dei primi esempi nei tettonico alla francese con elementi natu- Grigioni il romantico desiderio di Medio- ralistici all’inglese, il classico assemblaggio evo. Tuttavia, il ricorso al vocabolario sti- stilistico che si riscontra in seguito nei par-
15 Judith Albert tra l’altro anche a Marsiglia, in qualità di uomo d’affari di successo prima di ritor- (*1969) · www.judithalbert.ch nare ricoperto di prestigio in Bregaglia. Il video proiettato sulla parete mostra un «Reisende», 2013 piatto di legno ripieno di meringhe che serve da zattera a una figura dalla pelle La cultura bregagliotta è stata influen- scura, vestita riccamente e in stile orien- zata, tra l’altro, anche dalla grande ondata tale e che porta degli stivali rossi. Non è migratoria avvenuta nel XIX secolo. A dato a sapere se lo sguardo sul futuro è causa dell’impossibilità di guadagnarsi la rivolto a paesi lontani o verso casa, perché vita in valle, molti bregagliotti si trasferi- la testa non è visibile. Il piatto viene spinto rono in paesi lontani, dove gli si prospet- da acque diverse, a volte sono placide a tavano pane e lavoro. Essi fondarono le volte turbolente e piene di pericoli, fino ad loro imprese, caffè e pasticcerie, in tutta arrivare al mare. Davanti a paesaggi e con- Europa. dizioni meteorologiche mutevoli, si svol- Non tutti però furono ricompensati con gono scene che paiono tratte da una il successo. E comunque prima di comin- favola, nella quale si devono superare ciare l’apprendistato e di poter esercitare prove quasi impossibili. Inevitabilmente un mestiere bisognava affrontare un viag- lo spettatore si sente partecipe, riuscirà nel gio dispendioso. Nelle lettere che ci sono suo viaggio il custode del dolce carico? pervenute, viene spesso raccontato solo Immortalati e intrappolati nell’imma- l’inizio del viaggio e non il suo intero svol- gine video gli eventi si ritrovano in una gimento. Nell’ampio salone da ballo arre- ripetizione temporale imposta dal media – dato da impressionanti tappeti e pitture la pasciuta e tonda pancia dell’acefalo è murali, Judith Albert riprende il tema del dotata di un quadrante che mostra sempre viaggio. La vista dalle finestre della sala dà la stessa ora. Così la figura danza sulle sulla Maira, il fiume che scorre attraverso meringhe tra tempo e spazio. In questo la Bregaglia e che infine sfocia nel mare modo Judith Albert si ricollega anche Adriatico. Questa è la stanza dell’edificio, all’oggi, partendo dalle cosiddette «boat dove l’opulenza derivata dal patrimonio people», pensa ai profughi di tutti gli del barone Giovanni Castelmur raggiunge angoli del mondo che su barche sovraffol- il suo culmine. Una fortuna che il barone, late e inadeguate cercano di raggiungere la come già suo padre prima di lui, accumulò, loro terra promessa. Céline Gaillard «Reisende», 2013 · video HD 16:9, colore, senza suono, loop 23' · © 2013, ProLitteris, Zurich
19 Judith Albert Per lo sfondo Judith Albert si è ispirata alle aggraziate pitture murali di una delle camere nelle torri. Affascinata spe- «Projektion», 2013 cialmente dalle pitture trompe-l’oeil del Palazzo, nel suo lavoro artistico si occupa Nell’intervento «Reisende» di Judith spesso di temi come simulazione, appro- Albert posto nel salone da ballo ha luogo priazione e illusione. una mescolanza di spazio e tempo. A que- Così anche la sua opera «Projektion» sta miscela si aggiunge anche il gioco tra sembra un miraggio: l’artista tramite la estraneo e conosciuto. Ebbene, queste proiezione sul suo corpo si trasforma contrapposizioni non le troviamo solo nel nell’orologio da camino antro pomorfa. soggetto del viaggio, bensì anche nel fatto Diventa difficile scorgere la realtà nella che la figura originale del moro sulla zat- sovrapposizione che si viene a creare. Si tera sia in realtà un oggetto del Palazzo forma un punto di ribaltamento che acu- Castelmur, ovvero un orologio meccanico tizza la tematica dell’illusionismo. La pelle da camino, in ghisa e alto quasi mezzo scura delle braccia appoggiate sui fianchi metro. Siccome la sua creazione data diventa bianca. E la testa di Judith Albert metà del XIX secolo e probabilmente fu viene cancellata con l’aiuto di un panno. fabbricato in Francia, è verosimile che il Al contrario della statica figura con orolo- barone de Castelmur l’abbia portato a casa gio, all’artista risulta difficile abbando- durante il suo viaggio di ritorno da narsi alla passività e anche la più piccola Marsiglia… mossa della posa dona alla scultura un L’affascinante figura, la cui testa è andata alito di vita. Il drappo bianco fa pensare perduta, compare anche in altri interventi che un fantasma si sia intrufolato nella di Judith Albert. Come nell’immagine che figura, un fantasma del castello che in mostra l’ormai noto orologio antropo- maniera nuova mette in relazione tra loro morfo posto sotto a un viticcio arcuato e pareti e oggetti del palazzo. Céline Gaillard messo in risalto sopra al suo piedistallo originale, così da sembrare una rappresen- tazione allegorica del Rinascimento. «Projektion», 2013 · video HD 16:9, colore, senza suono, 5' 50'' · © 2013, ProLitteris, Zurich
20 Karin Bühler tato il palazzo, interrogandole sui loro ricordi legati alla vita nel palazzo. Sono (*1974) · www.karinbuehler.ch presenti i figli del custode di allora e il pro-pro-pronipote della baronessa che «Ich sehe (was war)», 2013 riferiscono dei loro diversi ricordi del palazzo. Dal materiale raccolto, l’artista Le sale storiche del Palazzo Castelmur che nelle sue opere lascia sempre parlare rispondono a un progetto museale ideato gli altri, ha scelto le descrizioni più inci- per far rivivere l’epoca del suo commit- sive sotto forma di sequenze d’immagini e tente. In passato però nella casa patrizia di testo. Karin Bühler nella sua trasposi- non ci vissero solo il barone e la baronessa zione artistica dà forma a ricordi immate- de Castelmur e i loro discendenti. Nel riali e inafferrabili tramite cornici digitali. 1961, quando il palazzo venne acquistato Queste, poste sull’elegante comò nella dal Circolo e aperto al pubblico quale incantevole camera da letto verde con le museo, il curatore vi si trasferì con la sua sue pitture illusionistiche sul soffitto, forse famiglia. Contemporaneamente si decise rimpiazzano delle foto incorniciate che lo spazio dedicato al museo e all’abita- una volta erano sistemate là. zione che in parte funzionavano in La camera da letto è la stanza dei sogni. parallelo. E i ricordi raccolti sono proiettati come Karin Bühler toglie la maschera allo sogni a occhi aperti. Come da un carillon sfarzo del palazzo: in fondo non è che un risuona una musica soave – sono le note castello fittizio. Gli spazi rappresentativi trasportate al giorno d’oggi sulle quali il non erano usati nella vita quotidiana e barone aveva composto dei versi, nonché l'artista paragona la situazione museale il canto per quest’ultimi. Le delicate note abitativa a una bolla temporale che – con trasognanti derivano dall’antico piano- il suo intervento artistico «Ich sehe (was forte a tavolo proveniente da Nîmes, e da war)» – riceve un alito di vita. tempo non più usato, che abbellisce la Il titolo trae ispirazione dal mezzo video. camera della musica al pianoterra. Il video – lat. io vedo – offre la possibilità L’intervento riesce ad ammaliare l’osser- di catturare gli eventi e di rivedere il regi- vatore attirandolo nella bolla temporale strato, proveniente dal passato, ancora e descritta all’inizio. L’intimità venutasi a ancora; tempo e spazio diventano mobili. creare nei racconti e la loro traduzione è il Durante le sue lunghe ricerche l’artista risultato di un avvicinamento sensibilis- appenzellese ha scovato tutte le persone simo e di approfondite ricerche fatte ancora in vita che in passato hanno abi- dall’artista. Céline Gaillard «Ich sehe (was war)», 2013 · cornici digitali (jpg e wav), sequenza più lunga: 12' 30'' © 2013, ProLitteris, Zurich
23 Evelina Cajacob dendo il ritmo dello svolgimento del lavoro. Né troppo in fretta né troppo ada- (*1961) · www.evelinacajacob.ch gio le mani dell’artista si dedicano al lavoro con costanza e accuratezza. Come «Incrésciar – LangeZeit», 2013 il titolo dell’intervento lascia trapelare, ci vuole tanto tempo, 83 minuti per aggomi- La parte nord del palazzo risale all’anno tolare completamente il chilo e mezzo di 1723. L’edificio venne costruito per diven- lana. Tuttavia le mani svolgono incessan- tare la casa patrizia della famiglia Redolfi. temente il loro lavoro con regolarità e Nel tratto nord si trovano principalmente pazienza. locali piccoli e molti di essi presentano Evelina Cajacob è interessata ai movi- un rivestimento in pino cembro. Per la menti ripetitivi e nelle sue opere rende «stüa bregagliotta» Evelina Cajacob ha visibile la bellezza delle attività quotidiane. creato un’opera che infonde alla stanza Con l’attenzione minuziosa che concede un’aura di calma e concentrazione, utiliz- alle azioni ripetitive e monotone, attira lo zando un prodotto grigione quale mate- spettatore nel vortice della forza espressiva riale principale. sprigionata da questi gesti quotidiani. Nella sequenza «Incrésciar – LangeZeit» Nella «stüa bregagliotta» la proiezione sono protagoniste le mani dell’artista sulla parete rivestita in legno risveglia non impegnate a svolgere un’azione. Come per solo nostalgia per i tempi che furono e che altre sue opere video è di nuovo un’azione sembrano lontani. La lunghezza della lana dedicata alle faccende domestiche: l’arti- così come il tempo impiegato per aggomi- sta, della quale si vede solo un pezzo del tolarla, simboleggiano anche la grande suo vestito nero davanti a uno sfondo distanza tra i bregagliotti emigrati in tutta grigio scuro, aggomitola con cura un filo Europa e le loro mogli rimaste a casa. Con di lana. Procede fino a quando il gomitolo «Incrésciar – LangeZeit», (incrésciar vuol diventa tanto grande da riempire lo dire nostalgia) Evelina Cajacob ci rende schermo intero. Il materiale usato è auten- fisicamente partecipi ai lunghi periodi di tica lana bregagliotta, proveniente da solitudine sopportati dalle donne dei pecore bregagliotte e filata da una filatrice pasticceri, nonché ai loro sentimenti di Coltura. Una colonna sonora dà al malinconici che come il gomitolo, cresce- lavoro un accento caratteristico ripren- vano costantemente. Céline Gaillard «Incrésciar – LangeZeit», 2013 · video HD, 16:9, colore, suono · immagine: Margarit Lehmann suono: Martin Hofstetter, 1 h 23'
25 frölicher | bietenhader immagine, facendola risaltare dagli altri oggetti della stanza grazie al raddoppia- beide *1985 · www.froelicherbietenhader.ch mento dovuto alla luce. L’arazzo ottiene così una sovrapposizione digitale, ma la «Gegenbild Oberfläche», 2013 sua retinatura è data dal tessuto e non dai pixel digitali. Ne nasce un gioco d’intrecci frölicher | bietenhader sono rimasti affa- tra mezzi antichi e moderni. La proiezione scinati dalla varietà di pareti e soffitti del intensifica la colorazione e la forza espres- Palazzo Castelmur. Colorate tappezzerie siva dell’arazzo. Ora la copertura incorni- fantasia dominano l’atmosfera di singole ciata dal legno del camino pare la vista da stanze mentre altre sono caratterizzate da una finestra. magistrali affreschi e pitture murali. Inol- Quest’immagine dall’effetto intensifi- tre ogni tappezzeria, come ogni pittura, è cato è accresciuta da proiezioni che ripren- unica e sprigiona la propria peculiarità. Il dono lo stesso principio sulle pareti adia- giovane duo artistico con i suoi tre inter- centi al caminetto. Sulla tappezzeria viene venti richiama l’attenzione su questa proiettato il suo stesso motivo. Ciò genera varietà degli interni. un’illusione ottica, producendo un effetto La stanza chiamata «stile impero» è tridimensionale. Frölicher | bietenhader decorata da una tappezzeria con motivi creano una messinscena illusionistica che rossi e beige, l’arredamento nel suo va a evidenziare e intensificare la situa- insieme risulta però meno sfarzoso di zione preesistente della camera, grazie a quello di altre stanze. In un angolo si trova ciò alla stanza viene conferito ancora più un caminetto coperto da un arazzo. Il kitsch, così da sembrare infine sfarzosa ricamo mostra un paesaggio kitsch con un quasi quanto gli altri locali. Mettendo in castello o una casa signorile di campagna. movimento in modo mediale ciò che è Tramite una proiezione frölicher | bie- passato di moda, essi creano nuovi effetti tenhader presentano sull’arazzo la stessa trompe-l’oeil. Céline Gaillard «Gegenbild Oberfläche», 2013 · proiezione
28 frölicher | bietenhader girano in tondo. Lo sfondo blu è compo- sto di pigmenti colorati che assieme alla sfera dorata richiamano i colori della «Gegenbild Spiegel», 2013 stanza. Come lo spettatore noterà non appena alzerà lo sguardo, la sfera è in La camera nella torre al primo piano con realtà un’imitazione della punta risplen- le sue pareti dipinte di blu e color dell’oro, dente dalla forma tondeggiante, nella fa sfoggio di una pittura illusionistica sul quale confluiscono tutti i baldacchini e soffitto, realizzata con particolare cura. Sul che si trova esattamente sopra la sfera nel soffitto viene simulata un’architettura video. dorata che ingrandisce la stanza reale con Con il loro loop video frölicher | bie- virtuosi elementi architettonici che si tenhader partono dalla constatazione del estendono verso il cielo. fatto che lo sconosciuto artista della pit- Delle allegorie che sfidano la forza di tura, eseguendo le ombre dei baldacchini, gravità del mondo terreno stanno sospese è dovuto giungere a un compromesso: due in uno spazio immaginario fatto d’aria. ombre infatti non quadrano. Con il loro Esse sono sistemate sotto trionfanti bal- intervento riprendono dunque non solo dacchini. I quattro baldacchini si congiun- le tinte della stanza, bensì anche la tema- gono nel mezzo, proprio nel punto che, tica della pittura che simula la realtà, grazie all’illusione del trompe-l’oeil, pare adempiendo a determinati criteri tramite il più elevato. l’uso del video, laddove la pittura ha frölicher | bietenhader hanno posizio- fallito. nato un monitor al centro della stanza, il Il monitor è stato orientato nella stanza cui display è rivolto verso l’alto, perciò lo in modo tale che per osservarlo si sceglierà spettatore viene obbligato ad avvicinarsi e di dare le spalle alla finestra. Sollevando a guardare il monitor dall’alto in basso per nuovamente gli occhi, automaticamente vedere il video proiettato al suo interno. lo sguardo sarà riflesso da un grande e L’immagine video mostra uno strato blu impressionante specchio, così che si crea sul quale è adagiata una sfera dorata. Len- un ulteriore riflesso nella stanza. tamente e incessantemente le ombre della Céline Gaillard sfera, illuminata da una luce intensa, «Gegenbild Spiegel», 2013 · loop video, 2' 54''
31 frölicher | bietenhader lestimento dal punto di vista uditivo. L’e- splorazione con la macchina è stata effet- tuata in tre momenti differenti della gior- «Gegenbild Grundriss», 2013 nata, dunque la luce del sole cambia a seconda della posizione nel film. I tre interventi del duo artistico frölicher Grazie alla qualità dell’immagine della | bietenhader sono esposti in varie stanze videocamera e al movimento, le riprese del primo piano. Con una macchina tele- sembrano nervose e il colore reale malizio- comandata dotata di una videocamera samente mascherato al punto da sembrare radiocomandata hanno effettuato un’e- quasi grezzo e sbavato. Con «Gegenbild splorazione di questi locali. Il tragitto ini- Grundriss» frölicher | bietenhader supe- zia nel corridoio e porta, attraverso la sala rano la varietà di colori degli interni por- da ballo, alla piccola stanza dalle tinte tandola al culmine e con manipolazioni blu-dorate, quindi riconduce al corridoio illusionistiche conducono il visitatore percorrendo la stessa strada, prosegue attraverso le stanze. nella stanza «stile impero» e attraversando Le installazioni del duo artistico offrono corridoio e sala da ballo, termina nella sempre un’esperienza a tutto tondo. stanza rossa. Nascono da un confronto serio e consape- Qui, su una massiccia parete di legno vole con il luogo, nel quale intervengono posizionata di traverso nella stanza in artisticamente, allestendo il loro rapporto maniera quasi aggressiva, è proiettato lo creatosi con esso. L’inclusione di svariato stesso tragitto fatto dalla videocamera. materiale cinematografico, sia moderno Pure il sonoro risulta forte e aggressivo. che d’antiquariato, e lo sviluppo plurien- Deriva direttamente dal viaggio in mac- nale delle tecniche contraddistinguono il china e rende possibile sperimentare l’al- loro lavoro. Céline Gaillard «Gegenbild Grundriss», 2013 · video, suono, 11' 11''
34 Gabriela Gerber & Su tre schermi piatti montati alle pareti si vede in un’atmosfera crepuscolare un Lukas Bardill paesaggio con un prato e il letto prosciu- gato di un ruscello. Nello scenario, su di (*1970) & (*1968) · www.bardillgerber.ch un monitor alla volta, si fanno largo pecore messe in risalto da una luce. Un «Alle meine Schafe I», 2013 gregge di 250 capi attraversa un pascolo alpino a passo spedito, guidato dalla I bregagliotti, si sa, erano considerati un volontà di due cani e da quella del pastore. popolo di pasticceri. Meno risaputo è che Momentaneamente scampanellii e belati nella seconda metà del XIX secolo anche interrompono la pace della montagna. l’America divenne una meta di emigra- Rapidamente quiete e oscurità riassumono zione attraente. Se nei paesi europei i bre- la regia della scena, prima che il gregge gagliotti si occupavano prevalentemente dopo un lungo intervallo di tempo attra- di pasticceria, in America dimostrarono di versi il paesaggio di un altro monitor. conoscere anche il settore agricolo. Già a Allo spettatore viene presentato, pas- quei tempi il Grigioni era forte mente sando da un monitor all’altro, un rac- improntato all’agricoltura, ma nelle val- conto in sequenza come se stesse osser- late alpine il terreno era povero e mal si vando il tutto da una finestra. prestava alla coltivazione. Sebbene il romantico panorama natu- Nonostante queste difficili condizioni rale venga attraversato da un gregge, lo date dalla natura, pure in Bregaglia si spettatore non percepisce la transumanza praticava l’agricoltura. E anche Antonio come un’interferenza estranea. Viene Castelmur (1771-1834), il padre del decodificata come parte del paesaggio. barone, prima di emigrare a Marsiglia si Partendo da un paesaggio culturale che da dedicò all’agricoltura e ai trasporti. Oggi il tempo non corrisponde più a quello natu- settore primario assieme all’industria edile rale, Gabriela Gerber & Lukas Bardill e al commercio genera in valle un impor- intendono mostrare le fratture che si dira- tante contributo economico. mano tra il paesaggio e l’idea che noi Ruotano attorno a questo settore i tre abbiamo di quest’ultimo, approfondendo interventi artistici di Gabriela Gerber & il contenuto estetico delle aree paesaggisti- Lukas Bardill. Con la loro opera, la coppia che prealpine e il loro utilizzo economico. d’artisti interroga il concetto e la com- Céline Gaillard prensione di natura e agricoltura ai nostri giorni. L’opera video «Alle meine Schafe I» è installata in una stanza da letto al primo piano, dove la luce è soffusa. «Alle meine Schafe I», 2013 · 3 canali installazione video, HD Video 16:9, colore, suono, 3 loop à 8' © 2013, ProLitteris, Zurich
37 Gabriela Gerber & da un monitor su misura, così che sembri che le pecore vengano stipate o trascinate Lukas Bardill fuori dall’angusto corridoio. Per separare una pecora in avanzato stato di gravidanza dal resto del gregge, il «Alle meine Schafe II», 2013 pastore ha condotto tutte le bestie in un recinto. Le numerose pecore cercano di Anche in «Alle meine Schafe II» Gabriela guadagnarsi del posto per se stesse nello Gerber & Lukas Bardill trattano la rela- spazio ristretto. Sebbene le sequenze zione tra uomo e natura. Entrambi i video, video, che hanno avuto luogo realmente, esposti alla mostra con il medesimo titolo, non corrispondano a una bella e classica fanno vedere scene in successione di una rappresentazione del paesaggio, lo spetta- transumanza sull’alpe di Ijes. tore associa comunque il gregge con il Il titolo, che sta a indicare un pastore paesaggio. che protegge le sue bestie e che la sera le Sia ciò che noi associamo al paesaggio porta verso posti caldi, è un’espressione di sia ciò che noi percepiamo come bello, assimilazione. La coppia d’artisti prende viene plasmato dalla nostra educazione in esame il concetto e la comprensione culturale. Non solo i motivi estetici fanno della natura e del paesaggio nella regione la loro parte, bensì anche la percezione prealpina dei nostri giorni, dove non viene plasmata da ciò che succede nel pae- regna più una visione classica del paesag- saggio. Ciò che si distingue sono i costrutti: gio incontaminato. È più appropriato s’impara ad aggiungere certi elementi e a descriverlo come un paesaggio culturale, sottrarne altri. Ecco perché Gabriela Ger- posseduto dall’uomo. ber & Lukas Bardill esaminano la que- Tra la cucina e l’attuale ufficio c’è un stione di cosa significhi oggi il paesaggio – passavivande. La stretta apertura, a causa costruendolo con attrezzi agricoli oppure degli spessi muri presenti nella parte vec- con una scena tratta dal lavoro agricolo. chia dell’edificio, forma un piccolo corri- In tutto questo l’isolamento di motivi, la doio in miniatura. Il monitor installatoci libera scelta, la centratura e la ripetizione dentro mostra immagini video di un appartengono al loro repertorio strategico. grande assembramento di pecore che Da artisti Gabriela Gerber & Lukas Bar- aspettano inquiete e che di tanto in tanto dill, come disse Kathleen Bühler, essi sono visitate da contadini che le esami- inventano nuovi paesaggi. Céline Gaillard nano. Il «corridoio in miniatura» è chiuso «Alle meine Schafe II», 2013 · 1 canale installazione video, PAL 16:9, colore, suono, loop 3' 37'' © 2013, ProLitteris, Zurich
41 Gabriela Gerber & cera» grigione presso l’esposizione perma- nente «Quasi un popolo di pasticceri?», Lukas Bardill suggerisce anche associazioni con una montagna di zucchero. In effetti la proiezione «Zuckerberg» «Zuckerberg», 2013 vuole evocare entrambe: fa credere allo spettatore di trovarsi dinanzi a un catacli- Nella proiezione, che riempie l’intera sma naturale mentre in realtà la montagna parete di una stanza vuota, vediamo su è composta di zucchero a velo e con la sua uno sfondo nero un rilievo bianco. Gra- caduta permette quindi di stabilire pure dualmente dalla montagna viene spazzato un collegamento con gli aspetti econo- via del materiale. I suoi componenti bian- mici, persino dei crolli, per quanto chi trasportati via vorticano nell’aria, riguarda lo zucchero. cosicché si svolge uno scenario lento Cos’è artificiale, cosa naturale? Con le eppure dinamico, dalle tonalità bianche e loro proiezioni video Gabriela Gerber & nere. Sembra come che l’erosione del Lukas Bardill mettono in evidenza il vento eserciti le sue forze spazzando via gli potenziale dell’illusione nel paesaggio elementi della montagna... Così fanno (culturale), facendo vedere cosa c’è da credere la candida purezza e la precaria fra- levargli esteticamente. D’altro canto solle- gilità della montagna cascante. Situata in vano la questione dell’autenticità che il una sala del secondo piano, dove i visita- paesaggio dovrebbe avere, stimolandoci a tori del Palazzo Castelmur possono met- riflettere sulle nostre idee di paesaggio e tersi sulle orme dell’emigrazione «pastic- sul suo utilizzo economico. Céline Gaillard «Zuckerberg», 2013 · 1 canale installazione video, bianco e nero, senza suono, proiezione video HD © 2013, ProLitteris, Zurich
43 Eric Lanz allo spettatore vengono in mente dei pae- saggi. Così un’interpretazione geologica ci (*1962) · www.ericlanz.net fa forse pensare a stratificazioni di sedi- menti o a spostamenti e fenditure causate «Tonal», 2013 da forze di tensione, mentre un’interpre- tazione meteorologica ci ricorda una Alcune pareti del Palazzo Castelmur pre- coperta di ghiaccio, neve, terra o acqua. sentano pitture di epoche differenti. Le Dopo tutto, alcune delle forze raffigurate vernici usate per tinteggiare provengono rappresentano gli stessi fenomeni fisici da tempi diversi e risultano stratificate. presenti anche in natura. Seguendo quest’osservazione pure Eric L’atto di evocare dei paesaggi, che si Lanz, per il suo intervento nella saletta al attiva davanti alla visualizzazione delle primo piano, ha fatto contrarre un’unione forze coinvolte nei processi di mescola- a differenti materiali portanti e ricoprenti, mento, è particolarmente percettibile in visualizzandola in un’opera video. questo luogo attorniato da un grandioso Con della tempera liquida che si spande panorama alpino. Con acqua, colori a su una superficie cartacea, a volte nera a tempera e carta, Eric Lanz ha scelto consa- volte bianca e che ricopre così la carta, in pevolmente elementi conosciuti nella pit- «Tonal» l’artista lascia libero sfogo allo tura tradizionale. In «Tonal» con gli stessi spargimento del colore. Sotto l’influsso materiali vengono disegnati quadri pae- dell’umidità la carta s’inarca in forme saggistici, ma in essi subentrano fattori imprevedibili. E le immagini che ne risul- temporali e di mutazione. La stratifica- tano nascono senza l’intervento diretto zione e l’intrecciarsi di diversi vecchi dell’artista, «dipingono» se stesse. colori culmina, tramite la proiezione come Tramite i mezzi tecnici del video questi media attuale, su una parete storica in una spargimenti vengono protratti nel tempo. stanza buia, dove il video e il suo supporto Mentre il colore s’asciuga sulla carta o sembrano in parte fondersi l’uno con l’al- quando la carta viene ricoperta dal colore tro. L’intervento testimonia l’interesse che va nella direzione opposta, il processo dell’artista per l’unione di tecniche visive temporale viene portato in una stratifica- classiche e prodotti culturali derivanti dal zione, a volte vera a volte finta. Cercando nostro tempo. Céline Gaillard di orientarsi tra gli spargimenti di pittura, «Tonal», 2013 · tempera su carta su video su parete, loop 10'
47 Zilla Leutenegger tello del barone. Dopo la morte del marito, la baronessa fece costruire una casa per il (*1968) · www.zilla.ch guardiano presso la chiesa e con un suo lascito nel 1897 fu costruito il ponte dalla «Schlafender Hund», 2013 strada principale a Coltura. Con ciò che non era stato speso per l’opera fu fondata Zilla Leutenegger con i suoi lavori desta l’assicurazione bestiame della valle. nel Palazzo uno spirito vitale. L’artista Del barone e della baronessa non si sa nelle sue installazioni unisce disegno e molto. Sui loro animali domestici poi non proiezione, mettendo spesso a fuoco bana- è stato tramandato proprio niente. L’ipo- lità e quotidianità. I suoi pensieri di come tesi che avessero dei cani nasce dalla pre- fosse la vita nel palazzo nella seconda senza di due cucce in corridoio. Forse però metà del XIX secolo ruotano infatti anche le due cucce, come le tante stanze attorno al quotidiano. In questo senso si è arredate sfarzosamente, appartengono allo immaginata la solitudine della baronessa splendore del grande palazzo, del quale la il cui marito per affari era spesso all’estero nobile coppia abitava alcune stanze della e al quale sopravvisse per più di vent’anni. parte vecchia? In ogni caso con la sua pro- Annetta de Castelmur, la baronessa, iezione video «Schlafender Hund» Zilla visse dal 1813 al 1892. Apparteneva pure Leutenegger lascia di nuovo dormire un lei alla stirpe dei Castelmur ed era una cane nella cuccia e anima così il palazzo cugina di primo grado di Giovanni de con una presenza che simboleggia l’amico Castelmur. Si dice che agissero sempre in fidato dell’uomo. modo ragionevole. Nella comunità di Disegnata a fumetti e proiettata, la pan- valle lei e suo marito erano molto stimati cia del cane si muove vivace e leggera su e per le loro opere di beneficenza. Il pro- giù. La sottolineatura dei contorni e l’in- montorio che stabilisce il confine tra Sotto completezza nei disegni di Zilla Leuteneg- e Sopraporta il barone l’aveva acquistato ger lasciano dei vuoti, creando nel con- prima che ampliasse il Palazzo Castelmur. tempo spazio per ulteriori riflessioni. In Vi aveva restaurato il campanile romanico questa maniera i suoi lavori attingono e la chiesa di Santa Maria, trasformandola forza dall’accostamento di ciò che si può in un mausoleo di famiglia dove sono percepire e fantasia. L’artista lavora sem- sepolti barone e baronessa, nonché il fra- pre nello spazio. Céline Gaillard «Schlafender Hund», 2013 · installazione video con cuccia per cani, 1 proiezione, bianco e nero, senza suono, loop · Courtesy the artist and Galerie Peter Kilchmann, Zürich
51 Zilla Leutenegger litigiosa sia aggressiva per il cervello, anche etimologicamente, come gli spessi muri del castello che contengono la soli- «Castelmurrrr», 2013 tudine della baronessa. La mano invisibile che ha scritto sulla L’intervento nella sala di musica è sobrio, parete può anche fare pensare al grido di ma riesce comunque a catturare lo spetta- avvertimento «menetkel» che rappresenta tore in maniera intensa. Come tracciata l’incarnazione della minacciosa e infine dalla mano di un fantasma, sulla parete inevitabile sciagura. Il libro di Daniele viene scritta continuamente la parola dell’Antico Testamento racconta la storia «Castelmurrrr». La parola provoca un del re Baldassare al quale – durante una effetto misterioso. Lo spettatore è ripetiti- festa smodata che annuncia la fine del suo vamente obbligato a rendersi conto che si potere – una mano fantasma scrive sulla trova nel Palazzo Castelmur, oppure si parete le parole mene mene tekel. La sto- vuole evocare il nome della famiglia di ria biblica è stata ripresa da artisti del Coltura? La lettera «r» viene ripetuta più barocco fra i quali Rembrandt con il volte, così che la parola contiene un dipinto «Il banchetto di Baldassare» accento finale brusco e penetrante. Nella (1635). loro ripetizione le lettere scritte a mano Nella sua esecuzione la scritta fa pensare assomigliano alle forme dei merli della ancora di più al lavoro dell’artista ameri- torre. cano Bruce Naumann «My Name as La facciata verso sud del palazzo è ispi- Though It Where Written on the Surface rata a un’architettura gotico moresca e of the Moon» (1968) nel quale continua a fiancheggiata da due torri con merli slan- ripetere le lettere del suo stesso nome. Le ciati verso l’alto che ne evidenziano la medesime lettere in corsivo appaiono costruzione. Zilla Leutenegger s’immagina anche in un’installazione con tubi di neon. che nella vastità del castello vuoto nei La scritta «Castelmurrrr» è pure composta tempi in cui era sola, la baronessa sia stata di luce, la disegnatrice Zilla Leutenegger spinta verso l’orlo della pazzia. Suppone per animare la parola impiega però la tec- che la parola con la sua finale faticosa e nica della proiezione video. Céline Gaillard «Castelmurrrr», 2013 · proiezione video in un posto specifico, bianco e nero, senza suono, loop Courtesy the artist and Galerie Peter Kilchmann, Zürich
54 Zilla Leutenegger pavimento. Con l’intervento «Champa- gner Brunnen» Zilla Leutenegger tema- tizza il Palazzo Castelmur quale posto di «Champagner Brunnen», 2013 una società raffinata, dove momenti di feste si alternano alla solitudine della baro- La spaziosa sala da pranzo con le pitture nessa oppure che lasciano intuire il suo di frutti sul soffitto nel XIX secolo era sicu- desiderio di avere ospiti. ramente il posto adatto per ricevere ospiti. Le animazioni di Zilla Leutenegger ren- Zilla Leutenegger in questo locale ha rea- dono effetti reali nello spazio. Per lo più ci lizzato una proiezione associata a un rice- sono figure femminili occupate in precise vimento festoso. scene di vita quotidiana, spesso anche l’ar- Su un lungo tavolo ha costruito una tista stessa, che appaiono in uno spazio piramide di vetro composta di quattordici scenico disegnato. Indagando sulla vita bicchieri. Tramite un beamer da un tavo- nel palazzo trascorsa da molto tempo, l’ar- lino viene proiettato un video sui bic- tista tralascia con coerenza di fare rivivere chieri, in cui – come anche sulla tappezze- una figura femminile. D’altro canto ria di fronte – appare una fontana di cham- infonde agli oggetti una presenza movi- pagne. All’interno dei bicchieri smerigliati mentata, a pareti o bicchieri, oppure con vetro sabbiato si crea un gioco di luci mostra i vivaci contorni di un cane di cui dorato, mentre sulla tappezzeria appaiono la vita non è datata, è da immaginare libe- come strappi le loro ombre, sulle quali lo ramente o perfino da inventare. I loro champagne scorre frizzante allo stesso movimenti sono contenuti, così che le sto- modo. rie si ritirano. Le libere immaginazioni Il riempimento dei bicchieri avviene in sulle quali si basano i lavori video lasciano maniera esuberante e prodiga. Il frizzare degli spazi aperti per il disegno e d elineano non cessa mai, lo champagne scorre un tentativo di creare una certa atmosfera. sovrabbondante e incessantemente sul Céline Gaillard «Champagner Brunnen», 2013 · installazione video con oggetti (14 coppe di champagne in vetro sabbiato), 1 proiezione, colori, senza suono, loop 2' 15'' Courtesy the artist and Galerie Peter Kilchmann, Zürich
57 Sissa Micheli tanti del romanticismo tedesco, in un tableau vivant. L’artista si fonde con la (*1975) · www.sissamicheli.net natura. E se le sue vesti storiche, un vestito nero e un mantello da uomo verde pino, «Fragments From A Possible Past – provengono dal palazzo, la BMW nera 46° 20' 33.23'' N / 9° 34' 57.2'' E», invece provoca una frattura temporale. Lo 2013 sguardo perso in lontananza può darsi che sia un’espressione della sua nostalgia al «Cara amica siamo molto lontane una dell’al- pensiero dei bregagliotti che si trovano tra ma pazienza la separazione non avrà a all’estero. sciogliere il legame della nostra amicizia.» In un altra proiezione delle cuffie da (Lettera di Anna Pasini da Orléans donna e per il battesimo, provenienti dalle all’amica di Bondo, 10 agosto 1874) giacenze del Palazzo Castelmur, planano come paracaduti da un cielo contornato Partendo da materiale storico prove- da ghirlande di foglie, effetto provocato niente dall’archivio del palazzo, Sissa dal trompe-l’oeil che si trova nella sala Micheli si è occupata in modo approfon- della torre. Davanti allo sfondo di una dito del ruolo della donna. La video e foto- natura imitata, le cuffie fanno venire in artista mette fittiziamente in scena diverse mente collegamenti con la nascita e con il lettere di donne del XIX secolo trovate ciclo della vita. nell’archivio. Unendo due scatti indipen- In «Fragments From A Possible Past – 46° denti, ottiene una sorprendente trasfor- 20' 33.23'' N / 9° 34' 57.2'' E» l’artista mazione del materiale storico di affronta i destini delle donne bregagliotte partenza. creando un mondo intermedio. Unisce Mentre una voce fuoricampo legge ad accessori del XIX secolo provenienti dal alta voce diversi passaggi delle lettere, in Palazzo Castelmur con simboli dei giorni una proiezione compare un’inquadratura nostri, e lei stessa si addentra in questo dell’artista che in abiti storici si staglia spazio intermedio. Un mondo intermedio davanti a un romantico panorama brega- prodotto dal video, un mezzo che si pre- gliotto con un’auto moderna. Nella scena sta come quasi nessun altro a penetrare l’artista imita la posa di Caspar David nella storia. Così Sissa Micheli, che nelle Friedrich nel suo celebre autoritratto sue opere agisce spesso da protagonista, dà «Viandante sul mare di nebbia » del 1818. forma tramite uno specifico linguaggio L’inquadratura attinge agli anni prece- visivo a nuove immagini di femminilità, denti alla fotografia e trasforma un dipinto integrandovi contenuti della nostra ere- statico, ovvero una delle opere più impor- dità culturale. Céline Gaillard «Fragments From A Possible Past – 46° 20' 33.23'' N / 9° 34' 57.2'' E», 2013 video HD 16:9, colore, suono, 5' 12''
61 Christoph Rütimann L’azione, e dunque anche il video, ini- ziano al di sotto della vetta a 2300 m (*1955) · www.mai36.com s.l.m., dove un tubo sul quale viaggia la videocamera fuoriesce dalla montagna. «Corrimano Piz Duan – Handlauf Una realizzazione veramente dispendiosa Piz Duan», 2013 quella della posa, un tubo dopo l’altro, spesso anche su terreni ripidi e scoscesi. Lo Il paese di Coltura sorge ai piedi del Piz spettacolare binario passa tra ghiaccio, Duan (3131m) esattamente sulla direttis- neve, rupi, prati, trapassando malghe fino sima da sud a nord. Con un’azione spetta- al torrente Valèr, attraversando addirittura colare Christoph Rütimann ha realizzato le case a Coltura per infine passare attra- un corrimano che dal Piz Duan attraversa verso il Palazzo Castelmur e raggiungere il il Palazzo Castelmur e arriva fino al fiume traguardo, la Maira. Sono stati percorsi Maira. 1325 metri di dislivello. Le interruzioni I corrimani di Rütimann esistono in causate da rocce, malghe, alberi e altri tutto il mondo e vengono presentati ostacoli sono anche gli stacchi del film, dall’artista con il nome di «Geh-Länder» e grazie alla lunghezza variabile dei (ringhiera). Si tratta di un gruppo di opere singoli tubi, donano al video un ritmo che l’artista ha sviluppato partendo dal sorprendente. suo studio della linea negli anni ’90. Gui- Il corridoio ampio è un tratto tipico dando a mano una videocamera su corri- delle case bregagliotte. Il «Handlauf Piz mani, tubi e altre linee egli genera una Duan – Corrimano Piz Duan» alla fine prospettiva insolita, quella della mano. conduce attraverso lo sfaccettato corridoio L’artista descrive l’opera in successione, e al suo speciale arredamento che corri- come se stesse srotolando una pellicola sul sponde alla spiccata volontà di monumen- terreno. Il forte rumore di sferragliamento talità del suo costruttore. I mobili di pro- prodotto dall piccole ruote montate sulla venienza italiana, le armature del sud della videocamera caratterizza i filmati, nei Germania e i dipinti compongono l’ammi- quali è sempre visibile la linea che porta revole collezione del barone. L’installa- costantemente avanti. Il punto di fuga che zione con tre monitor e i tubi usati, ora si sposta all’indietro dopo ogni sequenza montati per diventare una ringhiera che si del film, in «Handlauf Piz Duan – Corri- snoda attraverso il corridoio, fanno rivi- mano Piz Duan» conduce attraverso sce- vere la genesi del film. Céline Gaillard nari mozzafiato. Per l’assistenza e l’aiuto nella realizzazione del corrimano l’artista e il team del progetto ringraziano: «Corrimano Piz Duan – Handlauf Piz Duan» · 2013, installazione video in tre parti con ringhiera Corsin Bischof, Andreas Fasciati, Davide Fogliada, Peter Giacomelli, Helibernina, Marcello Negrini, Corrimano Piz Duan, giorno 1: 11' 52'' · Corrimano Piz Duan, giorno 2: 9' 15'' Romano Salis e Vittorio Scartazzini, videocompany.ch e tutte le persone che hanno aperto le loro case Corrimano Piz Duan, giorno 3: 4' 45'' · © 2013, ProLitteris, Zurich per le riprese.
65 Simone Zaugg rappresenta per i più un’indefinita zona intermedia, nella quale si muove l’artista (*1968) · www.simonezaugg.net e che, grazie al suo ingresso, diventa esplo- rabile. Con sequenze cinematografiche «Berg und Beton», 2013 performanti Simone Zaugg vestita di bianco e con oggetti bianchi mette in La felice situazione economica della scena azioni che risvegliano emozioni regaglia si basa per buona parte sullo B seducenti, ma che richiamano anche irri- sfruttamento dell’energia idroelettrica. La tazione e pericolo, così come trasmettono società elettrica della città di Zurigo (ewz) l’impressione di monumentalità, prote- collabora già dal 1953 con la Bregaglia per zione, bellezza e poesia. L’artista sonda utilizzare le sue risorse idriche per la pro- anche acusticamente gli enormi anfratti duzione di energia elettrica. E con questo tra i muri portanti. Soltanto adesso i scopo negli anni 1955-59 costruirono la rumori rimbombanti, i suoni, gli echi o il diga dell’Albigna a 2100 m s.l.m. silenzio, componenti di una complessa Con il suo intervento «Berg und Beton» colonna sonora, fanno capire appieno le Simone Zaugg mette l’accento sulle condi- dimensioni dello spazio e del tempo. zioni economiche e la vita in Bregaglia. Al Alcune sequenze accompagnate da canti e centro del suo interesse c’è l’attrazione per azioni performative fatte con la luce risve- la diga, le cui dimensioni estreme tengono gliano associazioni con cattedrali, strut- testa alla natura. La diga, lunga 759 metri ture minerarie o anche con dei bunker. e alta 115, vista da fuori produce un affa- Simone Zaugg non rende solo gli interni scinante contrasto con il panorama alpino. della diga esplorabili, bensì tramite la sua Simone Zaugg proietta il suo video «Berg interpretazione artistica sensibilizza lo und Beton» su una parete grigia come il spettatore alla storia, alla sorte delle per- cemento che ostruisce il passaggio, la cui sone e allo sviluppo economico del luogo. imponenza ricorda la struttura delle mura. Céline Gaillard In esso si scorge l’interno della diga, che Si ringrazia: Gian Andrea Walther, Ivana Semadeni, Andreas Fasciati, Tobias Eichelberger, Patrizia Guggenheim, Florio Giovanoli, Lucrezia Bischoff, Romana Walther, Arnoldo Giacometti, Claudio Ganzoni, Ero e Dario (dipendenti ewz), ewz. «Berg und Beton», 2013 · installazione video HD, suono stereo e parete in calcestruzzo, 7' 40'' Idea, progetto e realizzazione: Simone Zaugg · Videocamera e suono: Pfelder, Simone Zaugg Video e soundediting: Michael Hewllik
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