VIAGGIO TRA PAURE E SPERANZA - di Sara Pasquariello ed Elisabetta Cagnolaro - Monza

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VIAGGIO TRA PAURE E SPERANZA - di Sara Pasquariello ed Elisabetta Cagnolaro - Monza
VIAGGIO TRA PAURE E SPERANZA
di Sara Pasquariello ed Elisabetta Cagnolaro
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VIAGGIO TRA PAURE E SPERANZA - di Sara Pasquariello ed Elisabetta Cagnolaro - Monza
Progetto sulle emozioni
Il contesto socioculturale in cui ci troviamo ad operare, e in cui la nostra scuola orbita, è un contesto molto
delicato e variegato che determina la presenza e la coesistenza nelle classi di bambini provenienti da realtà
diverse tra loro. Durante una lezione di italiano su filastrocche dedicate a desideri e paure, è affiorato tra i
nostri alunni il bisogno di raccontare le loro emozioni più nascoste; a noi insegnanti è sembrato come di veder
affiorare da acque profonde un tesoro sommerso da anni. In un clima relazionale di ascolto profondo e di
fiducia reciproca, i bambini hanno spontaneamente aperto il loro cuore e si sono confidati. A noi docenti,
custodi di un momento prezioso, è sembrato importante cogliere l’occasione per aiutare i nostri alunni a dare
un nome ai loro desideri, le loro speranze ma soprattutto le loro paure così da poter insieme guardarle con
occhi nuovi, capaci anche di collocare nella giusta dimensione, sia nel proprio cuore che nella propria mente,
emozioni difficili da nominare e riconoscere per bambini così piccoli. Credo fermamente che la fascia di età
degli alunni, alla quale rivolgiamo la nostra azione didattico educativa, sia bisognosa delle opportune cure ed
attenzioni affinché sia data voce e dignità all’innocenza spesso inascoltata. Abbiamo quindi intrapreso un
Viaggio tra paure e speranza attraverso una serie di racconti selezionati “ad hoc”, e letti da noi insegnanti per
guidare gli alunni a trovare una nuova chiave di lettura e di interpretazione delle proprie emozioni. Il loro
sguardo illuminato e sollevato da pesi, talvolta più grandi di loro, porto nel cuore come il dono speciale di
questo percorso intrapreso insieme.
                                                                             L’insegnante Sara Pasquariello

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VIAGGIO TRA PAURE E SPERANZA - di Sara Pasquariello ed Elisabetta Cagnolaro - Monza
Inizio percorso: 16.04.2021

Primo step: lettura della filastrocca

                                        Girotondo della paura

                    Paura gigantesca,              Allora come fare,
                    paura appiccicosa,             come si fa a scacciare,
                    paura più assillante           la chiudi dentro un sacco
                    di una mosca noiosa.           e poi la butti in mare?
                    Ce l’hanno proprio tutti       Non esiste una ricetta
                    Non è escluso nessuno,         E neppure una magia,
                    un po’ di tremarella           un poco di paura tiene
                    se la porta dietro ognuno.     compagnia.
                                                                       (Paola Palazzoli)

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Secondo step: riflessione con le domande guida

1. Maestra Sara: Cosa è la paura?
Risposte dei bambini: un’emozione; una sensazione di spavento ad esempio quando cammino nel buio di
notte.

2. Maestra Sara: Quale è la tua paura più grande?
   Risposte dei bambini:
   - Io ho paura di perdere i miei genitori.
   - Io ho paura dei mostri nel buio della notte.
   - Io ho paura dei rumori nella notte.
   - Io ho provato una grande paura dopo la morte in pancia della mamma della mia sorellina.
   - Io dopo al morte dei miei fratellini.

3. Maestra Sara: Hai mai provato a vincere la paura? Come fai?
   Risposte dei bambini:
   - Io per vincere la paura stringo un peluche piccolo ed uno più grande. Poi inizio a farli parlare. Quello più
   grande immagino sia il mio papà che non c’è più.
   - Io tengo accesa una lucina che illumina il percorso per andare al bagno dalla mia camera. -Mio padre
   tiene accesa una luce durante la notte per noi fino alle 5:00 del mattino quando va al lavoro. - Io di
   notte se ho troppa paura che mi sveglio per un incubo vado nel lettone della mamma.                              4
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Terzo step: lettura della filastrocca sui desideri

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                               Voglio l’erba sulla pelle
                               Voglio correre nei venti
                               E lo zucchero di stelle
                               Voglio romperlo tra i denti.
                               Voglio fare le mie domande ad un albero, ad un fiume
                               Voglio diventare grande senza perdere le piume.
                               Voglio i nomi ed i cognomi
                               Delle cose che non so
                               Voglio il sole di domani e le lucciole di ieri
                               Voglio acqua sulle mani
                               Desideri, Desideri.
                                                                        (Bruno Tognolini)
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Quarto step: riflessione con domande guida

1. Maestra Sara: Quale è il tuo desiderio più grande?
   Risposte dei bambini:
   - Il mio desiderio più grande è che i miei peluches diventassero veri per poter stare con loro come con degli amici.
   - Io vorrei stare sempre a scuola con le mie maestre.
   - Io vorrei che non ci fosse la guerra.
   - Io vorrei la pace in tutti i cuori.
   - Io vorrei giocare sempre.

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Storytelling. Leggiamo insieme Nero-Coniglio
              altrimenti conosciuto come: Black rabbit.

Si può imparare a convivere con le proprie paure?
E’ ciò che abbiamo scoperto attraverso la lettura a due voci della storia:
Nero-Coniglio letta dalla maestra Elisabetta Cagnolaro, tradotta e letta
in inglese dall’insegnante Sara Pasquariello.

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NERO-CONIGLIO - BLACK RABBIT
Autrice: Philippa Leathers Traduttrice: Sara Pasquariello
Listening activity (Ascolto della storia narrata in italiano dalla maestra Elisabetta Cagnolaro ed in inglese dalla maestra Sara Pasquariello)

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LE RAGIONI DI QUESTA AVVENTURA di Elisabetta Cagnolaro

La lettura di una pagina del libro di italiano, che induceva a riflettere sui propri desideri e le proprie paure, ha
evidenziato, attraverso le verbalizzazioni dei bambini che ne sono seguite, una situazione di forte ansia
sicuramente derivata dalla criticità storica che stiamo vivendo. Unendo le competenze delle insegnanti
Pasquariello e Cagnolaro, si è deciso di affrontare questa tematica ritenendo di avere una possibilità
assolutamente unica di contribuire alla riduzione dello stato di angoscia del qui e ora.

Si è così imbastito un progetto in progress nel quale a una scaletta di temi affrontati sono stati trovati agganci
congruenti al programma di italiano e inglese in particolare, così da poter lavorare seguendo il piano didattico
senza rallentamenti. Sono stati via, via presentati in classe libri illustrati per bambini, riguardanti le tematiche
utili, letti mediante drammatizzazione, mentre nel contempo venivano mostrate le immagini, sempre di alto
valore estetico, così da avere aperto un doppio canale di comunicazione linguistico e iconico.

A seguire, per ogni incontro, una breve introduzione con le finalità della discussione.

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LA SPERANZA
G. Rodari, F. Ballarini, La Speranza, Emme Edizioni, 2021
Lo scorso anno, in occasione della prima ondata pandemica, La Commissione della Comunità europea il 23
marzo ha voluto concludere la sua seduta leggendo questo testo poetico di Gianni Rodari, scritto nel 1960,
come sentimento di augurio per il superamento di una crisi di cui stiamo ancora portando il peso.

                  «S’io avessi una botteguccia
                  Fatta di una sola stanza
                  Vorrei mettermi a vendere
                  Sai cosa? La speranza.
                  “Speranza a buon mercato!”
                  Per un soldo ne darei
                  Ad un solo cliente
                  Quanto basti per sei. E alla povera gente
                  Che non ha da campare
                  Darei tutta la mia speranza
                  Senza farla pagare».
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E’ stata occasione per aiutare i bambini a comprendere il significato di questa parola nella loro vita, di quali
siano le loro attese, di quali siano le strategie - prima di tutte la pazienza! – per ottenere i frutti di questo
desiderio.
Parola meravigliosa, quest’ultima, nel suo significato etimologico, che allude al nostro rapporto con le stelle,
dalle quali si aveva consuetudine nei tempi antichi, di ricavare pronostici per il futuro, indica anche quanta
costanza serva per ottenere ciò che auspichiamo per la nostra vita, riconoscendo la lontananza tra noi e loro.

Il desiderio è faticoso da attuare, e questo è un bene, perché fa scorrere il tempo, ci fa crescere, fa cambiare i
nostri punti di vista; possiamo perfezionarlo, modificarlo, renderlo più grande, scoprirlo di così scarso valore da
rendere inutile che ci si investa ancora. E nel frattempo noi non stiamo fermi, ma evolviamo, pensiamo,
confrontiamo; il nostro desiderio si fa più bello e noi più abili al suo raggiungimento. Sperare è una delle
strategie più alte del vivere, perché ci permette di creare ponti sui dolori.

Oggi con i bambini abbiamo cominciato questo lavoro.

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LA PAURA
Avere paura è sentimento spiacevole ma utile a proteggerci da pericoli effettivi. Avere troppa paura, avere
troppe paure, diventa un problema. Per un bambino avere paura può essere spaventoso perché non si hanno
termini di riferimento, sa solo di aver delle paure senza sapere quanto questo sia cosa comune e quanto
questo sia pericoloso.
La mediazione delle letture sul tema, la visione delle illustrazioni che accompagnano questi racconti sono
estremamente rassicuranti perché dimostrano l’universalità del problema e la possibilità che si trovino
strategie di superamento.

A. Lobel, Rana e Rospo sempre insieme, Superbaba, 2019
Tra i diversi episodi contenuti in questo libro ve n’è uno legato al tema delle paure. Rana e Rospo sono due
amici che decidono di fare un’escursione in montagna che li espone a degli incontri spaventosi, che affrontano
ripetendo “io non ho paura”, pur avendone tantissima, salvo poi ritornare di corsa a casa rifugiandosi uno sotto
le coperte, l’altro nello sgabuzzino. Ciò che importa non è non sentire la paura, ma accettare di affrontarla,
magari con un amico.

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LA PAURA DEL BUIO

Una delle paure che tutti abbiamo avuto, o ancora abbiamo, è quella del buio. E’ in realtà una paura
ragionevole, saggia e necessaria, verrebbe da dire, visto che in natura vedere anche nel buio ti rende predatore
invece che predato, e diventi predato in assenza di tale abilità. Paura atavica quindi, e saggia; l’evoluzione
culturale della specie umana l’ha disinnescata nelle ore notturne mediante rifugi sicuri, ma non così facilmente
sono stati domati i suoi fantasmi.
Anche la crescita psicologica del bambino è ovviamente fattore determinante per il suo superamento e le
strategie per introiettare le rassicurazioni a suo riguardo lottano per un po' di anni con i timori del buio che
assale. Nella editoria per l’infanzia il tema della paura e in particolare di quella del buio è affrontata in
centinaia di pubblicazioni. Ne sono state scelte alcune che per efficacia narrativa e qualità delle immagini sono
capaci di concentrare il tema con particolare efficacia.

M. Sendak, Nel paese dei mostri selvaggi, Babalibri, 1999
M. Quarello, Babau cerca casa, Orecchio Acerbo, 2005
P. Leathers, Nero Coniglio, Lapis, 2014
E. Yarlett, Ettore e il buio, La Margherita edizioni, 2014

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C. Schneider, H. Pinel, In punta di piedi, Orecchio Acerbo, 2019
F. Sanna, Io e la mia paura, Emme Edizioni, 2018
R. Panero, S. Gambaro, P. Rocca, Berta la lucertola, Artebambini, 20

R. Panero, S. Gambaro, P. Rocca, Berta la lucertola, Artebambini, 2011
Libro strepitoso per l’essenzialità perfetta del racconto, con immagini efficaci che cedono il passo alle
suggestioni della Notte stellata di Van Gogh. Cosa succede a una lucertolina abituata al sole e al caldo se una
sera non fa in tempo a rientrare nella tana? Mossa dal terrore del freddo e del buio scopre che anche la notte
ha le sue luci: la luna, le stelle. Certo, le sere successive si affretterà a tornare in tempo nella tana, sapendo
però che il buio non è privo di bellezza.

Prima attività
Dopo la lettura animata della storia abbiamo osservato il quadro di Van Gogh, analizzandone le componenti e
la struttura, quindi, utilizzando pastelli a cera e all’olio, colori poco considerati ma efficacissimi, i bambini
l’hanno riprodotto liberamente. Utilizzando un tubetto di pasta acrilica verde ho poi realizzato su ogni foglio
una lucertola Berta come è stata pensata nel libro

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Seconda attività

Ogni bambino ha realizzato una scatola trappola per catturare la luce del giorno, così da poterne far uso in caso
di bisogno, di notte, quando è solo a letto.
Utilizzando una scatola metallica o di plastica con coperchio, ricoperta di cartoncino blu, ogni bambino vi ha
apposto strappi di carte gialle arancioni rosse per formare un cielo stellato. Complice una giornata di sole, scesi
in giardino, al “via” dell’insegnante ogni bimbo con un gesto ne ha catturato la luce, velocemente intrappolata
col coperchio nella lattina.
Se di sera, nella camera al buio, prendesse sopravvento la paura, le indicazioni sono le seguenti: si prende la
scatola, si chiudono gli occhi, ma chiusi forte forte forte strizzando le palpebre il più possibile, si stringono i
denti e si apre la scatola…
Ma l’importante è non riaprire più gli occhi, altrimenti i piccoli bagliori di luce scompaiono…

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LA PAURA PIU’ TERRIBILE: LA MORTE

La fatica di creare le condizioni per una condivisione liberatoria delle proprie paure, l’elaborazione di scritti e
immagini a esprimerne la possibilità di superamento, hanno ovviamente avuto fin da subito, come vero
macigno nel percorso, l’angoscia nei confronti della morte.

A dispetto di chi si illuda del contrario, i bambini sono consapevoli che esista qualcosa di tremendo che può
portar via irreparabilmente qualcosa di amato, e noi ne abbiamo avuto prova nella prima verbalizzazione,
quella che ci ha indotto a questo lavoro, che ha preceduto la nostra decisione, quando abbiamo sentito
pronunciare frasi quali “ho paura che mamma e papà muoiano”, “avrei voluto che nascesse la sorellina, i
fratellini che erano nella pancia della mamma”, “ho pianto quando è morto il mio cane”.

Poi c’è stato il pudore, intensissimo, dei dolori di morti taciute e delle lacrime a stento trattenute.
Per questa ragione, ritengo con molta, moltissima attenzione, abbiamo affrontato anche questo drago feroce,
attraverso la lettura di un vero capolavoro della letteratura per l’infanzia, che è B. Teckentrup, L’albero dei
ricordi, Gallucci editore, 2018.

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B. Teckentrup, L’albero dei ricordi, Gallucci editore, 2018.

Per Volpe è l’ora di partire e gli amici, affranti, scoprono istintivamente come raccontare i tempi belli vissuti con
lei sia un modo straordinario per mantenerla in vita, per lenire il proprio dolore.
Complice la neve caduta che ne copre il corpo, al centro della radura spunta, dapprima sottile, poi sempre più
rigoglioso, un grande albero dello stesso colore arancione rosso di Volpe, grazie ai ricordi condivisi dei suoi
amici del bosco. E su questo albero, o ai suoi piedi, tutti gli animali trovano rifugio e ristoro, e Volpe “continuò
a vivere nei loro cuori per sempre”.

Dopo la prima lettura del libro, in cui tutti abbiamo pianto assieme (poi, a richiesta, vi sono state altre riletture,
più serene) abbiamo condiviso i nostri ricordi di quanti animali che abbiamo amato siano morti e con rispetto
reciproco abbiamo ascoltato le parole dei bambini.

Volontariamente mi sono astenuta dalla lettura di testi in cui fosse trattato in modo esplicito la morte degli
uomini; l’allusione del viaggio di Volpe era più che sufficiente.

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Ho fatto trovar loro, già da me realizzato perché troppo complesso da costruire assieme, un origami di Volpe e
abbiamo concluso questo impegnativissimo cammino di riflessione sulle paure realizzando assieme un
grandissimo albero di carta su cui i bambini hanno liberamente scritto parole, narrato brevi racconti, descritto
piccoli e grandi ricordi. Una somma di memorie, quindi, che simbolicamente speriamo possa servire a ricordare
come le paure e i dolori esistano, siano veri, ma avere la forza di guardarli negli occhi, di saperne condividere il
peso attraverso parole e immagini, assieme a degli adulti o agli amici, renda ciascuno di noi più forte e meno
triste.

Descrizione figurata di questo sentire “un buco nella pancia” a causa delle paure l’abbiamo trovata espressa in:
A. Llenas, Il buco, Gribaudo, 2013

Con un abbraccio fortissimo                                                       la vostra maestra Elisabetta

Monza, 6 giugno 2021

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L’ALBERO DI VOLPE

Il racconto di Volpe ha coinvolto a tal punto i bambini da rendere possibile un lavoro molto ampio di riflessione
di attività pratica.
Se la complessità della realizzazione dell’origami mi ha suggerito di far trovare un animalino già finito su
ognuno dei loro banchi, si è viceversa aperta una seconda fase di elaborazione del racconto con la creazione
collettiva di un grande albero.
Usando un procedimento già codificato da Bruno Munari, secondo il quale è possibile sviluppare una forma
arborea procedendo con la suddivisione in due parti della misura del tronco, poi della prima coppia di rami e
via via fino a ottenere una struttura fortemente ramificata (generando pieghe in grado di indirizzare
differentemente la direzione di quelli), ho preparato con della carta bianca un albero di circa due metri e
mezzo di altezza.
I bambini son stati invitati, usando pennarelli colorati, a riempire tutta la superficie di scritte prevalentemente
legate a dei ricordi. Così come l’albero che nasce dove Volpe si è addormentata cresce grazie alle memorie
narrate dai suoi amici, così il nostro albero ha preso evidenza dalla somma dei pensieri dei bambini.

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Il lavoro non è stato breve e ha richiesto costanza sia per il tempo necessario a riempire una superficie solo
apparentemente piccola, sia perché in molti hanno fatto uno sforzo sincero ed evidente a condividere con
l’albero e con gli altri amici pensieri intimi, alcuni estremamente dolorosi. Cosa che però ha dato dimostrazione
dell’efficacia del lavoro: esternare una sofferenza, consegnarla a qualcosa o qualcuno fuori di noi, è
sicuramente il principio della guarigione della ferita dell’anima.
Molte altre frasi sono state invece improntate alla memoria felice di avvenimenti più o meno vicini, al ricordo
di amici o parenti, di giochi ottenuti o momenti condivisi.
Se ne avremo il coraggio - scrivo prima che questa azione venga proposta - chiederò domani ai bambini di
smembrare, con rispetto, l’albero in tante parti, non so ancora se privilegiando la riacquisizione di almeno un
proprio ricordo o viceversa condividendolo con altri, inserendo quei brani di albero nel libro che al termine di
questo lunghissimo lavoro finalmente noi insegnanti consegneremo a ogni bambino e alle rispettive famiglie.
Come immagino abbiate compreso, non si tratta di un libro qualsiasi. Contiene le tracce di tanti piccoli
viaggiatori che stanno attraversando la vita pieni di trepidazione che questa possa mostrare loro il suo volto
benedetto; inciampati come per necessario destino in sassi che ogni tanto li han fatti un po' disorientare, si
esercitano all’attitudine più dura del vivere: quella di proseguire con fiducia.
Essere loro vicine non è casualità del mestiere, ma un onore.
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SPERANZA 13 aprile 2021
Primo incontro verbalizzazione dei bambini

Cosa è la speranza?
Un pensiero bello
Trasformare una cosa brutta in bella

Cosa sperate?
Che passi due volte Babbo Natale
Che ci sia sempre l’estate
Che ritorni a casa la mia gatta
Che entri nella pancia della mamma una nuova sorellina
Avere la playstation del futuro
Che torni il gatto Dino

Cosa è il Parlamento?
E uno stadio dove stanno tutti i desideri
Un posto dove c’è allegria (NB: nella illustrazione del libro è un emiciclo tutto colorato)
Una ragnatela delle emozioni di tutti.

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LE PAURE 10 maggio 2021
Verbalizzazione dei bambini
Di cosa avete paura?
Attraversare la strada;
stare sul bordo del marciapiede;
correre per strada e inciampare;
però le paure aiutano a non andare nei pericoli;
paura del fuoco;
paura delle strade grandi con le automobili veloci;
paura degli animali;
paura del vuoto;
paura del cane che morde;
paura del buio;
paura dei mostri;
quelle cose che ci fan paura quando nel buio sentiamo un cane che abbaia;
paura del buio perché non vediamo niente;
paura di quando arriva Babbo Natale o la Befana perché vengono a vedere che stai dormendo;
paura dei ladri dei bambini.
paura del buio;
paura dei mostri;
quelle cose che ci fan paura quando nel buio sentiamo un cane che abbaia;
paura del buio perché non vediamo niente;
paura di quando arriva Babbo Natale o la Befana perché vengono a vedere che stai dormendo;
paura dei ladri dei bambini.                                                                 45
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I MOSTRI 29 aprile 2021

Verbalizzazioni dei bambini

Cerco di immaginarli simpatici

Sogno mostri cattivi ma li accarezzo e diventano amici

I mostri si cibano delle nostre paure

La voce della tv quando è sera e sono a letto mi sembra la voce dei mostri

Una volta di notte tornato dal bagno ho visto un’ombra e ho pensato che fosse un mostro

A letto una volta ho sentito una mano che mi toccava, ho pensato fosse un mostro e invece era la mamma

Una volta un gatto mi è sembrato un mostro.

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CONCLUSIONE DEI LAVORI
Simbologia dell’albero
a cura dell’insegnante Sara Pasquariello

L’immagine dell’albero suscita molte risonanze nella nostra mente poiché esso è connesso a due regni: il cielo e
la terra. Le radici ben piantate a terra come nel grembo materno, che riportano all’idea della stabilità,
dell’equilibrio di tutte le cose, ed il completamento della propria natura che propende fuori di sé, verso l’alto e
verso l’altro in un atto di grande generosità (penso ad alberi dalle chiome molto generose come la quercia,
oppure ad alberi stabili e frondosi anche in zone impervie come il Baobab). Dall’altra parte, quella
dell’albero rimanda all’immagine di un percorso, inteso come processo di crescita e di evoluzione, che
continuamente si rinnova e rinasce e pone l’individuo, che vi si identifica, al centro della propria relazione con
sé e la natura o la propria relazione con gli altri.
Se infatti si pensa ad un giardino o ad un bosco si scopre poi un mondo, quello degli alberi, incredibilmente
interconnesso. Essi infatti attraverso le radici creano una rete di aiuti e scambi di sostanze utili alla sussistenza
di tutto il gruppo simile alla rete del web così interessante da esser studiata da esperti scienziati di diversi
ambiti. Le radici rimandano per forza di cose ai ricordi, alla nostra storia, che affonda in un passato, si sviluppa
nel presente e si proietta evolvendosi verso il futuro. Noi stessi potremmo finire con l’identificarci in alberi che
attraverso relazioni, danno vita ad un giardino o ad un bosco ideali animando e facendo risplendere con la
nostra presenza, il luogo dove ci troviamo.
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Riflettiamo insieme sul nostro percorso 28-05-2021

Maestra Sara: Cari bambini abbiamo lavorato insieme all’albero dei ricordi. In storia stiamo studiando lo
scorrere del tempo. Secondo voi questi ricordi resteranno sempre uguali nel tempo, oppure si trasformeranno,
simbolicamente, come accade per gli alberi da frutto in fiori e poi in frutti?
Bambini: Si trasformeranno in frutti.
Maestra Sara: Proviamo a immaginate quali potrebbero essere questi frutti. I nostri ricordi più belli in cosa
potrebbero trasformarsi in futuro?
Bambini: In libertà; in felicità, in amore; in pazienza; in serenità, in pace; in affetto; in libertà di stare insieme e
vivere come una famiglia; in libertà di fare quello che vogliamo.
Maestra Sara: Perché secondo voi abbiamo scelto un albero? Cosa rappresenta l’albero per voi? Quante cose ci
offre un albero?
Bambini: Perché l’albero è vita. Sull’albero posso dormire; mi ci posso arrampicare; posso raccogliere frutti; mi
ci posso nascondere; mi ci sono grattato la schiena una volta come fanno gli orsi; possiamo fare un pisolino
sotto l’albero; possiamo costruire una casetta sull’albero; posso saltare da un ramo all’altro con un ramo che
penzola; io una volta mi ci sono arrampicato e poi mi sono tenuto per le gambe ad un ramo e l’ho guardato
penzoloni a testa in giù; io ho baciato la corteccia e ho fatto un cuscino con le sue foglie; io ho abbracciato il
tronco.
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Maestra Sara: Quindi è importante per voi l’albero?
Bambini: Si, noi ci ritroviamo sotto un albero nel giardino della scuola, che è un po’ la nostra casa e cantiamo
l’Inno di Italia.
Maestra Sara: Che bello! Allora il contatto con la natura vi fa anche sentire più uniti tra voi!
Bambini: Si. A noi piace tanto ritrovarci sotto il nostro albero.

Al termine del nostro Viaggio tra paure e speranza posso dire di essere grata ai bambini per aver intrapreso
insieme a noi questa avventura lasciandosi guidare con fiducia. Le paure hanno lasciato il posto al coraggio di
guardare dritto in faccia a ciò che prima sembrava un mostro spaventoso perché poteva assumere tutti i volti
dell’ignoto.
I nostri bambini hanno scoperto che, tirando fuori dai confini dell’inconscio, i loro mostri, da paurosi potevano
diventare anche buffi! La consapevolezza e la competenza acquisite, ovvero la possibilità di dare un nome alle
proprie paure e di interpretare le proprie angosce, ha alimentato la speranza di riuscire a superarle perché solo
conoscendole si può imparare a sconfiggerle ma soprattutto a convivere con esse.
Questo è ciò che ci auguriamo di aver loro donato, attraverso questo lavoro, la Speranza che tutto è possibile
se lo si vuole e qualsiasi angoscia può essere affrontata, una volta ridimensionata. Ciò diviene ancor più vero
soprattutto grazie al reciproco aiuto e all’investimento dei reciproci talenti e competenze.
Grazie bambini!!!
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BIBLIOGRAFIA

M. Sendak, Nel paese dei mostri selvaggi, Babalibri, 1999
M. A. C. Quarello, Babau cerca casa, Orecchio acerbo, 2005
E. Burfoot, Ballando con il buio, Lapis edizioni, 2008
S. Gambaro et al., Berta la lucertola, Artebambini, 2011
A. Llenas, Il buco, Gribaudo, 2013
P. Leathers, Nero Coniglio, Lapis, 2014
E. Yarlett, Ettore e il buio, La Margherita edizioni, 2014
F. Sanna, Io e la mia paura, Emme Edizioni, 2018
B. Teckentrup, L’albero dei ricordi, Gallucci editore, 2018
C. Schneider, H. Pinel, In punta di piedi, Orecchio Acerbo, 2019
A. Lobel, Rana e Rospo sempre insieme, Superbaba, 2019
G. Rodari, F. Ballarini, Speranza, Emme edizioni, 2021

NB: tutti questi libri sono reperibili gratuitamente in BrianzaBiblioteche, il grande circuito di prestito
libri di Monza e Brianza.
E’ possibile accedere al servizio di consultazione e prestito gratuito attraverso l’iscrizione digitando
https://www.brianzabiblioteche.it/
Si ricorda che a Monza in Piazza Trento e Trieste vi è una splendida biblioteca dedicata
esclusivamente a bambini e ragazzi.
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SCUOLA PRIMARIA BACHELET MONZA, CLASSE 2°A - ANNO SCOLASTICO 2020/2021

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SCUOLA PRIMARIA BACHELET MONZA, CLASSE 2°A - ANNO SCOLASTICO 2020/2021

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