VIAGGIO TRA PAURE E SPERANZA - di Sara Pasquariello ed Elisabetta Cagnolaro - Monza
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Progetto sulle emozioni Il contesto socioculturale in cui ci troviamo ad operare, e in cui la nostra scuola orbita, è un contesto molto delicato e variegato che determina la presenza e la coesistenza nelle classi di bambini provenienti da realtà diverse tra loro. Durante una lezione di italiano su filastrocche dedicate a desideri e paure, è affiorato tra i nostri alunni il bisogno di raccontare le loro emozioni più nascoste; a noi insegnanti è sembrato come di veder affiorare da acque profonde un tesoro sommerso da anni. In un clima relazionale di ascolto profondo e di fiducia reciproca, i bambini hanno spontaneamente aperto il loro cuore e si sono confidati. A noi docenti, custodi di un momento prezioso, è sembrato importante cogliere l’occasione per aiutare i nostri alunni a dare un nome ai loro desideri, le loro speranze ma soprattutto le loro paure così da poter insieme guardarle con occhi nuovi, capaci anche di collocare nella giusta dimensione, sia nel proprio cuore che nella propria mente, emozioni difficili da nominare e riconoscere per bambini così piccoli. Credo fermamente che la fascia di età degli alunni, alla quale rivolgiamo la nostra azione didattico educativa, sia bisognosa delle opportune cure ed attenzioni affinché sia data voce e dignità all’innocenza spesso inascoltata. Abbiamo quindi intrapreso un Viaggio tra paure e speranza attraverso una serie di racconti selezionati “ad hoc”, e letti da noi insegnanti per guidare gli alunni a trovare una nuova chiave di lettura e di interpretazione delle proprie emozioni. Il loro sguardo illuminato e sollevato da pesi, talvolta più grandi di loro, porto nel cuore come il dono speciale di questo percorso intrapreso insieme. L’insegnante Sara Pasquariello 2
Inizio percorso: 16.04.2021 Primo step: lettura della filastrocca Girotondo della paura Paura gigantesca, Allora come fare, paura appiccicosa, come si fa a scacciare, paura più assillante la chiudi dentro un sacco di una mosca noiosa. e poi la butti in mare? Ce l’hanno proprio tutti Non esiste una ricetta Non è escluso nessuno, E neppure una magia, un po’ di tremarella un poco di paura tiene se la porta dietro ognuno. compagnia. (Paola Palazzoli) 3
Secondo step: riflessione con le domande guida 1. Maestra Sara: Cosa è la paura? Risposte dei bambini: un’emozione; una sensazione di spavento ad esempio quando cammino nel buio di notte. 2. Maestra Sara: Quale è la tua paura più grande? Risposte dei bambini: - Io ho paura di perdere i miei genitori. - Io ho paura dei mostri nel buio della notte. - Io ho paura dei rumori nella notte. - Io ho provato una grande paura dopo la morte in pancia della mamma della mia sorellina. - Io dopo al morte dei miei fratellini. 3. Maestra Sara: Hai mai provato a vincere la paura? Come fai? Risposte dei bambini: - Io per vincere la paura stringo un peluche piccolo ed uno più grande. Poi inizio a farli parlare. Quello più grande immagino sia il mio papà che non c’è più. - Io tengo accesa una lucina che illumina il percorso per andare al bagno dalla mia camera. -Mio padre tiene accesa una luce durante la notte per noi fino alle 5:00 del mattino quando va al lavoro. - Io di notte se ho troppa paura che mi sveglio per un incubo vado nel lettone della mamma. 4
Terzo step: lettura della filastrocca sui desideri Desideri, desideri Voglio l’erba sulla pelle Voglio correre nei venti E lo zucchero di stelle Voglio romperlo tra i denti. Voglio fare le mie domande ad un albero, ad un fiume Voglio diventare grande senza perdere le piume. Voglio i nomi ed i cognomi Delle cose che non so Voglio il sole di domani e le lucciole di ieri Voglio acqua sulle mani Desideri, Desideri. (Bruno Tognolini) 5
Quarto step: riflessione con domande guida 1. Maestra Sara: Quale è il tuo desiderio più grande? Risposte dei bambini: - Il mio desiderio più grande è che i miei peluches diventassero veri per poter stare con loro come con degli amici. - Io vorrei stare sempre a scuola con le mie maestre. - Io vorrei che non ci fosse la guerra. - Io vorrei la pace in tutti i cuori. - Io vorrei giocare sempre. 6
Storytelling. Leggiamo insieme Nero-Coniglio altrimenti conosciuto come: Black rabbit. Si può imparare a convivere con le proprie paure? E’ ciò che abbiamo scoperto attraverso la lettura a due voci della storia: Nero-Coniglio letta dalla maestra Elisabetta Cagnolaro, tradotta e letta in inglese dall’insegnante Sara Pasquariello. 7
NERO-CONIGLIO - BLACK RABBIT Autrice: Philippa Leathers Traduttrice: Sara Pasquariello Listening activity (Ascolto della storia narrata in italiano dalla maestra Elisabetta Cagnolaro ed in inglese dalla maestra Sara Pasquariello) 8
LE RAGIONI DI QUESTA AVVENTURA di Elisabetta Cagnolaro La lettura di una pagina del libro di italiano, che induceva a riflettere sui propri desideri e le proprie paure, ha evidenziato, attraverso le verbalizzazioni dei bambini che ne sono seguite, una situazione di forte ansia sicuramente derivata dalla criticità storica che stiamo vivendo. Unendo le competenze delle insegnanti Pasquariello e Cagnolaro, si è deciso di affrontare questa tematica ritenendo di avere una possibilità assolutamente unica di contribuire alla riduzione dello stato di angoscia del qui e ora. Si è così imbastito un progetto in progress nel quale a una scaletta di temi affrontati sono stati trovati agganci congruenti al programma di italiano e inglese in particolare, così da poter lavorare seguendo il piano didattico senza rallentamenti. Sono stati via, via presentati in classe libri illustrati per bambini, riguardanti le tematiche utili, letti mediante drammatizzazione, mentre nel contempo venivano mostrate le immagini, sempre di alto valore estetico, così da avere aperto un doppio canale di comunicazione linguistico e iconico. A seguire, per ogni incontro, una breve introduzione con le finalità della discussione. 11
LA SPERANZA G. Rodari, F. Ballarini, La Speranza, Emme Edizioni, 2021 Lo scorso anno, in occasione della prima ondata pandemica, La Commissione della Comunità europea il 23 marzo ha voluto concludere la sua seduta leggendo questo testo poetico di Gianni Rodari, scritto nel 1960, come sentimento di augurio per il superamento di una crisi di cui stiamo ancora portando il peso. «S’io avessi una botteguccia Fatta di una sola stanza Vorrei mettermi a vendere Sai cosa? La speranza. “Speranza a buon mercato!” Per un soldo ne darei Ad un solo cliente Quanto basti per sei. E alla povera gente Che non ha da campare Darei tutta la mia speranza Senza farla pagare». 12
E’ stata occasione per aiutare i bambini a comprendere il significato di questa parola nella loro vita, di quali siano le loro attese, di quali siano le strategie - prima di tutte la pazienza! – per ottenere i frutti di questo desiderio. Parola meravigliosa, quest’ultima, nel suo significato etimologico, che allude al nostro rapporto con le stelle, dalle quali si aveva consuetudine nei tempi antichi, di ricavare pronostici per il futuro, indica anche quanta costanza serva per ottenere ciò che auspichiamo per la nostra vita, riconoscendo la lontananza tra noi e loro. Il desiderio è faticoso da attuare, e questo è un bene, perché fa scorrere il tempo, ci fa crescere, fa cambiare i nostri punti di vista; possiamo perfezionarlo, modificarlo, renderlo più grande, scoprirlo di così scarso valore da rendere inutile che ci si investa ancora. E nel frattempo noi non stiamo fermi, ma evolviamo, pensiamo, confrontiamo; il nostro desiderio si fa più bello e noi più abili al suo raggiungimento. Sperare è una delle strategie più alte del vivere, perché ci permette di creare ponti sui dolori. Oggi con i bambini abbiamo cominciato questo lavoro. 13
LA PAURA Avere paura è sentimento spiacevole ma utile a proteggerci da pericoli effettivi. Avere troppa paura, avere troppe paure, diventa un problema. Per un bambino avere paura può essere spaventoso perché non si hanno termini di riferimento, sa solo di aver delle paure senza sapere quanto questo sia cosa comune e quanto questo sia pericoloso. La mediazione delle letture sul tema, la visione delle illustrazioni che accompagnano questi racconti sono estremamente rassicuranti perché dimostrano l’universalità del problema e la possibilità che si trovino strategie di superamento. A. Lobel, Rana e Rospo sempre insieme, Superbaba, 2019 Tra i diversi episodi contenuti in questo libro ve n’è uno legato al tema delle paure. Rana e Rospo sono due amici che decidono di fare un’escursione in montagna che li espone a degli incontri spaventosi, che affrontano ripetendo “io non ho paura”, pur avendone tantissima, salvo poi ritornare di corsa a casa rifugiandosi uno sotto le coperte, l’altro nello sgabuzzino. Ciò che importa non è non sentire la paura, ma accettare di affrontarla, magari con un amico. 14
LA PAURA DEL BUIO Una delle paure che tutti abbiamo avuto, o ancora abbiamo, è quella del buio. E’ in realtà una paura ragionevole, saggia e necessaria, verrebbe da dire, visto che in natura vedere anche nel buio ti rende predatore invece che predato, e diventi predato in assenza di tale abilità. Paura atavica quindi, e saggia; l’evoluzione culturale della specie umana l’ha disinnescata nelle ore notturne mediante rifugi sicuri, ma non così facilmente sono stati domati i suoi fantasmi. Anche la crescita psicologica del bambino è ovviamente fattore determinante per il suo superamento e le strategie per introiettare le rassicurazioni a suo riguardo lottano per un po' di anni con i timori del buio che assale. Nella editoria per l’infanzia il tema della paura e in particolare di quella del buio è affrontata in centinaia di pubblicazioni. Ne sono state scelte alcune che per efficacia narrativa e qualità delle immagini sono capaci di concentrare il tema con particolare efficacia. M. Sendak, Nel paese dei mostri selvaggi, Babalibri, 1999 M. Quarello, Babau cerca casa, Orecchio Acerbo, 2005 P. Leathers, Nero Coniglio, Lapis, 2014 E. Yarlett, Ettore e il buio, La Margherita edizioni, 2014 15
C. Schneider, H. Pinel, In punta di piedi, Orecchio Acerbo, 2019 F. Sanna, Io e la mia paura, Emme Edizioni, 2018 R. Panero, S. Gambaro, P. Rocca, Berta la lucertola, Artebambini, 20 R. Panero, S. Gambaro, P. Rocca, Berta la lucertola, Artebambini, 2011 Libro strepitoso per l’essenzialità perfetta del racconto, con immagini efficaci che cedono il passo alle suggestioni della Notte stellata di Van Gogh. Cosa succede a una lucertolina abituata al sole e al caldo se una sera non fa in tempo a rientrare nella tana? Mossa dal terrore del freddo e del buio scopre che anche la notte ha le sue luci: la luna, le stelle. Certo, le sere successive si affretterà a tornare in tempo nella tana, sapendo però che il buio non è privo di bellezza. Prima attività Dopo la lettura animata della storia abbiamo osservato il quadro di Van Gogh, analizzandone le componenti e la struttura, quindi, utilizzando pastelli a cera e all’olio, colori poco considerati ma efficacissimi, i bambini l’hanno riprodotto liberamente. Utilizzando un tubetto di pasta acrilica verde ho poi realizzato su ogni foglio una lucertola Berta come è stata pensata nel libro 16
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Seconda attività Ogni bambino ha realizzato una scatola trappola per catturare la luce del giorno, così da poterne far uso in caso di bisogno, di notte, quando è solo a letto. Utilizzando una scatola metallica o di plastica con coperchio, ricoperta di cartoncino blu, ogni bambino vi ha apposto strappi di carte gialle arancioni rosse per formare un cielo stellato. Complice una giornata di sole, scesi in giardino, al “via” dell’insegnante ogni bimbo con un gesto ne ha catturato la luce, velocemente intrappolata col coperchio nella lattina. Se di sera, nella camera al buio, prendesse sopravvento la paura, le indicazioni sono le seguenti: si prende la scatola, si chiudono gli occhi, ma chiusi forte forte forte strizzando le palpebre il più possibile, si stringono i denti e si apre la scatola… Ma l’importante è non riaprire più gli occhi, altrimenti i piccoli bagliori di luce scompaiono… 22
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LA PAURA PIU’ TERRIBILE: LA MORTE La fatica di creare le condizioni per una condivisione liberatoria delle proprie paure, l’elaborazione di scritti e immagini a esprimerne la possibilità di superamento, hanno ovviamente avuto fin da subito, come vero macigno nel percorso, l’angoscia nei confronti della morte. A dispetto di chi si illuda del contrario, i bambini sono consapevoli che esista qualcosa di tremendo che può portar via irreparabilmente qualcosa di amato, e noi ne abbiamo avuto prova nella prima verbalizzazione, quella che ci ha indotto a questo lavoro, che ha preceduto la nostra decisione, quando abbiamo sentito pronunciare frasi quali “ho paura che mamma e papà muoiano”, “avrei voluto che nascesse la sorellina, i fratellini che erano nella pancia della mamma”, “ho pianto quando è morto il mio cane”. Poi c’è stato il pudore, intensissimo, dei dolori di morti taciute e delle lacrime a stento trattenute. Per questa ragione, ritengo con molta, moltissima attenzione, abbiamo affrontato anche questo drago feroce, attraverso la lettura di un vero capolavoro della letteratura per l’infanzia, che è B. Teckentrup, L’albero dei ricordi, Gallucci editore, 2018. 30
B. Teckentrup, L’albero dei ricordi, Gallucci editore, 2018. Per Volpe è l’ora di partire e gli amici, affranti, scoprono istintivamente come raccontare i tempi belli vissuti con lei sia un modo straordinario per mantenerla in vita, per lenire il proprio dolore. Complice la neve caduta che ne copre il corpo, al centro della radura spunta, dapprima sottile, poi sempre più rigoglioso, un grande albero dello stesso colore arancione rosso di Volpe, grazie ai ricordi condivisi dei suoi amici del bosco. E su questo albero, o ai suoi piedi, tutti gli animali trovano rifugio e ristoro, e Volpe “continuò a vivere nei loro cuori per sempre”. Dopo la prima lettura del libro, in cui tutti abbiamo pianto assieme (poi, a richiesta, vi sono state altre riletture, più serene) abbiamo condiviso i nostri ricordi di quanti animali che abbiamo amato siano morti e con rispetto reciproco abbiamo ascoltato le parole dei bambini. Volontariamente mi sono astenuta dalla lettura di testi in cui fosse trattato in modo esplicito la morte degli uomini; l’allusione del viaggio di Volpe era più che sufficiente. 31
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Ho fatto trovar loro, già da me realizzato perché troppo complesso da costruire assieme, un origami di Volpe e abbiamo concluso questo impegnativissimo cammino di riflessione sulle paure realizzando assieme un grandissimo albero di carta su cui i bambini hanno liberamente scritto parole, narrato brevi racconti, descritto piccoli e grandi ricordi. Una somma di memorie, quindi, che simbolicamente speriamo possa servire a ricordare come le paure e i dolori esistano, siano veri, ma avere la forza di guardarli negli occhi, di saperne condividere il peso attraverso parole e immagini, assieme a degli adulti o agli amici, renda ciascuno di noi più forte e meno triste. Descrizione figurata di questo sentire “un buco nella pancia” a causa delle paure l’abbiamo trovata espressa in: A. Llenas, Il buco, Gribaudo, 2013 Con un abbraccio fortissimo la vostra maestra Elisabetta Monza, 6 giugno 2021 33
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L’ALBERO DI VOLPE Il racconto di Volpe ha coinvolto a tal punto i bambini da rendere possibile un lavoro molto ampio di riflessione di attività pratica. Se la complessità della realizzazione dell’origami mi ha suggerito di far trovare un animalino già finito su ognuno dei loro banchi, si è viceversa aperta una seconda fase di elaborazione del racconto con la creazione collettiva di un grande albero. Usando un procedimento già codificato da Bruno Munari, secondo il quale è possibile sviluppare una forma arborea procedendo con la suddivisione in due parti della misura del tronco, poi della prima coppia di rami e via via fino a ottenere una struttura fortemente ramificata (generando pieghe in grado di indirizzare differentemente la direzione di quelli), ho preparato con della carta bianca un albero di circa due metri e mezzo di altezza. I bambini son stati invitati, usando pennarelli colorati, a riempire tutta la superficie di scritte prevalentemente legate a dei ricordi. Così come l’albero che nasce dove Volpe si è addormentata cresce grazie alle memorie narrate dai suoi amici, così il nostro albero ha preso evidenza dalla somma dei pensieri dei bambini. 41
Il lavoro non è stato breve e ha richiesto costanza sia per il tempo necessario a riempire una superficie solo apparentemente piccola, sia perché in molti hanno fatto uno sforzo sincero ed evidente a condividere con l’albero e con gli altri amici pensieri intimi, alcuni estremamente dolorosi. Cosa che però ha dato dimostrazione dell’efficacia del lavoro: esternare una sofferenza, consegnarla a qualcosa o qualcuno fuori di noi, è sicuramente il principio della guarigione della ferita dell’anima. Molte altre frasi sono state invece improntate alla memoria felice di avvenimenti più o meno vicini, al ricordo di amici o parenti, di giochi ottenuti o momenti condivisi. Se ne avremo il coraggio - scrivo prima che questa azione venga proposta - chiederò domani ai bambini di smembrare, con rispetto, l’albero in tante parti, non so ancora se privilegiando la riacquisizione di almeno un proprio ricordo o viceversa condividendolo con altri, inserendo quei brani di albero nel libro che al termine di questo lunghissimo lavoro finalmente noi insegnanti consegneremo a ogni bambino e alle rispettive famiglie. Come immagino abbiate compreso, non si tratta di un libro qualsiasi. Contiene le tracce di tanti piccoli viaggiatori che stanno attraversando la vita pieni di trepidazione che questa possa mostrare loro il suo volto benedetto; inciampati come per necessario destino in sassi che ogni tanto li han fatti un po' disorientare, si esercitano all’attitudine più dura del vivere: quella di proseguire con fiducia. Essere loro vicine non è casualità del mestiere, ma un onore. Elisabetta Cagnolaro
SPERANZA 13 aprile 2021 Primo incontro verbalizzazione dei bambini Cosa è la speranza? Un pensiero bello Trasformare una cosa brutta in bella Cosa sperate? Che passi due volte Babbo Natale Che ci sia sempre l’estate Che ritorni a casa la mia gatta Che entri nella pancia della mamma una nuova sorellina Avere la playstation del futuro Che torni il gatto Dino Cosa è il Parlamento? E uno stadio dove stanno tutti i desideri Un posto dove c’è allegria (NB: nella illustrazione del libro è un emiciclo tutto colorato) Una ragnatela delle emozioni di tutti. 43
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LE PAURE 10 maggio 2021 Verbalizzazione dei bambini Di cosa avete paura? Attraversare la strada; stare sul bordo del marciapiede; correre per strada e inciampare; però le paure aiutano a non andare nei pericoli; paura del fuoco; paura delle strade grandi con le automobili veloci; paura degli animali; paura del vuoto; paura del cane che morde; paura del buio; paura dei mostri; quelle cose che ci fan paura quando nel buio sentiamo un cane che abbaia; paura del buio perché non vediamo niente; paura di quando arriva Babbo Natale o la Befana perché vengono a vedere che stai dormendo; paura dei ladri dei bambini. paura del buio; paura dei mostri; quelle cose che ci fan paura quando nel buio sentiamo un cane che abbaia; paura del buio perché non vediamo niente; paura di quando arriva Babbo Natale o la Befana perché vengono a vedere che stai dormendo; paura dei ladri dei bambini. 45
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I MOSTRI 29 aprile 2021 Verbalizzazioni dei bambini Cerco di immaginarli simpatici Sogno mostri cattivi ma li accarezzo e diventano amici I mostri si cibano delle nostre paure La voce della tv quando è sera e sono a letto mi sembra la voce dei mostri Una volta di notte tornato dal bagno ho visto un’ombra e ho pensato che fosse un mostro A letto una volta ho sentito una mano che mi toccava, ho pensato fosse un mostro e invece era la mamma Una volta un gatto mi è sembrato un mostro. 49
CONCLUSIONE DEI LAVORI Simbologia dell’albero a cura dell’insegnante Sara Pasquariello L’immagine dell’albero suscita molte risonanze nella nostra mente poiché esso è connesso a due regni: il cielo e la terra. Le radici ben piantate a terra come nel grembo materno, che riportano all’idea della stabilità, dell’equilibrio di tutte le cose, ed il completamento della propria natura che propende fuori di sé, verso l’alto e verso l’altro in un atto di grande generosità (penso ad alberi dalle chiome molto generose come la quercia, oppure ad alberi stabili e frondosi anche in zone impervie come il Baobab). Dall’altra parte, quella dell’albero rimanda all’immagine di un percorso, inteso come processo di crescita e di evoluzione, che continuamente si rinnova e rinasce e pone l’individuo, che vi si identifica, al centro della propria relazione con sé e la natura o la propria relazione con gli altri. Se infatti si pensa ad un giardino o ad un bosco si scopre poi un mondo, quello degli alberi, incredibilmente interconnesso. Essi infatti attraverso le radici creano una rete di aiuti e scambi di sostanze utili alla sussistenza di tutto il gruppo simile alla rete del web così interessante da esser studiata da esperti scienziati di diversi ambiti. Le radici rimandano per forza di cose ai ricordi, alla nostra storia, che affonda in un passato, si sviluppa nel presente e si proietta evolvendosi verso il futuro. Noi stessi potremmo finire con l’identificarci in alberi che attraverso relazioni, danno vita ad un giardino o ad un bosco ideali animando e facendo risplendere con la nostra presenza, il luogo dove ci troviamo. Sara Pasquariello 50
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Riflettiamo insieme sul nostro percorso 28-05-2021 Maestra Sara: Cari bambini abbiamo lavorato insieme all’albero dei ricordi. In storia stiamo studiando lo scorrere del tempo. Secondo voi questi ricordi resteranno sempre uguali nel tempo, oppure si trasformeranno, simbolicamente, come accade per gli alberi da frutto in fiori e poi in frutti? Bambini: Si trasformeranno in frutti. Maestra Sara: Proviamo a immaginate quali potrebbero essere questi frutti. I nostri ricordi più belli in cosa potrebbero trasformarsi in futuro? Bambini: In libertà; in felicità, in amore; in pazienza; in serenità, in pace; in affetto; in libertà di stare insieme e vivere come una famiglia; in libertà di fare quello che vogliamo. Maestra Sara: Perché secondo voi abbiamo scelto un albero? Cosa rappresenta l’albero per voi? Quante cose ci offre un albero? Bambini: Perché l’albero è vita. Sull’albero posso dormire; mi ci posso arrampicare; posso raccogliere frutti; mi ci posso nascondere; mi ci sono grattato la schiena una volta come fanno gli orsi; possiamo fare un pisolino sotto l’albero; possiamo costruire una casetta sull’albero; posso saltare da un ramo all’altro con un ramo che penzola; io una volta mi ci sono arrampicato e poi mi sono tenuto per le gambe ad un ramo e l’ho guardato penzoloni a testa in giù; io ho baciato la corteccia e ho fatto un cuscino con le sue foglie; io ho abbracciato il tronco. 53
Maestra Sara: Quindi è importante per voi l’albero? Bambini: Si, noi ci ritroviamo sotto un albero nel giardino della scuola, che è un po’ la nostra casa e cantiamo l’Inno di Italia. Maestra Sara: Che bello! Allora il contatto con la natura vi fa anche sentire più uniti tra voi! Bambini: Si. A noi piace tanto ritrovarci sotto il nostro albero. Al termine del nostro Viaggio tra paure e speranza posso dire di essere grata ai bambini per aver intrapreso insieme a noi questa avventura lasciandosi guidare con fiducia. Le paure hanno lasciato il posto al coraggio di guardare dritto in faccia a ciò che prima sembrava un mostro spaventoso perché poteva assumere tutti i volti dell’ignoto. I nostri bambini hanno scoperto che, tirando fuori dai confini dell’inconscio, i loro mostri, da paurosi potevano diventare anche buffi! La consapevolezza e la competenza acquisite, ovvero la possibilità di dare un nome alle proprie paure e di interpretare le proprie angosce, ha alimentato la speranza di riuscire a superarle perché solo conoscendole si può imparare a sconfiggerle ma soprattutto a convivere con esse. Questo è ciò che ci auguriamo di aver loro donato, attraverso questo lavoro, la Speranza che tutto è possibile se lo si vuole e qualsiasi angoscia può essere affrontata, una volta ridimensionata. Ciò diviene ancor più vero soprattutto grazie al reciproco aiuto e all’investimento dei reciproci talenti e competenze. Grazie bambini!!! La maestra Sara Pasquariello 54
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BIBLIOGRAFIA M. Sendak, Nel paese dei mostri selvaggi, Babalibri, 1999 M. A. C. Quarello, Babau cerca casa, Orecchio acerbo, 2005 E. Burfoot, Ballando con il buio, Lapis edizioni, 2008 S. Gambaro et al., Berta la lucertola, Artebambini, 2011 A. Llenas, Il buco, Gribaudo, 2013 P. Leathers, Nero Coniglio, Lapis, 2014 E. Yarlett, Ettore e il buio, La Margherita edizioni, 2014 F. Sanna, Io e la mia paura, Emme Edizioni, 2018 B. Teckentrup, L’albero dei ricordi, Gallucci editore, 2018 C. Schneider, H. Pinel, In punta di piedi, Orecchio Acerbo, 2019 A. Lobel, Rana e Rospo sempre insieme, Superbaba, 2019 G. Rodari, F. Ballarini, Speranza, Emme edizioni, 2021 NB: tutti questi libri sono reperibili gratuitamente in BrianzaBiblioteche, il grande circuito di prestito libri di Monza e Brianza. E’ possibile accedere al servizio di consultazione e prestito gratuito attraverso l’iscrizione digitando https://www.brianzabiblioteche.it/ Si ricorda che a Monza in Piazza Trento e Trieste vi è una splendida biblioteca dedicata esclusivamente a bambini e ragazzi. 56
SCUOLA PRIMARIA BACHELET MONZA, CLASSE 2°A - ANNO SCOLASTICO 2020/2021 57
SCUOLA PRIMARIA BACHELET MONZA, CLASSE 2°A - ANNO SCOLASTICO 2020/2021 58
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