FESTA DELLE PALME 2020 - 4 APRILE - FIGLINE V.no (FI)
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COMMISSIONE FESTA DELLE PALME FESTA DELLE PALME 2020 4 APRILE – FIGLINE V.no (FI) ✏ Il tema della prossima Giornata Mondiale della Gioventù sarà: «Giovane, dico a te, alzati!» (cfr. Lc 7,14). Questo tema egli altri del prossimo triennio (che si concluderà con la Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona nel 2022), sono stati tratti dal n. 20 dell'esortazione apostolica di papa Francesco Christus vivit, consegnata dal Santo Padre alla Chiesa universale al termine del Sinodo sui giovani celebrato in Vaticano nell'ottobre 2018. «Se hai perso il vigore interiore, i sogni, l’entusiasmo, la speranza e la generosità, davanti a te si presenta Gesù come si presentò davanti al figlio morto della vedova, e con tutta la sua potenza di Risorto il Signore ti esorta: «Ragazzo, dico a te, alzati!» (Lc 7,14)»1. Ovviamente nella scelta del personaggio che ci accompagnerà, sia nella preparazione, che durante la festa delle palme, abbiamo tenuto in considerazione queste parole del papa, inoltre ci ha ispirato anche il discorso che lo stesso papa Francesco ha rivolto ai giovani l'11 agosto 2018 a Roma presso il Circo Massimo nel quale invitava i giovani a non aver paura dei loro sogni, ma anzi a prendersene cura e coltivarli, a far si che proprio questi sogni facciano si che ognuno possa alzarsi e compiere ciò che Dio ha riservato per ciascuno di noi. Durante questo discorso il Santo Padre ha preso come esempio un ventiduenne italiano di nome Francesco e che abitava ad Assisi, che tutti noi conosciamo bene. Si, è proprio san Francesco e sarà lui a guidarci in questa festa delle palme 2020. ✏ Le tappe del nostro cammino di preparazione alla festa saranno sempre tre: a) Nella prima tappa vedremo la vita prima della conversione di Francesco, in primo passo vedremo che Francesco ha un sogno: quello di essere un bravo cavaliere, andare a combattere in guerra e fare tante imprese che lo portassero a ottenere fama e gloria... un sogno tutto terreno e in piana sintonia con la logica del mondo di allora. b) Nella seconda tappa invece le cose cambiano, Francesco si rende conto che quello che sogna e prova a vivere forse non è quello che realmente si sente di fare nella vita. Avviene un incontro particolare, con una persona speciale, Francesco incrocia il suo sguardo con quello di Gesù e capisce che la sua vita era destinata ad altro. 1 Papa Francesco, Esortazione apostolica post-sinodale Christus Vivit, n. 20 1
C) La terza tappa mostrerà la definitiva presa di conoscenza di Francesco che il suo sogno in realtà era il sogno di Dio, cioè quello che Dio fin dal grembo di sua madre aveva pensato per lui. Vivendo a pieno il progetto che Dio aveva preparato per lui scopre il grande amore e la la grande misericordia di Dio. Sarà proprio tutto questo che lo renderanno il Francesco che tutti noi conosciamo. ✏Come ogni anno abbineremo alla Festa un'opera di carità. L'opera di carità scelta per la Festa delle Palme 2020, riguarda un aiuto alla nostra Caritas Diocesana, facendo una raccolta alimentare che sarà poi distribuita ai vari centri Caritas. Sul territorio diocesano sono presenti in alcune Parrocchie dei centri parrocchiali, mentre a livello diocesano sono presenti sul territorio 5 centri di ascolto: Fiesole; Greve in Chianti; Figline Valdarno; San Giovanni Valdarno e Montevarchi. Gli alimenti che servono e che raccoglieremo alla Festa delle Palme è il seguente (ogni vicariato dovrà raccogliere il materiale indicato, si ricorda che tutti gli alimenti portati dovranno essere a LUNGA CONSERVAZIONE): - Pasta e Omogeneizzati : CASENTINO e ISOLA DI FIESOLE - Confezioni di Legumi e Biscotti per bambini : VALDISIEVE - Scatolette di Tonno e Latte in polvere x neonati: VALDARNO ARETINO - Passata di Pomodoro e Latte a lunga conservazione VALDARNO FIORENTINO - Olio e Fette Biscottate: ALTIPIANO - Carne in scatola e Biscotti: CHIANTI ✏ Il segno-simbolo che ogni parrocchia dovrà costruire, sarà una rappresentazione del Cantico delle creature di san Francesco, cercando anche di attualizzare il suo messaggio. Per la realizzazione del simbolo si invita a non superare le seguenti misure: 1m x 1m x 1m. Vi Potranno essere utili queste parole di Mons. Peri, Vescovo di Caltagirone (CT) sull'attualizzazione del Cantico delle Creature: «Il mondo può essere il luogo in cui l’uomo si perde, ma anche il luogo in cui l’uomo ammira, contempla l’opera, l’azione, la trasparenza, la presenza, l’attenzione, la cura che Dio ha. Il Cantico delle creature non è il segno di un romanticismo, ma il recupero in profondità di quello che le cose sono: segni che manifestano Dio. Basterebbe dire che il Cantico delle creature non nasce da una contemplazione fisica del mondo, ma del cuore. Francesco compone il Cantico quando era quasi del tutto cieco: canta la creazione sentendola con gli occhi interiori, gli occhi dello Spirito. Sente le cose, le avverte, e non si ferma a quello che i sensi avrebbero potuto cogliere, ma va ben oltre. La creazione più che vivere fuori, vive dentro di lui. Nel mondo non vede solo i segni del peccato, della caduta, della fragilità, ma principalmente e più in profondità i segni della redenzione, del riscatto… i segni, cioè, di tutto ciò che ci può fare dire: felice colpa che meritò un così grande Salvatore. Francesco vive, quindi, l’anticipo di quella redenzione che la creazione attende dall’uomo divenuto santo: Francesco vive l’anticipazione di una realtà riscattata, 2
restaurata in tutte le sue espressioni. Pensiamo ad esempio al fatto stesso che il Cantico, come lettura redenta del mondo che lo circonda, si va componendo, nel tempo, di ulteriori strofe. Questo ci fa capire che ci sono zone d’ombra della realtà che magari, immediatamente, non rientravano in questa lettura di luce di Francesco. Ci sono realtà, quindi, che saranno integrate a poco a poco, dal perdono, ad esempio, a quella riconciliazione ultima con “sorella morte” per fare quel passo, il nunc dimittis (ora mandami), in pace, perché i suoi occhi hanno visto la salvezza e soprattutto la consolazione che Dio poteva offrirgli»2. ✏ Vi invitiamo a fare dei foulard o delle bandane del colore assegnato al vostro vicariato. I colori dei vicariati sono i seguenti: - Valdisieve AZZURRO - Chianti VIOLA - Valdarno Fiorentino BIANCO - Valdarno Aretino VERDE - Altipiano GIALLO - Casentino ARANCIO - Isola di Fiesole ROSSO In queste pagine troverete: La storia delle tre tappe scelte, da leggere o raccontare ai bambini/ragazzi Il materiale diviso per elementari e medie per lavorare per tre incontri durante la Quaresima con i bambini/ragazzi Vi ringraziamo fin da ora per la preziosa collaborazione e speriamo di incontrarvi numerosi a Figline V.no, presso l'Oratorio don Bosco e la Piazza Ficino, il prossimo 4 aprile. 2 CALOGERO PERI, San Francesco , anticipatore di una realtà riscattata. 3
PRIMA TAPPA Assisi, fine del XII secolo. Se vuoi sapere quali sono le ultime mode, i locali più in voga e le feste più divertenti, c’è solo una persona da seguire: il giovane Francesco. È un tipo carismatico, con un sacco di amici, e ha molto successo tra i giovani membri delle famiglie benestanti della città. Dove c’è lui, c’è il divertimento assicurato: la sua compagnia è la più allegra e si può stare sicuri che saprà sempre trascinarti nelle avventure più emozionanti. Ma chi è questo Francesco? È il figlio di Pietro di Bernardone, un mercante di stoffe, e di una dama francese, madonna Pica. Suo padre ha fatto fortuna con il suo commercio e la famiglia di Francesco è piuttosto ricca. Il ragazzo sembra destinato a seguire le orme del padre e svolgere il suo stesso mestiere. “Francesco” è un nome che tutti ricordano bene, perché è piuttosto strano. Il ragazzo in realtà si chiamava Giovanni, ma suo padre era davvero appassionato della Francia, tanto da decidere di cambiare il nome al figlio. Così, con un nome unico, una famiglia che non gli fa mancare niente e una personalità esuberante, Francesco è proprio al centro dell’attenzione. È il leader del suo gruppo di amici, un leader naturale, che tutti seguono volentieri perché sono affascinati da lui. Ma questa storia, che inizia con questo giovane che ha tutto e non sembra avere un solo problema al mondo, in realtà ci riserverà delle belle sorprese. Francesco ha un sogno, simile a quello di molti suoi coetanei. Siamo in un periodo pieno di guerre, dove una delle carriere più desiderate è quella del cavaliere. Chi è il cavaliere? È un guerriero esperto che partecipa a molte battaglie: se ne esce vincitore, diventa famoso e ricco. Il cavaliere è sempre ammirato dalla gente, perché è coraggioso e forte, un esempio da seguire, qualcuno che ha raggiunto un obiettivo straordinario. Per un tipo come Francesco, che sembra sempre inseguire la popolarità, la carriera del cavaliere sembra perfetta. Lo dice spesso agli amici, la sera, tra una bevuta in una taverna e una festa: «Assisi non mi basta. C’è molto altro, molto di più!» «E che cosa vorresti fare?» Lui allora, con gli occhi che brillano, come se già intravedesse il futuro, scuote la testa. «Ancora non lo so di preciso, ma vedrete. Aspettate solo che riesca a diventare cavaliere, e vedrete!» Francesco ha ragione. C’è molto altro, molto di più. Solo che non sa ancora cosa queste parole vogliano dire davvero. 4
MATERIALE ELEMENTARI ATTIVITA’ Dopo aver letto la prima parte della storia di Francesco compila la sua carta d’identità: Adesso compila la TUA carta d’identità: 5
Per i catechisti/educatori Francesco ha cercato la GIOIA principalmente in 3 direzioni: - cercando di diventare RICCO: con il mestiere da mercante più stoffe vendeva più soldi guadagnava; - cercando di diventare il LEADER tra gli AMICI; - cercando di DIVENTARE CAVALIERE Ma Francesco non ha trovato la vera felicità, perché??? Ha raggiunto la vera GIOIA seguendo queste 3 strade.......????? La riflessione che con il nostro aiuto vengono invitati a fare i ragazzi è che loro, come Francesco, possiedono tanti beni materiali che spesso però non sono quelli che li rendono veramente felici. Ognuno possiede invece dei doni, che non sono beni materiali, su cui può contare in qualunque momento della vita e che possono renderlo felice. 6
MATERIALE MEDIE ATTIVITA’ I ragazzi vengono invitati a scrivere su un biglietto quali sono i beni più preziosi che possiedono in quel momento e che li rendono felici (probabilmente scriveranno: cellulare, scarpe, ...); successivamente vengono invitati a lasciare al centro della stanza questi beni. A questo punto i ragazzi vengono invitati a scrivere di nuovo i beni più preziosi che possiedono in quel momento, escludendo quelli che hanno lasciato. Francesco ha cercato la GIOIA principalmente in 3 direzioni: - cercando di diventare RICCO: con il mestiere da mercante più stoffe vendeva più soldi guadagnava; - cercando di diventare il LEADER tra gli AMICI; - cercando di DIVENTARE CAVALIERE Ma Francesco non ha trovato la vera felicità, perché? Ha raggiunto la vera GIOIA seguendo queste 3 strade .......? La riflessione che con il nostro aiuto vengono invitati a fare i ragazzi è che loro, come Francesco, possiedono tanti beni materiali che credono possano renderli felici, che danno una gioia momentanea e passeggera, ma al di là di questi, possiedono dei doni su cui possono contare in qualunque momento della loro vita e che possono renderli felici. 7
SECONDA TAPPA Possiamo fare i progetti più straordinari, ma spesso succede qualche imprevisto che cambia tutto. È ciò che accadde a Francesco – proprio lui, il re della compagnia di Assisi. Aveva detto che sarebbe diventato cavaliere, che avrebbe fatto grandi cose. Beh, cavaliere lo diventò, ma non ebbe un destino molto glorioso: era il 1202, c’era guerra tra Assisi e Perugia e lui fu catturato e passò un sacco di tempo in prigione, con qualche problema di salute. Poi tornò a casa e gli ci volle un po’ per guarire: ebbe molto tempo per pensare. Cosa succede, quando si ha tanto tempo per pensare? Qualche volta si fanno dei pensieri davvero interessanti. Per esempio, Francesco pensò che la sua vita di prima non fosse poi così entusiasmante. Lui, che era un leader seguito e apprezzato, lui che sembrava avere tutto, cominciò a farsi una domanda: se ho tutto, perché mi sembra che mi manchi qualcosa? Quando una domanda importante entra nella nostra testa, bisogna fare di tutto per trovare la risposta. Francesco non era tipo da perdersi d’animo, quindi seguì quella domanda e si mise alla ricerca di ciò che gli mancava per essere felice. La risposta la trovò piano piano, un pezzo per volta, in tanti momenti, tanti incontri. Un giorno la risposta gli arrivò in maniera davvero inaspettata. Se c’era una cosa che a Francesco aveva sempre fatto impressione, erano i malati di lebbra. La lebbra era una malattia terribile, che causava delle piaghe sulla pelle. Le persone affette da questa malattia spesso dovevano vivere fuori dalle città, per evitare di contagiare gli altri, e verso di loro c’era molta discriminazione. Anche Francesco era tra quelli che non volevano avere niente a che fare con i lebbrosi. Un giorno però se ne trovò uno davanti. La sua reazione iniziale sarebbe stata quella di scappare, ma in quel momento gli tornò in mente la domanda: cosa mi manca davvero? Allora andò incontro al lebbroso e lo abbracciò. Così, d’istinto. All’improvviso non gli faceva più schifo o paura. Si rese conto di essere davvero cambiato. Ma quello era solo l’inizio. Un giorno era in una piccola chiesa, chiamata San Damiano, a pregare. Mentre era lì concentrato, ebbe l’impressione che qualcuno gli parlasse. Si guardò attorno: non c’era nessuno. Ma la voce non scompariva, e chiamava proprio lui. Poi sollevò gli occhi e vide che era il crocifisso, che gli stava parlando. «Francesco, ripara la mia casa.» Era impazzito completamente oppure quelle parole le aveva sentite davvero? C’era qualcosa di straordinario, in quella voce che parlava proprio a lui, che lo aveva chiamato per nome. Gli aveva detto di riparare la sua casa. Forse parlava della piccola chiesa, che era mezza distrutta. Francesco allora promise che avrebbe fatto di tutto per ricostruirla. Perché ormai aveva cominciato a dare una risposta a quella domanda che lo assillava. Cosa gli era mancato, fino a quel momento? L’amore per gli altri, l’amore per Dio. Quelle erano le cose che gli erano mancate, ma adesso aveva capito che erano esattamente ciò che gli serviva per essere felice. Da quel momento sarebbe cominciata un’avventura incredibile. 8
OCCASIONE O TENTAZIONE? LA CHIAMATA DI FRANCESCO Amici, che mi restava se il mercante non volevo farlo e le armi non erano fatte per me, così sognatore? Fu un anno triste. La prigionia era pesante anche se i miei erano riusciti, attraverso le loro amicizie in Perugia, a farmi giungere notizie e viveri. MI AMMALAI!. Passavo le giornate e le notti a pensare; vivevo dentro di me, sprofondavo nell’abisso e annegavo nella malinconia. Quando incominciai a riprendere le forze notai che ero cambiato, MOLTO CAMBIATO. Il dolore aveva scavato là dove una cattiva educazione a base di permissività e debolezza aveva solo indurito il terreno. Capii che la lunga malattia in fondo era stata una grazia: mi aveva tolto le sicurezze che in me erano molte e mi aveva dato occhi nuovi. Vedevo il sole, la luna, la terra, le fontane, i fiori; prima no! Mi erano passati accanto come cose dovute, decoro di paesaggio. Io le avevo fissate come si fissa un estraneo. Ora mi parlavano, le sentivo vicine, le amavo, mi commuovevano. Tutto mi sembrava nuovo, sempre più nuovo e la luce che mi entrava negli occhi si trasformava in gioia dentro il cuore. Penso che le mie prime vere preghiere fossero di quel tempo; è di quel tempo il mio bisogno di DIRE GRAZIE! Grazie al cielo. Grazie alla terra. Grazie alla vita. GRAZIE A DIO. ECCO, DIO! CHI ERA DIO PER ME? Oh, è difficile rispondere. MA COSA ERA DIO PER NOI? COSA ERA DIO PER ME? È difficile rispondere. Però ciò che posso dire subito e con chiarezza è che, chi era stato Dio per me, ora faceva irruzione in me. Quel personaggio così lontano del Dio della mia infanzia umbra diventava un personaggio che si avvicinava sempre più e che incominciava a parlarmi con tutti quei segni stupendi messi da Lui nel cielo e sulla terra che si chiamavano creature. Capivo che Lui mi cercava ed inviava davanti a Sé quali messaggeri le creature. Sentivo che mi voleva parlare. Difatti continuavo a ripetere: «Cosa vuoi che io faccia, Signore?». 9
OCCASIONI E INCONTRI L’abbraccio benedicente Tornato ad Assisi partecipai ad una festa coi miei amici, mentre tornavamo a casa coi nostri cavalli vidi un lebbroso ad un lato della strada, non so bene perché ma sentii dentro di me la voglia di abbracciarlo, di volergli bene. Così senza pensarci due volte scesi da cavallo, gli donai qualche soldo e gli detti un bacio di pace: sulla sua faccia piagata vidi un sorriso e fu per me una grande gioia! I miei amici iniziarono a prendermi in giro e la cosa durò per molti giorni…ma a me non interessava perché avevo capito una cosa bellissima: quel lebbroso era Gesù! Che era sulla mia strada, nella mia vita: io dovevo solo riuscire ad accoglierlo! 1ͣ ATTIVITA’: FAIR PLAY (laboratorio itinerante da fare in una settimana di tempo) Architetti di pace Decisi di stare un po’ in silenzio meditando tra le campagne e le colline di Assisi, facendo spesso tappa nella Chiesetta di San Damiano a pochi chilometri dalla città. Era una chiesa piccola piccola e tutta diroccata, però c’era un bellissimo crocifisso sopra l’altare, era così affascinante che potevo stare ore a guardarlo! E proprio quel crocifisso che era nella cappellina mi parlò: "Va, ripara la mia casa che cade in rovina". All’inizio ebbi paura…un crocifisso che parla?! Poi capii che ancora una volta era il Signore che voleva dirmi qualcosa. “va e ripara la mia casa”…mi guardai intorno: ero in una chiesa diroccata quindi mi chiedeva di rimetterla! 2 ͣ ATTIVITA’: MATTONI DI SPERANZA ( laboratorio da fare o in una giornata di catechismo o in un tempo più lungo ) Con occhi nuovi Allora presi le stoffe dalla bottega del mio babbo, le vendetti a Foligno e portai i denari al sacerdote di San Damiano perché riparasse la chiesa. Non avevo pensato però che mio padre poteva non essere d’accordo…si arrabbio tantissimo e dovetti addirittura scappare per sfuggire alle sue ire! Venni convocato addirittura davanti al vescovo di Assisi e lì dovevo scegliere: restare con mio padre a commerciare stoffe oppure rinunciare a tutto per seguire Gesù, che mi aveva chiesto questo? Fu davvero dura però dentro di me sapevo quale era la cosa che davvero mi avrebbe reso felice e allora …. Mi spogliai di tutto! E non dico per dire, mi spogliai davvero! Lì davanti al vescovo e a tutta la città Non sapevano, perché non vedevano, che avevo una grandissima Gioia dentro…che ricchezza! 10
3 ͣ ATTIVITÀ MATERIALE: Un Cartellone Nastro biadesivo Cartone Colori a tempera forbici Pennarelli sassolini PREPARAZIONE: su modello della chiesa di San Damiano reale (fig 1) costruire, come da esempio(fig 2), un modellino 3D componibile di cartone, come un PUZZLE 3D. La conformazione più semplice consta di: facciata anteriore facciata posteriore lato destro lato sinistro tetto destro tetto sinistro portico frontale ma per necessità i pezzi possono essere moltiplicati grazie ad un a progettazione più articolata. Fondamentali alcuni segni di riconoscimento, come il porticato anteriore, il rosone decentrato e il tetto irregolare. Considerare con attenzione i punti di giuntura e le relative linguette pieghevoli su cui eventualmente sistemare del nastro biadesivo. 11
Preparare anche un cartellone con la sagoma di san Damiano e riempirla con sagome di sassi e mattoni. Il titolo di esso sarà “Pietra su pietra … l’amicizia con Gesù”. SVOLGIMENTO: FASE 1: LA STORIA Raccontare oralmente la storia o leggerla. Ogni tanto su una lavagna precedentemente preparata o su dei grandi cartoncini esibire un quiz con 2 alternative di prosecuzione (per esempio: “Francesco entrò nella chiesa diroccata e … a) si mise a pregare b) cominciò a pulirla c) si accampò per la notte”). Ad ogni domanda corrisponderà l’elargizione di un pezzo del puzzle 3D. i ragazzi possono essere divisi in squadre. FASE 2: RICOSTRUIRE SAN DAMIANO Alla fine della storia i ragazzi saranno in possesso di tutti i pezzi del puzzle. A questo punto avranno un tot di tempo per collaborare alla costruzione. Può esserci un sottofondo musicale allegro ma che non distragga. Importante sottolineare il concetto di mettere insieme le cose possedute per arrivare alla meta. FASE 3: PIETRA SU PIETRA L’AMICIZIA CON GESU’ Ai ragazzi viene chiesto di scrivere dentro i mattoncini del cartellone preparato cosa secondo loro può servire a “costruire pietra su pietra” il loro rapporto con Gesù (per esempio pregare di più, affidarsi a Lui, avere coraggio, …). Poi, ognuno sceglierà una parola di quelle scritte e la riporterà su un sassolino che verrà conservato in una cesta/scatola. FASE 4: PREGHIERA FINALE A Dio vengono affidati i nuovi propositi emersi e si promette di impegnarsi a “costruire pietra su pietra” il nuovo rapporto con Lui. A monito futuro, ognuno porterà con sé uno dei sassolini scritti, pescato a caso. 12
Fig. 1 Fig. 2 13
TERZA TAPPA C’era un sogno straordinario, ed era il sogno di Dio. Sembra strano, detto così, ma è la verità. Dio sogna moltissimo, e ha un’immaginazione sconfinata. Sogna una storia meravigliosa per ciascuno di noi. Il suo sogno per Francesco era un’avventura senza fine, e Francesco ci si gettò dentro a capofitto. Da quel giorno in cui il crocifisso stesso disse a Francesco di ricostruire la sua casa successe di tutto. Francesco mollò il suo ruolo di ricco figlio di mercante e insieme a un gruppetto di amici cominciò a vivere una vita povera al servizio degli altri. Negli anni Francesco visse numerosi episodi memorabili. Come quella volta in cui, si dice, era così preso dal desiderio di parlare a tutti di Dio che si mise a predicare persino agli uccelli. E loro si fermarono e gli si misero tutti intorno, come per ascoltarlo per davvero. Oppure quella volta in cui, sfidando le idee della sua epoca, decise di fare un lungo viaggio, attraversando in mare. Era l’epoca delle crociate, le guerre tra gli europei cristiani e i saraceni musulmani, e i fedeli di entrambe le religioni vedevano l’altro come un nemico. Francesco però, quando partì verso l’Egitto, aveva un’idea ben diversa e non era certo lì per combattere. In Egitto incontrò il sultano Al Malik Al Kamil. Il re musulmano fu felice di questo incontro e i due riuscirono ad avere un dialogo molto bello: ciascuno aveva la sua religione, ma rispettava l’altro e voleva che quell’incontro diventasse simbolo di pace. Francesco poi lasciò il segno anche nella letteratura italiana. Aveva sempre avuto un animo un po’ da artista e attorno al 1124 scrisse una preghiera che era anche una splendida poesia, uno dei primi testi letterari mai scritti in lingua italiana (l’italiano era una lingua giovane, a quei tempi.) La poesia era il Cantico delle Creature, un inno alla bellezza della creazione e un ringraziamento a Dio per aver creato una natura tanto bella, che ci rallegra e ci nutre. Negli ultimi anni della sua vita, Francesco visse in un luogo appartato e silenzioso, che aiutava a pregare: il monte della Verna. E lì gli successe qualcosa di inspiegabile. Era immerso nella preghiera, quando subì una trasformazione. Sul suo corpo comparvero le stigmate, cioè i segni delle ferite di Gesù crocifisso. Può sembrare una cosa spaventosa, ma in realtà quello era un dono: il dono di Gesù che voleva far capire a Francesco quando fosse diventato simile a lui. Francesco morì nel 1226, ma la sua storia non è mai finita. L’ordine dei Frati Francescani, inventato da lui, esiste ancora e si dedica ancora al servizio degli altri. Non solo: le idee di Francesco, il suo entusiasmo nel servire gli altri, le sue lodi alla creazione, il desiderio di vivere una vita povera ma ricolma di cose veramente importanti… Tutto questo è la sua eredità, e ancora oggi tantissime persone si ispirano a lui, vivendo anche loro avventure straordinarie e vite piene di gioia. 14
FRANCESCO SOGNO DI DIO Eccoci giunti alla terza ed ultima tappa del nostro cammino di preparazione alla festa delle Palme che ormai è vicinissima!!! Il titolo di questa tappa può sembrare strano, ma no lo è. Andiamo a scoprire il perché. Abbiamo visto finora la vita di Francesco in termini classici: la vita da bambino e da ragazzo, la prima gioventù con il suo sogno cavalleresco, la sua adesione alla chiamata del Signore. Ora in questa tappa vi aspettate che parliamo delle opere che Francesco ha fatto e per cui è famoso... l'incontro con il lebbroso, parlare con gli uccellini, con il lupo, amare il creato, l'incontro con il sultano, il giorno in cui fece il primo presepe della storia e tanto altro. Ma come mai Francesco a un certo punto della sua vita riesce a fare tutte queste cose? Ebbene, perché scopre che se portava avanti il suo sogno cavalleresco, si forse avrebbe potuto ottenere fama e gloria degli uomini, ma molto probabilmente non avrebbe trovato la vera felicità. Quest'ultima la trova invece quando si fida totalmente del Signore, si abbandona totalmente al suo amore, si lascia scaldare il suo cuore, la sua anima, i suoi pensieri proprio dall'amore di Dio. Grazie a questo amore, vivendo per questo amore, riesce ad amare … chi trova lungo la sua strada e superare la paura del contagio della malattia, abbraccia il lebbroso, riesce a diventare costruttore di pace andando a parlare con il sultano. Questo amore per Dio lo vediamo anche nel cantico delle creature, in cui loda Dio creatore di tutte le cose, apprezza la bellezza di quello che ha creato. Così anche noi, più ci lasciamo rapire dall'amore di Dio, più riusciremo a entrare in relazione con gli altri e con il creato, senza aver più paura e senza voler dominare l'altro e il creato. Riconoscersi ognuno di noi come una creatura amata, anzi per noi esseri umani la cosa è ancora più grande, non solo creature, ma siamo figli amati del Padre nostro che è nei cieli. Questo è il grande sogno di Dio! Che ognuno dei sui figli, lasciato da parte il proprio orgoglio e la propria superbia, riesca a fidarsi liberamente di lui e ad amarlo incondizionatamente, come lui si fida e ama noi. Francesco facendo suo questo sogno, vivendo questo sogno diventa a sua volta il Sogno di Dio. ATTIVITÀ Legati da un filo Come ci si sente a "fidarsi" e ad affidarsi Obiettivo: Provare il significato del "fidarsi di qualcuno" ... quali sono le emozioni che sentiamo dentro di noi ... come superare la diffidenza? La paura delle relazioni con gli altri? Temi e valori: fiducia, affidarsi, guidare, pastore, responsabilità, affidarsi Occorre del filo bianco (da cucito) uno spazio ampio ed una benda per ogni ragazzo. I ragazzi si dividono a coppie un ragazzo viene bendato. L'altro diventa la sua "guida". Si pongono seduti l'uno di fronte all'altro. Il filo di circa 2mt di lunghezza viene legato ai mignoli della mano destra di entrambi. Il filo non si deve rompere ed essere sempre teso. Il ragazzo bendato deve lasciarsi guidare dall'altro. Il percorso è libero, ed inizia nel momento in cui la "guida" è pronta ad alzarsi in piedi. L'importante è "non ingarbugliarsi". Dopo tre minuti circa ci si scambia di ruolo. Le emozioni e le sensazioni che si hanno durante il percorso vengono riportate nel gruppo. La paura che il filo si strappi, il timore che l'altro ti faccia inciampare... la paura iniziale del "fidarsi" dell'altro. 15
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