Verso la Libertà: la formazione della Costituente e la nascita della Repubblica
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Verso la Libertà: () la formazione della Costituente e la nascita della Repubblica Riflessioni ed elaborati della classe III A del Liceo Classico Galileo raccolti durante l’attività di Alternanza Scuola Lavoro dell’a.s. 2017-2018. Per ricordare il 70° anniversario della nascita della Costituzione italiana, per non dimenticare. In collaborazione con L’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Firenze (Prof. Paolo Mencarelli).
SOMMARIO Presentazione del lavoro ____________________________________________3 I. La Nazione del Popolo _________________________________________ 4 1.1 Razzismo ed idolatria statali (C. Levi)____________________ 9 1.2 I nuovi istituti della Democrazia (T. Codignola)______________13 1.3 Prepararsi alla Costituente (P. Calamandrei) ________________16 1.4 Idee Chiare (C. Cassola) _________________________________19 1.5 Il diritto al voto _______________________________________21 1.6 Nascita del nuovo Stato _________________________________22 1.7 Voto alle donne (V. Branca) ______________________________24 1.8 La funzione dei partiti __________________________________27 II. La funzione dei partiti ______________________________________ 28 2.1 La Democrazia Cristiana _______________________________29 2.2 Il Partito Repubblicano ________________________________31 2.3 Il Partito Socialista __________________________________33 2.4 Il Partito Comunista __________________________________35 2.5 Il Fronte dell’Uomo Qualunque _________________________ 36 2.6 Il Fronte Monarchico ________________________________39 III. La Costituente e i suoi lavori ________________________________41 IV. I risultati elettorali del 2 giugno 1946 _________________________ 44 References e bibliografia essenziale ______________________________51
PRESENTAZIONE “Trasformare i sudditi in cittadini è miracolo che solo la scuola può compiere.” (P. Calamandrei) Questa pubblicazione nasce dal progetto di Alternanza Scuola Lavoro della classe 3°A del Liceo Classico Galileo in collaborazione con l’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età Contemporanea che si è svolto nell’anno scolastico 2017-2018. La finalità è stata quella di produrre un e-book che descrivesse il processo di formazione dell’Assemblea Costituente attraverso il dibattito all’interno del quotidiano «La Nazione del Popolo» (quotidiano organo del CTLN) ed evidenziando le principali tappe del dibattito politico tra i partiti protagonisti della ricostruzione democratica. Si è in primo luogo affrontato l’esito del Referendum Istituzionale monarchia- repubblica del 2 giugno 1946: tutto il lavoro è stato arricchito da una serie di incontri di approfondimento con alcuni specialisti dell’ISRT (archivisti e bibliotecari). Gli studenti hanno selezionato ed utilizzato fonti cartacee e web da cui hanno tratto materiale documentale, immagini e contenuti che hanno fornito la base per la costruzione della pubblicazione. Gli studenti hanno selezionato delle “parole chiave” (Key words) che rimandano ai dei collegamenti multimediali da cui il lettore può trarre approfondimenti e spunti successivi. Pertanto l’obiettivo è creare un lavoro storico e documentario fruibile in formato digitale e con la possibilità di collegamenti ipertestuali via web. Gli studenti hanno letto, analizzato e prodotto con criteri omogenei un breve abstract per ogni testo selezionato in modo da fare una rapida presentazione per dare un’immediata idea dell’argomento trattato al lettore ed un’informazione definita del contenuto. 3
La nazione del popolo - Vittoria contro noi stessi: aver ritrovato dentro noi stessi la dignità dell'uomo. Questo fu il significato morale della Resistenza: questa fu la fiamma miracolosa della Resistenza. (P. Calamandrei) Cos’è “La Nazione del Popolo” ? LA NAZIONE DEL POPOLO Organo ufficiale del Comitato toscano di Liberazione Nazionale. “Voce di una rinascita” «La Nazione del Popolo» nasce nel 1944, in un periodo di forte incertezza per il futuro E di instabilità politica. “Cinque persone che non avevano mai fatto un giornale”, espressione dei principali partiti dell’epoca (Democrazia cristiana, Partito d’azione, Partito socialista italiano, Partito comunista italiano, Partito liberale italiano) danno vita ad un quotidiano che avrà un ruolo di primo piano nella rinascita di un paese che si appresta a diventare realmente democratico. Inizia infatti a essere simbolicamente pubblicato l’11 agosto 1944, il giorno della Liberazione di Firenze, come Organo ufficiale del Comitato toscano di Liberazione Nazionale e terminerà le pubblicazioni con lo scioglimento di quest’ultimo, dopo quasi due anni, il 3 luglio 1946. La sua fondamentale importanza per la Resistenza è testimoniata dalle numerose copie che erano in circolazione quotidianamente, le quali raggiunsero anche una media di 60.000 unità. Sono legati al giornale numerosi nomi celebri, tra cui: il giurista Paolo Barile, il filologo e accademico Vittore Branca, il politico e membro della Costituente Pietro Calamandrei, gli scrittori Umberto Saba ed Eugenio Montale. Questo quotidiano è una viva testimonianza storica della rinascita sociale, culturale e politica del nostro Paese. 4
Verso una vita migliore «LA NUOVA NAZIONE»: ecco alcune parti significative tratte dal Quotidiano che aiutano a capire lo spirito di quel periodo. La «Nazione del Popolo», organo del Comitato di Liberazione, ha iniziato ieri le sue pubblicazioni. È un giornale nuovo, che con la vecchia «Nazione» non ha affine che il titolo ed anche questo non dovrà più essere inteso nel modo equivoco degli ultimi trent’anni, ma in quello antico di «natio», che è insieme la società, la comunità originale, e la nascita. Oggi il popolo italiano rinasce come comunità viva. […] Negli ultimi decenni, in cui persino il nome di libertà era bandito, l’Italia non ha realmente avuto uno stato, ma un regime di tirannica anarchia sfociato, negli ultimi mesi in un caos sanguinoso. Senza libertà e senza Stato abbiamo persa l’unità e l’indipendenza; e tutta la vita sociale individuale è stata cor- rotta e disintegrata. Il male era nelle classi dirigenti, e si manifestava come l’essere, esse classi e istituzioni, incapaci e separate dalla vita della nazione, ma si rifletteva e propagava, come un cancro, a tutte le attività di tutto il paese, dall’economia alla cultura, dal lavoro alla vita morale. La mancanza di libertà e di stato, il totalitarismo, significò per tutti i cittadini, anche i più nascosti e confinati negli interessi particolari, decadimento, impotenza, miseria, morte. Ma il popolo italiano, fatto esperto del dolore, ha ritrovato la sua virtù. I suoi mali antichi, assai più antichi del fascismo, arrivati con il fascismo al loro estremo, con il fascismo dovevano finire. Il nostro popolo ha saputo difendersi, negli anni oscuri, non solo colle organizzazioni della resistenza clandestina ma anche chiudendosi in un guscio di paziente indifferenza, dalla illusione alla falsa grandezza: oggi, attraverso le stragi, le rovine, la totale dissoluzione di ogni vita civile, toccando il fondo di tutti i mali, pagando lo scotto di tutti gli errori, lavando con il sangue e le lacrime tutte le debolezze, insorge, e nel suo più tragico momento, si avvia sotto la guida del Governo nazionale per la prima volta nella sua storia a creare le forme politiche corrispondenti al suo particolare modo di essere; a dar vita, finalmente, a uno Stato. Quest’opera avviene sotto i nostri occhi, multiforme e spontanea: lo Stato in formazione è il risultato della iniziativa popolare. Iniziativa popolare sono i partiti politici, simboli e strumenti del grande moto 6
Verso una vita migliore di rinnovamento italiano, che essi, da punti di vista diversi, chiariscono, difen- dono, suscitano, sorreggono, coordinano. Essi hanno avuto, in questi anni, una vita clandestina ricca di eroismi e di marti- ri e hanno condotto senza compromessi e con il sacrificio di tanti dei loro uomini, la guerra di liberazione. Essi rappresentano, nella loro forma attuale, il primo cristallizzarsi delle opi- nioni, degli interessi, delle passioni, in quanto separate e distinte. La pluralità dei partiti che non sia dispersione rappresenta la ricchezza di una società diffe- renziata. Loro dovere è essere forti, di avere dei programmi precisi, di essere all’ avanguardia del paese, non dietro di esso. Iniziativa popolare infine sono, accanto e sopra ai partiti, gli organismi locali di battaglia, di coordinamento e di governo: i Comitati di Liberazione Nazionale. «PRECISAZIONE» Il nostro programma di azione esclude che gli italiani debbano passivamente attendersi da una minoranza la loro liberazione, perché solo da una consapevole rieducazione del loro carattere e della loro morale, solo da una intima rico- struzione del loro senso di dignità civile, essi potranno superare quella effettiva riabilitazione che farà del loro riscatto una meritata e duratura conquista. Il compito che ci siamo prefisso è quello di assisterli per questa via, di incitarli ad avere fiducia in se stessi, a riassumere le rinunciate le responsabilità, a guardare in faccia la troppo a lungo ricusata realtà, per quanto deludente possa essere. 7
ABSTRACT DEGLI ARTICOLI PIU’ RAPPRESENTATIVI Dal Quotidiano sono stati selezionati alcuni articoli che, sia per l’argomento che per l’autore, abbiamo ritenuto particolarmente rappresentativi. Il criterio non è stato di tipo cronologico ma tematico: possiamo così ripercorrere i principali argomenti di discussione tra i partiti democratici antifascisti. Per ciascuno degli autori degli articoli è stata redatta una breve scheda biografica. Per gli articoli non firmati si intendono espressioni della redazione. http://buccinonellastoria.altervista.org/Sito/come-votarono-buccino-e-dintorni-al-referendum-del-2- giugno-1946/ La nazione del popolo 8
RAZZISMO ED IDOLATRIA STATALE Carlo Levi 18-19 settembre 1944 Razzismo nel periodo fascista: un problema che, attraverso leggi, azioni feroci e il consenso dei simpatizzanti, ha colpito lo Stato italiano eliminando di fatto i diritti dell’uomo. La libertà degli ebrei veniva completamente soppressa e la loro reputazione infangata da colpe ed accuse infondate. Il nazismo e il fascismo, sfruttando la paura dell’uomo, ovvero la paura della libertà, crearono uno Stato totalitario di massa, che, come un idolo, aveva bisogno di vittime sacrificali, gli ebrei. La religione nazista, perciò, si nutriva del sangue di un popolo ridotto in schiavitù, rito necessario nel mondo magico e simbolico di Hitler. Oggi siamo in grado di riconoscere in tali simboli degli espliciti segnali di pericolo di un’imminente idolatria statale nazista e perciò abbiamo il compito di salvaguardare l’inscindibile unità del popolo che dovrà costruire il nuovo Stato sul rifiuto assoluto di ogni distinzione di razza. PAROLE CHIAVE: Razzismo, Fascismo, Nazismo, Diritti dell’uomo, Stato, Libertà, Simboli La nazione del popolo 9
Carlo levi Carlo Levi nasce da famiglia ebraica a Torino il 29 novembre 1902 e morirà a Roma il 4 gennaio 1975, sarà uno scrittore, pittore e politico. Laureato in medicina, fin dal 1923 si dedica alla pittura e diventa amico di Piero Gobetti e dei fratelli Rosselli. Nel 1931 si unisce al movimento antifascista “Giustizia e Libertà” fondato tre anni prima da Carlo Rosselli. Nel marzo 1934 viene arrestato per sospetta attività antifascista, e l'anno successivo, viene arrestato nuovamente e condannato al confino nel paese lucano di Grassano; successivamente viene trasferito nel piccolo centro di Aliano, in provincia di Matera. Da questa esperienza nascerà il suo romanzo più famoso, Cristo si è fermato a Eboli. Nel 1936 il regime fascista, sull'onda dell'entusiasmo collettivo per la conquista etiopica, gli concede la grazia, e lo scrittore si trasferisce per alcuni anni in Francia, dove continua la sua attività politica. Rientrato in Italia, nel 1943 aderisce al Partito d'azione e dirige insieme ad altri azionisti «La Nazione del Popolo», organo del Comitato di Liberazione della Toscana. Nel 1945 Carlo Levi intreccia una relazione amorosa - che sarà trentennale – con Linuccia Saba, l'unica figlia del poeta Umberto. Nel dopoguerra Levi continuerà la sua attività di giornalista, in qualità di direttore del quotidiano romano L'Italia libera, organo del Partito d'Azione, partecipando a iniziative e inchieste politico-sociali sull'arretratezza del Mezzogiorno d'Italia; per molti anni collaborerà con il quotidiano «La Stampa» di Torino. Prosegue l'attività di scrittore: dopo Cristo si è fermato a Eboli, di grande interesse sono 11
Carlo levi Le parole sono pietre, del 1955, sui problemi sociali della Sicilia (vincitore nel 1956 del Premio Viareggio), Il futuro ha un cuore antico (1956), Tutto il miele è finito (1965), e L'orologio, pensosa e inquieta cronaca degli anni della ricostruzione economica italiana (1950). Negli anni sessanta continua il suo lavoro di inchiesta sociale sul degrado generalizzato del paese e torna a fare politica attiva nelle file del Partito Comunista Italiano. Candidato a un seggio senatoriale, viene eletto per due legislature Senatore della Repubblica, come indipendente del Partito comunista italiano: la prima volta nel collegio di Civitavecchia, nel secondo mandato nel collegio di Velletri. Nel gennaio 1973 subisce due interventi chirurgici per il distacco della retina. In stato temporaneo di cecità riuscirà a scrivere Quaderno a cancelli, che sarà pubblicato postumo nel 1979 senza la parte finale recentemente recuperata dallo studioso D. Sperduto, e a tracciare 146 disegni. Muore a Roma il 4 gennaio 1975. Sitografia: www.wikipedia.com www.affaritaliani.it www.understandingitaly.it La nazione del popolo 12
I NUOVI ISTITUTI DELLA DEMOCRAZIA Tristano Codignola Il CLN (comitato di liberazione nazionale) si pone il problema della ricostruzione democratica del paese, a seguito di una necessità di profonda e radicale revisione strutturale ed istituzionale dello Stato. I Comitati rappresentano il nuovo Stato di libertà democratica, che attraverso i partiti affronta la necessità della lotta del popolo italiano. Nelle terre occupate il CLN è già governo, poiche raccoglie il consenso del popolo, arruola gli eserciti della liberazione, emette prestiti, gode cioè degli attributi che sono propri dello Stato. PAROLE CHIAVE : -CLN (Comitato di Liberazione Nazionale), Ricostruzione democratica, Revisione strutturale ed istituzionale dello Stato, Aspirazione alla libertà La nazione del popolo 13
Tristano codignola Tristano Codignola nacque ad Assisi il 23 ottobre del 1913. Figlio di Ernesto e Anna Maria Melli. Fin dall'inizio la sua formazione culturale e politica fu influenzata dall'ambiente che frequentava e dal padre pedagogista e organizzatore della casa editrice fiorentina . Il suo orientamento ideale fu fortemente influenzato da Piero Calamandrei, che fu suo maestro all'Università di Firenze. Qui si laureò nel 1935 in giurisprudenza. Negli anni di studio partecipò a manifestazioni antifasciste e ne divenne presto uno dei protagonisti, aderì al movimento liberalsocialista di Guido Calogero ed Aldo Capitini. In seguito lavorò intensamente nela casa editrice paterna, nella quale fu anche uno dei dirigenti. Il 27 gennaio 1942 fu arrestato insieme agli altri principali esponenti del movimento liberalsocialista attivo nella zona di Firenze, e il 3 giugno dello stesso anno, dopo aver trascorso sei mesi nel carcere delle murate, fu condannato a tre anni di confino a Lanciano in provincia di Chieti, dove rimase fino al 20 novembre quando venne prosciolto. Ritornato a Firenze, nonostante fosse sorvegliato dalla polizia, riprese i contatti con il movimento antifascista. All'inizio del 1943 aderì al Partito d'azione, in cui erano confluiti anche il gruppo di Giustizia e Libertà e altri minori, il 25 luglio fu eletto nel comitato esecutivo clandestino. Codignola era molto attivo nell'organizzazione della resistenza e insieme ad altri esponenti azionisti prese parte, presso la sede della Nuova Italia ad incontri con alcuni ufficiali superiori dell'esercito per tentare di impegnare i settori delle forze armate nella lotta antifascista. Dopo l'8 settembre fece parte della Resistenza fiorentina e collaborò al giornale clandestino La Libertà. La nazione del popolo 14
Tristano codignola Successivamente alla Liberazione divenne una delle figure di spicco del partito d'azione, di cui divenne anche segretario a Firenze. Nel 1958 fu eletto alla camera dei deputati per la circoscrizione di Firenze e Pistoia e nel 1968 fu eletto al Senato per il collegio di Firenze III. Egli mantenne sempre una collocazione di sinistra interna. Fu notevole il suo impegno anche nella politica scolastica, in particolare sostenne in modo decisivo l'istituzione della scuola media unica, della scuola materna statale e si impegnò per le riforme della scuola secondaria e superiore e dell'Università. Morì' improvvisamente il 12 dicembre 1981 a Bologna dove si trovava per una riunione della lega. Fonte bibliografica: Enciclopedia Treccani La nazione del popolo 15
Prepararsi alla costituente Piero Calamandrei (28 gennaio 1945; supplemento a cura dei partiti del C.T.L.N.- Partito d'Azione) “Ricostruire la legalità” Con la caduta del fascismo il 25 luglio 1943, è caduta anche la costituzione monarchica. La crisi non fu legata a una singola persona, e non si sarebbe risolta sostituendo solamente quest'ultima, ma modificando l'intero sistema istituzionale. Alla base del nuovo regime che andava creandosi ci fu un patto tra vecchi partiti e tra quelli che si erano creati durante la guerra: i primi acconsentirono a lasciare da parte la questione istituzionale fino alla liberazione dell'Italia, i secondi accettarono invece un sistema costituzionale provvisorio, affidato al Comitato di Liberazione, sino al giorno della Costituente. A coloro che dubitano sulla possibilità dell'attuazione della Costituente e che la ritengono una “frode”, Calamandrei risponde che il popolo italiano, impegnato in battaglie concrete e morali, per ricostruire la legalità, si impegnerà a riportare l'Italia in una vita pacifica e di civile democrazia. L'unico modo per realizzare ciò senza spargimento di sangue, è attraverso la Costituente. La nazione del popolo 16
Piero calamandrei Piero Calamandrei nasce a Firenze il 21 aprile 1889 e mostra fin dalla giovinezza un profondo interesse per il diritto e la giurisprudenza, tanto da laurearsi in quest'ultimo campo nel 1912. Nel 1924 è uno dei membri della commissione incaricata di riformare il codice di procedura penale e nello stesso anno – profondamente indignato a causa del delitto Matteotti – entra a far parte della coalizione antifascista Unione Liberale; l'anno successivo firma il Manifesto degli intellettuali antifascisti, ad opera del celebre filosofo Benedetto Croce. Pur non volendo iscriversi al Partito nazionale fascista, nel 1931 è costretto dalle circostanze a giurare fedeltà al regime. Nel 1941 si mostra profondamente contrario all'ingresso dell'Italia nella seconda guerra mondiale e, dopo la caduta del fascismo, è nominato rettore dell'Università di Firenze. Suo figlio, Franco, partecipa attivamente alla Resistenza come partigiano; lui è invece ricercato dai militanti della Repubblica sociale italiana, poiché condannato da un mandato di cattura. Nel 1945 è membro della Consulta nazionale (una assemblea legislativa promossa dal Re come “organo di transizione”), in rappresentanza del Partito d'azione, e successivamente fa parte dell'Assemblea costituente: grazie anche al suo incessante sforzo, in poco meno di due anni (25 giugno 1946 – 31 gennaio 1948) viene terminata la stesura della Costituzione italiana e il 27 dicembre 1947 essa viene definitivamente promulgata. Si spegne il 27 settembre 1956, a 67 anni ed è sepolto a Trespiano, nei pressi della città. La nazione del popolo 17
Piero calamandrei FRASI CELEBRI Questa è una raccolta di citazioni da Piero. Calamandrei, che ne illustrano i pensieri fondamentali e gli ideali per cui si è battuto. “La Resistenza aveva lasciato al mondo una speranza: più che una speranza, un impegno. Se si vuole intendere che cosa fu la Resistenza, non si deve dar questo nome soltanto al periodo finale che va dall'8 settembre al 25 aprile. Questo fu il parossismo finale della lotta; ma l'inizio di essa risaliva a venticinque anni prima. Essa era cominciata fin da quando era cominciata l'oppressione, cioè fin da quando lo squadrismo fascista aveva iniziato per le vie d'Italia la caccia dell'uomo”. “Le dittature sorgono non dai governi che governano e che durano, ma dall’impossibilità di governare dei governi democratici”. “Vittoria contro noi stessi: aver ritrovato dentro noi stessi la dignità dell'uomo. Questo fu il significato morale della Resistenza: questa fu la fiamma miracolosa della Resistenza”. “La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica”. (da Discorso agli studenti milanesi, 1955) La nazione del popolo 18
IDEE CHIARE Carlo Cassola Corre nell’agosto dell’anno ’45 la vigilia della Costituente ed ogni partito provvede ad un enunciazione programmatica e impegnativa che non lasci adito a dubbi. Tempestivo appare quindi l’invito a tutti i partiti antifascisti e agli organi rappresentativi dell’opinione pubblica pronunciarsi a favore di una repubblica democratica ispirata alla difesa della libertà e del lavoro. I partiti maggiori, il Partito Socialista e la Democrazia Cristiana, vengono logorati da una crisi estenuante: il primo ormai da quarant’anni soffre di una crisi marxista, mentre il secondo convive con convinzioni politiche disparate e posizioni sociali eterogenee, dato che tra coloro che ne fanno parte è solo cementato l’elemento religioso cristiano. Il nuovo giovane partito politico italiano, il Partito di Azione, rivela invece omogeneità e compattezza e ricorda come sia vano e talora ingiusto lamentare arbitrii, violenze e irrequietezze popolari, finché non venga fatto qualcosa di concreto per eliminare le ingiustizie sociali, solo inizialmente le più palesi e intollerabili. Questo è un piano politico di azione preciso che potrebbe benissimo far arrivare i partiti ad un’azione comune, che prevede questi obiettivi: una repubblica, un decentramento amministrativo, delle autonomie regionali e comunali, una nazionalizzazione dei complessi monopolistici, uno sviluppo dei Comitati aziendali, un’espropriazione dei latifondi, una Federazione europea. (19 agosto 1945 – Partito d’Azione) Carlo Cassola. Parole chiave: Compattezza, Crisi, Libertà di scelta , Repubblica La nazione del popolo 19
Carlo cassola Carlo Cassola è stato uno scrittore italiano nato a Roma nel 1917 e morto a Montecarlo (Lu) nel 1987. Il padre proveniva da una famiglia borghese di Pavia. Laureatosi in giurisprudenza, si iscrisse al Partito socialista italiano (PSI) e diventò giornalista. Dopo aver lavorato al Messaggero nella capitale e al Mattino di Napoli, si trasferì a Roma nel 1986, anno di fondazione dell’ per divenirne caporedattore all’epoca eroica della direzione di Leonida Bissolati . Questi visse a lungo nel Volterrano dove prese parte alla Resistenza. Per molti anni fu professore di liceo a Grosseto. La sua narrativa appare dominata dal motivo della solitudine dell'individuo e della pena di vivere, cui è unico conforto il senso della solidarietà umana. La sua narrativa si distingue per un realismo asciutto, "oggettivo", che si riallaccia alla tradizione toscana. Tra le sue opere più importanti ci sono La ragazza di Bube, Il taglio del bosco. Nei suoi ultimi anni, ha fondato la Lega per il disarmo unilaterale e si impegnò nei movimenti per la pace negli anni ‘70 e ‘80 del ‘900. Sitografia: www.Treccani.it/ biografie consultato il feb 2018 La nazione del popolo 20
IL DIRITTO AL VOTO (19 GENNAIO 1945) La redazione del giornale “La Nazione del Popolo” in questo articolo affronta i vari problemi che accompagnano le elezioni amministrative del 1945, le prime elezioni democratiche dopo il ventennio fascista. Il Governo Bonomi vuole mantenere le disposizioni della legge del 1919 che escludeva dall'elettorato le donne, nostante fosse ormai accettato il suffragio universale; infatti l' unico requisito ormai richiesto al cittadino per votare è il raggiungimento della maturità fissata a ventun anni. Non può quindi esistere altro motivo di esclusione dal diritto di voto se non la mancanza dei diritti civili e politici. Un altro problema è costituito dall'articolo 3 della stessa legge che esclude i sottufficiali ed i soldati dell’esercito e della marina dal diritto elettorale finchè sono sotto le armi, in modo che, esclusi dalla politica, mantengano l' imparziale presidio della sicurezza nazionale. Tutto ciò è considerato una grave ingiustizia poiché l' attività elettorale non diminuirebbe l’efficienza dell'esercito, ma la potenzierebbe. Un ultimo problema, più delicato degli altri, è quello dei fascisti. E’ stata infatti proposta la loro esclusione immediata da queste elezioni, considerata come una misura di autodifesa da parte dello Stato. La redazione, di conseguenza, si interroga sulla legittimità della loro partecipazione, avendo loro distrutto la Costituzione democratica. PAROLE CHIAVE: ELEZIONI AMMINISTRATIVE, GOVERNO BONOMI, TESTO UNICO 1919, DONNE, FASCISTI, SUFFRAGIO UNIVERSALE. La nazione del popolo 21
Nascita del nuovo stato (12 ottobre 1944) Attilio Piccioni Dopo la Seconda Guerra Mondiale lo Stato italiano necessita di nuove forme strutturali le cui nervature tecniche siano solide e precise. Ma i problemi politici per la Costituente implicano e si complicano con altrettanti problemi tecnici. Bisogna affidarne la risoluzione a un organismo nuovo che non siano né i partiti politici, con tesi contrastanti fra loro, né il Governo del paese, incatenato alla necessità di ricostruzione e troppo distratto dall'urgenza della collaborazione con il Comando alleato, tantomeno una “Commissionissima” come quella sperimentata con scarsi risultati durante l'altro conflitto per i problemi del dopoguerra. Tale organismo è l' Assemblea consultiva che darà vita nel proprio seno a dei comitati tecnici che si occuperanno della risoluzione dei problemi di ordine costituzionale, amministrativo, sociale, agrario, scolastico e tributario. Vi deve essere quindi un rinnovamento politico, sociale ed economico attuato dalla stessa Assemblea consultiva che corona l'insorgere dei Comitati di liberazione nazionale, i quali esprimono la volontà popolare per il totale rinnovamento dello Stato. Verrà poi la Costituente che costruirà l'ossatura dello Stato stesso. Così lo Stato italiano diviene finalmente padrone del proprio destino. PAROLE CHIAVE: Stato italiano, Costituente, Assemblea Consultiva, rinnovamento politico, Comitati di Liberazione Nazionale La nazione del popolo 22
Attilio piccioni Attilio Piccioni nacque presso Rieti nel 1892 e si laureò in giurisprudenza al fine di entrare in politica. Dopo aver partecipato alla prima guerra mondiale aderì al Partito popolare italiano (PPI) e ne fu segretario fino all'avvento del fascismo, che sciolse il PPI. Nel 1943 prese parte alla Democrazia Cristiana e divenne uomo di fiducia di Alcide De Gasperi, importante personaggio politico e futuro padre costituente. Tre anni dopo fu eletto all'Assemblea costituente e fece parte della commissione per elaborare il progetto di Costituzione della nuova Repubblica. Piccioni divenne ministro più volte nei seguenti anni e fu persino incaricato, nel 1953, dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, di formare il nuovo assetto istituzionale dopo la bocciatura alla Camera dell'ultimo governo di De Gasperi. La sua carriera politica sembrò poter essere gravemente compromessa dal presunto coinvolgimento del figlio Piero nell'omicidio della giovane Wilma Montesi, ma, una volta scagionato il ragazzo, Attilio riottenne varie cariche politiche di spicco. Nel 1968 gli fu affidato il titolo di Ministro senza portafoglio per l'ultima volta. Si spense a Roma nel 1976. Sitografia https://it.wikipedia.org/wiki/Attilio_Piccioni http://www.treccani.it/enciclopedia/attilio-piccioni_%28Dizionario-Biografico%29/ Sitografia immagini https://it.wikipedia.org/wiki/Attilio_Piccioni https://www.jfklibrary.org/Asset-Viewer/Archives/JFKWHP-AR8138-A.aspx http://www.democraziacristianaonline.info/archivio_id.php?id=793 La nazione del popolo 23
Voto alle donne! (5 gennaio 1945) Vittore Branca Come era successo precedentemente in Francia, dopo la seconda guerra mondiale, le donne, nonostante avessero affrontato ansie , sofferenze, e dure lotte clandestine al pari degli uomini, e che il fascismo aveva usato solo come mezzo di riproduzione e moltiplicazione, non avevano ancora il diritto di salire sulle tribune parlamentari. Grazie alla democrazia, già dal 1918, in più di venti stati venivano riconosciuti i diritti politici alle donne, mentre l' Italia era ancora arretrata in questo campo ed era necessario fare subito passi avanti per garantire il risorgimento del paese. Il voto dava alle donne la capacità di far sentire la loro voce e di porgere il loro aiuto al governo della res publica, infatti dall'amministrazione della propria casa a quella dello stato non cambiava poi tanto: le stesse preoccupazioni che le madri hanno per i figli, i cittadini dovrebbero averle per la patria. Per fare questo c'era bisogno dell'impegno di tutti nella completa eguaglianza politica. PAROLE CHIAVE: Donne, Diritti, Democrazia, Voto, Italia, Eguaglianza La nazione del popolo 24
Vittore branca Vittore Branca nacque a Savona nel 1913, fu un filologo e critico letterario. Studiò alla Scuola Normale di Pisa e successivamente fu impegnato nella Resistenza. Divenne, nella Firenze liberata, uno degli animatori del giornale «La Nazione del Popolo». Con De Gasperi divenne un importante membro dell'antifascismo fiorentino, arrivando a rappresentare l'area cattolica della resistenza nella direzione toscana del CNL. Nel 1950 venne nominato professore di Letteratura italiana nell'Università di Catania e poi di Padova nel 1952; venne incaricato da Vittorio Cini a dirigere la neonata Fondazione Giorgio Cini a Venezia, di cui fu membro per oltre 50 anni. Già nel 1932 iniziò la sua carriera da scrittore, la sua bibliografia critica, filologica e civile, è sterminata e venne raccolta in un volume nel 1944, completata nel 2006. Si occupò principalmente di classici del Medioevo e dell'Umanesimo tra cui ricordiamo l'edizione critica del Decameron di Boccaccio di cui divenne il più autorevole interprete internazionale. Branca fu membro dell'Accademia Nazionale dei Lincei dal 1982 e dottore honoris causa di molte università europee, americane, asiatiche, fondando l' Associazione Internazionale per gli studi di Lingua e Letteratura Italiana. Non meno importanti gli studi sull'Umanesimo civile, sin dall'edizione del 1952 del De coelibatu liber di Ermolao Barbaro, poi con due edizioni dell'Incompiuta seconda Centuria dei Miscellanea di Angelo Poliziano (1962 e 1972) per fornirne infine un esemplare modello in La sapienza civile, compiendo poi Studi sull'Umanesimo veneziano, nel 1997. Muore a Venezia il 28 maggio 2004 all'età di 91 anni. A Vittore Branca venne poi dedicata la "Biblioteca circolante" di Venezia. PAROLE CHIAVE: Donne, Diritti, Democrazia, Voto, Italia, Eguaglianza La nazione del popolo 25
Vittore branca Sitografia : http://www.treccani.it/enciclopedia/vittore- branca/ https://it.wikipedia.org/wiki/Vittore_Branca consultato il 21/ 02/ 2018. La nazione del popolo 26
La funzione dei partiti L'esistenza dei partiti, come noi li intendiamo, presuppone una società differenziata, una cultura progredita, un senso assai vivo della libertà e dell'individualità; tuttavia esistono quattro forme principali di negazioni dei partiti. La prima riflette una mentalità primitiva, la quale ha come fondamento l'onore e la fedeltà nei confronti del capo dove si annulla l'individuo; un'altra forma è quella di coloro che vedono nei partiti soltanto confusione, aspettando che un qualunque tiranno si faccia avanti dichiarando di porre fine ad essa. La terza forma di negazione trae origine da una convinzione pessimistica della società secondo la quale se il mondo è male, lo saranno anche i partiti che lo governeranno. L'ultima è data dall'individualismo anarchico. I partiti sono associazioni in cui si ritrovano uomini che lottano per gli stessi ideali; la negazione dei partiti porterebbe a limitare le possibilità d'azione di ognuno. Alcuni pensano che un buon partito possa essere quello composto da individui dal grande valore o dalla grande elevatezza d'animo, ma in questo è implicita la condanna della faziosità. Infatti il partito ricerca la conversione degli avversari, mentre la fazione non ha rispetto per chiunque le si opponga, disconoscendo il diritto e la libertà di spirito. PAROLE CHIAVE: Partiti, società, fazione, individualità, diritto. La nazione del popolo 27
ii. La funzione dei partiti Strumento fondamentale per la ricostruzione della democrazia nel nostro Paese dopo la dittatura fascista sono stati i partiti politici che avevano condotti la lotta di liberazione nazionale. Per questo motivo si è ritenuto opportuno presentare una breve scheda storica, una “fotografia” dei principali partiti dell’epoca, la loro storia, il loro programma e i loro riferimenti teorici ed ideali. A questo abbiamo affiancato anche una selezione di simboli e di immagini che gli studenti hanno individuato come particolarmente significativi. LA FUNZIONE DEI PARTITI 28
LA DEMOCRAZIA CRISTIANA “Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione.” “Politica vuol dire realizzare.” (Alcide De Gasperi- DC) La Democrazia Cristiana è un partito politico italiano costituito nel 1943 da ex esponenti del Partito popolare, da gruppi cattolici antifascisti e da giovani provenienti dall'Azione Cattolica. Dopo il forzato scioglimento del Partito Popolare Italiano da parte del fascismo il 5 novembre del 1926, i maggiori esponenti del PPI, costretti all'esilio, restarono in contatto grazie al faticoso lavoro di collegamento di Don Luigi Sturzo che, dall'esilio, mantenne viva l'esperienza di impegno politico del partito. Nel settembre del 1942, quando la sconfitta del regime era di là da venire, i fondatori del futuro partito cominciarono a incontrarsi clandestinamente. Parteciparono agli incontri: Alcide De Gasperi, Mario Scelba, Attilio Piccioni , Camillo Corsanego e Giovanni Gronchi provenienti dal disciolto Partito Popolare Italiano di Don Sturzo; Piero Malvestiti e il suo Movimento Guelfo d'Azione; Aldo Moro e Giulio Andreotti dell'Azione Cattolica; Il 19 marzo 1943 il gruppo si riunì a Roma, per discutere e approvare il documento, redatto da De Gasperi, «Le idee ricostruttive della Democrazia Cristiana», considerato l'atto di fondazione ufficiale del nuovo partito. Lo stemma del nuovo partito fu lo stesso scudo crociato che era stato adottato precedentemente dal PPI di Sturzo. Il Partito così appena costituito visse una vita clandestina fino al 25 luglio 1943. Il governo Badoglio, pur ufficialmente vietando la ricostituzione dei partiti, di fatto ne consentì l'esistenza, incontrandone gli esponenti in due occasioni prima dell'armistizio dell' 8 settembre 1943. Il 10 settembre anche la DC partecipò alla costituzione del Comitato di Liberazione Nazionale, all'interno del quale il Partito cercò di assumere la guida delle forze politiche più moderate. LA FUNZIONE DEI PARTITI 29
LA DEMOCRAZIA CRISTIANA Ottenuta la guida del governo con A. De Gasperi, la DC si affermava come partito di maggioranza relativa alle elezioni per l'Assemblea Costituente del 1946. L'unità del partito venne meno nel corso degli anni novanta, con all'esterno il crollo dell'URSS e all'interno l'emergere della Lega Nord. La fine della guerra fredda aprì nuovi orizzonti anche per le politiche dei vari paesi europei, allentando i condizionamenti ideologici e le paure per la minaccia alla libertà che il comunismo rappresentava per tutti. Sitografia testo https://it.wikipedia.org/wiki/Democrazia_Cristiana http://www.democraziacristianaonline.info/ https://it.wikipedia.org/wiki/Frammentazione_della_Democrazia_Cristiana Sitografia immagini https://it.wikipedia.org/wiki/Democrazia_Cristiana#/media/File:Democrazia_Cristiana.svg LA FUNZIONE DEI PARTITI 30
IL PARTITO REPUBBLICANO “Abbiamo portato avanti tante lotte... il suffragio universale, la lotta contro il fascismo, l'unione europea... a ciascuna di queste tappe è legata la storia gloriosa del Partito Repubblicano Italiano.” (Giorgio La Malfa- PRI) Il Partito Repubblicano Italiano (PRI) è un Partito politico italiano costituitosi nel 1895, tuttora attivo, il cui simbolo è una foglia di edera. Si basa sulla tradizione politica repubblicana, erede del pensiero di G. Mazzini e C. Cattaneo, il cui programma era la trasformazione dell’Italia in Repubblica; tale partito agiva all’interno dello schieramento di sinistra delle forze politiche, conservando un certo radicamento tra i lavoratori anche dinanzi al sorgere delle organizzazioni socialiste. Il PRI fu sciolto dal regime fascista, operò dunque in esilio, aderendo alla Concentrazione antifascista e partecipando con alcuni suoi uomini alla guerra civile spagnola in difesa della Repubblica. Ricostituito verso la fine della Seconda guerra mondiale, il partito non aderì ai CLN, proprio in base alla pregiudiziale repubblicana. Nel 1946 il PRI entrò nel 2° governo De Gasperi, accogliendo al suo interno l’ala repubblicana fuoriuscita dal Partito d'Azione, guidata da U. La Malfa e F. Parri. Partecipò ai governi del periodo del centrismo dal 1948 al 1953, quando dal partito uscì un’ala sinistra, guidata da Parri e P. Calamandrei. Il PRI tornò al governo solo nella stagione del centrosinistra. Nel 1964 subì una nuova scissione, stavolta da destra, a opera di Pacciardi. Negli anni Settanta il PRI fu tra le forze che aprirono all’ingresso nel governo del Partito comunista; nel 1981-82 il partito portò alla presidenza del Consiglio G. Spadolini. LA FUNZIONE DEI PARTITI 31
IL PARTITO REPUBBLICANO In seguito il PRI fu diretto da G. La Malfa, ma dinanzi alla trasformazione del sistema politico italiano in direzione del bipolarismo, perse varie componenti sia verso destra sia verso sinistra. Dal 1995 il PRI aderì alla coalizione di centrosinistra dell’Ulivo, passando invece allo schieramento di centrodestra a partire dal 2001. Nel 2007 i repubblicani parteciparono al cartello Repubblicani, Liberali, Riformatori, aderente al Gruppo misto alla Camera dei deputati; da allora in avanti il PRI ha conservato la sua autonomia organizzativa. . LA FUNZIONE DEI PARTITI 32
IL PARTITO SOCIALISTA ITALIANO Tra la destra e la sinistra c’è un abisso incolmabile perché la destra vi dirà sempre che è pronta ad aiutare chi resta indietro- e lo scrive sui manifesti, - la sinistra invece non chiede aiuto per loro, ma li fa camminare con le proprie gambe”. (Pietro Nenni- PSI) Nasce a Genova nel 1892 con il nome di Partito dei lavoratori italiani ed è il più antico partito politico di sinistra in Italia. Nel corso degli anni ha cambiato diversi nomi, il più degno di nota è Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria del 1943, per poi ritornare a quello definitivo di Partito Socialista Italiano. Nel corso della sua storia subì diverse scissioni, una delle più importanti comportò la creazione del Partito Comunista d'Italia da parte di coloro che si erano allontanati. Infatti inizialmente questo partito seguiva l'ideale marxista, ma un cambiamento di vedute a fine anni '70 lo portò a riscoprire la tradizione socialista. LA FUNZIONE DEI PARTITI 33
IL PARTITO SOCIALISTA ITALIANO “Il socialismo è portare avanti chi resta indietro”. (Pietro Nenni-PSI) Il Partito si fonda sul concetto di libertà, sui valori dell'uguaglianza, sul principio di laicità e sul lavoro come espressione più alta della persona. Inoltre si impegna per la giustizia sociale attraverso la lotta contro il crimine e ciò che lo produce, nell'ampliare i diritti delle donne e nello sviluppo della democrazia dal punto di vista economico, politico e culturale. Gli esponenti principali furono Bettino Craxi ,vicesegretario e membro di punta della corrente autonomista di Pietro Nenni, Sandro Pertini, primo esponente del Partito ad accedere al Quirinale, Riccardo Nencini, all'epoca esponente del Consiglio Regionale della Toscana e interessato ad una coalizione col Partito Democratico, Bissolati e Benito Mussolini. Quest' ultimo aveva appoggiato l'Italia nella Prima Guerra Mondiale e per questo motivo fu espulso dal Partito. Nel corso degli anni cambiarono diversi simboli identificativi del Partito, tuttavia il simbolo principale è rimasto il garofano rosso (in omaggio alla Rivoluzione Portoghese dei garofani del 1974), aggiunto accanto a falce, martello, sole e libro presenti nel simbolo originale. LA FUNZIONE DEI PARTITI 34
IL PARTITO COMUNISTA ITALIANO Il Partito Comunista Italiano (PCI) è stato il più grande partito comunista dell'Europa occidentale. Fu fondato a Livorno nel 1921 nel corso del 17° congresso del PSI, per iniziativa della corrente di sinistra del partito guidata da Amedeo Bordiga e Antonio Gramsci; assunse la denominazione di Partito Comunista d'Italia. Gramsci consolidò la presenza del partito nella società. Con la promulgazione delle "leggi speciali" e l'arresto di Gramsci nel 1926, il PCd'I divenne clandestino. Il partito tornò sulla scena politica nazionale nel 1943, svolgendo un ruolo importante nella lotta contro il nazifascismo. Nello stesso anno fu modificato in Partito Comunista Italiano. Dopo la liberazione partecipò alla ricostruzione economica e politica del paese. Gli ardori rivoluzionari sono smorzati dal segretario Palmiro Togliatti, che sostiene che per giungere al socialismo sia necessario un periodo di maturazione della società. Escluso dal governo nel 1947, il PCI costituì da allora la maggiore forza politica di opposizione. Nei primi anni Settanta, sotto la guida di Enrico Berlinguer, si giunse al compromesso storico, proposta di collaborazione con le forze cattoliche e socialiste per il rinnovamento del paese. Dopo la caduta del muro di Berlino (1989) e il crollo dei paesi comunisti, nel 1991 il PCI si sciolse, dando vita a una nuova formazione politica di stampo socialdemocratico: il Partito Democratico della Sinistra. Il Partito Comunista è una specie di paese nel paese, una specie di paese pulito e morale in un paese sporco e profondamente immorale. ” (Pier Paolo Pasolini- PCI) LA FUNZIONE DEI PARTITI 35
Il fronte dell’uomo qualunque “L’uomo qualunque, stufo di tutti, il cui solo, ardente desiderio, è che nessuno gli rompa le scatole. “(Guglielmo Giannini) Il Fronte dell'Uomo Qualunque è stato un movimento e un italiano nato dal giornale “L'Uomo qualunque” fondato a Roma nel 1944 dal giornalista Guglielmo Giannini, portando avanti istanze liberal-conservatrici e legate all'antipolitica. Da questo fenomeno politico è nato il termine qualunquismo. Le sue origini risiedono in un settimanale il cui simbolo consiste in un torchio che schiaccia una striminzita immagine di uomo all'interno di una U maiuscola. I nomi degli avversari vengono Storpiati: ad esempio Calamandrei è chiamato Caccamandrei e Salvatorelli diventa Servitorelli, usando una forma di umorismo, o meglio di satira, piuttosto pesante, che fa presa sui tanti scontenti nel clima così difficile del dopoguerra. Lo scopo dell'ideatore era quello di dare voce alle opinioni dell'uomo della strada, contrario al regime dei partiti e ad ogni forma di statalizzazione. La posizione del settimanale è chiara: contraria al fascismo, ma anche al comunismo e agli "antifascisti di professione", accostati al primo fascismo per l'accento epurazionista dei primi anni del dopoguerra. Paradossalmente, quindi, il giornale viene accusato di essere cripto-fascista e per questo motivo verrà chiesta a più voci la soppressione della testata. Nel 1945 Giannini viene denunciato, poi decide di fondare il suo partito. G. Giannini LA FUNZIONE DEI PARTITI 36
Il fronte dell’uomo qualunque Il primo congresso del neonato Fronte dell'Uomo qualunque si tiene a Roma nel febbraio del 1946. In seguito viene formalmente costituito in seguito a questo congresso. Nel giorno di apertura del congresso il Partito Comunista italiano critica fortemente la costituzione del nuovo partito, bollandolo come un tentativo di ricostituzione del disciolto Partito Nazionale Fascista I punti cardine del Partito sono: la lotta al comunismo, la lotta al capitalismo della grande industria, la propugnazione del liberismo economico individuale, la limitazione del prelievo fiscale, la negazione della presenza dello Stato nella vita sociale del Paese. Nel 1947 il partito "qualunquista" assume un atteggiamento più conciliante verso il quarto governo di De Gasperi, che aveva segnato l'estromissione dei comunisti dalla compagine governativa. Questo avvicinamento allo Scudo Crociato rappresenterà però la fine del successo popolare del Fronte dell'Uomo qualunque: alcuni sostenitori, delusi dal nuovo posizionamento dichiaratamente governativo, abbandonano il partito. Alle regionali in Sicilia, formano una lista, "Blocco Democratico Liberal Qualunquista", che ottiene il 14,7 per cento, mentre in parlamento ben 14 deputati qualunquisti escono dal gruppo formando una separata Unione Nazionale. Dopo aver tentato un'alleanza con la Democrazia Cristiana e il MSI, Giannini si avvicinò al leader comunista Palmiro Togliatti, definito due anni prima «verme, farabutto e falsario». Molti simpatizzanti dell'Uomo Qualunque, allibiti da questa scelta, abbandonarono l'ex- commediografo che, messo alle strette, rinunciò al patto d'amicizia con il PCI per stringerne un altro con il PLI. Nel gennaio 1948 in vista delle elezioni politiche del 18 aprile, il partito entrò nel Blocco Nazionale, una coalizione elettorale di centrodestra, insieme al Partito Liberale Italiano e all'Unione della Ricostruzione. LA FUNZIONE DEI PARTITI 37
Il fronte dell’uomo qualunque Questa scelta originerà una scissione che portò Vincenzo Tieri, membro del partito dell'uomo qualunque a fondare il Partito Qualunquista Italiano. Altri membri confluiranno nel Partito Nazionale Monarchico. Il "Blocco Nazionale" ottenne 19 deputati e 7 senatori, di cui però di riferimento del partito solo 4 deputati (dai 30 della Costituente) tra cui lo stesso Giannini e la sorella. Con l'insuccesso elettorale il Fronte ha di fatto concluso la sua funzione e i qualunquisti confluiranno nei mesi successivi chi nel Partito Nazionale Monarchico e chi nel PLI; qualche altro esponente aderirà al neonato Movimento Sociale Italiano. Già dalle elezioni regionali del 1949 il partito degrada, sciogliendosi definitivamente in seguito. Giannini si ricandidò nella lista laziale della democrazia cristiana. LA FUNZIONE DEI PARTITI 38
Il fronte monarchico Numerosi sono stati i partiti di ispirazione dichiaratamente monarchica, che sono sopravvissuti fino agli albori degli anni Settanta. Essi fanno comunque parte di un unico blocco, che per praticità viene definito Fronte monarchico. 1.Il Blocco nazionale per le libertà Il Blocco nazionale per le libertà è stato fondato nel 1946, dall’unione del Partito democratico italiano (PDI, 1944 – 1946), della Concentrazione nazionale democratica liberale (CNDL, ? – 1946) e dal Centro democratico (CD). Di ispirazione monarchica, ha ottenuto – nelle elezioni politiche del 1946 – il 2,77 % delle preferenze complessive, corrispondente a circa 637.000 elettori, ovvero 16 seggi su 556 nell’Assemblea costituente. Tra le figure più rappresentative di questo partito è presente Alfredo Covelli (Bonito (AV), 22 febbraio 1914 – Roma, 25 dicembre 1998). 2.Il Partito nazionale monarchico Il Blocco nazionale per le libertà ha avuto vita breve, e già dal 13 giugno 1946 era confluito nel Partito nazionale monarchico (PNM), fondato dal già citato Covelli. Il 2 giugno 1954 il partito presenta una prima scissione: il sindaco di Napoli Achille Lauro (Piano di Sorrento (NA), 16 giugno 1887 – Napoli, 15 novembre 1982) propose infatti un’alleanza con la Democrazia cristiana. Covelli rifiutò categoricamente tale proposta e lasciò il partito, fondandone uno nuovo: il Partito monarchico popolare. LA FUNZIONE DEI PARTITI 39
Il fronte monarchico 3.Un parziale abbandono dell’ideologia Entrambi i partiti si dissolsero tra il marzo e l’aprile 1959 e dalle loro ceneri nacque il Partito democratico italiano di unità monarchica (PDIUM). Nel 1971 questo partito fu inglobato nel gruppo di estrema destra del Movimento sociale italiano – Destra nazionale (MSI). Si deve comunque notare che l’orientamento monarchico di questi partiti era andato notevolmente scemando già dopo il referendum istituzionale del 1946, nel quale aveva appunto vinto la Repubblica: molti monarchici decisero infatti di sostenere la nuova forma di governo che stava nascendo. LA FUNZIONE DEI PARTITI 40
La costituente e i suoi lavori Come nacque la Costituzione: l’Assemblea Costituente L’Assemblea costituente, talvolta definita semplicemente “Costituente”, è stata l’organo preposto alla stesura della nuova Costituzione della Repubblica italiana. È stata eletta il 2 e 3 giugno 1946, le stesse date in cui è stato svolto il referendum sulla forma istituzionale dello Stato, tra Monarchia e Repubblica; le sedute si sono svolte dal 25 giugno 1946 al 31 gennaio del 1948. Primo organo nella storia italiana a essere eletto con suffragio Universale e diretto da tutti i cittadini, è stato istituito con Decreto Legislativo luogotenenziale n. 98 del 16 marzo 1946 a seguito delle decisioni prese dal Governo e dalla Consulta Nazionale. La Costituente, oltre ad avere il compito di creare una nuova Costituzione, ha esercitato una limitata funzione legislativa, ovvero ha approvato le leggi di bilancio nel periodo precedente all’elezione del Parlamento e ha dato la fiducia al governo, a cui fu delegato l’intero potere legislativo. 2.Uniti nella diversità Composta da 552 deputati, presero parte alla Costituente i principali partiti politici: il Partito socialista (PSIUP), il Partito comunista (PCI), il Partito liberale (PLI), Fronte dell’uomo qualunque (UQ), il Partito repubblicano (PRI) ed il Partito d’azione (Pd’A) e la Democrazia cristiana (DC), che ebbe la maggioranza dei seggi. I diversi esponenti dei partiti decisero di collaborare per l’interesse comune, ovvero per creare una solida base democratica in Italia, mettendo da parte le divergenze di carattere politico, economico e sociale. 41
La costituente e i suoi lavori Come nacque la Costituzione: l’Assemblea Costituente L’Assemblea costituente si è riunita nel Palazzo di Montecitorio, attuale sede della Camera dei deputati e precedentemente ritrovo della Camera dei fasci e delle corporazioni. Essa ha avuto come presidente Giuseppe Saragat (Torino, 19 settembre 1898 – Roma, 11 giugno 1988) e in seguito Umberto Terracini (Genova, 27 luglio 1875 – Roma, 6 dicembre 1983). L’Assemblea ha nominato al suo interno una Commissione per la Costituzione, altresì la quale si è immediatamente divisa in tre sottocommissioni: - la prima riguardante i diritti e i doveri dei cittadini. - la seconda riguardante l’organizzazione costituzionale dello Stato. - la terza riguardante i rapporti economici e sociali. Durante i lavori alla Costituzione importante fu la decisione del governo De Gasperi di non interferire con i lavori della Costituente, astenendosi dall’imporre modifiche, come testimoniato dalla seguente frase di Piero Calamandrei: “Nella preparazione della Costituzione, il governo non deve avere alcuna ingerenza: quando l’Assemblea discuterà pubblicamente la nuova Costituzione, i banchi del governo dovranno essere vuoti”. 42
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