VCS VISUAL CULTURE STUDIES - Rivista semestrale di cultura visuale

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VISUAL CULTURE STUDIES
Rivista semestrale di cultura visuale

#1 (novembre 2020)
Atmosfere mediali
a cura di
Ruggero Eugeni e Giulia Raciti

                                 MIMESIS
VCS
Direttore
Ruggero Eugeni

Vice-Direttori
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Direttore responsabile
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Comitato scientifico
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Comitato redazionale
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Anna Bisogno
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Indice

5		 Ruggero Eugeni, Giulia Raciti
		  Introduzione. Atmosfere mediali. Sentire il mondo come gli altri

19		 Malvina Giordana
		  La realtà virtuale come atmosfera mediale. Il caso di Notes on
     Blindness: Into Darkness

37		 Gabriele Gambaro
		  Atmosfera, medium, habitat. Estetica e tecnica degli ambienti me-
     diali di James Turrell

53		 Valentino Catricalà
		   Atmosfera e animalità nell’età contemporanea

67		 Luca Malavasi, Lorenzo Ratto
		  Rafael Lozano-Hemmer e le impressioni delle nostre azioni nel mon-
     do che abitiamo

87		 Vincenzo Estremo, Francesco Federici
		  Normalizzare l’immersione spettatoriale. Talking is Not Always the
     Solution di Omer Fast

103		     Simona Lisi
		        Icaro e il sole. La gradualità immersiva delle atmosfere mediali

119		 Francesco Spampinato
		   Atmospheric Psychedelia. USCO’s 1960s Intermedia Environments
147		 Martina Federico
		   Forwarding the flashback. L’analogia delle forme: il flusso di coscienza
      amoroso nel film e la struttura del suo trailer in To the wonder di Ter-
      rence Malick

161		 Anna Bisogno
		   La moltiplicazione degli schermi. Nuovi habitat televisivi nell’era dei so-
      cial media

173		 Lorenzo Marmo
		   Transitional Environments. Color as Atmosphere in 1950s American Cinema

201		 Enrico Carocci
		    Intimità tecnologica e soggettività mediale. Una lettura di Lei

223		 Andrea Rabbito
		Blade Runner 2049 e la relazione affettiva con le immagini tecnico-
      audiovisive
Introduzione
Atmosfere mediali. Sentire il mondo come gli altri
Ruggero Eugeni, Giulia Raciti

Medium, atmosfera, aura

    Esiste un legame antico e tenace tra i concetti di atmosfera, umore,
medium e ambiente – legame che va oltre queste stesse distinzioni
linguistiche, tanto da dar luogo a termini come Stimmung, intraducibili
da una lingua all’altra1.
    L’atmosfera, intesa come strumento ambientale della percezione sen-
soriale, che connette percipiente e percepito, oggetto e organo di senso,
si radica nella tradizione aristotelica del diaphanes, sostanza trasparente –
come l’aria, l’acqua, il vetro o il cristallo – che agisce in qualità di mezzo
(metaxu è il termine adoperato da Aristotele) per irradiare la luce e costi-
tuisce la condizione necessaria affinché la visione abbia luogo. Il metaxu è
tradotto da Tommaso d’Aquino con la parola medium, termine che, “por-
tando con sé una polivocità che continua a sussistere ai nostri giorni”2, si
riscontra anche nei trattati di ottica medievale e moderna di tradizione
aristotelica, tra i quali ricordiamo l’Opticks di Newton in cui è inteso come
mezzo etereo e ambientale che oltre a condizionare la visione consente
la trasmissione di forze ed è tradotto con l’espressione “ambient medium”
o “milieu ambiant”. L’uso attivo dei termini milieu e ambience, ma anche
Umwelt e Stimmung, è frequente nella produzione del Romanticismo fran-
cese e tedesco e dell’idealismo di Fichte, Schelling e Hegel.

1
  L. Spitzer, Classical and Christian Ideas of World Harmony: Prolegomena to an Interpretation
of the Word “ Stimmung ”, Johns Hopkins Press, Baltimore 1963, tr. it. L’armonia del mondo.
Storia semantica di un’idea, Il Mulino, Bologna 2006.
2
  A. Pinotti, A. Somaini, Cultura visuale. Immagini sguardi media dispositivi, Einaudi, Torino
2016, p. 165.
La modernità otto-novecentesca riprende e riconfigura il grande tema
    della Stimmung soprattutto in riferimento alle questioni filosofiche ed
    estetologiche del visibile, delle sue relazioni con gli altri sensi (in partico-
    lare il sonoro, anche per le radici etimologiche del termine Stimmung) e
    il visivo, in quanto la Stimmung è, osserva Pinotti, strutturalmente corre-
    lata all’”unità visibile” del paesaggio)3 e, ancora, con l’esperienza nel suo
    complesso: vanno in questo senso i contributi di autori quali Alois Riegl e
    Georg Simmel4. È evidente lo scambio con le nuove sensibilità artistiche
    quali l’espressionismo5 e prima ancora l’opera di Turner6. In questo conte-
    sto isoliamo due casi esemplari per lo studio delle atmosfere mediali.
        In primo luogo, l’eco della tradizione ottica dei media diaphana e della
    metaforica “mediale”, come ha opportunamente notato Antonio Somaini,
    risuona negli scritti di Walter Benjamin; questi, pur utilizzando il termine
    medium in accezioni differenti, giunge ne La piccola storia della fotografia
    ad associare i termini medium e aura per intendere quella “guaina”, “alone”,
    “alito”, in breve, quell’entità atmosferica di cui è permeata la cultura bor-
    ghese dell’Ottocento7. Medium è dunque per Benjamin il complesso delle
    condizioni tecniche e artificiali storicamente situate che indirizzano sia la
    visione sia in generale la percezione sensibile8.
        In secondo luogo, anche Béla Baláz relaziona medium e aura per indi-
    care quelle tonalità emotive o quelle Stimmungen capaci di essere captate
    dal cinema9. Leggiamo infatti ne L’uomo visibile:

    3
     A. Pinotti, Oggetti teorici, in B. Carnevali, A. Pinotti (a cura di), Georg Simmel. Stile moderno. Saggi
    di estetica sociale, Einaudi, Torino 2020, p. 295.
    4
      D. E. Wellbery, Stimmung, in K. Barck et als. (eds), Ästhetische Grundbegriffe Historisches
    Wörterbuch in sieben Bänden, Bd. 5, Metzler Verlag, Stuttgart 2003, pp. 703–33 (Stimmung,
    in “New Formations: A Journal of Culture/Theory/Politics”, 93, 2018, pp. 6-45). A. Pinotti,
    Oggetti teorici, B. Carnevali, A. Pinotti (a cura di), Georg Simmel. Stile moderno Saggi di es-
    tetica sociale, op. cit.
    5
      M. K. Pedersen, Lover of Music, Enemy of Stone: Toward a Material Modernity of Stimmung, in
    “The Germanic Review”, n. 93, 2018, pp. 373-393.
    6
      A. Somaini, The Atmospheric Screen: Turner, Hazlitt, Ruskin, in C. Buckley, R. Campe, F. Ca-
    setti (eds.), Screen Genealogies. From Optical Device to Environmental Medium, Amsterdam
    University Press, Amsterdam 2019, pp. 159-185.
    7
      Cfr. W. Benjamin, Kleine Geschichte der Fotografie, in Gesammelte. Schriften, a cura di R. Tiede-
    mann, H. Schweppenhäuser, 7 voll., Suhrkamp, Frankfurt a. M.1974-1989, VI.1, 1931; tr. it. Piccola
    storia della fotografia, in A. Pinotti, A. Somaini, Aura e Choc, Einaudi, Torino 2012, pp. 225-244; Das
    Kunstwerk im Zeitalter seiner technischen Reproduzierbarkeit, in Schriften, a cura di R. Tiedemann,
    H. Schweppenhäuser, 7 voll., Suhrkamp, Frankfurt a. M.1 974-1989, VII.1, 1936, tr. it. L’opera d’arte
    nell’era della sua riproducibilità tecnica, in A. Pinotti, A. Somaini, op. cit., pp. 17-73.
    8
      Cfr. A. Somaini, “L’oggetto attualmente più importante dell’estetica”. Benjamin, il cinema e il
    “Medium della percezione” in “Fata Morgana”, anno VII n. 20, 2013, pp. 117-146; A. Pinotti, A.
    Somaini, Cultura visuale, op. cit.
    9
      A. Somaini, Il volto delle cose. Physiognomie, Stimmung e Atmosphäre nella teoria del cinema

6       Visual Cultural Studies 1 – 2020
L’atmosfera è proprio l’anima [Seele] di ogni arte. Essa è un’aria […] è un
   profumo che come un’esalazione delle forme avvolge ogni cosa […]. Questa
   atmosfera è come la materia primigenia, nebulosa, che si condensa nelle sin-
   gole forme. È la sostanza comune a tutte le opere.10

   Né Baláz né Benjamin intendono dunque il medium come mezzo. La
medesima mancanza di reciprocità tra i concetti di medium e mezzo si
riscontra anche in altri autori tedeschi della prima metà del ‘900, come
Moholy-Nagy, Kracauer, Arnheim che usano piuttosto le voci Apparat (ap-
parecchio) e Mittel (mezzo) per indicare i dispositivi tecnici – stampa, foto-
grafia, telefono, radio, cinema e oltre –, che configurano il medium in cui
hanno luogo percezione sensibile ed esperienza.

Ambiente, dispositivo, esperienza

   La riflessione moderna prepara dunque il terreno per una rinnovata at-
tenzione al rapporto tra atmosfera e medium, ma vi getta al tempo stesso
i semi di una serie di problemi cruciali: in particolare, qual è il ruolo della
tecnologia (e in particolare delle tecnologie della sensibilità) in questo rap-
porto? Quanto l’atmosfera è medium in sé e quanto al contrario risente
dell’intervento di apparati di mediazione e di conformazione dell’esperien-
za? Una simile questione impronta in effetti il dibattito più recente.
   Il discorso sulle atmosfere si è infatti innestato su quell’area dei me-
dia studies attenta alla dimensione ecologica. Il concetto di media eco-
logy è stato inizialmente formulato da Neil Postman11 che, sulla scia di
McLuhan12 – secondo cui i media prolungano gli organi sensoriali dell’uo-
mo nell’enviroment –, considera i media ambienti in sé stessi. Più di recente,
John Durham Peters ha radicalizzato ulteriormente l’approccio ecologico
saldando la Teoria dei Media a una filosofia della natura elementale, sicché
“the sea, the earth, fire, or the sky is a medium”13. Durham Peters dunque

di Béla Balázs, in T. Griffero, A. Somaini, Atmosfere, “Rivista di Estetica”, 33, 3/2006, pp. 141-160.
10
   B. Balázs, Der sichtbare Mensch: oder die Kultur des Film, Knapp, Halle 1926; tr. it. L’uomo
visibile, Lindau, Torino 2008, pp. 143-144.
11
   N. Postman, The reformed English Curriculum, in A. Eurich (a cura di), High Scool 1980: The
Shape of the Future in American Secondary Education, Putman, New York 1970, pp. 160-168,
tr. it. Ecologia dei media. L’insegnamento come attività conservatrice, Armando, Roma 1983.
12
   M. McLuhan, Understanding media: the extensions of man, McGray, New York 1964; tr. it.
Gli strumenti del comunicare, Il Saggiatore, Milano 1967.
13
   J. Durham Peters, The Marvelous Clouds: Toward a Philosophy of Elemental Media, Univer-

                                                                                        Introduzione     7
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