GLOBAL OUTLOOK 2019 UNA CRESCENTE
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GL OBA L OU T L O OK 2 019 M A R K E T S , I N V E S T M E N T & S T R U C T U R I N G – P R I M O S E M E S T R E 2 019 UNA CRESCENTE MON TAGNA DI DEBITO FOCUS M E R C AT I IL DEBITO GLOBALE AI MASSIMI STORICI IL DEBITO E LE ASSET CLASS Ama Dablam - Nepal
INDICE 3 EDITORIALE CHI PAGA I SUOI DEBITI SI ARRICCHISCE! 5 FOCUS 5 IL DEBITO GLOBALE 6 IL DEBITO SOVRANO GLOBALE 8 LE IMPLICAZIONI DI POLITICA MONETARIA E FISCALE 11 LE PROSPETTIVE MACROECONOMICHE GLOBALI 11 IL CICLO ECONOMICO 15 L’OUTLOOK REGIONALE 23 LE PROSPETTIVE DELLE ASSET CLASS A LIVELLO GLOBALE 23 L’ALLOCAZIONE 24 IL DEBITO SOVRANO E LA DOMINANZA FISCALE 25 IL CREDITO: È LA CULLA DELLA PROSSIMA CRISI? 32 LA PROBABILITÀ DI DEFAULT: COME SI CALCOLA? 34 I MERCATI AZIONARI 38 MERCATO IMMOBILIARE E INDEBITAMENTO DELLE FAMIGLIE 41 TA B E L L E D E L L E P E R F O R M A N C E E R E N D I M E N T I AT T E S I 44 SPECIALISTI DEGLI INVESTIMENTI 45 PRESENZA INTERNAZIONALE 46 GLOSSARIO
EDITORIALE I N V E S T M E N T S T R AT E GY FRÉDÉRIC LAMOTTE Chief Investment Officer, Indosuez Wealth Management C H I PAG A I S U O I D E B I T I S I A R R I C C H I S C E ! Vuol dire che chi non li onora si impoverisce? L’affermazione di per acquistare un lingotto d’oro o l’azione di una società è Balzac, grande autore classico della letteratura, non può che davvero “migliore”, più sostenibile di quello emesso per pagare suonare inquietante osservando la crescita, nel corso degli ultimi gli insegnanti o aiutare i più bisognosi a trovare o ritrovare un anni, del debito accumulato sia dagli Stati - ancor più quelli lavoro? Esiste un debito buono e uno meno buono, come per il sviluppati - che dalle imprese e dai privati. La sensazione di colesterolo? Una popolazione con un buon livello d’istruzione, crescente disuguaglianza all’interno delle società e la percezione che gode di buona salute e vive in un ambiente sano, una società di un certo impoverimento della classe media nell’OCSE, a cui che promuove l’uguaglianza e il lavoro calibrato sulle capacità di vanno aggiunte le derive populiste dell’opinione pubblica, non ognuno, non sono forse queste le risorse sociali essenziali in sono forse la conseguenza dell’incapacità della classe politica di grado di giustificare livelli importanti di debito? In definitiva, a rimborsare i debiti pregressi? meritare un’attenzione maggiore potrebbero essere l’aumento del debito e il suo peso. I mercati del debito sembrano suggerirci A sentire Oscar Wilde, “il principale vantaggio della ricchezza è la strada verso una sensibilizzazione dell’opinione pubblica, che permette di fare debiti”. In definitiva è la percezione o attraverso l’innovazione derivante dai prestiti verdi, dalle l’illusione vera e propria della ricchezza. L’esempio più chiaro obbligazioni verdi e, più in generale, dagli attivi “ad impatto”. viene dagli Stati Uniti, dove i riacquisti di azioni proprie sono Speriamo che questo cammino, condiviso da Indosuez Wealth finanziati attraverso debito emesso a basso costo. Se la crescita Management per conto dei suoi clienti, ci conduca ad una del debito non fa aumentare la nostra ricchezza (o la ricchezza crescita sostenibile di ricchezze condivise. percepita da terzi), perché allora si continua a ipotecare il futuro? In questa edizione della nostra pubblicazione, ci piacerebbe Oggi come ieri, rimborsare il debito non è mai stato un obiettivo stimolare in voi delle riflessioni riguardo a questo fenomeno - che di per sé per gli Stati. La capacità di riscuotere imposte, presenti pare diventare incontrollabile - ed agli effetti che genera sulla vita e future, vale come garanzia all’emissione di un debito che, in dei nostri figli. origine, non si prefiggeva il fine di acquisire un attivo monetizzabile, destinato ad apprezzarsi o quantomeno a conservare il suo Vi auguro una piacevole lettura ed, in anticipo, buone feste e valore. È dunque naturale che l’approccio di bilancio divenga una felice anno nuovo! questione centrale per la solvibilità degli Stati. Il debito emesso PRIMO SEMESTRE 2019 | GLOBAL OUTLOOK 2019 | 3
300 200 FOCUS 100 300 I N V E S T M E N T S T R AT E GY 0 200 -100 IL DEBITO GLOBALE 100 -200 0 Il debito globale ha raggiunto il livello massimo di 164 mila miliardi1 incrementato il loro debito pubblico, mentre quelle emergenti di dollari, pari al 225% del PIL mondiale: un record storico. Il hanno registrato un rialzo del debito privato (grafico 1). La Cina Grecia Giappone Italia Portogallo Stati Uniti Belgio Irlanda Ungheria Spagna Regno Unito Francia Austria Germania Polonia Paesi Bassi Repubblica slovacca Slovenia Repubblica ceca Repubblica ceca Australia Danimarca Svezia Estonia Lussemburgo Finlandia Norvegia -100 rapporto debito globale/PIL è aumentato del 12% rispetto ai da sola è responsabile di quasi tre quarti dell’aumento del debito massimi precedenti del 2009. Si può quindi dire che, fatta salva -200 privato globale. Nel debito globale la parte del leone la fa il debito una breve flessione, l’indebitamento dell’economia mondiale privato, con quasi il 135% del PIL mondiale, mentre il debito abbia continuato a crescere ininterrottamente. I Paesi più sovrano si attesta al 90% del PIL mondiale (media ponderata). La Grecia Giappone Italia Portogallo Stati Uniti Belgio Irlanda Ungheria Spagna Regno Unito Francia Austria Germania Polonia Paesi Bassi Repubblica slovacca Slovenia Australia Danimarca Svezia Estonia Lussemburgo Finlandia Norvegia indebitati al mondo sono anche i più ricchi e sul podio troviamo composizione del debito per Paese è illustrata nel grafico 2. Stati Uniti, Cina e Giappone. Il debito di questi tre Paesi A seguire, ci concentreremo sul debito sovrano (pubblico). Nelle rappresenta oltre la metà del debito globale (56%), un dato di economie mature il debito pubblico supera il 100% del PIL. gran lunga superiore alla loro quota di produzione globale (38% A livello mondiale, il debito di Stato ammonta a circa 63 mila del PIL 2017 a parità di potere d’acquisto). I Paesi a basso reddito miliardi di dollari, di cui quasi un terzo è riconducibile agli Stati contano meno dell’1% dell’indebitamento globale, una Uniti (20 mila miliardi di dollari). In media il debito dei Paesi OCSE percentuale molto inferiore rispetto alla loro quota di produzione è cresciuto del 35% circa da prima della crisi del 2008. Quasi globale. l’82% dell’intero debito sovrano mondiale è emesso dai 34 Paesi La Cina è diventata uno dei principali mutuatari dall’inizio del OCSE. Prima di passare ad analizzare le ripercussioni di questi millennio, con una quota del debito globale passata dal 3% dati sulla politica economica, è necessario effettuare un’analisi all’attuale 16%. La composizione del debito globale è scomposta prospettica sul debito. per livelli di reddito nazionali. Le economie avanzate hanno 400 Giappone Belgio 350 Portogallo G R A F I C O 1 : D E B I T O T O TA L E / P I L P EPaesi R PA U 1 0 A N N Irlanda E S E , I N % , E VA R I A Z I O N E SGrecia I, PP* 17, in % nel 4T 17, in % Bassi 300 Svezia Regno Unito Francia Svizzera Canada Singapore 250 Danimarca USA Spagna Italia 400 Nuova Zelanda Giappone Australia Cina 200 Israele Belgio 350 Germania Corea Malesia Portogallo nel 4Ttotale/PIL Ungheria Irlanda 150 Paesi Bassi Brasile Grecia 300 Svezia Polonia Regno Unito Cile Francia India 100 Sudafrica Russia Turchia Canada Singapore 250 Danimarca USA Italia Svizzera Nuova Zelanda Spagna Debito totale/PILDebito 50 Argentina Australia Cina 200 Israele Indonesia Messico Germania Malesia Corea 0 Ungheria Brasile 150 Cile Polonia -20 0 20 40 60 80 100 120 India 100 Sudafrica Russia Turchia Variazione debito totale/PIL negli ultimi 10 anni, in PP 50 Argentina Indonesia Messico 0 -20 0 20 40 60 80 100 120 Variazione debito totale/PIL negli ultimi 10 anni, in PP Mercato sviluppato Mercato emergente * PP = punti percentuali Fonti: Business Insider, Indosuez Wealth Management G R A F I C O 2 : T O TA L E T I T O L I D I D E B I T O , P E R R E S I D E N Z A E S E T T O R E D E L L’ E M I T T E N T E * I M P O R T I C I R C O L A N T I P E R G L I U LT I M I D AT I D I S P O N I B I L I , I N M I G L I A I A D I M I L I A R D I D I D O L L A R I S TAT U N I T E N S I * * 40 Sinistra Destra 4 30 3 20 2 10 40 Sinistra Destra 41 0 30 30 Paesi Bassi Stati Uniti Giappone Cina Regno Unito Francia Germania Italia Canada Spagna Australia Repubblica Islanda Irlanda Cayman di Corea 20 2 10 1 0 0 Paesi Bassi Stati Uniti Giappone Cina Regno Unito Francia Germania Italia Canada Spagna Australia Repubblica Islanda Irlanda Cayman di Corea Stato Società finanziarie Società non finanziarie Per maggiori informazioni sulle statistiche relative ai titoli di debito della Banca dei regolamenti internazionali (BRI) si rimanda al sito www.bis.org/statistics/secstats.htm *4,00 Per i Paesi3,73 che non comunicano i TdS, i dati sono stimati dalla BIS come somma dei titoli di debito nazionali (DDS) e dei titoli di debito internazionali (IDS). ** Gli importi denominati in valute diverse dal dollaro statunitense sono convertiti in dollari al tasso di cambio prevalente alla data di riferimento. Fonti: Revisione trimestrale della BRI, International banking and financial market developments, settembre 2018, Indosuez Wealth Management 3,00 2,55 2,53 1 - «April 2018 Fiscal Monitor» del FMI, dati 2016; Samba 2,24 2,22 Moreno Badia Mbaye, Marialuz 2,20 e Kyungla Chae, «Global Debt Database: Methodology and Sources», working paper del FMI 4,00 3,73 maggio 2018. WP/18/111, 2,00 1,97 2,00 1,80 1,69 PRIMO SEMESTRE 2019 | GLOBAL OUTLOOK 2019 | 5 3,00 1,01 0,95 1,00 2,55 2,53 2,24 2,22 2,20 0,59 2,00 1,97 2,00 1,80 1,69
IL DEBITO SOVRANO GLOBALE Il primo passo di qualsiasi analisi numerica deve essere la L’indice relativo più comune è il rapporto debito/PIL ed in molte comprensione del quadro assoluto, in questo caso espresso in analisi del debito è anche l’unico utilizzato. Questo naturalmente dollari statunitensi. Come dicevamo sopra, gli Stati Uniti sono il tende ad alterare la nostra percezione e molti potrebbero maggiore emittente mondiale di debito sovrano, con 20 mila sostenere che il Giappone sia il Paese con il debito maggiore al miliardi di dollari in circolazione che rappresentano quasi un mondo poiché ha un rapporto debito/PIL del 240%. Tuttavia, terzo del debito di Stato globale (grafico 3). Al secondo posto abbiamo appena visto che, in termini assoluti, il debito degli Stati troviamo il Giappone con quasi il 20%, seguito dalla Cina con Uniti supera quello del Giappone di circa il 13%. Qualsiasi indice l’8%. Italia, Germania, Francia e Regno Unito hanno importi di relativo rispecchierà logicamente la grandezza del termine a cui debito in dollari allineati, che vanno dal 3,7% al 3,9% del totale rapportiamo il debito. I Paesi con un PIL elevato, nonostante globale. Per completare il quadro a fini comparativi, ricordiamo le abbiano livelli di debito assoluto maggiori, mostreranno un quote di debito pubblico globale di alcuni altri Paesi: 2,5% per rapporto debito/PIL relativamente più basso. Si tratta di un l’India, 2,2% per il Brasile, 0,6% per la Grecia, 0,5% per l’Argentina fenomeno riconducibile all’effetto numeratore-denominatore: (come la Svizzera) e 0,3% per la Russia. Una volta assimilate maggiore è il denominatore, minore sarà il rapporto a parità di queste grandezze assolute, saremo in grado di comprendere numeratore. È un effetto ben noto, ma spesso dimenticato in un appieno gli indicatori relativi. contesto di analisi maggiormente orientata alla misurazione del dato relativo. G R A F I C O 3 : D E B I T O S O V R A N O G L O B A L E P E R PA E S E , % D E L T O TA L E CINA ITALIA 7,9% 3,9% FRANCIA INDIA CANADA BRASILE 3,8% 2,5% 2,3% 2,2% STATI GIAPPONE UNITI 18,8% AUSTRALIA 0,8% BELGIO 0,8% PAESI BASSI 0,8% 31,8% GERMANIA SPAGNA SINGAPORE SVIZZERA INDONESIA 2,0% GRECIA 3,8% 0,5% 0,5% 0,4% 0,6% PORTO- IRLANDA POLONIA GALLO TURCHIA 0,4% 0,4% 0,4% 0,4% AUSTRIA 0,5% THAILANDIA TAIWAN SVEZIA ISRAELE 0,2% 0,3% 0,3% MESSICO 0,3% 1,0% REGNO ARGENTINA NORVEGIA VIETNAM FINLANDIA COLOMBIA 0,2% 0,2% 0,5% UNITO MALESIA 0,2% 0,2% 0,3% 3,7% COREA SUDAFRICA 0,2% FILIPPINE 0,2% IRAQ 0,2% DANIMARCA DEL SUD EGITTO EGYPT PAKISATN 0,2% 0,2% IRAN 0,9% 0.5% 0,5% 0,3% Debito in percentuale del PIL 0% 25% 50% 75% 100% 125% 150% 175% 200%+ Fonti: Visual Capitalist, Indosuez Wealth Management PRIMO SEMESTRE 2019 | GLOBAL OUTLOOK 2019 | 6
-100 -200 Grecia Giappone Italia Portogallo Stati Uniti Belgio Irlanda Ungheria Spagna Regno Unito Francia Austria Germania Polonia Paesi Bassi Repubblica slovacca Slovenia Repubblica ceca Australia Danimarca Svezia Estonia Lussemburgo Finlandia Norvegia Un altro indice relativo del debito si ottiene dividendo l’importo con un ranking superiore alla media del 76° classificato, hanno del debito per il numero di abitanti del Paese. Anche questo un gettito fiscale insufficiente rispetto al peso del loro debito e indice favorisce i Paesi grandi e molto popolati mentre penalizza dovrebbero incrementare il gettito fiscale. Logicamente questo i più piccoli, che in questo caso avrebbero denominatori minori. non significa che i Paesi, classificati oltre il 76° posto, possano Pertanto Paesi piccoli come Irlanda, Singapore e Belgio si tagliare le tasse. ritrovano improvvisamente in fondo alla classifica. Il debito pro- Un’allarmante anomalia dello studio dei mercati del debito capite è un indice relativo importante, poiché relaziona l’importo sovrano è che si tende a limitare l’analisi al passivo e, solo del debito ad ogni abitante, consentendo alle persone di sapere raramente, si presta attenzione all’attivo di bilancio dei Paesi. quanto debito grava sulle loro spalle (tabella 1). Raramente si argomenta delle entrate pubbliche di cui sopra. Un altro rapporto, forse più rilevante per valutare la capacità di un Questa stranezza è in parte dovuta al fatto che la contabilità Paese di onorare i propri impegni, si ottiene dividendo il debito nazionale non prevede l’elaborazione di uno stato patrimoniale. per le entrate pubbliche. Proprio come avviene nei mutui La contabilità nazionale ha come oggetto d’analisi il calcolo del ipotecari, le dimensioni dei finanziamenti, per quanto ingenti, non PIL, l’equivalente nozionale del conto economico delle imprese, costituiscono un problema se i redditi del mutuatario sono e della bilancia dei pagamenti. Ad oggi non esistono dati sufficienti a rimborsare capitale ed interessi. Nel grafico 4 sistematici e armonizzati che diano conto della situazione 400 Giappone scopriamo che il Giappone ha un problema di finanziamento patrimoniale dei Paesi. La Nuova Belgio Zelanda, spesso pioniera 350 specifico e gli Stati Uniti seguono a ruota. Senza alcuna pretesa Portogallo nell’amministrazione pubblica, è forse l’unico Irlanda esempio di Paese Debito totale/PIL nel 4T 17, in % Paesi Bassi Grecia di perentorietà, 300 possiamo sostenere che i Paesi della graduatoria,Svezia cheRegno predispone Unito la stima degli attivi, Francia passivi e patrimonio netto Svizzera Canada Singapore 250 Danimarca USA Spagna Italia Nuova Zelanda Australia Cina 200 Israele Germania Malesia Corea Ungheria Brasile 150 Cile India Polonia 100 Sudafrica Russia Turchia 50 Argentina Indonesia Messico 0 -20 0 20 40 60 80 100 120 Variazione debito totale/PIL negli ultimi 10 anni, in PP TA B E L L A 1 : I N D I C I D I D E B I T O R E L AT I V I , 2 0 1 7 Rapporto debito sovrano/PIL generale, in % Debito pro capite, USD Classifica Paese % Paese USD 1 Giappone 238 Giappone 85.694,87 2 Grecia 191 Irlanda 67.147,59 3 Italia 153 Singapore 56.112,75 40 4 Sinistra Portogallo Destra 145 Belgio 44.202,75 4 5 Stati Uniti 136 Stati Uniti 42.503,98 30 3 6 Francia 124 Canada 42.142,61 20 2 7 Belgio 122 Italia 40.461,11 10 1 8 Regno Unito 117 Islanda 39.731,65 0 9 Spagna 115 Australia 38.769,98 0 Paesi Bassi Stati Uniti Giappone Cina Regno Unito Francia Germania Italia Canada Spagna Australia Repubblica Islanda Irlanda Cayman di Corea 10 Canada 109 Regno Unito 36.206,11 Fonti: OCSE, FMI, Indosuez Wealth Management G R A F I C O 4 : R A P P O R T O D E B I T O P U B B L I C O N E T T O G E N E R A L E / E N T R AT E P U B B L I C H E , I N % , 2 0 1 8 4,00 3,73 3,00 2,55 2,53 2,24 2,22 2,20 2,00 1,97 2,00 1,80 1,69 1,01 0,95 1,00 0,59 0 Italia Giappone USA Spagna Messico Regno Unito Brasile Media su 76 Paesi Belgio Francia Paesi Bassi Germania Canada Fonti: FMI World Economic Outlook Database October 2017 (calcoli ICAEW), Indosuez Wealth Management PRIMO SEMESTRE 2019 | GLOBAL OUTLOOK 2019 | 7 18
detenuto da imprese, famiglie e Stato. Confidiamo che questa nazione coraggiosa faccia da apripista in tema di situazione LE IMPLICA ZIONI patrimoniale, così come lo è stata nella definizione degli obiettivi D I P O L I T I C A M O N E TA R I A d’inflazione, ad opera della propria Banca Centrale. Tuttavia, fino ad allora, continueremo a valutare il peso del debito dei vari E FISCALE Paesi, trascurandone quasi completamente il patrimonio. Arrivati a questo punto dell’analisi sappiamo che il debito è ai Detto questo, esistono dati sulle attività finanziarie dei Paesi quali massimi storici e, salvo poche eccezioni, tutte le economie azioni, derivati, oro, ecc. L’OCSE si è fatta carico di dedurre mature sono alle prese con un livello di debito sovrano queste attività finanziarie dal debito pubblico di ogni Paese problematico. Il peso record del debito dovrebbe chiamare una oggetto della sua analisi, e ha prodotto il rapporto sul debito risposta di politica economica nei Paesi maggiormente detentori. pubblico netto (grafico 5). Questo calcolo modifica radicalmente Essendo il debito materia fiscale, a logica i Paesi dovrebbero la percezione del peso del debito, in particolare quello del tagliere la spesa oppure aumentare le entrate (sotto forma di Giappone: il rapporto debito lordo/PIL è infatti pari al 240%, ma imposte, con aliquote fiscali più elevate e/o maggiore crescita del al netto delle attività finanziarie, tale dato scende a circa il 120% PIL). Al contrario di quanto ipotizzato i livelli del debito sono del PIL, ossia un rapporto comparabile a quello del debito netto invece cresciuti ininterrottamente. Questo significa che la italiano, che si attesta attorno al 100%, oppure a quello degli risposta fiscale è stata ampiamente insufficiente se non Stati Uniti. Anche la Grecia ha un importo considerevole di attività addirittura dannosa, come nel caso specifico degli Stati Uniti, finanziarie, che contribuisce a far sì che il Paese non abbia un dove si è scelto di aumentare la spesa pubblica e, al contempo, rapporto di debito netto enormemente diverso da quelli sopra ridurre le tasse. citati. Analizzando paesi notoriamente più virtuosi, evidenziamo Urge quindi che la politica monetaria colmi questo vuoto. A livello che la Norvegia ha, per esempio, un volume di attivi talmente accademico è in corso un dibattito tra dominanza fiscale e importante da rendere il debito fortemente negativo. dominanza monetaria. In sostanza, laddove vi è dominanza Che sia chiaro, i Paesi che hanno un rapporto di debito netto monetaria, l’impatto inflazionistico degli elevati livelli di debito basso o negativo nella maggior parte dei casi hanno anche un potrebbe portare a tassi d’interesse più alti. Viceversa, nella rating AAA di Standard & Poor’s. Dei 195 Paesi al mondo, solo 11 dominanza fiscale, i tassi d’interesse vengono mantenuti bassi a hanno queste caratteristiche. Questo gruppo esclusivo di Paesi favore della sostenibilità fiscale2. La questione non ha ancora dalle eccellenti prestazioni fiscali è rappresentato da: Australia, messo d’accordo tutti gli economisti. Canada, Danimarca, Germania, Liechtenstein, Lussemburgo, La nostra conclusione pertanto non è condivisa (si veda anche la Paesi Bassi, Norvegia, Singapore, Svezia e Svizzera. Gli Stati sezione «Allocazione», a pagina 23). Ciò nonostante, siamo Uniti hanno un rating di AA+ di S&P. fermamente convinti di tale valutazione: in termini generali il peso record del debito globale, ed in particolare quello del debito sovrano maturo, influenzerà il livello dei tassi d’interesse, che rimarranno contenuti molto più a lungo di quanto non si sia mai visto in passato (tabella 2). GRAFICO 5: DEBITO PUBBLICO LORDO E NETTO, IN % DEL PIL, 2013 300 200 100 0 -100 -200 Grecia Giappone Italia Portogallo Stati Uniti Belgio Irlanda Ungheria Spagna Regno Unito Francia Austria Germania Polonia Paesi Bassi Repubblica slovacca Slovenia Repubblica ceca Australia Danimarca Svezia Estonia Lussemburgo Finlandia Norvegia Debito lordo Debito netto Fonti: OCSE, Indosuez Wealth Management 2 - Hans J Blommestein e Philip Turner, «Interactions between sovereign debt management and monetary policy under fiscal dominance and financial instability», BIS Papers N. 65, maggio 2012. PRIMO SEMESTRE 2019 | GLOBAL OUTLOOK 2019 | 8
Parco Eolico Oiz - Spagna TA B E L L A 2 : TA S S I D I P O L I C Y D E L L E B A N C H E C E N T R A L I , P R E V I S I O N I 2 0 1 8 - 2 0 1 9 , % 2016 2017 2018 2019 Argentina 24,75 28,75 65,00 35,00 Australia 1,50 1,50 1,50 1,75 Brasile 13,75 7,00 6,50 6,50 Cile 3,50 2,50 2,80 3,65 Cina 4,35 4,35 4,35 4,30 Eurozona 0,00 0,00 0,00 0,25 India 6,25 6,00 6,60 6,90 Indonesia 4,75 4,25 6,00 6,40 Giappone -0,10 -0,10 -0,10 -0,10 Malesia 3,00 3,00 3,25 3,35 Messico 5,75 7,25 7,75 6,75 Filippine 3,00 3,00 4,75 4,85 Russia 10,00 7,75 7,55 7,40 Arabia Saudita 2,00 2,00 2,75 3,25 Sudafrica 7,00 6,75 6,60 6,85 Corea del Sud 1,25 1,50 1,65 1,90 Svizzera -0,75 -0,75 -0,75 -0,60 Thailandia 1,50 1,50 1,55 1,95 Turchia 8,00 8,00 24,40 21,80 Emirati Arabi Uniti 1,00 1,75 2,50 3,00 Regno Unito 0,25 0,50 0,75 1,00 Stati Uniti 0,75 1,50 2,25 2,75 Fonti: Bloomberg, Indosuez Wealth Management PRIMO SEMESTRE 2019 | GLOBAL OUTLOOK 2019 | 9
LE PROSPETTIVE I N V E S T M E N T S T R AT E GY M ACROECONOM ICH E GLOBA L I IL CICLO ECONOMICO PIL Nel 2019 e 2020, prevediamo che il tasso di crescita del PIL mondiale rallenterà dello 0,2% l’anno (tabella 3). In questo caso, Il PIL mondiale si è attestato al 3,5%, su base annua, alla fine del la derivata seconda si avvicinerebbe al -6% e sarebbe simile a 2017 e ha mantenuto lo stesso ritmo nei primi due trimestri del quanto osservato a livello globale nel 1996, 2015 e 2016. Questo 2018. Un dato di fatto in linea con la media dal 2000, nonché con renderà, anzi ha già reso, i mercati finanziari più complessi per gli quella dal 1969. Si direbbe quindi che l’economia mondiale goda investitori ma non si tradurrà necessariamente in una performance di buona salute in questo momento. Tuttavia, quello a cui tutti negativa dei mercati azionari. L’MSCI World, che è un indice di pensano non è tanto in quale misura varierà il PIL, quanto capitalizzazione di mercato e, in quanto tale, è dominato dalle piuttosto che direzione prenderà. Gli analisti dei mercati finanziari azioni statunitensi, è cresciuto del 5,3% nel 2016, sceso del 2,7% sono concordi nel dire che il PIL virerà in negativo. nel 2015 e risalito dell’11,7% nel 1996. Basandosi esclusivamente Nel 2017, la crescita ha sorpreso ampiamente al rialzo. Il PIL sulle previsioni del PIL mondiale, la media di queste performance mondiale ha accelerato dello 0,4% (passando dal 3,1% al 3,5%), indicherebbe rendimenti del 5% circa sui mercati azionari globali per un aumento del tasso di crescita del 14,2%. Questo esito nei prossimi anni. arriva dopo anni in cui, dalla crisi del 2008, la crescita del PIL è Il rischio insito in qualsiasi previsione è, logicamente, che la risultata inferiore alla media. Se, come pensiamo, il PIL mondiale previsione sia errata. Vediamo dunque alcuni dei principali rischi si attestasse in prossimità della media anche nel 2018, la derivata al ribasso e rialzo delle nostre previsioni. seconda sarebbe nulla nonostante la performance assoluta parimenti positiva. TA B E L L A 3 : P I L E D I N F L A Z I O N E C O N P R E V I S I O N I P E R I L 2 0 1 8 - 2 0 2 0 , 4 T, S U B A S E A N N U A , % 2017 2018 2019 2020 2017 2018 2019 2020 Ponderazioni PIL IPC PIL IPC PIL IPC PIL IPC Contributi Contributi Contributi Contributi PPA (2017) Globale 3,6 - 3,4 - 3,2 - 3,0 - 100 Punti % Punti % Punti % Punti % Stati Uniti 2,5 2,1 2,6 2,5 2,0 2,0 1,5 2,2 15,2 0,38 0,40 0,30 0,23 Giappone 2,0 1,0 1,1 0,7 0,7 1,9 0,5 1,3 4,2 0,08 0,05 0,03 0,02 Regno Unito 1,4 3,0 1,3 2,5 1,3 2,2 1,1 2,0 2,2 0,03 0,03 0,03 0,02 UEM 2,7 1,4 1,9 1,8 1,7 1,6 1,6 1,8 11,6 0,31 0,22 0,20 0,19 Germania 2,8 1,7 1,9 1,7 1,7 1,7 1,5 2,0 3,3 0,09 0,06 0,06 0,05 Francia 2,8 1,2 1,5 1,3 1,5 1,3 1,3 1,6 2,2 0,06 0,03 0,03 0,03 Italia 1,6 0,9 0,8 1,3 0,9 1,3 2,0 1,6 1,8 0,03 0,01 0,02 0,04 Spagna 3,1 1,2 2,3 1,5 2,2 1,5 1,9 1,8 1,4 0,04 0,03 0,03 0,03 Svizzera 2,6 1,1 2,2 0,9 1,6 1,1 1,5 1,2 0,4 0,01 0,01 0,01 0,01 Brasile 2,1 3,0 1,8 3,9 2,8 4,2 2,8 4,0 2,5 0,05 0,05 0,07 0,07 Messico 1,5 6,8 2,7 4,4 2,3 3,5 2,4 3,5 1,9 0,03 0,05 0,04 0,05 Argentina 3,9 26,1 -6,7 45,0 3,5 25,0 3,8 18,0 0,7 0,03 -0,05 0,02 0,03 Russia 0,9 2,5 1,9 3,0 1,7 4,0 1,5 4,5 3,1 0,03 0,06 0,05 0,05 India 7,0 5,2 7,3 4,5 7,3 4,0 7,2 3,5 7,7 0,54 0,56 0,56 0,55 Cina 6,8 1,8 6,4 2,3 6,2 2,8 6,0 3,0 18,7 1,27 1,20 1,16 1,12 Asia, esclusi Cina, India, 4,3 - 4,5 - 4,3 - 4,1 - 7,9 0,34 0,36 0,34 0,32 Giappone* *Hong Kong, Indonesia, Malesia, Filippine, Singapore, Corea del Sud, Taiwan, Thailandia e Vietnam Nota: Il PIL mondiale è reale e a parità di potere d’acquisto. Gli altri PIL sono reali e in valuta. I pesi della parità di potere d’acquisto equivalgono alla quota di PIL mondiale dei Paesi. Moltiplicando tali quote per i tassi di crescita si ottengono i contributi al PIL mondiale per Paese in percentuale. La Cina, ad esempio, contribuisce per oltre un terzo del PIL mondiale (1,24/3,5 nel 2017). Fonti: Bloomberg, Indosuez Wealth Management PRIMO SEMESTRE 2019 | GLOBAL OUTLOOK 2019 | 11
350 Portogallo Irlanda Debito totale/PIL nel 4T 17, in % Paesi Bassi Grecia 300 Svezia Regno Unito Francia Svizzera Canada Singapore 250 Danimarca USA Spagna Italia Nuova Zelanda Australia Cina 200 Israele Germania Malesia Corea Ungheria Brasile 150 Cile India Polonia 100 Sudafrica Russia Turchia E L50EM ENTArgentina I N EGATI VIIndonesia Messico P ER0 L A CRE S C I TA -20 0 20 40 60 80 100 120 Variazione debito totale/PIL negli ultimi 10 anni, in PP PROTEZIONISMO PETROLIO Il protezionismo è la principale minaccia che incombe sul ciclo Anche il prezzo del petrolio è una minaccia per l’economia economico. Giusto per avere una prospettiva, i volumi di scambi mondiale. L’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) ha crollarono del 60% durante la grande depressione e del 10% comunicato che a settembre 2018, per la prima volta nella storia, durante la grande recessione. Attualmente i volumi di scambi, si sono toccati i record sia di domanda che di offerta, con 100 anche se più lentamente, continuano a crescere (grafico 6). milioni di barili al giorno, nonostante qualsivoglia tentativo di Finché tale crescita rimarrà positiva, i timori di recessione prevedere i picchi di offerta del greggio. Benché l’Agenzia abbia dovrebbero essere tenuti a freno. A meno che gli screzi rivisto al ribasso le sue previsioni di domanda per quest’anno e il commerciali si intensifichino, un drastico crollo del commercio successivo, è stato sottolineato che, al momento, non si intravede globale è improbabile. alcun picco di domanda. Con alta probabilità nel 2020, per la prima volta nella storia, la maggioranza della popolazione globale 40 Sinistra Destra apparterrà alla classe media, confermando quindi la forte e 4 INFLAZIONE 30 continua domanda di prodotti petrolchimici (in particolare 3 plastica). Inoltre la domanda di petrolio nei prossimi anni sarà L’inflazione 20 è un altro elemento che pesa sulla crescita del PIL. 2 sostenuta dalla mera crescita della popolazione (1,1% nel 2018, Da 10 un lato riduce il potere di acquisto e, dall’altro, grava sui 1 ossia 83 milioni di persone l’anno). Nell’analisi non rientrano i risparmi come una tassa, oltre ad aggiungere 0 paesi produttori in difficoltà operativa come l’Iran, la Libia, la 0 contemporaneamente incertezza e deprimere, di conseguenza, Nigeria e il Venezuela. Se dovessero superare le loro criticità, la Paesi Bassi Stati Uniti Giappone Cina Regno Unito Francia Germania Italia Canada Spagna Australia Repubblica Islanda Irlanda Cayman di Corea gli investimenti. Se il protezionismo dovesse ampiamente produzione di petrolio aumenterebbe ulteriormente, anche se diffondersi, l’inflazione potrebbe aumentare, poiché con rimane possibile lo scenario totalmente opposto. In questo l’imposizione di dazi, i prezzi all’importazione potrebbero salire. contesto d’incertezza, i recenti aumenti di produzione hanno L’inflazione importata si determina anche attraverso la ridotto la capacità residua ad appena il 2% della domanda svalutazione della moneta. Nel nostro scenario macroeconomico globale. Questo potrebbe potenzialmente influire al rialzo sui non prevediamo alcun impatto significativo dall’inflazione, mentre 4,00 3,73 prezzi del petrolio sul nostro orizzonte di previsione. ipotizziamo che le banche centrali riusciranno a guidare l’inflazione verso i loro obiettivi di stabilità dei prezzi nei prossimi Nel nostro scenario per l’anno in corso abbiamo ipotizzato un 3,00 anni, sostenute 2,55 da un ciclo2,53 economico mitigato e da forze prezzo del petrolio WTI compreso tra i 60 e i 65 dollari al barile. strutturali nel settore della tecnologia 2,24 informativa, 2,22 che 2,20 L’intervallo 2,00 YTD è di 59,2 – 76,4 dollari al barile (al 9 novembre), 1,97 continueranno a pesare sui prezzi. Naturalmente qualsiasi 2,00 1,80 con una media di 67,2 dollari1,69 al barile, del tutto in linea con la scostamento rispetto alle nostre ipotesi potrebbe far variare di nostra ipotesi, salvi i limitati effetti di overshooting. 1,01 Rispetto al 0,95 molto lo scenario. 1,00 2017, quando il petrolio WTI era scambiato mediamente a 50,8 0,59 0 Italia Giappone USA Spagna Messico Regno Unito Brasile Media su 76 Paesi Belgio Francia Paesi Bassi Germania Canada G R A F I C O 6 : V O L U M E G L O B A L E D I S C A M B I M E R C I , P E R 1 2 M E S I , VA R I A Z I O N E I N % 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 Fonti: «CPB World Trade Monitor August», CPB Netherlands Bureau for Economic Policy Analysis, 25 ottobre 2018, Indosuez Wealth Management PRIMO SEMESTRE 2019 | GLOBAL OUTLOOK 2019 | 12
Sylt - Germania dollari al barile, quest’anno il prezzo è cresciuto in media di 16,4 I L D O L L A R O S TAT U N I T E N S E dollari al barile. Tra il 2016 e il 2017, la media è salita di 7,4 dollari a barile. Nell’attuale clima d’incertezza, prevediamo un prezzo Il dollaro forte tende ad influire negativamente sulla crescita medio del petrolio WTI di 63 dollari a barile nel 2019 e ipotizziamo dell’economia mondiale, principalmente perché amplifica che l’intervallo osservato nel 2018 si mantenga invariato. eventuali rialzi del prezzo del petrolio per quei Paesi le cui valute si indeboliscono nei suoi confronti. Anche le economie il cui Le economie sono in grado di adattarsi praticamente a tutto, debito è denominato in dollari sono penalizzate dal rafforzamento purché il tutto avvenga gradualmente. Viceversa, i movimenti del biglietto verde. Inoltre molti Paesi, la cui valuta è ancorata al improvvisi e importanti delle variabili chiave, come i prezzi del dollaro, sarebbero messi di fronte ad un dilemma di politica petrolio (o i tassi di cambio, la migrazione ecc.), rappresentano monetaria, nel caso di un suo rafforzamento, poiché dovrebbero degli shock. In che modo l’economia risponde agli shock dipende aumentare i tassi d’interesse di pari passo con l’autorità da altre variabili, come la crescita del PIL e le condizioni monetarie monetaria americana, nonostante le loro economie interne e finanziarie. Nel complesso l’economia mondiale oggi ha possano invece beneficiare di tassi d’interesse più bassi. strumenti migliori per resistere a uno shock petrolifero, qualora si verificasse, di quanti non ne avesse durante la crisi finanziaria, Per il 2018 avevamo ipotizzato un cambio USD/EUR tra 1,15 e considerato il ciclo economico e, in generale, i bilanci più forti di 1,25. Complessivamente, dall’inizio dell’anno, l’intervallo previsto molti Paesi in passato più vulnerabili. Tuttavia il ciclo di rialzi dei è stato confermato (dati al 9 novembre), con un massimo a tassi, avviato dalla Federal Reserve, e la forza del dollaro 1,2510 USD/EUR a febbraio, un minimo di 1,1312 USD/EUR statunitense aggravano l’effetto di eventuali aumenti del prezzo al 31 ottobre 2018 e una media di 1,1875 USD/EUR. del petrolio per i Paesi importatori. Considerando questi fattori Per contestualizzare, si tratta di un cambio non molto più forte nel loro insieme, il ciclo economico globale dovrebbe essere in della media dal 2000 (1,2150 USD/EUR). Due fattori sostengono grado di resistere ad un prezzo del petrolio WTI fino a 80 dollari il dollaro: la crescita e gli spread dei tassi d’interesse rispetto a barile, prima di intravedere un impatto degno di nota sulla all’eurozona. La prima probabilmente ha già toccato i livelli crescita del PIL. Non è comunque questo lo scenario che massimi e gli spread si amplieranno ulteriormente, prima di prevediamo per gli anni a venire. contrarsi nella seconda parte del 2019. Va detto però che i Paesi europei devono fare i conti con la Brexit e l’incertezza che accompagna l’approvazione delle politiche fiscali italiane. È difficile immaginare che l’euro possa tornare a rafforzarsi in modo deciso in queste circostanze. Per il 2019 prevediamo un intervallo di 1,10-1,20 per il cambio USD/EUR. Qualsiasi scostamento significativo, rispetto a questa ipotesi, potrebbe modificare lo scenario globale. PRIMO SEMESTRE 2019 | GLOBAL OUTLOOK 2019 | 13
ELEMEN TI POSITIV I PER L A CRESCITA O C C U PA Z I O N E COMMERCIO I principali motori della crescita sono tutti elementi che migliorano In termini di crescita, il commercio è il contrappeso del il dato, come le ore e le capacità degli occupati. Alcuni Paesi protezionismo. Il commercio internazionale porta molti vantaggi, continuano ad avere tassi di disoccupazione superiori al 20%, che vanno ben oltre il contributo netto al PIL, in media ma il dato medio globale è sceso al 5,6% nel 2017, stando ai dati sorprendentemente contenuto. In Cina, il contributo medio è dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), dopo aver attualmente negativo dello 0,2%, da quando il Paese è entrato toccato un massimo del 6,2% nel 2009. nell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) nel 2001. Anche negli USA il contributo medio è negativo (-0,1%) dal 2000 Con il 3,7%, gli Stati Uniti ostentano il più basso tasso di e, nel terzo trimestre del 2018, tale contributo è sceso al livello disoccupazione dal 1969. Lo stesso parametro calcolato da minimo dal 1985, pari al -1,8%. Nell’Eurozona, l’apporto del Eurostat per la Germania è sceso al 3,3% a settembre del 2018, commercio internazionale ha generato un contributo medio il minimo dalla riunificazione. Per l’Unione Europea nel suo positivo, dall’anno 2000, pari allo 0,3% e, nel terzo trimestre 2018 complesso, il tasso di disoccupazione si è attestato al 6,7% a il dato si è attestato allo 0,6%. Il commercio netto dell’India ha settembre, mentre per l’Eurozona il tasso era dell’8,1%. Non è fatto registrare, in media, un contributo nullo al PIL a partire dal possibile fare un confronto alla pari con il dato sul mercato del 2000. Nell’attuale contesto protezionistico, a maggior ragione, è lavoro statunitense «U-6», che misura i disoccupati, i lavoratori a altamente improbabile che queste cifre registrino incrementi tempo parziale e i lavoratori in cerca di occupazione, ma inattivi ulteriormente positivi. nella ricerca nell’ultimo mese. E’ comunque interessante notare che quest’ultimo era pari al 7,4% a ottobre 2018. Il tasso di disoccupazione cinese è a sua volta basso (3,8% a giugno 2018), così come quello giapponese (2,4% a settembre 2018) e indiano PUBBLICA AMMINISTRAZIONE (3,5% alla fine del 2017). Nel complesso questi dati lasciano ben Tutte queste considerazioni lasciano alla pubblica sperare per l’economia mondiale, ma indicano anche che amministrazione l’arduo compito di promuovere la crescita. Gli potrebbe essere difficile migliorarli ulteriormente. Stati Uniti hanno affrontato in maniera perentoria la questione, tagliando le imposte ed aumentando la spesa, al culmine del ciclo economico. Come evidenziato in precedenza, pochi Paesi INVESTIMENTI adotterebbero misure così poco ortodosse, considerato l’elevato peso del debito. Questo tuttavia non lascia le pubbliche Gli investimenti sono un motore di crescita significativo. La amministrazioni senza frecce al loro arco. Esse potrebbero sorprendente crescita del PIL osservata nel 2017 è in parte scegliere di intraprendere riforme strutturali, per eliminare le imputabile ai maggiori investimenti che, negli USA, sono stati inefficienze delle proprie economie. La Banca Mondiale elabora avviati nel 2016, ben prima che Trump venisse eletto presidente. ogni anno un rapporto sulla «facilità di fare impresa» denominato Il contributo degli investimenti-non residenziali al PIL ha segnato «Doing Business»: l’edizione del 2019 presenta i dati a maggio il massimo locale dell’1,5%, nel primo trimestre del 2018, salvo 2018. Questo rapporto è interessante sotto molti aspetti, anche poi scendere allo 0,1% nel terzo trimestre. In Cina, circa il 2% del come testimonianza di riforme ben riuscite. Gli Emirati Arabi Uniti PIL deriva da investimenti, un dato in calo dai livelli doppi registrati hanno scalato la classifica arrivando all’11o posizione, davanti alla nel 2013. Nell’Eurozona, le immobilizzazioni lorde hanno generato Svezia (12o), alla Germania (24o) e alla Svizzera (38o), giusto per lo 0,6% del PIL del secondo trimestre del 2018, in calo rispetto citarne alcune. Un balzo che ripaga in modo sorprendente le all’1,7% di giugno 2015. I tassi d’interesse contenuti e l’inflazione riforme intraprese. Viceversa, l’Arabia Saudita si è collocata al debole riescono, in genere, a stimolare gli investimenti più di 92o posto. Sui gradini del podio troviamo Nuova Zelanda, quanto non si osservi attualmente. Negli USA, la riforma fiscale Singapore e Danimarca, in quest’ordine. Gli Stati Uniti sono all’8o delle società deve ancora dare risultati tangibili in questo senso e posto, la Cina è al 46o e l’India al 77o. Questo studio evidenzia, da le imprese spesso preferiscono spendere la liquidità per un lato, cosa si possa ottenere, a volte, attuando «banali» riforme riacquistare azioni proprie. Parte di questa reticenza è attribuibile istituzionali ed agendo sulle inefficienze, e dall’altro dimostra i a prospettive meno ottimistiche sul ciclo economico, sulle quali pericoli di una politica miope: appena 10 anni fa la Svizzera era possono incidere le attuali tensioni commerciali. In questa fase 15o in classifica. Tuttavia, l’impeto riformatore scaturito dalla crisi quindi, è improbabile che dagli investimenti possano giungere del 2008 è andato scemando verso il 2015 e, da allora, sono sorprese molto positive. state poche le riforme avviate a livello globale. Considerato il difficile clima politico diffuso, non ci aspettiamo grandi sorprese positive dall’opera riformatrice, con la sola possibile eccezione del Giappone. Nel complesso, nel nostro scenario vediamo maggiori rischi di ribasso, piuttosto che di rialzo. PRIMO SEMESTRE 2019 | GLOBAL OUTLOOK 2019 | 14
40 Sinistra Destra 4 30 3 20 2 L’ 10 O U T L O O K REGIONALE 1 0 0 Paesi Bassi Stati Uniti Giappone Cina Regno Unito Francia Germania Italia Canada Spagna Australia Repubblica Islanda Irlanda Cayman di Corea S TAT I U N I T I Stimare l’effetto dei tagli delle imposte e dell’aumento della spesa sull’economia è un esercizio complesso che richiede un’analisi di Due scenari divergenti condizionano l’economia statunitense. Da sensitività sugli elementi che impattano sul deficit finanziario, per un lato si registra l’effetto depressivo sulla crescita, dovuto a valutare l’effetto che il finanziamento del debito pubblico misure protezionistiche in ambito di commercio internazionale e, potrebbe avere sugli investimenti, sulla domanda privata, ecc. dall’altro, lo stimolo generato dal taglio delle tasse e dall’aumento Per esempio, posto che l’offerta di capitale non è infinita, i fondi della 4,00 spesa 3,73 in atto. In particolar modo, il beneficio fiscale devono poter arrivare anche da altre fonti e settori, come da introdotto da Trump genera un valore di 1.500 miliardi di dollari capitali esteri o dall’immobiliare residenziale domestico. Alcuni per 3,00 i prossimi 10 anni, valore decisamente superiore se 2,55 fondi potrebbero arrivare anche da una riduzione dei consumi. In 2,53 confrontato agli 835 miliardi del pacchetto 2,24 di stimoli 2,22 varato2,20 dal linea generale, 2,00 1,97 pensando a quello che gli economisti chiamano il Presidente 2,00 Obama nel 2009. Il CBO (Congressional Budget 1,80 moltiplicatore fiscale, si ritiene 1,69che questo sia maggiore nei Office) ha registrato un deficit di bilancio federale di 782 miliardi periodi di ciclo economico debole, mentre 1,01 si assume 0,95 che sia di dollari per l’anno fiscale 2018 chiuso al 30 settembre (grafico 7). 1,00 inferiore a 1 (significa che la pubblica amministrazione spende 0,59 un Un dato in rialzo di 116 miliardi di dollari rispetto al 2017, pari al dollaro e ne riceve meno di uno indietro) in tempi di limitata 3,9%0 del PIL rispetto al 3,5% del 2017. Il CBO non prevede capacità. Inoltre, la Fed di Richmond fa distinzione tra shock di Italia Giappone USA Spagna Messico Regno Unito Brasile Media su 76 Paesi Belgio Francia Paesi Bassi Germania Canada aumenti delle entrate fiscali, nonostante il tasso di crescita spesa pubblica positivi e negativi e rileva che uno shock di spesa sostenuto del PIL e il dato di crescita della spesa del 3%. In negativo è sempre associato a un moltiplicatore di uno o merito all’esercizio 20183 il CBO segnala che: superiore, mentre uno shock di spesa positivo «è sostanzialmente ■■ Le imposte sul reddito delle persone fisiche e i contributi inferiore a uno, a prescindere dal punto del ciclo economico»4. previdenziali obbligatori sono cresciuti del 4%. Ora, i moltiplicatori fiscali possono essere molto più ampi quando il funzionamento delle politiche monetarie è inefficace, eventualità ■■ Le imposte sul reddito delle imprese sono diminuite del 31%. possibile visti i tassi d’interesse straordinariamente bassi ■■ Le entrate da altre fonti sono aumentate meno dell’1%. osservati di recente5. ■■ La spesa complessiva è cresciuta del 3%. 18 Elevati moltiplicatori fiscali sono normalmente associati a scarsa ■■ Più nello specifico, la spesa per la previdenza sociale apertura commerciale, rigidità del mercato del lavoro, modesti 16 - Medicare e Medicaid - è aumentata del 4%. stabilizzatori automatici (da parte del governo), regime di cambio Gli ■■ 14 interessi netti sul debito pubblico sono aumentati del 20%. fisso o quasi, livello del debito pubblico basso/sicuro ed efficace La ■■ 12 spesa per i programmi militari del Dipartimento della difesa amministrazione delle entrate e uscite pubbliche. Gli Stati Uniti al è cresciuta del 6%. massimo soddisfano verosimilmente tre di questi sei criteri (scarso 10 commercio in % del PIL, intervento del governo relativamente ■■ Le uscite del Dipartimento per la sicurezza nazionale hanno 8 ridotto in % del PIL e un’amministrazione ragionevolmente segnato un balzo del 36%. efficiente). Pertanto, con ogni probabilità il moltiplicatore fiscale 6 ■■ I sussidi per l’assicurazione sanitaria sono aumentati del 17%. statunitense può essere sia basso sia medio-alto, e oscilla 4 ■■ La statisticamente tra 0,1 e 0,6. spesa del Dipartimento per l’istruzione è scesa del 43%. 2 0 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 G R A F I C O 7 : D E F I C I T D E L B I L A N C I O F E D E R A L E U S A , I N M I L I A R D I D I D O L L A R I , S C A L A I N V E R T I TA -1.400 -1.200 -1.000 -800 -600 -400 -200 0 +200 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 Fonti: Bloomberg, Indosuez Wealth Management 3 - «Monthly Budget Review for September 2018», Congressional Budget Office, 5 ottobre 2018. 4 - Regis Barnichon, Christian Matthes, «Understanding the Size of the Government Spending Multiplier: It’s in the Sign», Working Paper n. 17-15, Federal Reserve Bank of Richmond, dicembre 2017. 5 - Nicoletta Batini, Luc Eyraud, Lorenzo Forni, Anke Weber, «Fiscal Multipliers: Size, Determinants, and Use in Macroeconomic Projections», Note tecniche e manuali, FMI, settembre 2014. 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Parigi - Francia Se prendiamo il punto medio di tale intervallo, lo stimolo fiscale di Da dove potrebbe arrivare dunque un supplemento di crescita? 1.500 miliardi di dollari avrebbe un effetto sull’economia reale di Ebbene, da nessuna parte secondo noi. Rileviamo un debole 375 miliardi. Robert J. Barro e Jason Furman6 sono giunti alla rialzo delle remunerazioni reali che limiterà i consumi privati, una conclusione che la riforma fiscale del 2017 farà aumentare la mancata crescita degli investimenti, un mercato del lavoro già crescita annuale del PIL dello 0,1% nel prossimo decennio, a un molto surriscaldato, crescenti livelli di indebitamento privato, un costo fortfettario aggiuntivo di 450 dollari l’anno a famiglia. Tutto calo dell’offerta e un rallentamento del settore immobiliare considerato un limitato ritorno sull’investimento. residenziale. Osserviamo inoltre che il 2,1% sul 3,5% di crescita del PIL annualizzata registrata nel terzo trimestre 2018, è stata Sull’altro piatto della bilancia bisogna considerare l’impatto del prodotta da un aumento delle scorte. Riteniamo che questo protezionismo, valutato in circa 210 miliardi di dollari per le misure risultato derivi da spese anticipate, in previsione di futuri problemi attuate nell’estate del 2018. L’impatto potrebbe arrivare fino a causati dalla politica dei dazi. La spesa pubblica ha contribuito 655 miliardi di dollari se le misure venissero attuate completamente per lo 0,6% sullo stesso 3,5% di tasso di crescita, lasciando un e a 1.300 miliardi di dollari, se si includessero gli effetti ritorsivi7. mero 0,8% netto di contributo «effettivo» al PIL, da parte del Ipotizzando il punto medio anche in questo intervallo, la crescita settore privato. Il trend di crescita del PIL statunitense è quasi sarebbe frenata per 545 miliardi di dollari, ossia ben più certamente sotto il livello massimo del 4,2% annualizzato (2,9% dell’accelerazione che sarebbe impressa dallo stimolo fiscale. a/a), registrato nel secondo trimestre 2018. Nel complesso, prevediamo che queste forze si annullino a vicenda. 6 - Robert J. Barro, Jason Furman, «The macroeconomic effects of the 2017 tax reform», BPEA Conference Drafts, Brookings Papers on Economic Activity, 8-9 marzo 2018. 7 - RSM, Forbes, 3 agosto 2018. PRIMO SEMESTRE 2019 | GLOBAL OUTLOOK 2019 | 16
09.200 09.200 09.200 09.201 09.201 09.201 09.201 09.201 09.201 09.201 09.201 01.200 05.200 01.200 05.200 01.201 05.201 01.201 05.201 01.201 05.201 01.201 05.201 01.201 05.201 01.201 05.201 01.201 05.201 01.201 05.201 01.201 05.201 09.201 5 4 3E U R O PA Unito che si adopera per uscire dall’Unione Europea, l’Italia che rema contro gli sforzi di coordinamento della politica fiscale e la 2Al pari di tutte le principali economie, l’Europa ha assistito a un possibile complicazione delle elezioni europee del 2019, alla luce 1calo del PIL potenziale rispetto all’incremento registrato all’inizio dell’apparente ascesa diffusa di populismi e nazionalismi. del secolo. Il PIL potenziale dell’Eurozona attualmente è nullo, Queste difficoltà, semmai, rendono le riforme ancora più urgenti, 0secondo le stime della Commissione Europea di dicembre 2017. poiché contribuirebbero ad aumentare la resilienza del sistema a -1Un dato che si colloca a metà strada tra il -1% della Grecia e il queste stesse minacce. Inoltre, la liberalizzazione dei mercati di +2,75% della Svezia (che non è uno Stato membro dell’UE), beni, servizi e lavoro ha ancora molta strada da fare e ampi -2mentre il PIL potenziale degli Stati Uniti è stimato all’1,9% a margini per migliorare il PIL potenziale. Tuttavia, va detto che il 09.2012 01.2013 05.2013 09.2013 01.2014 05.2014 09.2014 01.2015 05.2015 09.2015 01.2016 05.2016 09.2016 01.2017 05.2017 09.2017 01.2018 05.2018 09.2018 settembre 2018 e quello del Giappone allo 0,8% a giugno 2018 PIL potenziale di molti Paesi europei ha toccato i minimi nel 2012 (grafico 8). e ora è in rialzo. Il PIL potenziale misura sostanzialmente quanto si può produrre Salvo riforme strutturali e visti i livelli di debito pubblico già elevati, in termini di beni e servizi con gli strumenti e le risorse attualmente la politica monetaria ha una sola strada da imboccare: mantenere disponibili. Maggiore e/o migliore occupazione, più capitale, toni accomodanti. Non prevediamo che la Banca Centrale maggiore apertura, istituzioni migliori, sono tutti elementi che Europea (BCE) aumenti i tassi rispetto ai livelli decisi il 25 ottobre tendono a far salire il PIL potenziale. Ad oggi, la maggior parte 2018, ossia -0,4% per i tassi sui depositi, 0% per il tasso sulle delle economie sta crescendo a un ritmo più rapido del operazioni di rifinanziamento principali e 0,25% per il tasso sulle potenziale. Il trend della crescita del PIL mondiale punta quindi operazioni di rifinanziamento marginale, fin verso la fine del 2019. verso il basso, a meno che non vengano introdotti alcuni dei Un adeguamento tecnico di 15 punti base al tasso sui depositi miglioramenti indicati. Naturalmente si tratta di un problema 14 non farebbe altro che rendere il corridoio simmetrico e potrebbe comune a tutti, in misura variabile, e che interessa diverse aree. 12 essere effettuato in qualsiasi momento. Al di là di questo, Tuttavia, tra le principali economie l’Eurozona attualmente è il eliminare il segno negativo da questo tasso è probabilmente una 10 fanalino di coda, come dicevamo, e si trova pertanto ad affrontare priorità. Quando giungerà il momento per una simile mossa una 8 situazione particolarmente urgente. dipenderà dal valore dell’euro (più debole l’euro, maggiore il Le6 riforme strutturali che l’Eurozona deve avviare si concretizzano, tasso d’interesse a parità di altre circostanze) e dai dati che in4 parte, nella creazione di un ulteriore quadro istituzionale, per emergeranno nel frattempo. Considerando il tasso di cambio esempio con il completamento dell’unione bancaria, il progresso effettivo reale (ponderato per il volume degli scambi e corretto 2 per l’inflazione), l’euro si è di fatto apprezzato del 4% nei nove sulla strada dell’unione dei mercati dei capitali e lo sviluppo di mezzi 0 per la condivisione del rischio pubblico. Prima che le mesi fino a settembre 2018 e il tasso di crescita del PIL frontiere -2 bancarie possano cadere è necessaria una certa dell’Eurozona a/a ha rallentato fino dell’1,7% nel terzo trimestre armonizzazione, il quadro regolamentare dovrebbe essere del 2018, ai minimi dal 2014. In questo quadro, la BCE potrebbe -4 migliorato e si dovrebbe istituire un’assicurazione sui depositi. A restare ferma fino al 2020. 01.2000 01.2002 01.2004 01.2006 01.2008 01.2010 01.2012 01.2014 01.2016 01.2018 livello politico, il trend va nella direzione opposta, con il Regno G R A F I C O 8 : C R E S C I TA D E L P I L P O T E N Z I A L E , E C O N O M I E M AT U R E , I N % , A / A 6 5 4 3 2 1 0 -1 -2 -3 -4 01.1988 01.1990 01.1992 01.1994 01.1996 01.1998 01.2000 01.2002 01.2004 01.2006 01.2008 01.2010 01.2012 01.2014 01.2016 01.2018 Stati Uniti Europa Portogallo Giappone Regno Unito Svezia Germania Grecia Spagna Francia Italia Fonti: Factset, Indosuez Wealth Management PRIMO SEMESTRE 2019 | GLOBAL OUTLOOK 2019 | 17
Victoria - Australia ASIA ha contribuito a ridurre il deficit allo 0,5% del PIL nel 2016, un livello da cui è poi risalito all’1,9% a giugno 2018. L’India è inoltre Se il PIL fosse una consultazione elettorale, l’Asia, con la Cina in un Paese con «deficit gemelli» e anche il deficit pubblico ha particolare, sarebbe l’elettore indeciso. Considerando che la beneficiato del calo del prezzo del petrolio nel 2014, riuscendo a Cina rappresenta circa l’1,2% sul 3,5% della crescita del PIL scendere dall’oltre 6% del PIL nel 2012 al 3,4% di giugno 2018. mondiale, ossia un buon terzo, è evidente quanto questa Questo non ha impedito al rapporto debito/PIL di salire al 70% economia sia cruciale per la crescita globale. La Cina è senza alla fine del 2017. Il difficile contesto mette una serie di vincoli di dubbio più difficile da analizzare rispetto agli Stati Uniti, e ciò non policy al governo, che proprio mentre scriviamo ha avviato un dipende dal fatto che gli Stati Uniti siano per vocazione più braccio di ferro con la banca centrale (novembre 2018). Il governo interessanti e dominino il panorama della ricerca, ma piuttosto conta sulla banca centrale per iniettare liquidità, verosimilmente perché offrono la maggior parte dei dati. Niente dati, niente nel tentativo di evitare l’utilizzo delle entrate fiscali a sostegno del analisi. Non solo le aree non rendicontate dell’economia cinese sofferente settore bancario. Finora la banca centrale si è rifiutata sono maggiori di quelle delle economie occidentali, ma le autorità di collaborare, un atteggiamento molto probabilmente corretto pubbliche sono anche molto più restie a fornire previsioni, fatta perché una perdita di fiducia da parte degli investitori avrebbe eccezione per il piano quinquennale. Gli elementi chiave che penalizzato molto l’economia, considerato che la rupia indiana si notiamo sulla Cina sono: è svalutata di circa l’8% nel settembre 2018 su base effettiva e ■■ Un’ampia capacità di reggere a qualsiasi potenziale crisi, reale. Nonostante il debito in valuta estera sia ancora elevato, le grazie ai 3.100 miliardi di riserve in valuta estera ed all’ampio riserve sono decisamente aumentate dal 2013 (livello a cui si margine per tagliare sia i tassi d’interesse che i coefficienti di attesta il debito in valuta estera) nonostante da aprile 2018 si riserva. osservi un’inversione di tendenza. ■■ Anche sul fronte fiscale la Cina ha spazio di manovra, poiché il Se a questo si aggiungono le elezioni nazionali, ad aprile o debito pubblico chiuderà probabilmente il 2018 al 50%. maggio 2019, in cui la maggioranza del primo ministro Modi, nel ■■ Possibile fine dell’apprezzamento tendenziale dello yuan, migliore dei casi, si ridurrà e nel peggiore verrà meno del tutto, si poiché l’attuale eccedenza monetaria si è contratta ad appena comprende come il 2019 sarà un anno difficile per i mercati lo 0,4% del PIL rispetto all’oltre 10% del 2007. indiani dopo un 2017 favoloso e un 2018 finora mediocre (novembre). È improbabile che la crescita del PIL acceleri molto ■■ La debolezza dello yuan contribuirà a mitigare l’impatto del nei prossimi anni e prevediamo che l’economia si aggirerà protezionismo. Il superamento della soglia psicologica di attorno a un tasso di crescita medio dal 2000 del 7% a/a. 7 CNY/USD, un livello che non si vede dal 2008, è verosimilmente solo questione di tempo. Il Giappone potrebbe forse riservare sorprese positive. Il primo ■■ Il mercato immobiliare cinese continuerà a essere una variabile ministro Abe ha consolidato il suo potere e rimarrà in carica fino chiave e la costruzione di ulteriori superfici ha rallentato dal al 2021, salvo imprevisti. A differenza di molte altre regioni del quasi 30% a/a di luglio 2018 al 20% di settembre. mondo, per il Giappone si prospetta quindi una calma politica che potrebbe portare all’intensificarsi degli sforzi di riforma e di ■■ I rischi non mancano, ma tutto sommato pensiamo che il conseguenza a risultati economici superiori alla media. Tuttavia, Paese riuscirà a farvi fronte. il Giappone ha annunciato un altro aumento dell’imposta sul ■■ In ogni caso, prevediamo che la crescita del PIL rallenterà e il valore aggiunto per ottobre 2019 (dall’8% al 10%), che contributo della Cina alla crescita del PIL mondiale diminuirà probabilmente intaccherà la crescita. La Banca del Giappone si dello 0,1% circa nei prossimi anni. sta anche preparando per stimoli contenuti, un processo Dopo la Cina, con quasi lo 0,5% è l’India il paese che offre il intrapreso gradualmente da qualche tempo. Le riforme risultano secondo maggior contributo alla crescita del PIL mondiale. quindi essere la freccia principale all’arco del primo ministro Abe. L’India è fondamentalmente a corto di risparmi. Dal 1990, il saldo Al pari degli Stati Uniti, il contributo del commercio al PIL del monetario è stato in eccedenza solo per periodi relativamente Giappone è basso e ciò potrebbe contribuire a proteggere il brevi, sfruttando un deficit medio pari all’1,3% del PIL con un Paese da eventuali effetti negativi della guerra commerciale. minimo del -5,1% nel 2012. L’ulteriore calo del prezzo del petrolio PRIMO SEMESTRE 2019 | GLOBAL OUTLOOK 2019 | 18
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