Un nuovo approccio nutraceutico alla gestione delle ipercolesterolemie moderate: il nutrabiotico - Springer Healthcare Italia
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Anno XXIII, N. 1, marzo 2020 Un nuovo approccio nutraceutico For Rational Drug Use & Disease Management Therapy Perspectives alla gestione delle ipercolesterolemie moderate: il nutrabiotico Arrigo F.G. Cicero Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Alma Mater Studiorum Università di Bologna
Therapy Perspectives Anno XXIII, N. 1, marzo 2020 UN NUOVO APPROCCIO NUTRACEUTICO ALLA GESTIONE DELLE IPERCOLESTEROLEMIE MODERATE: IL NUTRABIOTICO ISSN 1974-6679 ISBN 978 88 6756 533 7 Redazione https://www.springerhealthcare.it/redazione/ Produzione https://www.springerhealthcare.it/produzione/ Indirizzo WEB https://www.springerhealthcare.it/journal/therapy-perspectives/ Indirizzo e-mail shcmilan@springer.com Via Decembrio, 28 © 2020 Springer Healthcare Italia S.r.l. 20137 Milano Therapy Perspectives. Registrazione del Tribunale di Milano n. 128 del 10 marzo 1997 www.springerhealthcare.it Direttore responsabile: Giuliana Gerardo Finito di stampare nel mese di marzo 2020 da Geca S.r.l. - San Giuliano Milanese (MI) Pubblicazione fuori commercio riservata alla Classe Medica Tutti i diritti sono riservati, compresi quelli di traduzione in altre lingue. Nessuna parte di questa pub- blicazione potrà essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o per mezzo di apparecchiature elettro- niche o meccaniche, compresi fotocopiatura, registrazione o sistemi di archiviazione di informazioni, senza il permesso scritto da parte di Springer Healthcare Italia S.r.l. Springer Healthcare Italia S.r.l. è disponibile al riconoscimento dei diritti di copyright per qualsiasi immagine utilizzata della quale non si sia riusciti a ottenere l’autorizzazione alla riproduzione. Nota di Springer Healthcare Italia S.r.l.: nonostante la grande cura posta nel compilare e controllare il contenuto di questa pubblicazione, Springer Healthcare Italia S.r.l. non sarà ritenuta responsabile di ogni eventuale utilizzo di questa pubblicazione nonché di eventuali errori, omissioni o inesattezze nella stessa. La presente pubblicazione non è una pubblicazione peer reviewed. Tutte le opinioni espresse nella presente pubblicazione rispecchiano quelle degli Autori e non necessa- riamente quelle di Springer Healthcare Italia S.r.l. L’eventuale uso dei nomi commerciali ha soltanto lo scopo di identificare i prodotti e non implica suggerimento all’utilizzo. Ogni prodotto menzionato deve essere usato in accordo con il Riassunto delle Caratteristiche di Prodotto fornito dalle Case Produttrici. Iniziativa resa possibile grazie al contributo di Alfasigma S.p.A. ALD899-19
Un nuovo approccio nutraceutico alla gestione delle ipercolesterolemie moderate: il nutrabiotico Un nuovo approccio nutraceutico alla gestione delle ipercolesterolemie moderate: il nutrabiotico Arrigo F.G. Cicero Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Alma Mater Studiorum Università di Bologna Ipercolesterolemia lieve-moderata: inquadramento e limiti dell’approccio dietetico-comportamentale classico L’ipercolesterolemia è un noto fattore di rischio cardiovascolare dose-dipendente (più alta è, maggiore è il rischio; più si riduce, minore è il rischio) e tempo-dipendente (più tempo permane, maggiore è il rischio; più precocemente si riduce, minore è il rischio).[1,2] In questo contesto, l’ottimizza- L’ipercolesterolemia è un fattore zione della colesterolemia diventa un obiettivo importante per di rischio cardiovascolare la prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari, anche nei dose- e tempo-dipendente soggetti più giovani. Dopo aver escluso eventuali cause secondarie di ipercolesterolemia (specie l’ipotiroidi- smo), la presenza di un’ipercolesterolemia lieve-moderata (colesterolo LDL [LDL-C] = 115-160 mg/dl) in assenza di altri fattori di rischio concomitanti non richiede usual- mente un trattamento farmacologico in prima linea.[3] Le linee guida della Società Europea di Cardiologia e della Società Europea dell’Arteriosclerosi (ESC/EAS) sugge- riscono infatti di migliorare lo stile di vita, con aumento dell’attività fisica, sospensio- ne dell’eventuale abitudine tabagica, ottimizzazione del peso corporeo, riduzione del contenuto dietetico di grassi saturi e colesterolo, abolizione dei prodotti contenenti acidi grassi transesterificati, aumento del consumo di alimenti ricchi in fibre o acidi grassi polinsaturi della serie omega 3.[4] In realtà la maggior parte di questi interventi ha come effetto di ridurre la trigliceridemia e il rischio di malattia cardiovascolare, ma scarsa efficacia nella riduzione della colesterolemia LDL (usualmente attorno al 5%, 10% nei casi che abbiano in atto una dieta molto sbilanciata e che ottimizzino il loro pattern di introito calorico).[5] Consigli pratici per la riduzione della colesterolemia nel contesto della riduzione del rischio di malattia cardiovascolare sono riassunti in TABELLA 1. Come supporto le linee guida suggeriscono alimenti funzionali In questo contesto quindi le linee guida suggeriscono come sup- e/o integratori a base porto di utilizzare alimenti funzionali arricchiti in fitosteroli e/o di riso rosso fermentato integratori a base di riso rosso fermentato.[6] Il riso rosso fer- 1
Therapy Perspectives For Rational Drug Use & Disease Management TABELLA 1. Consigli pratici per la riduzione della colesterolemia nel contesto della riduzio- ne del rischio di malattia cardiovascolare • Aumento dell’attività fisica in proporzione al grado di allenamento • Consumo calorico inversamente proporzionale al grado di sedentarietà • Assunzione di carboidrati complessi, meglio se integrali o semi-integrali, riducendo al massimo gli zuccheri semplici e gli alimenti ad alto indice glicemico • Aumento del consumo di frutta secca e pesce azzurro • Eliminazione di carni processate (salumi, insaccati) e di prodotti da forno contenenti acidi grassi transidrogenati • Accettabili 2-3 uova a settimana (incluse quelle contenute negli alimenti), tagli magri di carne rossa, carni bianche cotte senza pelle, latte parzialmente scremato, mozzarella sulla pizza, parmigiano sulla pasta, formaggi light • Verdura e legumi a volontà, frutta in quantità più contenuta (specie in diabetici, obesi e ipertrigliceridemici), specie bacche • Acqua, 1 bicchiere al giorno di vino o birra mentato è un prodotto derivato dalla fermentazione del riso comune da parte di un micete (Monascus purpureus) in ambiente controllato: è un processo delicato e richiede un’adeguata tecnologia di tipo farmaceutico, specie per garantire l’assenza nel prodotto finale di contaminanti potenzialmente tossici per l’uomo.[7] Il principio responsabile dell’attività ipocolesterolemizzante del riso rosso fermentato è la monacolina K, una molecola in grado di inibire in modo reversibile la 3-idrossi-3-metil-glutaril-Coenzima A reduttasi, enzima chiave nella sintesi epatica del colesterolo.[8] I dati di letteratura mostrano come l’impiego di riso rosso fer- Il riso rosso fermentato, grazie mentato titolato in monacolina K e “citrinin-free” sia usualmente all’azione della monacolina K, molto sicuro, per dosaggi di monacolina K che vanno da 3 a 10 presenta la maggiore efficacia ipocolesterolemizzante fra i vari mg/die.[9] Fra i nutraceutici disponibili, il riso rosso fermentato nutraceutici disponibili è quello con la maggiore efficacia ipocolesterolemizzante, già chiaramente misurabile alle dosi di 3 mg/die.[10] Ruolo del microbiota nella regolazione della colesterolemia Letteratura recente mostra in modo incontrovertibile come il mi- Il microbioma intestinale crobioma intestinale influenzi il rischio di sviluppare malattie car- contribuisce alla modulazione della diovascolari.[11] In parte questo effetto è mediato dal microbioma lipidemia in modo significativo intestinale, che contribuisce in modo significativo alla modulazio- ne dei livelli di lipidi nel sangue. Alcuni ricercatori hanno infatti evidenziato una correlazione stretta fra i taxa di batteri intestinali e i livelli lipidici plasmatici. I risultati ottenuti hanno rivelato che il microbiota può rappresentare il 6% della varianza nei trigliceridi e il 4% nelle lipoproteine ad alta densità, indipendente- mente dall’età, dal sesso e dai fattori di rischio genetici.[12] I meccanismi responsabili di questo fenomeno non sono ancora stati del tutto definiti, tuttavia numerosi studi hanno evidenziato diverse plausibili modalità d’azione. I batteri lattici con idrolasi attiva sui sali biliari (BSH) abbassano i livelli di colesterolo attraverso 2
Un nuovo approccio nutraceutico alla gestione delle ipercolesterolemie moderate: il nutrabiotico l’interazione con i sali biliari stessi. Esiste infat- FIGURA 1. Capacità del ceppo specifico Lactobacil- ti un meccanismo basato sulla capacità di alcuni lus plantarum LPldl di indurre l’idrolasi dei sali biliari, ® rendendoli quindi meno riassorbibili a livello intestinale. Lattobacilli e Bifidobatteri di deconiugare gli acidi biliari enzimaticamente, aumentando i loro tassi di escrezione. Gli acidi biliari primari – l’acido colico e chenodesossicolico – sono sintetizzati “de novo” nel fegato dal colesterolo. Si ricorda inoltre che la solubilità del nucleo steroideo viene aumentata in seguito alla coniugazione dei sali biliari con glicina (glicoconiugati) o taurina (tauroconiugati). Le mo- lecole risultanti sono infatti anfipatiche e possono solubilizzare i lipidi per formare micelle miste. La deconiugazione catalizzata da BSH, che consiste nell’idrolisi del legame ammidico (fra amminoaci- do e acido biliare), libera la frazione glicina/taurina dal nucleo steroideo (FIGURA 1). I sali biliari de- coniugati risultano meno solubili e meno efficien- temente riassorbiti dal lume intestinale rispetto ai sali coniugati e gli acidi biliari liberi sono meno efficienti nella solubilizzazione e nell’assorbimento dei lipidi nell’intestino. Ne consegue quindi che la deconiugazione dei sali biliari operata da alcuni ceppi probiotici determina una riduzione del colesterolo plasmatico sia aumentando la richiesta Alcuni ceppi probiotici sono di colesterolo per sintesi “de novo” di acidi biliari, sia riducendo in grado di deconiugare i sali l’assorbimento dei lipidi a livello intestinale, diminuendone la so- biliari e determinare sia lubilità nei sali biliari.[13,14] un aumento della richiesta Oltre alla deconiugazione dei sali biliari, sono stati individuati al- di colesterolo plasmatico sia tri meccanismi d’azione che producono effetti ipocolesterolemiz- una riduzione dell’assorbimento dei lipidi a livello intestinale zanti. Per esempio è stato dimostrato che alcuni ceppi probiotici possono alterare il pH intestinale, l’incorporazione del coleste- rolo nelle micelle intestinali e le vie di trasporto del colesterolo e/o delle lipoproteine (es. la Niemann-Pick C1-Like 1 protein).[15] Inoltre L. plantarum, L. acidophilus e L. bulgaricus sono in grado di attaccare e/o internalizzare il cole- sterolo sulla propria membrana (FIGURA 2). Gli stessi micror- Alcuni Lattobacilli sono in grado ganismi sono dotati di alcuni enzimi (colesterolo deidrogenasi/ di internalizzare il colesterolo isomerasi) capaci di catalizzare la trasformazione del colesterolo sulla propria membrana in Colest-4-en-3-one, un cofattore intermedio nella conversio- ne del colesterolo in coprosterolo o coprostanolo, direttamente escreto nelle feci[16] (TABELLA 2). Altri studi mostrano come la segnalazione dei recettori Toll-like rivesta un ruolo impor- tante nel metabolismo del colesterolo e come il microbiota intestinale possa interagire con tali recettori e costituire un fattore importante nella funzionalità del trasporto inver- so del colesterolo.[17] Infatti alcuni post-biotici hanno mostrato un’azione di agonismo 3
Therapy Perspectives For Rational Drug Use & Disease Management FIGURA 2. Il ceppo specifico Lactobacillus plantarum LPldl® è in grado di inglobare il colesterolo nella sua mem- brana cellulare (immagine al microscopio elettronico). TABELLA 2. Principali effetti fisiologici di alcuni batteri intestinali sul metabolismo del colesterolo • Deconiugazione enzimatica degli acidi biliari da parte della idrolasi dei sali biliari (BSH) • Abilità di legare il colesterolo nell’intestino tenue • Assimilazione e incorporazione del colesterolo nelle membrane cellulari dei batteri intestinali sui recettori epatici LXR (responsabili anche del metabolismo del colesterolo), il cui segnale si traduce in un aumento dell’efficienza del trasporto inverso del colesterolo.[18] Effetto della supplementazione con probiotici sull’assetto lipidico: le prove cliniche L’effetto ipolipemizzante dei probiotici è stato evidenziato da diversi studi clinici ran- domizzati in doppio cieco e confermato da metanalisi degli stessi, con risultati variabili a seconda dei ceppi prescelti, dei dosaggi somministrati, della durata dei trattamenti e delle condizioni fisiopatologiche dei soggetti. In generale, la supplementazione con L. acidophilus, L. acidophilus + B. lactis, L. acidophilus + S. boulardii e L. acidophilus a dosaggi superiori a 3 miliardi (vitali)/die per periodi di trattamento superiori ai 30 giorni ha dimostrato di ridurre il colesterolo totale (TC) [10 mg/dl; p
Un nuovo approccio nutraceutico alla gestione delle ipercolesterolemie moderate: il nutrabiotico mg/dl al basale e nei periodi di trattamento >8 mesi. Questi risultati sono la conferma di quanto prima già osservato in metanalisi più piccole.[19-22] Inoltre è stato anche no- tato che l’effetto di riduzione del TC è maggiore quando il probiotico viene assunto in capsule rispetto all’assunzione con yogurt.[23] Risultati interessanti sono stati ottenuti in pazienti affetti da diabete di tipo II: in tali soggetti la somministrazione di probiotici (di cui la maggior parte Lattobacilli) con o senza prebiotici in associazione, dalle 4 alle 12 settimane, ha dimostrato di ridurre il TC (-22 mg/dl, IC 95%: -36 / -8), i trigliceridi (TG) (-58 mg/dl, IC 95%: -82 / -35), il LDL-C (-15 mg/dl, IC 95%: -31 / -1), la pressione sistolica (-5 mmHg, IC 95%: -9 / -1), la pressione diastolica (-0,4 mmHg, IC 95%: -0,6 / -0,2) e la glicemia a digiuno (-3,5 mg/dl, IC 95%: -1,9 / -5,2) rispetto a placebo.[24] In generale il HDL-C, il rapporto HDL/LDL e i TG sono migliorati solo in alcuni studi clinici randomizzati in doppio cieco: a tal proposito sono necessarie ulteriori indagini per verificare tale disomogeneità di risultati, probabilmente dovuta a una definizione estremamente eterogenea e poco rigorosa dei tipi di pazienti arruolati, dei ceppi probio- tici e dei dosaggi somministrati, delle formulazioni e della durata dei trattamenti.[10,25] Ad oggi, tutti gli studi clinici hanno evidenziato un buon profilo di sicurezza in relazione alla supplementazione probiotica. Tuttavia questi risultati sono sicuramente attenuati dal fatto che gli studi sopra citati hanno spesso testato l’effetto di probiotici non necessariamente selezionati per la loro attività sul metabolismo lipidico. Ad esempio, il Lactobacillus plantarum LPldl® è un ceppo specifico, depositato presso la European Culture General Collection (ECGC 13110402) e certificato come “GRAS” (Generally recognized as safe), selezionato per la sua elevata attività BSH, l’alta efficacia Lactobacillus plantarum LPldl® di riduzione della concentrazione del colesterolo in vitro (77,9%), è un ceppo specifico selezionato l’alta resistenza in ambiente gastrico e nelle secrezioni epato-pan- per la sua elevata idrolasi attiva creatiche, nonché per l’alta sopravvivenza alla liofilizzazione. In sui sali biliari (BSH) uno studio clinico controllato contro placebo condotto su 46 sog- getti affetti da lieve ipercolesterolemia la somministrazione di Lactobacillus plantarum LPldl® per 12 settimane, nel sottogruppo con colesterolemia basale inferiore, è stata associata a una riduzione della colesterolemia LDL-C addirittura del 13,9%.[26] Associazione di probiotici e nutraceutici: l’esempio del nutrabiotico ipocolesterolemizzante Da quanto sopra riportato è quindi chiaro che non si possa più L’associazione tra un nutraceutico escludere l’intestino (e in particolare il microbiota intestinale) che inibisce la sintesi epatica dalla gestione di patologie sistemiche come l’ipercolesterolemia. di colesterolo e un probiotico che Nel caso specifico, appare estremamente razionale associare un riduce l’assorbimento intestinale di colesterolo permette di sfruttare noto nutraceutico inibitore la sintesi epatica del colesterolo (il e amplificare l’effetto di due riso rosso fermentato) a un probiotico specifico capace di ridurre diversi meccanismi fisiologici l’assorbimento intestinale del colesterolo (L. plantarum LPldl®), 5
Therapy Perspectives For Rational Drug Use & Disease Management FIGURA 3. Potenziale effetto sinergico dei componenti di un nutrabiotico sulla salute car- diovascolare. Riso rosso LDL-C fermentato Miglioramento Miglioramento funzionalità = salute L. plantarum LPLDL® endoteliale vascolare hsCRP Resveratrolo sfruttando due meccanismi fisiologici estremamente interrelati fra di loro per ampli- ficare l’effetto dei due componenti. L’effetto globale sulla salute vascolare potrebbe andare oltre la riduzione della colesterolemia, se consideriamo che il riso rosso fer- mentato possiede attività di protezione dell’endotelio dimostrate[27] e il probiotico può svolgere azioni positive sul metabolismo glucidico e sull’infiammazione sistemica.[28] L’aggiunta di altri nutraceutici attivi su vasi e metabolismo, come ad esempio il re- sveratrolo ad alta biodisponibilità, può ulteriormente contribuire al mantenimento della salute vascolare.[29] Il nutrabiotico, come La sinergia di azione tra i suoi studiata associazione di nutraceutici e probiotici selezionati per componenti rende il nutrabiotico avere attività fisiologiche potenzialmente sinergiche su parametri un importante avanzamento metabolici e/o vascolari, rappresenta quindi una nuova frontiera della moderna nutraceutica della moderna nutraceutica (FIGURA 3). Bibliografia 1. Juonala M, Viikari JS, Kähönen M et al. Life-time risk factors and progression of carot- id atherosclerosis in young adults: the Cardiovascular Risk in Young Finns study. Eur Heart J 2010;31(14):1745-51 2. Sharifi M, Futema M, Nair D, Humphries SE. Polygenic Hypercholesterolemia and Cardiovascular Disease Risk. Curr Cardiol Rep 2019;21(6):43 3. Cicero AFG, Landolfo M, Ventura F, Borghi C. Current pharmacotherapeutic options for primary dyslipidemia in adults. Expert Opin Pharmacother 2019;20(10):1277-88 4. Authors/Task Force Members; ESC Committee for Practice Guidelines (CPG); ESC National Cardiac Societies. 2019 ESC/EAS guidelines for the management of dyslipidaemias: Lipid modification to reduce cardiovascular risk. Atherosclerosis 2019;290:140-205 5. Yu E, Malik VS, Hu FB. Cardiovascular Disease Prevention by Diet Modification: JACC Health Promotion Series. J Am Coll Cardiol 2018;72(8):914-26 6
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Da Alfasigma il primo nutrabiotico attrattivo per il colesterolo 1 Cod. 14000924 Informazioni riservate agli Operatori Sanitari 1 compressa al giorno, da deglutire con acqua, preferibilmente la sera2 1. Costabile A et al. PLoS One. 2017 Dec 11;12(12):e0187964 2. Foglietto illustrativo Ezimega 3
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