LA VIGILANZA SULLE SGR CHE GESTISCONO FONDI IMMOBILIARI
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LA VIGILANZA SULLE SGR CHE GESTISCONO FONDI IMMOBILIARI Luca Zucchelli (*) Università di Parma, 14 Aprile 2014 (*)Le opinioni espresse in questa presentazione sono esclusivamente personali e non riflettono necessariamente quelle dell’Istituto di appartenenza.
SOMMARIO 9 Le ragioni della vigilanza e il quadro normativo 9 La struttura del sistema delle SGR 9 Gli strumenti della vigilanza 9 Il processo di controllo prudenziale 9 L’industria dei fondi immobiliari 9 I rischi delle SGR immobiliari 9 L’azione di vigilanza 2
PERCHE’ UNA VIGILANZA SUGLI INTERMEDIARI NON BANCARI 9 appartenenza a gruppi bancari, la cui stabilità può dipendere anche dai rischi assunti dagli intermediari controllati 9 potenziali rischi sistemici che possono intaccare la stabilità e il buon funzionamento del sistema finanziario 9 parità di trattamento per soggetti che esercitano le medesime attività (cd. principio del “levelling the playing field”) 9 tutela degli investitori contro il pericolo di comportamenti scorretti degli intermediari 9 salvaguardia della fiducia nel sistema finanziario 3
Le finalità della vigilanza Le ragioni dell’intervento pubblico trovano una puntuale declinazione nei testi normativi di riferimento Costituzione (art. 47) “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito”. Testo Unico Bancario (TUB) Testo Unico della Finanza (TUF) (art. 5) Sana e prudente gestione dei (art. 5) Salvaguardia della fiducia nel soggetti vigilati; stabilità complessiva, sistema finanziario; tutela degli efficienza e competitività del sistema investitori; stabilità, buon finanziario; osservanza delle funzionamento e competitività del disposizioni in materia creditizia sistema finanziario; osservanza delle disposizioni in materia finanziaria (art. 127) Trasparenza delle condizioni contrattuali e alla correttezza dei rapporti con la clientela 4
Per gli intermediari del mercato mobiliare i poteri richiamati sono attribuiti a BANCA D’ITALIA e CONSOB nell’ambito delle rispettive competenze (art. 5 TUF) vigilanza per finalità stabilità patrimoniale Banca d’Italia contenimento del rischio sana e prudente gestione trasparenza e correttezza Consob dei comportamenti 5
TUB TUF EMISS. RACCOLTA EROGAZ. DI SERVIZI DI GESTIONE MONETA DEL CREDITI - INVESTIM. COLLETTIVA ELETTR. RISPARMIO ALTRE ATTIVITA’ FIN. BANCHE SGR SIM IMEL INT.FIN. BANCA D’ITALIA agenti e 6 CONSOB mediatori
LE SGR - LA STRUTTURA DEL SISTEMA 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Numero SGR 142 153 162 182 199 214 214 204 198 190 172 152 fondi aperti e GPM 112 110 105 114 119 113 99 88 83 79 66 53 fondi di private equity 22 32 40 44 51 60 62 61 59 57 57 51 fondi immobiliari 8 11 17 24 29 41 53 55 56 54 49 48 Numero fondi 1.293 1.315 1.371 1.354 1.445 1.519 1.402 1.274 1.270 1.273 1.235 1.356 fondi aperti 1.255 1.261 1.294 1.225 1.253 1.249 1.064 891 842 811 743 844 fondi di private equity 24 35 47 69 74 98 110 116 132 133 139 143 fondi immobiliari 14 19 30 60 118 172 228 267 296 329 353 369 AUM GPM 148.220 152.304 180.922 210.221 234.651 252.082 239.902 266.060 276.321 265.556 440.787 531.075 Patrimonio netto fondi 378.897 395.664 386.219 394.862 359.809 315.395 230.044 233.770 211.573 177.897 189.523 200.120 fondi aperti 354.164 389.900 376.353 380.501 340.232 289.926 200.552 202.311 176.854 139.328 149.793 158.061 fondi di private equity 1.200 1.350 1.781 2.385 3.182 3.973 5.082 5.153 6.111 6.994 8.146 8.531 fondi immobiliari 3.300 4.414 8.085 11.976 16.395 21.496 24.410 26.306 28.608 31.575 31.584 33.528
Strumenti dell’azione di vigilanza (1) Il TUF attribuisce alla Banca d’Italia una serie di poteri atti al perseguimento delle già ricordate finalità della vigilanza (art. 5 TUF). In primo luogo, la Banca d’Italia: • Emana disposizioni di carattere generale nelle materie ad essa riservate dallo stesso TUF, e.g. adeguatezza patrimoniale, contenimento rischio (vigilanza regolamentare, art 6 TUF) ¾ Riceve dalle SGR, nelle modalità e nei tempi da essa stabiliti, le segnalazioni periodiche, i bilanci e ogni altro dato e documento richiesto (vigilanza informativa, art 8 TUF) ¾ Può effettuare ispezioni presso le SGR, richiedendo a esse l’esibizione dei documenti e degli atti che ritenga necessari (vigilanza ispettiva, art 10 TUF) 8
Strumenti dell’azione di vigilanza (2) Il TUF attribuisce inoltre alla Banca d’Italia alcuni poteri di natura strutturale (autorizzativi), relativi in particolare a: ¾ esercizio del servizio di gestione collettiva (accesso al mercato) ¾ acquisizione di partecipazioni nel capitale delle SGR ¾ operazioni straordinarie quali fusioni e scissioni di SGR ¾ cessione di rami d’azienda ¾ Regolamentazione degli OICR: approvazione regolamenti/statuti, fusioni e scissioni OICR, strutture master-feeder Spetta alla Banca d’Italia l’esercizio del potere sanzionatorio nei casi previsti dal TUF Al ricorrere dei necessari presupposti la Banca d’Italia propone al MEF l’avvio di procedure straordinarie (amministrazione straordinaria, liquidazione coatta amministrativa) e nomina gli organi delle procedure 9
Il processo di controllo prudenziale: lo SREP BI conduce almeno annualmente il processo di valutazione e revisione prudenziale sugli intermediari vigilati (Supervisory Review and Evaluation Process, SREP) . Si tratta di un processo integrato in cui: ¾ è verificato il rispetto degli istituti di vigilanza prudenziale ¾ è esaminato il bilancio ufficiale ¾ è attribuito un giudizio a ciascuna area di rischio (rischio strategico, di credito, di mercato, di tasso, di liquidità e operativo) ¾ e ai profili trasversali (sistemi di governo e controllo, redditività, adeguatezza patrimoniale) ¾ è assegnato un giudizio complessivo, punto di partenza per programmare l’azione d’intervento sulle banche ¾ viene pianificata l’azione di vigilanza prospettica 10
Analisi-Valutazione-Intervento Acquisizione Analisi quali- Valutazione della di dati e informazioni quantitativa banca/intermediario Vigilanza prudenziale Azione di intervento Eventuale escalation Azione di monitoraggio sulla dell’azione di vigilanza e follow-up banca/intermediario La valutazione dell’intermediario viene formalizzata in un apposito documento (relazione AVG) con cadenza di norma annuale L’attività di analisi-valutazione-intervento viene svolta nel continuo 11
Principi-guida Proporzionalità Approccio risk-based (basato sul concetto di rischio «netto») Approccio integrato e valorizzazione di tutte le info disponibili Valutazione quali-quantitativa dei rischi e dei profili trasversali Collegamento tra analisi – valutazione complessiva – azione Integrazione tra attività on- e off-site Complementarietà tra «le vigilanze» (micro e macro, prudenziale e tutela del cliente) Formalizzazione e aggiornamento periodico delle metodologie di analisi (Circ. 269/08 – Guida per l’attività di vigilanza) Tracciabilità dell’analisi e dell’azione svolta 12
Principio di proporzionalità Le forme dell’azione di vigilanza devono essere declinate nel rispetto di un principio di proporzionalità tra efficacia ed efficienza Le finalità stabilite dall’ordinamento devono essere perseguite attraverso una efficiente gestione delle risorse e contenendo gli oneri per gli intermediari vigilati Intensità e frequenza dell’azione di vigilanza graduate in base in base alla rilevanza e alla rischiosità degli intermediari ¾ banche e altri intermediari classificati in 5 «categorie SREP» e 3 «classi ICAAP» ¾ nella pianificazione annuale delle attività di vigilanza viene data priorità agli intermediari problematici (valutazione di vigilanza 13 nel’area sfavorevole o in prevalenza sfavorevole)
Approccio risk-based Obiettivo: verificare l’adeguatezza delle risorse di capitale e liquidità e dell’assetto di governo e controllo a fronte dei rischi assunti Focus: sulla necessità che gli intermediari adottino una gestione sana e prudente, riconoscendo la loro autonomia sul piano imprenditoriale (e statutario) 14
Approccio integrato In sede di analisi sono utilizzate tutte le informazioni a disposizione dell’Autorità di Vigilanza: segnalazioni di vigilanza inviate dalle SGR altre basi dati ufficiali alimentate dagli intermediari (e.g. Centrale dei Rischi) dati gestionali bilancio e informazioni di mercato relazione sulla struttura organizzativa relazioni annuali delle funzioni di controllo piani industriali e di budget rapporti ispettivi esposti e notizie di stampa Nella valutazione è attribuito un giudizio (da 1 a 6) basato su valutazione quali-quantitativa di tutti i profili 15di rischio/trasversali e un giudizio complessivo (media ponderata)
Rischi rilevanti degli intermediari Rischi 1° pilastro Rischi 2° pilastro Profili trasversali: Governance/ Controlli Rischi finanziari Redditività Adeguatezza patrimoniale Credito Operativo/ Mercato/ Tasso Liquidità Strategico reputazionale controparte BANCHE X X X X X X X 107 X X X X* X X X SIM X X X* X** X* X SGR X X X * Solo se autorizzate alla negoziazione c/proprio o collocamento c/garanzia ** Solo per le SIM non autorizzate alla negoziazione c/proprio 16
Approccio integrato & valutazione quali-quantitativa Profilo di analisi Tipo di valutazione Profili di rischio (strategico, credito, mercato, operativo, tasso, liquidità) Quali-quantitativo Profilo patrimoniale Quali-quantitativo Profilo reddituale Quantitativo Sistemi di governo e controllo Qualitativo Valutazione Valutazione Valutazione Eventuale quantitativa qualitativa finale override Modello Analisi prospetti Informazioni Informazioni Media valutazioni Correzione sulla valutativo integrativi «sufficienti» «robuste» quanti‐qualitative base di expert judgement (punteggio 1‐6) (correzione +/‐1) (correzione +/‐1) (punteggio 1‐6) 17
La vigilanza ispettiva È un prezioso strumento conoscitivo mediante il quale la Vigilanza acquisisce dati e notizie utili al perseguimento delle finalità istituzionali: un punto di forza del modello BI Consente di avere accesso diretto alle informazioni e permette il confronto con esponenti aziendali Le informazioni acquisite possono avere anche natura qualitativa (e.g. governance e processi organizzativi) È sede per la documentazione dei presupposti necessari a motivare i provvedimenti assunti dalla Banca d’Italia Permette il riscontro delle misure correttive adottate (follow up) 18
Integrazione Off-site / On-site La vigilanza a distanza e quella on-site, pur svolte da Servizi distinti, sono attività fortemente integrate tra loro: la pianificazione ispettiva viene effettuata principalmente sulla base dei giudizi complessivi assegnati in esito al processo SREP i risultati delle ispezioni orientano l’azione di vigilanza (post-ispettiva) sugli intermediari sono previsti momenti di confronto tra il team ispettivo e la struttura competente per la vigilanza a distanza (analisi pre-ispettiva, riferimenti in corso d’ispezione ecc.) gli analisi off-site sono di norma aggregati ai team ispettivi 19
Strumenti Guida per l’attività di vigilanza (Circolare 269/08) • Si applica a tutti gli intermediari • È aggiornata annualmente, con il contributo di tutti gli utenti • Garantisce coerenza, uniformità e flessibilità nell’attività di vigilanza Procedura SIGMA • È la procedura informatica per l’analisi tecnica degli intermediari vigilati • Consente all’utente di ripercorrere il «concetto amministrativo» con informazioni disponibili in tempo reale (tracciabilità) • Include: • modelli di analisi • controlli trimestrali • dossier aziendali • elaborazioni per procedimenti amministrativi • what-if analysis 20
Il collegamento punteggio-azione Giudizio complessivo Situazione banca Azione vigilanza 1 Favorevole più che Controlli ordinari soddisfacente 2 In prevalenza Limitati elementi di Controlli ordinari favorevole debolezza 3 Parzialmente Alcuni elementi di Approfondimenti favorevole debolezza Eventuali interventi preventivi 4 Parzialmente Alcune Tempestivi approfondimenti sfavorevole problematicità con Interventi correttivi evoluzione negativa 5 In prevalenza Alcuni elementi di Stretta sorveglianza sfavorevole anomalia Interventi correttivi ed eventuale escalation strutturale Possibili misure straordinarie 6 Sfavorevole fortemente Tutte le misure ritenute opportune anche anomala straordinarie 21
STRUMENTI DI INTERVENTO Lettere (varia gradazione) audizioni e incontri tecnici convocazioni ex art. 7, comma 1 TUF interventi particolari e misure restrittive dell’attività ex art. 7, comma 2 TUF provvedimenti ingiuntivi ex art. 51 TUF amministrazione straordinaria e liquidazione coatta amministrativa (artt. 56 e 57 T.U.F.) 22
L’INDUSTRIA DEI FONDI IMMOBILIARI 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Fondi Retail Numero fondi 14 19 23 29 30 29 27 27 28 27 26 Totale attivo 3.836 6.531 8.057 10.168 10.731 10.185 9.461 9.174 8.523 7.807 7.127 di cui: beni immobili 2.847 5.105 6.407 7.935 8.900 8.577 7.971 7.566 7.198 6.660 6.052 Indebitamento 312 1.301 1.797 2.687 2.960 2.983 2.978 2.787 2.501 2.275 1.983 NAV 3.435 5.108 6.065 7.219 7.547 6.976 6.290 6.200 5.802 5.359 4.997 Leva 1,12 1,28 1,33 1,41 1,42 1,46 1,50 1,48 1,47 1,46 1,43 Fondi Risevati Numero fondi 5 12 36 78 116 156 176 191 213 235 249 Totale attivo 1.304 5.778 9.900 13.641 19.757 26.219 31.154 32.797 36.227 36.923 38.608 di cui: beni immobili 872 5.415 8.468 11.496 16.643 22.578 26.540 28.464 31.957 32.389 33.628 Indebitamento 261 2.678 4.015 5.311 6.931 9.636 11.796 11.910 12.263 12.021 12.047 NAV 979 2.977 5.646 8.023 12.139 15.686 18.134 19.725 22.530 23.473 25.062 Leva 1,33 1,94 1,75 1,70 1,63 1,67 1,72 1,66 1,61 1,57 1,54 Fondi speculativi Numero fondi ‐ ‐ 2 12 28 44 64 78 88 89 89 Totale attivo ‐ ‐ 369 3.439 5.564 5.964 6.879 8.603 8.862 8.705 9.390 di cui: beni immobili ‐ ‐ 336 2.624 4.838 5.533 6.297 7.804 7.725 7.762 8.288 Indebitamento ‐ ‐ 207 1.892 3.563 4.011 4.742 5.463 5.252 5.346 5.753 NAV ‐ ‐ 148 1.142 1.840 1.763 1.861 2.663 3.019 2.625 2.939 Leva 2,49 3,01 3,02 3,38 3,70 3,23 2,94 3,32 3,19 Totale Numero fondi 19 31 61 119 174 229 267 296 329 351 364 Totale attivo 5.141 12.309 18.326 27.248 36.052 42.368 47.494 50.573 53.612 53.435 55.125 di cui: beni immobili 3.718 10.520 15.211 22.055 30.380 36.688 40.809 43.833 46.880 46.812 47.969 Indebitamento 573 3.979 6.019 9.890 13.453 16.630 19.517 20.160 20.017 19.642 19.784 NAV 4.414 8.084 11.859 16.384 21.527 24.425 26.285 28.587 31.351 31.457 32.998 Leva 1,16 1,52 1,55 1,66 1,67 1,73 1,81 1,77 1,71 1,70 1,67 SGR 11 17 24 29 41 53 55 56 54 54 55
L’offerta di fondi immobiliari La gestione immobiliare ha conosciuto una crescita impetuosa negli anni 2003 -2007. Vi ha contribuito l’interesse degli investitori professionali, degli enti pubblici e previdenziali (operazioni di spin-off dei propri patrimoni). I fondi immobiliari sono l’unico comparto che ha continuato a svilupparsi anche negli anni dal 2008 al 2012. Negli ultimi 12-18 mesi il ritmo di crescita ha subito una battuta di arresto: il totale attivo e l’investimento complessivo in immobili sono cresciuti solo leggermente. L’indebitamento è lievemente calato (negli ultimi due anni da € 20 mld a € 19,8 mld). La leva ha proseguito la sua compressione attestandosi a fine 2013 a 1,67 24
L’offerta di fondi immobiliari e la struttura del mercato Il settore dei fondi immobiliari, a fronte di un numero rilevante di operatori (n. 54 SGR specializzate iscritte all’albo) mostra un forte livello di concentrazione: la quota di mercato delle prime dieci SGR si attesta attorno al 73%. Strutturalmente, gli assetti proprietari di molte SGR del comparto sono riconducibili a iniziative di gruppi immobiliari e di imprenditori privati. La quota restante è riferibile a intermediari appartenenti a gruppi bancari, finanziari e assicurativi. È cresciuta negli ultimi anni la presenza nell’azionariato delle SGR di fondazioni bancarie ed enti previdenziali. il dato aggregato nasconde rilevanti differenze all’interno del comparto. Diverse SGR di minore dimensione stanno valutando operazioni di aggregazione o l’uscita dal mercato. 25
L’industria dei fondi immobiliari: un settore in transizione L’industria dei fondi immobiliari si trova a dover rivedere le proprie strategie per tenere conto dei cambiamenti del quadro normativo e della profonda crisi del mercato immobiliare. Il settore ha conosciuto, a partire dal 2003, uno sviluppo accelerato, spinto dalla fase di crescita del mercato immobiliare, dalle preferenze dei risparmiatori e, soprattutto, da un trattamento fiscale assai favorevole. Allo sviluppo ha contribuito l’evoluzione del quadro normativo di riferimento (fondi ad apporto privato, anche in conflitto di interesse, ricorso all’indebitamento, rimborsi anticipati, fondi “semi-aperti”). L’uso eccessivo della leva fiscale ha generato in taluni casi comportamenti di tipo elusivo volti a vestire con i fondi immobiliari attività normalmente condotte con normali strumenti societari. Il modello è quindi andato in crisi con il sopraggiungere della congiuntura negativa a partire dal 2008, che ha determinato situazioni di tensione finanziaria di diversi fondi. Le iniziative di tipo retail sono connotate da politiche d’investimento più prudenti e da un livello di indebitamento in media più contenuto e non hanno mostrato finora segnali rilevanti di tensioni finanziarie. 26
I fenomeni sottostanti alla crescita dei fondi immobiliari ¾ Scelta di grandi investitori istituzionali (fondi pensione, fondazioni, assicurazioni) di realizzare l’investimento nel settore immobiliare attraverso fondi a loro dedicati (utilizzo frequente dell’apporto di beni immobili già detenuti direttamente a fondi gestiti spesso da SGR controllate o partecipate dagli enti) per maggiore professionalità ed efficienza amministrativa ¾ Utilizzo dei fondi riservati da parte di gruppi famigliari per gestire ingenti patrimoni immobiliari (grande vantaggio fiscale rispetto gli usuali veicoli societari utilizzati) ¾ Utilizzo dei fondi speculativi da parte di operatori del settore immobiliare per realizzare progetti di sviluppo, soprattutto in ragione del grande vantaggio fiscale rispetto gli usuali veicoli societari utilizzati L’elenco di fenomeni che precede segue un ordine storico, ma anche logico perché passando da un fenomeno all’altro diminuisce il grado di finanziarizzazione dell’operazione 27
Qualche numero per capire: i fenomeni sottostanti – i fondi a sviluppo GESTIONE FONDO SGR COMITATI ASSEMBLEA BENI QUOTE PROGETTO PARTECIPANTE OUTSOURCING PROJECT MANAGEMENT /MARKETING 28
I rischi della grande corsa dei fondi ¾ RISCHI LEGALI E REPUTAZIONALI: uso improprio del fondo, responsabilità della SGR per scelte di fatto compiute da altri, confusione dei ruoli, conflitti di interesse, contenziosi ¾ RISCHIO FINANZIARIO DEI FONDI: quando lo sviluppo non va bene e il partecipante è in crisi vi è un elevato rischio di default ¾ RISCHIO STRATEGICO DELLE SGR: troppe società, troppo piccole, non organizzate adeguatamente e non sufficientemente professionali 29
GLI EFFETTI DELLA RECENTE CRISI FINANZIARIA SUI FONDI IMMOBILIARI Accresciuta esposizione ai rischi mercato (rischio di flessione del prezzo degli immobili, rischio di razionamento del credito): ¾difficoltà ad ottenere i finanziamenti necessari a completare i piani di sviluppo ovvero ritardi nella realizzazione delle vendite per l’indisponibilità di finanziamenti da parte degli acquirenti finali ¾difficoltà nel completamento del piano di smobilizzo del portafoglio a prezzi coerenti con il valore degli assets Tensioni finanziarie legate alla presenza di prestiti a breve o clausole che impongono il rimborso del debito al deteriorarsi di determinati indicatori di equilibrio finanziario (cd. covenants) 30
L’evoluzione del quadro normativo Le modifiche normative del 2010 e del 2011 sulla tassazione dei fondi hanno contribuito a chiarire il ruolo della variabile fiscale. È stata riconosciuta la possibilità di deliberare la liquidazione anticipata dei fondi entro la fine del 2011. I fondi immobiliari posti in liquidazione sono stati 58, per un attivo pari a € 5,2 mld, pari al 9,7% del totale del settore. 31
L’azione di vigilanza ¾L’attività di vigilanza svolta sulle SGR immobiliari è stata intensa e ha affrontato la forte esposizione degli intermediari del comparto ai rischi di natura strategica, operativa e reputazionale. ¾L’attività ispettiva condotta nei confronti delle SGR che gestiscono fondi immobiliari ha assunto particolare rilievo. ¾Le iniziative più incisive hanno riguardato le SGR che: - gestiscono i fondi con forti elementi di criticità; - sottoposte al vaglio ispettivo, hanno presentato significative carenze della governance, degli assetti organizzativi e dei controlli interni. NEI CASI PIU’ GRAVI MISURE RESTRITTIVE DELL’ATTIVITA’ ¾Si riscontrano situazioni di squilibrio nei comparti degli OICR riservati e speculativi, caratterizzati da livelli di rischiosità più elevati rispetto ai fondi retail. 32
L’azione di vigilanza: le SGR Misure di rafforzamento patrimoniale Adeguamento piano industriale (fondatezza ipotesi, realizzabilità, misure di attuazione) e interventi sui costi per il riequilbrio reddituale Interventi sulla governance ¾ Composizione organi (professionalità, indipendenti) ¾ Deleghe di poteri (ruolo AD e presidente) ¾ Informativa agli organi ¾ Ruolo nel processo di investimento Adeguamento procedure di valutazione immobili e rapporto con esperti indipendenti Estensione, scelte e governo della esternalizzazione di servizi ¾ valutazione costi/benefici ¾ Selezione con asta e conflitti di interessi ¾ Indicatori di performance ¾ Controllo della funzionalità Sostituzione e adeguamento funzioni di controllo ¾ Responsabili e professionalità ¾ Ruolo compliance e internal audit ¾ Strumenti risk management ed effettivo contributo al processo di investimento ¾ Procedure antiriciclaggio, tenuta AUI e operazioni 33 sospette
L’azione di vigilanza: i fondi in difficoltà Intenso monitoraggio dei fondi in tensione finanziaria attraverso i dati segnalati alla vigilanza con rilevazioni ad hoc Richiesta alla SGR di rivedere i business plan dei fondi e di individuare le azioni per risolvere le situazioni (nuovi mezzi da investitori, negoziazione con banche sulle linee di credito) Monitoraggio attraverso informativa periodica sull’evoluzione della situazione Richiesta di valutare la messa in liquidazione dei fondi ove non vi siano prospettive di miglioramento Liquidazione giudiziale ex art. 57, comma 6 bis del TUF 34
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