Parliamo di Vini Autoctoni Friulani - Relatore: Fabio Bessich
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Definizione di «Autoctono» • Detto, propriamente, di quelle popolazioni che, per essere stanziate in un determinato territorio da epoca assai remota, si ritenevano nate dalla terra medesima. Il termine equivale, per il significato, ad aborigeno e indigeno. • In biologia, inoltre, è riferito anche a specie animali e vegetali, in contrapposizione alle specie alloctone, introdotte cioè in una determinata zona da altri areali. Tratto da Dizionario Treccani
1/2 La parola «Autoctono» in Viticoltura • Nell’accezione comune, autoctoni sono considerati quei vitigni che da secoli sono allevati in un determinato territorio contribuendo a farne la storia. Pertanto, hanno un legame “storico” con quel territorio, nel quale raggiungono la migliore espressione. • Si tratta di vitigni giunti in epoca remota, che si sono progressivamente acclimatati sviluppando caratteristiche varietali uniche, irripetibili, riconoscibili.
2/2 La parola «Autoctono» in Viticoltura • Alloctoni sono invece quei vitigni che hanno una grande diffusione in aree geografiche ampie e a diverse latitudini. La loro espressione, sia pure con una lieve differenziazione legata alla zona di produzione, è tarata sull’omogeneità delle caratteristiche organolettiche dei prodotti. Es. Chardonnay, Pinot Grigio, Cabernet, ecc
1/2 Alcuni spunti di riflessione • La legge n.82 del 20 febbraio 2006 «Disposizioni per la Organizzazione Comune del Mercato del vino» attribuisce alle Regioni il compito di accertare la coltivazione di vitigni autoctoni italiani sul territorio di competenza e di verificarne la permanenza della coltivazione per un periodo di almeno cinquanta anni, la diffusione sul territorio, il nome, la descrizione ampelografica e le caratteristiche agronomiche.
2/2 Alcuni spunti di riflessione 1 Capiamo quindi che il vitigno autoctono deve avere origine da un lontano passato. Ma quanto lontano? 2 Considerando la legge praticamente tutti i vitigni presenti sul territorio Friulano sarebbero da intendere come autoctoni perché tutti i vitigni attualmente coltivati in Friuli sono presenti sul territorio da più di cinquant’anni. Es. Merlot, Cabernet Franc, Chardonnay, Sauvignon, ecc che sono di origine francese • L’utilizzo del termine «Autoctono» è da considerarsi in parte inappropriato, forse il termine «Tradizionale» è più funzionale per esprimere l’idea di Vitigno legato e rappresentativo delle caratteristiche del territorio.
1/5 I vitigni tradizionali del Friuli Venezia Giulia Quali sono i vitigni tradizionali del Friuli Venezia Giulia? SONO STATI CATALOGATI BEN 219 VITIGNI DI ORIGINE FRIULANA
2/5 I vitigni tradizionali del Friuli Venezia Giulia Il Friuli è suddiviso in 9 zone D.O.C. La più grande è la zona delle Grave.
3/5 I vitigni tradizionali del Friuli Venezia Giulia DOC dei principali vitigni autoctoni VITIGNO DOC DOCG Picolit Colli Orientali del Friuli, Collio Pignolo Colli Orientali del Friuli Refosco dal Peduncolo Rosso Carso, Colli Orientali del Friuli, Friuli Annia, Friuli Aquileia, Friuli Grave, Friuli Isonzo, Friuli Latisana, Lison-Pramaggiore Ribolla Gialla Colli Orientali del Friuli, Collio Schioppettino Colli Orientali del Friuli, Friuli Isonzo Tazzelenghe Colli Orientali del Friuli Terrano Carso Friulano (Ex Tocai) Colli Orientali del Friuli, Collio, Friuli Annia, Friuli Aquleia, Friuli Grave, Friuli Isonzo, Friuli Latisana, Lison-Pramaggiore Verduzzo Friulano Colli Orientali del Friuli, Friuli Annia, Friuli Ramandolo Aquileia, Friuli Grave, Friuli Isonzo, Friuli Latisana, Lison-Pramaggiore Vitovska Carso
4/5 I vitigni tradizionali del Friuli Venezia Giulia I vini IGT del Friuli Venezia Giulia VINO IGT VITIGNO AUTOCTONO Alto Livenza Refosco dal Peduncolo Rosso Delle Venezie Piculìt Neri, Pignolo, Refosco dal Peduncolo Rosso, Ribolla Gialla, Schioppettino, Tazzelenghe, Terrano, Ucelut, Vitovska Venezia Giulia Refosco dal Peduncolo Rosso, Ribolla Gialla, Schioppettino, Terrano, Autorizzati solamente per la zona di Splilimbergo e Valeriano: Sciaglin, Fumat, Forgiarin Senza Denominazione Palomba, Cordenossa, Cividin Ci sono moltissimi altri vitigni autoctoni che sono stati riscoperti negli ultimi anni, però non sono ancora registrati per la produzione del vino.
5/5 I vitigni tradizionali del Friuli Venezia Giulia Questa sera assaggeremo questi vini: • Friulano (ex Tocai) • Verduzzo Friulano • Refosco dal peduncolo rosso • Ucelut …Prima parliamo un po’ di storia…
1/3 La culla della Vite Un tempo si credeva che la vite fosse una pianta non indigena ma importata in Europa dall’asia centrale in tempi remoti. In realtà, grazie ai numerosi reperti ritrovati, si può affermare che dal principio dell’era terziaria, cominciarono a fare la loro apparizione delle piante riferibili al genere botanico «Vitis». La vite selvatica quindi esisteva ancora prima della comparsa dell’uomo sulla terra.
2/3 La culla della vite Grazie alle conoscenze archeologiche attuali, si tende a far risalire l’origine della viticoltura intorno al 9000 anni a.C., nella zona nota come mezzaluna fertile, culla delle antiche civiltà, nell’area compresa tra Caucaso ed Egitto. In realtà non si sa con precisione quando e dove sia stato prodotto il primo vino, ma da analisi chimiche effettuate si sono potuti datare con sicurezza tra il 7000 e il 6000 a.C. alcuni reperti che attestano la presenza delle prime tecniche di vinificazione. Sembra che la vite sia stata una delle prime piante coltivate, insieme a grano, orzo, lino e cotone dalle popolazioni che precedettero le grandi civiltà sumere, assire, babilonesi, egizie e cartaginesi.
3/3 La culla della vite Anche dalle più recenti analisi del DNA, è stato infatti confermato che alcuni tra i più importanti vitigni europei, proviene proprio dalla zona del Caucaso. Tuttavia l’abbondanza di popolazioni di vite selvatica nella flora spontanea di quasi tutti i paesi ospitanti viticoltura, fa supporre che una discreta percentuale tra i vitigni tutt’ora coltivati in Europa abbiano avuto un’origine indigena, derivando da domesticazione diretta delle viti spontanee e non per trasferimento di vitigni già originatisi altrove.
1/3 La viticoltura moderna All'inizio dell'800, l'influsso della Rivoluzione Francese, segnò un nuovo periodo di progresso che diede la spinta a migliorare i sistemi di conduzione dei fondi e avviò importanti conquiste nel campo delle scienze biologiche e fisico - chimiche. L'avvenimento più significativo nella storia della viticoltura moderna fu la scoperta di tre gravi malattie della vite: Oidio, Fillossera e Peronospora.
2/3 La viticoltura moderna L'Oidio giunse in Europa dall'America attraverso piante importate da oltreoceano. Dal 1845 si susseguirono vari attacchi, da Londra alla Francia, dove distrusse interi raccolti. Ancora più devastanti furono i danni causati dalla Fillossera, insetto giunto anch'esso dall'America settentrionale comparso per la prima volta in Europa nel 1868. Partendo dalla Francia, divorò i vigneti europei annientando per decenni interi patrimoni. Infine, nel 1878, sempre dal Nuovo Mondo, giunse la Peronospora.
3/3 La viticoltura moderna Fortunatamente la fase di sviluppo tecnologico raggiunta, consentì alla scienza di reagire a questa grave crisi e si riuscì ogni volta a trovare i rimedi adeguati contro questi flagelli, ma la viticoltura europea uscì da questa lotta profondamente trasformata. La comparsa di queste tre ampelopatie causò più che un'evoluzione, una vera e propria rivoluzione nella tecnica stessa, non più basata solo sulle norme colturali tramandate di padre in figlio, ma anche sulle scoperte scientifiche della biologia e della chimica-fisica.
1/2 La viticoltura moderna in Friuli Venezia Giulia Anche in Friuli Venezia Giulia si ebbero i primi focolai di fillossera nella seconda metà dell’800. La soluzione al problema arrivò dalla Francia, con un innesto tra l’apparato radicale delle viti americane e l’apparato aereo delle viti europee. Questa tecnica vivaistica consentì alle viti di resistere all’insetto, portando fin da subito il Friuli e in particolare la provincia di Pordenone nelle prime posizioni tra i produttori mondiali di barbatelle.
2/2 La viticoltura moderna in Friuli Venezia Giulia In tutta questa fase i vitigni Tradizionali Friulani hanno perso la loro posizione di predominanza. In un primo momento per l’arrivo, dalla metà dell’800, dei vitigni francesi importati dalle famiglie nobili della Francia. In un secondo momento in seguito alla distruzione dei vigneti dovuta alla fillossera ed alla difficoltà del recupero del patrimonio autoctono.
1/2 I vitigni Tradizionali: quale futuro? • La sfida della globalizzazione. Le prospettive di sviluppo dei vitigni tradizionali sono fortemente erose dall’attenzione verso un mercato centrato sull’omologazione dei gusti. Uno degli effetti collaterali ne risulta una considerevole riduzione della gamma delle sensazioni organolettiche disponibili e un evidente pericolo per la biodiversità viticola. • Una possibile strategia: l’affermazione della «tipicità» come idea regolativa di un territorio che vuole rimanere unico nella sua identità.
2/2 I vitigni Tradizionali: quale futuro? … La nostra identità culturale come fattore di conservazione • I vini somigliano agli uomini che li fanno. Tutti gli autoctoni furono distrutti dalla fillossera e sostituiti da uve più produttive. Ora si avverte il bisogno di tornare all’identità, perché non c’è più una esigenza nutrizionale ma culturale. (A. Valentini – Enologo) • Non riusciamo più ad identificarci con un vitigno, con un territorio perché in essi non riusciamo a vedere le nostre radici. Tutti noi ci siamo separati dal nostro territorio rurale d’origine, ci siamo «urbanizzati» e tutto quello che ci circonda nelle nostre campagne ci è esterno, non lo comprendiamo più. (Prof. Attilio Scienza)
Il Friulano
Il Friulano Un po’ di Storia La discussione sull’appartenenza del nome Tocai si protrae dall’inizio del secolo scorso. Gli accordi tra Unione Europea ed Ungheria del 1993 sancivano la tutela della denominazione ungherese TOKAJI. Da quel momento fu concordato un periodo transitorio, fino al 31 marzo 2007, durante il quale si consentiva l’utilizzo del nome TOCAI FRIULANO per il vino prodotto nella regione Friuli-Venezia Giulia. L’appartenenza del nome è stata oggetto di diatribe, tra Italia e Ungheria, fino al 2008 in qui è stata messa la parola fine con una ordinanza della Corte di Giustizia Europea che ha sancito l’illegittimità dell’utilizzo del nome in Italia. Ci sono, però, alcuni documenti storici che avvallano l’origine Friulana del Tocai: • Nel 2002 dall’archivio dei Conti Formentini di Gorizia è emerso un documento che conferma quella che fino ad allora era una storia tramandata oralmente. Nel 1632, la nobildonna Aurora Formentini andò sposa al Conte ungherese Adam Batthyarry.
Il Friulano • Nel patto dotale, tra i beni che la sposa portò alla famiglia del marito, tra le altre cose figurano: “300 vitti di Tocai” oltre a una considerevole quantità di Ribolla, strumenti e attrezzi agricoli e da cantina, botticelle e servitori esperti a vinificare… E’ peraltro indiscutibile l’assonanza tra i nomi Formentini e Furmint, che per l’85% concorre a formare l’uvaggio da cui è tratto il tokay ungherese. • In verità la storia ci racconta che già nel 1100 ci fu l’introduzione di viti di tokay in Ungheria, da parte di missionari italiani chiamati dal re Stefano e dal 1218 al 1251 si registra l’importazione, con successivi trapianti, di viti di Tocai dal Friuli in Ungheria per interessamento del Patriarca di Aquileia. • Non meno importanti sono i riferimenti toponomastici. Infatti il toponimo Toccai si ritrova in due Comuni della provincia di Gorizia che distano tra loro pochi chilometri e sorgono nelle vicinanze del Collio. Purtroppo, la decisione è stata presa e nessuna delle documentazioni portate in sede Europea ha fatto cambiare idea sulla situazione Tocai e quindi, per non creare ulteriori confusioni sul mercato dobbiamo iniziare a parlare di Friulano.
Il Friulano Alcune informazioni sul Friulano… Sistema di Allevamento: Sylvoz Denominazione: Friuli D.O.C. Grave Epoca di Raccolta: Inizio/Metà Settembre Resa per Ettaro: 120 Q.li/Ha Vinificazione: Il mosto separato dalle bucce subito dopo la raccolta, viene fermentato con l’aggiunta di lieviti selezionati in recipienti di acciaio inox. La fermentazione avviene a temperatura controllata di 17-18°C e ha una durata di circa dieci giorni. Affinamento: In vasca di acciaio per circa un mese mantenendo in movimento le fecce nobili del vino stesso. Minimo un mese in bottiglia. Assaggiamo il Friulano: · Colore: Giallo - Paglierino Annata: 2011 · Aroma: Delicato con sentori di Frutta Secca e leggermente vegetale · Sapore: Rotondo e Fruttato, Finale in cui spicca l’acidità, Ottima Persistenza · Tenore Alcolico: 12,5%
Il Verduzzo Friulano
Il Verduzzo Friulano Un po’ di Storia È uno dei vitigni coltivati praticamente da sempre in tutta la regione. Possiamo trovarlo vinificato in modi diversi: Secco, Leggermente Amabile e Dolce. La versione dolce trova la sua migliore collocazione ambientale nella zona dei Colli Orientali del Friuli, con il "cru" eccellente di Ramandolo. La storia parla di un famoso pranzo a Cividale, agli inizi del XIV secolo, in onore di Papa Gregorio XII, durante il quale furono servite settantadue pietanze con i vini Ramandolo (di Torlano) e Verduzzo (di Faedis), oltre che Refosco, Marzemino, Fumatt e Cividin. Il catalogo dei vini del 1863, dell'Associazione agraria friulana, definiva l'uva Verduzzo tra le migliori bianche locali e perciò raccomandata in tutto il territorio regionale, questo perché si adattava ad ogni tipo di terreno e dava una produzione poco soggetta alle malattie fungine e che offriva un ottimo vino.
Il Verduzzo Friulano Alcune informazioni sul Verduzzo Friulano… Sistema di Allevamento: Sylvoz Denominazione: Friuli D.O.C. Grave Epoca di Raccolta: Metà Settembre Resa per Ettaro: 120 Q.li/Ha Vinificazione: Il mosto separato dalle bucce subito dopo la raccolta, viene fermentato con l’aggiunta di lieviti selezionati in recipienti di acciaio inox. La fermentazione avviene a temperatura controllata di 18°C e ha una durata di circa dieci giorni. Affinamento: In vasca di acciaio per circa un mese mantenendo in movimento le fecce nobili del vino stesso. Minimo un mese in bottiglia. Assaggiamo il Verduzzo Friulano… · Colore: Giallo Dorato Annata: 2010 · Aroma: Fiori di Acacia e Mela · Sapore: Floreale - Fruttato - Leggermente Amabile Acidità Buona in equilibrio con l’amabilità del vino, buona persistenza · Tenore Alcolico: 12%
Il Refosco dal Peduncolo Rosso
Il Refosco dal Peduncolo Rosso Un po’ di Storia Sembra che l'origine del Refosco sia da attribuire ai territori compresi tra il Carso e l'Istria (Refosco del Carso, Refosco d'Istria, indicato come Terrano) e diffuso poi in tutta la pianura e collina friulana. È certo che questo vino fosse molto apprezzato già ai tempi dei Romani. Negli Annali del Friuli del 1930 così si descrive: "...gli ambasciatori romani offrirono 20 igastaris (contenitori di terracotta o vetro di circa un litro) al generale dei Dominicani, di vino Refosco". Refoscone, Refosco di Faedis, Refosco Magnacan, Refosco di Rauscedo, Refosco del Carso, Refosco d'Istria sono i molti vitigni da cui poi è stato selezionato l'attuale e più elegante "dal peduncolo rosso".
Il Refosco dal Peduncolo Rosso Alcune informazioni sul Refosco… Sistema di Allevamento: Sylvoz Denominazione: Friuli D.O.C. Grave Epoca di Raccolta: Fine Settembre Resa per Ettaro: 120 Q.li/Ha Vinificazione: L’uva raccolta viene pigiata, lasciata macerare per cinque-sei giorni con l’aggiunta di lieviti selezionati in recipienti di acciaio inox alla temperatura di 25°C. Il mosto viene poi svinato e porta a termine la fermentazione alcolica. Affinamento: In vasca di acciaio per circa due mesi mantenendo in movimento le fecce nobili del vino stesso. Minimo due mesi in bottiglia. Assaggiamo il Refosco… · Colore: Rosso Granato Annata: 2010 · Aroma: Caratteristico del Ribes e dei Frutti di Bosco piuttosto intenso · Sapore: Molto Fruttato Piacevolmente Amarognolo, con una ottima persistenza, lascia un retrogusto fruttato e morbido · Tenore Alcolico: 12%
L’Ucelut
L’Ucelut Un po’ di Storia Il nome si riferisce a quei vitigni disposti ai margini dei boschi la cui uva bianca era mangiata avidamente dagli uccelli (uve uccelline). Non si conosce, comunque, la sua origine, ma sembra che la zona di produzione sia stata identificata tra Castelnovo, Ramuscello e San Giovanni. Nel 1863 partecipa all'esposizione regionale delle uve, nei locali dell'Associazione Agraria Friulana di Udine. Attualmente il vitigno è coltivato quasi esclusivamente a Pinzano al Tagliamento e nei comuni limitrofi.
L’Ucelut Alcune informazioni sull’Ucelut… Sistema di Allevamento: Guyot doppio e semplice Denominazione: I.G.T. Venezia Giulia Resa per Ettaro: 60 - 70 Q.li/Ha Vinificazione: Le uve ucelùt raccolte vengono trasportate in cantina e lasciate appassire, le uve vengono pigiate e lasciate in macerazione con le bucce per circa 12 ore. La fermentazione alcolica viene effettuata in cisterne d'acciaio a temperatura comprese tra i 19 e 21° per circa dieci giorni. Affinamento: Il vino Ucelùt viene conservato in botti nei locali interrati della cantina fino all'imbottigliamento. Assaggiamo l’Ucelut… • Colore: Giallo Dorato Annata: 2011 • Profumo: Floreale (fiori d’acacia, glicine, favo d’api), Intenso e caldo. • Gusto: amabile, caldo, morbido, equilibrato. Ottima persistenza. • Gradazione Alcolica: 13,5%
Valutazioni: Sotto i 70 Punti: Vino Di Scarsa Qualità - Vini che non dimostrano grande qualità o dimostrano difetti evidenti. Da 70 a 75 Punti : Vino di Media Qualità - Vini facilmente bevibili che non dimostrano grandi qualità all’olfatto o al gusto. Da 75 a 79 Punti : Vino di Buona Qualità - Vini puliti, varietali ed armonici, adatti per ogni occasione. Da 80 a 84 Punti : Vino di Ottima Qualità - Vini franchi, gradevoli ed armonici, di preciso carattere e stile. Piacevolezza al consumo in ogni momento. Da 85 a 89 Punti : Vino di Eccellente Qualità - Vini scelti di qualità ricercata. Da 90 a 94 Punti : Vino di Eccezzionale Qualità - Vini di classe unica che appartengono ai migliori della loro categoria. Perfettamente bilanciati, debbono unire assoluta gradevolezza con carattere inconfondibile. Da 95 a 99 Punti : Vino di Grande Classe - Vini di classe universale, che costituiscono un’indimenticabile emozione dei sensi ed in grado di esaltare ogni appassionato. 100 Punti : Vino Indimenticabile - Vini che superano la nostra capacità di valutazione nel pensarli migliori.
…Prossima tappa… Passeggiata guidata tra i nostri vigneti Per riscoprire colori, profumi, suoni delle nostre campagne. E poter osservare e riconoscere le differenti caratteristiche della vite e dei suoi frutti. GRAZIE A TUTTI PER L’ATTENZIONE
Parliamo di… Vini Autoctoni Friulani Relatore: Fabio Bessich
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