Un giornale e il suo festival - la città nobilissima - Suor Orsola Benincasa

Pagina creata da Roberta Sorrentino
 
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Un giornale e il suo festival - la città nobilissima - Suor Orsola Benincasa
30 maggio
                                                                                                                                   2014
                                                                                                                                   anno
                                                                                                                                    XIV
                                                                                                                                    n. 8

Periodico a cura della Scuola di giornalismo diretta da Paolo Mieli nell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli
www.inchiostronline.it

      Un giornale
  la città nobilissima

L
    e il suo festival
     di Luciano Giannini

     a serie tv “Gomorra”, in onda su Sky, è stata
     già venduta in 50 Paesi del mondo. Ecco la
     città che fa notizia – la Napoli sporchissima -

                                                                                                                      6 - 22 giugno
     una realtà, e un luogo comune, che perpetrano
     una condanna, forse un destino. C’è, però,
     un’altra città - la Napoli nobilissima - che
     resiste contro la stessa barbarie che l’alter ego
     genera. Il Napoli Teatro Festival Italia ne è un
     esempio: un cartellone di 30 spettacoli, registi
     e attori da mezzo mondo, sperimentazioni,
     sfide, ricchezza di idiomi, di stili, di linguaggi;
     la più grande rassegna teatrale in Italia. Il suo
     programma, titolo per titolo, giorno per giorno,
     è illustrato in questo numero monografico di
     “Inchiostro”, il quindicinale della Scuola di
     giornalismo del Suor Orsola Benincasa.
          Per il secondo anno questa Università, che
     ringrazio, mi ha affidato il compito di dirigerlo.
     Assieme agli studenti ho ordinato gli spetta-
     coli in sezioni: la danza, i focus su Ĉechov e
     sull’infanzia, Eduardo e gli altri napoletani, i
     classici del Novecento, la drammaturgia con-
     temporanea. Ce lo ha imposto la varietà delle
     proposte, che sempre hanno bisogno di essere
     interpretate da una intelligenza. Ogni giornale
     ha il dovere di farlo. E di comunicare ai lettori,
     con onestà e chiarezza, le proprie scelte. Per
     distinguersi e rivendicare una identità.
          Come un giornale, anche la città nobilis-
     sima fa scelte e definisce una identità, che
     è, soprattutto, quella della cultura e, dunque,
     della resistenza contro la città sporchissima
     e le sue armi: calibro nove, violenza, sopruso,
     corruzione, malaffare, disprezzo. In questa
     guerra non bisogna chiedersi chi vincerà.
     La risposta sembra darcela il mondo intero:
     Gomorra, strillata nelle strade e in tv. Bisogna
     solo continuare a combattere. Cioè a fare cul-
     tura (quella vera). Con cervello, integrità e un
     po’ di sana follia. Perché, come scrisse Luigi
     Settembrini, “in tutte le cose grandi ci vogliono
     l’ardire e il senno; ma al cominciare ci vogliono
     sempre i pazzi”.
Un giornale e il suo festival - la città nobilissima - Suor Orsola Benincasa
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 Dalla noia

I
 alla festa
 di Luca De Fusco*

 l teatro rischia di diventare sempre
 più una passione per anziani. Da
 qui al 2020 pare ci siano poche car-
 te su cui giocare in Campania per
 coinvolgere i giovani. Una è il Na-
 poli Teatro Festival. Ci carichiamo
 volentieri di questa responsabilità,
 consapevoli che la rassegna offra
 una potenzialità spesso assente
 nei cartelloni invernali: la novità. Il
 programma del Festival smentisce,
 insomma, chi, soprattutto tra le
 nuove generazioni, confina la prosa
 tra le cose scontate e obsolete.
 Avete mai visto una danza sensuale
 e raffinata come quella di Vertigo?
 O quella più sanguigna di Emio Gre-

                                           Il ballo dell’Infinito
 co? Il segreto del Festival è sempre
                                                  Reshimo

                                              U
 quello degli accostamenti arditi e
 sperimentali. Che sapore verrà fuori
 mescolando la verve comica di
 Lello Arena, la sapienza sanguigna
 di Lluis Pasqual e Beckett? Nessu-
 no può dirlo con certezza: si rischia,
 si sperimenta. Avete mai visto un
 “Giardino dei ciliegi” di Cechov
 ambientato nel biancore mediterra-
                                                                  di Paola Marano                       L’inaugurazione con Vertigo
 neo, con le esotiche movenze e le                             n’idea cabalistica che esprime           del processo creativo grazie alla          petenza. Insieme, confrontando-
 musiche di Vertigo Dance Com-                                 la potenza dell’energia, “quella         loro personalità, alla cultura e alle      ci, abbiamo scelto il violoncello
 pany? Potrete farlo al Festival, ma                           linea sottile che rimane quando          qualità fisiche. L’otto non è scel-        come strumento di primo piano
 anche ascoltare (con i sottotitoli) le                        le luci si spengono e tutto è buio,      to a caso. Tra i tratti stilistici dello   delle musiche per la sua somi-
 parole del grande scrittore pronun-                           l’impronta di un ricordo che illu-       spettacolo, il numero ricorre per          glianza con la voce umana. Il dia-
 ciate nella sua lingua originale dalla                        mina la strada del futuro”. Noa          simboleggiare l’Infinito e la proie-       logo continuo tra movimento e
 straordinaria scuola d’attore russa.                          Wertheim spiega così il significa-       zione verso il futuro, contrappo-          suono ha portato alla creazione
 Quante altre volte può capitarvi                              to di ”Reshimo”, lo spettacolo di        nendosi all’altro motivo ricorrente        di un’intera coreografia basata
 nella vita? Invece di presentare il                           danza che il 6 giugno inaugure-          della coreografia, che trova nella         sulla musica e non viceversa”.
 “solito Eduardo” (sempre grande,                              rà la settima edizione del Napoli        teatralità dei gesti quotidiani il             Segno identificativo di “Reshi-
 intendiamoci), proviamo a mesco-                              Teatro Festival Italia. Per il terzo     senso di un’esperienza ancora-             mo” è la contrapposizione tra
 lare lo stile di un teatro d’arte del                         anno consecutivo la coreografa           ta al passato. Anche i costumi             movimenti infiniti e astratti, e pas-
 Nord, quello di Genova, con il suo         TITOLO             israeliana e la sua Vertigo Dance        indossati dai ballerini mettono in         si definiti, - insiste la Wertheim -
 attore e il suo regista di punta, in un    Reshimo            Company tornano nella città che          evidenza il legame con episodi di          “per rintracciare l’esistenza pri-
 capolavoro quale “Il sindaco del ri-       DATA               ha consacrato il loro successo           vita reale.                                mordiale nascosta ed evocare la
 one Sanità”. E non immagino niente         6, 7 giugno        internazionale per presentare in              La cifra realistica è rafforzata      passione verso tutto ciò che è
 di più insolito della regia che Her-       LUOGO                                                       da un gioco di luci che racchiude          contenuto nel tempo e nello spa-
                                                               prima assoluta il nuovo spetta-
 manis ha tratto dal mito di Kaspar         Arena di Pietrarsa                                          l’essenza della performance. Le            zio”. E ancora: “Stiamo aspet-
                                                               colo al Museo ferroviario di Pie-
 Hauser: una scenografia a misura           COREOGRAFIA                                                 musiche, ancora una volta, sono            tando con impazienza il debutto
                                                               trarsa.
 di fanciullo, con una folla di bambini     Noa Wertheim                                                firmate da Ran Bagno, storico              a Pietrarsa, con il mare e le luci
                                            PRODUZIONE             Il “Reshimo” è uno dei più im-
 truccati da vecchi che parlano con                            portanti   concetti della Kabbalah.      compositore della compagnia.               di Napoli sullo sfondo. Apprezzo
 un gigante, che è in realtà l’unico        Vertigo Dance                                               “Ran - afferma la Wertheim - ha            l’idea che ha portato a scegliere
                                            Company            Secondo      le scritture, nelle fasi
 bambino in scena.                                             iniziali della Creazione, Dio con-       accompagnato il nostro lavoro              questa location e credo che esal-
                                            DURATA: 1h
 L’originalità del Festival sta anche                          trasse la Luce Infinita, scavando        con profonda sensibilità e com-            terà le emozioni di tutti”.
                                            Prima assoluta
 nella sua internazionalità. Pote-                             in essa un proto-spazio vuoto
 vate immaginare che gli spagnoli                              che sarebbe servito come grem-
 rileggessero Pinocchio in un clima                            bo della nascita dell’Universo.
 da circo? O che degli argentini                               La presenza di Dio, però, non è
 facessero di “Zio Vanja” una storia                           mai completamente rimovibile.
 quasi punk? O che si potessero                                In quello spazio era rimasto un
 rivisitare a teatro le comiche di                             “Reshimo”, ovvero un “residuo
 Buster Keaton? Ma l’originalità non                                       della luce di Dio”.
 è prerogativa straniera. I napoletani
 sono capaci di un teatro poetico e        La Wertheim:                           Il filo rosso della
                                                                           kabbalah e dei suoi in-
 azzardato, come fanno Moscato e
 Iodice; o di riscoprire un Eduardo        un’opera ispirata segnamenti esoterici
                                                                           accomuna le produ-
 minore, come fa Saponaro. Poi ci
 sono i luoghi: i teatri classici, ma
                                           alla Kabbalah                   zioni più recenti della
                                                                           compagnia, ispirazioni
 anche l’ex Dormitorio pubblico,                                           che la coreografa de-
 o il Museo di Pietrarsa, dove si                              scrive come “la scintilla interiore
 vedranno anche due, tre spettacoli                            e l’essenza dello spirito umano
 al giorno, come in una multisala. E                           per raggiungere, attraversare e
 allora il teatro diventa una festa, la                        collegare mondi diversi”.
 porta d’ingresso ideale per chi vi si                                                                   Qui sopra, “Mana”.           TITOLO: Mana
                                                                      Su questa scia la produzio-                                     DATA: 8, 9 giugno
 accosta pensando che sia solo il                                                                        In alto, “Reshimo”.
                                                               ne propone in scena un’inda-                                           LUOGO: Pietrarsa - Sala dei 500
 regno della noia.                                                                                        Nell’altra pagina,
                                                               gine sulla dicotomia tra finito e                                      COREOGRAFIA: Noa Wertheim
                                                                                                               il Balletto
                                                               infinito attraverso i passi di otto                                    PRODUZIONE: Vertigo Dance Company
 * (direttore artistico del Napoli Tea-                                                                 del Kosovo e, sopra,
                                                               danzatori, che hanno partecipa-                                        DURATA: 1h
 tro Festival Italia)                                                                                      “Addio alla fine”
                                                               to e contribuito a ogni momento                                        Prima assoluta
Un giornale e il suo festival - la città nobilissima - Suor Orsola Benincasa
zadanzadanzadanzad
 Ritorno al futuro
        Addio alla fine
                                                                                                                                                   She-ra-zade
                                                                                                                                                 Dal Kosovo

             E
                                                                                                                                                 per sfuggire
 Emio Greco e il viaggio come metafora di un nuovo inizio                                                                                        al passato

                                                                                                                                                 S
                                                                                                                                                  di Germana Squillace
                           di Roberta Campassi
                                                                                                                                                  he-ra-zade è il nuovo balletto
                      mio Greco: “La danza e il corpo                                                                                             presentato al Napoli Teatro
                      sono indissociabili. La danza è                                                                                             Festival Italia dalla Compagnia
                      un’articolazione di movimenti e                                                                                             di danza del Kosovo e andrà in
                      gesti, di razionalità e abbando-                                                                                            scena l’11 giugno nell’Arena di
                      no, e il corpo è la sua cornice di                                                                                          Pietrarsa. La coreografia è stata
                      riferimento. È il corpo con la sua                                                                                          ideata da Alessandra Panzavol-
                      storia a contestualizzare la dan-                                                                                           ta, direttrice del Corpo di ballo
                      za”. Il coreografo di Brindisi vive                                                                                         del San Carlo.
                      da anni ad Amsterdam, dove ha                                                                                               Lo spettacolo fa parte di un’i-
                      trovato la propria dimensione ar-                                                                                           niziativa più ampia, sponsoriz-
  TITOLO
                      tistica e la gloria. Oggi è un arti-                                                                                        zata dall’Unione Europea, per
  Addio alla fine
                      sta di fama internazionale e dal                                                                                            sostenere la rinascita culturale
  DATA
  13, 14 giugno       1995 lavora con il regista Pieter                                                                                           del Kosovo, che ha puntato
  LUOGO               C. Scholten. Ora una loro crea-                                                                                             sulla danza per riacquistare la
  Pietrarsa - Sala    zione di due anni fa, “Addio alla                                                                                           propria identità nazionale.
  delle locomotive    fine”, sarà presentata al Napoli                                                                                            La coreografa, oltre a preparare
  COREOGRAFIA         Teatro Festival Italia, e andrà in                                                                                          i giovani kosovari, presenterà al
  Emio Greco e Pieter scena il 13 e 14 giugno nella Sala                                                                                          pubblico anche un documen-
  C. Scholten         delle locomotive del Museo fer-            viene proiettato un video. Per-        creativi e artefici di cambiamenti        tario che narra le atrocità della
  INTERPRETI          roviario di Pietrarsa, in una ver-         ché?                                   epocali”.                                 guerra in quella terra e le storie
  Emio Greco          sione adattata per i teatri chiusi.               “‘Addio alla fine’ è fatto di       Ha un sogno nel cassetto?             personali dei ballerini.
  COPRODUZIONE                                                   contributi e linguaggi artistici           “Ogni volta che torno a Brin-         La scelta di rileggere “Sheraza-
                           Greco è cresciuto in una fa-
  ICKamsterdam,                                                  diversi. Uno di questi è il video,     disi mi viene voglia di fare qual-        de” non è casuale. Nella nuova
                      miglia di origini contadine e all’e-
  Theather a/h                                                                                                                                    versione, infatti, non si raccon-
                      tà di 19 anni si è avvicinato alla         uno strumento tecnico che ha           cosa per la mia città, per la mia
  Vrijthof                                                                                                                                        ta il tradimento subìto dallo
                      danza perché spinto da un desi-            influito di più di ogni altra forma    terra d’origine. Vorrei aprire una
  e Nederlandse                                                                                                                                   scià di Persia; la protagonista
                      derio che nutriva sin da piccolo.          sull’immaginario del secolo scor-      succursale del centro ICKam-
  Dansdagen                                                                                                                                       indiscussa è la vergine persia-
  DURATA: 2h          Ha dovuto spostarsi all’estero             so. Gli animali che appaiono nel-      sterdam, realizzando una resi-
                      per seguire corsi di formazione,           le immagini stimolano uno sta-         denza artistica di almeno due             na, che racconta storie, notte
  Prima nazionale
                      dal momento che in Italia non              to primordiale cui riavvicinarsi.      mesi all’anno in Puglia. L’idea è         dopo notte, per non essere
                      c’erano scuole adeguate. Dal               Un’involuzione-evoluzione”.            di stabilire rapporti di collabora-       uccisa. Dice la Panzavolta: “Ho
                      2009 dirige il ICKamsterdam e da                  Quanti sono i ballerini in      zione e organizzare eventi, sta-          pensato ci dovesse essere una
                      qualche mese è stato nominato              scena?                                 ge, laboratori, incontri, creare,         corrispondenza tra le vicende
                      nuovo direttore del CCN Ballet                 “Ci sono sette danzatori. Sono     insomma, una specie di comuni-            narrate sulla scena, che salva-
                             De Marseille, sì, proprio           il punto di partenza di questo         tà della danza. Devo ammettere,           no la vita alla donna, e il docu-
                                                                                                                                                  mentario che presenteremo, in
 Il coreografo:              quello di Roland Petit.             viaggio verso un nuovo inizio. E       però, che finora l’entusiasmo e le
                                                                                                                                                  cui mostriamo come si sono
                                  Greco, quali novità ci         rappresentano un corpo sociale         proposte non hanno avuto alcun
 il corpo è anche sono nello spettacolo che                      e contemporaneamente gli artisti       riscontro da parte di organismi           salvati i giovani del Kosovo”.
                             presenterà a Napoli?                stessi. Il loro compito è proprio      culturali e istituzioni. Investire sul    Il balletto - aggiunge la coreo-
 un fatto politico                 “La coreografia gioca         quello di spostare l’attenzione        futuro oggi in Italia sembra esse-        grafa - non punterà “su scelte
                             sempre sulle tematiche              dal corpo danzante al corpo so-        re addirittura un fastidio”.              e scenografie eccentriche, ma
                             della globalizzazione e dei         ciale, che esprime                                                                      sull’emotività più che sulla
                      conflitti internazionali, ma la dif-       il vissuto concre-                                                                      spettacolarità”. Punto di
                      ferenza principale rispetto all’o-         to di ogni giorno.                                                                      forza della compagnia
                      riginale consiste nell’idea del            Il danzatore deve                                                                       non è la tecnica, ma la
                      viaggio. Ad Amsterdam il pubbli-           prendere decisio-                                                                       musicalità, dato che tutti
                      co si ritrovava su una banchina            ni responsabili in                                                                      sono musicisti iscritti al
                      del porto e da lì una piccola nave         scena, esprimendo                                                                       conservatorio. Precisa,
                      prendeva tutti a bordo, pubbli-            una sensibilità che                                                                     infatti, la Panzavolta: “Non
                             co, danzatori, tecnici e un         è essenzialmente                                                                        ho potuto lavorare cercan-
                                                                                                                                                         do di ottenere virtuosismi
 Investire in Italia attore. Il viaggio di circa 25              politica. I balleri-
                                                                                                                                                         poiché i ragazzi non hanno
                             minuti li conduceva in un           ni devono indica-
 sembra essere               luogo sconosciuto e insoli-         re altre possibili                                                                      frequentato una scuola di
                             to, dove continuava a svol-         società capaci di                                                                       danza e il mio obiettivo è
 quasi un fastidio gersi lo spettacolo. Il viag-                 andare oltre quella                                                                     mostrare le loro potenziali-
                             gio era, quindi, concreto e         in cui viviamo, che                                                                     tà. Sono i ballerini al centro
                             metafora al tempo stesso.           ha ormai mostrato                                                                       dello spettacolo, non io”.
                      A Napoli, per la caratteristica del        i suoi limiti, i suoi                                                                       Il Balletto Nazionale del
                      luogo, sarà più evocativo”.                fallimenti. Tutti de-                                                                   Kosovo si definisce una
                            All’inizio dello spettacolo          vono considerarsi                                                                       compagnia di seconda
                                                                                                                                                         generazione poiché è nata

M
                                                                                                                                                  dopo la guerra ed è formata da
                                                                                                                                                  ragazzi tra i 18 e i 25 anni. “Ciò

        ana, in molte lingue austronesiane
                                                          Mana                                                                                    che li distingue rispetto agli altri
                                                                                                                                                  con cui ho lavorato - precisa la
        parlate in una vasta area geografica
        compresa fra il Madagascar, il Sud-est       Artisti in bianco e nero al ritmo                                                            coreografa - è il forte desiderio
                                                                                                                                                  di conquistare una dignità”.
        asiatico, Formosa e l’Oceania, signifi-
        ca “forza soprannaturale”. Ed è anche        di una forza soprannaturale                                                                  “She-ra-zade” rappresenta la
                                                                                                                                                  voglia di riscatto e autonomia di
        il titolo di una coreografia storica che     evocano un’atmosfera sensuale e tri-            Fondata nel 1992 dalla Wertheim e            un popolo che trova nella cultu-
        la Vertigo Dance Company, dopo il            bale sulle note delle musiche affidate,     da Adi Sha’al, la Vertigo Dance Com-             ra uno stimolo per affermarsi e
        debutto nel 2009, presenterà l’8 e il 9      come sempre, al compositore della           pany è caratterizzata da un forte lega-          presentarsi all’Europa.
        giugno nella Sala dei 500 al Museo fer-      compagnia, Ran Bagno.                       me con il retroterra socio-culturale in
        roviario di Pietrarsa per il Napoli Teatro       “Quando ci è stato chiesto di pre-      cui opera. L’obiettivo dei suoi progetti
        Festival Italia.                             sentare un altro titolo del nostro reper-   è avvicinare e raggiungere le perso-
               Lo spettacolo è un viaggio misti-     torio, ‘Mana’ è stata la nostra prima       ne attraverso il linguaggio del corpo.
        co-filosofico nel mondo degli opposti.       scelta, perché lo spettacolo ha avuto       L’interesse sociale e la sensibilità del-              TITOLO : She-ra-zade
        Il bianco e il nero dominano la scena.       successo in tutto il mondo, ma non è        la compagnia verso l’ambiente hanno                    DATA: 11 giugno
        Sullo sfondo la sagoma di una casa           ancora stato presentato a Napoli”, rac-     dato vita al Vertigo Eco-Art Village, un               LUOGO: Arena di Pietrarsa
        simboleggia la continua tensione tra         conta Noa Wertheim, direttrice artistica    centro culturale dove si esplora il con-               COREOGRAFIA:
        contenitore e contenuto, esteriorità e       della compagnia.                            tatto tra l’arte e la terra grazie a vari              Alessandra Panzavolta
        interiorità, interezza e vuoto. L’imma-          “Adoro Napoli. Amo il cibo, la gen-     programmi di studio. Tra questi “The                   PRODUZIONE:
        gine visiva più ricorrente è una danza-      te e sento un legame speciale con il        Power of Balance”, un progetto di dan-                 Napoli Teatro Festival Italia
        trice legata a un palloncino nero che la     suo pubblico. È una città bella e acco-     za che si pone lo scopo di creare in-                  e National Ballet of Kosovo
                                                     gliente, dove mi sento sempre a casa”,      tegrazione tra danzatori abili e disabili.             DURATA: 1h30’
        solleva verso l’alto. I costumi lasciano
                                                                                                                                                        Prima assoluta
        intravedere scorci di nudità, che ri-        spiega la coreografa.                       				p.m.

                                                                                                                                                                                          3
Un giornale e il suo festival - la città nobilissima - Suor Orsola Benincasa
cechovČechovČechovČ

        Zio Vanja

 Magnifica ossessione
        È
                       di Diego De Carlo                            Konchalovsky, Tuminas e Savignone
                       senza dubbio Anton Čechov l’autore
                       più rappresentato al prossimo Napoli
                                                                    tre modi di leggere un capolavoro
                       Teatro Festival, che del drammaturgo                                                                                                           In alto,
                       russo offrirà sei titoli, con tre varia-                                                                                                    “Zio Vanja”
                       zioni sullo stesso tema: “Zio Vania”.                                                                                                    di Konchalovsky.
                       La prima sarà quella firmata da An-                                                                                                     A sinistra, “Un Va-
                       drei Konchalovsky. Andrà in scena il                                                                                                    nia”, di Savignone.
                       12 giugno al Mercadante. Il 21 e il 22                                                                                                  Qui sopra, e sotto,
                       toccherà al terzo allestimento, che                                                                                                       Anton Čechov
                       ha un’altra firma prestigiosa, quella
                       del regista lituano Rimas Tuminas.
                       Luogo: ancora il Mercadante. Lin-
 TITOLO                gua: ancora il russo. Lo spettacolo
 Zio Vanja             si annuncia scintillante e visionario. Il
 DATA                  secondo “Zio Vanja” parla spagnolo,
 12 giugno             lo firma il giovane argentino Marcelo
 LUOGO                 Savignone, ed è in programma alla
 Teatro Mercadante     Galleria Toledo il 17 e 18 giugno.
 REGIA                         Konchalovsky. “ ‘Zio Vanja’?
 Andrei Konchalovsky   Per me è una magnifica ossessio-
 PRODUZIONE            ne”. Nato nel 1937, fratello del regi-
 Teatro Accademico     sta Nikita Michalkov, sceneggiatore,
 Statale Mossovet      regista egli stesso, produttore, l’ar-
 DURATA: 2h30’
                       tista moscovita porta il capolavoro
 Prima assoluta
                       čecoviano al Festival dopo il succes-
                       so ottenuto nel 2013 con “La bisbe-
                       tica domata”. La relazione amorosa
 TITOLO                con “Djadja Vanja” per Konchalovsky
 Un Vania              cominciò nel 1971, quando ne curò
 DATA                  (per il cinema) regia e sceneggiatura.
 17, 18 giugno         Quel che vedremo a Napoli sarà un
 LUOGO                 “Vanja” ortodosso, curatissimo nei                 cioè sotto l’occhio dello spettatore.      diventava un buffone ubriaco che
 Galleria Toledo       particolari, orchestrale. È un collau-             Mentre sullo sfondo scorrevano im-         mostrava ad Elena immagini di de-
 REGIA                 dato congegno ritmico quello che il                magini del traffico moscovita, addet-      forestazione su un proiettore dotato
 Marcelo Savignone     regista moscovita punta a creare:                  ti ai lavori montavano e smontavano        d’un imbuto fallico che sbuffava va-
 PRODUZIONE            “Chi non conosce il ritmo, non cono-
 Belisarias
                                                                          la macchina teatrale, spazzavano,          pore; Sonya era una giovane donna
                       sce l’opera”, afferma.                                                   sistemavano gli      la cui passione per il dottore sfociava
 DURATA                    Per lui “Čechov fu in grado di ve-                                   attori in posi-      nell’isteria. Vedremo lo stesso anche
 1h20’
 Prima italiana
                       dere la vita come nessun altro nella        I suoi personaggi zione. Il regista               a Napoli? Probabilmente no. È lo
                       storia dell’arte teatrale. In scena la
                       gente pranza e prende il tè mentre          verso la rovina              diede, insomma,
                                                                                                modo di spiare
                                                                                                                     stesso Tuminas, infatti, a dichiarare:
                                                                                                                     “Una volta paragonai ‘Zio Vanya’ a
                       scivola verso la rovina”. Fin dai tem-
 TITOLO                pi dello VGIK (la scuola universitaria
                                                                   prendendo il tè il burattinaio dal                una canzone popolare che si sente
                                                                                                buco della ser-      il bisogno di riascoltare di tanto in
 Zio Vanya             statale di cinema), di lui ammirava la                                   ratura, di ficcare   tanto. Io a Čechov prima o poi torno
 DATA                  pietà verso i personaggi, il voler bene            il naso nel suo laboratorio creativo.      sempre. Ma per farlo, mi occorre un
 21, 22 giugno         alla gente così com’è, non come do-
 LUOGO
                                                                                Tuminas. Il regista lituano firma    motivo serio: l’incontro con un nuo-
                       vrebbe essere. “Čechov va recitato                 uno “Zio Vanya” (qui scritto con la        vo teatro e nuovi attori. Non ho mai
 Teatro Mercadante     a voce bassa - dichiara - non come
 REGIA                                                                    “y”) che si disinteressa quasi del         adattato un vecchio spettacolo. Pre-
                       Shakespeare. Il suo è un mondo di fi-                                    tutto delle meti-    ferisco ripartire da zero ogni volta”.
 Rimas Tuminas
 PRODUZIONE
                       listei che si cullano nell’illusione d’un   E Serebrijakov               colose didasca-            Dal 2007, anno in cui Tuminas
                       futuro che non vedranno mai e che                                        lie čechoviane. Il   ne è il direttore artistico, il teatro
 Yevgeny
 Vakhatangov           probabilmente non sarà comunque             diventa                      teatro di Tuminas    Vakhtangov di Mosca è divenuto tra
                       migliore del loro presente”.
 State Academic
                             L’ultima volta che Konchalovsky
                                                                   un fantoccio                 è una sorta di       i più prestigiosi di Russia. Anche il
 Theatre                                                                                        luminosa liturgia    lituano, come Konchalovsky, deve a
 DURATA: 3h            presentò in Italia il suo “Zio Vanja” fu                                 simbolista,     un   Čechov la vocazione registica. Il suo
 Prima italiana        nel 2009. Il suo spettacolo fu apprez-             misto di musica e mimo. Il critico del     primo “Vanya” risale, infatti, a più di
                       zato a Milano, Roma, Venezia e Reg-                “Guardian”, Noel Coward, ha definito       20 anni fa, quando lo rappresentò
                       gio Emilia. In quell’occasione i cambi             “dazzling” - scintillante - la sua mes-    con una compagnia studentesca di
                       di scena erano dichiarati, avvenivano              sinscena londinese del 2012: Astrov        Vilnius. Da allora il suo Čechov vi-
Un giornale e il suo festival - la città nobilissima - Suor Orsola Benincasa
ČechovČechovČechov
sionario, ricco di clownerie, ha fatto
il giro del mondo. Ma, alla fine, che                                                                                                        Tre sorelle
cosa rappresenta questo testo per
Tuminas? “Nei nostri tempi rozzi e
spietati abbiamo bisogno di un anti-                                                                                                       Cuori aggrappati
doto, la tenerezza, la fedeltà, l’amo-
re, la dignità di Zio Vanya”. E ancora:                                                                                                    all’illusione
                                                                                                                                           di un altro futuro

                                                                                                                                           A
“Con liui a Napoli vorrei mostrare la
morte della cultura che è esistita in
Russia per svariati secoli. Il segreto di
Čechov, alla fine, è quello del tempo                                                                                                         ttorno ai temi incantatori di “Zio
che passa. Tutte le sue storie hanno                                                                                                          Vanja” e “Tre sorelle” l’avventu-
a che fare con la vita che scorre via,                                                                                                        ra di Konchalovsky ruota da anni.
i suoi eroi sono persone condannate,                                                                                                                Al Napoli Teatro Festival Italia il
anche se non se ne rendono conto”.                                                                                                            regista russo porta due opere: una
       Savignone. Per il giovane ar-                                                                                                          stessa orchestra, dunque, suonerà
gentino la fedeltà al testo non è un                                                                                                          due sinfonie simili nel loro sviluppo.
assillo. Anzi, egli ritiene che quando                                                                                                                La prima andrà in scena il 12
un uomo di teatro si limita a riporta-                                                                                                        giugno; l’altra il 13 e il 14, sempre
re fedelmente ciò che è stato scritto                                                                                                         nello stesso luogo, il teatro Merca-
più di un secolo prima, non riesce                                                                                                            dante. “Anche ‘Tre sorelle’, come
poi nemmeno a coinvolgere emoti-                                                                                                              Zio Vania” - dice Konchalovsky - è
vamente. Ed è per questo che il suo                                                                                                           una storia che resta disperatamente
non pretende di essere “il” Vania,                                                                                                            aggrappata all’illusione del futuro”.
bensì “Un Vania” (e qui è scritto con                                                                                                               Tuttavia la Mosca agognata dai
la “i”). Anch’egli pensa, con i suoi                                                                                                          personaggi non sarà forse mai rag-
colleghi, che Čechov sia “uno degli                                                                                                                     giunta. Ma più che alla trama,
autori al quale si torna più volte, per-                                                                                                                ossequiosamente riprodotta,
ché ha sempre qualcosa di nuovo da                                                                                                                      il regista è interessato al flus-
offrire. Una delle sue virtù sta nell’es-                                                                                                               so emozionale, al ritmo della
sere attuale, facendoci riflettere sul                                                                                                                  regia, la cui melodia dovrà
nostro presente”. In particolare, “                                                                                                                     risultare percepibile anche
‘Zio Vanja’ è una delle sue opere più                                                                                                                   a chi ignori la grandezza di
provocatorie perché mette in eviden-                                                                                                                    Čechov. Secondo Koncha-
za le frustrazioni dell’essere umano,                                                                                                                   lovsky, il regista deve saper
causate dal fatto che egli non osa                                                                                                                      distinguere la giga dalla sara-
vivere la propria vita a causa delle                                                                                                                    banda, il “presto” dal “largo”.
aspettative troppo alte che si pone,                                                                                                                            Ogni battuta possiede
e del bisogno imperioso di gettare la                                                                                                                   dei tempi d’enunciazione più
colpa su chi, invece, osa realizzare i                                                                                                                  o meno consoni. Tutto sta
propri sogni.                                                                                                                                           nell’individuarli. Lo ha riba-
      Ma quali sono le caratteristiche                                                                                                                  dito anche in una recente in-
                                                                                                                                                        tervista concessa alla Bbc.
                                                                                                                                                              Interessante sarà, altresì,
        Un gabbiano                                                                                                                                     il commento musicale, affi-
                                                                                                                                                        dato a struggenti musicisti,

  Merolli: da “Amici”
                                                                                                                                                        come Aleksandr Skriabin e
                                                                                              della sua regia? “Il dramma è osser-            Sergej Rachmaninoff e Franz Schu-

  alla sfida dei classici
                                                                                              vato dall’ottica di Vania, giacché è lui

D
                                                                                                                                              bert. Detesta Mtv, il maestro russo,
                                                                                              che accetta la propria infelicità con-          che reputa essere una delle maggiori
                                                                                              vertita in frustrazioni. Ciò lo colloca in      responsabili dell’attuale degrado cul-
   di Roberta Cordisco                   e il lavoro è stato svolto con                       una dimensione di follia. Tuttavia egli         turale. Il teatro è processo, è vita, pe-
                                         passione e professionalità”.                         insiste a sognare per sfuggire dalla            renne ricerca la cui melodia può suo-
   ieci anni fa è stato allievo della    Il testo sarà fortemente ridot-                      propria codardia. Da qui vien fuori             nare differente ad ogni spettatore.
   scuola di “Amici” di Maria De         to rispetto all’originale e sulla                    l’elemento onirico, che permette di                   Il regista moscovita usa spesso
   Filippi nella categoria dei can-      scena prevarranno l’azione, la                       provare una nuova lettura dell’ope-             metafore e paragoni musicali. Senti-
   tanti. Adesso esordisce come          musica e la fisicità rispetto alle                   ra. Su questo piano ho sviluppato la            te, per esempio, che cosa risponde
   regista teatrale. Gianluca Me-        parti recitate.                                      storia, immaginando quel che acca-              quando gli si chiede perché Čechov
   rolli propone una rivisitazio-              “Čechov è l’autore del mio                     drebbe se Vania desse libero sfogo ai           e perché “Tre sorelle”: “Invidio il diret-
   ne del dramma di Čechov “Il           cuore, per me questo spet-                           desideri e si liberasse dai vincoli del         tore d’orchestra. Sa perché? Perché
   gabbiano”, in programma per           tacolo è una sfida e anche                           passato o del suo inesistente pre-              a nessuno verrà in mente di chieder-
   il Napoli Teatro Festival Italia il   un’importante opera d’ inizia-                       sente, responsabilizzandosi dinanzi             gli: scusi, mi spiega il motivo per cui
   19 e 20 giugno al teatro San-         zione, anche se                                      alle proprie decisioni. Nella storia tut-       ha deciso di dirigere la Quinta o la
   nazaro.                               faccio teatro da                                     ti i personaggi si afferrano al passa-          Nona sinfonia di Beethoven? La sua
          “Anche se non intendo          quando avevo TITOLO                                  to, a cose che non esistono. Perciò             risposta sarà semplice: ‘Ho deciso
   sconvolgere la trama - precisa        6 anni in com- Un gabbiano                           ho pensato a Serebriakov come a                 cosi’; oppure, ‘A me piace cosi’. In
   il giovane regista - sono co-         pagnie amato- DATA:                                  un fantoccio, per mettere in eviden-            poche parole io posso rispondere
   munque partito dal testo per          riali”, racconta 19, 20 giugno                       za fino a che punto siamo capaci di             alla domanda nella stessa maniera”.
   raccontare altro”. Il tema della      Merolli. “Inol- LUOGO                                afferrarci a ciò che è morto, fino a               Poi spiega: “Io non eseguo lo spet-
   morte e del suicidio è lo spun-       tre ho origini Teatro Sannazaro                      che punto non osiamo vivere. I per-             tacolo, come il direttore d’orchestra
   to da cui è nata l’idea di un         napoletane              e REGIA                      sonaggi di ‘Zio Vania’ fanno l’impos-           non dirige una sinfonia. Egli interpre-
   dramma corale che racconti            sono curioso di Gianluca Merolli                     sibile per evitare di evolversi e l’unico       ta il compositore; io, invece, eseguo
   sette diverse solitudini di per-      vedere che ri- INTERPRETI                            modo in cui riescono a sopravvivere             l’autore. Quando eseguo Shakespe-
   sonaggi–fantoccio, in realtà          scontro avrà a Gianluca Merolli,                     è quello di incolpare le circostanze            are - una sola tonalità, un colore,
   già morti. Merolli spiega anche       Napoli questa Francesca Golia,                       del proprio stallo esistenziale. Vania          un odore - mi trovo dentro un intero
   il motivo di intitolare l’allesti-    mia prima as- Anita Bartolucci,                      ha il coraggio di accettarlo, ha aneliti        universo. Quando eseguo Čechov e
   mento “Un gabbiano”: “L’uc-           soluta. Se avrò Pietro Biondi                        di cambiamento, mette in discussio-             Sofocle, eseguo l’autore con il suo
   cello non rappresentasolo la fi-      avuto          onestà COPRODUZIONE                   ne la realtà stabilita, e perciò si vede        unico mondo, il suo cosmo. Tutti i
   gura di Nina nella sua fragilità,     i n t e l l e t t u a l e Napoli Teatro Festival     anormale, ma come sempre accade,                grandi drammaturghi si differenziano
                                                                   Italia, Spettacolo         se non è complessivo, il cambiamen-             molto uno dall’altro, ma c’è qualcosa
   ma la fragilità di ogni uomo”.        nel raccontare
                                                                   Sas                        to non si produce”.                             che li unisce. Questo qualcosa, che
          Un gabbiano qualunque,         la storia, sono
                                                                   di Andrea Schiavo                E il cerchio si chiude, con Kon-
   dunque, per simboleggiare             certo che qual- DURATA: 2h15’                                                                        appartiene a tutti i maestri del tea-
   il dolore e il destino di morte       cosa arriverà al Prima assoluta                      chalovsky: “Le creature di Čechov               tro, è la voglia di capire il senso della
   interiore che segna tutti indi-       pubblico”.                                           non sono eroi, ma dei mediocri. Ora,            vita umana. Però… si può dire che
   stintamente. Ma anche un atto                                                              è facile voler bene agli eroi, più diffi-       è impossibile capirlo in uno stato di
   di umiltà da parte del regista:                                                            cile volerne agli altri. Čechov no. Lui         coscienza...”.
   “È il mio esordio, era doveroso                                                            amava proprio loro, cantandoli nel-                                                  d.d.c
   specificare che si tratta di ‘un’                                                          le sue opere, accompagnandoli per
   gabbiano”.                                                                                 mano verso la rovina, facendo bere
        Sarà proprio lui a rivestire i                                                        loro una tazza di tè”.                           TITOLO: Tre sorelle
   panni di Konstantin, innamora-                                                                                                              DATA: 13, 14 giugno
   to perdutamente di Nina, che                                                                                                                LUOGO: Teatro Mercadante
   avrà il volto di Francesca Go-                                                                                                              REGIA: Andrei Konchalovsky
   lia. L’attrice ha fatto parte del                                                                                                           PRODUZIONI: Teatro Accademico
                                                                                            Qui accanto, il regista Gianluca Merolli.          Statale Mossovet
   cast della “Grande bellezza”                                                                 In alto, “Zio Vanya” di Tuminas                DURATA: 3h
   di Sorrentino. “Sono fiero del                                                                e, nel riquadro, Konchalovsky                 Prima italiana
   mio cast - aggiunge Merolli -

                                                                                                                                                                                            5
Un giornale e il suo festival - la città nobilissima - Suor Orsola Benincasa
Il palco conquista la rete
            Dal 6 al 22 giugno Run Radio Festival
            esperimento di formazione sul campo
                  Come sarà la radio del secondo mil-                Tra gli ospiti - che interverranno in diretta
            lennio? “Non solo prodotto, ma anche e               - sono attesi il direttore Luca De Fusco, la
            soprattutto marketing, comunicazione,                coreografa Noa Wertheim, Gaia Aprea, pro-
            evoluzione del mezzo, nuovi linguaggi,               tagonista de “Il giardino dei ciliegi”, Manlio
            adeguamento ai tempi, nuove tecnologie               Santanelli, autore della pièce “Per oggi
            e nuovi formati”, risponde Carlo Mancini,            non si cade”, Stefania Maraucci, che cura
            già direttore artistico di realtà monstre del        con Patrizia Bologna “Caffè Nemirovsky”,
            panorama italiano come Dimensione Suono              Maurizio Braucci, coordinatore del progetto
            e Capital. Dal 6 al 22 giugno Mancini sarà           Arrevuoto, il regista Andrei Konchalovsky
            tra i coordinatori di Run Radio Festival, l’e-       che a Napoli presenta la sua versione di
            mittente web dedicata alla Settima edizione          “Zio Vanja” e Arturo Cirillo, protagonista di
            del Napoli Teatro Festival Italia.                   “Scende giù per Toledo”.
                  La radio ufficiale della manifestazione            La radio del palcoscenico avrà una pro-
            trasmetterà in diretta dagli studi dell’univer-      grammazione musicale basata sui classici
            sità Suor Orsola Benincasa (www.runradio.            della musica italiana e internazionale degli
            it) e dalla postazione collocata all’interno         ultimi 40 anni e ogni ora conterrà due ap-
            del teatro Mercadante.                               puntamenti musicali “speciali” dedicati alle
                Dal lunedì al venerdì, dalle 14 alle 18, an-     colonne sonore da film e ai temi dei grandi
            dranno in onda quattro ore di intrattenimen-         musical.
            to e informazione garantiti dagli allievi del            Sarà un banco di prova impegnativo per
            Master in Radiofonia dell’ateneo, coordinati         Andrea Vairo, Antonio Cristiano, Andrea At-
            da Mancini, Antonio D’Amore, Barbara Del-            tardi, Francesco Gallo, Grazia Gala, Maria
            la Salda e Alfredo d’Agnese.                         Scognamiglio, Mario Migliaccio, Marta Mi-
                Ogni giorno la programmazione conterrà           lone, Mario Pagano, Pasquale Viola, Miche-
            undici appuntamenti, divisi in rubriche, de-         le Romano, Saverio Tanzi e Valentina Cim-
            dicati alla storia, alle curiosità, agli appro-      mino che stanno concludendo un anno di
            fondimenti e al ruolo del festival a Napoli e        studio e di approfondimento sui temi della
            in Italia. Gli allievi del master intervisteranno    radiofonia.
            i protagonisti della rassegna.                       				                                          r.s.

                                                                                             clicca
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Un giornale e il suo festival - la città nobilissima - Suor Orsola Benincasa
chovČechovČechovČe

    U
                         di Lara De Luna

                         n filo rosso collega Napoli e la
                         Russia, terre distanti ma vicine
                         per cultura, filosofia e inattuali-
                         tà nell’affrontare la vita. Questo
                         vuole dimostrare “Il giardino dei
                         ciliegi” di Čechov, diretto da
                         Luca De Fusco, in programma
                         per il Napoli Teatro Festival Italia
                         l’8 e il 9 giugno al Mercadante.
                         In scena Gaia Aprea, Claudio Di
                         Palma nei ruoli principali. Una
                         scenografia sospesa tra cinema
                         e teatro, di un bianco baluginan-
                         te, servirà a raccontare la storia                                                                                                      Un bozzetto 3D
                         di Ljuba e del suo giardino, della                                                                                                       del “Giardino
                         nostalgia patologica e della per-                                                                                                          dei ciliegi”
                         dita.                                                                                                                                     di Laura Fo.
 TITOLO                          De Fusco, come mai di                                                                                                           Qui sotto, Luca
 Il giardino dei ciliegi Čechov ha scelto proprio “Il                                                                                                               De Fusco.
 DATA                    giardino dei ciliegi”?                                                                                                                     A sinistra,
 8,9 giugno                   “Perché secondo me è il suo                                                                                                         dall’alto, Gaia
 LUOGO                   capolavoro. È uno dei testi più                                                                                                         Aprea e Claudio
 Teatro Mercadante       belli che siano mai stati scritti.                                                                                                          Di Palma
 REGIA                   Ed è privo di difetti. Il tempo non
 Luca De Fusco           ne ha eroso la bellezza, cosa che

                                                                  Il giardino dei ciliegi
 INTERPRETI              invece si percepisce in opere im-

                                                                Quella Russia
 Gaia Aprea,
                         portanti come “Antonio e Cleo-
 Claudio Di Palma
                         patra”, dove a momenti altissimi
 COPRODUZIONE
 Napoli Teatro
                         se ne affiancano altri più bassi.
 Festival Italia,        Questo nel “ Giardino dei Ciliegi”

                                                                così napoletana
 Stabile di Napoli,      non accade. Per giunta, il testo
 Stabile di Verona       lascia emergere la napoletanità
 DURATA: 2h20’           che spesso si nasconde nei per-
 Prima assoluta          sonaggi di Čechov. Questa sto-
                         ria di gente sconclusionata, inat-
                         tiva e un po’ matta è russa ma
                         potrebbe essere napoletana”.
                               Ci sono altre affinità tra la
                         civiltà russa e quella napoleta-
                         na?
                                                                De Fusco, una nuova regia nel segno del cinema
                               “Ho incominciato a pensare
                         alle somiglianze tra le due cul-
                         ture l’anno scorso, durante una         Cantieri d’arte

                                                                 L
                         conversazione con Konchalov-
                         sky. E ho trovato nella sua let-
                         tura di Čechov un incentivo al
                                                                 nella città-teatro
                         mio interesse. Lui sostiene che           ’anno scorso il direttore del Fe-
                         entrambe le civiltà non sono mai          stival Luca De Fusco ebbe l’idea
                         arrivate al Novecento, ferman-            di sperimentare le cosiddette
                         dosi nel loro sviluppo a prima            residenze creative: alcuni spet-
                         della rivoluzione industriale, per        tacoli sarebbero nati a Napoli,
                         poi approdare direttamente al             consacrando la straordinaria
                         postmoderno. Questa analisi è             tradizione teatrale della città, che
                         alla base della mia versione del          Avignone ed Edimburgo, sedi
                         “Giardino dei ciliegi” e della cen-       delle più prestigiose rassegne di
                         tralità di Čechov in questa edi-          teatro d’Europa, non hanno.
                         zione del festival”.                      Così, titoli come “La bisbetica
                               L’incapacità di gestire Na-         domata”, “Antonio e Cleopa-
                         poli e quella di gestire la tenu-         tra” di Shakespeare, e “Circo          12 saranno spettri che interlo-             Come vanno letti musica
                         ta in cui Čechov ambienta la              equestre Sgueglia” di Viviani          quiscono tra loro e solo a volte      e danza nell’economia dello
                         pièce: un’altra affinità?                 nacquero qui, in città, a comin-       torneranno uomini. È in questo        spettacolo?
                               “Sì e qui penso all’incapaci-       ciare dai provini, fatti durante       dialogo tra spettralità e umanità           “Rispetto alle rappresenta-
                         tà della classe dirigente napole-         l’inverno per scegliere il cast. In    che si gioca lo spettacolo”.          zioni precedenti la musica qui ha
                         tana di farsi tale. Volendo usare         primavera, poi, registi e attori si          Lei ha detto che chiederà       un peso più lieve, ed è inserita
                         una metafora, potremmo dire               sono rivisti per circa un mese, di     agli attori una “recitazione più      rispettando in maniera letterale
                         che all’antica borghesia, appas-          nuovo a Napoli, per allestire la       morbida”.                             le didascalie di Čechov. C’è mu-
                         sionata di civiltà e cultura, è so-       messinscena. Il successo dell’e-             “Negli spettacoli precedenti    sica solo quando il testo origina-
                         pravvenuta una classe dirigente           sperimento, non nuovo ovvia-           la recitazione era essenzialmen-      le lo prevede. Allo stesso modo
                         che aveva i soldi per comprare            mente nell’ambiente del teatro,        te dichiarativa. I monologhi di       ci siamo mossi per la danza. Nel
                         il giardino, ma non la cultura per        ha indotto De Fusco a ripeterlo        ‘Antonio e Cleopatra’, accom-         terzo atto la famiglia dà un ballo,
                         gestirlo. Io non parlo mai di so-         anche in questa settima edizione       pagnati dalla musica di Ran           in attesa di conoscere il destino
                         ciologia e politica nei miei spet-        della rassegna.                        Bagno, sembravano quasi me-           del giardino. E danzano lette-
                         tacoli, perché ritengo che il teatro      Così, anche quest’anno tre titoli      lologhi. Per ‘recitazione morbi-      ralmente sulla prua del Titanic.
                         debba essere eterno e astratto,           stanno nascendo qui a Napoli in        da’ intendo quella più vicina al      D’accordo con la coreografa
                                           ma se qualcuno          altrettanti cantieri d’arte.           naturalismo: sinuosa, sensuale,       Noa Wertheim mi sono allonta-
Il regista: dodici                         volesse vedere          Si tratta di “Finale di partita”,      lieve”.                               nato dal tradizionale valzer. Ab-
                                           in Lopachin la          capolavoro di Beckett diretto                Quali sono gli elementi ci-     biamo immaginato una danza
personaggi e spettri                       camorra che si          dal catalano Lluis Pasqual, con        nematografici presenti nello          che facesse emergere l’inattua-
                                           è impossessata          Lello Arena e Angela Pagano; “Il       spettacolo e perché, dopo due         lità dei personaggi rispetto alla
immersi nel bianco                         dei negozi della        giardino dei ciliegi”, altro capola-   regie con una predominanza            vita e al loro presente”.
                                           Napoli bene, non        voro, stavolta di Čechov, diretto      del nero, questa volta ha scel-            Come vorrebbe che il pub-
                                           sbaglierebbe”.          da Luca De Fusco; e “Il sindaco        to il bianco?                         blico reagisse alla visione di
                                Cosa caratterizza allora il        del rione Sanità” di Eduardo De              “Non volevo rischiare di ri-    quest’opera?
                         suo allestimento, cosa vedre-             Filippo, con la regia di Marco         petermi, pur volendo continuare            “Čechov scrisse ‘Il giardino
                         mo in scena?                              Sciaccaluga ed Eros Pagni nel          a lavorare sul limite che divide il   dei ciliegi’ convinto di portare
                                 “Sarà uno spettacolo che          ruolo del protagonista Antonio         teatro dal cinema. Da qui il bian-    in scena una commedia. Però
                         ha alcuni elementi in comune              Barracano.                             co. Il cinema entra nello spet-       rimase malissimo alla prima,
                         con quelli precedenti: sognato,                                                  tacolo all’inizio del quarto atto,    quando vide che in sala la gente
                         simbolico, ma più realista dell’                                                 con un colpo di scena che inter-      piangeva. Nella mia regia sono
                         ‘Antigone’ e dello Shakespeare                                                   rompe una linea di rappresenta-       equamente presenti elementi
                         messo in scena l’anno scorso.                                                    zione tradizionale, teatralmente      comici e tragici. Vorrei poter ve-
                         Centrali saranno i personaggi                                                    parlando. Cinematografico è           dere nella stessa platea qualcu-
                         e la loro inattualità, il loro esse-                                             però anche il sottrarsi degli atto-   no che piange e qualcuno che
                         re fantasmi. Credo che tutti e                                                   ri allo spettatore”.                  ride”.

                                                                                                                                                                                  7
Un giornale e il suo festival - la città nobilissima - Suor Orsola Benincasa
EDUARDOEINAPOLETANI
         Per oggi non si cade

    Napoli senza gravità
    e la “munnezza” vola

        C
    Cuffie e audio-guide al pubblico per un paradossale Santanelli
                         di Francesco Ungaro

                       om’è nato questo spettacolo?
                       “Camminavo per le strade del cen-
                       tro storico di Napoli, quando c’è
                       mancato poco che mi arrivasse
                       addosso un sacchetto della spaz-
                       zatura, lanciato da un balcone e
                       indirizzato verso il cumulo di rifiuti
                       all’angolo del vicolo. È così che mi
                       è venuta l’idea”.
                              Manlio Santanelli, esponente
                       di spicco del teatro napoletano e
 TITOLO                italiano, autore di titoli importanti
 Per oggi non si       come “Uscita d’emergenza” e “Re-
 cade
                       gina Madre”, racconta la genesi di                                                                                                                     Una scena
 DATA
                       “Per oggi non si cade”, in scena                                                                                                                      di “Per oggi
 7, 9, 10, 11, 12, 13,
                       per il Napoli Teatro Festival Italia tra                                                                                                              non si cade”
 14 giugno
 LUOGO                 il 7 e il 14 giugno all’Accademia di                                                                                                                   nel Palazzo
 Accademia             Belle Arti con la regia di Fabio Co-                                                                                                                 dello Spagnolo
 di Belle Arti         cifoglia. Lo spettacolo, che incarna                                                                                                                   alla Sanità.
 REGIA                 perfettamente la vena fantastica e                                                                                                                     A sinistra,
 Fabio Cocifoglia      ironica dell’autore, racconta una                                                                                                                         Manlio
 INTERPRETI            folle giornata a Napoli, dove per 24                                                                                                                   Santanelli.
 Isa Danieli, Nello    ore, nostro Signore Iddio accoglie                                                                                                                    Nella pagina
 Mascia, Antonella     le preghiere di un povero impiega-                                                                                                                      accanto,
 Morea, Mario          to del catasto, vittima dello stesso                                                                                                                 Enzo Moscato
 Porfito, Nunzia       incidente occorso a Santanelli, e
 Schiano,              sospende la forza di gravità. Sì, pro-
  Lello Serao,         prio quella di Newton. “Napoli ne            Io metto a disposizione la mia                                                    lontà di offrire proposte diverse e di
 Rosario Sparno        ha viste tante di giornate strane, ne        esperienza, loro le idee, spesso                                                  prendere le distanze dalle rassegne
 COPRODUZIONE          vedrà una in più”, puntualizza sorri-        innovative; in questo modo riu-                                                   tradizionali”.
 Napoli Teatro         dendo il commediografo.                      sciamo a dare vita a una creatività                                        solo        Quanto al teatro napoletano, “ha
 Festival Italia, Soc.
                              Tutto è leggero, tutto fluttua        che può diventare stuzzicante e pa-     con se stesso. Ciascuno, insomma,         sempre una sua vivacità che, però,
 Coop. Le Nuvole
                       nell’aria, dunque, monnezza com-             radossale”.                             dovrà fare la propria parte sia per       spesso va a cozzare contro una
 DURATA: 1h
                       presa. Così, un operaio cade da una               Con questo suo nuovo copio-        vedere lo spettacolo, sia per supe-       sorta di barriera doganale. È come
 Prima assoluta
                       impalcatura, ma finisce per fluttuare        ne, che sarà tra breve pubblicato       rare il problema della spazzatura”…       se in qualche modo la città fagoci-
                       in aria; la stessa sorte capita a una        dalla Giammarino Editore, Santa-        anche chi ancora attenta alla vita        tasse se stessa, invece di aprire il
                       moglie fedifraga, sorpresa dal mari-         nelli vuole denunciare la pessima       dei commediografi lanciando sac-          proprio orizzonte, di guardare a quel
                       to, che tenta invano di gettarla dal         educazione civica dei suoi concit-      chetti dai balconi.                       che accade in Europa e anche oltre;
                       balcone; mentre una insegnante               tadini e mettere ciascun napoletano            “Dal Napoli Teatro Festival -      invece di fare incontrare la propria
                       prova con scarsi risultati a mettersi        di fronte alle proprie responsabilità   conclude l’autore - mi aspetto che        tradizione con l’esperienza degli al-
                       qualche goccia di collirio. Non man-         con le armi della provocazione e del    mantenga le promesse e le premes-         tri Paesi. Ho la sensazione che Na-
                       ca un killer della camorra che spa-          paradosso: “Con la cuffia e l’audio-    se della vigilia. Se ha ospitato il mio   poli perda il contatto con il mondo,
                       ra alla sua vittima, ma il proiettile si     guida ogni spettatore dovrà essere      spettacolo, vuol dire che ha la vo-       e non solo nel teatro”.
                       perde nel vuoto svolazzando.
                            Per dare vita a questa dimensio-
                       ne onirica e apocalittica, Cocifoglia
                       e Santanelli hanno immaginato uno
                       spettacolo “site specific”, ambien-
                                                                           Il giorno in cui ci siamo incontrati e non ci siamo riconosciuti

                                                                                              V
                       tandolo nell’Accademia di Belle Arti
                       e immaginandolo come la visita in              Con Sollazzo in scena l’opera del silenzio
                       un museo dove gli spettatori, dota-
                                                                                                di Daniele Gargagliano                        sono stato testimone come lettore e
                       ti di cuffie e di audio-guide, segui-                                                                                  spettatore: la nostalgia verso qualcosa
                       ranno la storia solo dalla voce degli                                                                                  che sta sparendo”. Da tempo Sollaz-
                                                                                                a in scena il silenzio. In uno spazio
                       attori (tra gli altri, Isa Danieli e Nello                                                                             zo, che da anni si divide tra Napoli e
                                                                                                neutro, sospeso nel tempo, 30 attori
                       Mascia), che non compariranno in                                                                                       Parigi, con la sua Associazione Jules
                                                                                                di diverse nazionalità si muoveranno
                       scena, e guarderanno contempora-                                                                                       Renard, lavora adottando un linguaggio
                                                                                                senza parlare. Giuseppe Sollazzo,
                       neamente video e installazioni d’ar-                                                                                   non verbale, che ripropone anche in
                                                                                                regista di “Il giorno in cui ci siamo
                       tista. Spiega il regista: “‘Per oggi                                                                                   quest’ultimo lavoro con riferimenti che
                                                                                                incontrati e non ci siamo riconosciuti”,
                       non si cade’ è un percorso polifoni-                                                                                   vanno da un maestro del mimo come
                                                                                                assicura che il suo “è uno spettacolo
                       co. Ogni spettatore potrà scegliere              TITOLO                                                                Jacques Tatì ad “Atto senza parole” di
                                                                                                per un pubblico che non cerca storie
                                un capitolo d’ascolto in base           Il giorno in cui
 L’autore: tento                all’ambiente in cui entra, fa-          ci siamo incontrati
                                                                                                ma sentimenti”; un catalogo di emozio-        Beckett. Sul palcoscenico si alterne-
                                                                                                ni e di stati d’animo che lo spettatore è     ranno attori e mimi francesi, napoletani,
                                cendo egli stesso un mon-               e non ci siamo
 di risvegliare                 taggio tra storia, proiezioni,          riconosciuti            chiamato a completare.                        brasiliani, polacchi e cambogiani, un
                                                                        DATA                    Il titolo è una metafora che indica la        gruppo etnico eterogeneo, come se
                                immagini e sculture”.
 il senso civico                     Le installazioni sono sta-         15, 16 giugno           necessità di lasciare nelle relazioni         ci si trovasse in una piazza. Alcuni
                                                                        LUOGO                   umane qualcosa d’incompiuto, incom-           degli interpreti provengono dalla École
                                te elaborate dalle cattedre di                                                                                Internationale de Mime di Parigi: “Ho
                                                                        Teatro                  pleto, un’opera aperta senza prologo
                       scenografia e fotografia dell’Acca-                                                                                    scelto gli interpreti sulla base della loro
                                                                        San Ferdinando          ed epilogo. La pièce, che propone un
                       demia di Belle Arti. “Abbiamo dato                                                                                     voglia di vivere quest’avventura”, assi-
                                                                        REGIA                   cortocircuito tra attori professionisti e
                       spazio agli studenti, - spiega San-                                                                                    cura il regista. Sul palco ci sarà anche
                                                                        Giuseppe Sollazzo       no, andrà in scena il 15 e 16 giugno
                       tanelli - entusiasti di partecipare a            PRODUZIONE                                                            Jean-Luis Cortina, “un attore con un
                                                                                                al San Ferdinando per il Napoli Teatro
                       questa messa in scena e di speri-                Napoli Teatro                                                         volto straordinario - racconta Sollazzo
                                                                                                Festival Italia. Al centro del palcosce-
                       mentare che cosa vuol dire lavorare              Festival Italia,                                                      - e l’aspetto di un generale in pensio-
                                                                                                nico c’è un regista in vena di bilanci:
                       al di fuori della didattica e in un vero         Associazione                                                          ne”, che ha lavorato con i maestri del
                                                                                                “Ogni gesto creativo - spiega Sollazzo
                       ambito professionale. Io sento l’e-              Jules Renard                                                          teatro francese come Antoine Vitez,
                                                                                                - è un diario contraffatto, ogni biografia
                       sigenza di lavorare con i giovani. Il            DURATA: 1h                                                            amministratore generale della Comédie
                                                                                                un racconto immaginario. E io narro
                       rapporto con le nuove generazioni,               Prima assoluta                                                        Française.
                                                                                                sul palcoscernico le esperienze di cui
                       negli ultimi anni, è cambiato molto.
Un giornale e il suo festival - la città nobilissima - Suor Orsola Benincasa
IEDUARDOEINAPOLETAN                                                                                                                     Mettersi nei panni
                       Istruzioni per minuta servitù                                                                                    degli altri

              Lotta di potere
                                                                                                                                      Nel dormitorio
                                                                                                                                      pubblico

                       J
                                                                                                                                      E
                                                                                                                                      si alza il sipario
              Moscato e un antichissimo rapporto di classe
                                                                                                                                        cco il suo manifesto poetico: “Sono
                                                                                                                                        necessità estetiche ed espressive a
                                                                                                                                        condurmi in un luogo piuttosto che
                                      di Lisa D’Ignazio                               che un possedere il linguaggio. Uso una           in un altro. E poi mi lascio affascinare
                                                                                      lingua che ha come base il sostrato na-           dalla vita più che da una consu-
                                      onathan Swift nel suo trattatello sati-         poletano unito a idiomi spesso stranieri.         mata letteratura teatrale”. Il regista
                                      rico “Istruzioni alla servitù” scriveva:        Non so neanche perché, a un tratto, dico          napoletano Davide Iodice il 12, 13,
                                      “Non accorrere mai finché non sei sta-          una frase in ebraico e una in napoletano.         14 e 15 giugno porterà al Napoli
                                      to chiamato tre o quattro volte, perché         Tuttavia, dopo il rapimento irrazionale           Teatro Festival Italia “Mettersi nei
                                      solo i cani accorrono al primo fischio”.        subentra la comprensione del linguag-             panni degli altri”. La scrittura scenica
                                      Da questo manuale parte lo spettacolo           gio. Perciò i servi, ascoltando le dog-           affonda le proprie radici nella terza
                                      “Istruzioni per minuta servitù”, di Enzo        maticità linguistiche e le false culture dei      opera di misericordia della tradizione
                                      Moscato, illustre drammaturgo napoleta-         signori, le apprendono e le deformano.            cristiana, “vestire gli ignudi”, e nella
                                      no. L’opera, finalista al Premio Riccione,      I servi sono più intelligenti dei padroni”.       sua trasposizione su tela da parte
                                      arriverà al Nuovo il 19 e 20 giugno per il          Come sarà la scenografia?                     di Caravaggio nelle “Sette Opere di
                                      Napoli Teatro Festival Italia.                      “Di solito, uso i luoghi teatrali nudi e      Misericordia”.
              TITOLO                        Moscato, a parte Swift, quali altri                                                         Primo movimento di un progetto più
              Istruzioni per          autori ha usato?                                                                                  ampio - “Che senso ha se solo tu ti
              minuta servitù                “Lo svedese August Strindberg con                                                           salvi” - la pièce nasce da laboratori
              DATA                    ‘La signorina Julie’, il francese Jean Ge-                                                        realizzati da Iodice nei luoghi del
              19, 20 giugno           net con ‘Le serve’. Ad essi si affiancano i                                                       disagio. C’è un filo rosso che acco-
              LUOGO                   napoletani Eduardo Scarpetta e Mastria-                                                           muna i suoi lavori: ogni opera deve
              Teatro Nuovo            ni. Il rapporto con questi autori, tradotto                                                       essere rappresentata là dov’è stata
              REGIA                   in lingua napoletana, diventa per lo spet-                                                        prodotta. Così, il pubblico assisterà
              Enzo Moscato            tatore anche una occasione educativa”.                                                            a uno spettacolo itinerante, in cui
              COPRODUZIONE                 Che cosa significa il sottotitolo: “Il                                                       gli attori non si muoveranno su un
              Napoli Teatro           mondo come in-volontà e ir-rappre-                                                                palcoscenico, ma negli ambienti del
              Festival Italia,        sentazione”?                                                                                      Centro di prima accoglienza, e cioè
              Compagnia                                                                                                                 l’ex Dormitorio pubblico di Napoli:
                                           “Ho stravolto ‘Il mondo come volontà
              Enzo Moscato                                                                                                              la mensa, la lavanderia, la stireria,
                                      e rappresentazione’ di Schopenahauer.
              DURATA: 1h40’                                                                                                             le varie stanze. E a recitare non
                                      Ciò che arriverà in scena è una deforma-
              Prima assoluta                                                                                                            saranno solo attori professionisti, ma
                                      zione della relazione che sia i signori sia i
                                      servi hanno con la realtà. Rispetto ai toni                                                       anche gli ospiti stessi dell’ex Dormi-
                                      epici e tragici di ‘Napoli 43’, il mio ultimo                                                     torio e alcuni redattori della rivista
                                      lavoro, questo è uno spettacolo percor-                                                           Scarp De Tenis.
             Maggiordomi                                                                                                                Iodice fa un uso del tutto inedito
                                      so da leggerezza, briosità, brillantezza”.
                                                                                                                                        del teatro, per tradurre sulla scena
             nel cinema                     Come si declina oggi questo rap-
                                                                                                                                        il dramma dell’identità perduta e
             Dall’alto: Erich         porto? Si può parlare nel 2014 di “lotta
                                                                                                                                        ritrovata: “La scelta di affiancare
             von Stroheim             di classe”?                                     crudi per farli abitare solo dalla parola e
                                                                                                                                        specialisti della scena con specialisti
             in “Viale                     “Il presente non mi interessa, non mi      dai corpi degli attori, che per me sono
                                                                                                                                        dell’esistenza non è nuova. L’ho
             del tramonto”;           affascina. Ecco perché traggo ispirazio-        già scenografia”.
                                                                                                                                        sempre fatto non solo nei luoghi del
             Edgar                    ne dai classici e non dai contemporanei.             Quanta Napoli c’è nel suo spetta-
                                                                                                                                        disagio e con artisti di provenienza
             in “Gli aristogatti”;    Il rapporto servo-padrone si colloca in         colo?
                                                                                                                                        non teatrale, ma mischiando generi
             Delbert Grady            una dimensione storica che sembrereb-              “Ho preso tanti autori non napoletani,
                                                                                                                                        come l’arte visiva, il teatro e il circo”.
             in “Shining”; Alec       be trascorsa, ma non è così. Oggi il rap-       ma li ho tutti tracimati e messi nell’aci-
                                                                                                                                        Nessun altro meglio delle persone
             Guinness in “Invito      porto tra essere dominante e essere sot-        do della lingua partenopea. I signori si          che vivono nell’ex Dormitorio avreb-
             a cena con delitto”;     toposto c’è ancora. Quella di ‘Istruzioni       esprimono più in italiano che in napole-          be potuto indossare i panni degli al-
             John Gielgud             per minuta servitù’ è una situazione non        tano, ma a volte anche loro lo parlano. Il        tri. In scena ci saranno persone che
             in “Arturo”;             collocabile storicamente, ma certamente         servo, invece, deforma l’italiano sempre          non hanno più un lavoro, una casa,
             Michael Caine            più antica che presente, se non altro per       per sberleffo, lo ripete stravolto per ferire     un armadio e nemmeno i loro abiti:
              in “Batman Begins”      le scelte linguistiche fatte”.                  e acquistare potere. Come dice Hegel, il          “Indossando così spesso i panni
             e Forest Whitaker             Quale lingua usa?                          servo a contatto con il padrone a furia di        degli altri, ottenuti grazie alla bene-
             in “The Butler”              “Più che altro sono usato dalle lingue.     servirlo diventa non solo più intelligente        ficienza - spiega Iodice - è come se
                                      La mia è più una possessione linguistica        e scaltro, ma anche più potente”.                 avessero perduto la propria identità”.
                                                                                                                                        E “mettersi nei panni degli altri” è
                                                                                                                                        anche ciò che chiede lo spettaco-
     Vietato ballare / Interdit de danser                                                                                               lo agli spettatori: guardare più da
                                                                                                                                        vicino questa realtà. Iodice, perché

                   U
 Siniscalchi: la libertà? È come un musical
                                                                                                                                        portare il teatro in un dormitorio?
                                                                                                                                        “Ci penso da tempo. La matrice del
                                                                                                                                        mio modo di intendere l’arte è quella
                          di Lucia Francesca Trisolini                        Eppure, lavorando sul ballo, la libertà                   caravaggesca. I luoghi di Caravag-
                                                                          e la disinibizione, è emersa, tra noi attori,                 gio sono quelli che per vocazione
                          na vecchia casa a ballatoio di Torino.          quella totale assenza di giudizio che ci                      e appartenenza egli frequenta. E
                          Un’unica regola condominiale: vietato           ha portato a sintonizzarci l’un l’altro”.                     sono gli stessi che frequento io per il
                          ballare. Ma è dalla proibizione che nasco-      Danza e narrazione rendono “Vietato                           medesimo principio di appartenen-
                          no il bisogno di rottura e la necessità di      ballare” una sorta di musical, un lavoro                      za a una realtà di vita scarsamente
                          chiedersi se oggi siamo o meno capaci           multidisciplinare, che attribuisce al ballo                   illuminata”.
                          di danzare per liberarci dagli schemi e         il valore di un esorcismo, “quasi fosse un                    L’attenzione del regista alle situazioni
 TITOLO                   dalle ingiustizie della società. Il desiderio   rituale sciamanico capace di riconnettere                     più disagiate è inscritta nel suo dna
 Vietato ballare          di abbattere quelle “gabbie mentali che         l’uomo con l’energia primaria”. La prota-                     professionale: “Sono nato come
 DATA                     impediscono all’uomo di essere realmen-         gonista non avrà la possibilità di “ballare”                  operatore sociale; - spiega - nel
 17, 18 giugno            te felice” diventa, così, il motore dello       fin dall’inizio perché chiusa in un’aula di                   momento in cui è arrivato il teatro ho
 LUOGO                    spettacolo scritto e diretto da Alessia         tribunale in cui aspetta di essere giudica-                   abbandonato quella strada, restando
 Pietrarsa                Siniscalchi, che sarà presentato il 17 e 18     ta dall’uomo che ama. Cerca di uscirne                        però sempre in prossimità con gli
 Sala Cinema              giugno, per il Napoli Teatro Festival Italia,   attraverso l’uso del corpo e del canto,                       ultimi”. Calarsi nella verità della vita è
 REGIA                    nella Sala cinema del Museo ferroviario         ostacolata da chi, diversamente da lei,                       per il regista napoletano “l’unica via
 Alessia Siniscalchi      di Pietrarsa. Il lavoro corale e bilingue co-   ‘balla’ la vita attraverso la repressione                     per accedere alla finzione del teatro”.
 INTERPRETI               niuga il professionismo di attori francesi      dell’altro. Temi come la giustizia, il rap-
 Kulturscio’k             e italiani con quello di musicisti, grafici e   porto tra verità e menzogna, la difficoltà                    TITOLO: Mettersi nei panni degli altri
 COPRODUZIONE             fotografi. “È un progetto totalmente folle,     di interpretare i personaggi ricorrono                        DATA: 12, 13, 14, 15 giugno
 Napoli Teatro            mosso da una continua ansia di speri-           nello spettacolo e si legano alla profes-                     LUOGO: Centro di prima accoglienza
 Festival Italia,         mentare”, spiega la Siniscalchi. Ed Evita       sione della Siniscalchi, figlia del noto
 Kulturscio’k                                                                                                                           REGIA: Davide Iodice
                          Ciri, attrice e aiuto-regista: “Abbiamo         penalista Vincenzo, avvocato lei stessa,
 Italia/Francia                                                                                                                         COPRODUZIONE: Napoli Teatro Festival
                          lavorato con attori che provengono da           e regista chiamata, con questo testo, alla
 DURATA: 1h15’ +                                                                                                                        Italia, Stabile di Napoli, Interno 5
                          Paesi ed esperienze teatrali differenti, e      sua prima prova di scrittura per il teatro.
 30 m Dj set                                                                                                                            DURATA: 1h
                          non è stato facile trovare un linguaggio        “Cercheremo di far ballare tutti, non con-
 Prima assoluta
                          espressivo comune.                              ta come. L’importante è farlo.”                               Prima assoluta

                                                                                                                                                                                     9
Un giornale e il suo festival - la città nobilissima - Suor Orsola Benincasa
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