Un giornale e il suo festival - la città nobilissima - Suor Orsola Benincasa
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30 maggio 2014 anno XIV n. 8 Periodico a cura della Scuola di giornalismo diretta da Paolo Mieli nell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli www.inchiostronline.it Un giornale la città nobilissima L e il suo festival di Luciano Giannini a serie tv “Gomorra”, in onda su Sky, è stata già venduta in 50 Paesi del mondo. Ecco la città che fa notizia – la Napoli sporchissima - 6 - 22 giugno una realtà, e un luogo comune, che perpetrano una condanna, forse un destino. C’è, però, un’altra città - la Napoli nobilissima - che resiste contro la stessa barbarie che l’alter ego genera. Il Napoli Teatro Festival Italia ne è un esempio: un cartellone di 30 spettacoli, registi e attori da mezzo mondo, sperimentazioni, sfide, ricchezza di idiomi, di stili, di linguaggi; la più grande rassegna teatrale in Italia. Il suo programma, titolo per titolo, giorno per giorno, è illustrato in questo numero monografico di “Inchiostro”, il quindicinale della Scuola di giornalismo del Suor Orsola Benincasa. Per il secondo anno questa Università, che ringrazio, mi ha affidato il compito di dirigerlo. Assieme agli studenti ho ordinato gli spetta- coli in sezioni: la danza, i focus su Ĉechov e sull’infanzia, Eduardo e gli altri napoletani, i classici del Novecento, la drammaturgia con- temporanea. Ce lo ha imposto la varietà delle proposte, che sempre hanno bisogno di essere interpretate da una intelligenza. Ogni giornale ha il dovere di farlo. E di comunicare ai lettori, con onestà e chiarezza, le proprie scelte. Per distinguersi e rivendicare una identità. Come un giornale, anche la città nobilis- sima fa scelte e definisce una identità, che è, soprattutto, quella della cultura e, dunque, della resistenza contro la città sporchissima e le sue armi: calibro nove, violenza, sopruso, corruzione, malaffare, disprezzo. In questa guerra non bisogna chiedersi chi vincerà. La risposta sembra darcela il mondo intero: Gomorra, strillata nelle strade e in tv. Bisogna solo continuare a combattere. Cioè a fare cul- tura (quella vera). Con cervello, integrità e un po’ di sana follia. Perché, come scrisse Luigi Settembrini, “in tutte le cose grandi ci vogliono l’ardire e il senno; ma al cominciare ci vogliono sempre i pazzi”.
anzadanzadanzadanz Dalla noia I alla festa di Luca De Fusco* l teatro rischia di diventare sempre più una passione per anziani. Da qui al 2020 pare ci siano poche car- te su cui giocare in Campania per coinvolgere i giovani. Una è il Na- poli Teatro Festival. Ci carichiamo volentieri di questa responsabilità, consapevoli che la rassegna offra una potenzialità spesso assente nei cartelloni invernali: la novità. Il programma del Festival smentisce, insomma, chi, soprattutto tra le nuove generazioni, confina la prosa tra le cose scontate e obsolete. Avete mai visto una danza sensuale e raffinata come quella di Vertigo? O quella più sanguigna di Emio Gre- Il ballo dell’Infinito co? Il segreto del Festival è sempre Reshimo U quello degli accostamenti arditi e sperimentali. Che sapore verrà fuori mescolando la verve comica di Lello Arena, la sapienza sanguigna di Lluis Pasqual e Beckett? Nessu- no può dirlo con certezza: si rischia, si sperimenta. Avete mai visto un “Giardino dei ciliegi” di Cechov ambientato nel biancore mediterra- di Paola Marano L’inaugurazione con Vertigo neo, con le esotiche movenze e le n’idea cabalistica che esprime del processo creativo grazie alla petenza. Insieme, confrontando- musiche di Vertigo Dance Com- la potenza dell’energia, “quella loro personalità, alla cultura e alle ci, abbiamo scelto il violoncello pany? Potrete farlo al Festival, ma linea sottile che rimane quando qualità fisiche. L’otto non è scel- come strumento di primo piano anche ascoltare (con i sottotitoli) le le luci si spengono e tutto è buio, to a caso. Tra i tratti stilistici dello delle musiche per la sua somi- parole del grande scrittore pronun- l’impronta di un ricordo che illu- spettacolo, il numero ricorre per glianza con la voce umana. Il dia- ciate nella sua lingua originale dalla mina la strada del futuro”. Noa simboleggiare l’Infinito e la proie- logo continuo tra movimento e straordinaria scuola d’attore russa. Wertheim spiega così il significa- zione verso il futuro, contrappo- suono ha portato alla creazione Quante altre volte può capitarvi to di ”Reshimo”, lo spettacolo di nendosi all’altro motivo ricorrente di un’intera coreografia basata nella vita? Invece di presentare il danza che il 6 giugno inaugure- della coreografia, che trova nella sulla musica e non viceversa”. “solito Eduardo” (sempre grande, rà la settima edizione del Napoli teatralità dei gesti quotidiani il Segno identificativo di “Reshi- intendiamoci), proviamo a mesco- Teatro Festival Italia. Per il terzo senso di un’esperienza ancora- mo” è la contrapposizione tra lare lo stile di un teatro d’arte del anno consecutivo la coreografa ta al passato. Anche i costumi movimenti infiniti e astratti, e pas- Nord, quello di Genova, con il suo TITOLO israeliana e la sua Vertigo Dance indossati dai ballerini mettono in si definiti, - insiste la Wertheim - attore e il suo regista di punta, in un Reshimo Company tornano nella città che evidenza il legame con episodi di “per rintracciare l’esistenza pri- capolavoro quale “Il sindaco del ri- DATA ha consacrato il loro successo vita reale. mordiale nascosta ed evocare la one Sanità”. E non immagino niente 6, 7 giugno internazionale per presentare in La cifra realistica è rafforzata passione verso tutto ciò che è di più insolito della regia che Her- LUOGO da un gioco di luci che racchiude contenuto nel tempo e nello spa- prima assoluta il nuovo spetta- manis ha tratto dal mito di Kaspar Arena di Pietrarsa l’essenza della performance. Le zio”. E ancora: “Stiamo aspet- colo al Museo ferroviario di Pie- Hauser: una scenografia a misura COREOGRAFIA musiche, ancora una volta, sono tando con impazienza il debutto trarsa. di fanciullo, con una folla di bambini Noa Wertheim firmate da Ran Bagno, storico a Pietrarsa, con il mare e le luci PRODUZIONE Il “Reshimo” è uno dei più im- truccati da vecchi che parlano con portanti concetti della Kabbalah. compositore della compagnia. di Napoli sullo sfondo. Apprezzo un gigante, che è in realtà l’unico Vertigo Dance “Ran - afferma la Wertheim - ha l’idea che ha portato a scegliere Company Secondo le scritture, nelle fasi bambino in scena. iniziali della Creazione, Dio con- accompagnato il nostro lavoro questa location e credo che esal- DURATA: 1h L’originalità del Festival sta anche trasse la Luce Infinita, scavando con profonda sensibilità e com- terà le emozioni di tutti”. Prima assoluta nella sua internazionalità. Pote- in essa un proto-spazio vuoto vate immaginare che gli spagnoli che sarebbe servito come grem- rileggessero Pinocchio in un clima bo della nascita dell’Universo. da circo? O che degli argentini La presenza di Dio, però, non è facessero di “Zio Vanja” una storia mai completamente rimovibile. quasi punk? O che si potessero In quello spazio era rimasto un rivisitare a teatro le comiche di “Reshimo”, ovvero un “residuo Buster Keaton? Ma l’originalità non della luce di Dio”. è prerogativa straniera. I napoletani sono capaci di un teatro poetico e La Wertheim: Il filo rosso della kabbalah e dei suoi in- azzardato, come fanno Moscato e Iodice; o di riscoprire un Eduardo un’opera ispirata segnamenti esoterici accomuna le produ- minore, come fa Saponaro. Poi ci sono i luoghi: i teatri classici, ma alla Kabbalah zioni più recenti della compagnia, ispirazioni anche l’ex Dormitorio pubblico, che la coreografa de- o il Museo di Pietrarsa, dove si scrive come “la scintilla interiore vedranno anche due, tre spettacoli e l’essenza dello spirito umano al giorno, come in una multisala. E per raggiungere, attraversare e allora il teatro diventa una festa, la collegare mondi diversi”. porta d’ingresso ideale per chi vi si Qui sopra, “Mana”. TITOLO: Mana Su questa scia la produzio- DATA: 8, 9 giugno accosta pensando che sia solo il In alto, “Reshimo”. ne propone in scena un’inda- LUOGO: Pietrarsa - Sala dei 500 regno della noia. Nell’altra pagina, gine sulla dicotomia tra finito e COREOGRAFIA: Noa Wertheim il Balletto infinito attraverso i passi di otto PRODUZIONE: Vertigo Dance Company * (direttore artistico del Napoli Tea- del Kosovo e, sopra, danzatori, che hanno partecipa- DURATA: 1h tro Festival Italia) “Addio alla fine” to e contribuito a ogni momento Prima assoluta
zadanzadanzadanzad Ritorno al futuro Addio alla fine She-ra-zade Dal Kosovo E per sfuggire Emio Greco e il viaggio come metafora di un nuovo inizio al passato S di Germana Squillace di Roberta Campassi he-ra-zade è il nuovo balletto mio Greco: “La danza e il corpo presentato al Napoli Teatro sono indissociabili. La danza è Festival Italia dalla Compagnia un’articolazione di movimenti e di danza del Kosovo e andrà in gesti, di razionalità e abbando- scena l’11 giugno nell’Arena di no, e il corpo è la sua cornice di Pietrarsa. La coreografia è stata riferimento. È il corpo con la sua ideata da Alessandra Panzavol- storia a contestualizzare la dan- ta, direttrice del Corpo di ballo za”. Il coreografo di Brindisi vive del San Carlo. da anni ad Amsterdam, dove ha Lo spettacolo fa parte di un’i- trovato la propria dimensione ar- niziativa più ampia, sponsoriz- TITOLO tistica e la gloria. Oggi è un arti- zata dall’Unione Europea, per Addio alla fine sta di fama internazionale e dal sostenere la rinascita culturale DATA 13, 14 giugno 1995 lavora con il regista Pieter del Kosovo, che ha puntato LUOGO C. Scholten. Ora una loro crea- sulla danza per riacquistare la Pietrarsa - Sala zione di due anni fa, “Addio alla propria identità nazionale. delle locomotive fine”, sarà presentata al Napoli La coreografa, oltre a preparare COREOGRAFIA Teatro Festival Italia, e andrà in i giovani kosovari, presenterà al Emio Greco e Pieter scena il 13 e 14 giugno nella Sala pubblico anche un documen- C. Scholten delle locomotive del Museo fer- viene proiettato un video. Per- creativi e artefici di cambiamenti tario che narra le atrocità della INTERPRETI roviario di Pietrarsa, in una ver- ché? epocali”. guerra in quella terra e le storie Emio Greco sione adattata per i teatri chiusi. “‘Addio alla fine’ è fatto di Ha un sogno nel cassetto? personali dei ballerini. COPRODUZIONE contributi e linguaggi artistici “Ogni volta che torno a Brin- La scelta di rileggere “Sheraza- Greco è cresciuto in una fa- ICKamsterdam, diversi. Uno di questi è il video, disi mi viene voglia di fare qual- de” non è casuale. Nella nuova miglia di origini contadine e all’e- Theather a/h versione, infatti, non si raccon- tà di 19 anni si è avvicinato alla uno strumento tecnico che ha cosa per la mia città, per la mia Vrijthof ta il tradimento subìto dallo danza perché spinto da un desi- influito di più di ogni altra forma terra d’origine. Vorrei aprire una e Nederlandse scià di Persia; la protagonista derio che nutriva sin da piccolo. sull’immaginario del secolo scor- succursale del centro ICKam- Dansdagen indiscussa è la vergine persia- DURATA: 2h Ha dovuto spostarsi all’estero so. Gli animali che appaiono nel- sterdam, realizzando una resi- per seguire corsi di formazione, le immagini stimolano uno sta- denza artistica di almeno due na, che racconta storie, notte Prima nazionale dal momento che in Italia non to primordiale cui riavvicinarsi. mesi all’anno in Puglia. L’idea è dopo notte, per non essere c’erano scuole adeguate. Dal Un’involuzione-evoluzione”. di stabilire rapporti di collabora- uccisa. Dice la Panzavolta: “Ho 2009 dirige il ICKamsterdam e da Quanti sono i ballerini in zione e organizzare eventi, sta- pensato ci dovesse essere una qualche mese è stato nominato scena? ge, laboratori, incontri, creare, corrispondenza tra le vicende nuovo direttore del CCN Ballet “Ci sono sette danzatori. Sono insomma, una specie di comuni- narrate sulla scena, che salva- De Marseille, sì, proprio il punto di partenza di questo tà della danza. Devo ammettere, no la vita alla donna, e il docu- mentario che presenteremo, in Il coreografo: quello di Roland Petit. viaggio verso un nuovo inizio. E però, che finora l’entusiasmo e le cui mostriamo come si sono Greco, quali novità ci rappresentano un corpo sociale proposte non hanno avuto alcun il corpo è anche sono nello spettacolo che e contemporaneamente gli artisti riscontro da parte di organismi salvati i giovani del Kosovo”. presenterà a Napoli? stessi. Il loro compito è proprio culturali e istituzioni. Investire sul Il balletto - aggiunge la coreo- un fatto politico “La coreografia gioca quello di spostare l’attenzione futuro oggi in Italia sembra esse- grafa - non punterà “su scelte sempre sulle tematiche dal corpo danzante al corpo so- re addirittura un fastidio”. e scenografie eccentriche, ma della globalizzazione e dei ciale, che esprime sull’emotività più che sulla conflitti internazionali, ma la dif- il vissuto concre- spettacolarità”. Punto di ferenza principale rispetto all’o- to di ogni giorno. forza della compagnia riginale consiste nell’idea del Il danzatore deve non è la tecnica, ma la viaggio. Ad Amsterdam il pubbli- prendere decisio- musicalità, dato che tutti co si ritrovava su una banchina ni responsabili in sono musicisti iscritti al del porto e da lì una piccola nave scena, esprimendo conservatorio. Precisa, prendeva tutti a bordo, pubbli- una sensibilità che infatti, la Panzavolta: “Non co, danzatori, tecnici e un è essenzialmente ho potuto lavorare cercan- do di ottenere virtuosismi Investire in Italia attore. Il viaggio di circa 25 politica. I balleri- poiché i ragazzi non hanno minuti li conduceva in un ni devono indica- sembra essere luogo sconosciuto e insoli- re altre possibili frequentato una scuola di to, dove continuava a svol- società capaci di danza e il mio obiettivo è quasi un fastidio gersi lo spettacolo. Il viag- andare oltre quella mostrare le loro potenziali- gio era, quindi, concreto e in cui viviamo, che tà. Sono i ballerini al centro metafora al tempo stesso. ha ormai mostrato dello spettacolo, non io”. A Napoli, per la caratteristica del i suoi limiti, i suoi Il Balletto Nazionale del luogo, sarà più evocativo”. fallimenti. Tutti de- Kosovo si definisce una All’inizio dello spettacolo vono considerarsi compagnia di seconda generazione poiché è nata M dopo la guerra ed è formata da ragazzi tra i 18 e i 25 anni. “Ciò ana, in molte lingue austronesiane Mana che li distingue rispetto agli altri con cui ho lavorato - precisa la parlate in una vasta area geografica compresa fra il Madagascar, il Sud-est Artisti in bianco e nero al ritmo coreografa - è il forte desiderio di conquistare una dignità”. asiatico, Formosa e l’Oceania, signifi- ca “forza soprannaturale”. Ed è anche di una forza soprannaturale “She-ra-zade” rappresenta la voglia di riscatto e autonomia di il titolo di una coreografia storica che evocano un’atmosfera sensuale e tri- Fondata nel 1992 dalla Wertheim e un popolo che trova nella cultu- la Vertigo Dance Company, dopo il bale sulle note delle musiche affidate, da Adi Sha’al, la Vertigo Dance Com- ra uno stimolo per affermarsi e debutto nel 2009, presenterà l’8 e il 9 come sempre, al compositore della pany è caratterizzata da un forte lega- presentarsi all’Europa. giugno nella Sala dei 500 al Museo fer- compagnia, Ran Bagno. me con il retroterra socio-culturale in roviario di Pietrarsa per il Napoli Teatro “Quando ci è stato chiesto di pre- cui opera. L’obiettivo dei suoi progetti Festival Italia. sentare un altro titolo del nostro reper- è avvicinare e raggiungere le perso- Lo spettacolo è un viaggio misti- torio, ‘Mana’ è stata la nostra prima ne attraverso il linguaggio del corpo. co-filosofico nel mondo degli opposti. scelta, perché lo spettacolo ha avuto L’interesse sociale e la sensibilità del- TITOLO : She-ra-zade Il bianco e il nero dominano la scena. successo in tutto il mondo, ma non è la compagnia verso l’ambiente hanno DATA: 11 giugno Sullo sfondo la sagoma di una casa ancora stato presentato a Napoli”, rac- dato vita al Vertigo Eco-Art Village, un LUOGO: Arena di Pietrarsa simboleggia la continua tensione tra conta Noa Wertheim, direttrice artistica centro culturale dove si esplora il con- COREOGRAFIA: contenitore e contenuto, esteriorità e della compagnia. tatto tra l’arte e la terra grazie a vari Alessandra Panzavolta interiorità, interezza e vuoto. L’imma- “Adoro Napoli. Amo il cibo, la gen- programmi di studio. Tra questi “The PRODUZIONE: gine visiva più ricorrente è una danza- te e sento un legame speciale con il Power of Balance”, un progetto di dan- Napoli Teatro Festival Italia trice legata a un palloncino nero che la suo pubblico. È una città bella e acco- za che si pone lo scopo di creare in- e National Ballet of Kosovo gliente, dove mi sento sempre a casa”, tegrazione tra danzatori abili e disabili. DURATA: 1h30’ solleva verso l’alto. I costumi lasciano Prima assoluta intravedere scorci di nudità, che ri- spiega la coreografa. p.m. 3
cechovČechovČechovČ Zio Vanja Magnifica ossessione È di Diego De Carlo Konchalovsky, Tuminas e Savignone senza dubbio Anton Čechov l’autore più rappresentato al prossimo Napoli tre modi di leggere un capolavoro Teatro Festival, che del drammaturgo In alto, russo offrirà sei titoli, con tre varia- “Zio Vanja” zioni sullo stesso tema: “Zio Vania”. di Konchalovsky. La prima sarà quella firmata da An- A sinistra, “Un Va- drei Konchalovsky. Andrà in scena il nia”, di Savignone. 12 giugno al Mercadante. Il 21 e il 22 Qui sopra, e sotto, toccherà al terzo allestimento, che Anton Čechov ha un’altra firma prestigiosa, quella del regista lituano Rimas Tuminas. Luogo: ancora il Mercadante. Lin- TITOLO gua: ancora il russo. Lo spettacolo Zio Vanja si annuncia scintillante e visionario. Il DATA secondo “Zio Vanja” parla spagnolo, 12 giugno lo firma il giovane argentino Marcelo LUOGO Savignone, ed è in programma alla Teatro Mercadante Galleria Toledo il 17 e 18 giugno. REGIA Konchalovsky. “ ‘Zio Vanja’? Andrei Konchalovsky Per me è una magnifica ossessio- PRODUZIONE ne”. Nato nel 1937, fratello del regi- Teatro Accademico sta Nikita Michalkov, sceneggiatore, Statale Mossovet regista egli stesso, produttore, l’ar- DURATA: 2h30’ tista moscovita porta il capolavoro Prima assoluta čecoviano al Festival dopo il succes- so ottenuto nel 2013 con “La bisbe- tica domata”. La relazione amorosa TITOLO con “Djadja Vanja” per Konchalovsky Un Vania cominciò nel 1971, quando ne curò DATA (per il cinema) regia e sceneggiatura. 17, 18 giugno Quel che vedremo a Napoli sarà un LUOGO “Vanja” ortodosso, curatissimo nei cioè sotto l’occhio dello spettatore. diventava un buffone ubriaco che Galleria Toledo particolari, orchestrale. È un collau- Mentre sullo sfondo scorrevano im- mostrava ad Elena immagini di de- REGIA dato congegno ritmico quello che il magini del traffico moscovita, addet- forestazione su un proiettore dotato Marcelo Savignone regista moscovita punta a creare: ti ai lavori montavano e smontavano d’un imbuto fallico che sbuffava va- PRODUZIONE “Chi non conosce il ritmo, non cono- Belisarias la macchina teatrale, spazzavano, pore; Sonya era una giovane donna sce l’opera”, afferma. sistemavano gli la cui passione per il dottore sfociava DURATA Per lui “Čechov fu in grado di ve- attori in posi- nell’isteria. Vedremo lo stesso anche 1h20’ Prima italiana dere la vita come nessun altro nella I suoi personaggi zione. Il regista a Napoli? Probabilmente no. È lo storia dell’arte teatrale. In scena la gente pranza e prende il tè mentre verso la rovina diede, insomma, modo di spiare stesso Tuminas, infatti, a dichiarare: “Una volta paragonai ‘Zio Vanya’ a scivola verso la rovina”. Fin dai tem- TITOLO pi dello VGIK (la scuola universitaria prendendo il tè il burattinaio dal una canzone popolare che si sente buco della ser- il bisogno di riascoltare di tanto in Zio Vanya statale di cinema), di lui ammirava la ratura, di ficcare tanto. Io a Čechov prima o poi torno DATA pietà verso i personaggi, il voler bene il naso nel suo laboratorio creativo. sempre. Ma per farlo, mi occorre un 21, 22 giugno alla gente così com’è, non come do- LUOGO Tuminas. Il regista lituano firma motivo serio: l’incontro con un nuo- vrebbe essere. “Čechov va recitato uno “Zio Vanya” (qui scritto con la vo teatro e nuovi attori. Non ho mai Teatro Mercadante a voce bassa - dichiara - non come REGIA “y”) che si disinteressa quasi del adattato un vecchio spettacolo. Pre- Shakespeare. Il suo è un mondo di fi- tutto delle meti- ferisco ripartire da zero ogni volta”. Rimas Tuminas PRODUZIONE listei che si cullano nell’illusione d’un E Serebrijakov colose didasca- Dal 2007, anno in cui Tuminas futuro che non vedranno mai e che lie čechoviane. Il ne è il direttore artistico, il teatro Yevgeny Vakhatangov probabilmente non sarà comunque diventa teatro di Tuminas Vakhtangov di Mosca è divenuto tra migliore del loro presente”. State Academic L’ultima volta che Konchalovsky un fantoccio è una sorta di i più prestigiosi di Russia. Anche il Theatre luminosa liturgia lituano, come Konchalovsky, deve a DURATA: 3h presentò in Italia il suo “Zio Vanja” fu simbolista, un Čechov la vocazione registica. Il suo Prima italiana nel 2009. Il suo spettacolo fu apprez- misto di musica e mimo. Il critico del primo “Vanya” risale, infatti, a più di zato a Milano, Roma, Venezia e Reg- “Guardian”, Noel Coward, ha definito 20 anni fa, quando lo rappresentò gio Emilia. In quell’occasione i cambi “dazzling” - scintillante - la sua mes- con una compagnia studentesca di di scena erano dichiarati, avvenivano sinscena londinese del 2012: Astrov Vilnius. Da allora il suo Čechov vi-
ČechovČechovČechov sionario, ricco di clownerie, ha fatto il giro del mondo. Ma, alla fine, che Tre sorelle cosa rappresenta questo testo per Tuminas? “Nei nostri tempi rozzi e spietati abbiamo bisogno di un anti- Cuori aggrappati doto, la tenerezza, la fedeltà, l’amo- re, la dignità di Zio Vanya”. E ancora: all’illusione di un altro futuro A “Con liui a Napoli vorrei mostrare la morte della cultura che è esistita in Russia per svariati secoli. Il segreto di Čechov, alla fine, è quello del tempo ttorno ai temi incantatori di “Zio che passa. Tutte le sue storie hanno Vanja” e “Tre sorelle” l’avventu- a che fare con la vita che scorre via, ra di Konchalovsky ruota da anni. i suoi eroi sono persone condannate, Al Napoli Teatro Festival Italia il anche se non se ne rendono conto”. regista russo porta due opere: una Savignone. Per il giovane ar- stessa orchestra, dunque, suonerà gentino la fedeltà al testo non è un due sinfonie simili nel loro sviluppo. assillo. Anzi, egli ritiene che quando La prima andrà in scena il 12 un uomo di teatro si limita a riporta- giugno; l’altra il 13 e il 14, sempre re fedelmente ciò che è stato scritto nello stesso luogo, il teatro Merca- più di un secolo prima, non riesce dante. “Anche ‘Tre sorelle’, come poi nemmeno a coinvolgere emoti- Zio Vania” - dice Konchalovsky - è vamente. Ed è per questo che il suo una storia che resta disperatamente non pretende di essere “il” Vania, aggrappata all’illusione del futuro”. bensì “Un Vania” (e qui è scritto con Tuttavia la Mosca agognata dai la “i”). Anch’egli pensa, con i suoi personaggi non sarà forse mai rag- colleghi, che Čechov sia “uno degli giunta. Ma più che alla trama, autori al quale si torna più volte, per- ossequiosamente riprodotta, ché ha sempre qualcosa di nuovo da il regista è interessato al flus- offrire. Una delle sue virtù sta nell’es- so emozionale, al ritmo della sere attuale, facendoci riflettere sul regia, la cui melodia dovrà nostro presente”. In particolare, “ risultare percepibile anche ‘Zio Vanja’ è una delle sue opere più a chi ignori la grandezza di provocatorie perché mette in eviden- Čechov. Secondo Koncha- za le frustrazioni dell’essere umano, lovsky, il regista deve saper causate dal fatto che egli non osa distinguere la giga dalla sara- vivere la propria vita a causa delle banda, il “presto” dal “largo”. aspettative troppo alte che si pone, Ogni battuta possiede e del bisogno imperioso di gettare la dei tempi d’enunciazione più colpa su chi, invece, osa realizzare i o meno consoni. Tutto sta propri sogni. nell’individuarli. Lo ha riba- Ma quali sono le caratteristiche dito anche in una recente in- tervista concessa alla Bbc. Interessante sarà, altresì, Un gabbiano il commento musicale, affi- dato a struggenti musicisti, Merolli: da “Amici” come Aleksandr Skriabin e della sua regia? “Il dramma è osser- Sergej Rachmaninoff e Franz Schu- alla sfida dei classici vato dall’ottica di Vania, giacché è lui D bert. Detesta Mtv, il maestro russo, che accetta la propria infelicità con- che reputa essere una delle maggiori vertita in frustrazioni. Ciò lo colloca in responsabili dell’attuale degrado cul- di Roberta Cordisco e il lavoro è stato svolto con una dimensione di follia. Tuttavia egli turale. Il teatro è processo, è vita, pe- passione e professionalità”. insiste a sognare per sfuggire dalla renne ricerca la cui melodia può suo- ieci anni fa è stato allievo della Il testo sarà fortemente ridot- propria codardia. Da qui vien fuori nare differente ad ogni spettatore. scuola di “Amici” di Maria De to rispetto all’originale e sulla l’elemento onirico, che permette di Il regista moscovita usa spesso Filippi nella categoria dei can- scena prevarranno l’azione, la provare una nuova lettura dell’ope- metafore e paragoni musicali. Senti- tanti. Adesso esordisce come musica e la fisicità rispetto alle ra. Su questo piano ho sviluppato la te, per esempio, che cosa risponde regista teatrale. Gianluca Me- parti recitate. storia, immaginando quel che acca- quando gli si chiede perché Čechov rolli propone una rivisitazio- “Čechov è l’autore del mio drebbe se Vania desse libero sfogo ai e perché “Tre sorelle”: “Invidio il diret- ne del dramma di Čechov “Il cuore, per me questo spet- desideri e si liberasse dai vincoli del tore d’orchestra. Sa perché? Perché gabbiano”, in programma per tacolo è una sfida e anche passato o del suo inesistente pre- a nessuno verrà in mente di chieder- il Napoli Teatro Festival Italia il un’importante opera d’ inizia- sente, responsabilizzandosi dinanzi gli: scusi, mi spiega il motivo per cui 19 e 20 giugno al teatro San- zione, anche se alle proprie decisioni. Nella storia tut- ha deciso di dirigere la Quinta o la nazaro. faccio teatro da ti i personaggi si afferrano al passa- Nona sinfonia di Beethoven? La sua “Anche se non intendo quando avevo TITOLO to, a cose che non esistono. Perciò risposta sarà semplice: ‘Ho deciso sconvolgere la trama - precisa 6 anni in com- Un gabbiano ho pensato a Serebriakov come a cosi’; oppure, ‘A me piace cosi’. In il giovane regista - sono co- pagnie amato- DATA: un fantoccio, per mettere in eviden- poche parole io posso rispondere munque partito dal testo per riali”, racconta 19, 20 giugno za fino a che punto siamo capaci di alla domanda nella stessa maniera”. raccontare altro”. Il tema della Merolli. “Inol- LUOGO afferrarci a ciò che è morto, fino a Poi spiega: “Io non eseguo lo spet- morte e del suicidio è lo spun- tre ho origini Teatro Sannazaro che punto non osiamo vivere. I per- tacolo, come il direttore d’orchestra to da cui è nata l’idea di un napoletane e REGIA sonaggi di ‘Zio Vania’ fanno l’impos- non dirige una sinfonia. Egli interpre- dramma corale che racconti sono curioso di Gianluca Merolli sibile per evitare di evolversi e l’unico ta il compositore; io, invece, eseguo sette diverse solitudini di per- vedere che ri- INTERPRETI modo in cui riescono a sopravvivere l’autore. Quando eseguo Shakespe- sonaggi–fantoccio, in realtà scontro avrà a Gianluca Merolli, è quello di incolpare le circostanze are - una sola tonalità, un colore, già morti. Merolli spiega anche Napoli questa Francesca Golia, del proprio stallo esistenziale. Vania un odore - mi trovo dentro un intero il motivo di intitolare l’allesti- mia prima as- Anita Bartolucci, ha il coraggio di accettarlo, ha aneliti universo. Quando eseguo Čechov e mento “Un gabbiano”: “L’uc- soluta. Se avrò Pietro Biondi di cambiamento, mette in discussio- Sofocle, eseguo l’autore con il suo cello non rappresentasolo la fi- avuto onestà COPRODUZIONE ne la realtà stabilita, e perciò si vede unico mondo, il suo cosmo. Tutti i gura di Nina nella sua fragilità, i n t e l l e t t u a l e Napoli Teatro Festival anormale, ma come sempre accade, grandi drammaturghi si differenziano Italia, Spettacolo se non è complessivo, il cambiamen- molto uno dall’altro, ma c’è qualcosa ma la fragilità di ogni uomo”. nel raccontare Sas to non si produce”. che li unisce. Questo qualcosa, che Un gabbiano qualunque, la storia, sono di Andrea Schiavo E il cerchio si chiude, con Kon- dunque, per simboleggiare certo che qual- DURATA: 2h15’ appartiene a tutti i maestri del tea- il dolore e il destino di morte cosa arriverà al Prima assoluta chalovsky: “Le creature di Čechov tro, è la voglia di capire il senso della interiore che segna tutti indi- pubblico”. non sono eroi, ma dei mediocri. Ora, vita umana. Però… si può dire che stintamente. Ma anche un atto è facile voler bene agli eroi, più diffi- è impossibile capirlo in uno stato di di umiltà da parte del regista: cile volerne agli altri. Čechov no. Lui coscienza...”. “È il mio esordio, era doveroso amava proprio loro, cantandoli nel- d.d.c specificare che si tratta di ‘un’ le sue opere, accompagnandoli per gabbiano”. mano verso la rovina, facendo bere Sarà proprio lui a rivestire i loro una tazza di tè”. TITOLO: Tre sorelle panni di Konstantin, innamora- DATA: 13, 14 giugno to perdutamente di Nina, che LUOGO: Teatro Mercadante avrà il volto di Francesca Go- REGIA: Andrei Konchalovsky lia. L’attrice ha fatto parte del PRODUZIONI: Teatro Accademico Qui accanto, il regista Gianluca Merolli. Statale Mossovet cast della “Grande bellezza” In alto, “Zio Vanya” di Tuminas DURATA: 3h di Sorrentino. “Sono fiero del e, nel riquadro, Konchalovsky Prima italiana mio cast - aggiunge Merolli - 5
Il palco conquista la rete Dal 6 al 22 giugno Run Radio Festival esperimento di formazione sul campo Come sarà la radio del secondo mil- Tra gli ospiti - che interverranno in diretta lennio? “Non solo prodotto, ma anche e - sono attesi il direttore Luca De Fusco, la soprattutto marketing, comunicazione, coreografa Noa Wertheim, Gaia Aprea, pro- evoluzione del mezzo, nuovi linguaggi, tagonista de “Il giardino dei ciliegi”, Manlio adeguamento ai tempi, nuove tecnologie Santanelli, autore della pièce “Per oggi e nuovi formati”, risponde Carlo Mancini, non si cade”, Stefania Maraucci, che cura già direttore artistico di realtà monstre del con Patrizia Bologna “Caffè Nemirovsky”, panorama italiano come Dimensione Suono Maurizio Braucci, coordinatore del progetto e Capital. Dal 6 al 22 giugno Mancini sarà Arrevuoto, il regista Andrei Konchalovsky tra i coordinatori di Run Radio Festival, l’e- che a Napoli presenta la sua versione di mittente web dedicata alla Settima edizione “Zio Vanja” e Arturo Cirillo, protagonista di del Napoli Teatro Festival Italia. “Scende giù per Toledo”. La radio ufficiale della manifestazione La radio del palcoscenico avrà una pro- trasmetterà in diretta dagli studi dell’univer- grammazione musicale basata sui classici sità Suor Orsola Benincasa (www.runradio. della musica italiana e internazionale degli it) e dalla postazione collocata all’interno ultimi 40 anni e ogni ora conterrà due ap- del teatro Mercadante. puntamenti musicali “speciali” dedicati alle Dal lunedì al venerdì, dalle 14 alle 18, an- colonne sonore da film e ai temi dei grandi dranno in onda quattro ore di intrattenimen- musical. to e informazione garantiti dagli allievi del Sarà un banco di prova impegnativo per Master in Radiofonia dell’ateneo, coordinati Andrea Vairo, Antonio Cristiano, Andrea At- da Mancini, Antonio D’Amore, Barbara Del- tardi, Francesco Gallo, Grazia Gala, Maria la Salda e Alfredo d’Agnese. Scognamiglio, Mario Migliaccio, Marta Mi- Ogni giorno la programmazione conterrà lone, Mario Pagano, Pasquale Viola, Miche- undici appuntamenti, divisi in rubriche, de- le Romano, Saverio Tanzi e Valentina Cim- dicati alla storia, alle curiosità, agli appro- mino che stanno concludendo un anno di fondimenti e al ruolo del festival a Napoli e studio e di approfondimento sui temi della in Italia. Gli allievi del master intervisteranno radiofonia. i protagonisti della rassegna. r.s. clicca mi piace sulla nostra pagina Facebook Inchiostro Online @Inchiostronline Seguici sul nostro canale Suor Orsola InchiostrOnline
chovČechovČechovČe U di Lara De Luna n filo rosso collega Napoli e la Russia, terre distanti ma vicine per cultura, filosofia e inattuali- tà nell’affrontare la vita. Questo vuole dimostrare “Il giardino dei ciliegi” di Čechov, diretto da Luca De Fusco, in programma per il Napoli Teatro Festival Italia l’8 e il 9 giugno al Mercadante. In scena Gaia Aprea, Claudio Di Palma nei ruoli principali. Una scenografia sospesa tra cinema e teatro, di un bianco baluginan- te, servirà a raccontare la storia Un bozzetto 3D di Ljuba e del suo giardino, della del “Giardino nostalgia patologica e della per- dei ciliegi” dita. di Laura Fo. TITOLO De Fusco, come mai di Qui sotto, Luca Il giardino dei ciliegi Čechov ha scelto proprio “Il De Fusco. DATA giardino dei ciliegi”? A sinistra, 8,9 giugno “Perché secondo me è il suo dall’alto, Gaia LUOGO capolavoro. È uno dei testi più Aprea e Claudio Teatro Mercadante belli che siano mai stati scritti. Di Palma REGIA Ed è privo di difetti. Il tempo non Luca De Fusco ne ha eroso la bellezza, cosa che Il giardino dei ciliegi INTERPRETI invece si percepisce in opere im- Quella Russia Gaia Aprea, portanti come “Antonio e Cleo- Claudio Di Palma patra”, dove a momenti altissimi COPRODUZIONE Napoli Teatro se ne affiancano altri più bassi. Festival Italia, Questo nel “ Giardino dei Ciliegi” così napoletana Stabile di Napoli, non accade. Per giunta, il testo Stabile di Verona lascia emergere la napoletanità DURATA: 2h20’ che spesso si nasconde nei per- Prima assoluta sonaggi di Čechov. Questa sto- ria di gente sconclusionata, inat- tiva e un po’ matta è russa ma potrebbe essere napoletana”. Ci sono altre affinità tra la civiltà russa e quella napoleta- na? De Fusco, una nuova regia nel segno del cinema “Ho incominciato a pensare alle somiglianze tra le due cul- ture l’anno scorso, durante una Cantieri d’arte L conversazione con Konchalov- sky. E ho trovato nella sua let- tura di Čechov un incentivo al nella città-teatro mio interesse. Lui sostiene che ’anno scorso il direttore del Fe- entrambe le civiltà non sono mai stival Luca De Fusco ebbe l’idea arrivate al Novecento, ferman- di sperimentare le cosiddette dosi nel loro sviluppo a prima residenze creative: alcuni spet- della rivoluzione industriale, per tacoli sarebbero nati a Napoli, poi approdare direttamente al consacrando la straordinaria postmoderno. Questa analisi è tradizione teatrale della città, che alla base della mia versione del Avignone ed Edimburgo, sedi “Giardino dei ciliegi” e della cen- delle più prestigiose rassegne di tralità di Čechov in questa edi- teatro d’Europa, non hanno. zione del festival”. Così, titoli come “La bisbetica L’incapacità di gestire Na- domata”, “Antonio e Cleopa- poli e quella di gestire la tenu- tra” di Shakespeare, e “Circo 12 saranno spettri che interlo- Come vanno letti musica ta in cui Čechov ambienta la equestre Sgueglia” di Viviani quiscono tra loro e solo a volte e danza nell’economia dello pièce: un’altra affinità? nacquero qui, in città, a comin- torneranno uomini. È in questo spettacolo? “Sì e qui penso all’incapaci- ciare dai provini, fatti durante dialogo tra spettralità e umanità “Rispetto alle rappresenta- tà della classe dirigente napole- l’inverno per scegliere il cast. In che si gioca lo spettacolo”. zioni precedenti la musica qui ha tana di farsi tale. Volendo usare primavera, poi, registi e attori si Lei ha detto che chiederà un peso più lieve, ed è inserita una metafora, potremmo dire sono rivisti per circa un mese, di agli attori una “recitazione più rispettando in maniera letterale che all’antica borghesia, appas- nuovo a Napoli, per allestire la morbida”. le didascalie di Čechov. C’è mu- sionata di civiltà e cultura, è so- messinscena. Il successo dell’e- “Negli spettacoli precedenti sica solo quando il testo origina- pravvenuta una classe dirigente sperimento, non nuovo ovvia- la recitazione era essenzialmen- le lo prevede. Allo stesso modo che aveva i soldi per comprare mente nell’ambiente del teatro, te dichiarativa. I monologhi di ci siamo mossi per la danza. Nel il giardino, ma non la cultura per ha indotto De Fusco a ripeterlo ‘Antonio e Cleopatra’, accom- terzo atto la famiglia dà un ballo, gestirlo. Io non parlo mai di so- anche in questa settima edizione pagnati dalla musica di Ran in attesa di conoscere il destino ciologia e politica nei miei spet- della rassegna. Bagno, sembravano quasi me- del giardino. E danzano lette- tacoli, perché ritengo che il teatro Così, anche quest’anno tre titoli lologhi. Per ‘recitazione morbi- ralmente sulla prua del Titanic. debba essere eterno e astratto, stanno nascendo qui a Napoli in da’ intendo quella più vicina al D’accordo con la coreografa ma se qualcuno altrettanti cantieri d’arte. naturalismo: sinuosa, sensuale, Noa Wertheim mi sono allonta- Il regista: dodici volesse vedere Si tratta di “Finale di partita”, lieve”. nato dal tradizionale valzer. Ab- in Lopachin la capolavoro di Beckett diretto Quali sono gli elementi ci- biamo immaginato una danza personaggi e spettri camorra che si dal catalano Lluis Pasqual, con nematografici presenti nello che facesse emergere l’inattua- è impossessata Lello Arena e Angela Pagano; “Il spettacolo e perché, dopo due lità dei personaggi rispetto alla immersi nel bianco dei negozi della giardino dei ciliegi”, altro capola- regie con una predominanza vita e al loro presente”. Napoli bene, non voro, stavolta di Čechov, diretto del nero, questa volta ha scel- Come vorrebbe che il pub- sbaglierebbe”. da Luca De Fusco; e “Il sindaco to il bianco? blico reagisse alla visione di Cosa caratterizza allora il del rione Sanità” di Eduardo De “Non volevo rischiare di ri- quest’opera? suo allestimento, cosa vedre- Filippo, con la regia di Marco petermi, pur volendo continuare “Čechov scrisse ‘Il giardino mo in scena? Sciaccaluga ed Eros Pagni nel a lavorare sul limite che divide il dei ciliegi’ convinto di portare “Sarà uno spettacolo che ruolo del protagonista Antonio teatro dal cinema. Da qui il bian- in scena una commedia. Però ha alcuni elementi in comune Barracano. co. Il cinema entra nello spet- rimase malissimo alla prima, con quelli precedenti: sognato, tacolo all’inizio del quarto atto, quando vide che in sala la gente simbolico, ma più realista dell’ con un colpo di scena che inter- piangeva. Nella mia regia sono ‘Antigone’ e dello Shakespeare rompe una linea di rappresenta- equamente presenti elementi messo in scena l’anno scorso. zione tradizionale, teatralmente comici e tragici. Vorrei poter ve- Centrali saranno i personaggi parlando. Cinematografico è dere nella stessa platea qualcu- e la loro inattualità, il loro esse- però anche il sottrarsi degli atto- no che piange e qualcuno che re fantasmi. Credo che tutti e ri allo spettatore”. ride”. 7
EDUARDOEINAPOLETANI Per oggi non si cade Napoli senza gravità e la “munnezza” vola C Cuffie e audio-guide al pubblico per un paradossale Santanelli di Francesco Ungaro om’è nato questo spettacolo? “Camminavo per le strade del cen- tro storico di Napoli, quando c’è mancato poco che mi arrivasse addosso un sacchetto della spaz- zatura, lanciato da un balcone e indirizzato verso il cumulo di rifiuti all’angolo del vicolo. È così che mi è venuta l’idea”. Manlio Santanelli, esponente di spicco del teatro napoletano e TITOLO italiano, autore di titoli importanti Per oggi non si come “Uscita d’emergenza” e “Re- cade gina Madre”, racconta la genesi di Una scena DATA “Per oggi non si cade”, in scena di “Per oggi 7, 9, 10, 11, 12, 13, per il Napoli Teatro Festival Italia tra non si cade” 14 giugno LUOGO il 7 e il 14 giugno all’Accademia di nel Palazzo Accademia Belle Arti con la regia di Fabio Co- dello Spagnolo di Belle Arti cifoglia. Lo spettacolo, che incarna alla Sanità. REGIA perfettamente la vena fantastica e A sinistra, Fabio Cocifoglia ironica dell’autore, racconta una Manlio INTERPRETI folle giornata a Napoli, dove per 24 Santanelli. Isa Danieli, Nello ore, nostro Signore Iddio accoglie Nella pagina Mascia, Antonella le preghiere di un povero impiega- accanto, Morea, Mario to del catasto, vittima dello stesso Enzo Moscato Porfito, Nunzia incidente occorso a Santanelli, e Schiano, sospende la forza di gravità. Sì, pro- Lello Serao, prio quella di Newton. “Napoli ne Io metto a disposizione la mia lontà di offrire proposte diverse e di Rosario Sparno ha viste tante di giornate strane, ne esperienza, loro le idee, spesso prendere le distanze dalle rassegne COPRODUZIONE vedrà una in più”, puntualizza sorri- innovative; in questo modo riu- tradizionali”. Napoli Teatro dendo il commediografo. sciamo a dare vita a una creatività solo Quanto al teatro napoletano, “ha Festival Italia, Soc. Tutto è leggero, tutto fluttua che può diventare stuzzicante e pa- con se stesso. Ciascuno, insomma, sempre una sua vivacità che, però, Coop. Le Nuvole nell’aria, dunque, monnezza com- radossale”. dovrà fare la propria parte sia per spesso va a cozzare contro una DURATA: 1h presa. Così, un operaio cade da una Con questo suo nuovo copio- vedere lo spettacolo, sia per supe- sorta di barriera doganale. È come Prima assoluta impalcatura, ma finisce per fluttuare ne, che sarà tra breve pubblicato rare il problema della spazzatura”… se in qualche modo la città fagoci- in aria; la stessa sorte capita a una dalla Giammarino Editore, Santa- anche chi ancora attenta alla vita tasse se stessa, invece di aprire il moglie fedifraga, sorpresa dal mari- nelli vuole denunciare la pessima dei commediografi lanciando sac- proprio orizzonte, di guardare a quel to, che tenta invano di gettarla dal educazione civica dei suoi concit- chetti dai balconi. che accade in Europa e anche oltre; balcone; mentre una insegnante tadini e mettere ciascun napoletano “Dal Napoli Teatro Festival - invece di fare incontrare la propria prova con scarsi risultati a mettersi di fronte alle proprie responsabilità conclude l’autore - mi aspetto che tradizione con l’esperienza degli al- qualche goccia di collirio. Non man- con le armi della provocazione e del mantenga le promesse e le premes- tri Paesi. Ho la sensazione che Na- ca un killer della camorra che spa- paradosso: “Con la cuffia e l’audio- se della vigilia. Se ha ospitato il mio poli perda il contatto con il mondo, ra alla sua vittima, ma il proiettile si guida ogni spettatore dovrà essere spettacolo, vuol dire che ha la vo- e non solo nel teatro”. perde nel vuoto svolazzando. Per dare vita a questa dimensio- ne onirica e apocalittica, Cocifoglia e Santanelli hanno immaginato uno spettacolo “site specific”, ambien- Il giorno in cui ci siamo incontrati e non ci siamo riconosciuti V tandolo nell’Accademia di Belle Arti e immaginandolo come la visita in Con Sollazzo in scena l’opera del silenzio un museo dove gli spettatori, dota- di Daniele Gargagliano sono stato testimone come lettore e ti di cuffie e di audio-guide, segui- spettatore: la nostalgia verso qualcosa ranno la storia solo dalla voce degli che sta sparendo”. Da tempo Sollaz- a in scena il silenzio. In uno spazio attori (tra gli altri, Isa Danieli e Nello zo, che da anni si divide tra Napoli e neutro, sospeso nel tempo, 30 attori Mascia), che non compariranno in Parigi, con la sua Associazione Jules di diverse nazionalità si muoveranno scena, e guarderanno contempora- Renard, lavora adottando un linguaggio senza parlare. Giuseppe Sollazzo, neamente video e installazioni d’ar- non verbale, che ripropone anche in regista di “Il giorno in cui ci siamo tista. Spiega il regista: “‘Per oggi quest’ultimo lavoro con riferimenti che incontrati e non ci siamo riconosciuti”, non si cade’ è un percorso polifoni- vanno da un maestro del mimo come assicura che il suo “è uno spettacolo co. Ogni spettatore potrà scegliere TITOLO Jacques Tatì ad “Atto senza parole” di per un pubblico che non cerca storie un capitolo d’ascolto in base Il giorno in cui L’autore: tento all’ambiente in cui entra, fa- ci siamo incontrati ma sentimenti”; un catalogo di emozio- Beckett. Sul palcoscenico si alterne- ni e di stati d’animo che lo spettatore è ranno attori e mimi francesi, napoletani, cendo egli stesso un mon- e non ci siamo di risvegliare taggio tra storia, proiezioni, riconosciuti chiamato a completare. brasiliani, polacchi e cambogiani, un DATA Il titolo è una metafora che indica la gruppo etnico eterogeneo, come se immagini e sculture”. il senso civico Le installazioni sono sta- 15, 16 giugno necessità di lasciare nelle relazioni ci si trovasse in una piazza. Alcuni LUOGO umane qualcosa d’incompiuto, incom- degli interpreti provengono dalla École te elaborate dalle cattedre di Internationale de Mime di Parigi: “Ho Teatro pleto, un’opera aperta senza prologo scenografia e fotografia dell’Acca- scelto gli interpreti sulla base della loro San Ferdinando ed epilogo. La pièce, che propone un demia di Belle Arti. “Abbiamo dato voglia di vivere quest’avventura”, assi- REGIA cortocircuito tra attori professionisti e spazio agli studenti, - spiega San- cura il regista. Sul palco ci sarà anche Giuseppe Sollazzo no, andrà in scena il 15 e 16 giugno tanelli - entusiasti di partecipare a PRODUZIONE Jean-Luis Cortina, “un attore con un al San Ferdinando per il Napoli Teatro questa messa in scena e di speri- Napoli Teatro volto straordinario - racconta Sollazzo Festival Italia. Al centro del palcosce- mentare che cosa vuol dire lavorare Festival Italia, - e l’aspetto di un generale in pensio- nico c’è un regista in vena di bilanci: al di fuori della didattica e in un vero Associazione ne”, che ha lavorato con i maestri del “Ogni gesto creativo - spiega Sollazzo ambito professionale. Io sento l’e- Jules Renard teatro francese come Antoine Vitez, - è un diario contraffatto, ogni biografia sigenza di lavorare con i giovani. Il DURATA: 1h amministratore generale della Comédie un racconto immaginario. E io narro rapporto con le nuove generazioni, Prima assoluta Française. sul palcoscernico le esperienze di cui negli ultimi anni, è cambiato molto.
IEDUARDOEINAPOLETAN Mettersi nei panni Istruzioni per minuta servitù degli altri Lotta di potere Nel dormitorio pubblico J E si alza il sipario Moscato e un antichissimo rapporto di classe cco il suo manifesto poetico: “Sono necessità estetiche ed espressive a condurmi in un luogo piuttosto che di Lisa D’Ignazio che un possedere il linguaggio. Uso una in un altro. E poi mi lascio affascinare lingua che ha come base il sostrato na- dalla vita più che da una consu- onathan Swift nel suo trattatello sati- poletano unito a idiomi spesso stranieri. mata letteratura teatrale”. Il regista rico “Istruzioni alla servitù” scriveva: Non so neanche perché, a un tratto, dico napoletano Davide Iodice il 12, 13, “Non accorrere mai finché non sei sta- una frase in ebraico e una in napoletano. 14 e 15 giugno porterà al Napoli to chiamato tre o quattro volte, perché Tuttavia, dopo il rapimento irrazionale Teatro Festival Italia “Mettersi nei solo i cani accorrono al primo fischio”. subentra la comprensione del linguag- panni degli altri”. La scrittura scenica Da questo manuale parte lo spettacolo gio. Perciò i servi, ascoltando le dog- affonda le proprie radici nella terza “Istruzioni per minuta servitù”, di Enzo maticità linguistiche e le false culture dei opera di misericordia della tradizione Moscato, illustre drammaturgo napoleta- signori, le apprendono e le deformano. cristiana, “vestire gli ignudi”, e nella no. L’opera, finalista al Premio Riccione, I servi sono più intelligenti dei padroni”. sua trasposizione su tela da parte arriverà al Nuovo il 19 e 20 giugno per il Come sarà la scenografia? di Caravaggio nelle “Sette Opere di Napoli Teatro Festival Italia. “Di solito, uso i luoghi teatrali nudi e Misericordia”. TITOLO Moscato, a parte Swift, quali altri Primo movimento di un progetto più Istruzioni per autori ha usato? ampio - “Che senso ha se solo tu ti minuta servitù “Lo svedese August Strindberg con salvi” - la pièce nasce da laboratori DATA ‘La signorina Julie’, il francese Jean Ge- realizzati da Iodice nei luoghi del 19, 20 giugno net con ‘Le serve’. Ad essi si affiancano i disagio. C’è un filo rosso che acco- LUOGO napoletani Eduardo Scarpetta e Mastria- muna i suoi lavori: ogni opera deve Teatro Nuovo ni. Il rapporto con questi autori, tradotto essere rappresentata là dov’è stata REGIA in lingua napoletana, diventa per lo spet- prodotta. Così, il pubblico assisterà Enzo Moscato tatore anche una occasione educativa”. a uno spettacolo itinerante, in cui COPRODUZIONE Che cosa significa il sottotitolo: “Il gli attori non si muoveranno su un Napoli Teatro mondo come in-volontà e ir-rappre- palcoscenico, ma negli ambienti del Festival Italia, sentazione”? Centro di prima accoglienza, e cioè Compagnia l’ex Dormitorio pubblico di Napoli: “Ho stravolto ‘Il mondo come volontà Enzo Moscato la mensa, la lavanderia, la stireria, e rappresentazione’ di Schopenahauer. DURATA: 1h40’ le varie stanze. E a recitare non Ciò che arriverà in scena è una deforma- Prima assoluta saranno solo attori professionisti, ma zione della relazione che sia i signori sia i servi hanno con la realtà. Rispetto ai toni anche gli ospiti stessi dell’ex Dormi- epici e tragici di ‘Napoli 43’, il mio ultimo torio e alcuni redattori della rivista lavoro, questo è uno spettacolo percor- Scarp De Tenis. Maggiordomi Iodice fa un uso del tutto inedito so da leggerezza, briosità, brillantezza”. del teatro, per tradurre sulla scena nel cinema Come si declina oggi questo rap- il dramma dell’identità perduta e Dall’alto: Erich porto? Si può parlare nel 2014 di “lotta ritrovata: “La scelta di affiancare von Stroheim di classe”? crudi per farli abitare solo dalla parola e specialisti della scena con specialisti in “Viale “Il presente non mi interessa, non mi dai corpi degli attori, che per me sono dell’esistenza non è nuova. L’ho del tramonto”; affascina. Ecco perché traggo ispirazio- già scenografia”. sempre fatto non solo nei luoghi del Edgar ne dai classici e non dai contemporanei. Quanta Napoli c’è nel suo spetta- disagio e con artisti di provenienza in “Gli aristogatti”; Il rapporto servo-padrone si colloca in colo? non teatrale, ma mischiando generi Delbert Grady una dimensione storica che sembrereb- “Ho preso tanti autori non napoletani, come l’arte visiva, il teatro e il circo”. in “Shining”; Alec be trascorsa, ma non è così. Oggi il rap- ma li ho tutti tracimati e messi nell’aci- Nessun altro meglio delle persone Guinness in “Invito porto tra essere dominante e essere sot- do della lingua partenopea. I signori si che vivono nell’ex Dormitorio avreb- a cena con delitto”; toposto c’è ancora. Quella di ‘Istruzioni esprimono più in italiano che in napole- be potuto indossare i panni degli al- John Gielgud per minuta servitù’ è una situazione non tano, ma a volte anche loro lo parlano. Il tri. In scena ci saranno persone che in “Arturo”; collocabile storicamente, ma certamente servo, invece, deforma l’italiano sempre non hanno più un lavoro, una casa, Michael Caine più antica che presente, se non altro per per sberleffo, lo ripete stravolto per ferire un armadio e nemmeno i loro abiti: in “Batman Begins” le scelte linguistiche fatte”. e acquistare potere. Come dice Hegel, il “Indossando così spesso i panni e Forest Whitaker Quale lingua usa? servo a contatto con il padrone a furia di degli altri, ottenuti grazie alla bene- in “The Butler” “Più che altro sono usato dalle lingue. servirlo diventa non solo più intelligente ficienza - spiega Iodice - è come se La mia è più una possessione linguistica e scaltro, ma anche più potente”. avessero perduto la propria identità”. E “mettersi nei panni degli altri” è anche ciò che chiede lo spettaco- Vietato ballare / Interdit de danser lo agli spettatori: guardare più da vicino questa realtà. Iodice, perché U Siniscalchi: la libertà? È come un musical portare il teatro in un dormitorio? “Ci penso da tempo. La matrice del mio modo di intendere l’arte è quella di Lucia Francesca Trisolini Eppure, lavorando sul ballo, la libertà caravaggesca. I luoghi di Caravag- e la disinibizione, è emersa, tra noi attori, gio sono quelli che per vocazione na vecchia casa a ballatoio di Torino. quella totale assenza di giudizio che ci e appartenenza egli frequenta. E Un’unica regola condominiale: vietato ha portato a sintonizzarci l’un l’altro”. sono gli stessi che frequento io per il ballare. Ma è dalla proibizione che nasco- Danza e narrazione rendono “Vietato medesimo principio di appartenen- no il bisogno di rottura e la necessità di ballare” una sorta di musical, un lavoro za a una realtà di vita scarsamente chiedersi se oggi siamo o meno capaci multidisciplinare, che attribuisce al ballo illuminata”. di danzare per liberarci dagli schemi e il valore di un esorcismo, “quasi fosse un L’attenzione del regista alle situazioni TITOLO dalle ingiustizie della società. Il desiderio rituale sciamanico capace di riconnettere più disagiate è inscritta nel suo dna Vietato ballare di abbattere quelle “gabbie mentali che l’uomo con l’energia primaria”. La prota- professionale: “Sono nato come DATA impediscono all’uomo di essere realmen- gonista non avrà la possibilità di “ballare” operatore sociale; - spiega - nel 17, 18 giugno te felice” diventa, così, il motore dello fin dall’inizio perché chiusa in un’aula di momento in cui è arrivato il teatro ho LUOGO spettacolo scritto e diretto da Alessia tribunale in cui aspetta di essere giudica- abbandonato quella strada, restando Pietrarsa Siniscalchi, che sarà presentato il 17 e 18 ta dall’uomo che ama. Cerca di uscirne però sempre in prossimità con gli Sala Cinema giugno, per il Napoli Teatro Festival Italia, attraverso l’uso del corpo e del canto, ultimi”. Calarsi nella verità della vita è REGIA nella Sala cinema del Museo ferroviario ostacolata da chi, diversamente da lei, per il regista napoletano “l’unica via Alessia Siniscalchi di Pietrarsa. Il lavoro corale e bilingue co- ‘balla’ la vita attraverso la repressione per accedere alla finzione del teatro”. INTERPRETI niuga il professionismo di attori francesi dell’altro. Temi come la giustizia, il rap- Kulturscio’k e italiani con quello di musicisti, grafici e porto tra verità e menzogna, la difficoltà TITOLO: Mettersi nei panni degli altri COPRODUZIONE fotografi. “È un progetto totalmente folle, di interpretare i personaggi ricorrono DATA: 12, 13, 14, 15 giugno Napoli Teatro mosso da una continua ansia di speri- nello spettacolo e si legano alla profes- LUOGO: Centro di prima accoglienza Festival Italia, mentare”, spiega la Siniscalchi. Ed Evita sione della Siniscalchi, figlia del noto Kulturscio’k REGIA: Davide Iodice Ciri, attrice e aiuto-regista: “Abbiamo penalista Vincenzo, avvocato lei stessa, Italia/Francia COPRODUZIONE: Napoli Teatro Festival lavorato con attori che provengono da e regista chiamata, con questo testo, alla DURATA: 1h15’ + Italia, Stabile di Napoli, Interno 5 Paesi ed esperienze teatrali differenti, e sua prima prova di scrittura per il teatro. 30 m Dj set DURATA: 1h non è stato facile trovare un linguaggio “Cercheremo di far ballare tutti, non con- Prima assoluta espressivo comune. ta come. L’importante è farlo.” Prima assoluta 9
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