Opera - Un ballo in maschera Giuseppe Verdi - Teatro Alighieri

Pagina creata da Dario Romano
 
CONTINUA A LEGGERE
Opera - Un ballo in maschera Giuseppe Verdi - Teatro Alighieri
opera
                       Stagione teatrale 2016-2017
                        TEATRO DANTE ALIGHIERI

Giuseppe Verdi

Un ballo in maschera
Opera - Un ballo in maschera Giuseppe Verdi - Teatro Alighieri
Fondazione Ravenna Manifestazioni
                         Comune di Ravenna
       Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
                      Regione Emilia Romagna

            Teatro di Tradizione Dante Alighieri

          Stagione d’Opera e Danza
                            2016-2017

                Un ballo
              in maschera
            melodramma in tre atti di Antonio Somma
                   musica di Giuseppe Verdi
                          (Casa Ricordi, Milano)

                        Teatro Alighieri
                          8, 10 gennaio

con il contributo di        partner
Opera - Un ballo in maschera Giuseppe Verdi - Teatro Alighieri
ILLUMINIAMO
 GLI SPETTACOLI PIÙ BELLI.

                                                                                        Sommario
                                                                                        La locandina................................................................. pag.           5

                                                                                        Il libretto ........................................................................ pag.   6

                                                                                        Il soggetto . ................................................................... pag.      33

                                                                                        “Un’opera popolare sì, ma di forme nuove,
                                                                                        elevatissime…”
                                                                                        di Giancarlo Landini ............................................... pag.                   35

                                                                                        I protagonisti .............................................................. pag.          47

                                        Coordinamento editoriale
                                        Cristina Ghirardini
                                        Grafica Ufficio Edizioni
                                        Fondazione Ravenna Manifestazioni

                                        Si ringrazia il Teatro Municipale di Piacenza
                                        per aver concesso il materiale editoriale.

                                        Referenze fotografiche
                                        copertina e pag. 4 © Gianni Cravedi
                                        foto di scena © Davide Capra

DIAMO LUCE ALLE TUE PASSIONI            L’editore si rende disponibile
                                        per gli eventuali aventi diritto
SOSTENENDO LA CULTURA E LE ECCELLENZE   sul materiale utilizzato.

DEL NOSTRO TERRITORIO.                  Stampa Edizioni Moderna, Ravenna
Opera - Un ballo in maschera Giuseppe Verdi - Teatro Alighieri
Un ballo in maschera
melodramma in tre atti di Antonio Somma
musica di Giuseppe Verdi
(Casa Ricordi, Milano)

personaggi e interpreti
Riccardo Vincenzo Costanzo/Ivan Defabiani
Renato Mansoo Kim
Amelia Susanna Branchini
Ulrica Agostina Smimmero
Oscar Paola Leoci/Natalia Labourdette
Silvano Giovanni Tiralongo
Samuel Mariano Buccino
Tom Cristian Saitta
Un giudice/Un servo di Amelia Raffaele Feo
direttore Donato Renzetti
regia Leo Nucci
regista collaboratore Salvo Piro
scene Carlo Centolavigna
costumi Artemio Cabassi
disegno luci Claudio Schmid
Orchestra Giovanile Luigi Cherubini
Coro del Teatro Municipale di Piacenza
maestro del coro Corrado Casati
Quartetto d’archi del Conservatorio Nicolini di Piacenza
violini Asif Anichini, Lucy Aldina Manfredi, viola Diego Romani, violoncello Alice Anna Boiardi

Banda di palcoscenico del Conservatorio Nicolini di Piacenza
flauti Lorenzo Di Marco, Giorgia Libelli clarinetti Giacomo Alfano, Miljan Minic, Martino Moruzzi
corni Giorgio Strinati, Szilvia Ludmann trombe Davide Bertoli, Gianluca Feccia
tromboni Giacomo Gamberoni, Alfredo Migliavacca, Ennada Khalfaoui Katri
Figuranti Giorgia Massaro (danzatrice), Derick Amanfu, Camara Daouda, Mody Kantè, Marcello Tassi
direttore musicale di palcoscenico Jacopo Brusa direzione di scena Luigi Barilone
maestro di sala Gianluca Ascheri maestro collaboratore Ermellinda Suella
maestro alle luci Elisa Montipò maestro ai sovratitoli Enrica Apparuti

responsabile Tecnico Michele Cremona direttore dell’allestimento Emanuele Grilli
tecnici macchinisti Massimo Groppelli tecnici elettricisti Andrea Morarelli (capo elettricista), Daniele Faroldi
attrezzista Cinzia Pagliari, Enrico Berini
sarte Consuelo Olivares (capo sarta), Manuela Monti, Anna Tondini
trucco/parrucco Francesca Mori (responsabile), Beatrice Tappani, Julia Piercey, Elena Greco, Ilaria Bianchi
attrezzeria E. Rancati srl (Cornaredo, Milano) scene realizzate da Keiko Shiraishi (Modena), Officine Contesto di Alan Zinchi
(Nonantola - MO) costumi, calzature, parrucche Artescenica di Stefano Giaroli, Reggio Emilia noleggio luci Gemmiluci (Milano)

nuovo allestimento
coproduzione Fondazione Teatri di Piacenza, Teatro Alighieri di Ravenna, Teatro Comunale di Ferrara

                                                              5
Opera - Un ballo in maschera Giuseppe Verdi - Teatro Alighieri
Un ballo in maschera                                               Atto Primo
                                                                            [Preludio]
                                                                                                                                      Oscar
                                                                                                                                      (offrendogli un foglio)
                                                                                                                                                          Eccovi i nomi.
                         melodramma in tre atti                             Scena prima
                       libretto di Antonio Solera                           È il mattino. Una sala nel palazzo del                    Riccardo
                                                                            Governatore. In fondo, l’ingresso delle sue               (leggendo, tra sé)
                       musica di Giuseppe Verdi
                                                                            stanze. Deputati, Gentiluomini, Popolani,                 Amelia... ah, dessa ancor! l’anima mia
                         (Casa Ricordi, Milano)
                                                                            Uffiziali; sul dinanzi Samuel, Tom e loro Aderenti,       in lei rapita ogni grandezza oblia!
       prima rappresentazione: Roma, Teatro Apollo, 17 febbraio 1859
                                                                            tutti in attesa di Riccardo.
                                                                                                                                      La rivedrà nell’estasi
                                                                                                                                      raggiante di pallore
                                                                            [Introduzione]
                              PERSONAGGI                                                                                              e qui sonar d’amore
                                                                                                                                      la sua parola udrà.
                                                                            Uffiziali e Gentiluomini
Riccardo, conte di Warwich, governatore di Boston                  tenore   Posa in pace, a’ bei sogni ristora,                       O dolce notte, scendere
Renato, creolo, suo segretario e sposo di                        baritono   o Riccardo, il tuo nobile cor.                            tu puoi gemmata a festa:
Amelia                                                           soprano    A te scudo su questa dimora                               ma la mia stella è questa,
Ulrica, indovina di razza nera                                  contralto   sta d’un vergine mondo l’amor.                            questa che il ciel non ha!
Oscar, paggio                                                    soprano                                                              Uffiziali e Gentiluomini
                                                                            Samuel, Tom, e loro Aderenti
Silvano, marinaio                                                   basso   E sta l’odio che prèpara il fio,                          Con generoso affetto
Samuel,                                                             basso   ripensando ai caduti per te.                              entro sé stesso assorto
          nemici del Conte
Tom,                                                                basso   Come speri, disceso l’oblio                               il nostro bene oggetto
Un Giudice                                                         tenore   sulle tombe infelici non è.                               de’ suoi pensier farà.
Un Servo d’Amelia                                                  tenore                                                             Samuel, Tom e loro Aderenti
                                                                            Scena seconda                                             (sommessamente)
                                                                            Oscar, indi Riccardo, e detti.                            L’ora non è, chè tutto
Deputati, Uffiziali, Marinai, Guardie, Uomini, Donne e Fanciulli del                                                                  qui d’operar ne toglie.
popolo, Gentiluomini, Aderenti di Samuel e di Tom, Servi, Maschere e        Oscar                                                     Dalle nemiche soglie
coppie danzanti.                                                            S’avanza il Conte.                                        meglio l’uscir sarà.

                   La scena a Boston e ne’ dintorni.                        Riccardo                                                  Riccardo
                   L’azione alla fine del secolo XVII.                      (salutando gli astanti)                                   (ad Oscar)
                                                                            Amici miei... Soldati...                                  Il cenno mio di là con essi attendi.
                                                                            E voi del par diletti a me!...                            (tutti s’allontanano.)
                                                                            (ai deputati nel ricevere delle suppliche)
                                                                                                           Porgete:                   Oscar
                                                                            a me s’aspetta: io deggio                                 (verso Renato che s’avanza)
                                                                            su’ miei figli vegliar, perché sia pago                   Libero è il varco a voi.
                                                                            ogni voto, se giusto.
                                                                            Bello il poter non è, che de’ soggetti
                                                                            le lacrime non terge, e ad incorrotta                     Scena terza
                                                                            gloria non mira.                                          Riccardo e Renato.

                                                                            Oscar                                                     Renato
                                                                            (a lui)                                                   (fra sé)
                                                                                             Leggere vi piaccia                       (Deh come triste appar!)
                                                                            delle danze l’invito.
                                                                                                                                      Riccardo
                                                                            Riccardo                                                  (fra sé)
                                                                                                 Avresti alcuna                                                  (Amelia!)
                                                                            beltà dimenticato?

                                    6                                                                                             7
Opera - Un ballo in maschera Giuseppe Verdi - Teatro Alighieri
Renato                                                    Ah!... gli è di ciò che parli?                   Giudice                                              Oscar
(chinandosi)                                              Altro non sai?...                                                                     S’appella       (verso il Conte)
                                        Conte...                                                           Ulrica, dell’immondo                                                    Assolverla degnate.
                                                          Renato                                           sangue de’ negri.
Riccardo                                                                    Se udir ti piace i nomi...                                                          Riccardo
(Oh ciel! lo sposo suo!)                                                                                   Oscar                                                Ebben, tutti chiamate:
                                                          Riccardo                                                             Intorno a cui s’affollano        or v’apro un mio pensier.
Renato                                                    Che importa? io li disprezzo.                    tutte le stirpi. Del futuro l’alta                   (Renato ed Oscar invitano a rientrare gli usciti)
(accostandosi)                                                                                             divinatrice...
                     Turbato il mio                       Renato
signor, mentre dovunque il nome suo                       Svelarli è mio dover.                            Giudice                                              Scena quinta
inclito suona?                                                                                                          Che nell’antro abbietto                 Samuel, Tom e Aderenti, Gentiluomini, Uffiziali,
                                                          Riccardo                                         chiama i peggiori, d’ogni reo consiglio              e detti.
Riccardo                                                                       Taci: nel sangue            sospetta già. Dovuto è a lei l’esiglio:
                Per la gloria è molto,                    contaminarmi allor dovrei. Non fia,              né muta il voto mio.                                 Riccardo
nulla pel cor. Segreta, acerba cura                       nol vo’. Del popol mio                                                                                Signori: oggi d’Ulrica
m’opprime.                                                l’amor mi guardi, e mi protegga Iddio.           Riccardo                                             alla magion v’invito,
                                                                                                           (ad Oscar)                                           ma sotto altro vestito;
Renato                                                    Renato                                           Che ne di’ tu?                                       Io là sarò.
               E donde?                                   Alla vita che t’arride
                                                          di speranze e gloria piena,                      Oscar                                                Renato
Riccardo                                                  d’altre mille e mille vite                                      Difenderla vogl’io.                              Davver?
                          Ah no... non più...             il destino s’incatena!
                                                                                                           Volta la terrea
                                                          Te perduto, ov’è la patria                                                                            Riccardo
                                                                                                           fronte alle stelle
Renato                                                    col suo splendido avvenir!                                                                            Sì, vo’ gustar la scena.
                                                                                                           come sfavilla
                                            Dirolla
                                                          E sarà dovunque, sempre                          la sua pupilla,
io la cagion.                                                                                                                                                   Renato
                                                          chiuso il varco alle ferite,                     quando alle belle
                                                                                                                                                                L’idea non è prudente.
                                                          perché scudo del tuo petto                       il fin predice
Riccardo
                                                          è del popolo l’affetto?                          mesto o felice
               (Gran Dio!)                                                                                                                                      Oscar
                                                          Dell’amor più desto è l’odio                     dei loro amor!
                                                                                                                                                                La trovo anzi eccellente,
                                                          le sue vittime a colpir!                         È con Lucifero
Renato                                                                                                                                                          feconda di piacer.
                                                                                                           d’accordo ognor!
So tutto...
                                                                                                                                                                Renato
                                                          Scena quarta                                     Riccardo
Riccardo                                                                                                                                                        Te ravvisar taluno
                                                          Oscar, poi un Giudice, e detti.                  Che vaga coppia,
              E che!                                                                                                                                            Ivi potria.
                                                          Entra Oscar                                      che protettor!
Renato                                                                                                                                                          Riccardo
                                                          Oscar                                            Oscar
                 So tutto.                                                                                                                                                 Qual tema!
                                                          Il primo Giudice.                                Chi la profetica
Già questa soglia stessa
                                                                                                           sua gonna afferra,
non t’è securo asilo.                                                                                                                                           Samuel, Tom
                                                          Riccardo                                         o passi il mare,
                                                                                                                                                                (sogghignando)
                                                                            S’avanzi.                      voli alla guerra,
Riccardo                                                                                                                                                        Ve’, ve’, di tutto trema
                                                                                                           le sue vicende
Prosegui.                                                                                                                                                       codesto consiglier.
                                                          Giudice                                          soavi, amare
                                                          (offrendogli dispacci a firmare)                 da questa apprende
Renato                                                                                                                                                          Riccardo
                                                                                     Conte!                nel dubbio cor.
           Un reo disegno                                                                                                                                       (ad Oscar)
                                                                                                           È con Lucifero
nell’ombre si matura,                                                                                                                                           E tu m’appronta un abito
                                                          Riccardo                                         d’accordo ognor!
i giorni tuoi minaccia.                                                                                                                                         da pescator.
                                                          Che leggo!... il bando ad una donna! Or donde?
                                                          Qual è il suo nome?... di che rea?               Giudice
Riccardo                                                                                                                                                        Samuel, Tom e loro Aderenti
                                                                                                           Sia condannata.
(con gioia)                                                                                                                                                                (Chi sa...

                                                      8                                                                                                     9
Opera - Un ballo in maschera Giuseppe Verdi - Teatro Alighieri
che alla vendetta l’adito                               Nel fondo Donne e Fanciulli del popolo; Ulrica    Donne e Fanciulli                             Riccardo
non s’apra alfin colà?)                                 presso la tavola.                                 Evviva la maga!                               (ponendolo in tasca a Silvano che non s’avvede)
                                                                                                                                                                           (Mentire non de’.)
Riccardo                                                [Invocazione]                                     Ulrica
Ogni cura si doni al diletto,                                                                             (di sotterra)                                 Silvano
e s’accorra nel magico tetto:                           Donne e Fanciulli                                                     Silenzio, silenzio!       A fausto presagio ben vuolsi mercè.
tra la folla de’ creduli ognuno                         Zitti... l’incanto non dèssi turbare...                                                         (frugando trova il rotolo su cui legge estatico)
s’abbandoni e folleggi con me.                          il dimonio tra breve halle a parlare!                                                           “Riccardo al suo caro Silvano Uffiziale.”
                                                                                                          Scena ottava                                  Per bacco! non sogno!... dell’oro ed un grado!
Renato                                                  Ulrica                                            Silvano, e detti.
E s’accorra, ma vegli il sospetto                       (come ispirata)                                                                                 Donne e Fanciulli
sui perigli che fremono intorno,                        Re dell’abisso, affrettati,                       Silvano                                       Evviva la nostra Sibilla immortale,
ma protegga il magnanimo petto                          precipita per l’etra,                             (rompendo la calca)                           che spande su tutti ricchezze e piacer!
di chi nulla paventa per sé.                            senza libar la folgore                            Su, fatemi largo, saper vo’ il mio fato.      (S’ode picchiare alla piccola porta; Ulrica va ad
                                                        il tetto mio penètra.                             Son servo del Conte: son suo marinaro:        aprire e v’entra un servo)
Oscar                                                   Omai tre volte l’upupa                            la morte per esso più volte ho sfidato;
L’indovina ne dice di belle,                            dall’alto sospirò;                                tre lustri son corsi del vivere amaro,        Silvano, Donne e Fanciulli
e sta ben che l’interroghi anch’io;                     la salamandra ignivora                            tre lustri che nulla s’è fatto per me.        Si batte!
sentirò se m’arridon le stelle,                         tre volte sibilò...
di che sorti benefica m’è.                              e delle tombe il gemito                           Ulrica                                        Riccardo
                                                        tre volte a me parlò!                             (ricomparendo)                                        (Che veggo, sull’uscio secreto,
Riccardo                                                                                                  E chiedi?                                     un servo d’Amelia!)
Dunque, signori, aspettovi,
incognito, alle tre                                     Scena settima                                     Silvano                                       Servo
nell’antro dell’oracolo,                                Riccardo, e detti.                                        Qual sorte pel sangue versato         (ad Ulrica)
della gran maga al piè.                                                                                   mi attende.                                                       Sentite: la mia
                                                        Riccardo                                                                                        signora, che aspetta là fuori, vorria
Oscar, Uffiziali e Gentiluomini                         (entra vestito da da pescatore, avanzandosi tra   Riccardo                                      pregarvi in segreto d’arcano parer.
Teco sarem di subito,                                   la folla, né scorgendo alcuno de’ suoi)           (a parte)
incogniti, alle tre                                     Arrivo il primo!                                                (Favella da franco soldato.)    Riccardo
nell’antro dell’oracolo,                                                                                                                                (Amelia!)
della gran maga al piè.                                 Donne e Fanciulli                                 Ulrica
                                                        (lo respingono)                                   (a Silvano)                                   Ulrica
Samuel, Tom e Seguaci                                                   Villano, dà indietro.             La mano.                                                  S’innoltri, ch’io tutti allontano.
Senza posa vegliamo all’intento,                        (Riccardo s’allontana ridendo.)
né si perda ove scocchi il momento;                     Oh come tutto riluce di tetro?                    Silvano                                       Riccardo
forse l’astro che regge il suo fato                                                                                   Prendete.                         (Non me.)
nell’abisso là spegnersi de’.                           Ulrica
                                                        (con esaltazione, declamando)                     Ulrica                                        (Il servo parte.)
                                                        È lui, è lui! ne’ palpiti                         (osservando la mano)
Scena sesta                                             come risento adesso                                                    Rallegrati: omai         Ulrica
L’abituro dell’indovina.                                la voluttà riardere                               in breve dell’oro e un grado t’avrai.         (agli astanti)
A sinistra un camino; il fuoco è acceso, e la           del suo tremendo amplesso!                        (Riccardo trae un rotolo e vi scrive su.)                Perché possa rispondere a voi
caldaia magica fuma sovra un treppiè; dallo             La face del futuro                                                                              è d’uopo che innanzi m’abbocchi a Satàna.
stesso lato l’uscio d’un oscuro recesso. Sul            nella sinistra egli ha.                           Silvano                                       Uscite, e lasciate che io scruti nel ver.
fianco a destra una scala che gira e si perde           M’arrise al mio scongiuro,                        Scherzate?
sotto la volta, e all’estremità della stessa sul        rifolgorar la fa:                                                                               Silvano, Donne e Fanciulli
davanti una piccola porta segreta. Nel fondo            nulla, più nulla ascondersi                       Ulrica                                        Usciamo: si lasci che scruti nel ver.
l’entrata della porta maggiore con ampia                al guardo mio potrà!                                            Va pago.                        (Mentre tutti s’allontanano, Riccardo
finestra d’allato. In mezzo una rozza tavola, e         (batte il suolo e sparisce)                                                                     s’asconde.)
pendenti dal tetto e dalle pareti stromenti ed
arredi analoghi al luogo.

                                                   10                                                                                                  11
Opera - Un ballo in maschera Giuseppe Verdi - Teatro Alighieri
Scena nona                                       a quelle pietre infami,         pur ch’io respiri, Amelia,                          irati sfidar.
Amelia, Ulrica e Riccardo in disparte.           ove la colpa scontasi           l’aura de’ tuoi sospir.
                                                                                                                                     Sollecita esplora,
                                                 coll’ultimo sospir!
                                                                                                                                     divina gli eventi:
Ulrica                                                                           Voci
                                                                                                                                     non possono i fulmin,
Che v’agita così?                                Amelia                          (dal fondo)
                                                                                                                                     la rabbia de’ venti,
                                                 Mio Dio! qual loco!             Figlia d’averno, schiudi la chiostra,
                                                                                                                                     la morte, l’amore
Amelia                                                                           e tarda meno a noi ti mostra.
                                                                                                                                     sviarmi dal mal.
                Segreta, acerba                  Ulrica
cura che amor destò...                                              Attonita     Ulrica
                                                                                                                                     Coro
                                                 e già tremante siete!           (ad Amelia)
                                                                                                                                     Non possono i fulmin,
Riccardo                                                                         Presto, partite.
                                                                                                                                     la rabbia de’ venti,
(nascosto)                                       Riccardo
                                                                                                                                     la morte, l’amore
(Che ascolto?)                                   (Povero cor!)                   Amelia
                                                                                                                                     sviarmi dal mar.
                                                                                                 Stanotte...
Ulrica                                           Ulrica
                                                                                                                                     Riccardo
                 E voi cercate?...                                V’esanima?     Ulrica
                                                                                                                                     Sull’agile prora
                                                                                                               Addio...
                                                                                                                                     che m’agita in grembo,
Amelia                                           Amelia
                                                                                                                                     se scosso mi sveglio
Pace... svellermi dal petto                      Agghiaccio...
                                                                                                                                     ai fischi del nembo,
chi sì fatale e desïato impera!                                                  [Scena e Canzone]
                                                                                                                                     ripeto fra i tuoni
Lui, che su tutti il ciel arbitro pose.          Ulrica
                                                                                                                                     le dolci canzoni.
                                                                  E l’oserete?   Scena decima
Riccardo                                                                         Ulrica apre l’entrata maggiore: entrano Samuel,     Le dolci canzoni
(con viva emozione di gioia)                     Amelia                          Tom e Aderenti, Oscar, Gentiluomini e Uffiziali,    del tetto natio,
(Che ascolto! Anima mia!)                        Se tale è il dover mio          travestiti bizzarramente, ai quali s’unisce         che i baci ricordan
                                                 troverò possa anch’io.          Riccardo.                                           dell’ultimo addio,
Ulrica                                                                                                                               e tutte raccendon
L’oblio v’è dato. Arcane                         Ulrica                          Coro                                                le forze del cor.
stille conosco d’una magic’erba,                 Stanotte?                       Su, profetessa, monta il treppiè;                   Su dunque, risuoni
che rinnovella il cor. Ma chi n’ha d’uopo                                        canta il futuro.                                    la tua profezia,
spiccarla debbe di sua man nel fitto             Amelia                                                                              di’ ciò che può sorger
delle notti... funereo                                      Sì.                  Oscar                                               dal fato qual sia,
è il loco.                                                                                      Ma il Conte ov’è?                    nell’anime nostre
                                                 Riccardo                                                                            non entra terror.
Amelia                                                        (Non sola:         Riccardo
         Ov’è?                                   ché te degg’io seguir.)         (ad Oscar)                                          Riccardo, Oscar, Samuel, Tom e Cavalieri
                                                                                 Taci, nascondile che qui son io.                    Nell’anime nostre
Ulrica                                           Amelia                          (ad Ulrica)                                         non entra terror.
                 L’osate                         Consentimi, o Signore,          Or tu, Sibilla, che tutto sai,
voi?                                             virtù ch’io lavi il core,       della mia stella mi parlerai.                       Ulrica
                                                 e l’infiammato palpito                                                              Chi voi siate, l’audace parola
                                                                                 Di’ tu se fedele
Amelia                                           nel petto mio sopir!                                                                può nel pianto prorompere un giorno
                                                                                 il flutto m’aspetta,
(risoluta)                                                                                                                           se chi sforza l’arcano soggiorno
                                                                                 se molle di pianto
    Sì, qual esso sia.                           Ulrica                                                                              va la colpa nel duolo a lavar,
                                                                                 la donna diletta
                                                 Va’ non tremar, l’incanto                                                           se chi sfida il suo fato insolente
                                                                                 dicendomi addio
Ulrica                                           inaridisce il pianto.                                                               deve l’onta nel fato scontar.
                                                                                 tradì l’amor mio.
                       Dunque ascoltate.         Osa, e berrai nel farmaco
                                                 l’oblio de’ tuoi martir.        Con lacere vele
Della città all’occaso,                                                                                                              Riccardo
                                                                                 e l’alma in tempesta,
là dove al tetro lato                                                                                                                Orsù, amici.
                                                 Riccardo                        i solchi so franger
batte la luna pallida
                                                 Ardo, e seguirla ho fisso       dell’onda funesta,
sul campo abbominato...
                                                 se fosse nell’abisso,           l’averno ed il cielo
Abbarbica gli stami

                                            12                                                                                      13
Opera - Un ballo in maschera Giuseppe Verdi - Teatro Alighieri
Samuel                                         Riccardo                                  Riccardo                                            Riccardo
               Ma il primo chi fia?            Se sul campo d’onor, ti so grato.         (con vivacità)                                      (gettandole una borsa)
                                                                                                                         Benissimo.                           T’acqueta e prendi.
Oscar                                          Ulrica                                    (offrendo la destra a’ circostanti che non osano
Io.                                            (con più forza)                           toccare)                                            Ulrica
                                               No... per man d’un amico...               Qual è di voi, che provi                            Magnanimo tu se’, ma v’ha fra loro
Riccardo                                                                                 l’oracolo bugiardo?...                              il traditor: più d’uno
(offrendo la palma ad Ulrica)                  Oscar                                     Nessuno!                                            forse...
   L’onore a me cedi.                                                        Gran Dio!
                                                                                                                                             Samuel, Tom
Oscar                                          Oscar, Samuel, Tom e Aderenti             Scena undicesima                                         (Gran Dio!)
                        E lo sia.              Quale orror!                              Renato, e detti.
                                                                                                                                             Riccardo
Ulrica                                         Ulrica                                    Riccardo                                                                 Non più.
(solennemente)                                              Così scritto è lassù!        (accorrendo a lui)
È la destra d’un grande, vissuto                                                                  Eccolo.                                    Coro
sotto gli astri di Marte.                      Riccardo                                  (e unisce la sua alla destra dell’amico)            (da lontano)
                                               (guardando intorno)                                                                                                         Viva Riccardo!
Oscar                                          È scherzo od è follia                     Tutti
                          Nel vero             siffatta profezia:                                          È desso!                          Oscar, Ulrica, Riccardo, Renato, Samuel e Tom
ella colse.                                    ma come fa da ridere                                                                          Quai voci?
                                               la lor credulità!                         Samuel
Riccardo                                                                                 (ai suoi)
              Tacete.                          Ulrica                                    Respiro: il caso ne salvò.                          Scena dodicesima
                                               (a Tom e Samuel)                                                                              Silvano, e i suoi, e detti.
Ulrica                                         Ah voi, signori, a queste                 Oscar e Cavalieri
(staccandosi da lui)                           paròle mie funeste,                       (contro Ulrica)                                     Silvano
                   Infelice...                 voi non osate ridere,                                                  L’oracolo                          È lui, ratti movete, è lui:
va, mi lascia... non chiedere più!             che dunque in cor vi sta?                 mentiva.                                            il nostro amico e padre.
                                                                                                                                             (Tutti entrano in scena.)
Riccardo                                       Samuel e Tom                              Riccardo                                            Tutti con me chinatevi al suo piede
Su, prosegui.                                  (fissando Ulrica)                                   Sì: perché la man ch’io stringo           e l’inno suoni della nostra fe’.
                                               La sua parola è dardo,                    è del più fido amico mio!
Ulrica                                         è fulmine lo sguardo,                                                                         Silvano e i suoi
                 No... lasciami.               dal confidente demone                     Renato                                              O figlio d’Inghilterra,
                                               tutto costei risà.                                                     Riccardo!              amor di questa terra:
Riccardo                                                                                                                                     reggi felice, arridano
                               Parla.          Oscar e Cavalieri                         Ulrica                                              gloria e salute a te.
                                               E tal fia dunque il fato?                 (riconoscendo il Conte)
Ulrica                                         Ch’ei cada assassinato?                   Il Conte!...                                        Oscar
(evitando)                                     Al sol pensarci l’anima                                                                       Il più superbo alloro,
Te ne prego.                                   abbrividendo va.                          Riccardo                                            che vince ogni tesoro,
                                                                                         (a lei)                                             alla tua chioma intrecciano
Oscar, Samuel, Tom e Cavalieri                 [Scena e Inno – Finale I]                             Né, chi fossi il genio tuo              riconoscenza e fe’.
(ad Ulrica)                                                                              ti rivelò, né che voleano al bando
            Eh finiscila omai.                 Riccardo                                  oggi dannarti.                                      Riccardo
                                               Finisici il vaticinio.                                                                        E posso alcun sospetto
Riccardo                                       di’, chi fia dunque l’uccisor?            Ulrica                                              alimentar nel petto,
Te lo impongo.                                                                                            Me?                                se mille cuori battono
                                               Ulrica                                                                                        per immolarsi a me?
Ulrica                                                                    Chi primo
                  Ebben, presto morrai.        tua man quest’oggi stringerà.

                                          14                                                                                                15
Opera - Un ballo in maschera Giuseppe Verdi - Teatro Alighieri
Renato                            Atto secondo                                          Scena seconda
Ma la sventura è cosa                                                                   Riccardo e Amelia.
pur ne’ trionfi ascosa,           [Preludio, Scena ed Aria]
là dove il fato ipocrita                                                                Riccardo
veli una rea mercè.               Scena prima                                           Teco io sto.
                                  Campo solitario nei dintorni di Boston, appiè
Ulrica                            d’un colle scosceso. A sinistra nel basso             Amelia
Non crede al proprio fato,        biancheggiano due pilastri; la luna leggermente                   Gran Dio!
ma pur morrà piagato;             velata illumina alcuni punti della scena.
sorrise al mio presagio,          Appare Amelia dalle eminenze. S’inginocchia e         Riccardo
ma nella fossa ha il piè.         prega. Si alza e a poco a poco discende dal colle.                           Ti calma:
                                                                                        di che temi?
Samuel, Tom e Aderenti            Amelia
(Chiude al ferir la via           Ecco l’orrido campo ove s’accoppia                    Amelia
questa servil genìa,              al delitto la morte!                                                Ah mi lasciate...
che sta lambendo l’idolo,         Ecco là le colonne...                                 Son la vittima che geme...
e che non sa il perché.)          la pianta è là, verdeggia al piè. S’inoltri.          il mio nome almen salvate...
                                  Ah mi si aggela il core!                              o lo strazio ed il rossore
                                  Sino il romor de’ passi miei, qui tutto               la mia vita abbatterà.
                                  m’empie di raccapriccio e di terrore!
                                  E se perir dovessi?                                   Riccardo
                                  Perire! ebben quando la sorte mia,                    Io lasciarti? no, giammai:
                                  il mio dover tal è, s’adempia, e sia.                 nol poss’io; ché m’arde in petto
                                                                                        immortal di te l’affetto.
                                  (Fa per avviarsi)
                                  Ma dall’arido stelo divulsa                           Amelia
                                  come avrò di mia mano quell’ erba,                    Conte, abbiatemi pietà.
                                  e che dentro la mente convulsa
                                  quell’ eterea sembianza morrà:                        Riccardo
                                  che ti resta, perduto l’amor...                       Così parli? a chi t’adora
                                  che ti resta, mio povero cor!                         pietà chiedi, e tremi ancora?
                                  Oh! chi piange? qual forza m’arretra,                 Il tuo nome intemerato,
                                  m’attraversa la squallida via?                        l’onor tuo sempre sarà.
                                  Su coraggio... e tu fatti di pietra,
                                  non tradirmi, dal pianto ristà:                       Amelia
                                  o finisci di battere e muor,                          Ma, Riccardo, io son d’altrui...
                                  t’annïenta, mio povero cor!                           dell’amico più fidato...
                                  (Suona mezzanotte.)
                                                                                        Riccardo
                                  Mezzanotte! Ah! che veggio? Una testa                 Taci, Amelia...
                                  di sotterra si leva... e sospira!
                                  Ha negli occhi il baleno dell’ ira                    Amelia
                                  e m’affisa e terribile sta!                                          Io son di lui,
                                  (Cade in ginocchio.)                                  che darìa la vita a te...
                                  Deh! mi reggi, m’aïta, o Signor,
                                  miserere d’un povero cor!                             Riccardo
                                                                                        Ah crudele, e mel rammemori,
                                                                                        lo ripeti innanzi a me!
                                  [Duetto]                                              Non sai tu che se l’anima mia
                                                                                        il rimorso dilacera e rode,
                                                                                        quel suo grido non cura, non ode,
                                                                                        sin che l’empie di fremiti amor?

                             16                                                        17
Non sai tu che di te resterìa,               Ah ch’io t’ascolti ancora                     Riccardo                                         Amelia
se cessasse di battere il cor!               rispondermi così!                                                        Chi son?                                            T’è libero ancora
                                             Astro di queste tenebre                                                                        il passo, deh, fuggi...
Quante notti ho vegliato anelante!
                                             a cui consacro il core:                       Renato
Come a lungo infelice lottai!
                                             irradiami d’amore,                                                              Congiurati.    Riccardo
Quante volte dal cielo implorai
                                             e più non sorga il dì!                                                                                             E lasciarti qui sola
la pietà, che tu chiedi da me!
                                                                                           Amelia                                           con esso? no mai, piuttosto morrò.
Ma per questo ho potuto un istante,
                                             Amelia                                        (O ciel!)
infelice, non viver di te?
                                             Ahi sul funereo letto                                                                          Amelia
                                             ov’io sognava spegnerlo,                      Renato                                           Oh fuggi o che il velo dal capo torrò.
Amelia
                                             gigante torna in petto                                 Trasvolai nel manto serrato,
Deh soccorri tu, cielo, all’ambascia
                                             l’amor che mi ferì!                           così che m’han preso per un dell’agguato,        Riccardo
di chi sta fra l’infamia e la morte;
                                             Ché non m’è dato in seno                      e intesi taluno proromper: “L’ho visto:          Che dici?
tu pietoso rischiara le porte
                                             a lui versar quest’anima?                     è il Conte: un’ignota beltade è con esso”;
di salvezza all’errante mio piè.
                                             O nella morte almeno                          poi altri qui volto “Fuggevole acquisto!         Amelia
E tu va, ch’io non t’oda, mi lascia:
                                             addormentarmi qui?                            S’ei rade la fossa, se il tenero amplesso                    Risolvi.
son di lui, che il suo sangue ti diè.
                                             (la luna illumina sempre più.)                troncar, di mia mano, repente saprò.”
                                                                                                                                            Riccardo
Riccardo
                                             [Scena e Terzetto]                            Amelia                                                                  Desisti.
La mia vita... l’universo,
                                             Ahimè!                                        (Io muoio...)
per un detto...
                                                                                                                                            Amelia
                                             Riccardo                                      Riccardo                                                                       Lo vo’.
Amelia
                                                    Taci...                                (ad Amelia)
               Ciel pietoso!
                                                                                                           Fa core.                         (Riccardo esita, Amelia rinnova l’ordine colla
                                             Amelia                                                                                         mano; al ricomparire di Renato, Riccardo gli va
Riccardo
                                                              S’appressa                   Renato                                           incontro)
Di’ che m’ami...
                                             alcun...                                      (coprendolo col suo mantello)
                                                                                                               Ma questo ti do.             Amelia
Amelia
                                             Riccardo                                      (poi additandogli un viottolo a destra)          (Salvarlo a quest’alma se dato sarà,
                   Va, Riccardo!
                                                      Chi giunge in questo                 E bada, lo scampo, t’è libero là.                dal fiero suo fato più tema non ha.)
                                             soggiorno della morte?
Riccardo
                                             (fatti pochi passi)                           Riccardo                                         Riccardo
Un sol detto...
                                             		                       Ah! non mi inganno   (presa per mano Amelia)                          (a Renato solennemente)
                                             Renato!                                       Salvarti degg’io...                              Amico, gelosa t’affido una cura:
Amelia
                                                                                                                                            l’amor che mi porti, garante mi fa.
                  Ebben, sì, t’amo...
                                             Amelia                                        Amelia
                                             (abbassando il velo atterrita)                (sottovoce a Riccardo)                           Renato
Riccardo
                                                    Il mio consorte!                                        (Me misera! Va!)                Affidati, imponi.
M’ami, Amelia!
                                                                                           Renato                                           Riccardo
Amelia
                                             Scena terza                                   (passando ad Amelia)                             (coll’indice verso Amelia)
               Ma tu, nobile,
                                             Riccardo, Amelia e Renato.                    Ma voi non vorrete segnarlo, o signora,                           Promettimi, giura
Me difendi dal mio cor!
                                                                                           Al ferro spietato!                               che tu l’addurrai, velata, in città...
                                             Riccardo                                                                                       né un detto né un guardo sur essa trarrai.
Riccardo
                                             (incontrandolo)                               Amelia
(fuori di sé)
                                             Tu qui?                                       (a Riccardo)                                     Renato
M’ami, m’ami!... oh sia distrutto
                                                                                                               Deh solo t’invola!           Lo giuro.
il rimorso, l’amicizia
                                             Renato
nel mio seno: estinto tutto:
                                                     Per salvarti da lor, che, celati      (Renato va nel fondo a vedere se s’avanzano.)    Riccardo
tutto sia fuorché l’amor!
                                             lassù, t’hanno in mira.                                                                                 E che tocche le porte, n’andrai
Oh qual soave brivido                                                                      Riccardo                                         da solo all’opposto.
l’acceso petto irrora!                                                                     Che qui t’abbandoni?...

                                        18                                                                                                 19
Renato                                              Scena quinta                             ché il sorriso d’una bella                         Tom
                     Lo giuro, e sarà.              Samuel, Tom con seguito, e detti.        stemmo indarno ad aspettar.                              Sua moglie!

Amelia                                              Amelia                                   Tom                                                Amelia
(sottovoce a Riccardo; agitatissima)                                    Eccoli.              Io per altro il volto almeno                                         O ciel! pietà!
Odi tu come fremono cupi                                                                     vo’ a quest’Iside mirar.
per quest’aure gli accenti di morte?                Renato                                   (alcuni de’ suoi rientrano con fiaccole accese)    Samuel
Di lassù, da quei negri dirupi,                                                   Presto.                                                       (sogghignando)
il segnal de’ nemici partì.                         Appoggiatevi a me.                       Renato                                             Ve’, se di notte qui colla sposa
Ne’ lor petti scintillano d’ira…                                                             (colla mano sull’elsa)                             l’innamorato campion si posa,
E già piomban, t’accerchiano fitti                  Amelia                                   Non un passo: se l’osate                           e come al raggio lunar del miele
al tuo capo già volser la mira                                             Morir mi sento!   traggo il ferro...                                 sulle rugiade corcar si sa!
per pietà, va, t’invola di qui.
                                                    Samuel, Tom e Aderenti                   Samuel                                             Coro
Renato                                              Avventiamoci su lui,                                        Minacciate?                     Ah! ah! ah! ah!
(staccandosi dal fondo ove stava esplorando)        ché scoccata è l’ultim ora.                                                                 E che baccano sul caso strano
Fuggi, fuggi: per l’orrida via                      Il saluto dell’aurora                    Tom                                                e che commenti per per la città!
sento l’orma dei passi spietati,                    pel cadavere sarà.                       Non vi temo.
allo scambio dei detti esecrati                                                              (la luna è in tutto il suo splendore)              Amelia
ogni destra la daga brandì:                         Samuel                                                                                      A chi nel mondo crudel più mai,
Va, ti salva, o che il varco all’uscita             (a Tom)                                  Amelia                                             misera Amelia, ti volgerai?...
qui fra poco serrarsi vedrai!                       Scerni tu quel bianco velo                             O cieli, aïta!                       La tua spregiata lacrima, quale,
Va, ti salva, del popolo è vita                     onde spicca la sua dea?                                                                     qual man pietosa rasciugherà?
questa vita che getti così.                                                                  Coro
                                                    Tom                                      (verso Renato)                                     Renato
Riccardo                                            Sì precipiti dal cielo                   Giù l’acciaro...                                   (fisso alla via onde fuggì Riccardo)
(Traditor, sciagurati son essi,                     all’inferno.                                                                                Così mi paga, se l’ho salvato!
che minacciano il vivere mio?                                                                Renato                                             Ei m’ha la donna contaminato!
Ma l’amico ho tradito pur io...                     Renato                                                  Traditori!                          Per lui non posso levar la fronte,
son colui che nel cor lo ferì!                      (forte)                                                                                     sbranato il cor per sempre m’ha!
Innocente, sfidati gli avrei;                                      Chi va là?                Tom                                                (poi riscuotendosi, e come chi ha preso un grave
or d’amore colpevole... fuggo.                                                               (mentre va per istrappare il velo ad Amelia)       partito, s’accosta a Samuel e Tom)
La pietà del Signore su lei                         Samuel                                   Vo’ finirla...
                                                                                                                                                Converreste in casa mia
posi l’ale, protegga i suoi di!                     Non è desso!
                                                                                                                                                sul mattino di domani?
(Riccardo esce)                                                                              Renato
                                                    Tom                                      (snudando la spada)
                                                                                                                                                Samuel
                                                                     O furor mio!                         E la tua vita
                                                                                                                                                Forse ammenda aver chiedete?
[Scena, Coro e Quartetto – Finale II]                                                        questo insulto pagherà.
                                                    Coro                                     (nell’atto che tutti s’avventano contro Renato,
                                                                                                                                                Renato
Scena quarta                                        Non è il conte!                          Amelia, fuori di sé inframmettendosi, lascia
                                                                                                                                                No, ben altro in cor mi sta.
Renato e Amelia.                                                                             cadere il velo)
                                                    Renato
                                                                                                                                                Samuel
Renato                                                             No, son io                Amelia
                                                                                                                                                Che vi punge?
Seguitemi.                                          che dinanzi a voi qui sta.               No: fermatevi...
                                                                                                                                                Renato
Amelia                                              Samuel                                   Renato
                                                                                                                                                              Lo saprete,
             (Mio Dio!)                             (beffardo)                               (colpito)
                                                                                                                                                Se verrete.
                                                    Il suo fido!                                                Che!... Amelia!...
Renato
                                                                                                                                                Samuel, Tom
                       Perché tremate?              Tom                                      Samuel
                                                                                                                                                            E ci vedrai.
Fida scorta vi son, l’amico accento                            Men di voi                    Lei!...
                                                                                                                                                (nell’uscire seguiti dai loro)
vi risollevi il cor!                                fortunati fummo noi:
                                                                                                                                                Dunque andiam: per vie diverse

                                               20                                                                                              21
l’un dall’altro s’allontani.        Atto Terzo                                           Amelia
Il mattino di domani                                                                     Ah! mi sveni!... ebbene sia...
grandi cose apprenderà.             Scena prima                                          Ma una grazia...
                                    Una stanza da studio nell’abitazione di Renato.
Renato                              Sovra un caminetto di fianco due vasi di bronzo,     Renato
(rimasto solo con Amelia)           rimpetto a cui la biblioteca. Nel fondo v’ha un                      Non a me.
Ho giurato che alle porte           magnifico ritratto del conte Riccardo in piedi, e    La tua prece al ciel rivolgi.
v’addurrei della città.             nel mezzo della scena, una travola.
                                    Entrano Renato e Amelia.                             Amelia
Amelia                                                                                   (genuflessa)
(Come sonito di morte               [Scena ed Aria]                                      Solo un detto ancora a te.
la sua voce al cor mi va!)                                                               M’odi, l’ultimo sarà.
                                    Renato
                                                                                         (con dolore)
                                    (deposta la spada e chiusa la porta)
                                                                                         Morrò, ma prima in grazia
                                    A tal colpa è nulla il pianto,
                                                                                         deh! mi consenti almeno
                                    non la terge e non la scusa.
                                                                                         l’unico figlio mio
                                    Ogni prece è vana omai;
                                                                                         avvincere al mio seno.
                                    sangue vuolsi, e tu morrai.
                                                                                         E se alla moglie nieghi
                                                                                         quest’ultimo favor,
                                    Amelia
                                                                                         non rifiutarlo ai prieghi
                                    Ma se reo, se reo soltanto
                                                                                         del mio materno cor.
                                    è l’indizio che m’accusa?...
                                                                                         Morrò, ma queste viscere
                                    Renato                                               consolino i suoi baci,
                                    Taci, adultera!                                      poi che l’estrema è giunta
                                                                                         dell’ore mie fugaci.
                                    Amelia                                               Spenta per man del padre,
                                                  Gran Dio!                              la mano ei stenderà
                                                                                         su gli occhi d’una madre
                                    Renato                                               che mai più non vedrà!
                                    Chiedi a Lui misericordia.
                                                                                         [Scena ed Aria]
                                    Amelia
                                    E ti basta un sol sospetto?                          Renato
                                    E vuoi dunque il sangue mio?                         (additandole, senza guardarla, un uscio)
                                    E m’infami, e più non senti                          Alzati, là tuo figlio
                                    né giustizia, né pietà?                              a te concedo riveder. Nell’ombra
                                                                                         e nel silenzio, là,
                                    Renato                                               il tuo rossore e l’onta mia nascondi.
                                    Hai finito!                                          (Amelia esce)
                                                                                         Non è su lei, nel suo
                                    Amelia                                               fragile petto che colpir degg’io.
                                    Un istante è ver l’amai                              Altro, ben altro sangue a terger dèssi
                                    ma il tuo nome non macchiai.                         l’offesa!...
                                    Sallo Iddio, che nel mio petto                       (fissando il ritratto)
                                    mai non arse indegno affetto.                                     Il sangue tuo!
                                                                                         E lo trarrà il pugnale
                                    Renato                                               dallo sleal tuo core:
                                    (ripigliando la spada)                               delle lacrime mio vendicatore!
                                    Hai finito! è tardi omai...
                                    Sangue vuolsi, e tu morrai.                          Eri tu che macchiavi quell’anima,

                               22                                                       23
la delizia dell’anima mia...                         Samuel                                              Scena terza                                      Renato
Che m’affidi e d’un tratto esecrabile                             Ma tal mutamento                       Amelia e detti.                                  (fremente di gioia)
l’universo avveleni per me!                          è credibile appena.                                                                                  Il mio nome! O giustizia del fato:
Traditor! che compensi in tal guisa                                                                      Renato                                           la vendetta mi deleghi tu!
dell’amico tuo primo la fè!                          Renato                                              (incontrandola)
O dolcezze perdute! O memorie                                             Qual fu                                    Tu?...                               Amelia
d’un amplesso che l’essere india!...                 la cagion non cercate. Son vostro                                                                    (Ah! del Conte la morte si vuole!
Quando Amelia sì bella, sì candida                   per la vita dell’unico figlio!                      Amelia                                           Nol celar le crudeli parole!
sul mio seno brillava d’amor!...                                                                                            V’è Oscarre che porta         Su quel capo snudati dall’ira
È finita: non siede che l’odio,                      Samuel, Tom                                         un invito del Conte.                             i lor ferri scintillano già!)
e la morte sul vedovo cor!                           (Ei non mente.)
                                                                                                         Renato                                           Renato, Samuel e Tom
[Congiura – Terzetto – Quartetto]                    Renato                                                                   Di lui!...                  Sconterà dell’America il pianto
                                                                      Esitate?                           (fremente)                                       lo sleal che ne fece suo vanto.
                                                                                                         Che m’aspetti.                                   Se traffisse, soccomba trafitto,
Scena seconda                                        Renato, Samuel e Tom                                (ad Amelia)                                      tal mercede pagata gli va!
Renato; Samuel e Tom entrano salutandolo                                         Non più.                              E tu resta, lo dèi:
freddamente.                                                                                             poi che parmi che il cielo t’ha scorta.
                                                     Dunque l’onta di tutti sol una,
                                                                                                                                                          Scena quarta
                                                     uno il cor, la vendetta sarà,
Renato                                                                                                   Amelia                                           Oscar e detti.
                                                     che tremenda, repente, digiuna
Siam soli. Udite. Ogni disegno vostro                                                                    (Qual tristezza m’assale, qual pena!
                                                     su quel capo esecrato cadrà!
m’è noto. Voi di Riccardo la morte                                                                       Qual terribile lampo balena!)                    [Scena e Quintetto]
volete.
                                                     Renato
                                                                                                         Renato                                           Renato
                                                     D’una grazia vi supplico.
Tom                                                                                                      (additando sua moglie agli altri due)            (alla porta)
       È un sogno.                                                                                       Nulla sa, non temete. Costei                     Il messaggio entri.
                                                     Samuel
                                                                                                         esser debbe anzi l’auspice lieto.
                                                                                 E quale?
Renato                                                                                                   (traendola verso la tavola)                      Oscar
(mostrando alcune carte che ha sul tavolo)                                                               V’ha tre nomi in quell’urna: un ne tragga        (verso Amelia)
                                                     Renato
                 Ho qui le prove!                                                                        l’innocente tua mano.                                                Alle danze
                                                     Che sia dato d’ucciderlo a me.
                                                                                                                                                          questa notte, se gradite
Samuel                                                                                                   Amelia                                           collo sposo, il mio signore
                                                     Samuel
(fremendo)                                                                                               (tremante)                                       vi desidera...
                                                     No, Renato: l’avito castello
                                       Ed ora                                                                                   E perché?
                                                     a me tolse, e tal dritto a me spetta.
la trama al Conte svelerai?                                                                                                                               Amelia
                                                                                                         Renato                                           (turbata)
                                                     Tom
Renato                                                                                                   (fulminandola dello sguardo)                                  Nol posso.
                                                     Ed a me, cui spegneva il fratello,
                             No, voglio                                                                  Ubbidisci, non chieder di più.
                                                     cui decenne agonia di vendetta
dividerla.                                                                                                                                                Renato
                                                     senza requie divora, qual parte
                                                                                                         Amelia                                           (ad Oscar)
                                                     Assegnaste?
Samuel, Tom                                                                                              (traendo dal vaso un biglietto che suo marito    Anche il Conte vi sarà?
        Tu scherzi.                                                                                      passa a Samuel)
                                                     Renato
                                                                                                         (Non è dubbio: il feroce decreto                 Oscar
                                                                   Chetatevi, solo
Renato                                                                                                   mi vuol parte ad un’opra di sangue.)             Certo.
                                                     qui la sorte decidere de’.
                         E non co’ detti:
                                                     (prende un vaso dal camino e lo colloca sulla
ma qui col fatto struggerò i sospetti.                                                                   Renato                                           Samuel e Tom
                                                     tavola. Samuel scrive tre nomi e vi getta entro i
Io son vostro, compagno m’avrete                                                                         Qual è dunque l’eletto?                          (fra loro)
                                                     biglietti)
senza posa a quest’opra di sangue:                                                                                                                               Oh sorte!
arra il figlio vi sia. L’uccidete                    E chi vien?...                                      Samuel
se vi manco.                                                                                                                       Renato.                Renato
                                                                                                                                                          (al paggio, ma collo sguardo a Tom)
                                                                                                                                                                          Tanto invito

                                                24                                                                                                       25
so che valga.                              Lo sposo mio!..).                                  chiusa la tua memoria                              di gala a viso scoperto; fra le coppie danzanti
                                                                                              nell’intimo del cor.                               alcune giovani creole. Chi va in traccia, chi evita,
Oscar                                      Oscar                                                                                                 chi ossequia e chi persegue. Il servizio è fatto
                                                                                              (cupo)
             È un ballo in maschera                         Reina                                                                                dai neri, e tutto spira magnificenza ed ilarità.
                                                                                              Ed or qual reo presagio
splendidissimo...                          della festa sarete.
                                                                                              lo spirito m’assale,
                                                                                                                                                 Coro generale
                                                                                              che il rivederti annunzia
Renato                                     Amelia                                                                                                Fervono amori e danze
                                                                                              quasi un desio fatale...
(come sopra)                               (Forse potrallo Ulrica.)                                                                              nelle felici stanze,
                                                                                              come se fosse l’ultima
                 Benissimo!                (frattanto Renato, Samuel e Tom rapidamente in                                                        onde la vita è solo
                                                                                              ora del nostro amor?
(accennando Amelia)                        disparte)                                                                                             un sogno lusinghier.
Ella meco interverrà.                                                                                                                            Notte de’ cari istanti,
                                                                                              [Festa da ballo e Coro]
                                           Samuel e Tom                                                                                          de’ palpiti e de’ canti,
Samuel e Tom                               E qual costume indosserem?                                                                            perché non fermi il volo
                                                                                              (musica di dentro)
(a parte)                                                                                                                                        sull’onda del piacer?
(E noi pur, se da quell’abito              Renato
                                                                                              Ah! dessa è là... potrei vederla... ancora,
più spedito il colpo va.)                                                  Azzurra
                                                                                              riparlarle potrei...
                                           la veste, e da vermiglio                                                                              Scena ottava
                                                                                              Ma no: ché tutto or mi strappa da lei.
Oscar                                      nastro, le ciarpe al manco lato attorte.                                                              Samuel, Tom e i loro Aderenti in domino azzurro
Di che fulgor, che musiche                                                                                                                       col cinto vermiglio. Renato nello stesso costume
esulteran le soglie,                       Samuel e Tom                                                                                          s’avanza lentamente.
                                                                                              Scena sesta
ove di tante giovani                       E qual accento a ravvisarci?
                                                                                              Oscar con una lettera, e detto.
bellezze il fior s’accoglie,                                                                                                                     Samuel
di quante altrice palpita                  Renato                                                                                                (additando Renato a Tom)
                                                                                              Oscar
questa gentil città!                                                      Morte!                                                                 Altro de’ nostri è questo.
                                                                                              (avanzandosi con un foglio in mano)
                                                                                                                                                 (e fattosi presso a Renato, sottovoce)
                                                                                              Ignota donna questo foglio diemmi.
Amelia                                                                                                                                                                      Morte!
                                                                                              “È pel Conte”, diss’ella; “a lui lo reca
(Ed io medesma, o misera,                  Scena quinta
                                                                                              e di celato.”
lo scritto inesorato                       Sontuoso gabinetto del Conte.                                                                         Renato
trassi dall’urna complice,                 Tavola con l’occorrente per iscrivere; nel fondo                                                      (amaramente)
                                                                                              Riccardo
pel mio consorte irato:                    un gran cortinaggio che scoprirà la festa da                                                                                             Sì: morte.
                                                                                              (dopo letto)
su cui del cor più nobile                  ballo.                                                                                                Ma non verrà.
                                                                                                           Che nel ballo alcuno
ferma la morte sta.)                       Riccardo solo.
                                                                                              alla mia vita attenterà, sta detto.
                                                                                                                                                 Samuel e Tom
                                                                                              Ma se m’arresto: allora,
Renato                                     [Finale III – Scena e Romanza]                                                                                    Che parli?
                                                                                              ch’io pavento diran. Nol vo’: nessuno
(Là fra le danze esanime
                                                                                              pur sospettarlo de’. Tu va: t’appresta,
la mente mia sel pinge,                    Riccardo                                                                                              Renato
                                                                                              e ratto per gioir meco la festa.
ove del proprio sangue                     Forse la soglia attinse,                                                                                                         Qui l’aspettarlo è vano.
                                                                                              (Oscar esce, Riccardo rimasto solo vivamente
il pavimento tinge                         e posa alfin. L’onore
                                                                                              prorompe)
spira dator d’infamie                      ed il dover fra i nostri petti han rotto                                                              Samuel, Tom
senza trovar pietà.)                       l’abisso. Ah! sì, Renato                           Sì, rivederti, Amelia,                             Come? Perché?
                                           rivedrà l’Inghilterra... e la sua sposa            e nella tua beltà,
Samuel e Tom                               lo seguirà. Senza un addio, l’immenso              anche una volta l’anima                            Renato
(fra loro)                                 oceàn ne sepàri... e taccia il core.               d’amor mi brillerà!                                                  Vi basti saperlo altrove.
Una vendetta in domino                     (Scrive e nel momento di appor la firma, lascia
è ciò che torna all’uopo:                  cader la penna.)                                                                                      Samuel
fra l’urto delle maschere                  Esito ancor? ma, oh ciel, non lo degg’io?          Scena settima                                                                                    O sorte
non fallirà lo scopo:                      (Sottoscrive e chiude il foglio in seno)           Vasta e ricca sala da ballo splendidamente         ingannatrice!
sarà una danza funebre                     Ah, l’ho segnato il sacrifizio mio!                illuminata e parata a festa.
con pallide beltà.                                                                            Liete musiche preludiano alle danze; e già         Tom
                                           Ma se m’è forza perderti
                                                                                              all’aprirsi delle cortine una moltitudine          (fremente)
                                           per sempre, o luce mia,
Amelia                                                                                        d’invitati empie la scena. Il maggior numero è                     Sempre ne sfuggirà di mano!
                                           a te verrà il mio palpito
(Prevenirlo potessi, e non tradir                                                             in maschera, alcuni in domino, altri in costume
                                           sotto qual ciel tu sia,

                                      26                                                                                                        27
Renato                                                   Oscar                                                Renato                                                 a lui Amelia in domino bianco.
Parlate basso, alcuno lo sguardo a noi fermò.            (voltandogli le spalle)                              Appunto.
                                                                                   Cercatelo da voi.                                                                 Amelia
Samuel                                                                                                        Oscar                                                  Ah perché qui! fuggite...
E chi?                                                   Renato                                                        E compromettere di poi chi ve l’ha detto?
                                                         (con accento amichevole)                                                                                    Riccardo
Renato                                                   Orsù!                                                Renato                                                                               Sei quella dello scritto?
       Quello a sinistra dal breve domino.                                                                    M’offendi. È confidenza che quanto importi so.
(si disperdono, ma Renato viene inseguito da             Oscar                                                                                                       Amelia
Oscar in maschera)                                           È per fargli il tiro che regalaste a me?         Oscar                                                  La morte qui v’accerchia...
                                                                                                              Vi preme assai...
Oscar                                                    Renato                                                                                                      Riccardo
Più non ti lascio, o maschera; mal ti nascondi.          Via, calmati: almen dirmi del suo costume puoi?      Renato                                                                                 Non penetra nel mio
                                                                                                                               Degg’io di gravi cose ad esso,        petto il terror.
Renato                                                   [Canzone]                                            pria che la notte inoltri, qui favellar. Su te
(evitandolo)                                                                                                  farò cader la colpa, se non mi fia concesso.           Amelia
                                           Eh via.       Oscar                                                                                                                          Fuggite, fuggite, o che trafitto
                                                         (scherzando)                                         Oscar                                                  cadrete qui!
Oscar                                                    Saper vorreste                                       Dunque...
(con vivacità)                                           di che si veste,                                                                                            Riccardo
Tu se’ Renato.                                           quando l’è cosa                                      Renato                                                                Rivelami il nome tuo.
                                                         ch’ei vuol nascosa.                                              Fai grazia a lui, se parli e non a me.
Renato                                                   Oscar lo sa,                                                                                                Amelia
(spiccandogli la maschera)                               ma nol dirà,                                         Oscar                                                                                         Gran Dio!
             E Oscarre tu sei.                           tra là, là là                                        (più dappresso e rapidamente)                          Nol posso.
                                                         là là, là là.                                        Veste una cappa nera, con roseo nastro al petto.
Oscar                                                                                                         (e fa per andarsene)                                   Riccardo
                                                         Pieno d’amor
                               Qual villania!                                                                                                                               E perché piangi... mi supplichi atterrita?
                                                         mi balza il cor,
                                                                                                              Renato                                                 Onde, cotanta senti pietà della mia vita?
                                                         ma pur discreto
Renato                                                                                                        Una parola ancora.
                                                         serba il secreto.
Ma bravo, e ti par dunque convenienza questa,                                                                                                                        Amelia
                                                         Nol rapirà
che mentre il conte dorme, tu scivoli alla festa?                                                             Oscar                                                  (tra singulti che svelano la sua voce naturale)
                                                         grado o beltà,
                                                                                                              (dileguando tra la folla)                              Tutto, per essa, il mio sangue... tutto darei!
                                                         tra là, là là
Oscar                                                                                                                             Più che abbastanza ho detto.
                                                         là là, là là.
Il Conte è qui...                                                                                                                                                    Riccardo
                                                         (gruppi di maschere e coppie danzanti
                                                                                                              Coro generale                                          Ah invan ti celi, Amelia: quell’angelo tu sei!
                                                         attraversano il dinanzi della scena e separano
Renato                                                                                                        Fervono amori e danze
                                                         Oscar da Renato)
(trasalendo)                                                                                                  nelle felici stanze,                                   Amelia
            Che!... dove?                                                                                     onde la vita è solo                                    (con disperazione)
                                                         Coro generale
                                                                                                              un sogno lusinghier.                                   T’amo, sì, t’amo, e in lacrime
                                                         Fervono amori e danze
Oscar                                                                                                         Notte de’ cari istanti,                                a’ piedi tuoi m’atterro,
                                                         nelle felici stanze,
                        L’ho detto…                                                                           de’ palpiti e de’ canti,                               ove t’anela incognito
                                                         onde la vita è solo
                                                                                                              perché non fermi il volo                               della vendetta il ferro.
                                                         un sogno lusinghier.
Renato                                                                                                        sull’onda del piacer?                                  Cadavere domani
                                 Ebben! Qual è?                                                                                                                      sarai se qui rimani:
                                                         Renato
                                                                                                              [Scena e Duettino]                                     salvati, va, mi lascia,
                                                         (raggiungendolo di nuovo)
Oscar                                                                                                                                                                fuggi dall’odio lor.
                                                         So che tu sai distinguere gli amici suoi.
Non vel dirò.                                                                                                 Danzatori e danzatrici s’intrecciano al
                                                                                                              proscenio; Renato scorge lontano taluno de’            Riccardo
                                                         Oscar
Renato                                                                                                        suoi e scompare di là. Poco dopo, al volgere           Sin che tu m’ami, Amelia,
                                                                                                  V’alletta
               Gran cosa!                                                                                     delle coppie nel fondo, Riccardo in domino nero        non curo il fato mio,
                                                         interrogarlo, e forse celiar con esso un po’?
                                                                                                              col nastro di rosa, s’affaccia pensieroso, e dietro    non ho che te nell’anima,

                                                    28                                                                                                              29
e l’universo oblio.                                     Tutti                                            Amelia
Né so temer la morte,                                   (affollandosi intorno)                           O rimorsi dell’amor
perchè di lei più forte                                                               Ei trucidato!      che divorano il mio cor,
è l’aura che m’inebria                                                                                   fra un colpevole che sanguina
del tuo divino amor.                                                                                     e la vittima che muor!
                                                        Uffiziali e Guardie
Amelia                                                  Da chi? Ov’è l’infame?                           Oscar
Dunque vedermi vuoi                                     (veggonsi apparire nel fondo Samuel e Tom)       O dolor senza misura!
d’affanno morta e di vergogna?                                                                           O terribile sventura!
                                                        Oscar                                            La sua fronte è tutta rorida
Riccardo                                                (accennnando a Renato)                           già dell’ultimo sudor!
                               Salva                                        Eccol...
ti vo’ domani e con Renato andrai...                                                                     Riccardo
                                                        Tutti                                            Grazia a ognun: signor qui sono:
Amelia                                                  (mentre lo circondano e gli strappano la         tutti assolve il mio perdono...
Dove?                                                   maschera)                                        (Samuel e Tom occupano sempre il fondo della
                                                                                       Renato!           scena)
Riccardo
     Al natio tuo cielo.                                Dame, Uffiziali e Guardie                        Tutti
                                                        (con furore)                                     Cor sì grande e generoso
Amelia                                                  Ah! Morte, infamia                               tu ci serba, o Dio pietoso:
                           In Inghilterra!              sul traditor!                                    raggio in terra a noi miserrimi
                                                        L’acciaro lo laceri                              è del tuo celeste amor!
Riccardo                                                vendicator!
Mi schianto il cor... ma partirai... ma addio.                                                           Riccardo
                                                        Riccardo                                         Addio per sempre, miei figli... per sempre
Amelia                                                  No, no... lasciatelo.                            addio... diletta America...
Riccardo!                                               (a Renato)                                       Ohimè! Io moro! Miei figli… per sem… Addio!
                                                        Tu m’odi ancor.                                  (cade e spira)
Riccardo                                                (e tratto il dispaccio, e fatto cenno a lui di
(si stacca, ma dopo pochi passi tornando a lei e        accostarsi)                                      Amelia
con tutta l’anima)                                                                                       Ei muore!
          Amelia: anco una volta addio,                 [Scena finale]
L’ultima volta!...                                                                                       Oscar
                                                        Ella è pura, in braccio a morte,                 Ei muore!
Renato                                                  te lo giuro, Iddio m’ascolta:
(lanciatosi inosservato fra loro, lo trafigge di        io che amai la tua consorte                      Tutti
pugnale)                                                rispettato ho il suo candor.                     Notte d’orror!
                 E tu ricevi il mio!                    (gli dà il foglio)
                                                        A novello incarco asceso
Riccardo
                                                        tu con lei partir dovevi...
Ahimè!
                                                        Io l’amai, ma volli illeso
                                                        il tuo nome ed il suo cor!
Amelia
(d’un grido)
                                                        Renato
       Soccorso!
                                                        Ciel, che feci! e che m’aspetta
                                                        esecrato sulla terra!...
Oscar
                                                        Di qual sangue e qual vendetta
(accorrendo a lui)
                                                        m’assetò l’infausto error!
                 Oh ciel!

                                                   30                                                                                                   31
Il soggetto
     di Federica Pighi

     Atto primo
     Riccardo, conte di Warwich, saggio e illuminato governatore della colonia inglese di
     Boston sotto il regno di Carlo ii, apre le udienze. Sono presenti i nemici, Samuel e Tom,
     che, insieme con i loro seguaci, meditano di ucciderlo. Il paggio, Oscar, porta a Riccardo
     la lista degli invitati al prossimo ballo che si terrà a corte e il Conte è felice di vedere tra i
     nomi quello di Amelia, poiché è segretamente innamorato della donna.
     Entra quindi Renato, marito di Amelia nonché segretario ed amico carissimo di Riccardo,
     che avvisa il Conte di un complotto ordito ai suoi danni, ma questi non vuole sapere i
     nomi dei cospiratori per non macchiare il suo onore, sicuro dell’amore del suo popolo.
     È poi la volta di un giudice che gli sottopone l’atto di condanna di un’indovina nera,
     Ulrica, ma il governatore, per burlarsi di lei, preferisce conoscerla di persona. Si reca
     quindi travestito da pescatore nell’antro di Ulrica, accompagnato da Oscar e da un
     gruppo di amici. Qui la maga, che sta invocando il “re degli abissi”, viene interpellata dal
     marinaio Silvano a cui predice un futuro fortunato. Per l’esultanza di tutti, la profezia si
     avvera, poiché Riccardo aveva precedentemente messo nella tasca del marinaio denaro
     e un foglio di nomina ad ufficiale. Quindi si fa avanti un servo di Amelia a chiedere un
     colloquio privato per la sua padrona. Fatti allontanare tutti, Ulrica consiglia ad Amelia,
     che le chiede come liberarsi da una passione peccaminosa, di recarsi nel sinistro campo
     delle esecuzioni, ove potrà trovare l’erba che dà l’oblio; Riccardo, nascosto per udire
     il colloquio, gioisce al sapere che Amelia è innamorata di lui. Dopo che la strega ha
     dispensato il suo consiglio ad Amelia, rientrano tutti e Riccardo si fa predire il futuro
     spacciandosi per un pescatore. La strega vede che Riccardo non è una persona qualsiasi
     e prevede che sarà ucciso dal primo che gli stringerà la mano, cosa che tra i presenti
     nessuno osa fare. L’arrivo di Renato e la sua amichevole stretta di mano sembrano
     tuttavia fugare ogni dubbio. Sicuro della falsità della profezia, dopo che le ha fatto notare
     l’inefficacia delle sue doti per non averlo riconosciuto e per non sapere che il giudice la
     voleva bandire, Riccardo grazia la strega.

32                                                   33
Atto secondo
È notte. Amelia si reca in un cimitero per raccogliere l’erba che le farà dimenticare il suo
amore impuro, quando è sorpresa da Riccardo che le dichiara il suo amore e la prega di
ammettere il suo. Amelia cede e subito dopo arriva Renato, sulle tracce dei congiurati che
stanno per tendere un agguato al Conte. Renato non riconosce la moglie, che si è coperta
il volto con un velo, ed esorta l’amico a fuggire. Riccardo accetta dopo aver ottenuto da
Renato la solenne promessa che riaccompagnerà la donna velata fino alle porte della città,
senza mai rivolgerle la parola.
Sopraggiungono i congiurati che, delusi nel trovare il segretario in luogo del governatore,
vogliono almeno scoprire il volto della misteriosa donna. Renato si oppone, mettendo la
mano alla spada. Amelia, frapponendosi per evitare il duello, lascia cadere il velo. La vista
della moglie suscita la rabbia e la desolazione di Renato e la terribile ironia di Samuel,
Tom e dei congiurati tutti. Sconvolto, Renato dà appuntamento all’indomani a Samuel e
Tom e – senza più rivolgerle lo sguardo – riconduce Amelia in città.

Atto terzo

                                                                                                “Un’opera popolare sì, ma di forme
È il nuovo giorno. Renato è fermo nel proposito di vendicare con il sangue la presunta
infedeltà della moglie. Amelia gli chiede, per pietà materna, di concederle solo di salutare
il suo amato figlio. Renato glielo accorda, ma nel suo animo nasce il pensiero che non è il
sangue della sua sposa a dover scorrere.
Sopraggiungono Samuel e Tom che restano increduli quando vengono messi a
                                                                                                nuove, elevatissime…”
conoscenza degli intendimenti di Renato di uccidere il Conte, così l’uomo offre la vita di      di Giancarlo Landini
suo figlio come garanzia di sincerità. Quindi, dato che tutti reclamano il diritto di essere
esecutori materiali dell’omicidio, per risentimenti personali contro il Conte, la disputa è     Da Simon Boccanegra a Un ballo in maschera
risolta da Renato, che costringe Amelia ad estrarre a sorte il nome del prescelto. La donna,    I fatti che portarono Verdi alla composizione di Un ballo in maschera sono noti. Pure
sconvolta, estrae proprio quello del marito. Giunge Oscar recando l’invito ad un ballo          sarà utile riepilogarli, seppure brevemente. Il 12 marzo 1857, alla Fenice di Venezia, era
in maschera “splendidissimo” che si terrà nel palazzo del Conte. I tre convengono di            andato in scena Simon Boccanegra con esito infelice; il 16 agosto, al Teatro Nuovo di Rimini,
sfruttare l’occasione per lo scopo prefissato, mentre Amelia pensa a come salvare il conte      era stata la volta di Aroldo, rifacimento dello Stiffelio. Dall’anno precedente Verdi aveva
Riccardo. Questi, ormai deciso a rinunciare al suo amore impossibile, firma l’ordine di         pensato di onorare il contratto in essere con il San Carlo di Napoli, scrivendo l’agognato
rimpatrio in Inghilterra per Amelia e Renato, prima di recarsi alla festa. Oscar gli porge      Re Lear, alla cui stesura del libretto aveva già atteso Salvadore Cammarano, prima di
una lettera anonima che lo invita ad astenersi per sicurezza dal ballo, ma il Conte, che        incorrere in una morte prematura. Per complesse e varie ragioni, Verdi accantonò il
vuole rivedere Amelia almeno una volta ancora, si mostra incurante dell’avvertimento.           progetto, cui pensava da anni, e cercò un nuovo soggetto. La scelta cadde sulla vicenda
Nel corso della festa, Renato riesce con l’astuzia a farsi dire da Oscar dietro quale           del re svedese Gustavo iii, già messa in musica da François-Esprit Auber, Gustave iii ou le
travestimento sia nascosto Riccardo. Nel frattempo Amelia, che ha raggiunto Riccardo            bal masqué, per l’Opéra di Parigi nel 1833, libretto di Eugène Scribe, ma anche da Saverio
per scongiurarlo di fuggire, da lui riconosciuta, riceve l’estremo addio. Egli fa appena in     Mercadante, Il Reggente, andato in scena a Torino nel 1843, e due anni prima da Vincenzo
tempo a concludere il dialogo con la donna che viene raggiunto dal pugnale di Renato.           Gabussi, Clemenza di Valois, rappresentata alla Fenice. L’incarico del libretto venne affidato
Questi viene arrestato, ma Riccardo, morente, ordina che sia liberato. Dopo avergli             all’avvocato Antonio Somma, buona conoscenza di Verdi fin dall’epoca della Traviata, già
mostrato il decreto di espatrio per lui e per Amelia, gli rivela che mai Amelia lo aveva        entrato nel progetto del Re Lear.
tradito, quindi perdona tutti i congiurati. I presenti benedicono la magnanimità del            Il regicidio, con cui termina l’opera, scatenò la censura napoletana. Non dimentichiamo
Conte mentre Renato resta solo con il rimorso.                                                  che il 14 gennaio 1858 Felice Orsini aveva attentato alla vita di Napoleone iii con un gesto
                                                                                                terroristico che aveva suscitato allarme e indignazione in tutta l’Europa. Ne nacque
                                                                                                una convulsa trattativa che portò allo stravolgimento dell’opera ribattezzata Vendetta in
                                                                                                domino (il domino è una cappa di seta con cappuccio, lunga fino ai piedi, che si indossa
                                                                                                assieme alla maschera per nascondere le proprie fattezze) e mutata dai censori in
                                                                                                un’improbabile Adelia degli Adimari, ambientata nella Firenze del xiv sec.
                                                                                                Verdi voltò le spalle al San Carlo con il quale andò in causa e si rivolse a Roma, dove a
                                                                                                Vincenzo Jacovazzi, impresario dei teatri capitolini, non parve vero di potere ospitare
                                                                                                un’altra prima verdiana dopo quella del Trovatore e della Battaglia di Legnano. Intanto la

                                             34                                                                                              35
vertenza napoletana si chiuse con una conciliazione: il compositore avrebbe messo in              fama e di bella tecnica, primo Corrado nel Corsaro e primo Stiffelio nell’omonima opera,
scena la sua nuova opera altrove, ma sarebbe ritornato a Napoli per curare di persona             primo Zamoro nell’Alzira, ottimo interprete di Ernani e di Manrico. Leone Giraldoni era
l’allestimento di Simon Boccanegra. Tuttavia a Roma, dove Verdi sperava di contare anche          voce di spicco, formatasi alla scuola del belcanto, ma capace di entrare nella rosa di artisti
sull’appoggio del Vasselli, cognato di Donizetti, la censura mostrò di non gradire il             che abbracciarono le novità del teatro di Verdi. Non va dimenticato che Giraldoni aveva
regicidio e propose di trasformare il re di Svezia nel Duca di Stettino. Nel tourbillon dei       sostenuto il ruolo del titolo alla prima assoluta del Simon Boccanegra.
cambiamenti proposti e rifiutati, il Somma cominciò a seccarsi di vedere i re trasformarsi in     Nonostante la compagnia di canto in parte discutibile, Un ballo in maschera riscosse un
duchi di località peregrine, per la smania, a suo avviso di Verdi, di produrre l’opera su una     grande successo e l’opera entrò in repertorio anche se non è errato affermare che non
piazza, come Roma, non adatta a un soggetto quale Gustavo iii. In altre città, per esempio        ottenne mai una popolarità paragonabile ai titoli della così detta Trilogia o di altre opere
Milano, ed in altri contesti storico-culturali, non ci sarebbe stato alcun problema. Ma Verdi     della maturità verdiana, come La forza del destino e soprattutto Aida. Andrà infine osservato
insisteva nel produrre quest’opera in una città situata non distante da Napoli, per dare uno      che Verdi non volle più ritornare all’ambientazione originale in terra di Svezia, come oggi
schiaffo morale al San Carlo. Dopo lungo travaglio, si giunse all’ambientazione americana         spesso e, a mio avviso, arbitrariamente avviene, accampando che la leggerezza di molti
e l’opera andò in scena all’Apollo. Somma si era battuto affinché il suo nome, già stampato       momenti della partitura mal si adeguerebbero al mondo dell’America del Settecento. Ha
sui manifesti, non comparisse sul libretto per i troppi rimaneggiamenti impostigli. Così          ragione Julian Budden nel ritenere che, all’epoca della prima del Ballo, per Verdi e per il
fu e solo anni dopo il libretto di Un ballo in maschera circolò con il nome del suo autore. Nel   pubblico questa America fosse une terre inconnue nella quale i governanti, legati alla madre
frattempo Simon Boccanegra aveva trionfato al San Carlo.                                          patria, potevano benissimo avere trapiantato i modi dell’Europa.
Questo è il percorso che ci ha portato al 17 febbraio 1859, alla prima assoluta romana
della nuova opera di Verdi che, per sua stessa ammissione, non poté usufruire di una              La novità di Un ballo in maschera
compagnia di canto formata da elementi di eguale livello. Tra i punti critici c’era senza         Ma è proprio lo scarto che nella scala della popolarità colloca Un ballo in maschera
dubbio il soprano, cui venne affidata la parte di Amelia: Eugenia Julienne-Déjan, dotata          un gradino (seppure piccolo) sotto ad altri titoli a metterci sulla strada giusta per
di apprezzabile voce, con una bella carriera alle spalle, era in evidente declino. Tra quelli     comprenderne la portata e la novità: essa consiste nel cercare una drammaturgia dove
di forza c’erano il tenore, cui toccò la parte di Riccardo, e il baritono, alias Renato. Verdi    tragico e comico si legano, per dare vita ad un esito pressoché unico nella parabola
aveva già avuto modo di provare il valore di Gaetano Fraschini, tenore di forza di grande         verdiana.

                                              36                                                                                               37
Puoi anche leggere