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Un futuro verde per la chimica italiana Il monitoraggio del mercurio in atmosfera, gli impatti ambientali e l’urgenza della riconversione degli impianti cloro-soda Roma, 27 febbraio 2007 Pubblicazione realizzata con il contributo del Sigrid Rausing Trust
«Vanno chiusi gli impianti più obsoleti e non più ristrutturabili: è il caso di alcuni impianti cloro-soda ancora con celle a mercurio» “Enichem - Ambiente, sicurezza, salute dei cittadini. La faccia dimenticata dell’industria chimica italiana” Lega per l’ambiente, giugno 1991
IL “CHI E’” DI LEGAMBIENTE LEGAMBIENTE è l’associazione ambientalista italiana con la diffusione più capillare sul territorio (1.500 gruppi locali, 20 comitati regionali, 115.000 tra soci e sostenitori). Nata nel 1980 sull’onda delle prime mobilitazioni antinucleari, LEGAMBIENTE è un’associazione apartitica, aperta ai cittadini di tutte le idee politiche, religiose, morali, che si finanzia con i contributi volontari dei soci e dei sostenitori delle campagne. E’ riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente come associazione d'interesse ambientale, fa parte del “Bureau Européen de l'Environnement”, l’unione delle principali associazioni ambientaliste europee, e della “International Union for Conservation of Nature”. Campagne e iniziative Tra le iniziative più popolari di LEGAMBIENTE vi sono grandi campagne di informazione e sensibilizzazione sui problemi dell’inquinamento: “Goletta Verde”, il “Treno Verde”, l’”Operazione Fiumi”, che ogni anno “fotografano” lo stato di salute del mare italiano, la qualità dell’aria e la rumorosità nelle città, le condizioni d’inquinamento e cementificazione dei fiumi; “Salvalarte”, campagna di analisi e informazione sullo stato di conservazione dei beni culturali; “Mal’Aria”, la campagna delle lenzuola antismog stese dai cittadini alle finestre e ai balconi per misurare i veleni presenti nell’aria ed esprimere la rivolta del “popolo inquinato”, la “Guida Blu” che premia con le vele le località balneari più belle d’Italia. E poi i rapporti annuali come Ecosistema Urbano, Ambiente Italia, Mare Monstrum. LEGAMBIENTE promuove anche grandi appuntamenti di volontariato ambientale e di gioco che coinvolgono ogni anno centinaia di migliaia di persone (“Clean-up the World/Puliamo il Mondo” l’ultima domenica di settembre, l’operazione “Spiagge Pulite” l’ultima domenica di maggio, i campi estivi di studio e recupero ambientale), ed è fortemente impegnata per diffondere l’educazione ambientale nelle scuole e nella società (sono migliaia le Bande del Cigno che aderiscono all'associazione e molte centinaia gli insegnanti che collaborano attivamente in programmi didattici, educativi e formativi). Per una globalizzazione democratica LEGAMBIENTE si batte contro l’attuale modello di globalizzazione, per una globalizzazione democratica che dia voce e spazio alle ragioni dei poveri del mondo e che non sacrifichi le identità culturali e territoriali: rientrano in questo impegno le campagne “Clima e Povertà”, per denunciare e contribuire a combattere l’intreccio tra problemi ambientali e sociali, e “Piccola Grande Italia”, per valorizzare il grande patrimonio di “saperi e sapori” custodito nei piccoli comuni italiani. L’azione sui temi dell’economia e della legalità Da alcuni anni LEGAMBIENTE dedica particolare attenzione ai temi della riconversione ecologica dell’economia e della lotta all’illegalità: sono state presentate proposte per rinnovare profondamente la politica economica e puntare per la creazione di nuovi posti di lavoro e la modernizzazione del sistema produttivo su interventi diretti a migliorare la qualità ambientale del Paese nei campi della manutenzione urbana e territoriale, della mobilità, del risanamento idrogeologico, della gestione dei rifiuti; è stato creato un osservatorio su “ambiente e legalità” che ha consentito di alzare il velo sul fenomeno delle “ecomafie”, branca recente della criminalità organizzata che lucra migliaia di miliardi sullo smaltimento illegale dei rifiuti e sull'abusivismo edilizio. Gli strumenti Strumenti fondamentali dell'azione di LEGAMBIENTE sono il Comitato Scientifico, composto di oltre duecento scienziati e tecnici tra i più qualificati nelle discipline ambientali; i Centri di Azione Giuridica, a disposizione dei cittadini per promuovere iniziative giudiziarie di difesa e tutela dell'ambiente e della salute; l'Istituto di Ricerche Ambiente Italia, impegnato nel settore della ricerca applicata alla concreta risoluzione delle emergenze ambientali. LEGAMBIENTE pubblica e invia a tutti i suoi soci il mensile “La Nuova Ecologia”, “voce” storica dell’ambientalismo italiano.
INDICE 1. Premessa pag. 1 2. Il monitoraggio di Legambiente pag. 8 2.1 Gli impianti cloro-soda monitorati da Legambiente pag. 8 2.2 I limiti di concentrazione del mercurio in atmosfera pag. 8 2.3 Lo strumento utilizzato pag. 9 2.4 La metodologia di campionamento pag. 10 2.5 I risultati pag. 11 2.5.1 Tessenderlo di Pieve Vergonte pag. 11 2.5.2 Syndial di Porto Marghera pag. 14 2.5.3 Caffaro di Torviscosa pag. 17 2.5.4 Solvay di Rosignano Marittimo pag. 20 2.5.5 Solvay di Bussi sul Tirino pag. 23 2.5.6 Syndial di Priolo Gargallo pag. 26 2.2 Il confronto tra i risultati pag. 28 3. L’inquinamento da mercurio pag. 30 3.1 Le emissioni in Europa pag. 30 3.2 Le emissioni in Italia pag. 35 3.3 Le emissioni dagli impianti cloro-soda pag. 40 3.3.1 Gli impianti cloro-soda pag. 40 3.3.2 Gli impianti in Europa pag. 41 3.3.3 Gli impianti in Italia pag. 43 4. Lo stato dell’arte sulle riconversioni pag. 49 4.1 Tessenderlo di Pieve Vergonte pag. 49 4.2 Caffaro di Torviscosa pag. 52 4.3 Syndial di Porto Marghera pag. 56 4.4 Solvay di Rosignano Marittimo pag. 60 4.5 Solvay di Bussi sul Tirino pag. 65 4.6 Syndial di Priolo Gargallo pag. 66 APPENDICE I. La campagna europea Zero mercury pag. 73 II. Il contesto normativo e le strategie future pag. 76 III. Il mercato del mercurio (offerta e domanda mondiale, import-export) pag. 79
A cura di Stefano Ciafani e Katia Le Donne Hanno collaborato alla redazione del dossier Daniele Calza Bini, Emanuela Cherubini, Katiuscia Eroe, Paolo Giovangrossi, Simona Meta, Stefania Testa, Francesca Vittiglio e Giorgio Zampetti Hanno curato la redazione delle schede Amelia Alberti, presidente del circolo Legambiente Verbano, per Pieve Vergonte Angelo Mancone, presidente di Legambiente Veneto, per Porto Marghera Elena Gobbi, Legambiente Friuli Venezia Giulia, per Torviscosa Katiuscia Eroe, Ufficio scientifico della Direzione nazionale di Legambiente, per Bussi sul Tirino Claudia Bassano, ingegnere chimico, e Valerio Campioni, del circolo di Legambiente Livorno, per Rosignano Enzo Parisi, vicepresidente di Legambiente Sicilia, e Giuseppe Giaquinta, presidente del circolo Legambiente Priolo, per Priolo Gargallo Si ringraziano per la collaborazione Daniela Buzzi, Direttore del Servizio politiche comunitarie della Provincia di Pescara, Antonio Ricci, Presidente di Legambiente Abruzzo, e Luzio Nelli della Segreteria di Legambiente Abruzzo per Bussi Antonio Milillo del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio Fabrizio Bianchi del Cnr di Pisa, Pietro Comba dell’Istituto Superiore di Sanità, Enzo Merler della Asl di Padova per le informazioni sugli studi epidemiologici Maria Nicotra, per gli studi sulle malformazioni dei pesci nella rada di Augusta (Sr) e il monitoraggio marino sulla costa di Augusta-Priolo-Melilli Andrea Cortesi, Direttore centrale per le relazioni istituzionali di Federchimica, Giuseppe Riva, Direttore di Assobase, e Claudio Marzollo per le informazioni sugli impianti cloro-soda in Italia
Riferimenti bibliografici Legambiente, Stop al mercurio, giugno 2006; Legambiente, La chimera delle bonifiche, maggio 2005; Lega per l’ambiente, Enichem - Ambiente, sicurezza, salute dei cittadini. La faccia dimenticata dell’industria chimica italiana, giugno 1991; Federchimica, 12° Rapporto Annuale Responsible Care, 2005; Federchimica, L’Industria chimica italiana, Rapporto 2005/2006, 2006; Concorde East/West Sprl, Status report: Mercury cell chlor-alkali plants in Europe, October 2006 EEB (European Envitonmental Bureau), Risky Business! No need for mercury in the Chlorine Industry, October 2006 EEB, Mercury still rising! World governments fail to agree on global regulations, Nairobi, 9th february 2007; Apat, Annuario dei dati ambientali; Commissione europea, Strategia comunitaria sul mercurio, COM(2005)20 definitivo, 28 gennaio 2005; Gruppo tecnico ristretto, Linee guida per l’identificazione delle migliori tecniche disponibili per gli impianti di produzione di cloro-alcali, bozza, 2006; Eper - European pollutant emission register - www.eper.cec.eu.int; Ines - Registro nazionale delle emissioni - www.eper.sinanet.apat.it; Global Emission Inventory Activity on Mercury, 2003; Report from the Eeb international conference “Towards a mercury-free world”, Madrid, 22th april 2005; Maxson P., Global mercury production use and trade, 2005; Parcom decision 90/3 on reducing atmospheric emissions from existing chlor-alkali plants, 14 June 1990; European Commission (2001). Ambient air pollution by mercury - Position Paper, 212 pp; Maxson P., The flows of mercury through the world, 2004; Mason R., F. Morel, H. Egmond, The Role of Microorganisms in Elementary Mercury, 1995; Pacyna J. M., G. E. Pacyna, Global emissions of mercury to the atmophere, 1996; Emissions from antrhropogenic sources, Report for the Artic Monitoring and Assessment Programme (AMAP), Oslo; Pirrone N, G.J. Keeler, J.O. Nriagu, Regional differences in worldwide emissions of mercury to the atmosphere, Atmospheric environment, 30, 17: 2981-2987, 1996; Epa, Locating and estimating air emission from sources of mercury and mercury compounds - Final draft report. Research Triangle Park, NC. EPA-454/R-97-012, 1997; Fitzgerald W. F., R. P. Mason, The global mercury cycle: oceanic and anthropogenic aspects, 1996; Jackson T. A., Biological and environmental control of mercury accumulation byfish in lakes and reservoirs of Northern Manitoba, Canada, Canadian Journal of Fisheries and Aquatic Sciences, 48, 2449-2470, 1991. Per il capitolo su Pieve Vergonte Commissione europea, Aiuto per la tutela dell’ambiente a favore della società Tessenderlo, C(2005)1817 definitivo, 22 giugno 2005; Sito internet del Circolo Verbano di Legambiente: www.legambienteverbano.com Per il capitolo su Torviscosa Studio di impatto ambientale “Impianti per la produzione e la lavorazione del cloro nello stabilimento di Torviscosa”, Caffaro Energia; Carlo Dapelo, Presidente della Corte di Appello di Trieste, Relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario 2006.
Per il capitolo su Porto Marghera “Master Plan per la bonifica dei siti inquinati di Porto Marghera”, pag 3-12, pag 51-57, pag 77-100, pag 117-162, giugno 2004; Appendice 1 Quadro Conoscitivo Volume II al Master Plan per la bonifica dei siti inquinati di Porto Marghera, giugno 2004; Appendice 2 al Master Plan per la bonifica dei siti inquinati di Porto Marghera, giugno 2004; www.regione.veneto.it Chimica pulita e hi-tech per la nuova Marghera, IlSole24ore, 23 dicembre 2005. Per il capitolo su Rosignano Marittimo Arpat “Quadro conoscitivo ambientale degli insediamenti Solvay nelle Province di Pisa e Livorno (2000-2004)” Novembre 2005; Accordo di programma del 31/07/2003; Provincia di Livorno, Documento contenente lo stato di avanzamento degli interventi previsti nell’Accordo di programma, 18/01/2006; Verbale prima riunione Comitato di sorveglianza dell’Accordo di programma, Roma 27 aprile 2004; Bilancio di Sostenibilità Solvay 2004; Poison plants: chlorine factories are a major global source of mercury Dawn Winalski, Sandra Mayson, Jacqueline Savitz, January 2005; Provincia di Livorno, Mozione presentata dalla terza Commissione sulla necessità di indagine epidemiologica nel comune di Rosignano Marittimo; Provincia di Livorno, Piano Provinciale delle bonifiche dei siti inquinati, Luglio 2003; Commissione europea, Comunicato stampa, 16 marzo 2005; Il Tirreno, Pericolo mercurio, via alla bonifica, 22 marzo 2006 Il Tirreno, Industria & ambiente Monitoraggio biologico sui lavoratori del cantiere, 22 marzo 2006; Il Tirreno, Bonifica del mercurio? Va fatta sul serio, 23 Marzo 2006; http://www2.minambiente.it/Wai/comunicati/2003/03_07_31_1.asp “Firmato l’accordo di programma per la Solvay” Comunicato stampa tratto dal sito del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, 01 agosto 2003; http://www.greenreport.it/contenuti/leggi.php?id_cont=590 - Rifiuti e Bonifiche - “Via il mercurio dalla Solvay - A Rosignano va avanti il Progetto Leonardo” 14/02/2006; Comunicato stampa della Solvay, 6 giugno 2006; Il Tirreno, Via ai lavori per le celle pulite, 7 giugno 2006; La Nazione, Sessanta milioni di euro per togliere il mercurio, 7 giugno 2006. Per il capitolo su Bussi sul Tirino www.bussiparcoindustriale.com; Verbale della conferenza dei servizi locale a cura della Provincia di Pescara, 1 marzo 2006; Attivazione dell’Osservatorio chimico della provincia di Pescara, 2006. Per il capitolo su Priolo Gargallo Presidenza del Consiglio dei Ministri, Accordo di programma per la qualificazione e la reindustrializzazione dell’area petrolchimica di Priolo, 21 dicembre 2005; Osservatorio per il settore chimico e ministero delle Attività Produttive, Rapporto “Area Petrolchimica di Priolo, Prospetto informativo”, settembre 2004; Bianchi F., Bianca S., Linzalone N., Madeddu A., Sorveglianza delle malformazioni congenite in Italia: un approfondimento nella provincia di Siracusa, Epidemiologia e Prevenzione Anno 28(2) marzo-aprile 2004; Fabrizio Bianchi, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Sezione Epidemiologia, IFC-Pisa, Editoriale su Epidemiologia e Prevenzione, n.2, 2006 (in stampa);
Maria Nicotra, Dipartimento di Biologia animale dell’Università di Catania, Alterazioni morfologiche nei pesci: bioindicatori di metalli pesanti?, XVII Congresso Interregionale di Igiene Siculo-Calabro, Siracusa 24-26 giugno 2005; Maria Nicotra, Relazione sullo stato di salute dell’ambiente marino antistante il triangolo industriale Melilli-Priolo-Augusta (Siracusa, Sicilia orientale); IlSole24ore, Intesa per la riqualificazione del polo chimico di Priolo, 22 dicembre 2005; La Repubblica, Priolo, bimbi malformati: società Eni dà 11 milioni, 11 maggio 2006; La Sicilia, Bimbi malformati, la Syndial risarcisce, 11 maggio 2006.
Legambiente - Un futuro verde per la chimica italiana 1. Premessa Ci sono i risultati inediti del monitoraggio dell’inquinamento atmosferico da mercurio nei pressi dei principali impianti cloro soda italiani, eseguito da Legambiente la scorsa estate. Ma anche i nuovi dati forniti dalla preziosa banca dati europea Eper sulle emissioni inquinanti da fonte industriale. E’ sempre più completo il quadro sull’inquinamento in Italia causato dal famigerato metallo pesante, i cui impatti ambientali e sanitari sono ormai più che noti, che rende sempre più urgente da una parte la dismissione del mercurio in quei settori industriali per cui l’alternativa tecnologica esiste già da tempo, come nel caso degli impianti chimici per la produzione del cloro e della soda, e dall’altra il risanamento ambientale delle aree inquinate dalle lavorazioni passate e presenti. La riconversione degli impianti cloro-soda con le celle al mercurio è un obiettivo storico della nostra associazione. Lo testimonia anche la citazione in apertura di questo rapporto che riprende una frase del dossier dall’allora Lega per l’ambiente pubblicato nel 1991 e intitolato “Enichem - Ambiente, sicurezza, salute dei cittadini. La faccia dimenticata dell’industria chimica italiana”. Questi impianti devono essere riconvertiti in tempi brevi alla tecnologia a membrana, la migliore disponibile sul mercato secondo quanto previsto dalla direttiva europea Ippc sul controllo e sulla prevenzione integrata dell’inquinamento, ma ad oggi in Italia solo in un impianto su otto questo ammodernamento è stato già compiuto. “Stop al mercurio”, la versione italiana a cura di Legambiente della campagna Zero mercury coordinata dall’Eeb - European Environmental Bureau -, il network delle associazioni ambientaliste europee, si pone come obiettivo la riconversione in tempi brevi alla tecnologia a membrana, molto più efficiente sotto il punto di vista energetico e di gran lunga meno inquinante delle obsolete celle al mercurio, che tanti problemi ambientali hanno causato e continuano a causare. L’ennesima conferma sull’impatto ambientale arriva dai risultati, resi pubblici oggi da Legambiente, del monitoraggio delle concentrazioni di mercurio in atmosfera compiuto dai nostri tecnici nel giugno 2006. Le misurazioni, effettuate con uno strumento portatile, sono state realizzate nelle vicinanze dei 6 più grandi impianti cloro-soda italiani: quelli attivi di Porto Marghera (Ve), Pieve Vergonte (VCO), Torviscosa (Ud), Rosignano Marittimo (Li), Bussi sul Tirino (Pe) a cui abbiamo aggiunto l’impianto di Priolo Gargallo (Sr), chiuso nel 2005 e coinvolto nell’indagine “Mar rosso” della Procura di Siracusa del gennaio 2003 sullo sversamento in mare dei reflui al mercurio. In tre casi (Pieve Vergonte, Porto Marghera e Priolo), grazie alla disponibilità della direzione dello stabilimento, il monitoraggio è stato effettuato anche all’interno dell’impianto. Il monitoraggio da una parte rappresenta una “fotografia” della presenza del mercurio in atmosfera, scattata durante la permanenza dei nostri 1
Legambiente - Un futuro verde per la chimica italiana tecnici, fuori e dentro gli impianti, grazie alle 40 misurazioni, durate ciascuna da un minimo di 5 ad un massimo di 40 minuti, dall’altra fornisce per la prima volta un quadro nazionale sostanzialmente omogeneo sulle emissioni in aria di questa tipologia impiantistica. In assenza di un limite di legge nazionale o europeo per la concentrazione del mercurio nell’aria atmosferica, i valori misurati possono essere confrontati con i limiti di sicurezza per l’esposizione cronica stabiliti negli Stati Uniti dall’Epa - l’Agenzia per la protezione ambientale - e dall’Atsdr - l’Agenzia per il registro delle sostanze tossiche e delle malattie -, pari rispettivamente a 300 e 200 nanogrammi per metro cubo (ng/m3) di aria, e con il valore medio annuo raccomandato dall’Oms nelle “Linee guida per la qualità dell’aria”, pari a 1.000 ng/m3. E le sorprese non mancano. I picchi istantanei più elevati sono stati riscontrati: - per le misurazioni fatte all’interno degli impianti, a Pieve Vergonte (quasi 35mila ng/m3), Priolo (poco meno di 17mila ng/m3) e Porto Marghera (circa 1.500 ng/m3); - per i campionamenti fatti all’esterno, a Bussi sul Tirino (circa 7.700 ng/m3), Rosignano e Torviscosa (1.200 ng/m3 circa in entrambi i casi). Se invece consideriamo il valore medio misurato su tutta la durata del campionamento, la concentrazione più elevata è stata rilevata: - per i campionamenti fatti all’interno dei siti, a Pieve Vergonte (oltre 1.500 ng/m3, media su 30 minuti), Priolo (1.200 ng/m3 circa, media su 10 minuti) e Porto Marghera (186 ng/m3, media su 30 minuti); - per i campionamenti fatti all’esterno degli impianti e in movimento, a Torviscosa (516 ng/m3), Bussi sul Tirino (447 ng/m3) e Pieve Vergonte (247 ng/m3). I dati del monitoraggio di Legambiente si aggiungono, confermandoli, a quelli istituzionali dell’Eper, il registro europeo sulle emissioni inquinanti, una preziosa banca dati che fornisce il quadro dell’inquinamento di molti inquinanti, compreso il mercurio, in tutti gli Stati membri, fino ad arrivare al dettaglio degli scarichi in aria e acqua di ciascuna attività produttiva regolata dalla direttiva Ippc, tra cui gli impianti cloro-soda. Secondo la banca dati europea, nei 25 Paesi dell’Unione europea sono state 32,1 le tonnellate di mercurio emesse in aria, mentre sono state 5,3 quelle emesse in acqua. Lo Stato europeo che nel 2004 ha emesso più mercurio in atmosfera è stata la Germania (8,1 tonnellate, oltre il 25% del totale europeo), seguita dalla Francia (4,1 tonnellate, 13%) e dal Regno Unito (3,5 tonnellate, 11%). L’Italia con le sue 2,2 tonnellate circa (erano 2,9 nel 2001) ha contribuito con quasi il 7% al totale europeo delle emissioni atmosferiche. Il nostro Paese nel 2004 è stato invece lo Stato membro che ha scaricato più mercurio in acqua (più di 1,4 tonnellate, pari a oltre il 27% del totale europeo; erano 700 kg tre anni prima), seguito da Polonia (poco meno di 1,4 tonnellate, 26%) e Slovacchia (0,6 tonnellate, 12%). 2
Legambiente - Un futuro verde per la chimica italiana Il contributo degli impianti cloro-soda all’inquinamento ambientale da mercurio è più che evidente. Nell’Europa dei 25 gli impianti per la produzione di chimica inorganica, e tra questi gli impianti cloro-soda, hanno emesso quasi 4,8 tonnellate di mercurio in aria (pari a circa il 15% del totale europeo) e 1,6 tonnellate in acqua (30% del totale). I 6 impianti oggetto del monitoraggio e della campagna di Legambiente hanno invece emesso nel 2005 ben 445 kg di mercurio in aria (pari al 16% delle emissioni totali nazionali in atmosfera) e 106 kg in acqua (pari al 10% del totale scaricato in Italia in ambiente idrico). L’impianto cloro-soda che ha emesso più mercurio in atmosfera è stato quello di Priolo (163 kg), seguito dagli impianti di Porto Marghera (115 kg) e di Torviscosa (65 kg). Il contributo più rilevante invece per l’inquinamento delle acque è attribuibile all’impianto di Rosignano Marittimo (con 73 kg di mercurio sversato), seguito da quello di Bussi (18 kg). Nonostante la conferma dei numeri, istituzionali e non, sull’impatto ambientale di questa tipologia impiantistica, le riconversioni procedono a rilento. In Europa nel 2005 erano ancora 49 gli impianti per la produzione del cloro e della soda con le celle a mercurio (erano 59 nel 2001 e 85 nel 1990). Il Paese europeo che fino a due anni fa aveva più impianti di questo tipo era la Germania (9), seguita dalla Spagna che ne aveva 8 e dalla Francia e dall’Italia con 7 (nel nostro Paese erano 9 nel 2001 e 13 nel 1990). Entrando più nello specifico dei poli chimici italiani, degli 8 impianti cloro-soda attivi nel nostro Paese solo quello di Assemini (Ca) della Syndial utilizza la tecnologia a membrana, quello di Rosignano della Solvay è in riconversione dalla scorsa estate, mentre gli altri 6 (Syndial di Porto Marghera, Solvay di Bussi sul Tirino, Caffaro di Torviscosa, Tessenderlo di Pieve Vergonte, Altair Chimica di Volterra (Pi) fino al piccolo impianto di Picinisco in provincia di Frosinone) utilizzano ancora nel loro ciclo produttivo le celle al mercurio. Dalla scorsa estate, quando è partita la nostra campagna per la riconversione degli impianti, ad oggi, qualche piccola novità l’abbiamo registrata, soprattutto da parte della Solvay a dimostrazione che le riconversioni si possono fare veramente e sono anche convenienti: - nel giugno 2006, anche se con ritardo rispetto ai tempi previsti dall’accordo di programma firmato localmente, è finalmente partito il cantiere per la riconversione dell’impianto Solvay di Rosignano in Toscana, che si dovrebbe concludere entro la fine del 2007; - ad agosto 2006 è stato firmato l’accordo di programma locale per l’impianto Solvay di Bussi sul Tirino in Abruzzo che prevede tra le altre cose lo stop all’impianto cloro-soda che, secondo quanto dichiarato dall’azienda, entro la fine del 2007 dovrebbe essere sostituito da un impianto più piccolo con tecnologia a membrana; - a settembre 2006 invece la Commissione Via nazionale ha dato il via libera al progetto di riconversione dell’impianto cloro-soda di 3
Legambiente - Un futuro verde per la chimica italiana Porto Marghera, che con la produzione di 200mila tonnellate annue di cloro (su un totale nazionale di circa 700mila) è il più grande sito produttivo di questo tipo del nostro Paese. Le belle notizie però si fermano qui. Infatti quello che emerge a livello nazionale è uno scenario di sostanziale smobilitazione della filiera italiana della produzione del cloro e della soda, che non riesce più a sostenere i costi dell’energivora ed inquinante produzione con le celle al mercurio e che rischia, scenario non auspicato dalla nostra associazione, di trasferire i suoi impianti in Paesi meno esigenti sotto il punto di vista normativo, ambientale e sociale. Un rischio che però non riguarda solo gli impianti cloro-soda ma anche altre filiere della chimica italiana che non riescono più a stare sul mercato internazionale, “aggredito” ormai in maniera più che evidente dai Paesi con economie emergenti. Nel rapporto “L’industria chimica in Italia” relativo agli anni 2005 e 2006 Federchimica fa una lunga disamina dei problemi che frenano lo sviluppo del settore nel nostro Paese, che conta su una produzione di circa 51 miliardi di euro (dato 2005, esclusa la farmaceutica) con oltre 126mila addetti (meno 7% rispetto al 2000). E affronta il tema della perdita di competitività sui mercati internazionali delle aziende chimiche italiane, causata, secondo l’associazione di categoria, tra le altre cose, anche dalla normativa ambientale, europea e nazionale, e dagli eccessivi costi dell’energia. La concorrenza di “Cindia”, neologismo con cui vengono efficacemente definiti i Paesi con economie in forte sviluppo, è sleale sotto tanti punti, a partire dall’assenza di leggi per la riduzione degli impatti ambientali e dalla carenza di garanzie sul luogo di lavoro, ma esiste. E la chimica italiana non può pensare di competere cercando di abbassare i costi delle produzioni, perché non sarà mai sufficiente rispetto ai prezzi praticati ad esempio in Cina, ma deve puntare sull’innovazione tecnologica, sui prodotti innovativi, sulla qualità, garantendosi quel valore aggiunto che ad oggi i Paesi con economie emergenti fanno fatica a garantire sul mercato globale. Si possono anzi si devono abbassare i costi dell’energia consumata, visto che i processi di liberalizzazione in corso da qualche anno nel nostro Paese non hanno ancora sortito effetti tangibili sull’abbassamento dei prezzi dell’energia. Però nel frattempo si possono praticare politiche di efficienza energetica, approfittando magari degli incentivi previsti dall’ultima finanziaria per la sostituzione di motori elettrici troppo energivori. O, per restare in tema, nel caso degli impianti cloro-soda basterebbe passare dalle celle al mercurio, note da sempre per gli elevatissimi consumi elettrici, alla tecnologia a membrana, per risparmiare ingenti quantità di energia elettrica, utilizzando addirittura il co-finanziamento statale garantito proprio per la conseguente riduzione degli impatti ambientali. Eppure questa opportunità finora è stata colta solo in rarissimi casi. Ma le critiche maggiori delle aziende chimiche italiane sono riservate alla normativa ambientale, ritenuta troppo ridondante e penalizzante. Queste 4
Legambiente - Un futuro verde per la chimica italiana critiche hanno accompagnato ad esempio tutta la discussione parlamentare, durata anni in ambito comunitario, del Reach, il nuovo Regolamento europeo sulla registrazione, valutazione e autorizzazione delle sostanze chimiche, approvato definitivamente nel dicembre 2006. Abbiamo faticato in questi anni a capire l’ostracismo dimostrato dalle associazioni europee delle aziende chimiche contro il Reach, così come abbiamo valutato negativamente le critiche fatte al Parlamento italiano per aver inserito nell’ultima finanziaria il comma che definisce l’“exit strategy” della produzione di shopper con plastiche non biodegradabili. Proprio perché queste nuove norme, fondate in maniera più o meno esplicita su un divieto, non dovevano, a nostro avviso, essere vissute come l’ennesima iattura su un settore che non vive un momento di grande sviluppo, ma come un opportunità da cogliere per rilanciare la chimica, visto l’implicito obbligo di queste norme verso l’innovazione di processo e di prodotto. Lo stesso decreto legislativo 152/2006, il nuovo Codice ambientale che ha abrogato tutta la precedente normativa di settore, con il plauso del mondo confindustriale perché più semplice, organico ed in linea con l’Europa, ci ha lasciato a dir poco perplessi, soprattutto su alcuni temi fondamentali come la gestione dei rifiuti o la bonifica dei siti inquinati. Proprio su quest’ultimo tema le modifiche del 152 alla normativa precedente ci sono sembrate francamente molto discutibili. Non perché affezionati al sistema tabellare del Dm 471/99, su cui avevamo, già due anni fa, proposto modifiche sostanziali fondate su un uso maggiore dell’analisi di rischio, ma perché basare tutte le procedure di intervento, comprendendo anche i progetti già autorizzati, solo ed esclusivamente sulla valutazione del rischio, in assenza di un efficace sistema dei controlli, ci è sembrato un modo per rallentare ancor di più il già lento processo di risanamento ambientale del nostro Paese, a partire da quello relativo al Programma nazionale di bonifica, dovuto anche, ma non solo, all’inefficace gestione delle Conferenze dei servizi da parte del Ministero dell’Ambiente. Ed ora, come sempre, concludiamo la premessa di questo dossier con le richieste e le proposte di Legambiente. Partendo da quella più strettamente legata alla riconversione degli impianti cloro-soda alla tecnologia a membrana, chiediamo ai ministri dell’Ambiente, dello Sviluppo economico e della Salute e alla conferenza Stato-Regioni di non perdere altro tempo e di concludere entro poche settimane l’iter di approvazione delle “Linee guida per l’identificazione delle migliori tecniche disponibili per gli impianti di produzione di Cloro-alcali”, elaborate dal cosiddetto Gruppo tecnico ristretto sugli impianti di trasformazione chimica. Solo dopo questa approvazione definitiva infatti si potranno rilasciare le nuove “Autorizzazioni integrate ambientali”, secondo quanto previsto dalla Direttiva Ippc, e si stabilirà una volta per tutte la data ultima per la dismissione delle celle al mercurio in ciascun impianto, che ci auguriamo possa avvenire entro il 2010, e cioè 10 anni prima della scadenza prevista da Eurochlor. 5
Legambiente - Un futuro verde per la chimica italiana Per accelerare il risanamento dell’inquinamento causato dalle lavorazioni industriali chiediamo al ministro dell’Ambiente e alla Commissione istituita per modificare il Codice ambientale, di ripensare il nuovo testo sulla bonifica dei siti inquinati, senza rinnegare un ruolo più importante dell’analisi di rischio rispetto a quanto previsto dal Dm 471/99 ma creando le condizioni per un controllo maggiore sulla bontà dei progetti proposti dai responsabili dell’inquinamento da parte dell’ente pubblico, che dovrà essere più strutturato e formato a tutti i livelli di quanto lo sia oggi. Si dovrebbe approfittare poi della modifica del Codice ambientale per istituire anche nel nostro Paese un fondo per la bonifica dei siti cosiddetti orfani, sul modello del Superfund statunitense: verrebbe risolto in tal modo il problema delle scarse risorse economiche pubbliche da investire per gli interventi sui siti “senza più padrone”. Ed infine si dovrebbe pensare ad un meccanismo snello ed efficace per fare in modo che il co-finanziamento statale previsto per gli interventi sulle aree pubbliche inquinate da un soggetto individuato venga automaticamente seguito da una richiesta di risarcimento dello Stato nei confronti di chi ha causato l’inquinamento: in questo modo si troverebbero anche i soldi da destinare al sistema delle Agenzie regionali per aumentare il livello dei controlli ambientali, soprattutto in quelle regioni dove ancora oggi sono ampiamente deficitari. Chiediamo poi al Ministro della Salute di finanziare un programma di studi epidemiologici da effettuare nelle aree più inquinate del nostro Paese, a partire dai siti di interesse nazionale da bonificare, per aggiornare ed eventualmente integrare gli studi che fino ad oggi sono stati eseguiti da diversi enti istituzionali, in primis Organizzazione mondiale della sanità, Istituto superiore di sanità, Cnr, con risultati molto interessanti. Le ultime richieste infine le riserviamo al sistema imprenditoriale italiano, in particolar modo all’industria chimica. Il momento di difficoltà vissuto da alcuni settori della chimica non deve far pensare alla smobilitazione e alla delocalizzazione degli impianti verso Paesi meno esigenti sotto tanti punti di vista, ma deve essere vissuto come un opportunità per rilanciare la competitività sul mercato nazionale ed internazionale delle produzioni degli impianti italiani. Il rilancio della chimica deve passare attraverso l’innovazione, la ricerca, il ripensamento delle tecnologie produttive, finalizzati ad una maggiore sostenibilità ambientale, obbligate, perché no, anche dalle nuove normative sempre più stringenti. L’accettazione sociale degli impianti chimici, ancora oggi visti come un grande problema ambientale, può migliorare ma solo a certe condizioni. Le certificazioni ambientali dei processi e dei siti produttivi o l’adesione a programmi volontari di miglioramento delle proprie performance ambientali, come il Responsible care, possono aiutare, ma da soli non bastano. Anche perché la vicenda giudiziaria che ha coinvolto l’impianto cloro-soda di Priolo 6
Legambiente - Un futuro verde per la chimica italiana quattro anni fa, su cui sarà ovviamente la magistratura giudicante a definire responsabilità e condanne per i diversi soggetti indagati, ha vanificato una parte non trascurabile degli sforzi fatti fino ad allora dall’industria chimica per un immagine migliore sotto il punto di vista ambientale. Vogliamo sperare che quello sia un fatto isolato che appartiene al passato e siamo disposti ad instaurare un confronto serio e leale con la chimica italiana, avanzando proposte che stanno in campo su quale deve essere il futuro di questo settore nel nostro Paese. Legambiente è assolutamente a favore di un futuro italiano per la chimica, minacciato più dalla pigrizia innovativa di diverse aziende che dalle pressioni del popolo inquinato. A patto che si mettano in campo azioni concrete sul territorio che vadano nella direzione di una progressiva riduzione degli impatti ambientali. Bonificando in tempi “non geologici” i suoli e le falde inquinate da anni di lavorazioni, mettendo in campo a tal proposito adeguate risorse economiche ed umane. Investendo in tecnologie sempre più pulite e producendo beni sempre più innovativi e di elevata qualità ambientale. Indirizzando una volta per tutte la chimica italiana verso un futuro sempre più verde. 7
Legambiente - Un futuro verde per la chimica italiana 2. Il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico da mercurio eseguito da Legambiente 2.1 Gli impianti cloro-soda monitorati La campagna "Stop al mercurio" di Legambiente si è concentrata sui sei impianti cloro- soda con celle al mercurio più grandi e rappresentativi del nostro Paese. Cinque di questi sono ancora attivi (Tessenderlo di Pieve Vergonte (VCO); Caffaro di Torvisconsa (Ud); Syndial di Porto Marghera (Ve); Solvay di Rosignano (Li); Solvay di Bussi sul Tirino in provincia di Pescara), mentre il sesto (l’impianto Syndial di Priolo Gargallo, in provincia di Siracusa) è chiuso dal 2005 e non è stato ancora riconvertito. La campagna partita il 17 giugno 2006 con i blitz pacifici agli impianti organizzati dai nostri circoli locali e comitati regionali è proseguita con l’esecuzione di un monitoraggio dell'inquinamento atmosferico, le cui modalità di esecuzione e i cui risultati vengono di seguito decritti. 2.2 I limiti di concentrazione del mercurio in atmosfera A livello europeo e italiano non esistono livelli massimi di concentrazione di mercurio in atmosfera. I principali riferimenti a livello mondiale per le concentrazioni di mercurio in atmosfera sono quelli stabiliti negli Usa dall’Epa e dall’Atsdr (Agency for Toxic Substances and Disease Registry) e il valore raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità. Secondo l’Epa il limite per l’esposizione cronica al mercurio è di 300 ng/m3 (nanogrammi per metro cubo) (Integrated risk information system: mercury elemental, www.epa.gov/iris/subst/0370.htm), per l’Atsdr il limite è di 200 ng/m3 (Minimal Risk Levels for hazardous substances, www.atsdr.cdc.gov/mrls.html), mentre l’Organizzazione mondiale della sanità nelle “Linee guida per la qualità dell’aria” fissa a 1.000 ng/m3 il valore medio annuo raccomandabile. 8
Legambiente - Un futuro verde per la chimica italiana Valori limite (espressi in ng/m3) per il mercurio negli Stati Uniti e valori raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) USA OMS Concentrazione di sicurezza 300 (Epa)* 1.000*** per esposizione cronica 200 (Atsdr)** 25.000 (Tlv° - Threshold Limit Value, Acgih Media su 8 ore di lavoro - Associazione degli Igienisti Americani - 1999) * Aria ambiente esterna, con l’ipotesi che una persona sia esposta costantemente a queste concentrazioni, Reference Concentration for Chronic Inhalation Exposure, EPA: http://cfpub.epa.gov/iris/quickview.cfm?substance_nmbr=0370 ** Reference Concentration for Chronic Inhalation Exposure, http://www.atsdr.cdc.gov/cabs/mercury/mercurycabs_level.html *** Valore raccomandato ° Più il TLV è basso e più una sostanza è pericolosa. 2.3 Lo strumento utilizzato Il LUMEX RA-915+ (concesso dalla Lumex Analytics, compagnia russa nata nel 1991, www.lumexanalytics.de) è uno strumento multifunzionale e portatile che fornisce misurazioni dirette, continuative e rapide dei vapori di mercurio nell’atmosfera. Già usato con successo dall’Epa, consente di effettuare rapide e precise analisi della contaminazione da mercurio nell’ambiente. Ha un ampio e dinamico range di valori misurati (da 2 a 50.000 ng/m3) con un limite di rilevamento inferiore molto basso. Lo strumento è in grado di fornire rilevazioni immediate di mercurio in atmosfera sottoforma di valori espressi in ng/m3. RA-915+ è uno spettrometro ad assorbimento atomico che impiega gli effetti della risonanza radioattiva da parte degli atomi di mercurio. Le caratteristiche 9
Legambiente - Un futuro verde per la chimica italiana della correzione dell’effetto Zeeman per l’assorbimento selettivo, garantiscono un elevato grado di accuratezza nella determinazione dei fattori di interferenza quali la polvere, l’aerosol, i gas di assorbimento e i vapori. È dotato di celle multipath con lunghezza ottica di 10 metri che garantiscono la massima sensibilità della misurazione. La possibilità di collegare lo strumento ad un computer portatile permette di ottenere dei grafici di rilevamento. 2.4 La metodologia di campionamento Ad ogni sito è stata dedicata una o più giornata di campionamento. Il monitoraggio si è svolto all’esterno dell’impianto, percorrendo a piedi o con automobile su strade pubbliche a ridosso del perimetro dello stabilimento, e, dove ci è stato permesso, anche all’interno dell’impianto cloro-soda. Prima di iniziare il monitoraggio nei pressi degli impianti si è sempre misurato il bianco (lontano dai siti e sopra vento), con valori misurati che al massimo raggiungevano i 20 ng/m3. Per ogni sito si sono svolte più misure per dare modo agli operatori di caratterizzare l’area di studio e individuare eventuali zone con alta concentrazione (hot spots) o i cosiddetti filoni di mercurio che dipendono molto dall’intensità e dalla direzione del vento. Quest’ultimo parametro è stato misurato con un anemometro. Tramite il supporto fornito dal display si possono distinguere due modalità di rilevazione dei valori di mercurio. Uno basato sulla rilevazione effettuata su una media temporale di 1 secondo (che chiameremo valore osservato), l’altro su una media temporale di 10 secondi (che chiameremo valore registrato). Solo il secondo infatti viene memorizzato e archiviato all’interno della memoria dati, per venir poi scaricato su computer tramite software, con cui è possibile anche visualizzare i dati sottoforma di grafici, molto esplicativi e di immediata lettura. Occorre sottolineare che grazie al monitoraggio sono state effettuate delle fotografie per così dire “istantanee”, ma il metodo è considerato attendibile ed efficace a rivelare una concentrazione fuori dei limiti stabiliti dalle Agenzie per la tutela della salute. Può quindi essere preso in considerazione per ottenere una “fotografia istantanea” del gradiente di diffusione del mercurio gassoso intorno allo stabilimento e a distanze crescenti da questa sorgente puntiforme di emissione. Perché tale metodo sia ancora più attendibile e affidabile è preferibile eseguire il campionamento in particolari condizioni meteo climatiche. I momenti migliori sono quelli di piena primavera o inizio e piena estate (buono per la presenza di un numero maggiore di giorni con alta pressione). Il nostro campionamento è stato svolto dall’8 al 15 giugno, proprio per sfruttare il periodo di massima insolazione, durante il quale la concentrazione del metallo nell’aria è maggiore, e per non monitorare in presenza di venti troppo forti (che disperderebbero velocemente il mercurio emesso). 10
Legambiente - Un futuro verde per la chimica italiana 2.5 I risultati Per ogni campionamento eseguito vengono riportati in tabella il valore medio della concentrazione di mercurio su tutta la durata di campionamento (definito in tabella come “Media”) e il picco di concentrazione massima registrato (definito come “Max”). 2.5.1 Tessenderlo di Pieve Vergonte Il sito di Pieve Vergonte è stato monitorato sia all’interno che all’esterno (su strade pubbliche, vicino al centro abitato e ad alcune aree sportive frequentate da ragazzi). Due zone, all’esterno dell’impianto, hanno presentato valori significativi di concentrazione di mercurio in atmosfera: la prima lungo la strada pubblica via Massari (ingresso uffici Tessenderlo), dove le emissioni di mercurio registrate sono arrivate fino a valori massimi oscillanti tra i 600 e i 700 ng/m3, mentre la seconda su via Marx con valori di picco intorno ai 450 ng/m3. Di particolare importanza invece è la concentrazione di mercurio in atmosfera registrata all’interno dell’impianto cloro-soda con un massimo di poco inferiore ai 35.000 ng/m3, valore più alto misurato dai tecnici di Legambiente durante tutto il monitoraggio eseguito a livello nazionale. 11
Legambiente - Stop al mercurio Risultati del monitoraggio a Pieve Vergonte (le coordinate geografiche sono sempre riferite rispetto al centro di emissione, in questo caso l’impianto cloro-soda). 8 giugno 2006, tempo sereno, vento E-SE 5km/h, 230 m s.l.m. Punto o percorso di Interno/esterno Media Max Misurazione Durata Dinamica monitoraggio dell’impianto (ng/m3) (ng/m3) Stazionario sopra vento 1a Sotto ponte muro medievale e distante da sito 7 min Esterno 2,5 4,6 h: 10.45 (NE) per misurare presenza di fondo di mercurio Inizio a 100 metri da ponte medievale verso il cancello (E- NE) del sito - proseguendo verso ingresso uffici Tessenderlo vicino case via Massari civico 45 (NW – In movimento a piedi 2a 20 min sotto vento) - percorrendo via dei Esterno cercando di coprire 73,5 593,9 h: 11.05 Massari, raggiungendo il l’intero perimetro ristorante “Gianni e Pinotto” - proseguendo fino via 13 martiri civico 29 (W). Percorsi in totale 900 m. Inizio da ristorante-pizzeria “Gianni e Pinotto”diretti verso N - 3a 20 min via della centralina - via Esterno In movimento a piedi 55,4 440,4 h: 11.54 Marmazza - ponte torrente, via Monte Rosa Da via Monte Rosa (ponte del torrente Marmazza) procedendo 4a 15 min verso la fabbrica - via Cicoletti - Esterno In movimento a piedi 16,3 150,4 h: 12.16 via della Chiesa - via De Gasperi – cimitero - stadio (NW) Ripartendo da ristorante/pizzeria 5’ in movimento a piedi 5a “Gianni e Pinotto” fino a incrocio 10 min Esterno - 5’ fermi su incrocio 122,3 688,7 h: 12.33 via De Gasperi con via Massari (hot spot) (NW) Da incroscio via Massari con via 6a De Gasperi fino a ritornare ad 5 min Esterno In movimento a piedi 247,5 613,2 h: 12.47 ingresso uffici Tessenderlo, via Massari 45 Dalle linee di deflusso della 7a salamoia e del cloro, fino in 30 min Interno In movimento a piedi 1.543,6 34.720,7 h: 13.24 prossimità della porta d’ingresso della sala celle 8a Dalla porta della sala celle al 10 min Interno In movimento a piedi 783,7 2.317 h: 13.55 deposito di sale 12
Legambiente - Stop al mercurio 34.721 ng/m3 N LEGENDA: 0 - 200 200 - 500 500 - 1000 Impianto cloro-soda 1000 - 5000 Direzione del vento > 5000 13
Legambiente - Stop al mercurio 2.5.2 Syndial di Porto Marghera Durante le due prime misurazioni, eseguite in movimento su un’auto, sono stati registrati valori di picco massimi di poco superiori ai 200 ng/m3 (sulla strada pubblica via Fratelli Bandiera all’altezza di via Tecchio). Autorizzati ad entrare all’interno del sito e a fare le nostre misurazioni anche nelle vicinanze dell’impianto cloro- soda, il valore di picco più elevato è arrivato a sfiorare i 1.500 ng/m3. Risultati del monitoraggio a Porto Marghera (le coordinate geografiche sono sempre riferite rispetto al centro di emissione, in questo caso l’impianto cloro-soda). 9 giugno 2006, tempo variabile, vento N-NE 6,4 km/h, 5 m s.l.m. Interno/esterno Media Max Misurazione Durata Punto o percorso di monitoraggio Dinamica dell’impianto (ng/m3) (ng/m3) Stazionario sopra Ingresso chiuso da cumuli di sabbia, incrocio vento e distante da 1a tra SS 309 Romea con svincolo per 5 min Esterno sito 11,6 22,5 h: 9.12 autostrada MI-TS e la tangenziale Padova per misurare presenza Chiglia (NW) ingresso n°8 di fondo di mercurio Partenza da zona di background entrando 2a In movimento con 40 min nelle strade interna del sito zona S fino a Esterno 20,4 231,5 h: 9.23 auto tornare su via Fratelli Bandiera (NW) Partenza da parcheggio di via Padre Castagna, poi via F. Bandiera (ingresso Syndial – cartello giallo), via dell’Elettricità, 3a In movimento con 20 min ancora via F. Bandiera, via Galvani, ancora Esterno 7,3 217,6 h: 10.22 auto via dell’Elettricità, via F. Bandiera, via Volta, via Banchina dell’Azoto, terminando nella zona porto (N) Partenza da zona porto (N) nelle strade 4a interne al sito da via Malcontenta fino al In movimento con 20 min Esterno 2,1 9,3 h: 11.05 parcheggio dell’ingresso per l’impianto auto cloro-soda Interno del sito industriale accompagnati da dirigenti Syndial, con auto per i diversi 5a Parte in auto parte a 30 min impianti e a piedi dentro l’impianto cloro- Interno 186,3 1.493 h: 13.00 piedi soda dal deposito di sale, allo stoccaggio del cloro fino a circa 100 m dalla sala celle 14
Legambiente - Stop al mercurio Fig. Area industriale di Porto Marghera Fig. Area industriale di Porto Marghera - Area sud SISTEMA VENTO N 15
Legambiente - Stop al mercurio 1.493 ng/m3 Perimetro impianto cloro-soda N LEGENDA: 0 - 200 200 - 500 500 - 1000 Impianto cloro-soda 1000 - 5000 Direzione del vento > 5000 16
Legambiente - Stop al mercurio 2.5.3 Caffaro di Torviscosa Durante la prima ronda di monitoraggio, eseguito con auto in movimento, i valori si sono mantenuti a bassi livelli, fino ad un massimo registrato di circa 850 ng/m3 sulla strada pubblica via dei Banduzzi che fiancheggia la ferrovia, sul lato nord dell’impianto cloro-soda e della sala celle. Le successive misurazioni stazionarie sono state localizzate nella zona dell’“hot spot” individuato precedentemente e il valore di picco massimo registrato è stato di circa 1.200 ng/m3. 17
Legambiente - Stop al mercurio Risultati del monitoraggio a Torviscosa (le coordinate geografiche sono sempre riferite rispetto al centro di emissione, in questo caso l’impianto cloro-soda). 9 giugno 2006, tempo sereno, T 27°C, vento SW 5 km/h, 10 m s.l.m. Punto o percorso di Interno/esterno Media Max Misurazione Durata Dinamica monitoraggio dell’impianto (ng/m3) (ng/m3) Stazionario sopra vento e distante da 1a SS 14 all’altezza della sito 5 min Esterno 1 2 h: 19.30 traversa di Ca’ Bolani (NE) per misurare presenza di fondo di mercurio Partenza da punto di background percorrendo SS 14 - via dei Banduzzi, 2a costeggiando la ferrovia sul In movimento con 10 min Esterno 61 856 h: 19.38 lato N dell’impianto fino auto all’ingresso principale Caffaro a W del sito industriale 100 m dalla sala celle, su via 3a dei Banduzzi all’altezza di Fermi nel punto di 10 min Esterno 1668 6956 h: 19.57 “Marinig vendita e pulizia”, hot spot nei pressi di case private 100 m dalla sala celle, su via 4a dei Banduzzi all’altezza di Fermi nel punto di 10 min Esterno 241 988 h: 20.11 “Marinig vendita e pulizia”, hot spot siamo vicino a case private 5a 10 min Vicino al punto precedente Esterno In movimento a piedi 515 1.208 h: 20.25 18
Legambiente - Stop al mercurio 1.208 ng/m3 N LEGENDA: 0 - 200 200 - 500 500 - 1000 Impianto cloro-soda 1000 - 5000 Direzione del vento > 5000 19
Legambiente - Stop al mercurio 2.5.4 Solvay di Rosignano Marittimo Monitorando l’intero perimetro dell’area industriale si è evidenziato un “hot spot” localizzato a sud est, nei pressi della zona Polveroni e sulla strada pubblica Via Rosignano dove è stato registrato un valore di picco massimo di oltre 1.200 ng/m3. Nella seconda figura sono rappresentati i successivi monitoraggi stazionari fatti nei pressi della “zona calda” individuata con il precedente monitoraggio in movimento (all’interno del parcheggio dei tir e nel parcheggio privato dello stabilimento). Anche in questo caso i valori di picco massimi sono stati di oltre 1.200 ng/m3, soprattutto nei momenti in cui gli operatori si trovavano “sotto vento”. Risultati del primo monitoraggio a Rosignano Marittimo (le coordinate geografiche sono sempre riferite rispetto al centro di emissione, in questo caso l’impianto cloro-soda) 10 giugno 2006, tempo sereno, poco vento NW, 15 m s.l.m. Punto o percorso di Interno/esterno Media Max Misurazione Durata Dinamica monitoraggio dell’impianto (ng/m3) (ng/m3) A W dell’impianto in via Vittorio Stazionario sopra vento e Veneto (strada senza uscita) che 1a distante da sito 5 min fiancheggia canale scolo Esterno 3,9 4,9 h: 13.28 per misurare presenza di fondo di industriale “Fosso bianco”- zona mercurio residenziale Partenza da via Veneto (strada senza uscita) - via Garibaldi - via 2a Aurelia - via Polveroni (S) - 30 min Esterno In movimento con auto 47,8 578 h: 13.37 parcheggio tir - vicino impianto cloro-soda - attraverso Rosignano fino a N del sito 20
Legambiente - Stop al mercurio Risultati del secondo monitoraggio a Rosignano Marittimo (le coordinate geografiche sono sempre riferite rispetto al centro di emissione, in questo caso l’impianto cloro-soda) 12 giugno 2006, tempo sereno, T min 13°C – max 26°C, vento NE 9 km/h, 15 m s.l.m. Interno/esterno Media Max Misurazione Durata Punto o percorso di monitoraggio Dinamica dell’impianto (ng/m3) (ng/m3) Stazionario sopra A W dell’impianto in via Vittorio Veneto (strada senza vento e distante da 1a uscita) che fiancheggia canale scolo industriale “Fosso 5 min Esterno sito 5,1 9,7 h: 9.56 bianco”, zona residenziale per misurare presenza Vento: 2,9 km/h di fondo di mercurio Partenza da via Veneto (strada senza uscita) - via Garibaldi - via Aurelia - via Polveroni (S) - parcheggio tir - vicino impianto cloro-soda – presso il segnale 2a In movimento con 40 min “pericolo fuga gas” sul ponticello - fino all’ingresso N Esterno 40,3 749,9 h: 10.11 auto della Solvay -piazza della Repubblica – ritorno al punto di partenza Vento: 3,2 km/h 3a Senso contrario alla precedente misurazione In movimento con 30 min Esterno 96,8 1.211,4 h: 11.07 Vento: 12 km/h auto 4a Parcheggio privato vicino al parcheggio dei tir a SE e 5 min Esterno stazionario 244,5 768,5 h: 11.25 vicino l’impianto cloro soda 5a Parcheggio privato vicino al parcheggio dei tir a SE e 5 min Esterno stazionario 338,7 808,8 h: 11.31 vicino l’impianto cloro soda Partendo da parcheggio privato, si rientra nel 6a parcheggio dei tir (SE) e poi si risale per via per In movimento con 10 min Esterno 138,7 641,2 h: 11.38 Rosignano ad E del sito auto Vento: 4-8 km/h, T 29°C 21
Legambiente - Stop al mercurio Rosignano N Area industriale di Rosignano Marittimo Parcheggio TIR N L’impianto cloro-soda 22
Legambiente - Stop al mercurio LEGENDA: 0 - 200 200 - 500 500 - 1000 Impianto cloro-soda 1000 - 5000 Direzione del vento > 5000 2.5.5 Solvay di Bussi sul Tirino Durante le diverse misurazioni (stazionarie, in movimento a piedi e con automobile) sono state riscontrate due zone “calde”: - la prima sulla strada pubblica che costeggia il lato sud del sito, proprio a ridosso del muro della sala celle, ove sono presenti le bocche di aerazione. Qui si sono registrati valori molto alti di concentrazione di mercurio in atmosfera, fino a circa 7.700 ng/m3; - a nord ovest del sito, vicino al corso d’acqua, in presenza di un cantiere con lavori in corso e terreno movimentato appena sotto le tubature con vapori a 180 °C della centrale termoelettrica. In questa zona, distante dall’impianto cloro-soda e sopra vento, si è osservato un valore di picco di 1.700 ng/m3. 23
Legambiente - Stop al mercurio Risultati del monitoraggio a Bussi sul Tirino (le coordinate geografiche sono sempre riferite rispetto al centro di emissione, in questo caso l’impianto cloro-soda) 13 giugno 2006, tempo sereno, T min 16°C – max 23°C, vento N 6 nodi, 250 m s.l.m. Interno/esterno Media Max Misurazione Durata Punto Dinamica dell’impianto (ng/m3) (ng/m3) A N-NE del sito industriale e della centrale elettrica a metano Edison 1a 5 min Bussi (che si trova a sua volta a N del sito chimico) Esterno Stazionario 10,4 15,6 h: 10.17 Vento locale: 2,5 km/h Partendo da N della centrale elettrica (vedi misurazione prima), si procede verso S e verso l’impianto Solvay, costeggiando centrale 2a elettrica, area pic-nic, ponticello, parcheggio auto, ingresso principale In movimento con 20 min Esterno 335,4 5.084,9 h: 10.28 Solvay (ancora a N dell’impianto), proseguo costeggiando la sala celle auto con ventole a S del sito, piazzale Azogeno (SE), fino all’incrocio tra SS 5 Tiburtina E e svincolo RM-PE Stazionario sopra vento e distante da 3a Sotto il ponte dell’autostrada qualche decina di metri da SS 5 Tiburtina sito 5 min Esterno 3,5 5,2 h: 10.53 (SE) per misurare presenza di fondo di mercurio 4a Vicino al muro della sala celle dove si è trovato l’hot spot (S del sito) In movimento a 5 min Esterno 243,6 1.496,2 h: 11.06 nella seconda misura piedi 5a 5 min Muro con le ventole Esterno Stazionario 4.606,9 7.695,9 h: 11.16 Partenza da slargo a N del sito sotto traliccio centrale Terna-Edison - 6a In movimento con 10 min procedendo verso il sito chimico - ponticello con fiumiciattolo (dove c’è Esterno 55,3 398,9 h: 11.31 auto recinzione con lavori in corso e terreno tutto smottato) 7a Tra ponticello e tubature centrale Terna Edison 5 min Esterno Stazionario 183,1 841,3 h: 11.55 Vento locale: 3-5 km/h Da area pic-nic si ripercorre lo stesso itinerario della seconda 8a In movimento con 10 min misurazione (cercando di ricoprire l’intero perimetro) Esterno 447,5 1.714,8 h: 12.06 auto T 30°C a 9 paese di Bussi sul Tirino 5 min Esterno Stazionario 9,5 35,3 h: 13.37 558 m s.l.m. 24
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