Tutti a scuola, regione che vai campanella che trovi

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Tutti a scuola, regione che vai campanella che trovi
Tutti a scuola, regione che
vai campanella che trovi…

Tanti gli studenti italiani alle prese con il ritorno sui
banchi di scuola. E come sempre il calendario scolastico varia
a seconda delle regioni.

  IL VIDEO SERVIZIO [CLICCARE SULLA FOTO PER GUARDARE]
Tutti a scuola, regione che vai campanella che trovi
Lo scorso 5 settembre gli studenti dell’Alto Adige sono stati
i primi a rientrare a scuola dopo le vacanze, aiutati si spera
dal clima mite della loro regione. Ma non sono stati gli
unici. A far compagnia agli studenti altoatesini nel dire
addio a questa estate 2019 i piccoli alunni della scuola
dell’infanzia in Lombardia.

In seconda posizione si è piazzato il Piemonte, i cui studenti
sono rientrati nelle classi lo scorso 9 settembre mentre dopo
due giorni è toccato alla Basilicata, Campania, Umbria e
Veneto segnando la prima data nera per molti dei nostri
giovani.

Il 12 settembre seppur più fortunati di molti dei loro
compagni, anche gli studenti del Friuli Venezia Giulia,
Lombardia (scuole secondarie di I e II grado), Sicilia,
Trentino e Valle d’Aosta hanno la sfortuna di “perdere”
l’ultimo posto in classifica, in questo caso il preferito
degli studenti.
Ancora qualche giorno di vacanza invece per gli studenti di
Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Molise,
Sardegna e Toscana che faranno ritorno a scuola il prossimo
lunedì 16 settembre, ma ancora più fortunati i ragazzi della
Tutti a scuola, regione che vai campanella che trovi
Puglia che sentiranno suonare la campanella mercoledì 18
settembre.

Un anno scolastico, quello appena iniziato o che sta per
iniziare che prevede dei ponti inaspettati, per la gioia di
tutti gli studenti. Tutte le regioni, infatti, potranno
allungare il fine settimana in occasione della festa di Tutti
i Santi (1 novembre) che cade di venerdì. Così come la Festa
dei lavoratori (1 maggio) che cade sempre di venerdì.

Immigrazione e sicurezza,
dove   va   l’Italia?: le
posizioni di Pd e Lega a
confronto
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POLITICA A CONFRONTO, DA SX: LUCA ANDREASSI (PD) – IVAN
BOCCALI (LEGA) – MATTEO MAURO ORCIUOLI (LEGA) – CLICCARE SULLA
FOTO PER GUARDARE

Pronto il piano per modificare il decreto sicurezza, fiore
all’occhiello dell’ex vice premier Matteo Salvini, non solo
sulla base delle “osservazioni” del presidente Mattarella, ma
anche recuperando “la formulazione originaria”, ovvero “prima
che intervenissero le integrazioni che, in sede di
conversione” in legge “ne hanno compromesso l’equilibrio
complessivo”. Ad annunciarlo è stato il presidente del
Consiglio del nuovo governo giallorosso Giuseppe Conte che ora
è pronto a cambiare il testo fortemente voluto dall’ex alleato
leghista.

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La modifica dovrebbe riguardare sostanzialmente le maxi multe
previste nell’attuale decreto per le navi che entrano nelle
acque italiane a seguito di salvataggio in mare di migranti.
Il Quirinale ha infatti stigmatizzato l’aumentato della
sanzione per le navi di soccorso che violano il divieto di
ingresso nelle acque territoriali. La multa è stata
notevolmente aumentata, ma senza «alcun criterio che distingua
quanto alla tipologia delle navi, alla condotta concretamente
posta in essere, alle ragioni della presenza di persone
accolte a bordo”, ha detto Mattarella nella lettera inviata ai
presidenti delle due Camere e al premier Giuseppe Conte.

Dura la replica del leader leghista: “Non si torna indietro”
ha tuonato dal palco della manifestazione organizzata da
Giorgia Maloni, in Piazza Montecitorio. “E se qualcuno lo
pensa lì dentro (Salvini fa riferimento al nuovo governo pd
M5s) non li faremo uscire da quel Palazzo”.
Il leader del Carroccio ha poi aggiunto: “I porti li chiudiamo
noi, tutti insieme, perché in Italia non si entra senza
permesso. Lo faremo stando in Parlamento e in mezzo alla
gente. Ci sono milioni di italiani che chiedono sicurezza. Se
qualcuno pensa di tornare al business dell’immigrazione
clandestina, sapremo come impedirlo, sempre in maniera
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democratica, pacifica e sorridente come siamo abituati a
fare”.

Intanto all’orizzonte si profila il caso della Ocean Viking
con a bordo 50 naufraghi, attualmente in area Sar, acronimo
con il quale viene indicata la zona di competenza di ogni
paese per effettuare le operazioni di ricerca e soccorso. E se
la nave dovesse decidere di fare rotta verso i porti italiani,
il nuovo ministro dell’Interno Luciana Lamorgese non farà
ricorso al potere di vietarne l’ingresso. Organizzerà invece
il soccorso e gestirà con Bruxelles la redistribuzione di chi
sbarca. La Alan Kurdi invece non è autorizzata ad entrare in
acque italiane. È infatti sempre in vigore il divieto siglato
dall’ex ministro Matteo Salvini lo scorso 31 agosto in base al
decreto sicurezza bis.

Strage di Erba, chi c’era
sulla scena del crimine?
[Prima puntata]
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Riemergono tanti interrogativi e forse anche degli assassini
ancora in libertà per la strage di Erba dove la sera dell’11
dicembre 2006 vennero uccisi in un condominio di via Diaz,
Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola
Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini con il suo cane.

IL VIDEO SERVIZIO SULLA STRAGE DI ERBA [CLICCARE PER GUARDARE]
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Una strage che oggi, dopo i tre gradi di
giudizio, vede alla sbarra i coniugi Rosa
Bazzi e Olindo Romano
Il marito della Cherubini, Mario Frigerio creduto morto dagli
assassini, riuscì a sopravvivere. Si tratta di una
testimonianza importantissima per le indagini perché Frigerio
è stato l’unico testimone oculare della vicenda.
Frigerio venne raggiunto all’ospedale dai carabinieri per
prendere la sua deposizione, contemporaneamente la Procura con
intercettazioni ambientali registrava cosa avveniva nella
stanza.

Azouz Marzouk che prima era convinto che Rosa Bazzi e Olindo
Romano fossero davvero i responsabili del massacro, dopo aver
letto approfonditamente le carte del processo si è convinto
che non sono Rosa e Olindo i responsabili della strage. I
fratelli Castagna ritengono che lui non stia rispettando il
loro dolore alimentando la riapertura del processo che Rosa e
Olindo cercano di ottenere da 5 ormai anni.

Chi c’era dunque sulla scena del crimine quella maledetta
sera? L’agenzia investigativa Falco di Lucca dopo il mandato
conferito da Marzouk sta andando a fondo al caso.

LE NOVITA’ SUL CASO ILLUSTRATE DALL’INVESTIGATORE DAVIDE
CANNELLA [CLICCARE PER GUARDARE]
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“Le   intercettazioni      di  Frigerio     si  interrompono
improvvisamente nel momento in cui i carabinieri entrano nella
stanza per prendere la sua testimonianza – racconta Davide
Cannella direttore dell’agenzia investigativa – è molto
strano, – ha detto ancora Cannella – non se ne parla nemmeno
nel registro delle intercettazioni. Se ci fosse stato un
malfunzionamento o un problema, nel registro andava segnalato.
Ma da nessuna parte si accenna a queste intercettazioni, che
cosa si sono detti i carabinieri e Frigerio?”

La celebre criminologa Roberta Bruzzone, all’interno della sua
rubrica sul settimanale Giallo, ha detto quello che pensa.
Bruzzone è stata uno dei consulenti della difesa dei coniugi
Romano in merito alla strage di Erba. Riguardo alle indagini
sul caso ha voluto esprimere alcune sue perplessità sostenendo
che a suo avviso il racconto fornito dai due colpevoli,
riconosciuti tali da una sentenza passata in giudicato, non
troverebbe alcun riscontro con le risultanze probatorie: “A
chi come me conosce alla perfezione l’intero fascicolo sul
caso della strage di Erba, – ha detto Bruzzone – risulta
evidente che qualcosa non torni. Per essere più chiari, – ha
proseguito la criminologa – non torna niente nel racconto
inizialmente fornito dai due coniugi. I due, prima di
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ritrattare le loro sgangherate confessioni – ha proseguito
Bruzzone- avevano raccontato una storia che non stava in
piedi, soprattutto rispetto alla costruzione dei fatti
elaborata dal Ris di Parma. Non ho mai nascosto che a mio
avviso si sia trattato di un’indagine decisamente
‘imperfetta’. Ciò che hanno riferito i coniugi Romano nelle
varie versioni è lontanissimo da ciò che le tracce presenti
sulla scena del crimine raccontano. E io, dopo 20 anni di
attività sul campo mi fido molto più delle tracce che delle
persone. Anche quando confessano delitti mai commessi. Senza
contare poi, che dei coniugi Romano sulla scena del crimine
non c’è nessuna traccia.”

Dei dubbi, quindi, che si ancorano alle evidenze emerse
durante il corso del processo e che non avrebbero sin da
principio convinto la criminologa circa il reale accadimento
dei fatti: “Ritengo improbabile – ha detto ancora Bruzzone –
commettere una strage di quel tipo senza lasciare nulla dietro
di sé. La mansarda, dove è stata trovata assassinata la
Cherubini è stata risparmiata dall’azione del fuoco: la scena
era integra e c’erano tracce chiare e utilizzabili per un
confronto. Ebbene non si tratta di tracce riconducibili né a
Olindo Romano né a sua moglie Rosa Bazzi”.
Chi c’era sulla scena del crimine?

L’Avvocato penalista Serena Gasperini e la psicoterapeuta e
psicologa Daniela Iozzi parlano del caso con Chiara Rai
durante la trasmissione Officina Stampa del 12/9/2019
Apple lancia tre modelli di
iPhone 11
L’attesissimo evento Apple di presentazione dei nuovi iPhone
ha portato con se una valanga di novità: tre nuovi smartphone
di ultima
generazione, iPad, Apple Watch 5 e servizi Tv e videogiochi.
Il primo argomento
trattato durante la conferenza del colosso di Cupertino sono
stati i nuovi
servizi: Apple Arcade per i giochi e Tv Plus per i contenuti
originali in
streaming. Quest’ultimo sarà in diretta concorrenza con
Netflix, Amazon Video e
tra poco anche Disney. Apple Arcade, invece, è il servizio in
streaming per i
videogiochi e sarà disponibile dal 19 settembre in 150 paesi
nel mondo a 4,99
dollari al mese e prevede un mese di prova. Nell’offerta
iniziale sono presenti
in catalogo ben 100 giochi. Apple Tv Plus, servizio in
streaming di contenuti
originali per cinema e tv, sarà invece disponibile dal 1
novembre a 4,99
dollari al mese in 100 paesi nel mondo. E chi acquista uno fra
i tre nuovi
modelli di iPhone 11 avrà Apple Tv gratis per un anno.

Per quanto riguarda gli attesissimi iPhone 11, si può dire
che essi sostanza replicano la “line up” dello scorso anno.
Tutti hanno al loro
interno il processore A13 Bionic un processore così potente in
grado di
eseguire 1 trilione di operazioni al secondo e realizzato
utilizzando la
tecnologia a 7 nanometri, in grado di ottimizzare i consumi
energetici. Per
quanto riguarda l’iPhone 11 “base”, il dispositivo sarà
venduto a un prezzo di
partenza più basso rispetto allo scorso anno (699 dollari).
Per quanto riguarda
le specifiche tecniche il device possiede un display da 6,1
pollici, liquid retina
con true tone e due fotocamere posteriori racchiuse in un
quadrato. Inoltre la
fotocamera anteriore è in grado di “girare” video in slow
motion per i selfie
lenti, gli “slofies”. Il melafonino potrà essere acquistato in
sei nuovi
colori.

https://www.youtube.com/watch?v=YWnuHYzNJK8
Nel corso della conferenza Apple ha inoltre presentato iPhone
11 Pro e l’iPhone 11 Pro Max. Questi ultimi due hanno un
display Oled
rispettivamente da 5,8 e 6,5 pollici e un comparto fotocamera
potenziato con
tre fotocamere sul retro racchiuse in un quadrato con ultra-
grandangolo,
grandangolo e teleobiettivo. Ogni fotocamera del sistema
registra video 4K con
una gamma dinamica estesa e una stabilizzazione “di livello
cinematografico”. A livello tecnico ecco che la nuova CPU
possiede due
core per le prestazioni, quattro core per l’efficienza e un
motore neurale a 8
core. Tutto questo è solo consumo? Assolutamente no perché il
nuovo iPhone 11
Pro durerà addirittura 4 ore in più rispetto al passato iPhone
Xs mentre la
versione iPhone 11 Pro Max addirittura 5 ore in più rispetto
alla versione Xs
Max. Oltretutto viene fornito con un adattatore da 18W per la
ricarica rapida
già nella confezione. Con iOS 13, poi, tutti hanno accesso a
strumenti di
editing video, per ruotare, tagliare, aumentare l’esposizione
e applicare
filtri all’istante.

https://www.youtube.com/watch?v=cVEemOmHw9Y
I nuovi smartphone arrivano dal 20 settembre anche in Italia
ad un prezzo di partenza rispettivamente di 999 e 1099 dollari
(1189 e 1280
euro). Nello specifico: iPhone 11 Pro da 64GB sarà disponibile
a un prezzo di
1.189€, iPhone 11 Pro da 256GB a 1.359€ e iPhone 11 Pro da
512GB a 1.589€. Invece
il modello topo di gamma costerà qualcosina in più: iPhone 11
Pro Max da 64GB sarà
acquistabile a un prezzo di 1.289€, iPhone 11 Pro Max da 256GB
a 1.459€ mentre l’iPhone
11 Pro Max da 512GB, il top della gamma, costerà 1.689€.
Ricordiamo che i nuovi
modelli di iPhone sono preordinabili già a partire da questo
venerdì.

L’azienda statunitense ha anche lanciato un nuovo iPad che a
partire da adesso ha un sistema operativo proprio, per
renderlo più
indipendente dall’iPhone. Il dispositivo di settima
generazione ha un display
più grande e la compatibilità con la Smart Keyboard di
dimensioni standard, è
un Retina da 10,2 pollici e la compatibilità con Apple Pencil,
il chip A10 Fusion,
fotocamere e sensori evoluti. Può essere ordinato a partire da
oggi e sarà
disponibile nei negozi da lunedì 30 settembre, a partire da
389 euro.

https://www.youtube.com/watch?v=5bvcyIV4yzo
 Novità in arrivo
anche per gli amanti degli orologi intelligenti della Mela,
arrivano infatti
anche i nuovi Apple Watch series 5 con display always on,
Retina, e un “Low
Temperature Polisilicon display”, in grado di fare il refresh
dinamicamente per
risparmiare energia. C’è anche un nuovo sensore per la luce
ambientale, che
insieme ad altre innovazioni nel software dovrebbero garantire
una durata della
batteria per tutto il giorno. Gli schermi sono ottimizzati per
tutti i tipi di
workout e sarà presente un compasso che rileverà la direzione
come avviene
sugli iPhone. Ci sarà un modello con il case in titanio e uno
in alluminio
ricilcato al 100%. Il prezzo di partenza è di 399 dollari,
sarà disponibile negli
store dal 20 settembre e ordinabile da oggi. Insomma, anche
per quest’anno
Apple si è presentata a settembre con una carrellata di
novità. Riuscirà fra
prezzi più bassi, dispositivi sempre più potenti e servizi
innovativi a
conquistare ancora di più consensi fra gli appassionati di
tecnologia? Non
resta altro che attendere qualche giorno per capirlo.

Di seguito, per i più interessati o per chi se la fosse persa,
vi proponiamo la conferenza Apple per intero. Buona visione.

Francesco Pellegrino Lise
Man of Medan, il videogame in
cui   ogni  scelta   ha   una
conseguenza

Vi siete   mai trovati al cinema a vedere un bel film horror e
di dire    fra voi e voi: “io avrei agito così”, oppure di
pensare:   “Ma cosa sta
facendo?    Scappa”. Bene, In Men of Medan, primo capitolo di
un’antologia dell’orrore
per Pc, Xbox One e Ps4, sarà possibile decidere le sorti dei
protagonisti,
instaurare rapporti solidi o antipatie che porteranno alla
salvezza o alla
morte. Ogni dialogo è cruciale, ogni decisione importante,
ogni dettaglio non
trascurabile. Insomma, Men of Medan è un vero e proprio horror
movie da giocare
da soli, in coppia con un altro giocatore online o in 5 seduti
sul divano di
casa. Prima di esaminare il software nello specifico però è
bene spendere
qualche parola sul team di sviluppo. Supermassive Games non è
un nome
particolarmente famoso presso il largo pubblico videoludico.
La software house
inglese, fondata nel 2008, ha lavorato per vari anni a piccoli
giochi o come
team di supporto nell’ecosistema PlayStation, trovando poi uno
spazio sotto i
riflettori grazie ad Until Dawn (PS4, 2015), avventura
narrativa
cinematografica dal taglio horror. Dopo di che, il gruppo si è
dedicato di
nuovo a produzioni     minori,   perlopiù   per   la   VR.   Ora,
Supermassive torna alla
ribalta con un nuovo progetto che è praticamente figlio di
Until Dawn: The Dark
Pictures Anthology. Quest’ultimo non è un gioco ma, come il
nome fa
perfettamente intuire, una raccolta di opere indipendenti che
condividono lo
stesso stile. Il 30 agosto è uscito il primo titolo di questa
antologia: Man of
Medan ed è proprio di questo capitolo che vi andremo a parlare
in questa
recensione. A livello di trama il gioco si propone subito in
maniera
intrigante, dopo un breve prologo ambientato subito dopo la
seconda guerra
mondiale, che funge da tutorial ci si trova immersi nel
presente, vero tetro
del gioco. I relitti sommersi, si sa, hanno sempre esercitato
un certo fascino
nell’immaginario collettivo, attirando gli esploratori più
avventurosi che
cercano di svelarne i segreti. Ed è proprio uno di questi
relitti ad attrarre
un gruppo di amici: i ricchi fratelli Conrad, interpretato
dall’attore Shawn
Ashmore, Julia, il fidanzato di quest’ultima Alex e suo
fratello Brad. I
quattro si avventurano con la capitana polinesiana Fliss su
una barca per
immersioni verso alla posizione di un vecchio aereo affondato,
determinati a
scoprirne i segreti. E’ esplorando questo relitto che vengono
a conoscenza
delle coordinate dell’Oro della Manciuria, quello che sembra
essere un tesoro a
sole due ore di navigazione dalla loro posizione. Un obiettivo
irresistibile
per il gruppo… e non solo       per   loro.   Man   of   Medan   è
un’avventura narrativa che
segue la storia dei cinque protagonisti e che, da semplice
escursione
esplorativa nel Pacifico meridionale, degenera velocemente
trasformandosi in un
vero incubo per tutto il gruppo.

Come già vi abbiamo detto, il nuovo titolo di Supermassive
games è un’avventura fortemente ramificata, in cui ogni
scelta, operata tramite
dialoghi (completamente doppiati in italiano) e azioni, può
portare a
evoluzioni della vicenda molto diverse. Alcune delle scelte
fatte nella prima
ora di gioco potrebbero avere impatti importanti non solo sul
finale, ma
sull’intero svolgimento della trama. Anche la formazione dei
vari
“gruppi” all’interno della storia può cambiare in base alle
scelte
fatte; i protagonisti non sono infatti sempre insieme e spesso
si separano in
due o tre gruppi la cui composizione dipenderà dalle azioni,
influenzando di
conseguenza il resto della storia. Inutile dire che quest’alta
possibilità di
situazioni porta ad un gran numero di eventi, dialoghi ed
esiti diversi in base
alle scelte fatte. Di tanto in tanto nel corso della storia,
poi, la narrazione
si interrompe portando i giocatori nella biblioteca del
Curatore, un uomo
misterioso che sembra sapere tutto di quello che potrebbe o
meno accadere. Il
Curatore ogni tanto fa la sua comparsa commentando le scelte
fatte e mettendo
chi gioca in guardia su quello che il futuro potrebbe
riservare. Questo sarà
l’unico personaggio ricorrente e filo conduttore che si
troverà anche nei
futuri giochi della serie “The Dark Pictures”. Parlando di
Gameplay,
Man of Medan si presenta come un’avventura in terza persona
con ambienti a
telecamera fissa, quindi legata alla regia degli sviluppatori,
in cui di volta
in volta si controllano le azioni dei vari personaggi mentre
si dipana l’intera
storia. Nei panni del personaggio di turno sarà possibile
esplorare l’ambiente,
interagire con alcuni oggetti raccogliendoli ed esaminarli
oppure tirando leve,
aprendo porte e così via, o anche scegliere come condurre i
dialoghi scegliendo
tra due risposte da dare entro un tempo massimo, oppure non
dicendo nulla.
L’esplorazione si conduce in gran parte camminando più o meno
lentamente,
talvolta accompagnati da uno o più personaggi, in ambienti
prevalentemente
scuri, e senza grandi possibilità di deviazione. In buona
parte degli ambienti
esplorabili è possibile trovare stanze opzionali per scoprire
segreti ed
informazioni rilevanti sulla storia sotto forma di diari,
lettere e telegrammi,
ma di fatto l’esperienza è totalmente lineare al netto delle
scelte compiute
nei momenti chiave. Per quanto riguarda la componente horror,
Man of Medan
gioca molto sull’atmosfera, sempre molto cupa e misteriosa.
Essa aiutata anche
da un ottimo sound design, tiene sempre sulle spine. Inoltre a
condire il tutto
non mancano ovviamente moltissimi “jumpscares” a base di
teschi, morti e teste
mozzate, che avvengono nei momenti più inattesi provocando più
di un sussulto.
Nei momenti più “concitati” ci sono poi le classiche sequenze
di
tasti da premere col giusto tempismo, la cui corretta
esecuzione può fare la
differenza tra la salvezza e la morte di un personaggio, e sui
quali non si può
tornare indietro visto che il gioco salva istantaneamente le
azioni compiute.
In alcuni momenti particolarmente tesi, quando ad esempio ci
si stà nascondendo
da un pericolo mortale, interviene infine una sequenza
“mantieni la
calma” che consiste nel premere un tasto a ritmo con il
battito cardiaco
del personaggio, il fallimento di tale evento porterà il
giocatore ad essere
scoperto con tutto ciò che ne consegue. Questi meccanismi
fanno quindi sì che si
debba stare sempre ben attenti a quello che avviene sullo
schermo, senza mai
mollare il pad; una distrazione qualunque o uno sguardo al
telefonino possono
infatti modificare irrimediabilmente la storia per il resto
della partita, con
l’unica possibilità     di   ricominciare   dall’inizio   oppure
ricaricare il singolo
capitolo, opzione questa però disponibile solo dopo essere
arrivati alla fine
della trama. Avviso per i “furbetti”, chiudere velocemente il
gioco per poi
riavviarlo e ricaricare la partita non funziona, perché ogni
azione sarà
salvata istantaneamente.

Il gioco non deluderà nemmeno gli appassionati di
esplorazione, infatti Man of Medan offre una buona dose di
segreti
collezionabili, 50 in tutto, e 13 dipinti da cercare in giro
per l’ambiente.
Questi quadri sono molto importanti in quanto offrono brevi
visioni di quello
che potrebbe accadere in futuro. Ovviamente il condizionale è
d’obbligo in
quanto il futuro dei protagonisti dipenderà solo ed
esclusivamente dalle scelte
fatte da chi gioca. Ovviamente una singola partita non basterà
per vedere ogni
singolo filmato o epilogo, quindi se si vuole vedere tutto è
necessario
svolgere più di una “run”. Giocare più partite dall’inizio
alla fine servirà
infatti non solo per raccogliere tutto ma anche per scoprire
le varie
diramazioni della storia, cercare di salvare tutti o anche di
trovare il finale
più negativo possibile. Arrivare dall’inizio alla fine della
storia richiederà
ogni volta dalle 4 alle 6 ore e la rigiocabilità è molto alta
grazie alle tante
variabili in gioco, per cui è necessario rigiocare il tutto
almeno due o tre
volte, magari anche in compagnia di amici, se si vuole puntare
a scoprire ogni
cosa. Come vi dicevamo all’inizio, Man of Medan vi dà la
possibilità di
affrontare l’avventura da soli o in compagnia, il menu
principale del gioco presenta
infatti due opzioni iniziali, “Non giocare da solo” e “Gioca
da
solo”; mentre la seconda porta alla classica esperienza single
player,
selezionando la prima si avrà la possibilità di accedere alle
modalità
“Storia condivisa” e “Serata al cinema”. La prima permette
di giocare online con un amico, controllando ognuno un
personaggio diverso:
quando i due personaggi sono insieme nella stessa scena, si
potrà interagire e
portare avanti insieme la storia, ma poi se/quando si
divideranno ognuno
continuerà la storia dalla propria prospettiva, raccontandosi
a vicenda quello
che accade e dandosi consigli. La modalità “Serata al cinema”
invece
permette ad un massimo di 5 giocatori di seguire l’intera
storia davanti alla
TV, passandosi il controller quando è il momento di
controllare il proprio
personaggio, o i propri, visto che i personaggi vengono
spartiti tra i
giocatori presenti se sono meno di 5 e contribuendo così alle
decisioni per
portare avanti la trama. Insomma, con Man of Medan c’è davvero
molto con cui
divertirsi. A livello audio il gioco è impeccabile, infatti il
titolo offre un
fantastico doppiaggio in italiano e una serie di effetti
spaventosi e musiche
sempre consone con ciò che avviene sullo schermo. Anche a
livello grafico Man
of Medan regala un buon colpo d’occhio. Gli ambienti di gioco
sono ben
realizzati e particolarmente curati, i volti dei protagonisti
sono espressivi e
assolutamente credibili. Peccato per il movimento dei ragazzi
che a tratti può
apparire legnoso, ma nulla di eccessivamente grave. Durante la
nostra prova
(avvenuta su Xbox One X) il titolo in alcuni rari frangenti è
risultato
scattoso, però fortunatamente si è trattato solo di fenomeni
sporadici. Tirando
le somme, l’ultimo lavoro di Supermassive Games è in generale
un titolo che
merita di essere giocato. Parlando del team che ha sviluppato
il bellissimo
Untill Dawn, il risultato non tradisce le aspettative, infatti
Man of Medan è
un’avventura narrativa/esplorativa assolutamente ben riuscita
ed estremamente
divertente. Ovviamente tale titolo non è consigliato a chi
cerca un videogame
di azione o uno sparatutto. Lo ripetiamo ancora, Man of Medan
è come vedere un
film al cinema con la differenza che saranno il o i giocatori
a decidere come
andrà a finire la pellicola.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 9

Gameplay: 8

Longevità: 9

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

Bracciano, Acea smentisce
Tellaroli: le bugie hanno le
gambe corte
BRACCIANO (RM) – Acea con un comunicato ufficiale smentisce le
affermazioni fatte dal consigliere comunale di minoranza (M5S)
Marco Tellaroli in un precedente articolo apparso sul giornale
locale online Il Lagone.

Lo scorso giovedì 5 settembre (guarda caso la stessa data
dell’incontro tra il Sindaco Armando Tondinelli e il
presidente di Acea Ato 2 Claudio Cosentino ) viene pubblicato
un articolo dove si asserisce addirittura che si fosse appena
concluso mercoledì 4 Settembre a Roma in piazzale Ostiense, il
primo incontro tra Acea Ato 2 e l’Amministrazione comunale di
Bracciano e per assurdo il resoconto dell’incontro veniva
chiesto dal redattore dell’articolo pubblicato su Il Lagone
direttamente al consigliere di minoranza Tellaroli e non, come
sarebbe stato naturale fare, al Sindaco o alla maggioranza.

Acea entra nel merito delle dichiarazioni
di Tellaroli
Ora, è bene sapere che lo stesso gestore del servizio idrico
prende le distanze addirittura in forma scritta dalle
dichiarazioni del consigliere pentastellato.

Tellaroli prosegue addirittura affermando che in occasione
dell’incontro tra lui e il presidente Cosentino del 4
settembre ha avuto modo di approfondire i temi di Bracciano
(scrive Tellaroli: “Parlando con Presidente di Acea Ato 2 il
Dottor Claudio Cosentino insieme al Consigliere capitolino
Giuliano Pacetti con delega presso la Città Metropolitana ai
servizi idrici, abbiamo portato all’attenzione le innumerevoli
criticità del nostro territorio, soprattutto abbiamo ribadito
i disagi che circa un quarto della popolazione di Bracciano,
subisce ogni giorno a causa della carenza idrica“).

La smentita di Acea
Un asserzione anche questa smentita da Acea con un comunicato
ufficiale di venerdì 6 settembre. E intanto è stata pubblicata
una notizia falsa perché l’incontro tra il Sindaco Tondinelli
e il presidente Acea Ato 2 Cosentino c’è stato giovedì 5
settembre senza la presenza di Tellaroli.

Acea: no a strumentalizzazioni politiche
Tanto è vero che Acea ci tiene a precisare proprio per non
finire in una strumentazione politica da parte del Consigliere
Tellaroli.
Nella smentita si legge che “Acea premette che il colloquio
del 4 settembre con Acea Ato2 cui fa riferimento il
Consigliere – Tellaroli Ndr. – è stata una breve
interlocuzione – scrivono i vertici Acea in una nota –
nell’ambito di un incontro con il Consigliere della Città
Metropolitana di Roma Capitale Giuliano Pacetti con delega
all’Ambiente e non la sede per dibattere e approfondire alcun
tipo di tematica. L’Azienda premette altrettanto di non
imputare alcuna responsabilità in relazione al Servizio Idrico
Integrato all’attuale Amministrazione di Bracciano, con la
quale vige una costante collaborazione volta al miglioramento
del servizio, cosi come peraltro avviene con le
Amministrazioni di tutti i comuni gestiti”.

Acea   precisa            e     smentisce          ancora
Tellaroli…
Ma non è tutto, dopo aver precisato che non c’è stato nessun
incontro con Tellaroli dove si è approfondito o dibattuto il
tema di carenza idrica del territorio, Acea decide anche di
entrare nel merito delle altre dichiarazioni        fatte   da
Tellaroli e di smentire anche quelle.

Tellaroli, ergendosi ad esperto del servizio idrico, sempre
nella fantomatica dichiarazione rilasciata a Il Lagone dice:
“Ritengo che la situazione, possa risolversi solamente se
l’Amministrazione comunale collabori con il gestore Acea. I
guasti degli acquedotti possiamo dire che sono frutto di una
sbagliata programmazione, soprattutto quando Acea nel
settembre 2018, restituì il piezometro Frati al comune di
Bracciano, ritenendola non funzionale alla gestione. Questa
secondo noi è stata una scelta assolutamente errata, anche
perché confrontandoci con ex dirigenti comunali che gestivano
l’acqua pubblica di Bracciano, questi ritenevano che fin
quando la nostra rete idrica non avrebbe subito delle
modifiche sostanziali, il piezometro doveva ritenersi
fondamentale, a mantenere le condizioni della pressione
idrica. Infatti sono oltre 3 mesi che assistiamo a delle
autobotti che innestano acqua potabile, per sopperire alla
carenza idrica cercando di soddisfare la richiesta del nostro
territorio. Quindi abbiamo ribadito al Presidente di Acea Ato
2 che secondo noi, finché non viene rimodernata la rete idrica
di Bracciano, la funzione piezometrica è assolutamente
indispensabile”.

Acea: il piezometro Frati risultava non
funzionante già prima del passaggio del
servizio idrico del Comune di Bracciano
ad Acea Ato2
Anche qui è arrivata la tegola per il consigliere Tellaroli da
parte di Acea che scrive testualmente: “Entrando nel merito
delle dichiarazioni del Consigliere Tellaroli, si evidenzia
che il piezometro Frati risultava non funzionante già prima
del passaggio del servizio idrico del Comune di Bracciano ad
Acea Ato2. L’Azienda lo ha pertanto restituito
all’Amministrazione in quanto non funzionale. Con riferimento
all’utilizzo delle autobotti, si precisa che questo non è da
collegare al piezometro ma agli importanti interventi di
ammodernamento che Acea Ato2 sta effettuando sul Campo Pozzi
La Fiora”.

Perché raccontare ai cittadini di Bracciano falsità? Perché
Tellaroli ha detto che ha avuto un colloquio dove ha
approfondito le criticità del territorio di Bracciano quando
Acea ha asserito che si è trattato di un breve colloquio
occasionale occorso in virtù del fatto che c’era stato un
incontro con il consigliere della Città Metropolitana Pacetti?

Purtroppo il consigliere Tellaroli non è
nuovo a queste dichiarazioni
Chi non ricorda quando bacchetta e lavagna si è messo a dare i
numeri     per   affermare      la   presunta     malagestio
dell’amministrazione Tondinelli e subito dopo è stato messo a
tacere quando la Corte dei Conti ha accolto il piano di
riequilibrio e il sindaco Tondinelli ha letteralmente salvato
il Comune dal dissesto finanziario?

IL VIDEO – CLICCARE PER GUARDARE
  Bracciano, l’amministrazione Tondinelli promossa dalla Corte
  dei Conti. Il sindaco: “L’inizio di una nuova era per la
  città”

E quando il consigliere Tellaroli si è messo a polemizzare
sulla costruzione della rotatoria quando nel suo programma
elettorale era contemplata la realizzazione di rotatorie?
IL VIDEO – CLICCARE PER GUARDARE
Beh la lettura è semplice. E poi le bugie hanno le gambe
corte.
Perché continuare a voler mettere in cattiva luce
l’amministrazione Tondinelli? Chi vuole coprire il consigliere
Tellaroli? Forse anche lui sta abbracciando l’ipotesi di
un’intesa giallorossa? Perché sembra voler tirare l’acqua al
mulino della vecchia politica dalla quale sta uscendo
finalmente l’amminstrazione Tondinelli (con evidente grande
impegno e fatica)?

Ai lettori l’ardua sentenza. Intanto la smentita di Acea pesa
come un macigno sulla credibilità del consigliere M5S Marco
Tellaroli.

Castel Gandolfo, via della
Stazione: quale biglietto da
visita per i turisti? [Il
reportage]

CASTEL GANDOLFO (RM) – Condizioni di estrema precarietà per
via della Stazione a Castel Gandolfo. Il manto del marciapiede
presenta molte interruzioni, alcuni sanpietrini sono divelti e
i pochi lampioni presenti non sembrano funzionare.

I lavori di rifacimento dopo essere iniziati hanno subito
immediatamente un’interruzione. E oggi quello che appare agli
occhi di chi si trova a passare per via della Stazione sono i
tubi arancioni per impiantare successivi lampioni e diverse
transenne

La cittadina di Castel Gandolfo è nel novero dei borghi più
belli d’Italia e come si più immaginare, il suo turismo è in
costante crescita grazie anche alle Ville dello Stato del
Vaticano: dai 35mila turisti del 2015 ai 110 mila del 2018. I
visitatori per arrivarvi utilizzano con maggior frequenza la
linea ferroviaria che affaccia proprio sullo splendido Lago
Albano. E una volta scesi dal treno per arrivare a Castel
Gandolfo, devono percorrere via della Stazione.
European         ‘ndrangheta
connection: consegnato in
Italia Antonio Strangio detto
“TT”, nipote del boss Antonio
Pelle
Oggi, scortato da personale del Servizio per la Cooperazione
Internazionale di Polizia del Dipartimento della Pubblica
Sicurezza, è giunto presso l’aeroporto di Fiumicino,
proveniente da Düsseldorf (Germania), Antonio STRANGIO nato a
Locri (RC) il 13.06.1979, consegnato alle Autorità italiane
dopo essere stato arrestato a Moers lo scorso 2 maggio dal
Bundeskriminalamt (B.K.A.), in esecuzione di un Mandato di
Arresto Europeo, emesso nei suoi confronti dal G.I.P. presso
il Tribunale di Reggio Calabria, nell’ambito dell’inchiesta
“European ‘ndrangheta connection” eseguita, per la Polizia di
Stato, dal Servizio Centrale Operativo e dalla Squadra Mobile
di Reggio Calabria.

Antonio STRANGIO, alias “TT” e “il meccanico”, nel mese di
aprile scorso, era stato raggiunto da un’Ordinanza di custodia
cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Capoluogo reggino
su richiesta della Procura della Repubblica presso il
Tribunale di Reggio Calabria, guidata dal Procuratore della
Repubblica dr. Giovanni BOMBARDIERI, a distanza di pochi mesi
dall’operazione di polizia interforze “European ‘ndrangheta
connection”, effettuata in Italia e nel Nord Europa nei
confronti di oltre 90 persone, con il coordinamento di
EUROJUST e dell’Agenzia EUROPOL, che ha colpito, in
particolare, numerosi esponenti di importanti famiglie mafiose
del Mandamento Ionico della provincia reggina, disvelando gli
interessi delle cosche nei traffici intercontinentali di
droga, nel riciclaggio del denaro “sporco” e nel reimpiego dei
proventi illeciti in settori commerciali quali quello della
ristorazione.

Tale operazione è stata il frutto di anni di intenso lavoro
investigativo svolto nell’ambito del Joint Investigation Team
costituito il 18.10.2016, a L’Aia (NL), presso EUROJUST tra
Magistratura e Forze di Polizia di Italia, Paesi Bassi e
Germania, cui hanno aderito, per l’Italia la Procura
Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria con il supporto
della Procura Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo, la
Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria con il
supporto del Servizio Centrale Operativo della Polizia di
Stato, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della
Guardia di Finanza di Catanzaro con il supporto del Servizio
Centrale d’Investigazione sulla Criminalità Organizzata della
Guardia di Finanza ed il IV^ Gruppo del Nucleo Speciale di
Polizia Valutaria della Guardia di Finanza; per la Germania la
Procura di Duisburg e il Bundeskriminalamt (B.K.A.) di
Wiesbaden, per i Paesi Bassi la Procura di Zwolle e il
F.I.O.D. (Corpo olandese di polizia fiscale ed economica) di
Eindhoven.

All’indomani di tale operazione – eseguita il 5 dicembre 2018
– le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio
Calabria, coordinate dal Procuratore della Repubblica Aggiunto
dr. Giuseppe LOMBARDO e dai Sost. Procuratori della Repubblica
dr. Francesco TEDESCO e dr.ssa Simona FERRAIUOLO, sono
proseguite da parte della Squadra Mobile di Reggio Calabria e
con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo mediante
una serie di approfondimenti di elementi già acquisiti nel
periodo di indagine mediante le attività tecniche di
intercettazione.

Tale ulteriore lavoro ha consentito alla D.D.A. di Reggio
Calabria di avanzare richiesta al G.I.P. di Reggio Calabria di
custodia cautelare in carcere nei confronti di STRANGIO
Antonio, indagato per aver posto in essere condotte delittuose
in materia di stupefacenti, aggravate dall’aver agevolato la
potente cosca di ‘ndrangheta dei PELLE – VOTTARI di San Luca.

L’uomo dovrà rispondere in particolare      di aver detenuto e
messo in vendita a Domenico PELLE cl.       1992 che accettava
l’accordo, 4 o 5 pacchi di cocaina che il   PELLE avrebbe dovuto
tagliare per poi distribuire nella piazza   di Milano, pagandola
all’esito o scambiandola con eroina.

STRANGIO Antonio è il cugino di PELLE Domenico, arrestato
nell’ambito dell’operazione del 5 dicembre scorso, ed è nipote
dei fratelli PELLE Antonio cl. 1962 alias “la mamma”, elemento
di vertice della cosca PELLE “Vancheddi” di San Luca,
arrestato dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria nel 2016
dopo 5 anni di latitanza, e PELLE Domenico cl. 1950 alias
“Mico i Mata”, anch’egli in carcere per l’inchiesta “European
‘ndrangheta connection”.

Il suddetto, inoltre, è destinatario dell’ordine di
carcerazione n.194/2015 emesso in data 22.03.2018 dalla
Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio
Calabria – Ufficio esecuzione penali, dovendo espiare la pena
detentiva di 1 anno, 4 mesi e 22 giorni per il delitto di
intestazione fittizia di beni.

Dopo le formalità di rito presso gli uffici della Polizia di
Frontiera Aerea di Roma Fiumicino, STRANGIO Antonio è stato
condotto nel carcere di Rebibbia, a disposizione dell’Autorità
Giudiziaria procedente.

Anche in questa occasione, si è rivelata fondamentale
l’attività del Servizio per la cooperazione internazionale di
Polizia e le dirette intese fra Autorità Giudiziarie e Forze
di Polizia di Italia e Germania, sotto l’egida di EUROJUST.
Wolfenstein Youngblood, è il
momento     delle    gemelle
Blazcowicz

In Wolfenstein Youngblood, spin-off della nota saga shooter
che si rifà a sua volta al capolavoro degli anni ’90, il detto
buon sangue non
mente la fa da padrone. Nel nuovo titolo di Bethesda per Pc,
Xbox One, Switch e
PS4, sviluppato a quattro mani da Machine Games, autori della
serie principale
e Arkane Studios, non si vestiranno più i panni del
protagonista storico, B.J.
Blazcowicz, ma delle sue due figlie: le gemelle Jessie e
Sophia. Detto questo,
a livello di trama, Wolfenstein: Youngblood trasporta i
giocatori all’inizio
degli anni ‘80 e li catapulta in un nuovo universo dove far
stragi di nazisti
sarà lo scopo principale. Ma che fine ha fatto Blazcowicz?
Bene, dopo aver
contribuito a gettare le basi per la Seconda Rivoluzione
Americana ed essersi
ritirato a vita privata insieme alla sua famiglia, il biondo
protagonista della
saga scompare nel nulla, o quasi. Jess e Soph, questi i
diminutivi con i quali
si fanno chiamare le gemelle, decidono quindi di mettersi
sulle sue tracce
partendo dall’ultima posizione nota: Neo Parigi, una delle
roccaforti più
importanti del Reich nel vecchio continente. Una volta giunte
in città, le due gemelle
si vedono “costrette” a collaborare con la resistenza locale
per ritrovare il
padre e a contribuire, più o meno volontariamente, alla
liberazione della città
attraverso una serie di missioni, suddivise tra principali e
secondarie, capaci
di tenere occupato il giocatore per almeno 15 ore con un
intreccio narrativo
semplice ma comunque godibile e perfettamente integrato con il
resto della
saga. Detto ciò, per gli appassionati della serie, questo
Wolfenstein Youngblood
avrà un’aria piuttosto familiare in quanto la struttura del
gioco ricalca in
modo abbastanza evidente quella di The New Colossus, con un
hub centrale che
ricopre il ruolo di base operativa dal quale è possibile
raggiungere le varie
zone della città e da dove prendono il via quasi tutti gli
incarichi.
Questi ultimi non si discostano molto dagli standard del
genere e prevedono la raccolta di specifici oggetti,
l’attivazione di meccanismi,
il salvataggio di alcuni personaggi e via discorrendo. A
questo si sommano poi
dei veri e propri “raid” ambientati negli edifici cardine del
Reich, conosciuti
come Brother, e alcune missioni generate casualmente durante
l’esplorazione. E’
bene sottolineare poi che in questo Wolfenstein Youngblood,
parlando con uno
specifico NPC è inoltre possibile attivare alcune sfide,
giornaliere e
settimanali, o scegliere di rigiocare alcune delle missioni
principali, così da
ottenere ulteriori ricompense che possono poi essere spese,
proprio come
capitava nel precedente capitolo, per migliorare l’arsenale in
possesso o per
attivare dei bonus temporanei che consentono di incrementare
per un una decina
di minuti il tasso di raccolta delle munizioni o il livello
massimo di salute e
corazza. Nulla vieta inoltre ai giocatori di esplorare
liberamente le varie
zone di Neo Parigi per scaricare un po’ di proiettili sui
nazisti che
pattugliano le strade della capitale di Francia, per andare
alla ricerca di
collezionabili o per sfruttare alcune armi speciali,
ottenibili nel corso
dell’avventura, per aprire nuovi passaggi e contenitori
inaccessibili fino a
quel momento. E’ bene sottolineare che Wolfenstein: Youngblood
è prima di ogni
cosa un esperimento in funzione del futuro terzo capitolo,
volto ad accettare
una totale integrazione dell’elemento cooperativo ed
innumerevoli meccaniche
ruolistiche. Infatti durante l’intera avventura i giocatori
saranno
accompagnati dalla sorella non selezionata, che può essere
controllata sia
dall’I.A., non particolarmente sviluppata ma comunque più che
sufficiente, che
da un compagno in carne ed ossa, che può essere reclutato
tramite invito
diretto o sfruttando il classico matchmaking. Nel secondo caso
è inoltre
fondamentale sottolineare che l’edizione Deluxe del gioco
contiene il Buddy
Pass, ossia un contenuto aggiuntivo per chi possiede il gioco
completo che gli
permette di invitare nella propria partita qualsiasi altro
giocatore, senza che
questi debba necessariamente acquistare il titolo. A livello
di giocabilità
Wolfenstein Youngblood garantisce lo stesso feeling dei suoi
predecessori e
permette nuovamente ai giocatori di decidere di volta in volta
quale approccio
utilizzare per superare una situazione, ma con qualche opzione
in più. Si può scegliere
infatti per un’incursione silenziosa, sfruttando le capacità
di occultamento
delle due protagoniste e la loro letalità negli scontri
ravvicinati, tentare di
aggirare gli avversari trovando scorciatoie e passaggi
alternativi, magari
sfruttando il doppio salto acrobatico per raggiungere punti
altrimenti
inaccessibili, o passare alle maniere forti riversando
quintali di proiettili
sugli avversari, che come da tradizione si differenziano
notevolmente gli uni
dagli altri per livello di difficoltà, aspetto e punti deboli.

 Insomma, in
Wolfenstein Youngblood le modalità di approccio, le cose da
fare e le
possibilità di scegliere come proseguire nell’avventura sono
davvero tante. E’
importante sottolineare che la presenza di due protagoniste ha
permesso agli
sviluppatori di offrire due diversi stili di gioco,
soprattutto nella prima
parte della storia, quando le differenze fra le protagoniste
sono più marcate.
Prima di avviare una partita, infatti, si deve infatti
decidere quale delle due
sorelle impersonare e selezionare alcuni tratti distintivi,
che andranno poi a influire
sull’arma di base e sulle abilità speciali in possesso. C’è da
dire però che armi
e abilità peculiari non sono ad appannaggio esclusivo di una
delle due sorelle
e potranno comunque essere ottenute nel gioco o sbloccate
attraverso un
classico skill tree suddiviso in sezioni dove è possibile
spendere i punti
abilità accumulati completando le missioni o salendo di
livello. La crescita
del personaggio, oltre a garantire un incremento di alcune
caratteristiche
base, è fondamentale quando si tratta di scegliere quali
incarichi affrontare e
va ad influire dinamicamente sugli avversari che le due
sorelle Blazkowicz
incontrano per le strade della città, così da garantire al
giocatore il giusto
livello di sfida in quasi tutte le situazioni. Dal punto di
vista estetico
questo Wolfenstein Youngblood si attesta su ottimi livelli,
fluidità d’azione,
esplosioni e resa grafica del mondo di gioco sono veramente
resi bene e sono
veramente appaganti. Il doppiaggio in italiano e l’avvincente
colonna sonora
poi rendono l’esperienza ludica estremamente godibile. Tirando
le somme, l’ultima
fatica di Bethesda è davvero un buon titolo, un gioco che
diverte sia chi si
avvicina all’universo della famiglia Blazcovicz per la prima
volta, ma
soprattutto che appassionerà i fan della serie.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 8,5

Gameplay: 8,5

Longevità: 8

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

A.O.T.              2 Final Battle, la
lotta               contro  i  giganti
continua

Attack on Titan 2: Final Battle è finalmente disponibile su
Xbox One, Playstation 4, Nintendo Switch e PC. La terza
stagione dell’anime è appena finita e purtroppo bisognerà
attendere ancora un anno per vederne uscire una quarta. Nel
mentre però, ci si potrà consolare con questo videogame
rivivendo in prima persona le battaglie più famose della serie
animata giapponese. In Attack on Titan 2: Final Battle infatti
vi sono delle missioni prese direttamente dalla terza stagione
del manga, cinque nuovi personaggi giocabili e due grosse
novità di cui vi parleremo fra poco. E’ bene sottolineare che
il titolo si presenta come un’espansione di A.O.T. 2 (qui la
nostra recensione) quindi sarà possibile acquistarlo in forma
completa (gioco base ed espansione) a prezzo pieno, oppure
solo l’espansione a un prezzo inferiore. Final Battle, come vi
dicevamo qualche riga più in alto, aggiunge due enormi
contenuti di gioco, ovvero, la character mode e la modalità
riconquista territorio. La prima di queste due è senz’altro
quella più interessante. Selezionandola si potranno rivivere
le avventure della terza stagione dell’anime attraverso gli
occhi dei vari protagonisti. Strutturata ad episodi, non
presenta quasi nessuna differenza a livello di gameplay
rispetto alla modalità principale se non per quanto riguarda
l’impossibilità di usare il proprio personaggio originale, di
non poter esplorare le aree cittadine e la presenza di
particolari restrizioni legate ad alcune missioni. Completando
un capitolo si sbloccherà quello successivo che presenterà, o
un nuovo pezzo di trama, o un nuovo scontro dell’anime. In più
verranno dati degli oggetti bonus e dell’esperienza per il
personaggio che si è scelto di utilizzare. In particolare,
questa modalità, si rivela ulteriormente utile per il farming
di materiali e per la possibilità di sbloccare, e quindi
utilizzare, i nuovi personaggi aggiunti con questo DLC.

 Purtroppo l’intelligenza artificiale dei nemici non si
comporta sempre in modo adeguato, finendo col bloccarsi
completamente in certi punti dello scenario facendo quindi
storcere il naso. Per quanto riguarda invece la modalità
riconquista territorio offerta da A.O.T. 2 Final Battle,
questa metterà il giocatore a capo di un esercito personale.
All’inizio verrà chiesto quale, tra i personaggi, dovrà
svolgere il ruolo di comandante. Una volta fatto ciò bisognerà
decidere il nome del proprio esercito e il suo stendardo.
Conclusa la fase iniziale ci si troverà nel proprio campo
base. Questa parte, che ricorda la modalità storia classica, è
al contempo molto differente. A capo dell’esercito bisognerà
progressivamente recuperare i territori del Wall Maria e
avanzando si otterranno dei punti utili ad espandere la base
militare. La fase di espansione si rifà molto ai giochi
strategici e, spendendo punti guadagnati in precedenza, si
potranno ingrandire o costruire nuovi quartieri per il campo
base. Questi ultimi saranno utili anche per assumere nuovo
personale, ottenere maggiori risorse e per ricevere diversi
bonus in base all’assegnazione dei lavori. Parlando della
nuova abilità che permette di trasformarsi in giganti, c’è da
dire che questa non è una vera e propria novità, bensì un
miglioramento di un’abilità già esistente. Infatti, se prima
per poter disporre della trasformazione in gigante era
necessario avere il personaggio con tale trasformazione come
supporto, ora non è più necessario. Per fare ciò si dovrà
avere attiva l’abilità e usare uno specifico oggetto di
supporto che, al posto di potenziare il personaggio, lo
trasformerà in un gigante. L’aggiunta più interessante di
A.O.T. 2 Final Battle sono però le nuove armi, di cui una
completamente nuova e le rimanenti versioni migliorate di
altre armi. Partiamo parlando delle pistole.

Equipaggiandole si potrà fare uso di un solo rampino, ma a
differenza delle lame infliggeranno ingenti danni anche nella
forma base grazie anche a diversi tipi di pallottole. Ogni
proiettile ha un effetto differente, come paralizzare,
avvelenare, rallentare o esplodere a contatto. Una volta
compreso il funzionamento dei diversi proiettili si potranno
eliminare velocemente, o almeno rallentare, anche i giganti
più forti. Grazie alle pistole si potrà anche fare uso della
prima arma speciale, ovvero il gatling, versione molto più
potente delle bocche da fuoco base e capace di eliminare
istantaneamente, o comunque in poco tempo, anche i giganti
speciali. Anche le classiche lame hanno una loro versione
speciale, senza dubbio meno potente di quella delle pistole ma
nettamente più utile. Chiamate Thunder Spear, esse permettono
di eliminare agevolmente interi gruppi di giganti grazie agli
ingenti danni ad area che possono infliggere. Esse risultano
particolarmente utili quando si dovrà uccidere un gigante
anomalo speciale. Proprio per via del loro danno ad area, le
Thunder Spear sono grado di colpire velocemente tutti i punti
deboli e successivamente di eliminarli con un altro paio di
colpi. I comandi delle nuove armi all’inizio potranno sembrare
scomodi ma, una volta che ci si sarà abituati, in particolare
ad andare alla torretta di rifornimento ogni volta che si
vuole passare cambiare da pistole a lame, regaleranno molte
soddisfazioni. Tirando le somme l’espansione Final Battle non
fa che migliorare ulteriormente A.O.T 2, le nuove armi e le
nuove modalità risultano molto curate, il che arricchisce
notevolmente il gameplay del titolo. Grazie a ciò, Final
Battle, più che un DLC sembra un vero e proprio nuovo gioco
della saga. In più, sia che siate fan della serie sia che non
l’abbiate mai vista, questo titolo sarà capace di farvi vivere
tutte le avventure narrate nelle prime tre stagioni dell’anime
e, al contempo, sarà in grado di portarvi all’interno del
mondo narrativo creato da Hajime Isayama. In ogni caso, se
volete saperne di più sul gioco base, sulle dinamiche e su
qualsiasi aspetto del titolo originale, che funge da scheletro
per quest’espansione, vi invitiamo a leggere la nostra
recensione cliccando qui.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8,5

Sonoro: 9

Gameplay: 8,5

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

Redeemer Enhanced                            Edition
arriva su console
Lanciato su Pc nel 2017 Redeemer si è dismostrato una vera e
propria sorpresa nel campo degli indie games. Adesso il gioco
è finalmente arrivato
su PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch con Redeemer:
Enhanced Edition,
versione aggiornata e ampliata che permette anche al pubblico
console di
provare il titolo di Sobaka Studio. A livello di trama il
software offre una
storia semplice ma che funziona e introduce i giocatori in un
universo in stile
action movie anni ’80. Vasily è un ex soldato russo il quale
ha partecipato a
diverse operazioni militari, non del tutto legali che lo hanno
reso
estremamente forte ma al tempo stesso pazzo. Ma non finisce
qui perché il
proprio governo ha deciso che doveva subire delle modifiche
fisiche, ricevendo
degli innesti cibernetici che lo hanno reso una vera e propria
macchina da
guerra inarrestabile. Un giorno Vassily decide di abbandonare
questa vita per
sempre, e andare a vivere in un monastero tibetano seguendo la
strada della
meditazione e delle arti marziali. La pace però viene a
mancare quando un
gruppo di soldati entra all’interno del complesso, uccidendo
chiunque gli si
pari davanti. Dopo alcuni anni passati a meditare e creare la
pace interiore,
questa viene completamente interrotta risvegliando la feroce
sete di sangue che
il protagonista era riuscito a sopire. Da qui ha inizio una
spietata battaglia
che vedrà Vassily affrontare migliaia di spietati nemici. La
trama di Redeemer
risulta abbastanza interessante e questa viene raccontata
tramite dei brevi
filmati, distribuiti in maniera intelligente fra un capitolo e
l’altro. Il
Puoi anche leggere