Tecnologie per la produzione di energia Elettrica (1)

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Tecnologie per la produzione di energia Elettrica (1)
Tecnologie per la produzione di energia Elettrica (1)
Le possibili tipologie di impianti per la produzione di energia elettrica sono:
➢ Impianti termoelettrici (alimentati con gas naturale, carbone, olio combustibile, biomasse)
➢ Impianti idroelettrici
➢ Impianti nucleari
➢ Impianti geotermoelettrici
➢ Impianti che sfruttano il moto ondoso, le maree e le correnti marine
➢ Impianti con celle a combustibile
➢ Impianti solari
➢ Impianti eolici

Gli impianti termoelettrici, idroelettrici, nucleari, geotermoelettrici e quelli con celle a
combustibile permettono di controllare completamente (sia in aumento che in diminuzione)
la potenza erogata fino al valore massimo previsto in fase di progetto (potenza
nominale/potenza installata)
Le centrali solari ed eoliche trasformando in energia elettrica l’energia della radiazione
solare e l’energia cinetica delle masse di aria non sono in grado di controllare
completamente la potenza erogata. L’unico controllo che possono eseguire, nel caso sia
presente radiazione solare o vento è in diminuzione della potenza erogata

Le principali caratteristiche e lo stato dell’arte delle tecnologie per la produzione della
energia elettrica vengono descritte in: DECARBONIZZAZIONE DELL’ENERGIA ITALIANA,
Il Catalogo delle tecnologie elettriche, ENEA 2017, disponibile online
Tecnologie per la produzione di energia Elettrica (1)
Teccnologie per la produzione di energia Elettrica (2)
 
 = 
 8760 =
 
➢ Il fattore di carico fc di una centrale elettrica viene definito dal rapporto tra l’energia
 elettrica prodotta in un periodo stabilito (ad esempio un anno) (Ea) e quella che sarebbe
 stata prodotta nello stesso periodo se la centrale avesse funzionato alla sua potenza
 nominale ( We ) per tutta la durata del periodo considerato (8760 ore in un anno, Ea in
 kWh, We in kW).
 Il fattore di carico delle centrali termoelettriche varia al variare del combustibile
 impiegato: 0.550.75 (carbone), 0.700.80 (olio combustibile), 0.750.85 (gas naturale);
 il fattore di carico delle centrali nucleari è pari a 0.750.95.

➢ Il rendimento  viene definito come il rapporto fra la energia elettrica prodotta e l’energia
 introdotta sotto forma di combustibile (Ein)
 Per le centrali che utilizzano combustibile fossile l’energia introdotta è rappresentata dal
 prodotto del potere calorifico inferiore del combustibile per la quantità di combustibile
 utilizzato.
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Impianti termoelettrici (1)
 vapore
 turboalternatore
 fumi
 Schema di una centrale termoelettrica
 G
 con turbina a vapore
 combustibile
 T
 caldaia
 aria
 condensatore
 ceneri ricircolo acqua

 S
 Acqua di
 refrigerazione
 Ciclo termodinamico (Rankine)
 camino
 Turbina a vapore

 G

 alternatore
 Caldaia recupero

 combustibile
 Schema di una centrale
 CC termoelettrica con turbina a gas
 CC e turbina a vapore (ciclo
 Degassatore combinato). Il combustibile
 G
 Acqua di utilizzato è prevalentemente
 compressore alternatore refrigerazione
 Turbina a gas gas naturale
aria
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Impianti termoelettrici (2)

➢ Il rendimento di una centrale con turbina a vapore può raggiunger il 45% (Impianti USC
 (Ultra Super Critici) che utilizzano carbone come combustibile.
➢ Il rendimento di una centrale con turbina a gas e turbina a vapore (ciclo combinato) può
 raggiungere il 60 % (emissioni di CO2: 356.5 kg/MWh con rendimento pari al 57%)

➢ Una centrale con turbina a vapore impiega alcune ore per avviarsi e collegare
 l’alternatore in parallelo alla rete (il tempo è minore se la centrale si deve riavviare dopo
 una breve sosta) e può variare la sua potenza, in condizioni normali con una velocità di
 qualche MW/min
➢ Una centrale con turbina a gas impiega meno di un’ora per avviarsi , collegare
 l’alternatore in parallelo alla rete, e raggiungere la potenza nominale.
➢ Una centrale con ciclo combinato impiega alcune ore per avviarsi e collegare
 l’alternatore in parallelo alla rete e può variare la sua potenza con una velocità che può
 superare i 10 MW/min

➢ Le centrali con ciclo combinato si prestano e sono molto utilizzate in ambito industriale,
 con taglie medio-piccole, per la produzione di energia elettrica e calore (CHP:
 Combined Heat Power)
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Impianti termoelettrici (3)
Utilizzazione della capacità termoelettrica installata nel 2017 secondo classe di combustibile
utilizzato
Potenza efficiente netta (MW) Fonte: TERNA, Impianti di generazione
 Bioenergie Carbone Gas naturale Prodotti Altri Totale
 petroliferi combustibili
Sezioni mono- 3173.0 17.6 41736.2 2507.2 452.4 47886.4
combustibile
Sezioni 445.4 7944.1 2932.2 96.5 2324.0 13742.2
poli-
combustibile
Totale 3618.4 7961.7 44668.4 2603.7 2776.3 61628.6

La potenza nominale di una centrale, o di un insieme di centrali, è la somma delle potenze
massime in regime continuo, secondo le norme ammesse, di ciascuna delle macchine considerate
di uguale categoria. La potenza nominale è una potenza lorda.
La potenza efficiente di un impianto di generazione è la massima potenza elettrica possibile per
una durata di funzionamento sufficientemente lunga per la produzione esclusiva di potenza
attiva, supponendo tutte le parti dell'impianto interamente in efficienza e nelle condizioni
ottimali (di portata e di salto nel caso degli impianti idroelettrici e di disponibilità di
combustibile e di acqua di raffreddamento nel caso degli impianti termoelettrici).
La potenza efficiente è lorda se misurata ai morsetti dei generatori elettrici dell'impianto o netta
se misurata all'uscita dello stesso, dedotta cioè la potenza assorbita dai servizi ausiliari
dell'impianto e dalle perdite nei trasformatori di centrale.
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Impianti termoelettrici (4)

➢ Definizione di biomassa contenuta nella direttiva 2001/77 del Parlamento Europeo:
“la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall’agricoltura
(comprendente sostanze vegetali e animali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse,
nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani”;

 La biomassa può essere direttamente usata come combustibile (legno) oppure può
 essere trattata per produrre un biocombustibile:
 ➢ Produzione di combustibile liquido (biodiesel)
 ➢ Produzione di combustibile gassoso mediante processi termochimici
 ➢ Produzione di combustibile gassoso mediante processi biochimici (digestione
 anaerobica, fermentazione alcolica)

Ai fini della produzione di energia elettrica una delle tecnologie più efficienti è quella della
produzione di biogas, costituito principalmente da metano (circa il 50-60%) con un elevato
potere calorifico (4000-5000 kcal/Nm3) ottenuto dal trattamento dei rifiuti mediante un
processo di digestione anaerobica; il biogas ottenuto può essere efficientemente utilizzato
in impianti di cogenerazione. Il fango digerito può inoltre subire un trattamento aerobico
per produrre un residuo stabilizzato impiegabile come ammendante organico in agricoltura
o per ripristini ambientali.
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Impianti termoelettrici (5)

Fonte: IRENA (International Renewable Energy Agency)
http://www.irena.org/bioenergy
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Impianti idroelettrici (1)
 Gli impianti idroelettrici sono solitamente divisi in due categorie:
 ➢ impianti a deflusso regolato (a bacino o serbatoio) dotati di un serbatoio, naturale o
 artificiale, che permette di regolare il flusso dell’acqua e quindi la produzione di elettricità;
 ➢ impianti ad acqua fluente, costruiti su corsi d’acqua, senza grandi serbatoi di accumulo, per
 i quali la produzione di energia elettrica dipende dalla portata del corso d’acqua.

 La durata di invaso di un serbatoio è il tempo necessario per fornire al serbatoio stesso un
 volume d'acqua pari alla sua capacità utile con la portata media annua dei corsi d'acqua che in
 esso si riversano, escludendo gli eventuali apporti da pompaggio.
 Le tre categorie di impianti idroelettrici sono pertanto così definite:
 ➢ impianti a serbatoio: quelli che hanno un serbatoio con durata di invaso maggiore o
 uguale a 400 ore (serbatoi di regolazione stagionale)
 ➢ impianti a bacino: quelli che hanno un serbatoio con durata di invaso minore di 400 ore
 e maggiore di 2 ore (serbatoi di regolazione settimanale o giornaliera).
 ➢ impianti ad acqua fluente: quelli che non hanno serbatoio o hanno un serbatoio con
 durata di invaso uguale o minore di due ore.

Gli impianti idroelettrici possono anche essere inseriti in un canale o in una condotta per
approvvigionamento idrico; l’acqua potabile di una rete acquedottistica urbana è addotta da un
serbatoio di testa mediante condotte in pressione.
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Impianti idroelettrici (2)

 Gli impianti idroelettrici vengono inoltre classificati al variare della potenza elettrica che sono
 in grado di generare
 ➢ Impianti idroelettrici micro: potenza inferiore a 100 kW
 ➢ Impianti idroelettrici mini: potenza compresa tra 100 kW a 1 MW
 ➢ Impianti idroelettrici piccoli: potenza compresa tra 1 MW a 10 MW
 ➢ Impianti idroelettrici medi: potenza compresa tra 10MW e 100 MW
 ➢ Impianti idroelettrici grandi: potenza superiore a 100 MW

➢ Le centrali idroelettriche di potenza P > 10 MW sono impianti a deflusso regolato e sono
 collegate alla rete in AT
➢ Le centrali idroelettriche di piccola potenza sono impianti ad acqua fluente e sono collegate
 alla rete in BT o MT.
Tecnologie per la produzione di energia Elettrica (1)
Impianti idroelettrici (3) – impianti a serbatoio
 = 

 P = potenza erogata (W),
  = densità di massa dell’acqua (1000 kg/m3),
 Q = portata volumetrica di acqua (m3/s),
 g = accelerazione di gravità (9.81 m/s2),
 H = salto dell’impianto (m),
  = rendimento; prodotto dei rendimenti
 idraulico (condotta), meccanico (turbina) ed
 elettrico (alternatore).

 ➢ Ad ogni metro di salto
 corrisponde una energia
 potenziale idraulica di circa
 8.4 kJ per ogni metro-cubo di
 acqua
➢ Nella centrale sono presenti una o più turbine idrauliche (di tipo Pelton. Francis, Kaplan, a
 vite di Archimede, a seconda del salto della centrale, elevato, medio, piccolo) alle quali sono
 collegati degli alternatori
➢ Il rendimento di una turbina idraulica-generatore si attesta attorno a 0.8-0.85 con una vita utile
 tra 40 e 80 anni.
Impianti idroelettrici (4) impianti di pompaggio
Impianti di pompaggio
Sono presenti due serbatoi, separati da un salto. Nella centrale situata in prossimità del serbatoio
a valle è presente un gruppo (o due gruppi distinti) che può funzionare da turbina-generatore
generando potenza elettrica, ma può anche funzionare da motore-pompa, prelevando potenza
elettrica dalla rete e pompando acqua dal serbatoio a valle a quello a monte

➢ Durante le ore del giorno, in corrispondenza della
 maggiore richiesta di potenza dalla rete, si può fare
 funzionare l’impianto come turbina generatore utilizzando
 una portata maggiore della portata media giornaliera del
 fiume che alimenta il bacino superiore; in questo modo,
 durante le ore del giorno, il livello del bacino superiore si
 riduce.
➢ Durante la notte, in corrispondenza della minore richiesta di potenza dalla rete si può fare
 funzionare l’impianto come motore-pompa, ristabilendo il livello del bacino superiore.
➢ Gli impianti di pompaggio svolgono la funzione di accumulo della energia elettrica
➢ Nel complesso, l’efficienza del ciclo di pompaggio/generazione è aumentata di ben il 5%
 negli ultimi 25 anni, raggiungendo valori superiori all’80%. I tempi di vita tecnica degli
 impianti di pompaggio sono quelli tipici degli impianti idroelettrici tradizionali (40-80 anni).
Impianti idroelettrici (5)

Dati alla fine del 2015.
Nel mondo
➢ i paesi con la maggiore potenza idroelettrica installata risultano in valori assoluti Cina,
 Brasile, Canada e Stati Uniti
In Europa
➢ il paese con maggiore capacità installata risultava la Francia con 25.4 GW, seguita da
 Spagna con 18.6 GW e Italia con 18.5 GW.
➢ La potenza installata di pompaggio era di circa 42.6 GW
➢ In Norvegia la produzione di energia idroelettrica copriva il 98% della domanda nazionale
 di energia elettrica.

In Italia
➢ escludendo gli impianti di pompaggio puro, risultavano in esercizio 3693 impianti
 idroelettrici, la maggior parte con potenza inferiore a 1 MW
➢ Il 76% dell’energia generata dagli impianti idroelettrici è stata prodotta da impianti di
 potenza superiore a 10 MW, il 18% da quelli di potenza compresa tra 1 e 10 MW e il
 restante 6% da impianti di piccola dimensione, inferiore a 1 MW.
Impianti idroelettrici (6)

Potenza nominale ed efficiente lorda e producibilità lorda media annua degli
impianti idroelettrici in Italia al 31 dicembre 2017

Classe di potenza Numero Potenza efficiente Producibilità media
efficiente lorda impianti lorda della classe annua
(MW) (MW) (GWh)
>Impianti
 200 Potenza nominale Potenza
 18 efficiente8263.0
 lorda Producibilità 8375.2
 Motori
100 primi Generatori Della
 ÷ 200 24 classe Cumulata lorda media annua n.
 3335.0 MW MVA
 7131.0
 MW MW GWh
50 ÷ 100 30 2050.4 6167.1
30 ÷ 50 65 2545.0 8183.5
20 ÷ 30 55 1400.4 4856.1
10 ÷ 20 122 1762.3 6052.9
5 ÷ 10 146 1049.8 3767.9
1÷5 740 1604.7 6203.4
Centrali nucleari (1)
 Le centrali nucleari attualmente in esercizio usano come combustibile un isotopo dell'uranio
 di cui viene prodotta la fissione ad opera di neutroni «termici» (in equilibrio termico con il
 combustibile (energia < 1 eV =1.602 10-19 J).
 235 1 137 97
 92 + 0 → 56 + 36 + 2 10 (+ 193.6 )

 235 1 140 94
 92 + 0 → 54 + 38 + 2 10 (+ 196 )

➢ A regime, in media, per ogni reazione di fissione, uno dei neutroni prodotti rallenta urtando
 le molecole del moderatore (ad esempio acqua) e produce una nuova reazione di fissione
 (reazione a catena).
➢ I prodotti della fissione sono radioattivi: decadono spontaneamente emettendo particelle 
 (nuclei di He), elettroni (raggi ), fotoni (raggi ) e neutroni.
➢ In media la fissione del nucleo di U235 fornisce 193 MeV di energia disponibile come
 energia cinetica dei prodotti della fissione + 7 MeV di energia ceduta dai prodotti stessi
 della fissione a causa del decadimento radioattivo e dalla energia sviluppata da reazioni
 secondarie provocate dai neutroni che non partecipano al sostentamento della reazione a
 catena. In totale si può ritenere che ogni reazione di fissione fornisca una energia di 200
 MeV (Per fare funzionare per un anno una centrale nucleo-termoelettrica da 1000 Mwe è
 necessario fissionare nel reattore 1163 kg di U235)
➢ La percentuale dell’isotopo U235 nell’uranio naturale è pari a 0.715 %. La restante parte è
 costituita dall’isotop U238 che non è fissile alle energie dei neutroni termici. E’ quindi
 necessario arricchire l’uranio naturale con U235 per ottenere il combustibile.
Centrali nucleari (2)

 Schema di una centrale
 nucleare del tipo PWR
 (Pressurized Water Reactor)

➢ La centrale nucleare del tipo PWR, per quanto riguarda la parte convenzionale della
 produzione della energia elettrica, è del tutto simile ad una centrale termoelettrica con
 turbina a vapore.
➢ Le centrali nucleari sono indicate per un uso continuativo (il combustibile viene ricaricato,
 sotto forma di barre una volta all’anno e la variazione di potenza si ottiene variando la
 posizione delle barre di controllo che assorbendo neutroni interrompono la reazione a
 catena)
Centrali nucleari (3)
 ➢ Le centrali nucleari non contribuiscono all’effetto serra non immettendo in atmosfera
 nessun gas di scarico.
 ➢ Le centrali nucleari attuali che sfruttano le reazioni di fissione presentano un problema di
 gestione delle scorie ed un problema di sicurezza.
 Al termine del ciclo di vita il combustibile nucleare contiene elementi radioattivi con
 tempo di dimezzamento (il tempo necessario affinché una certa quantità di materiale
 radioattivo, decadendo, si dimezzi) estremamente lungo.
 
 238 1 239 239 → 239 → 235
 92 + 0 → 92 → 93 94 92 
 23.5 min 2.36 24300 

 In attesa di realizzare impianti nucleari che utilizzano le scorie radioattive come
 combustibile, le scorie stesse vanno conservate in luoghi «sicuri» per migliaia di anni
 La quantità di materiale radioattivo nella centrale è elevata ed in caso di malfunzionamento
 del sistema di contenimento può provocare ingentissimi danni all’ambiente.

➢ Una centrale nucleare che sfrutti la reazione di fusione dell’idrogeno e del trizio non
 presenterebbe problemi di sicurezza e di smaltimento delle scorie (progetto
 ITER/DEMO)
Impianti geotermoelettrici
 vapore
 turboalternatore ➢ Gli impianti geotermoelettrici utilizzano i
 sistemi idrotermali, ovvero fluidi caldi
 G
 provenienti da falde sotterranee a profondità
 variabili da pochi metri a diversi chilometri di
 profondità.
 Estrazione
 fluido geotermico
 Reiniezione
 condensato
 ➢ Se la temperatura del fluido geotermico è
 sufficientemente elevata il fluido geotermico
 stesso viene utilizzato come fluido operatore
 nella turbina a vapore, altrimenti si utilizza, per
 la produzione di energia elettrica un ciclo
 chiuso (impianti binari)
 Falda sotterranea

 Schema di principio di un impianto
 geotermoelettrico
➢ Nel mondo (2015) sono presenti 68 impianti per una potenza installata di 2.1 GWe ed una
 produzione di 11.3 TWh
➢ In Europa sono presenti 51 impianti per una potenza installata di 0.95 GWe ed una
 produzione di 5.56 TWh
➢ La maggioranza degli impianti europei si trova in Italia (0.90 Gwe installati), che è stata il
 primo paese al mondo a realizzare un impianto geotermoelettrico
Impianti che sfruttano il moto ondoso, le maree e le
 correnti marine (1)
E' possibile produrre energia elettrica sfruttando il moto delle masse d'acqua nel mare e negli
oceani. In particolare si distinguono:
➢ Dispositivi che sfruttano il moto ondoso (sia in direzione verticale che orizzontale)
➢ Dispositivi che sfruttano le maree (variazioni giornaliere del livello del mare)
➢ Dispositivi che sfruttano le correnti marine
Impianti che sfruttano il moto ondoso, le maree e le
 correnti marine (2)
➢ Il potenziale energetico nei mari e negli oceani del pianeta è stimato pari ad alcune volte il
 fabbisogno elettrico globale, ma la tecnologia per poterlo sfruttare risulta particolarmente
 complicata per le difficoltà ambientali e per la bassa densità energetica della risorsa.

➢ L'Europa è all'avanguardia nello sviluppo della tecnologia, principalmente relativamente ai
 Paesi che si affacciano sull'oceano.
➢ Il potenziale energetico del moto ondoso nelle coste italiane e molto vario, presentando i
 suoi massimi valori nella costa occidentale della Sardegna (12 kW/m circa) e sud della Sicilia
 (5,5 kW/m circa) e le istallazioni di dispositivi di generazione elettrica che sfruttano il moto
 ondoso e le correnti di marea in Italia sono state di tipo prototipale, senza avere raggiunto
 ancora carattere di generazione consistente immessa in rete.
Impianti con celle a combustibile (Fuel Cell)
 I
 Una cella a combustibile è un sistema
 anodo catodo elettrochimico composto essenzialmente da tre
 componenti: un anodo, un catodo e un elettrolita tra
 catalizzatore
 di essi.
idrogeno ossigeno Reazione al terminale positivo (catodo):
 H+
 2 + 4 + + 4 − → 2 2 
 elettrolita
 acqua
 Reazione al terminale negativo (anodo):

 Schema di principio di una cella a 2 2 → 4 + + 4 −
 combustibile PAFC (Phosforic Acid Reazione complessiva:
 Fuel Cell)
 2 2 + 2 → 2 2 + à + 
 −+
➢ La cella a combustibile che opera con I
 idrogeno ed ossigeno è completamente − +
 catodo anodo
 priva di emissioni di CO2, a patto che
 l’idrogeno, che non si trova allo stato
 ossigeno
 puro in natura venga prodotto in un idrogeno
 H+
 elettrolizzatore, mediante elettrolisi
 dell’acqua, utilizzando energia elettrica
 acqua
 prodotta con fonti rinnovabili separatore

 Schema di principio di un elettrolizzatore
Elettrolizzatore
➢ A causa di problemi tecnologici (corrosione degli elettrodi) uno tra gli elettrolizzatori più
 utilizzati non utilizza un elettrolita acido ma un elettrolita alcalino costituito da una
 soluzione di acqua e idrossido di potassio (KOH) che si dissocia in ioni K+ e OH-
 I
 − +
 Reazione al terminale positivo (anodo):
 catodo anodo
 4 − → 2 + 2 2 + 2 −

 idrogeno ossigeno Reazione al terminale negativo (catodo):
 OH-
 4 2 + 2 − → 2 2 + 4 −
 acqua acqua Reazione complessiva:
 separatore 2 2 + à → 2 2 + 2 + 
 Schema di principio di un
 elettrolizzatore alcalino
➢ L’anodo è realizzato con nickel, il catodo è realizzato con nickel ricoperto con platino
➢ La temperatura di lavoro è compresa fra 70 °C e 85 °C
➢ Densità di corrente agli elettrodi comprese tra 6 kA/m2 e 10 kA/m2
➢ L’efficienza è compresa tra 75 % e 85 %
  = efficienza
 CH2 = potere calorifico dell’idrogeno (J/kg) (LHV)
 = 2 2
 mH2 = massa di idrogeno prodotto (kg)
 Eel = energia elettrica impiegata (J)
Accumulo di energia elettrica mediante idrogeno
 Proprietà fisiche dell’idrogeno
 Densità 0.084 kg/Nm3
 HHV 141.9 MJ/kg
 LHV 110.9 MJ/kg
 Temperatura di ebollizione 20.268 K
 Temperatura di fusione 14.025 K
 Calore latente di ebollizione 0.44936 kJ/mol
 Calore latente di fusione 0.05868 kJ/mol

Tra i combustibili, l’idrogeno presenta il valore più elevato di potere calorifico per unità di
massa, ma il valore più basso di potere calorifico per unità di volume
➢ Per accumulare una grande quantità di energia sotto forma di idrogeno sono necessari
 grandi volumi

L’idrogeno può essere accumulato sia sotto forma gassosa che liquida:
➢ Gas in pressione (200 – 700 bar: 14.5 kg/m3 a 200 bar 288 K , problemi di permeanza)
➢ Liquefatto (70.8 kg/m3 a 1 bar 20 K: energia elettrica richiesta per la liquefazione 30-40
 MJ/kg (teorica 11.45 MJ/kg))
Impianti con celle a combustibile (2)

 ➢ La batteria compensa le variazioni
 rapide di potenza solare

 ➢ Il sistema elettrolizzatore +
 serbatoio di idrogeno + fuel cell
 compensa le variazioni lente di
 potenza solare

S.G. Tesfahunegn et al. / Journal of Power Sources 196 (2011) 10401–10414
Impianti con celle a combustibile (3)

J.M. Andu´jar, F. Segura / Renewable and Sustainable Energy Reviews 13 (2009) 2309–2322
Impianti con celle a combustibile (4)
Le celle possono essere alimentate con combustibili sia gassosi (idrogeno o metano) sia liquidi
(alcoli), e si differenziano principalmente per la tipologia di elettrolita impiegato e per la
temperatura di lavoro.

Alcaline Proton
Fuel Cell Exchange
 Membrane
 Fuel Cell

 Solid
Molten Oxide
Carbonate Fuel Cell
Fuel Cell
Impianti con celle a combustibile (5)
➢ Le tecnologie più sviluppate sono PEMFC, SOFC e MCFC, che presentano efficienze
 energetiche comprese tra il 40 e il 60%.
➢ E’ possibile realizzare anche sistemi di recupero del calore (CHP Combined Heat Power) nei
 dispositivi che operano a più alta temperatura (MCFC e SOFC soprattutto), aumentando
 l’efficienza globale del dispositivo oltre l’80%.
➢ Trovano applicazione in tutti i settori: trasporti (su terra, aereo o marittimo, con potenza
 compresa nel campo 5-200 kW), generazione stazionaria (residenziale o industriale, 1kW -
 10 MW), applicazioni portatili (10-100 W), generazione ausiliaria (0.5-5 kW) e nei sistemi
 avanzati per applicazioni militari quali sommergibili, veicoli autonomi terrestri e marini,
 oltre che apparati per radio ed elettronica portatile
➢ La potenza elettrica installata nel mondo (2015) era di 1.5 GW, in Europa di 25 MW,
 principalmente in Germania
➢ Le celle a combustibile sono compatibili con tutte le fonti rinnovabili che producono vettori
 energetici come l’idrogeno, etanolo, metanolo, syngas (H2+ CO), acido formico e
 metalloidruri. Le fonti utilizzabili sono: idroelettrico; eolico; solare (fotovoltaico
 tradizionale, di nuova generazione e a concentrazione), biomasse per la produzione di
 etanolo, metanolo e idrogeno.
Impianti solari
Gli impianti solari sfruttano l’energia elettromagnetica che raggiunge la superficie terrestre
proveniente dal sole e si distinguono per la modalità che utilizzano per convertire tale energia
radiante in energia elettrica:
➢ impianti solari termodinamici: utilizzano l’energia radiante per scaldare un fluido operatore
 e producono energia elettrica dalla conversione del calore prodotto come avviene in una
 centrale termoelettrica
➢ Impianti solari fotovoltaici: convertono direttamente l’energia radiante in energia elettrica
 mediante le celle fotovoltaiche.

Natura ondulatoria – corpuscolare della radiazione elettromagnetica
La radiazione elettromagnetica può essere descritta come un flusso di particelle aventi massa
nulla, i fotoni, che si muovono nel vuoto alla velocità della luce. L’energia (E) posseduta da
ciascun fotone è direttamente proporzionale alla frequenza () della radiazione; la lunghezza
d’onda () risulta inversamente proporzionale alla frequenza.

 E = energia del fotone (J)
  = frequenza della radiazione (Hz),
 =ℎ =
 h = costante di Planck = 6.62610-34 J s,
  = lunghezza d’onda della radiazione (m),
 c = velocità della luce nel vuoto = 2.998 108 m/s
Caratteristiche della radiazione solare (1)
➢ Il sole è una stella che emette energia (P = 3.8451026 W) sotto forma di radiazione
 elettromagnetica in tutte le direzioni dello spazio. L’energia emessa deriva dalle reazioni di
 fusione nucleare che avvengono all’interno del sole.
➢ La terra dista dal sole d =1.496 1011 m (valore di riferimento, la distanza varia al variare
 del periodo dell’anno con variazioni del  3% ); la potenza radiante che raggiunge la terra
 per unità di superficie è quindi pari a S =P / (4  d2) = 1367 W/m2 che viene chiamata
 costante solare.
➢ A causa della grande distanza fra il sole e la terra i raggi del sole raggiungono la superficie
 esterna della atmosfera terrestre paralleli.
Lo spettro della radiazione emessa dal sole e misurato al di fuori della atmosfera terrestre può
essere approssimato da quello della radiazione di un corpo nero (legge di Planck) avente la
temperatura di 5778 K.

 , = ℎ radiazione visibile
 5
 −1 0.4 mm    0.75 mm

P = densità di potenza emessa per unità di
lunghezza d’onda (W/(m2 m),
T = temperatura (K), k = costante dì
Boltzmnn = 1.38110-23 J/K
Caratteristiche della radiazione solare (2)
http://www.enea.it/it/seguici/le-parole-
dellenergia/radiazione-
solare/qualcosa-da-sapere-sul-sole-
1/spettro-elettromagnetico-solare-e-
assorbimento-in-atmosfera

Nell’attraversare l’atmosfera lo
spettro della radiazione solare
cambia a causa della interazione
della radiazione con gli
atomi/molecole della atmosfera

➢ Riflessione: verso lo spazio: i fotoni riflessi verso lo spazio non raggiungono la terra
➢ Assorbimento: le molecole di O2, O3, H2O, CO2, .. assorbono i fotoni che hanno una
 lunghezza d’onda compresa in particolari intervalli producendo dei “buchi” nello spettro,
 specialmente nella regione dell’infrarosso
➢ Scattering elastico: i fotoni urtano le molecole presenti nell’aria e vengono deviati dalla loro
 traiettoria; Reyligh scattering quando l’interazione è con molecole aventi dimensioni molto
 minori della lunghezza d’onda (il Reyligh scattering è molto più probabile per fotoni con
 piccola lunghezza d’onda), Mie scattering quando l’interazione è con molecole aventi
 dimensioni maggiori della lunghezza d’onda (aerosol e particelle di polvere)
Caratteristiche della radiazione solare (3)
➢ Al suolo arriva una radiazione diretta, avente la stessa direzione della radiazione incidente
 alla superficie della atmosfera, che è tanto meno intensa quanto più lungo è il percorso della
 radiazione nella atmosfera.
➢ Il minimo cammino nella atmosfera per raggiungere il terreno (H) viene compiuto dai raggi
 che incidono perpendicolarmente al terreno; un raggio che incida con un angolo  sul
 terreno percorrerà nella atmosfera un percorso L; il rapporto L/H viene dello coefficiente di
 massa d’aria (AM)

 L 1
 H = =
  sin( )

 Ad AM 0 (all’esterno della atmosfera) la densità di potenza che arriva dal sole è pari 1367
 W/m2 ad AM 1.5 la potenza dovuta alla radiazione diretta si è ridotta a 835 W/m2.
 La radiazione diffusa è quella che ha subito il processo di scattering nell’attraversamento
 della atmosfera e arriva al suolo proveniente da tutte le direzioni. La densità di potenza
 globale (somma della densità di potenza dovuta alla radiazione diretta e di quella dovuta alla
 radiazione diffusa) può raggiungere un valore di 1000 W/m2, attraverso una superficie
 normale alla direzione della radiazione diretta.
 Alla radiazione diretta ed a quella diffusa, può infine aggiungersi la radiazione riflessa da
 oggetti che si trovano al suolo.
Dati sulla radiazione solare (1)
European Commission Photovoltaic Geographical Information System (PVGIS)
http://re.jrc.ec.europa.eu/pvgis.html

 Il Photovoltaic Geographical
 Information System della
 Commissione Europea
 rende disponibili i dati di
 irradiazione solare ottenuti
 da diverse misurazioni
 satellitari
Dati sulla radiazione solare (2)

Dati sulla radiazione solare al suolo nel mondo possono essere trovati nel sito:
➢ https://eosweb.larc.nasa.gov/cgi-bin/sse/sse.cgi?skip@larc.nasa.gov
 Surface meteorology and Solar Energy A renewable energy resource web site

Dati sulla radiazione solare al suolo in Italia possono essere trovati nei seguenti siti:

➢ http://sunrise.rse-web.it/
 Il portale sunRiSE è gestito da RSE (Ricerca di Sistema Energetico) e mette a
 disposizione del pubblico dati meteorologici di interesse per la produzione da fonte
 rinnovabile solare ed eolica.

➢ http://www.solaritaly.enea.it/
 Atlante italiano della radiazione solare reso disponibile da ENEA, Agenzia nazionale per
 le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (già Ente per le Nuove
 tecnologie, l'Energia e l'Ambiente).

 Su tutti i siti sopra menzionati possone essere calcolati i dati sull’irraggiamento al suolo
 giornaliero, medio mensile ed annuale per le località individuate dalle loro coordinate
 geografiche (latitudine, longitudine).
Dati sulla radiazione solare (3)
 Valore in kWh/m2/giorno dell’irraggiamento globale al suolo su una superficie orizzontale
 Città medio mensile medio mensile medio
 (valore minimo) (valore massimo) annuale
 Berlino (52.52, 13.40) 0.61 (dic.) 4.76 (lug.) 2.73

 Milano (45.46, 9.19) 1.28 (dic.) 6.20 (lug.) 3.68

 Bologna (44.49, 11.34) 1.28 (dic.) 6.54 (lug.) 3.82

 Roma (41.90, 12.50) 1.69 (dic.) 7.67 (lug.) 4.65

 Palermo (38.12, 13.36) 1.93 (dic.) 7.93 (lug.) 4.96

 Tripoli (32.89, 13.19) 2.35 (dic.) 7.79 (lug.) 5.11

➢ Il potenziale energetico della energia solare è molto grande.
Fabbisogno di energia elettrica in Italia nel 2017: 301.9 TWh/anno
Energia elettrica producibile in un anno con pannelli fotovoltaici (rendimento 10%)
sfruttando una superficie di 1 m2 situata in Sicilia: 4.963650.1 = 181.04 kWh/anno
Supeficie che bisognerebbe utilizzare per coprire tutto il fabbisogno energetico: 1668 km2
Superficie della Sicilia: 25711 km2
Impianti solari termodinamici (1)
Gli impianti solari termodinamici, detti anche CSP (Concentrated Solar Power),
concentrano, mediante un sistema di specchi (concentratore) la radiazione solare diretta su
un corpo ricevitore dove scorre un fluido termovettore che assorbe l’energia
elettromagnetica trasformandola in energia termica. L’unione del concentratore e del
ricevitore costituisce il collettore solare.
Il fluido termovettore cede la sua energia termica in un generatore di vapore di un impianto
con turbina a vapore convenzionale o di un impianto con ciclo combinato
 vapore
 Serbatoio turboalternatore
 caldo

 G
 Radiazione Generatore Schema di principio
 solare Collettore di vapore
 solare di un impianto solare
 condensatore
 termodinamico con
 Fluido Serbatoio
 turbina a vapore
 termovettore freddo

Le componenti principali di un impianto CSP sono quindi:
➢ Il collettore solare che deve trasferire al fluido vettore la maggiore quantità possibile di
 energia solare (minimizzando la superficie degli specchi del concentratore)
➢ Il sistema di accumulo che è necessario se non altro per garantire un funzionamento
 continuo senza elevati stress termomeccanici del sistema di potenza in presenza di
 variazioni delle condizioni di irraggiamento
➢ Il sistema di potenza
Impianti solari termodinamici (2)
Sono possibili diverse configurazione del collettore solare;
➢ Collettore lineare di Fresnel (compact linear Fresnel reflector): i raggi solari vengono
 concentrati su una linea; hanno l’efficienza più bassa
➢ Collettore parabolico lineare (parabolic trough): i raggi
 solari vengono concentrati da uno specchio parabolico su
 un tubo ricevitore; il fluido termovettore è separato dalla
 parete esterna del ricevitore da una intercapedine in cui
 viene fatto il vuoto per ridurre la perdita di calore. Le
 pareti esterne del ricevitore sono rivestite di un materiale
 (cermet) che massimizza l’assorbimento. Gli specchi
 parabolici sono dotati di un sistema di inseguimento
 della radiazione solare ad un asse.
➢ Collettore parabolico a disco: i raggi solari vengono
 concentrati da uno specchio parabolico nel ricevitore
 (puntuale) posto nel suo fuoco.
➢ Collettore a torre e campo di specchi (solar tower):
 la radiazione solare viene indirizzata tramite specchi
 piani (eliostati) verso un ricevitore centrale posto su Fonte: ”Concentrating solar power: its
 una torre. Gli eliostati sono disposti sul terreno in file potential contribution to a sustainable
 circolari attorno alla torre e sono dotati di un sistema energy future” EASAC (European
 Academy Science Advisory Council) policy
 di inseguimento dela radiazione solare a due assi
 report 16 (2011) (ISBN: 978-3-8047-
 2944-5)
Impianti solari termodinamici (3)
Sono possibili diverse scelte per il fluido termovettore del collettore solare;
➢ Olio sintetico: l’olio sintetico non può essere utilizzato a temperature superiori di 400 °C in
 quanto al di sopra di tale temperatura insorgono dei fenomeni di craking termico
➢ Miscela di sali fusi: di solito una miscela di nitrato di sodio e potassio, i sali fusi sono
 convenienti rispetto all’olio sintetico in quanto più economici, possono raggiungere
 temperature più elevate (550 °C), non sono infiammabili, non sono inquinanti ed hanno una
 buona capacità termica. Di contro solidificano a temperature inferiori ai 260 °C e quindi
 devono essere mantenuti in circolazione durante le ore notturne.
➢ Acqua: sarebbe la scelta più conveniente perchè non sarebbe necessario il generatore di
 vapore, ma a causa della bassa capacità termica può essere realizzato un accumulo con una
 piccola capacità
La ricerca sta valutando la possibiità di usare nanofluidi (ovvero fluidi aventi particelle
nanometriche in sospensione) caratterizzati da elevati valori del coefficiente di scambio
termico e della conduttivita termica, e bassi valori della viscosita dinamica
➢ Per quanto riguarda il sistema di potenza, si utilizza di solito un ciclo Rankine con turbina a
 vapore, in accoppiamento ai collettori parabolici lineari o a torre e campo di specchi; in
 quest’ultimo caso è possibile raggiungere temperature più elevate ed utilizzare anche un
 ciclo combinato con turbina a gas e turbina a vapore.
➢ Nel caso del collettore a disco parabolico, il fluido termovettore (fluido o aria) si scalda fino
 a raggiungere temperature di 700-800 °C e viene utilizzato per produrre energia in un
 motore alternativo (ciclo Stirling), oppure con una microturbina a gas posizionati
 direttamente nel ricevitore.
Impianti solari termodinamici (4)
➢ In ambito europeo la tecnologia è diffusa a livello commerciale in Spagna. Nel 2015 la
 Spagna era leader mondiale in termini di capacità installata con un totale di 2.3 GW,
 seguita dagli Stati Uniti (1.6 GW)
➢ A livello mondiale l’aumento delle installazioni è stato del 27% nel 2014, mentre a fine
 2015 risultavano installati nel mondo circa 5 GW di impianti di cui, in percentuale, 86%
 parabolici lineari, 10% a torre, 4% fresnel lineare.
➢ in Cina è stata autorizzata la costruzione di 20 impianti, per un totale di 1349 MW,
 nell’ambito della prima fase di un programma di sviluppo da 10 GW al 2020
➢ In Italia gli impianti attualmente presenti, tutti dimostrativi sono 4:
 Archimede a Priolo Gargallo con una capacita totale di 5MW e che sfrutta collettori
 parabolici a sali fusi e accumulo diretto a sali fusi;
 ASE Demo Plant a Massa Martana, un impianto di 0,35 MW sempre a collettori parabolici
 a sali fusi e accumulo diretto a Sali fusi;
 Rende-CSP Plant a Rende, che presenta una capacità totale di 1MW e si avvale di collettori
 lineari Fresnel e olio diatermico come fluido vettore;
 STEM, a S.Filippo del Mela di 2 MW termici di potenza e che utilizza sabbia, con la
 tecnologia del letto fluido, come mezzo di accumulo dell’energia termica solare
➢ Una decina di altri impianti per una capacità totale di 280 MW sono stati programmati
.
Uno dei principali ostacoli alla diffusione della tecnologia è l’elevato uso del territorio pari a
circa 10-20 m2/(MWh/y)
Fonte DECARBONIZZAZIONE DELL’ENERGIA ITALIANA, Il Catalogo delle tecnologie elettriche, ENEA
2017
Impianti solari termodinamici (5)

 Towers:
 T-SaS: saturated steam as HTF
 T-SHS: superheated steam as HTF
 T-MS: molten salt as HTF and storage
 T-AR: ambient pressure air as HTF and
 Rankine cycle
 T-GT: pressurised air as HTF and Brayton
 cycle
 T-SC: supercritical cycle
 T-CC: pressurised air as HTF and combined
 cycle

 Linear Fresnel systems
 Fresnel SaS: saturated steam as HTF
 Fresnel SHS: superheated steam as HTF

 Parabolic dish
 Parabolic trough DS: helium Stirling cycle
 PT-oil: oil as HTF and molten salt storage
 PT-SHS: superheated steam as HTF
 PT-MS: molten salt as HTF and storage
Fonte: European Academies Science Advisory Council, Concentrating solar power: its potential
contribution to a sustainable energy future, EASAC policy report 16, November 2011
Impianto Archimede

http://www.archimedesolarenergy.it/it_reference_project_1.htm
Impianti eolici

Gli impianti eolici producono energia elettrica utilizzando l’energia cinetica delle masse di
aria:
➢ l’energia cinetica della massa di aria viene trasformata in energia meccanica di rotazione
 per mezzo di una turbina eolica, la turbina eolica è collegata ad un generatore elettrico (di
 tipo sincrono o asincrono) che trasforma l’energia meccanica di rotazione in energia
 elettrica.
➢ La producibilità di energia elettrica dipende dalla velocità del vento che è presente in
 media in un anno nel sito dove viene installato il generatore eolico.
➢ I dati sulla ventosità possono essere trovati, per l’Italia, nell’atlante eolico dell’Italia,
 (http://atlanteeolico.rse-web.it/) sviluppato inizialmente (2002) da CESI (Centro
 Elettrotecnico Sperimentale Italiano) e dal Dipartimento di Fisica dell’Università di
 Genova e gestito da RSE (Ricerca sul Sistema Energetico S.p.A., Società di proprietà di
 GSE. Assume la denominazione attuale il 21/7/2010 (la precedente denominazione era
 ENEA – Ricerca sul Sistema Elettrico (ERSE))
Costo di generazione dell’energia elettrica (1)
Per confrontare tra di loro gli impianti per la produzione di energia elettrica dal punto di vista
economico, uno dei parametri che viene utilizzato è il Levelized Cost Of Electricity (LCOE) che
fornisce una indicazione del prezzo a cui occorre vendere l’energia generata da un impianto di
ciascuna tecnologia lungo la sua vita tecnica per coprire tutti i costi relativi alla costruzione e
all’esercizio dell’impianto stesso (oneri finanziari e tasse inclusi) e ottenere un determinato
ritorno sul capitale proprio investito.
 
 σ =1 
 1+ 
 =
 
 σ =1 
 1+ 
 LCOE = Levelized Cost of Electricity (c€/kWh, € /MWh)
 n = numero di anni di vita dell'impianto, comprensivo degli anni necessari per la sua
 costruzione e per il suo smantellamento a fine vita
 Ci = costo sostenuto nell'anno imo (c€, €)
 r = tasso di interesse
 Ei = Energia prodotta nell'anno imo (kWh, MWh)

 Tra i costi bisogna considerare i costi per costruire e comprare le attrezzature (costi capitale),
 quelli di manutenzione e funzionamento e gli eventuali oneri fiscali
Costo di generazione dell’energia elettrica (2)
Una formula per il calcolo del LCOE può essere trovata nel documento: International Energy
Agency, Nuclear Energy Agency, Organization for Economic Co-operation and Deveopment,
Projected costs of generating electricity, 2015 Edition

 σ + & + + + × 1 + − 
 =
 σ ℎ × 1 + − 

LCOE = Levelized Cost of Electricity ($/MWh)
MWh = The amount of electricity assumed constant (MWh)
 1 + − = the discount factor for year t (reflecting payaments to capital)
 = total capital construction costs in year t
 & = Operation and maintenance costs in year t
 = Fuel costs in year t
 = Carbon costs in year t
 = Decommissioning and waste management costs in year t
Costo di generazione dell’energia elettrica (3)
 Nel caso di un impianto fotovoltaico, trascurando i costi variabili (includendo la sostituzione
 degli inverter nei costi fissi), e tenendo conto della degradazione delle prestazioni dei pannelli
 fotovoltaici, si ottiene:

 × + & × + 1 
 = = + 
 0 × − 1 + 1 − 1
 × σ 
 =1 1 −
 100

 OCS = cost of the plant (€)
 CRF = capital recovery factor
 FO&MC = fixed operation and maintenance costs (€/year)
 E0 = energy produced by the plant in the first year (kWh/year)
 dr = degradation rate of the PV modules (%/year)
 WACC = weighted average cost of capital (%)
 Kins = annual insurance cost in percentage of the cost of the plant (%) the
 
 = × + × 
 + + 

E = equity (€), D = debt (€), Ke = return of equity (%), Kd = cost of debt (%)

Fonte: A. Massi Pava, V.Lughi, "Grid parity in the italian and industrial electricity market", 2013 International
Conference on Clean Electrical Power
Costo di generazione dell’energia elettrica (4)

Per calcolare il LCOE bisogna conoscere:
➢ Quota di capitale proprio utilizzata per la realizzazione dell’impianto (%)
➢ Tasso di ritorno atteso sul capitale proprio (%)
➢ Durata del debito (anni)
➢ Tasso passivo sul debito (%)
➢ Aliquote fiscali (%)
➢ Costi di investimento specifici (M€/MW)
➢ Tempo necessario alla costruzione dell’impianto (anni)
➢ Costi fissi e variabili di funzionamento e manutenzione ((M€/(MW anno))
➢ Costi del combustibile (€/Gcal), se applicabili
➢ Rendimento dell’impianto (%), se applicabile
➢ Potenza massima dell’impianto
➢ Ore equivalenti di funzionamento a potenza massima (ore/anno)
➢ Vita tecnica dell’impianto (anni)
Costo di generazione dell’energia elettrica (5)

 Fonte: IEA, NEA, OECD,
 Projected costs of
 generating electricity,
 2015 Edition

 Valore dei principali parametri
 utilizzati per il calcolo:
 ➢ Quota di capitale proprio: 25 %
 ➢ Tasso di ritorno del capitale
 proprio: 12 %
 ➢ Durata del debito: 15 anni
 ➢ Tasso passivo sul debito: 7 %
 ➢ Aliquote fiscali (IRES, IRAP):
 27.5 %, 3.9 %
Fonte: RSE, Energia elettrica: anatomia dei costi, 2013
Costo di generazione dell’energia elettrica (6)

 Fonte: IEA, NEA, OECD,
 Projected costs of
 generating electricity,
 2015 Edition
Costo di generazione dell’energia elettrica (7)
Andamento del LCOE negli ultimi 7 anni per le fonti rinnovabili secondo la International
Renewable Energy Agency (IRENA)

 Global
 levelised cost
 of electricity
 from utility-
 scale
 renewable
 power
 generation
 technologies,
 2010-2017
Prezzo dell’energia elettrica agli utenti finali (1)

Fonte: RSE, Energia elettrica: anatomia dei costi, 2013

➢ Ad esclusione degli utenti domestici con bassi consumi, per i quali la differenza è comunque
 modesta, il prezzo italiano è costantemente più elevato della media dell’Unione Europea, per
 una percentuale che varia tra il 15 e il 50%.

➢ Grid parity: per ogni tecnologia di produzione di energia elettrica, si ha quando il costo di
 produzione (LCOE) uguaglia il prezzo di acquisto della energia. Al raggiungimento della
 grid parity la tecnologia può diventare economicamente conveniente per l’autoconsumo.
Prezzo dell’energia elettrica agli utenti finali (2)
Prezzi finali dell’energia elettrica per i consumatori domestici nel 2016
Prezzi al netto e al lordo delle imposte; c€/kWh
 CONSUMATORI PER FASCIA DI CONSUMO ANNUO (kWh)
 < 1.000 1.000-2.500 2.500-5.000 5.000-15.000 > 15.000
 NETTI LORDI NETTI LORDI NETTI LORDI NETTI LORDI NETTI LORDI
Aus tri a 21.01 36.9 14.53 24.66 12.32 20.22 10.97 17.79 9.36 15.04
Bel gi o 26.71 45.11 18.7 29.6 16.91 26.45 15.55 24.15 12.13 20
 I dati statistici sul
Bul ga ri a
Cechi a
 8.11
 21.98
 9.73
 26.71
 7.97
 15.46
 9.56
 18.83
 7.89
 11.62
 9.47
 14.21
 7.85
 9.25
 9.42
 11.32
 7.83
 8.44
 9.39
 10.36
 prezzo della energia
Ci pro 14.6 19.11 12.29 15.67 12.4 15.74 12.16 15.45 11.62 14.76 elettrica agli utenti
Croa zi a 16.96 21.78 10.96 14.29 10.1 13.21 9.66 12.65 9.36 12.28
Da ni ma rca 15.8 38.52 11.72 33.42 9.68 30.86 8.45 24.28 8.04 22.08 finali sono riportati
Es toni a
Fi nl a ndi a
 9.74
 22.94
 12.64
 31.24
 9.73
 14.3
 12.55
 20.52
 9.48
 10.19
 12.23
 15.43
 8.91
 8.49
 11.61
 13.32
 8.13
 6.82
 10.76
 11.25
 dalla Autorità di
Fra nci a 22.13 28.83 12.67 18.76 10.97 16.98 9.89 15.82 9.58 15.52 Regolazione per
Germa ni a 26.55 45.36 16.2 32.8 13.85 29.73 12.57 28.16 12.14 26.81
Greci a 17.62 23.43 12.1 17.2 11.74 17.2 11.43 17.77 11.01 19.01 Energia Reti e
Irl a nda
Ita l i a
 31.31
 21.95
 42.62
 31.57
 22.48
 14.36
 29.05
 21.73
 18.87
 14.29
 23.29
 23.77
 16.66
 15.42
 19.92
 27.56
 14.61
 14.79
 16.91
 27.54
 Ambiente
Lettoni a 11.74 17.45 10.93 16.46 10.76 16.26 10.59 16.05 10.48 15.93
Li tua ni a 8.62 12.29 8.55 12.2 8.39 12.01 8.03 11.58 7.38 10.78
Lus s emburgo 19.11 23.28 14.73 18.55 13.27 16.98 12.01 15.61 11.02 14.55
Ma l ta 34.11 35.81 13.69 14.37 12.05 12.66 14.28 14.99 36 37.8
Pa es i Ba s s i (A) 35.55 n.d. 17.11 11.29 11.98 16.06 8.47 17.44 12.07 22.22
Pol oni a 12.86 16.39 11.09 14.2 10.45 13.42 9.95 12.81 9.88 12.72
Portoga l l o 19.33 39.44 13.33 25.61 12.43 23.57 11.97 22.54 11.62 21.46
Regno Uni to 21.14 26.18 17.52 21.7 15.28 18.91 14.15 17.52 13.07 16.18
Roma ni a 9.34 12.84 9.23 12.7 9.04 12.47 8.75 12.12 8.4 11.73
Sl ova cchi a 19.28 23.52 13.75 16.88 12.02 14.8 10.48 12.96 9.19 11.41
Sl oveni a 11.69 18.64 12.71 19.89 11.15 16.24 10.21 14.13 9.54 12.69
Spa gna 40.33 51.29 21.47 27.31 17.57 22.35 15.42 19.61 13.51 17.18
Svezi a 26.2 36.42 14.41 21.68 12.5 19.28 9.66 15.73 8.03 13.71
Ungheri a 10.02 12.73 9.15 11.62 8.82 11.2 8.6 10.92 8.9 11.31
Norvegi a 28.86 38.22 17.36 23.85 10.86 15.73 7.31 11.29 6.25 9.96
Uni one europea
 23.79 33.35 15.15 22.6 13.13 20.53 11.97 19.4 11.26 18.46
Area euro 25.85 37.06 15.44 23.96 13.31 21.94 12.2 21.1 11.56 20.25
(A) Nei Pa es i Ba s s i è previ s to uno s conto s ul prezzo fi na l e l ordo che, per l a pri ma cl a s s e di cons umo, rende poco s i gni fi ca ti vo i l da to.
Fonte: Elaborazione AEEGSI su dati Eurostat.
Prezzo dell’energia elettrica agli utenti finali (3)
Prezzi finali dell’energia elettrica per i consumatori industriali nel 2016
Prezzi al netto e al lordo delle imposte; c€/kWh
 CONSUMATORI PER FASCIA DI CONSUMO ANNUO (MWh)
 < 20 20-500 500-2.000 2.000-20.000 20.000-70.000 70.000-150.000
 NETTI LORDI NETTI LORDI NETTI LORDI NETTI LORDI NETTI LORDI NETTI LORDI
Aus tri a 11.63 19.81 8.86 15.05 6.94 12.47 5.7 10.19 5.15 9 4.64 8.4
Bel gi o 15.07 23.54 11.99 18.49 8.65 13.74 7.68 11.61 6.17 9.07 5.61 7.5
Bul ga ri a 10.56 12.8 9.98 12.11 8.85 10.74 7.23 8.79 6.56 7.99 6.03 7.36
Cechi a 15.99 19.48 11.56 14.11 7.21 8.85 6.23 7.67 6.44 7.92 6.65 8.17
Ci pro 14.51 18.25 13.01 16.45 10.83 13.85 9.71 12.52 8.79 11.42 8.05 10.55
Croa zi a
Da ni ma rca
 11.88
 8.24
 15.52
 29.06
 10
 6.84
 13.17
 27.31
 8.38
 6.24
 11.13
 26.58
 7.26
 6.16
 9.65
 26.47
 6.14
 4.96
 7.98
 24.97
 6.23
 4.85
 7.98
 24.83
 ➢ Anche nel 2016
Es toni a 9.26 12.81 8.06 11.36 7.46 10.65 6.67 9.69 5.84 8.62 5.57 8.37 il prezzo della
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Fonte: Elaborazione AEEGSI su dati Eurostat.
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