SVEGLIATI SIGNORE - SMAMA

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SVEGLIATI SIGNORE - SMAMA
PARROCCHIA
    SANTA MARIA
       MADDALENA
Piazza Bologna 8 – Faenza / 054630263
     3200342623 (don Francesco)                    PASQUA 2020

                 SVEGLIATI SIGNORE …
Ho preso in prestito queste parole che Papa Francesco ha pronunciato nell’intenso
momento di preghiera di venerdì 27 marzo in piazza San Pietro; sono parole forti
che si riferiscono a un brano del Vangelo (Mt 4,35-41). Di fronte ad una grande
difficoltà che stanno vivendo gli apostoli, Gesù sembra dormire tranquillo, al
punto che viene svegliato e si sente dire “Non ti importa che siamo perduti?”.
Allora Gesù si alza, placa la tempesta e rivolgendosi agli apostoli dice “Perché
avete paura? Non avete ancora fede?”. Sappiamo bene che quel sonno di Gesù
non era un disinteressarsi di ciò che stava accadendo, ma il vedere fino a che
punto i suoi amici si fidavano di Lui.

Anche a noi, nei tanti momenti di difficoltà della nostra vita, soprattutto in
questo triste periodo, può capitare di avere l’impressione di essere stati
abbandonati dal Signore, può capitare la tentazione di pensare che il Signore si
sia dimenticato di noi. Non è così! Se apparentemente non sentiamo la presenza
del Signore, non è perché a Lui non importa di noi, ma al contrario vuole
vedere se proprio nella difficoltà ci fidiamo di Lui e del fatto che è l’unico
che può portare la salvezza. Banalmente potremmo dire che è facile credere in
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Dio quando le cose vanno bene (o vanno come noi le vorremmo), la sfida della
nostra fede è credere nel Signore proprio nel momento del bisogno e della fatica.
Una domanda che potremmo farci in questo periodo è la seguente: “Perché Dio
permette tutto questo?”. Il Signore non si diverte nel vederci soffrire e
dobbiamo toglierci dalla mente che le malattie o le disgrazie siano dei
“castighi divini”: non è così! Non è quello che ci ha insegnato Gesù nel Vangelo;
al contrario nel Vangelo vediamo che Gesù è il primo a soffrire, è il primo a patire
a causa del male, spesso causato dall’uomo e dalle sue conseguenti azioni negative.
Per cui di fronte alla domanda legittima: “Dov’è Dio in questa situazione?”
possiamo rispondere con certezza: “DIO E’ QUI A SOFFRIRE CON NOI”. In
vari brani evangelici si dice: “Gesù sentì compassione”; la compassione non è
provare pena per qualcuno, ma è un condividere il dolore della persona che ho di
fronte “cum-patire = patire con”; Gesù ci compatisce nel senso che patisce con
noi, soffre con noi e aspetta con noi un nuovo futuro di speranza e di pace.

Dio la sua parte la fa e non tocca a noi “insegnargli il mestiere”; piuttosto
impariamo noi a fare la nostra parte e facciamola sul serio, sicuri che solo con il
contributo di tutti (nessuno escluso) potremo tornare alla tanto desiderata
“normalità”. Un’altra frase che mi ha colpito del commovente discorso di Papa
Francesco è questa: “Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere
sempre sani in un mondo malato”. Sono parole forti che dovrebbero suscitare
in tutti noi un bell’esame di coscienza, non tanto per intristirci, quanto piuttosto
per cambiare radicalmente vita. Non vediamo l’ora che tutto sia finito, ma appena
potremo uscire di casa come saremo? Saremo persone migliori? Almeno ci
proveremo?
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Credo che il coronavirus ci abbia mostrato almeno tre chiari segni reali:
                   la nostra fragilità, la crisi dei nostri valori e
              la nostra indifferenza rispetto ai problemi del mondo.

   -    Credevamo di essere onnipotenti, e un virus ci ha ricordato che siamo solo
        dei poveretti che da soli non vanno da nessuna parte: ora più che mai
        dobbiamo riscoprire l’onnipotenza di Dio e la nostra umiltà, uno stare bassi
        e non crederci chissà chi di fronte a nessuno.
   -    Avevamo basato la nostra vita su tante cose dimenticando forse le cose
        davvero importanti come le relazioni familiari, la preghiera, il dialogo, il
        silenzio. E speriamo, appena usciti, di non tralasciare di nuovo questi valori
        che sono fondamentali per noi e per la nostra vita.
   -    Nel mondo di epidemie come queste purtroppo ce ne sono tante e colpiscono
        soprattutto paesi del terzo mondo, nella completa indifferenza di noi
        “occidentali”. Questo virus ci ricorda che non c’è differenza tra “poveri” e
        “ricchi”: tutti siamo soggetti ai pericoli e alle difficoltà. Magari
        ricordiamocelo quando usciremo di casa e quando tutto questo finirà. Nel
        mondo ci sarà sempre qualche sofferenza per la quale pregare e della quale
        interessarsi.

All’inizio di questa pandemia girava uno slogan che diceva “andrà tutto bene”. Ne
siamo sicuri? Sta andando tutto bene? Il numero dei malati e ancor di più il
numero dei morti dovrebbe toglierci questa illusione. Poi è chiaro che speriamo
che tutto finisca, ma non potremo mai dimenticare il prezzo che il nostro mondo
sta pagando durante questi giorni di quarantena.

Purtroppo questo terribile momento ha evidenziato anche alcune sofferenze già
presenti nelle nostre comunità: penso alla solitudine degli anziani, alle famiglie
in crisi per tanti motivi, a coloro che hanno in casa una persona malata o disabile,
alle persone che vivono nelle case di riposo. Non potremo più, mai più, far finta
di niente e ignorare queste persone, anzi dovremo aiutarle a non sentirsi mai sole.
Tra le tante difficoltà causate da questo virus c’è stata anche l’impossibilità di
partecipare alla vita comunitaria delle nostre parrocchie e soprattutto
all’Eucarestia domenicale. Anche questo dovrebbe far riflettere tutti noi (preti
in primis) che forse avevamo dimenticato che si è cristiani non solo quando si va
in chiesa, ma sempre; che forse non ricordavamo più la bellezza del pregare in
famiglia e del vivere quella “chiesa domestica” così necessaria. Forse avevamo
dato per scontata perfino la Messa, al punto che la mettevamo in fondo alle
nostre attività del fine settimana. Chissà che sentendone la mancanza, non
torneremo a gustarla e a viverla a pieno.

                     A COSA SERVE PREGARE?
Tante potrebbero essere le risposte a questa difficile domanda. Personalmente
ho trovato aiuto in un video che sta girando su youtube di un giovane prete della
Diocesi di Milano (Don Alberto Ravagnani) … dateci un’occhiata e ascolterete
tanti spunti interessanti. Vi scrivo qui le frasi che mi hanno colpito maggiormente:

La preghiera non è fare le magie! La preghiera non cambia la realtà, cambia
te stesso!
“Pregare serve per restare in contatto con Dio a tal punto da ricevere il
dono della Sua presenza nel nostro sguardo, nei nostri atteggiamenti e nel
nostro cuore”.
“Se preghiamo Dio affinché cancelli questa terribile pandemia in fondo, gli
stiamo chiedendo di farlo attraverso di noi o attraverso tanti altri uomini di
buona volontà a cui Lui avrà cambiato lo sguardo, l’atteggiamento e il cuore”.
S. Ignazio di Loyola diceva “prega come se tutto dipendesse da Dio” e “agisci
come se tutto dipendesse da te”.

                          “A cosa serve pregare (non è una perdita di tempo!)”
E a proposito di preghiera ne condivido una con voi e che vi invito a recitare ogni
tanto, anche finito questo momento drammatico. E’ una preghiera di
ringraziamento che potrebbe invitarci a continuare a cercare, anche nelle
difficoltà, quei segni positivi che sono il frutto della presenza di Dio nel mondo.

                    GRAZIE SIGNORE …
Grazie Signore perché nonostante tutte le difficoltà, continui a volerci bene
        e a farci sentire la tua vicinanza di Padre, di Fratello e di Amico.

  Grazie Signore per i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari, che in
     modo eroico, stanno cercando di salvare le vite di tanti nostri fratelli.

           Grazie Signore per i tanti volontari che hanno il coraggio
                           di uscire per fare del bene.

              Grazie Signore per i bambini che, nonostante tutto,
                          continuano a farci sorridere.

Grazie Signore per quei bambini che sono venuti al mondo in questo periodo;
                 ci ricordano che la vita è più forte della morte.

Grazie Signore per i ragazzi e i giovani che, con l’aiuto delle nuove tecnologie,
                     riescono a fare rete e a non isolarsi.

                 Grazie Signore per i genitori che da veri eroi
      continuano a portare avanti la propria famiglia con fede e dedizione.

 Grazie Signore per quelle famiglie che hanno in casa una persona malata o
                  disabile, perché nonostante la grande fatica,
              continuano a stare accanto ai propri cari con amore.

Grazie Signore per chi si prende cura degli anziani nelle case e nelle case di
                  riposo; accompagnali sempre con il Tuo aiuto.

        Grazie Signore per gli anziani, che nonostante spesso siano soli,
                      continuano a credere e a pazientare.

     Grazie Signore per chi ha portato conforto alle tante persone sole.

        Grazie Signore per chi non si è dimenticato dei senza tetto e
                      di coloro che sono realmente poveri
Grazie Signore per gli insegnanti e per coloro che lavorano
           nel mondo della scuola, perché continuano a trasmettere
                     la bellezza del sapere e della cultura.

    Grazie Signore per le forze dell’ordine che in un momento non facile,
                   fanno di tutto per farci sentire protetti.

Grazie Signore per coloro che lavorano nelle carceri; sostienili con pazienza.

   Grazie Signore per tutti i farmacisti, impegnati anch’essi in prima linea.

 Grazie Signore per chi lavora nei supermercati, nei negozi, nelle banche,
   nelle poste e nelle attività che necessariamente sono rimaste aperte,
                  perché il loro lavoro sia vissuto con amore.

   Grazie Signore per tutti i lavoratori che, con tanta creatività, provano a
        portare avanti la propria professione, magari in forma diversa.

         Grazie Signore per i ricercatori che stanno facendo di tutto
                     per trovare un rimedio a questo virus.

Grazie Signore per i giornalisti e gli operatori della televisione: senza di loro
             questa quarantena sarebbe stata ancora più difficile.

Grazie Signore per chi lavora nelle agenzie di pompe funebri e nei cimiteri:
      non deve essere stato facile per loro accompagnare tanti defunti.

         Grazie Signore per gli psicologi che provano a essere d’aiuto
                              alle persone in crisi.

Grazie Signore per i nostri governanti e per le nostre autorità cittadine, che
        si sono trovati di fronte ad un dramma terribile da affrontare.

            Grazie Signore per le religiose che dai loro monasteri
                       hanno intensificato la preghiera.

             Grazie Signore per i bravi educatori e catechisti,
           che continuano a portare il messaggio di Gesù ai ragazzi.

Grazie Signore per ciò che le nostre Caritas e le nostre associazioni stanno
            facendo per chi è veramente senza casa e senza pane.
Grazie Signore per i sacerdoti e i vescovi che esercitano comunque il loro
            ministero per far sentire alle persone la Tua presenza.

   Grazie Signore per Papa Francesco, per tutto quello che ha fatto e sta
        facendo per noi: conservalo in salute e ricolmalo dei Tuoi doni.

Grazie Signore per il dono che i tanti defunti di questa pandemia sono stati
      per i loro cari e accoglili nel Tuo Regno di luce, di pace e di amore.

    Grazie Signore per l’esempio di chi è caduto “in prima linea”: medici,
    infermieri, forze dell’ordine, sacerdoti: sono veri martiri della carità.

Grazie Signore perché nonostante tutto, ci hai fatto riscoprire l’importanza
         di alcune cose che davamo per scontate come un abbraccio,
         una stretta di mano o ancora di più le relazioni con le persone
                 con cui condividiamo la nostra vita quotidiana.

           Grazie Signore perché in molti hai risvegliato la fede e
                hai fatto riscoprire la bellezza della preghiera.

 Grazie Signore per coloro che si interessano non solo dei problemi di casa
propria, ma anche degli altri e dei tanti drammi che l’umanità continua a vivere.

               Grazie Signore perché alla fine ce la faremo e
    ci darai la forza di uscire da questa storia come persone migliori.
ALCUNE DOMANDE CHE MERITANO RISPOSTA …
Si può andare in chiesa?
Le chiese sono aperte solo per la preghiera personale. Andare in chiesa non
risulta tra le motivazioni consentite dalle autocertificazioni, tuttavia se uno esce
di casa per andare al lavoro, a fare la spesa o per qualche altra necessità, può
tranquillamente passare dalla Chiesa a fare un saluto al Signore.

Ci si può Confessare?
La Santa Sede ha concesso, solo in questa situazione straordinaria, di rimandare
la celebrazione del Sacramento della Penitenza a quando si potrà “uscire di casa”.
Così insegna la Chiesa: “quando si è sinceramente pentiti dei propri peccati, ci si
propone con gioia di camminare nuovamente nel Vangelo e, per un’impossibilità
fisica o morale, non ci si può confessare e ricevere l’assoluzione, si è già
realmente e pienamente riconciliati con il Signore e con la Chiesa. Pertanto, a
misura della sincerità del pentimento e del proponimento, nell’intimità con il
Signore si faccia un atto di profonda contrizione e si scelga un gesto di penitenza
che in qualche modo ripari al male commesso e rafforzi la volontà di servire il
Signore. Non appena venga meno quell’impossibilità, si cerchi un presbitero per
la Confessione e l’assoluzione. L’impossibilità di celebrare il sacramento non
impedisce alla misericordia infinita di Dio di raggiungere, perdonare, salvare ogni
suo figlio, ogni sua figlia”.
Nello stesso tempo, qualora uno facesse una visita in chiesa e trovasse il parroco,
potrà tranquillamente confessarsi “a debita distanza”.

Si può ricevere la Comunione?
Non potendo celebrare il Sacramento dell’Eucarestia, non si potrà nemmeno
ricevere la Comunione. Si invitano i fedeli a vivere la “COMUNIONE
SPIRITUALE” ossia a guardare una Messa in tv e, al momento della Comunione, a
unirsi spiritualmente immaginando di ricevere il Signore nella propria vita.

La Messa in tv è valida?
Il precetto festivo (l’obbligo di andare a Messa ogni domenica) in questo periodo
è sospeso. Assistere alla Messa in tv non è la stessa cosa che partecipare
personalmente. Tuttavia, non potendo fare altrimenti, è consigliato di guardare
una Messa in tv e provare a “partecipare” a distanza.
Possiamo seguire le Messe in tv:
Su TV 2000 (canale 28): LE MESSE DI PAPA FRANCESCO
Giovedì 9:         ore 18     Messa in “Coena Domini”
Venerdì 10:        ore 18     Funzione della Passione
                   ore 21     Via Crucis (in piazza San Pietro)
Sabato 11:         ore 21     Veglia Pasquale
Domenica 12:       ore 11     Messa di Pasqua e Benedizione Urbi et Orbi

Ogni giorno il Papa celebra la Messa alle 7 in diretta da Casa Santa Marta.

Su DI.TV (canali 90 e 210): LE MESSE DEL VESCOVO MARIO

Giovedì 9:         ore 19     Messa in “Coena Domini”
Venerdì 10:        ore 19     Funzione della Passione
Sabato 11:         ore 20.30 Veglia Pasquale
Domenica 12:       ore 11     Messa di Pasqua e Benedizione Urbi et Orbi

        OGNI SERA ALLE ORE 19 SANTO ROSARIO
      DALLA CATTEDRALE DI FAENZA DAVANTI ALLA
               MADONNA DELLE GRAZIE
              E’ possibile assistere sul canale 210 del digitale e
               sul canale YouTube “Sinodo dei giovani Faenza”

    Il Rosario andrà in onda ogni sera (ad eccezione delle sere del
     triduo pasquale 9,10,11 aprile) fino alla domenica 10 maggio
                  (festa della Madonna delle Grazie).

   Vorrei che nella nostra preghiera di questi giorni fossero
    presenti tutti i malati di coronavirus della nostra città
    (purtroppo ce ne sono vari anche nella nostra comunità)
 soprattutto i bambini. Vorrei che ricordassimo anche tutti i
   defunti a causa di questo virus, in particolare i faentini
                        (fra cui un parrocchiano).
SABATO 4 APRILE IL VESCOVO HA RINNOVATO IL
     VOTO DELLA CITTA’ E DELLA DIOCESI ALLA
                    MADONNA DELLE GRAZIE
Don Francesco, che cos’è questo “voto” alla Madonna delle Grazie?
Il voto alla Beata Vergine delle Grazie avvenne in seguito al tremendo terremoto
che colpì la nostra città nel 1781 (la prima grande scossa fu il 4 aprile). Le
autorità comunali, in una seduta consiliare ufficiale, votarono la città alla Beata
Vergine delle Grazie che fin dal 1412 era venerata dai faentini. Il voto fu poi
rinnovato ogni anno, e da più di 200 anni, il 4 aprile, si celebra una Messa in
Cattedrale nel ricordo di quel voto.

E quest’anno il ricordo diventa ancora più importante?
Certamente. Il Vescovo Mario, nella celebrazione di sabato, non solo ha ricordato
il voto originario, ma lo ha rinnovato chiedendo alla nostra Madonna delle Grazie
di proteggere la città e la Diocesi soprattutto in questo momento drammatico.

Cosa comporta per noi fedeli questo voto?
Ovviamente perché una città e una Diocesi siano “votate” alla Madonna, non basta
che il Vescovo pronunci una preghiera davanti alla sua immagine. Occorre che
tutti, sacerdoti e fedeli di questa Diocesi, “votiamo” la nostra vita a Maria;
occorre cioè mettersi dentro il suo manto per chiedere aiuto e protezione.
Potremmo dire, con parole semplici, che dovremmo impegnarci tutti a pregare e
soprattutto, a imitare la Vergine Maria. Mi piace ricordare una frase del mio
vecchio parroco che diceva: “La Madonna va pregata, ma ancora di più va imitata”.
Il voto sarà “efficace” se tutti faremo la nostra parte in questo senso.

Cosa ha chiesto il Vescovo nella preghiera?
La fine della pandemia e di tutte le malattie, la guarigione dei malati, la
consolazione per le famiglie in difficoltà, la benedizione per i medici e gli
operatori sanitari, il riposo eterno per i defunti. Inoltre ha chiesto la grazia di
conservare la fede credendo che solo nel Signore è possibile la salvezza. E’ stata
l’occasione per consacrare la nostra Diocesi al Cuore Immacolato di Maria e per
dirle, ancora una volta, che abbiamo urgente bisogno di Lei e della sua
intercessione presso il Signore.

Tanta gente in questi giorni sta seguendo il Rosario che ogni sera viene
recitato dalla Cattedrale. Si sta riscoprendo la devozione alla Madonna delle
Grazie?
La nostra città è sempre stata devota alla sua Patrona; tuttavia è normale che
nei momenti di maggiore necessità ci sia una devozione più manifesta. Banalmente
potremmo dire che succede la stessa cosa ai bambini: quand’è che un bambino
corre spedito nelle braccia della mamma? Quando si è fatto male o quando sente
di aver bisogno di aiuto.

Alla Messa di sabato ha partecipato anche il Sindaco di Faenza. Che
significato ha avuto la sua presenza?
Abbiamo invitato il Sindaco che ha accettato l’invito proprio per far capire che
stiamo pregando per tutta la città e per tutta la Diocesi; per coloro che credono
e vanno in chiesa, ma anche per coloro che non credono o sono indifferenti ad una
vita di fede. La nostra preghiera, in sintonia con Papa Francesco, vuole essere
universale.

La nostra Diocesi è piena di immagini mariane e di titoli legati alla Madonna.
A volte non si rischia un pò di “competizione”?
La Madonna è una. In qualunque modo la si chiami, si tratta sempre della Vergine
Maria, Madre del Signore e Madre di tutti noi; pregare la Madonna delle Grazie
significa pregare anche la Madonna della consolazione, Madonna di Lourdes, la
Madonna della salute, la Madonna Bianca, la Madonna dei 7 dolori, la Madonna del
Bosco, ecc.. Ogni titolo ci ricorda una particolare azione o un particolare episodio
di Maria, ma l’intenzione deve essere sempre la stessa: fidarci di Lei e ascoltare
le parole che disse ai servi di Cana “qualsiasi cosa vi dica, fatela”.

Che cos’è la Confraternita della Madonna delle Grazie, di cui sei Rettore?
E’ un gruppo di persone che da quasi 600 anni (festeggeremo questo anniversario
nel 2021) è impegnato a pregare la Madonna delle Grazie e a diffondere il suo
culto. Per farne parte non occorrono requisiti particolari, solamente la voglia di
pregare Maria e di invitare altri ad imitarla e amarla.

                                                 BEATA VERGINE
                                                 DELLE GRAZIE …

                                                 PREGA PER NOI!
ALCUNI SUGGERIMENTI …
Rinnovo i suggerimenti che avevo scritto nella lettera di metà marzo per provare
a vivere meglio questi giorni di “quarantena”.

   - CARO GESU’: vi invito a scrivere una lettera a Gesù dicendogli ciò che
      avete nel cuore e chiedendogli ciò che volete. Molti l’hanno fatto e le loro
      lettere sono sull’Altare della cappellina dove quotidianamente celebro
      l’Eucarestia. Anche se non siete abituati a scrivere provate. Vedrete che
      ci farà bene! Potete lasciare la lettera nella buchetta della posta della
      canonica, oppure mandarmela per mail (ceccoca@libero.it) o per WhatsApp
      (3200342623).

   - GRUPPO WHATSAPP “PARROCCHIA VS CORONAVIRUS”: E’ il gruppo
      di WhatsApp della parrocchia (per ora siamo 131 partecipanti). Ogni giorno
      mando nel gruppo il Vangelo, una piccola riflessione e un’intenzione di
      preghiera. E’ un modo per “fare gruppo” a distanza. Se volete far parte di
      questo gruppo, mandatemi un messaggio (3200342623).

   - “TELEFONO AMICO”: invito le persone che si sentono più sole a dirmi
      (senza paura di disturbare), tramite qualche amico o parente oppure
      telefonando in parrocchia (0546 30263) o al cellulare (3200342623) se
      hanno piacere di ricevere una telefonata una volta ogni tanto (o io
      personalmente o qualche giovane, vi chiameremo e vi faremo sentire la
      nostra vicinanza). Con vari lo stiamo facendo e aiuta tantissimo!

   - AIUTO ALLE PERSONE ANZIANE E MALATE: come già detto, se sapete
      di qualcuno che possa avere un reale bisogno di qualunque tipo (andare a
      fare la spesa, comprare le medicine, ecc…) ditemelo e come Caritas
      parrocchiale proveremo ad aiutarlo. Abbiamo a disposizione anche alcuni
      viveri del banco alimentare: se qualcuno avesse necessità me lo dica senza
      problemi.

La Carità non può fermarsi e tutti nel nostro piccolo siamo chiamati a fare
qualcosa. Non sprechiamo questo tempo e diamoci da fare per uscire tutti
da questa storia come persone rinnovate dall’amore che Dio mette
continuamente nelle nostre vite. BUONA PASQUA A TUTTI VOI

                                                                Il vostro parroco
                                                                  Don Francesco
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