STORIA DI FRATELLI: VISTA DALL'ALTRA PARTE - Familiari ...

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Il Giornalino dei Dodici Passi – Marzo/Aprile 2017

                    STORIA DI FRATELLI:
                  VISTA DALL’ALTRA PARTE

      Ho un fratello più giovane di me di 18 mesi. Quando giungemmo ai
20 anni la sua vita prese una svolta. Era dalle scuole superiori che
assumeva alcol e droghe e fu quindi colpito da una malattia mentale che lo
rese paranoico e deluso, socialmente fobico e sempre in collera. Si
allontanò dal College e ritornò a casa.           Mia madre lo aiutava
emotivamente e finanziariamente. Ella diceva che il figlio era un artista e
stava lavorando alla sua musica. Mio fratello si isolava e prendeva
droghe. Ad un certo punto un amico venne da mia madre e disse che c’era
qualcosa che andava veramente male con mio fratello e che aveva bisogno
di aiuto; ma non lo cercò mai. Mio fratello continuava ad agire in modo
bizzarro, indossava occhiali scuri tutto il giorno, parlava a monosillabi,
usciva di casa mezzo vestito. Aveva i capelli sulle spalle, parlava senza
fine di astrologia, fumava droga e beveva alcol. Andò avanti in tal modo
finché fu preso dalla polizia in una notte molto spaventosa e finì chiuso
nella guardia psichiatrica del nostro ospedale locale. Gli feci visita, vidi
in che stato era ridotto.

       A questo punto qualcosa cambiò in me. Era come se avessi dentro
questa voce ripetuta che si insinuava nel mio corpo dicendo: “Devi
salvarlo, nessun altro potrà”. Quando lasciai l'ospedale mi rivolsi ai
programmi di una clinica psicologica ed entro pochi mesi iniziai la scuola,
incentrando i miei studi sulle malattie mentali e sulla tossicodipendenza.
Dedicai tutte le mie energie per aiutare mio fratello; studiai la sua
malattia, scrissi sulle teorie a riguardo della sua sintomatologia, ricercai le
più recenti modalità di trattamento, lessi la storia sulle dipendenze e sulle
psicosi nelle varie modalità e prospettive. Cercai nuovi farmaci. Chiamai
dottori, terapisti e infermieri implorandoli di aiutarlo. Gli feci visita, gli
feci domande, gli dissi quello che doveva fare, quale terapista vedere,
quali medicine prendere. Presi per lui appuntamenti e ve lo portai.
Scrissi miei dissertazioni sulle psicosi e feci un documentario sulle
persone sconvolte da malattia mentale, droghe e alcol. Divenni una
clinica psicologa. Aiutai i miei genitori, li ascoltai e dissi loro quello che
stava facendo mio fratello, di che cosa aveva bisogno, che cosa gli stava
accadendo. Lo difesi nei confronti di mio padre ed incoraggiai mia
mamma nel vederlo così come era in realtà. La maggior parte delle mie
conversazioni che avevo mai avuto con i miei genitori erano su mio
fratello. Ero il portavoce di mio fratello. Spiegai a cugini e zie e amici
dove egli era. Ascoltai improbabili consigli quali: “egli abbisogna
soltanto di seguire un corso” oppure “diventare un insegnante di musica”,
o anche “trovare una fidanzata”. Gli scovai i migliori terapisti, psichiatri
e trattamenti aggiornati. Andai a seminari e conferenze su malattia
mentale e tossicodipendenza, cercai sui notiziari e pagai iscrizioni ad
associazioni per trincerarmi in quel mondo.      Scoprii erbe e vitamine,
integratori che avrebbero sistemato il suo cervello facendolo star meglio.
E per tutto questo tempo egli andava peggio.

       In questo periodo ero depressa e ansiosa. Ero in collera con il
mondo, coi genitori, col sistema sanitario e molto stanca. Ero sfinita.
Qualche cosa dentro di me si induriva contro il mondo, con una scorza di
rabbia e cinismo che mi tutelava verso il dolore di tutto questo. Avevo
una buona terapista con la quale discutevo senza fine su mio fratello. Ella
mi diceva che questo ero il suo percorso e che io non potevo salvarlo ed io
dissi: “Ma allora nessuno può; questo è dovere mio”. Stavo molto in ansia
e cominciai ad avere attacchi di panico. Alla fine, quando ero in cinta per
la prima volta, qualcosa in me si ruppe. Mi era rimasta molta poca energia
per lui e mi tirai indietro. Stava diventando ancor più malato e mia madre
allora cominciò a vedere quanto realmente egli lo fosse; stava uccidendo
se stesso. I miei genitori ed io iniziammo a parlare della situazione e
programmammo un intervento. Uno specialista venne a casa di mia madre
una fredda mattina di gennaio e noi dicemmo a mio fratello che aveva
bisogno di una terapia oppure avrebbe perduto il nostro aiuto. Poi questo
specialista si rivolse a me e mi disse di andare ad una riunione di F A.

      Questo per me cambiò ogni cosa.

       Quando ero giovane, sognavo di essere battezzata da donne in un
fiume. Una mi sosteneva mentre mi rovesciava la testa indietro nel fiume
che stavamo guadando. Quando riemersi mi disse in un orecchio: “Andrà
tutto bene”. La mia prima riunione F A fu la manifestazione di questo
sogno. La mattina di quel giorno lasciai i bambini a scuola, poi andai a
ginnastica per fare una sauna, al fine di alleggerire il mio dolore per quel
giorno. Il mio corpo era quasi del tutto malato in quel tempo con un
doloroso e sconosciuto disordine; mi faceva male da per tutto, un dolore
profondo nei muscoli e nelle ossa. Sono stato da diversi medici, senza
sollievo. Quando mi sentii pronta trovai infine la mia strada verso il
seminterrato della chiesa locale dove mi era stato detto si tenevano
riunioni F A.      Arrivai sul tardi, molto esitante, e prima che potessi
chiedere se lì ci fosse una riunione FA, qualcuno si alzò e disse: “Sei nel
posto giusto”. Mi sedetti e mi sentii in pace. Le persone stavano già
condividendo, a turno, intorno al tavolo. Ascoltavo le loro storie, ma
prima che la terza o quarta persona parlasse, cominciai a piangere. Fu
uno scoppio incontrollabile che mi mozzò il respiro. Singhiozzai a lungo.
Le mie lacrime interruppero l’uomo che stava parlando ed il gruppo si
voltò verso di me. La donna che mi sedeva di fronte si piegò verso di me:
“ Questo è un luogo di salvezza”, mi disse. La donna che mi sedeva vicino
si avvicinò: “Lasciale scorrere”, disse e mi carezzò le spalle. “Andrà tutto
bene” disse. Mi fu spinta davanti la scatola dei fazzolettini e per la fine
della riunione l’avevo vuotata.

      Ritornai in quel gruppo. Il gruppo mi ascoltò e mi insegnò,
attraverso le testimonianze delle storie di ognuno. I suoi componenti mi
accettarono incondizionatamente. Non avevano bisogno dei dettagli della
mia storia. Ero io che mi affidavo a loro, ne avevo io bisogno. Era come
una nuova famiglia. Sebbene sia una minoranza nel gruppo non importava
che fossi sorella di un tossicodipendente, né un genitore né un compagno.
Sono qualcuno che comprende profondamente la co-dipendenza; sono
persona ferita che sta cercando di guarire.

      Ed oggi sono un membro F A da due anni esatti. Quello che è stato
più importante per me è stato trovare un luogo dove le persone
comprendono: capiscono veramente la dolorosa esperienza di cercare di
allontanare le braccia per salvare qualcuno che hai finora continuato ad
accudire, quando in realtà dovevi soltanto lasciarlo andare. Queste
persone, questi anonimi membri di familiari, sono diversi dai miei amici, i
quali possono anche avere le migliori intenzioni ma non possono capire il
crescendo delle emozioni che sorgono quando si vede qualcuno che
lentamente si uccide e sapendo che non puoi salvarlo.

      Entrare attraverso quella porta è stato per me il momento più
importante. Col passare del tempo ho compreso di riconoscere il gruppo
come mio Potere Superiore. Il gruppo, quale somma dei suoi componenti,
è divenuto esso stesso una entità spirituale che porto sempre in me e nella
quale credo. Per questo sono grata.

Brooke L.

                               °      °     °     °

L’amicizia nasce nel momento in cui una persona dice ad un’altra:
“Come? Anche tu? Credevo di essere l’unico”.
CS Lewis
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Il Giornalino dei Dodici Passi – Marzo/Aprile 2017

ATTENZIONE . NUOVO TESTO DI LETTERATURA

      Il Comitato di Letteratura F A sta lavorando ad un nuovo testo
con oggetto il lutto. Crediamo vi sia bisogno di un aiuto ed una
guida in questa aera e stiamo cercando idee dai membri.

       Se tu o qualcuno nel tuo gruppo ha avuto esperienza della
perdita di una persona cara a causa di abuso di sostanze o di problemi
correlati, ti invitiamo a condividere la tua esperienza con noi e di
come F A ti ha aiutato a far fronte a ciò ed a guarire. Saremmo lieti
di conoscere come gli strumenti di F A sono o sono stati i migliori
aiuti, e come stai adesso. Tutti gli scritti che ci sottoporrete sono
benvenuti e potrebbero essere inclusi nella nostra nuova
pubblicazione, se perverranno entro il 31 Agosto 2017.

      Fatene invio a Silvia S. a sylvias@familiesanonymous.org
oppure all’indirizzo 7388 A Chapman Pl., Goleta           CA 93117
indicando per il contatto: nome di battesimo e iniziali del cognome,
numero di telefono, indirizzo email. Tutte le esperienze scelte per la
pubblicazione saranno indicate con il nome di battesimo e le iniziali
del cognome dell’autore, oppure saranno indicate come “anonimo” se
l’autore desidera.

Grazie

Il Giornalino dei Dodici Passi – Marzo/Aprile 2017

                 ULTERIORE SOTTOLINEATURA
                  PRATICARE IL VERO AMORE

Praticare il vero amore su di noi è difficile! Siamo soliti pensare che
il vero amore sia per chi abusa di sostanze, ma è necessario e utile
anche per noi, per proteggerci!

Guidati da un amore familiare forte, noi inconsciamente prendiamo
decisioni avventate che permettono ai nostri dipendenti da sostanze
di proseguire nella loro malattia, invece di aiutarli veramente nel
recupero.

Questo genere di decisioni sono descritte in questo nuovo segnalibro.
Sono anche raccolti i dodici punti tratti da “Alternativa alla
Connivenza” che possono essere un modo per rammentare giorno per
giorno come continuare a praticare il vero amore in modo
consistente.

Questo segnalibro è di valore inestimabile, ma per te il costo è di soli
$ 0.25.

Ordinalo oggi stesso a WSO:
“Praticare il vero amore” (# 2017)

Inoltre apparirà presto in catalogo una versione aggiornata di
ALTERNATIVA ALLA CONNIVENZA (# 1005) con nuove
informazioni che riguardano tutti i membri della famiglia.
State all’erta!.
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Il Giornalino dei Dodici Passi – Marzo/Aprile 2017

                   LA FORZA DELL’AMICIZIA
Tu, seduto in circolo nella stanza, puoi non saperlo, ma Ti considero         mio
amico.

Tu, seduto dietro di me o al mio fianco, puoi non rendertene conto, ma Ti
considero mio amico.

Tu, che rispondi alle mie chiamate nel profondo della notte, Tu che hai la
pazienza di ascoltare la mia storia tutte le volte, Ti considero mio amico.

Quando sono in una plaga di disperazione e depressione, sentendomi pieno di
vergogna e risentito, imbarazzato e depresso, cerco e trovo il potere
dell'amicizia. Primo di uno, poi di molti.

Venni per trovare una risposta e trovai molto di più. Saggezza, compassione ed
amicizia.

Possiamo non incontrarci per il caffè, non fare programmi per un cinema, o non
chiacchierare del tempo, ma Ti considero mio amico.

Tu condividi il mio mondo che altri non comprendono. Io condivido il tuo in
tutti i modi che tu conosci. Penso a te, piango con te, spero per te e mi rallegro
per te. Perché? Perché ti considero mio amico.

Oggi mi rallegrerò per il dono dell’amicizia che ho trovato in Familiari
Anonimi.

FA – Fertile Amicizia

Marci / Gr 1318

                           °      °      °     °      °

IL MOMENTO GIUSTO PER FREQUENTARE UNA RIUNIONE E’
QUANDO MENO HAI VOGLIA DI ANDARCI.
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Il Giornalino dei Dodici Passi – Marzo/Aprile 2017

                LA FAVOLA DELLA FRAGOLA

      Questo è una storia di una donna che corre nella jungla per
sfuggire alle tigri. Ella corre e corre e corre e ad un certo punto
arriva sull’orlo di un precipizio. Guarda oltre l’orlo e vede alcuni
rampicanti, e così inizia a discendere tenendosi ad essi. A mezza via
si accorge che vi sono tigri anche sul terreno sotto di sé. Non
volendo andare né su né giù si afferra strettamente ma poi vede che
un topolino sta rosicchiando il rampicante al quale si è afferrata.
Nel mezzo di tutto questo ella nota un bellissimo grappolo di fragole
cresciuto in una macchia d’erba nel dirupo, vicino a dove è appesa.
Guarda in su, guarda in giù, guarda il topo, alla fine si allunga e
coglie una fragola, la mette in bocca e se la gusta.

      Le tigri sotto e sopra rappresentano il passato ed il futuro, ed il
topo è il tempo. Se la nostra attenzione è centrata su queste cose non
avremo mai pace. Smettiamo di perdere tempo pensando a che cosa
la nostra vita era solita essere o di come potrebbe essere – perché ciò
ci manterrà bloccati. Sporgiamoci ad afferrare il momento.

      Nessuno può darci la felicità. Nessuno può renderci felici. Gli
altri possono aggiungersi alla nostra felicità ma soltanto noi
possiamo trovarla per noi stessi. Cominciamo a lavorare i passi –
essi ci condurranno ad un grappolo di fragole.

Ristampa del Gennaio/Febbraio 2011
°     °     °     °

“Non esiste la felicità. Soltanto momenti felici”

Questo pensiero mi trattiene dal desiderare la felicità perfetta, che
non è raggiungibile. Vi sono momenti in cui mi concentro su una
relazione tormentata fino ad escludere ogni altro pensiero. Ma dopo
un po’ vedo la futilità di questa posizione mentale e mi rendo conto
che sto trascurando le cose belle che la vita ha da offrire.

Judith

Ristampa del Gennaio/Febbraio 2011

  UN NUOVO VOLTO PER SU UNA VECCHIA IDEA

“Dimentichiamo il passato” come dice il vecchio adagio. E’ un buon
suggerimento. Portarsi appresso rancori e dispiaceri può aggiungere
ansia non necessaria alle nostre vite. Perché non lasci andare e
trasformi il tuo passato in begonia? (Gioco di parole tra bygones
(passato) e begonia (begonia).

Per ogni rancore e rimpianto che lasci andare, pianta una begonia.
Darà alla tua salute una scossa positiva ed al tuo giardino un
abbellimento
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             Il Giornalino dei Dodici Passi – Marzo/Aprile 2017

                    Da OGGI UNA VIA MIGLIORE

                                                                     18 Marzo

                              PARAGONI
La figlia del mio vicino è un dottore.; un altro amico di mio figlio è alla
facoltà di legge. Ma io non mi vanto dei miei due figli, per quella che, in
questo momento, appare ai miei occhi come la scelta di sprecare le loro
vite.
Molti di noi in Familiari Anonimi si ammantano scioccamente di vergogna
perché i loro familiari non eccellono. Ci permettiamo di sentirci dei
completi fallimenti come genitori, perché i nostri figli non rispecchiano
l’immagine che avevamo proiettato, quando erano bambini. Quanto siamo
stupidi a vederla così ! Quanta presunzione nel pensare che tutto dipenda
da noi !
I nostri figli effettuano le loro scelte. Molti di noi hanno fatto del loro
meglio come genitori in base alle conoscenze e alle capacità che
possedevamo. Tutto quello che possiamo fare ora è tirarci indietro, amare i
nostri figli dando loro lo spazio per crescere, poi vivere noi le nostre vite
pienamente.

Oggi voglio essere lieto per i successi degli altri, rifiutando di assumermi
delle colpe o di fare paragoni.

                         °      °     °     °

OGNI COSA ANDRA BENE NON SIGNIFICA CHE OGNI COSA
RIMARRA' TALE.
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Il Giornalino dei Dodici Passi – Marzo/Aprile 2017

        LETTERA APERTA ALLA MIA FAMIGLIA
Sono un tossicodipendente. Ho bisogno di aiuto.

Non risolvete i miei problemi per me. Ciò mi fa solo perdere il rispetto per voi
– e per me stesso.

Non fatemi prediche, non rimproveratemi, non fatemi la morale, non
biasimatemi e non disputate con me, sia che io sia “fatto” o che sia sobrio. Ciò
potrà farvi sentire meglio, ma peggiorerà soltanto la situazione.

Non accettate le mie promesse. La natura della mia malattia mi impedisce di
mantenerle, anche se ero ben intenzionato nel momento in cui le ho fatte. Le
promesse sono soltanto il mio modo di posticipare il dolore. E non continuate a
cambiare gli accordi presi; se un accordo è raggiunto, attenetevi strettamente a
quello.

Non perdete le staffe con me. Ciò distruggerà voi e qualsiasi possibilità di
aiutarmi. Non permettete che la vostra ansia per me vi faccia fare ciò che dovrei
fare io per me stesso.

Non credete a tutto quello che vi dico. Spesso non conosco neppure la verità –
lasciate che essa si riveli da sé.

Non proteggetemi e non cercate di risparmiarmi dalle conseguenze del mio
abuso. Ciò potrà ridurre la crisi, ma renderà peggiore la mia malattia.

Soprattutto, non rifuggite dalla realtà come faccio io. La dipendenza dalle
droghe, la mia malattia, diventa peggiore continuando ad usare.

Iniziate ora a imparare, a capire, a progettare il recupero. Cercate Familiari
Anonimi, i cui Gruppi esistono per aiutare proprio i familiari nella vostra
situazione.
Ho bisogno di aiuto – da una medico, uno psicologo, un consigliere, da
qualcuno che è ora in un programma di auto-aiuto dove è approdato anch’egli
per un problema di droga – e da un Potere più grande di me.
                                     Il vostro “tossicodipendente ”.

                      COMMENTO E RIFLESSIONI

      Sei consapevole, sebbene sia urtante e preoccupante, che vi è un modo
per guadagnare comprensione su ciò che il tuo amato dipendente sta pensando e
potrebbe dirti – ma non vuole? Questa conoscenza potrebbe provvedere a dare
alcune indicazioni per aiutarti nella relazione con il tuo caro, in modo più
soddisfacente.

       Se decidi che questa lettera – scritta dal punto di vista del
tossicodipendente – potrebbe fornire alcune risposte per te su questa questione
e su altre che potresti avere, allora questa piccolo testo è per te! Qui vi è una
opportunità per studiare come costruire una lettera per una migliore e più sana
relazione con il tuo caro tossicodipendente.

    Questa “lettera” di una pagina ti fornirà le indicazioni di “non fare”, come
viste dal tuo dipendente, il quale certamente le conosce per il meglio, ma che
ancora non è chiaro per te! Qui sotto vi sono alcuni esempi di cose da evitare:
    - Non rimproverare
    - Non credere alle sue promesse
    - Non credere a nulla di quel che ti racconta
    - Non perdere il tuo carattere

    E quindi hai qui l’opportunità di afferrare ciò di cui il tuo caro malato ha
veramente necessità. E, perfino più importante, questa informazione ti darà una
migliore comprensione di quale sia o non sia il tuo ruolo rispetto alla vita del
tuo caro. Se non altro questa pubblicazione può aprirti gli occhi su una diversa
e più utile prospettiva in questo tratto infelice della tua vita.

   E così considera veramente di ordinare una copia di “Lettera aperta alla mia
Famiglia” (# 2007) a $ 0.20 , e comincia il tuo viaggio di cambiamento – per
amor di te stesso ed a vantaggio del tuo dipendente.

                           °     °      °      °

  Talvolta ci attendiamo di più dagli altri perché vorremmo essere
                 disposti a fare questo di più per loro.

                           °     °      °      °

La pace interiore comincia nel momento in cui scegli di non
permettere ad un’altra persona o ad un avvenimento di prendere
il controllo delle tue emozioni.
Pema Chodron.
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Il Giornalino dei Dodici Passi – Marzo/Aprile 2017

        QUANDO SEI PRONTO A LAVORARLO…

      Hai fatto già un passo importante nel giovare a te stesso
frequentando una riunione FA.       Qui comincerai a capire di non
essere solo. Presto sarai in grado di elaborare il tuo programma per
raggiungere la meta della serenità come realtà. La fratellanza ed il
programma di F A ti offre molti strumenti per aiutarti nel recupero.
Qui ci sono alcuni modi per avvicinarti di più alla tua serenità.

      Frequenta le tue riunioni F A. Leggi ed ascolta le letture
fondamentali. Impara dagli argomenti e dalle esperienze dei tuoi
amici. Condividi i tuoi pensieri e senti la compassione e l’empatia
della fratellanza. Tra una riunione e l’altra chiama altri membri per
aiuto e supporto.

      Leggi tutti i giorni “Oggi Una Via Migliore” come parte del tuo
personale investimento per la tua salute emotiva. Inoltre, nei
momenti di tensione, molti di noi si “tuffano nel libro rosso” quale
modo per calmarsi. Leggere una a più pagine costituisce un modo
per rinforzare una prospettiva più salutare mentre abbiamo a che fare
con il nostro amato dipendente.

      Scegli uno sponsor. Potrai presto identificare nel gruppo
qualcuno con il quale senti di poterti relazionare; qualcuno che
proietta un senso di serenità. L’opuscolo “Familiari Anonimi e la
Sponsorizzazione” può offrirti suggerimenti su come scegliere ed
interagire con uno sponsor in un modo che sia estremamente
confortevole per entrambi.

      Lavora i passi. Con la guida del tuo sponsor puoi iniziare il
vero lavoro di migliorare te stesso. Il “Libro di Lavoro dei Dodici
Passi” di F A può aiutarti a trovare le risposte ed offre suggerimenti
sui modi in cui avviare il lavoro sui passi.

    Il programma funziona se lo lavori. E DUNQUE LAVORALO.
NE VALE LA PENA.
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Il Giornalino dei Dodici Passi – Marzo/Aprile 2017

Dal libro OGGI UNA VIA MIGLIORE

                                                                    31 Dicembre

                  AVERE UNA DESTINAZIONE
Hai mai avuto la fastidiosa sensazione di perderti nella strada del ritorno ?
Ogni buca sembra un abisso. Ogni curva nella strada sembra il rifugio di
pericoli inimmaginabili. Un miglio sembra lungo cinque, e dieci minuti
sembrano durare ore.
Eppure non appena riconosci la strada già percorsa, tutto sembra diverso.
Le grandi rocce sembrano ciottoli, le ombre non nascondono più i pericoli e
riesci a tornare indietro nella metà del tempo che hai impiegato per andare,
e la strada sembra tutta in discesa.
La mia esperienza nel recupero è stata così. Mentre seguivo mio figlio
lungo la strada sconosciuta della dipendenza, non ne conoscevo le
conseguenze ed ero incapace di trovare la mia strada verso una
destinazione sicura. In quelle circostanze, la vita era spaventosa e piena di
pericoli.
Quando iniziai a percorrere la mia strada con Familiari Anonimi, trovai una
mappa già sperimentata e sincera, i Dodici Passi, e molte guide fidate nel
gruppo che erano passate in quel territorio prima di me. Smettendo di
provare a percorrere da solo le spaventose strade di ritorno, ho potuto
rilassarmi e confidare che il mio Potere Superiore potesse prepararmi una
strada che mi portasse proprio dove avevo bisogno di andare.
Una volta impegnati nel processo del recupero, indipendentemente dalle
scelte del nostro parente dipendente, la nostra strada ci porterà alla serenità
e alla sanità mentale.

Oggi voglio mantenermi sulla “autostrada” del recupero, affidandomi al
mio Potere Superiore, ai Dodici Passi e al mio gruppo di FA in modo che
mi possano guidare a casa senza pericoli

                          °     °      °      °

Le cose non cambiano, noi sì.
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