Storia del pensiero linguistco 2020-2021 unità n. 5 - Prof. Stefano Gensini (email: ) - Facoltà di ...

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Storia del pensiero linguistco 2020-2021 unità n. 5 - Prof. Stefano Gensini (email: ) - Facoltà di ...
Storia del pensiero linguistco
2020-2021 unità n. 5
Prof. Stefano Gensini (email: stefano.gensini@uniroma1.it)
Il ruolo di Saussure e la «vulgata»

 Importanza internazionale del     Il Saussure che si diffonde nella
  Cours de linguistique générale     cultura europea (Scuola di Praga,
  (1916, 2nda ed. 1922) e suoi       Scuola di Copenhagen, altri
  caratteri editoriali.              paesi) è dunque un S. viziato da
                                     equivoci teorici.
 Ch. Bally, A. Sechehaye e la
  manipolazione dei materiali       Arbitrarietà / langue~parole e
  saussuriani.                       sincronia~diacronia sono i punti
                                     critici sui quali si apre il dibattito
 Il testo è un montaggio di
  elementi che non rispecchia su    Solo con il lavoro critico degli anni
  punti importanti né l’ordine       ‘50-’60 si ha un recupero di
  concettuale del Corso né           Saussure par-lui-même.
  l’interpetazione originaria.
Opere-chiave della rilettura di Saussure
negli anni ‘50-’60

           A dx:
           L’edizione
           critica di
           Rudolf Engler
           (1968-)
           confronta il
           testo edito
           con gli appunti
           degli allievi di
           S.
Langue vs. Parole: la vulgata privilegia
gli aspetti sociali e sistemici
 CLG 30-32   Come bisogna
CLG 38-9

           A sx Robert Godel
           (1902-1984). La sua
           tesi di dottorato
           Sources
           manuscrites du
           «Cours de
           linguistique
           générale» (1957)
           apre la via alla
           filologia
           saussuriana. Rudolf
           Engler (1930-2003)
           con la sua ed.
           critica (1967-74;
           1989-90) consente
           un preciso
           confronto delle
           fonti su cui è
           basata l’edizione
           1916.
L’arbitrarietà del segno: una folla di
                   equivoci. CLG 99-100

Questo disegno è
apocrifo

                                       È solo un esempio di prima approssimazione.
Sincronia vs. Diacronia: due dimensioni
         incommensurabili? CLG 116-19

L’opposizione viene recepita come «oggettuale»; è invece una opposizione
metodologica, richiesta dalla legge del ‘valore’. S. non rifiuta affatto l’idea del
carattere sempre storico e mutevole delle lingue.
Un’immagine non corrispondente alla
realtà, ma fortemente influente
 L’arbitrarietà intesa come
  «convenzionalità» del rapporto
  s.te/s.to anziché come centrata
  sul modo di organizzazione del
  significante e del significato:
  modalità entrambe «arbitrarie» di
  ritagliamento della sostanza
  fonico-acustica e concettuale.
 L’equivoco persiste tuttora nella
  linguistica nordamericana, che
  ignora il concetto «radicale» di
  arbitrarietà.

                                      Il passo-chiave: CLG 156
Due criticità gravide di conseguenze

 La distinzione langue / parole        La distinzione sincronia/diacronia
  viene intesa come svalutativa          viene intesa come rigida,
  della dimensione individuale della     intollerante di mediazioni. A essa
  prassi linguistica.                    si contrappone il principio (ovvio,
                                         peraltro, per S.) che la lingua sia
 Si diffonde l’idea che la langue       in ogni istante «storica».
  sia un sistema rigido «où tout se
  tient» sottratto alla dimensione      Vi è dunque l’idea di una sorta di
  storica.                               «platonismo» linguistico
                                         saussuriano, che
 Paradosso della frase finale del       rappresenterebbe una frattura
  CLG (aprocrifa); la lingua             rispetto allo storicismo tradizionale
  considerata «in se stessa e per se     (neogrammatico ma anche
  stessa».                               idealistico).
Linguistica interna e linguistica esterna

 La distinzione si affaccia alla fine
  dell’800 (Brunot, Gabelentz) e
  trova una sua codificazione nel
  CLG.
 Tuttavia la «vulgata» focalizza
  l’attenzione sulla sola dimensione
  interna, contribuendo così
  all’immagine di un S. poco
  interessato alla dimensione            L’approccio «interno» è
  storica.                               corroborato dalla metafora della
 Ma Saussure era effettivamente         lingua come partita a scacchi, in
  intenzionato a «isolare» la lingua     cui il valore di un’entità dipende
  dal suo contesto «esterno»?            solo dai suoi rapporti oppositivi
                                         con tutte le altre entità.
Qualche titolo da ricordare

 Ferdinand Brunot (m. 1938), Histoire de la langue française, 1903-1938
 Antoine Meillet (m. 1936), Aperçu d'une histoire de la langue grecque, 1913
 Idem,        Esquisse d'une histoire de la langue latine, 1928
 Bruno Migliorini (m. 1975), « Storia della lingua e storia della cultura », 1932,
  poi in id. Lingua e cultura (1948)
 Giacomo Devoto (m. 1974), Storia della lingua di Roma, 1940
 Idem,      I fondamenti della storia linguistica, 1950
 Idem,        Profilo di storia linguistica italiana, 1953 (2nda ed. 1964)
 Bruno Migliorini (m. 1975), Storia della lingua italiana, 1960
 Tullio De Mauro (m. 2017), Storia linguistica dell’Italia unita, 1963
La «storia della lingua» ripropone il
dilemma esterno/interno
 Gabelentz (1891):                         Meillet (1913):
 «La storia esterna di una lingua è
  la storia della sua estensione nel
  tempo e nello spazio, delle sue
  ramificazioni e possibili
  mescolanze (Genealogia). La
  storia interna racconta e cerca di
  chiarire in che modo la lingua si è
  trasformata dal punto di vista
  sostanziale e formale».

Cfr. A Varvaro, «Storia della lingua: passato e prospettive di una categoria
controversa» (1972-73) ora in Id., La parola nel tempo ecc., Bo, Il Mulino 1984.
La prima recensione italiana al CLG:
B. A. Terracini (Boll. Filol. Class. XXV, 1919,
genn-febb.)
Un evento: Saussure letto da Jakobson
nella rivista La cultura (1933)

Dall’articolo «La Scuola linguistica di
Praga», tradotto (N.B.) da Bruno
Migliorini. Si ricordi che nel 1929 i
praghesi avevano pubblicato le loro
celebri Tesi. (Ora in R. J., Selected
Writings vol. 2, 1971)
Saussure in Italia fino agli anni
Quaranta (da Carlucci, Blityri, 2015).
«Bisogna inoltre osservare che la chiusura nazionalistica (sorretta magari da un generico senso di
superiorità italica rispetto al positivismo gallico o germanico) non risulta un fattore sufficiente per
spiegare le resistenze nei confronti del Cours. Per chiarire in cosa consistesse questa chiusura è
opportuno aggiungere un riferimento specifico agli interessi spiccatamente storici dei linguisti italiani
dell’epoca e soprattutto alla percezione diffusa che i nuovi metodi strutturali non avessero ancora
trovato – come rilevò lo stesso Jakobson – «applicazione nel campo della linguistica storica»
(Jakobson, 1933: 640). Questa percezione si ritrova in molti interventi di Terracini; e Pagliaro, peraltro
proprio nella pagina del Sommario dove più si accosta alla novità del Cours, scrive addirittura che «il
de Saussure» esclude «la possibilità di una linguistica storica». Non è quindi un caso che un’attenzione
più originale e meno prevenuta verso il Cours sia emersa semmai nelle discussioni sulla grammatica,
in cui si trattava di descrivere e codificare il funzionamento sincronico del sistema linguistico.
Si rammenti infine che, per Terracini, per Migliorini e per altri studiosi affini (anche di generazioni
successive), una linguistica storica pienamente tale è un qualcosa di organico alla storia della
cultura, ossia di ben diverso dall’astratta ricostruzione diacronica, fatta in termini puramente formali e
in una sorta di vuoto geografico, sociale e culturale. All’interno di questo filone ci fu interesse teorico
per il Cours, ma, almeno nei confronti dell’edizione Bally-Sechehaye, questo interesse rimase selettivo
e su più punti sostanzialmente negativo. Da altre parti invece – e soprattutto sul versante di quella
glottologia e dialettologia tradizionali, di ascendenza positivistica, alle quali Terracini di fatto
riconduceva lo stesso Saussure – non pare esservi stato altrettanto interesse verso questioni teoriche
generali come quelle affrontate nel Cours e poi sviluppate dalla linguistica strutturale».
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