SORPASSI ECCO PROMOSSI E BOCCIATI - n. 392 - Italiaracing
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n. 392 18 aprile 2018 SORPASSI ECCO PROMOSSI E BOCCIATI MATTEO BOBBI E NELSON PIQUET CI SVELANO COSA SUCCEDE DAVVERO IN PISTA
Registrazione al tribunale Civile di Bologna con il numero 4/06 del 30/04/2003 www.italiaracing.net A cura di: Massimo Costa Stefano Semeraro Marco Minghetti Fotografie: Photo4 Realizzazione: Inpagina srl Via Giambologna, 2 40138 Bologna Tel. 051 6013841 Fax 051 5880321 info@inpagina-bo.it © Tutti gli articoli e le immagini contenuti nel Magazine Italiaracing sono da intendersi a riproduzione riservata ai sensi dell'Art. 7 R.D. 18 maggio 1942 n.1369 2
L’ARTE DEL SORPASSO MATTEO BOBBI, CAMPIONE IN PISTA E ANALISTA RAFFINATO, CI RACCONTA CHI SONO I MIGLIORI NELLA MANOVRA PIÙ ESALTANTE DELLE GARE, E PERCHÉ. MA GUAI A GIUDICARE BELLO UN GP SOLO DALLA QUANTITÀ DEI SORPASSI 4
«Ricciardo, bravo e astuto, è il n.1 Hamilton il re del corpo a corpo» di Stefano Semeraro Campione del mondo GT, test driver in F1, commentatore televisivo per Sky, istruttore e tutor di giovane piloti: Matteo Bobbi è la persona giusta per giudicare chi fra gli attuali protagonisti del Circus ha il talento più svi- luppato per il sorpasso. Sempre che nella F1 di oggi, soffocata dall'aero- dinamica e dalle strategie, si possano ancora eseguire dei sorpassi d'autore. «Il design, la concezione attuale delle monoposto in effetti non agevola i sorpassi. Abbiamo visto che con le power unit bastano pochi gradi di tem- peratura in più o in meno ad abbassare le performance. Sono oggetti molto complessi, pensati per funzionare essenzialmente in regime di aria pulita, mentre se vuoi sorpassare forzatamente c'è un momento in cui ti trovi nell'aria sporca. Pensiamo all'evacuazione del calore degli scarichi, alla tanta aerodinamica – ala anteriore, fondo, estrattori, ala posteriore... - che provoca vortici e turbolenze. Questo abbassa anche il punto di carico verticale, altro elemento che non aiuta chi deve sorpassare. Il dato posi- tivo di quest'anno è che la Pirelli ha prodotto tutte gomme utilizzabili. L'anno scorso le gomme dure non le usava nessuno, quest'anno si è sca- lato verso il basso ed ecco dunque che sono possibili diverse strategie, di conseguenza è possibile trovare in contemporanea piloti che montano mescole diverse e si trovano in condizioni diverse, un aspetto che favori- sce i tentativi di sorpasso». Secondo Christian Horner, che ovviamente è di parte, e Nico Rosberg, che guarda le cose con maggiore distacco, i due veri specialisti del sor- passo sono Ricciardo e Verstappen. Sei d'accordo? «Sì. Ricciardo è in assoluto quello che sa giudicare meglio il momento in cui portare l'attacco. Quando inizia un tentativo quasi sempre lo porta a termine, e non mi ricordo episodi in cui abbia provocato un contatto. Il suo timing insomma è perfetto, una dote spiccata, e attenzione che non si tratta solo di frenare tardi: quello lo fanno tutti. Lui non arriva mai lungo, sa modulare la frenata, inoltre al contrario di molti altri che “si fanno ve- dere” negli specchietti lui fino all'ultimo rimane coperto, spesso nascosto nell'angolo cieco dei retrovisori, non dando modo all'avversario di preve- dere la mossa e quindi di difendersi, di chiudere la porta. Mi impressiona una sua statistica: nelle gare che ha vinto non è mai partito fra i primi sei». Verstappen paga l'inesperienza? «Max è un pilota fantastico, non ha mai paura di provarci, solo che a dif- ferenza del suo compagno di squadra spesso sceglie il tempo in maniera completamente sbagliata. Prendiamo il caso del duello con Hamilton: che senso aveva tentare di passare Lewis all'esterno in una curva che si fa in quinta? Bello per la tv, certo, ma quante possibilità aveva di portare a ter- mine la manovra? Senza contare che in quel momento girava molto più veloce di Hamilton e di Vettel, era virtualmente il vincitore del GP». 7
Hamilton, appunto: lo mettiamo sul podio dei sorpassi? «Lui è soprattutto forte nel 'corpo a corpo'. E' un pilota fisico, deve sentire il contatto con l'avversario. In passato gliene abbiamo visti fare tanti – ne ricordo uno contro Rosberg alla prima curva di Austin... - il problema è che oggi con la macchina che si ritrova, gli capita raramente. In Bahrain l'abbiamo visto passare tre avversari in un colpo, ma era in zona Drs, e quindi per me non conta molto». Vettel ha uno stile decisamente diverso... «Sebastian è uno che non butta mai via un sorpasso, è molto efficiente. Ha dimostrato di saper fare delle belle rimonte, il suo stile è forse meno appariscente ma sicuramente molto proficuo». Manca forse all'appello il nome di Alonso? «Certamente. Fernando come Ricciardo è bravissimo nell'intuire il mo- mento migliore per piazzare il sorpasso. La McLaren quest'anno non ha una grande velocità di punta, ma se ci fate caso i suoi primi giri sono sem- pre straordinari. E' stato molto bravo anche a Indy, gli ho visto fare dei sorpassi a tre che per un 'rookie' non sono affatto banali». Veniamo alle note più dolenti: Raikkonen e Bottas. «A Raikkonen ultimamente non ho visto fare grandi cose, andava meglio ai tempi della McLaren. Bottas è veloce, ma non è aggressivo, anche do- menica scorsa non è riuscito veramente ad incalzare Vettel. Come anche Kimi è forte quando si trova davanti, ma fatica quando si tratta di risa- lire». «Sebastian è uno che non butta mai via un sorpasso. Il suo stile è forse meno appariscente ma sicuramente molto proficuo» 8
Terminata l'analisi, una questione generale: ma è proprio vero che la bellezza di un GP si giudica dal numero dei sorpassi? «Per me l'equazione più sorpassi = più spettacolo, non regge. Anche perché preferisco vederne tre belli che 87 con il Drs. Tutti ci ricordiamo i duelli degli anni '80 e '90, ma non è che Prost e Senna si superassero 90 volte a gara. L'evoluzione delle macchine poi non porterà certo ad avere più sorpassi. Per me l'importante è che ci siano più duelli, che le macchine siano vicine. Il problema vero era quando la Mercedes dava due giri a tutti». Tu quindi non cambieresti nulla? «Una cosa che secondo me Liberty Media sta trascurando è l'importanza della stabilità. Se cambi regole ogni tre anni fatalmente sarà solo un team ad imporsi, lasciando le cose come stanno invece dai una chance a tanti di prendere confidenza, programmarsi. Oggi in fondo abbiamo tre scuderie, cioè sei piloti, che si danno battaglia: non è poco. E poi cambiare per che cosa? L'unica cosa sarebbe introdurre i customer team, come nelle moto, dove il sistema funziona. In questo modo si dà la possibilità ai grandi di vendere un 'pacchetto' e ai piccoli di acquistarlo limitando i costi, ma con la certezza di avere prestazioni di buon livello. Poi cambierei la regola che penalizza il pilota se si rompe il cambio o il motore: è un assurdo e va contro lo spettacolo. Una penalizzazione è giusta, altrimenti ci sarebbe la gara a cambiare tutto sempre, ma a pa- gare deve essere il team nella classifica costruttori». Piquet: «La F1 di oggi? Una c...ta pazzesca! Mi piace Verstappen, serve uno folle come lui» Se fossimo in un film di Fantozzi, molti fra i nostalgici delle gare anni '80 si alzerebbero in piedi e gli tributerebbero un applauso di 90 minuti. Sì, perché per Nelson Piquet, l'indimenticato tri-campeon brasiliano di F1, il Circus di oggi è come la Corazzata Potëmkin. Ecco il Piquet pensiero come lo abbiamo raccolto nel paddock dei testi Gp3 di Barcellona. «Il fatto è che la Formula 1 è diventata una c...ta pazzesca», esordisce come sua abitudine senza peli sulla lingua l'ex driver della Brabham. «La cosa peggiore è che per superare devi spingere un pulsante che fa salire l'alettone: la c...ta più grande. Le macchine mi sembrano tutte uguali, e già questo è sbagliato. Poi c'è tutta la faccenda delle turbolenze, del- l'aerodinamica che ti impedisce di sorpassare. Purtroppo le regole le scrivono gli ingegneri che si siedono ad un tavolo, ma le scrivono male. Sorpassare oggi è la cosa più facile che c'è oppure la più difficile: di- pende dalla pista». E così difficile capire i valori in ballo? O si può dire davvero che oggi Ricciardo è il migliore? «Dipende dalla macchina che hai davanti, e dalle gomme. Sono le strategie che fanno la differenza, che determinano chi in quel momento può sorpassare. I piloti per me sono tutti bravi. Io son un fan di Vettel, ma prendi i primi cinque o sei e vanno tutti bene. Il problema, ripeto, sono i regolamenti, perché oggi non vedo più sorpassi veri, quelli in cui prendi la scia e piazzi la staccata. Anche il sorpasso di Ricciardo su Hamilton: c'è riuscito perché aveva le Fernando Alonso gomme diverse e più fresche. Facile, così...». Per Nelson, infine, l'ir- alle spalle di Nico Hulkenberg ruenza di Verstappen è un male di gioventù: «ha valore, deve solo im- ed Esteban Ocon parare. Poi in F1 c'è bisogno di uno che fa quelle pazzie...». 11
CHI AMA KIMI? NELL’ANNO IN CUI LA FERRARI SEMBRA AVERE LA MACCHINA GIUSTA, COMINCIA A PROFILARSI ALL’ORIZZONTE UN PROBLEMA RAIKKONEN SEMPRE PIÙ INFASTIDITO DALL’ESSERE TRATTATO SOLO DA SCUDIERO DI VETTEL Stefano Semeraro «Visto come trattano Kimi alla Ferrari, forse Ricciardo è contento di stare con noi...». La battutina al curaro è di Christian Horner, team principal della Red Bull. Il campionato è ap- pena iniziato ma come nel calcio ormai anche in F1 è sempre mercato piloti e l'anello debole sembra essere, senza colpe, Kimi Raikkonen. Ha 38 anni, l'anno prossimo – sostengono tutti – toglierà il disturbo, secondo i più caustici è un sedile vuoto che corre.. 12
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L’aggressiva partenza di Vettel a Shanghai. Manovra che non è affatto piaciuta al compagno Raikkonen Peccato che non sia così. Kimi in queste prime gare ha dimo- strato di essere tutt'altro che bollito. In gara, a Melbourne, a rovinargli la festa era stata solo la Virtual Safety Car. Sentiva di poter vincere, e quando ha sospettato una strategia pena- lizzante rispetto al compagno si era fatto sentire via radio senza risparmiare sui decibel («Non f....i così!»). In Bahrain Seb gli ha soffiato la pole di un nulla solo all'ultimo tentativo, ma è rimasto impressionato dalla velocità del 'vecchietto”, che a Shanghai gli è rimasto dietro di appena 87 millesimi. Ma che 14
nella partenza della gara ha dovuto subire l'aggressività del E' abbastanza ovvio che a Maranello puntino più su Vettel, sta “bullo” Vettel, che ha tagliato la traiettoria come del resto gli nella natura delle cose, guai però a considerarlo solo uno scu- consente il regolamento e come usava fare anche lo Schumi diero di lusso, ad umiliare il suo orgoglio da ex campione del degli anni d'oro. «Se non avessi alzato il piede sarebbe stato mondo: l'ultimo a farcela con una Rossa. Kimi è scontento, lo un problema», ha sibilato Raikkonen, facendo accendere a si avverte, lo si legge neanche troppo fra le righe nelle sue di- tutti la lucina corrispondente al GP di Singapore dello stesso chiarazioni, e un Kimi senza motivazioni o con troppa rabbia anno. non serve davvero alla Ferrari, né a Vettel. Nel primo caso per- «Come va la macchina? Molto bene, sono contento. Ma sarei ché non sarebbe utile nel gioco di squadra che è spesso fon- anche più contento se avessi raccolto più punti. In fondo è per damentale per togliere punti agli avversari; nel secondo perché quello che tutti siamo qui». Kimi non è uno che le manda a dire, potrebbe decidere di correre solo per se stesso, infischiando- e sul fatto che quest'anno possa dire la sua non ha voglia di sene del resto. scherzare. Quando in Australia Hamilton ha provato a fare il In entrambi i casi, non una soluzione ideale per Maranello, che piacione (ricordate la battuta sul fatto che “Kimi festeggia co- quest'anno sembra finalmente avere a disposizione la macchina munque”?), lo ha ignorato senza neanche increspare un mu- giusta per dare l'assalto al sospirato Mondiale. Ma che deve scolo del viso. badare a non disperdere il suo ricchissimo capitale umano. 15
RED BULL CHE ASPETTI? INSPIEGABILMENTE IL TEAM DI HORNER NON SI DECIDE A RINNOVARE IL CONTRATTO A RICCIARDO, BRILLANTE VINCITORE DEL GP DI SHANGHAI, E NELLO STESSO TEMPO IL PILOTA AUSTRALIANO ATTENDE DI VEDERE COME SI MUOVONO MERCEDES E FERRARI CON I DUE PILOTI FINLANDESI IN SCADENZA DI CONTRATTO 16
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Jacopo Rubino una manovra da applausi. Una delle sue. E si è involato verso il traguardo, conquistando di prepotenza la ribalta mentre Ver- «Sul podio ero quasi in lacrime», lo ha confessato. Non ce lo stappen è tornato nell'occhio del ciclone per l'ennesimo pata- aspettavamo da parte di Daniel Ricciardo, uno che ha il sorriso trac. La fortuna avuta con la neutralizzazione, insomma, Daniel in faccia stampato quasi perennemente, ma dà la misura del- ha saputo onorarla più che degnamente. «È stato perfetto», l'altalena di emozioni che ha attraversato nello spazio di sette ha confermato il temuto consulente Helmut Marko alla tv au- giorni. In Bahrain, ritirato dopo un paio di giri con la vettura striaca ORF, tirando invece le orecchie al pupillo Verstappen: ammutolita, aveva pronunciato una frase da inserire nell'anto- «Troppo impetuoso». logia della Formula 1: «Questo sport a volte è brutale, può spezzarti il cuore». Ma sa anche restituire. In Cina il pilota della Red Bull si è trovato catapultato a festeggiare il sesto successo Eppure Ricciardo non ha della carriera, arrivato nel solito modo: imprevedibile, ed emo- un contratto per il 2019 zionante. Nasce qui il paradosso che sta vivendo Ricciardo: è uno dei ta- lenti più apprezzati del Circus, probabilmente il numero uno La qualifica in extremis nei duelli, ma attende un contratto per l'anno prossimo. La Red e la svolta di domenica Bull ha preferito temporeggiare, mentre da mesi ha già blin- dato Verstappen fino alla fine del 2020. Eppure, alla soglia delle A Shanghai l'australiano ha rischiato persino di saltare la qua- 29 primavere, "Dan" è nel pieno della maturità agonistica e lifica, dopo i guai del propulsore Renault nella FP3 e un mira- avrebbe diritto a un volante per giocarsi il titolo. Tanti lo so- colo dei suoi meccanici. Domenica la sorte ha però deciso di gnano in Ferrari per il dopo-Raikkonen, per le sue doti alla dargli una mano. La safety-car intervenuta per il contatto fra- guida e per quelle umane, ma il suo attuale team principal Chri- tricida fra le Toro Rosso ha infatti permesso al muretto Red Bull stian Horner marca il territorio: «Credo che sia felice dov'è. Se di calare il jolly: chiamare di fretta ai box i suoi portacolori per continueremo a dargli una macchina sempre all'altezza, perché montare le gomme soft con cui affrontare l'ultima porzione del dovrebbe andare altrove? È un ottimo professionista e penso Gran Premio. Quello è stato il punto di svolta. Ricciardo ha do- sia al suo apice da due stagioni, in realtà. È sia esperto che ve- vuto accodarsi all'auto gemella di Max Verstappen per la sosta, loce, un'ottima combinazione. Paragonato a Max, che è ancora poi l'olandese ha pasticciato nell'attacco su Lewis Hamilton e molto giovane, Daniel è in una fase diversa della carriera». A il ragazzone di Perth ha avuto strada libera per sfoderare il suo consigliargli un'avventura a Maranello è invece l'ex collega repertorio: con freddezza, lui sì, ha infilato al primo colpo il Nico Rosberg: «Fossi in lui passerei in Ferrari. Al momento è la campione in carica, poi Sebastian Vettel, poi Valtteri Bottas con vettura più forte, e sa di poter battere Sebastian». Il riferimento va al 2014, in cui l'australiano, appena promosso in Red Bull, seppe regolare il tedesco ad armi pari. Di indiscrezioni su un futuro in rosso ne sono già circolate parecchie, i diretti interes- sati però hanno sempre smentito. O non hanno commentato. Dopo il sabato non sperava di vincere Intanto, c'è una fresca impresa da godersi. «È stato divertente, divertentissimo. Per dove eravamo sabato, non ci speravo. È un grosso riconoscimento ai meccanici e agli ingegneri, questo risultato lo meritano: non solo per i pit-stop e la strategia, ma per avermi consentito di uscire in qualifica. Per questo ho po- tuto lottare per vincere. Devono essere orgogliosii», ha sotto- lineato Daniel da uomo-squadra. Non a caso la Red Bull ha voluto mandare sul podio Chris Gent, il suo capomeccanico. E sotto al casco, cosa pensava? «Alla partenza credevo di poter puntare al podio, ma non mi aspettavo certo un successo: ho capito che avevamo una chance soltanto dopo la safety-car. Quando ho sentito odore di vittoria, non ho voluto farmela sfuggire». Del resto, non lo ha mai fatto. 18
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I precedenti: Hulkenberg. «Non vinco mai gare noiose», ha ribadito dopo Shanghai. È diventato un marchio di fabbrica. mai vittorie noiose Basti ricordare come Ricciardo si sia preso i cinque Una vittoria importante precedenti trionfi. Il primo, a Montreal nel 2014, dopo la battuta d'arresto delle dominanti Mercedes e una per il 2018 e per il futuro staccata fenomenale a Sergio Perez. Poi a Budapest, Quella cinese sembra comunque la vittoria più signi- con una prestazione capolavoro sul bagnato, e a Spa, ficativa di Daniel in Formula 1. C'entra la questione approfittando delle scintille tra le Frecce d'Argento. contrattuale, visto che potrebbe alzarsi il suo valore Quindi una lunga attesa, fino a Sepang 2016: in fumo di mercato, ma anche averla ottenuta appena al terzo il motore di Hamilton, Daniel tenne a bada il minac- round in calendario. Una novità, dato che fino ad ora cioso compagno Verstappen, nonostante avesse gli era capitato di imporsi quando era ormai troppo pneumatici più freschi. Per non parlare dell'incredibile tardi, se non totalmente escluso, sognare di ambire al rimonta del 2017 a Baku: a muro in Q3, precipitato in Mondiale. Questa volta è diverso, ma molto, quasi fondo per un problema tecnico nelle fasi iniziali, a tutto, dipende dalla competitività della Red Bull: la testa bassa ha scalato il gruppo districandosi fra le sa- RB14 sarà condannata a rimanere terza forza, limitata fety-car e tirando fuori dal cilindro un pazzesco triplo a pochi exploit nelle giornate giuste, o sarà una vera sorpasso su Nico Hulkenberg, Felipe Massa e Nico pretendente al trono? 20
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QUANDO HAMILTON SI PERDE IL CAMPIONE DEL MONDO SEMBRA AVER SOFFERTO OLTRE MODO IL BRILLANTE INIZIO DI VETTEL E NELLE ULTIME DUE QUALIFICHE È ANCHE STATO BATTUTO DAL COMPAGNO DI SQUADRA BOTTAS. COSA STA ACCADENDO AL PILOTA MERCEDES? Massimo Costa pare essere quella di trovare la giusta finestra per far lavorare al meglio gli pneumatici. Un problema Nico Rosberg, che dopo averlo avuto come com- che già lo aveva afflitto lo scorso campionato pro- pagno di squadra per diversi anni ed averci com- prio nelle prime corse. Domenica a Shanghai si è battuto in pista e a parole, conosce Lewis trovato in difficoltà con le Pirelli medie fin da su- Hamilton meglio di chiunque altro. Nico ha già ca- bito, cosa che però non ha sfiorato minimamente pito tutto dell’attuale situazione di momentanea Bottas, che pure aveva gli stessi pneumatici. Ed è crisi del pilota inglese. Quando lo batteva, gli sof- anche questo che manda in confusione Hamilton. fiava le pole, Lewis metteva il broncio, si eclissava Quel Valtteri glaciale che a Melbourne pareva già e ricorreva a trucchetti psicologici a volte infantili, morto sportivamente parlando, da due gare è ri- a volte cattivi, che hanno finito col mandare in tilt sorto con una efficacia travolgente superando i lo stesso Rosberg ritiratosi dalla F1 praticamente problemi che affliggono il campione del mondo: per esaurimento. Ma con la medaglia al petto di “Venerdì era andato tutto bene, poi improvvisa- avergli soffiato un campionato del mondo. In que- mente dalla qualifica tutto è andato storto. Non sto momento, però, Hamilton sembra proprio in avevo più la velocità solita ed ho dovuto lottare una fase di smarrimento tale da non avere nean- con la macchina. Abbiamo perso la performance, che la forza di metterla sulla psicologia perché ma non mi lascio andare di testa perché so che ci Vettel, a differenza di Rosberg, è uno tosto, è uno aspetta una dura battaglia per risalire e tornare al che gli ride in faccia quando solo accenna a tra- mio livello abituale prima di perdere ulteriori scinarlo sul suo campo, oppure lo manda serena- punti. Poteva anche andare peggio a Shanghai, mente a quel paese, come accaduto dopo Baku Verstappen mi ha fatto un favore…”, è l’analisi un anno fa. La difficoltà di Hamilton in questa fase secca di Hamilton. 22
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La pole di Melbourne è già un ricordo? Certo è che quella stratosferica pole ottenuta a Mel- bourne sembra già parte di un passato lontano, una vi- sione astrale. L’Hamilton che a Sakhir in qualifica ha chiuso quarto senza alcun guizzo, poi sì, in gara ha rimon- tato ma che fatica, l’Hamilton che in Cina sembrava un collaudatore capitato sulla Mercedes al posto del pilota ufficiale magari indisposto, è quell’Hamilton che ha se- gnato quella pole in Australia e ha disputato un 2017 da urlo? E’ proprio lui? Pare proprio di sì. E quasi non ci crede neanche Lewis. Lo vedi nel paddock che gira mesto, più assente del solito, nascosto sotto il cappuccio della felpa, dietro a occhiali scuri anche se le nuvole nere coprono il sole. Una specie di UFO alla ricerca di risposte, ma che per il momento non riesce a trovare. Bofonchia cose confuse Hamilton, dice che gli pare strano che la Ferrari sia veloce anche con il freddo, come se ci fosse una regola in tal senso. Sente via radio che Bottas da due gare lotta per la vittoria e lui manco lo vede in pista da tanto che gli è distante. Una situazione surreale che lo travolge. Perché Hamilton è così, quando qualcosa inizia ad andare storto, spesso fatica a recuperare la tranquil- lità. Quando qualcuno si dimostra più veloce, rischia di andare in confusione. E quel Vettel che gli sbatte in faccia due pole consecutive e lo frega a Melbourne di una vit- toria che aveva già in tasca, non lo fa dormire la notte. A Shanghai ha dovuto sopportare di essere ancora una volta più lento di Bottas in qualifica, e in gara non si è mai acceso. Giusto una reazione di orgoglio quando Ver- stappen lo ha stuzzicato, ma nulla di più. Il bollettino corse parla di un secondo, un terzo, un quarto posto, un trend da gambero. Chiaramente non potrà andare sem- pre così, il risveglio può avvenire da un momento all’altro e quando si verificherà farà molto male ai suoi avversari tradizionali. Ma per ora, ci dobbiamo prendere questo Hamilton un po’ svanito. 24
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IL 3D DELLA FORMULA 1 LA TECNOLOGIA IN F1 NON È SOLTANTO QUELLA CHE VEDIAMO DIRETTAMENTE SULLE VETTURE, MA ANCHE QUELLA CHE RIGUARDA LA LORO PRODUZIONE: NEL CIRCUS LA NUOVA FRONTIERA È LA STAMPA 3D DELLE COMPONENTI. IN GRADO DI PORTARE A SCENARI QUASI FANTASCIENTIFICI 26
Jacopo Rubino C'è lo sviluppo delle vetture, e c'è lo sviluppo di come le vetture sono co- struite. Il fascino della Formula 1 e del motorsport in generale è fatto anche di aspetti dietro le quinte, lontani dalle battaglie in pista ma non meno im- portanti. Per i team, la frontiera da esplorare è lo stampaggio 3D: in sintesi, la realizzazione di oggetti tridimensionali attraverso la produzione additiva, ossia l'unione di vari strati di materiale per arrivare alla forma prevista. Un paradigma opposto alla cosiddetta produzione sottrattiva, quella classica, in cui si ottiene un oggetto eliminando materia prima. In Sauber questa tec- nica ha cominciato ad essere sfruttata oltre dieci anni fa su materiali plastici. Dal 2017, però, la compagine svizzera ha voluto compiere uno step ulteriore attraverso la partnership con l'olandese Additive Industries: a novembre nella sede di Hinwil è stato inaugurato il MetalFAB1, macchinario che per- mette di trattare anche i metalli. Portando notevoli progressi lungo la ca- tena che ha condotto alla nascita della C37, guidata sui circuiti del Mondiale da Marcus Ericsson e Charles Leclerc. 27
Si comincia dalla galleria del vento «In Sauber, la tecnica di stampaggio 3D è innanzitutto usata per il modello in scala nella galleria del vento. Ad esempio, per l'ala anteriore. Quelle presenti sulle monoposto di oggi sono opere d'arte, con un design complesso e numerosi dettagli. Ciò rende difficile creare la loro riproduzione in scala ed è fon- damentale che sia accurata, come la vettura vera e propria», spiega Christoph Hansen, responsabile della produzione de- stinata alla galleria del vento. «Prima che esistesse la stampa 3D, le ali erano lavorate in modo convenzionale. Con questa tecnologia, invece, i modellini adottano parti stampate sia in metallo che in plastica, ultimate in minor tempo. Quando la pla- stica non è resistente a sufficienza per sopportare le sollecita- zioni dei test aerodinamici, è comunque molto più semplice di prima produrre lo stesso particolare in metallo. Questo mi- gliora la ripetibilità dei collaudi, e la loro qualità. Abbiamo li- bertà nel design e non ci sono vincoli nella geometria: possiamo finalizzarle in una singola fase». Il rollbar della Sauber prodotto con la stampa 3D Anche la monoposto "1:1", quella che vediamo in griglia di par- tenza, beneficia della stampa 3D: un caso di studio è la strut- tura del rollbar, realizzata mediante la sinterizzazione laser che trasforma un materiale grezzo, allo stato di polvere, in qualcosa di solido e indivisibile. «Con questo metodo siamo più liberi, non bisogna adeguare la progettazione ai limiti dei macchinari. Sono diventate possibili nuove forme adatte ai nostri bisogni, abbiamo ridotto il peso del rollbar in modo considerevole e abbiamo potuto accelerare il tempo di produzione del 20 o 25 per cento. Assieme, c'è un importante guadagno sulla filiera dei fornitori», illustra il parmense Ettore Di Domenico, a capo del dipartimento di calcolo. Si può dire che la stampa 3D abbia riscritto le regole: «In precedenza, realizzavamo i rollbar par- tendo blocchi di alluminio. Normalmente, l'intervallo per ordi- nare e ricevere questi blocchi era di sei mesi. In più, cambiavano fra loro a livello di resistenza, per via del diverso trattamento termico a cui erano stati sottoposti: dovevamo quindi ordinare materiale in sovrannumero, e verificare che ogni blocco avesse proprietà meccaniche sufficienti a garantire gli standard di sicurezza. A confronto, i materiali richiesti per la produzione additiva sono molto più facili da acquistare, e sempre disponibili». Si scopre persino un risvolto ecologico, degno di nota quanto lo è la ricerca sui consumi delle power unit ibride: «La polvere di alluminio è più resistente e ha una qualità costante. Questo aumenta l'efficienza, diminuisce gli scarti e porta a una produzione più rispettosa dell'ambiente: oggi ci serve solo la polvere minima necessaria per stampare la componente finale. Rispetto alla fresatura, possiamo dire di aver ridotto gli sprechi del 90 per cento». 28
Sotto, il MetalFAB1, macchinario che permette di trattare anche i metalli. In Sauber è stato inaugurato nel novembre scorso grazie all’accordo con l'olandese Additive Industries 29
Sopra, la McLaren in gara. Sotto, vari componenti della vettura inglese 30
In McLaren un pezzo pronto anche in poche ore La McLaren collabora invece con l'americana Stratasys, leader globale del settore. «Aumentando la quota di componenti realizzati in 3D, stiamo abbassando i tempi e stiamo incrementando la complessità delle parti», conferma il direttore tecnico Neil Oatley. La scuderia di Woking, per quanto riguarda la MCL32 schierata nel 2017, ha raccontato di alcune applicazioni pratiche: un supporto del sistema idraulico, stampato in 3D in fibra di carbonio rinforzata con nylon, poteva essere pronto in quattro ore contro le due settimane di prima. Per un flap aggiuntivo dell'ala po- steriore sono serviti tre giorni, e con la stampa 3D si è arrivati a creare anche i condotti per il raffreddamento dei freni. Dotati di una superficie interna più levigata, a vantaggio del flusso d'aria e delle prestazioni. Op- pure, si possono risolvere piccoli problemi: un nuovo sistema a due vie di comunicazione e scambio dati aveva bisogno di un cavo dedicato, che poteva essere però fonte di distrazione per Fernando Alonso e Stoffel Vandoorne nell'abitacolo. L'attacco dei fili è stato quindi prodotto in un materiale elastico, in appena due ore per essere usato nel Gran Premio d'Australia. Resta la tecnologia tradizionale ma il 3D è ormai persino in pista Bisogna comunque essere precisi: non è ancora immaginabile una mo- noposto costruita totalmente attraverso la stampa 3D. «Non sostituisce la fresatura, è una tecnologia aggiuntiva complementare all'intera pro- duzione», chiarisce Hansen della Sauber. «Parti diverse richiedono tipi di lavorazione diversa, continuano a servirci entrambe le metodologie». Ma intanto possono essere pressoché annullate le distanze tra fabbrica e cir- cuito. Come? Producendo pezzi direttamente sui campi di gara. La McLa- ren, nello specifico, dallo scorso anno porta una stampante 3D sulle piste. «Introdurre nuove componenti in anticipo, passando in pochi giorni dal- l'idea al concreto, è un fattore chiave nel diventare più competitivi», ha rimarcato Oatley. Chissà che a breve non diventino preistoria i membri dei team trasformati in "corrieri", per trasportare via aereo o via camion i ricambi urgenti. In pochi secondi, gli ingegneri impegnati ai Gran Premi potrebbero ricevere dalla sede i file con i disegni e le matematiche ri- chieste. Avviata la stampa 3D, i piloti avrebbero le novità già montate per la sessione successiva. Incredibile, vero? Ma è semplicemente l'evo- luzione della F1. 31
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SECONDO GIRO SCATTA DOMENICA AD ADRIA IL CAMPIONATO ITALIANO DI F4. TRA I PROTAGONISTI, DELL’ACCIO CHE DOPO UN 2017 IN CUI HA MATURATO ESPERIENZA, QUEST’ANNO CON LA CRAM VA ALLA RICERCA DEI PRIMI SIGNIFICATIVI RISULTATI Jacopo Rubino Per certi versi, si può dire che la stagione 2018 di Andrea Dell'Accio sia co- minciata già lo scorso anno: passando in corsa alla Cram, il giovane pilota napoletano ha potuto anticipare la scoperta del team con cui affronterà nuo- vamente l'Italian F4 Championship. Questa volta non più da esordiente, con il bisogno di prendere le misure alla serie tricolore dopo la gavetta nel kar- ting, ma con la voglia di scalare la classifica e metter giù le basi per il pro- seguimento della sua carriera. La tappa inaugurale di Adria è ormai alle porte e Italiaracing ha intervistato Dell'Accio per raccogliere le sue impres- sioni. 33
Andrea Dell’Accio a Monza nel 2017 con la Tatuus F4 del team Cram Andrea, con che spirito affronterai il campionato di Formula dremo, cosa che nel 2017 mi è mancata, ho grande conoscenza 4 che sta per iniziare? della macchina, quindi più fiducia al volante e nelle mie abilità, "Mi avvicino sapendo di conoscere tutto ciò che è necessario: e un ottimo team alle spalle. Ci sono tutti gli elementi per poter la categoria, le vetture, le piste. Il mio desiderio principale è di essere competitivo". dar vita a un buon inizio di stagione e di fare progressi gara dopo gara. Le sensazioni sono positive, non vedo decisamente Il team, dicevi. Ora sei con la Cram, compagine storica nel l'ora di entrare in azione ad Adria". panorama delle monoposto. Come ti trovi qui? "Mi sono sentito subito a mio agio. Sono passato alla Cram Come ti sei preparato in queste lunghe settimane? quando mancavano due round alla fine dello campionato 2017, "Ho trascorso senza dubbio molto tempo in palestra, assieme quelli del Mugello e di Monza, ed il rapporto venuto a crearsi a qualche test in pista sfruttando le occasioni consentite: ad è stato ottimo. Per questo abbiamo deciso di continuare in- esempio nella stessa Adria e a Le Castellet in Francia, dove cor- sieme. Si tratta di una scuderia formata da gente capace e, ov- reremo la seconda tappa in calendario. Per la preparazione fi- viamente, una ricca storia: con loro sono cresciuti un sacco di sica, inoltre, da quest'anno sono seguito dallo staff di Formula piloti, anche arrivati in Formula 1, o che hanno comunque ot- Medicine. Mi sono allenato quasi tutti i giorni, dividendomi con tenuto grandi risultati". lo studio. Insomma, ho fatto il massimo". Piccolo sguardo indietro: come riassumi il tuo 2017? Sarà la tua seconda stagione, non più da "rookie". Ora hai "È stato principalmente un anno in cui dovevo accumulare maggiori responsabilità? tanta esperienza, paradossalmente è iniziato persino troppo "Sì, ma mi sento principalmente più maturo, sia a livello di bene con il secondo posto a Misano fra i rookies. Ma più in guida che mentalmente, nel modo in cui potrò gestire le gare. generale il bilancio è stato positivo. E se devo scegliere un Per questo motivo credo di poter fare molto meglio rispetto momento da ricordare, direi senza dubbio quello dell'esor- all'anno scorso. Come detto conoscerò tutti i circuiti dove an- dio". 34
Tu sei stato fra i membri della mitica Scuola Morrogh. Pensi "Preferisco ragionare anno per anno. Il mio obiettivo ovvia- che questo ti abbia dato un vantaggio rispetto ai tuoi colle- mente è la Formula 1, ma so che si tratta di un cammino ghi? lungo e difficile. Vediamo cosa succederà. Nel 2019 magari "La Scuola Morrogh è fatta di persone con grande esperienza potrei fare il salto in Formula 3, e poi puntare a qualche nel settore, ma più in generale si impara sul serio facendo chi- serie superiore. Più in generale, comunque, voglio rimanere lometri: al di fuori del box, degli ingegneri che ti assistono, coinvolto in questo ambiente, voglio restare nel mondo serve cimentarsi in test e gare". delle corse". Chi c'è al tuo fianco sui circuiti? Cosa ne pensi della campionato italiano di Formula 4, aven- "A seguirmi sempre è la mia famiglia, ovunque andiamo siamo dolo già vissuto? in quattro: io, mio padre, mia madre e mia sorella. Grazie a loro "È ben organizzato, ottimo per muovere i primi passi nell'au- ho sempre un grande supporto, mi danno la carica ma senza tomobilismo e per provare a mettersi in mostra. Anche fra pi- mettermi pressione. Mi fanno sentire tranquillo. E inoltre ho loti ci conosciamo tutti e ci stimiamo: in pista ovviamente c'è numerosi sponsor che mi aiutano in questo percorso, in parti- battaglia, ma fa parte del gioco. È un bell'ambiente". colare Adriano Scarpati con la sua Motum. Abbiamo appena raggiunto un accordo e sono molto contento". Hai già un'idea della griglia di quest'anno, degli avversari che ti aspettano? Quali sono quindi i traguardi fissati per questo 2018? "Penso che chiunque possa rivelarsi temibile, se siamo qui è "L'obiettivo è stare nella top 10 in tutte le gare, e magari ten- perché lottiamo tutti per lo stesso obiettivo. Molti saranno al tare di fare un passo in più per provare a lottare con i primi". secondo anno, come me, quindi potranno contare su un po' di esperienza in più, ma non sottovaluto nemmeno chi è al de- Per il futuro a lungo termine, invece, dove ti vedi? Dove vor- butto: penso che possano stare pure loro nelle posizioni che resti arrivare? contano". 35
PIANETI ALLINEATI IN CASA Andrea Adamo HYUNDAI LA I30 N HA ESORDITO NEL MIGLIORE DEI MODI A MARRAKECH NEL NEONATO CAMPIONATO WTCR, VINCENDO DUE DELLE TRE GARE IN PROGRAMMA E INCAMERANDO DUE POLE. A IMPRESSIONARE PIU' DI TUTTI IL 'RAGAZZINO' GABRIELE TARQUINI, GUERRIERO INDOMABILE. ABBIAMO COMMENTATO LA PERFORMANCE DELLE I30 N CON ANDREA ADAMO, CUSTOMER RACING MANAGER HYUNDAI 36
Alessandro Bucci Dopo il debutto positivo nelle fasi finali del campionato TCR internazionale 2017, con le macchine tuttavia non omologate per segnare punti validi nelle sessioni ufficiali, la Hyundai i30 N ha esordito con tutte le carte in regola nel neonato WTCR 2018, nato dalla fusione del WTCC e dal suddetto campionato TCR, il cui interesse da parte del pubblico e degli addetti ai la- vori è cresciuto a vista d'occhio negli ultimi anni. La gara inau- gurale in Marocco ci ha consegnato una Hyundai i 30 N capace di stupire con entrambi i team (BRC e MRacing) , vedendo un Gabriele Tarquini in splendida forma, fermato solamente in gara 2 a causa di un contatto di gara. Andrea Adamo, customer racing manager Hyundai, si è detto soddisfatto per la perfor- mance sfoderata dalle i30 N nel primo atto della stagione ma, al contempo, ha preferito raffreddare i toni in viste dei prossimi round in calendario dal momento che, a detta sua, il campio- nato sarà molto combattuto sino all'ultima gara. 37
Andrea, a Marrakech le Hyundai i30 N sono letteralmente vederlo vincere così. Do per scontato che ha una voglia di vin- volate in qualifica. Quali fattori in particolare hanno per- cere che potrebbe essere trasmessa ai giovanissimi piloti e messo questa performance in entrambe le sessioni? questo forse non è un bene (ride ndr). L'ho sempre visto come "La Hyundai ha tre campioni del mondo e un pilota che ha lot- un vincente e davvero, non mi stupisco di quello che fa. Poi a tato per vincerlo negli ultimi anni e che avrebbero meritato di mente fredda leggo i servizi dei giornalisti e mi rendo conto portarlo a casa. Può contare su due team al top determinati, che abbiamo un 'ragazzino' di 56 anni che potrebbe starsene professionali e capaci, con un parco ingegneri di alto livello. La buono a casa senza dover dimostrare niente e invece è lì, in macchina di base è molto buona, per cui trasformare la i30 N mezzo al gruppo, che dà e pretende il massimo. Fantastico". nella vettura TCR da parte del gruppo di ingegneri di Hyundai MS Customer Racing penso sia stato un processo gestito molto Michelisz è stato decisamente sfortunato nel primo atto. Che bene. L'allineamento dei pianeti ha permesso di ottenere un cosa ha causato lo sganciamento della ruota? prodotto vincente e questo sta accadendo anche in altri cam- "Purtroppo non lo abbiamo ancora capito e quindi abbiamo pionati. In America Bryan Herta ha vinto ad esempio, così come adottato tutte le misure precauzionali affinché questo episodio la Target Racing ha fatto cose molto onorevoli al Nurburgring non si ripeta". e via dicendo. Si sta delineando una stagione ricca di soddisfa- zione per i nostri team clienti e per i piloti che hanno deciso di In gara 2 i vostri alfieri hanno cercato di rimontare quanto impiegare le nostre vetture". più possibile agganciando la quinta piazza con Bjork, mentre Gabriele s'è dovuto arrendere per un contatto di gara. Ri- Il vostro pilota Gabriele Tarquini, veterano di fama interna- percorrendo la corsa, avreste potuto fare qualcosa diversa- zionale, ha vinto magistralmente la sua prima corsa nel WTCR mente? a 56 anni d'età, cogliendo anche la pole nella seconda qua- "Il campionato WTCR, secondo me, premierà la costanza. lifica. Che effetto ti hanno fatto questi risultati e quanto siete Credo che a Macao vincerà il campionato il pilota che magari contenti per la doppietta di gara 1? non avrà vinto tante gare, ma che avrà ottenuto buoni risultati "Gabriele lo conosco dal 1994 e da un lato non mi fa più effetto con costanza. Il tracciato di Marrakech non credo sia molto in- 38
dicativo per trarre dei bilanci, soprattutto perché vi si verificano molti piccoli contatti ed escono tante safety car. Si dice che la calma è la virtù dei forti, ecco, forse un po' di tranquillità in più non sarebbe guastata". Nella terza ed ultima gara marocchina Gabriele ha scritto una pagina di 'storia' del motorsport nostrano, seguito dalle MRacing di Muller e Bjork. Rientrava nelle vostre aspettative un simile risultato? "Sul tracciato marocchino, per via della sua conformazione, non mi sarei aspettato un risultato simile da parte di Hyundai, con- siderando anche gare passate. Tuttavia siamo consci di avere i migliori piloti con un buonissimo pacchetto, per cui non sono nemmeno così tanto sorpreso". Pensi che il tracciato di Budapest si adatterà altrettanto bene alla vostra vettura? "Sarà interessante vedere quel che accadrà. E' una pista con delle signor curve, con delle frenate in appoggio e rettilinei im- portanti, elementi che non attribuirei propriamente alla pista di Marrakech per intenderci. Ne riparleremo tra qualche gara". Quali scuderie e quali piloti temete maggiormente nella sta- gione 2018? "Tutti, davvero. Il BoP e le griglie invertite, per non parlare del sistema di peso che varierà a seconda delle performance, tutti i concorrenti potranno vincere gare nei differenti circuiti previsti in calendario. Con il sangue freddo e la costanza nel marcare punti sarà possibile prevalere sugli altri, stando lontani da lotte stupide per posizioni che non pagano ed evitando di danneg- giare la macchina. Penso che ci saranno circuiti dove l'Alfa tor- nerà competitiva, mi aspetto una pronta risposta ad esempio da parte di un pilota come Gianni Morbidelli o dal team Ferra- ris. In questo tipo di campionato ci sono macchine che soffrono le piste lente e sinuose mentre eccellono in quelle veloci". 39
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