SORPASSI ECCO PROMOSSI E BOCCIATI - n. 392 - Italiaracing

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SORPASSI ECCO PROMOSSI E BOCCIATI - n. 392 - Italiaracing
n.   392
18 aprile 2018

                 SORPASSI
                 ECCO PROMOSSI
                 E BOCCIATI
                 MATTEO BOBBI E NELSON PIQUET
                 CI SVELANO COSA SUCCEDE DAVVERO IN PISTA
SORPASSI ECCO PROMOSSI E BOCCIATI - n. 392 - Italiaracing
Registrazione al tribunale Civile di Bologna
    con il numero 4/06 del 30/04/2003

    www.italiaracing.net

    A cura di:
    Massimo Costa
    Stefano Semeraro
    Marco Minghetti

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    18 maggio 1942 n.1369

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diBaffi
Il graffio

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SORPASSI ECCO PROMOSSI E BOCCIATI - n. 392 - Italiaracing
L’ARTE DEL
    SORPASSO
      MATTEO BOBBI, CAMPIONE IN PISTA
      E ANALISTA RAFFINATO, CI RACCONTA
      CHI SONO I MIGLIORI NELLA MANOVRA
      PIÙ ESALTANTE DELLE GARE, E PERCHÉ.
      MA GUAI A GIUDICARE BELLO UN GP
      SOLO DALLA QUANTITÀ DEI SORPASSI

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SORPASSI ECCO PROMOSSI E BOCCIATI - n. 392 - Italiaracing
Daniel Ricciardo
in lotta con Hamilton
a Shanghai

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Verstappen ed Hamilton
    ruota contro ruota
    a Sepang nel 2017

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«Ricciardo,
bravo e astuto,
è il n.1
Hamilton
il re del corpo
a corpo»
                            di Stefano Semeraro

Campione del mondo GT, test driver in F1, commentatore televisivo per
Sky, istruttore e tutor di giovane piloti: Matteo Bobbi è la persona giusta
per giudicare chi fra gli attuali protagonisti del Circus ha il talento più svi-
luppato per il sorpasso. Sempre che nella F1 di oggi, soffocata dall'aero-
dinamica e dalle strategie, si possano ancora eseguire dei sorpassi
d'autore.
«Il design, la concezione attuale delle monoposto in effetti non agevola i
sorpassi. Abbiamo visto che con le power unit bastano pochi gradi di tem-
peratura in più o in meno ad abbassare le performance. Sono oggetti
molto complessi, pensati per funzionare essenzialmente in regime di aria
pulita, mentre se vuoi sorpassare forzatamente c'è un momento in cui ti
trovi nell'aria sporca. Pensiamo all'evacuazione del calore degli scarichi,
alla tanta aerodinamica – ala anteriore, fondo, estrattori, ala posteriore...
- che provoca vortici e turbolenze. Questo abbassa anche il punto di carico
verticale, altro elemento che non aiuta chi deve sorpassare. Il dato posi-
tivo di quest'anno è che la Pirelli ha prodotto tutte gomme utilizzabili.
L'anno scorso le gomme dure non le usava nessuno, quest'anno si è sca-
lato verso il basso ed ecco dunque che sono possibili diverse strategie,
di conseguenza è possibile trovare in contemporanea piloti che montano
mescole diverse e si trovano in condizioni diverse, un aspetto che favori-
sce i tentativi di sorpasso».

Secondo Christian Horner, che ovviamente è di parte, e Nico Rosberg,
che guarda le cose con maggiore distacco, i due veri specialisti del sor-
passo sono Ricciardo e Verstappen. Sei d'accordo?
«Sì. Ricciardo è in assoluto quello che sa giudicare meglio il momento in
cui portare l'attacco. Quando inizia un tentativo quasi sempre lo porta a
termine, e non mi ricordo episodi in cui abbia provocato un contatto. Il
suo timing insomma è perfetto, una dote spiccata, e attenzione che non
si tratta solo di frenare tardi: quello lo fanno tutti. Lui non arriva mai lungo,
sa modulare la frenata, inoltre al contrario di molti altri che “si fanno ve-
dere” negli specchietti lui fino all'ultimo rimane coperto, spesso nascosto
nell'angolo cieco dei retrovisori, non dando modo all'avversario di preve-
dere la mossa e quindi di difendersi, di chiudere la porta. Mi impressiona
una sua statistica: nelle gare che ha vinto non è mai partito fra i primi sei».

Verstappen paga l'inesperienza?
«Max è un pilota fantastico, non ha mai paura di provarci, solo che a dif-
ferenza del suo compagno di squadra spesso sceglie il tempo in maniera
completamente sbagliata. Prendiamo il caso del duello con Hamilton: che
senso aveva tentare di passare Lewis all'esterno in una curva che si fa in
quinta? Bello per la tv, certo, ma quante possibilità aveva di portare a ter-
mine la manovra? Senza contare che in quel momento girava molto più
veloce di Hamilton e di Vettel, era virtualmente il vincitore del GP».

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Hamilton, appunto: lo mettiamo sul podio dei sorpassi?
    «Lui è soprattutto forte nel 'corpo a corpo'. E' un pilota fisico, deve sentire
    il contatto con l'avversario. In passato gliene abbiamo visti fare tanti – ne
    ricordo uno contro Rosberg alla prima curva di Austin... - il problema è
    che oggi con la macchina che si ritrova, gli capita raramente. In Bahrain
    l'abbiamo visto passare tre avversari in un colpo, ma era in zona Drs, e
    quindi per me non conta molto».

    Vettel ha uno stile decisamente diverso...
    «Sebastian è uno che non butta mai via un sorpasso, è molto efficiente.
    Ha dimostrato di saper fare delle belle rimonte, il suo stile è forse meno
    appariscente ma sicuramente molto proficuo».

    Manca forse all'appello il nome di Alonso?
    «Certamente. Fernando come Ricciardo è bravissimo nell'intuire il mo-
    mento migliore per piazzare il sorpasso. La McLaren quest'anno non ha
    una grande velocità di punta, ma se ci fate caso i suoi primi giri sono sem-
    pre straordinari. E' stato molto bravo anche a Indy, gli ho visto fare dei
    sorpassi a tre che per un 'rookie' non sono affatto banali».

    Veniamo alle note più dolenti: Raikkonen e Bottas.
    «A Raikkonen ultimamente non ho visto fare grandi cose, andava meglio
    ai tempi della McLaren. Bottas è veloce, ma non è aggressivo, anche do-
    menica scorsa non è riuscito veramente ad incalzare Vettel. Come anche
    Kimi è forte quando si trova davanti, ma fatica quando si tratta di risa-
    lire».

 «Sebastian è
 uno che non butta
 mai via un sorpasso.
 Il suo stile è forse
 meno appariscente
 ma sicuramente
 molto proficuo»

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Terminata l'analisi, una questione generale: ma è proprio vero che la
                                 bellezza di un GP si giudica dal numero dei sorpassi?
                                 «Per me l'equazione più sorpassi = più spettacolo, non regge. Anche
                                 perché preferisco vederne tre belli che 87 con il Drs. Tutti ci ricordiamo
                                 i duelli degli anni '80 e '90, ma non è che Prost e Senna si superassero
                                 90 volte a gara. L'evoluzione delle macchine poi non porterà certo ad
                                 avere più sorpassi. Per me l'importante è che ci siano più duelli, che le
                                 macchine siano vicine. Il problema vero era quando la Mercedes dava
                                 due giri a tutti».

                                 Tu quindi non cambieresti nulla?
                                 «Una cosa che secondo me Liberty Media sta trascurando è l'importanza
                                 della stabilità. Se cambi regole ogni tre anni fatalmente sarà solo un
                                 team ad imporsi, lasciando le cose come stanno invece dai una chance
                                 a tanti di prendere confidenza, programmarsi. Oggi in fondo abbiamo
                                 tre scuderie, cioè sei piloti, che si danno battaglia: non è poco. E poi
                                 cambiare per che cosa? L'unica cosa sarebbe introdurre i customer
                                 team, come nelle moto, dove il sistema funziona. In questo modo si dà
                                 la possibilità ai grandi di vendere un 'pacchetto' e ai piccoli di acquistarlo
                                 limitando i costi, ma con la certezza di avere prestazioni di buon livello.
                                 Poi cambierei la regola che penalizza il pilota se si rompe il cambio o il
                                 motore: è un assurdo e va contro lo spettacolo. Una penalizzazione è
                                 giusta, altrimenti ci sarebbe la gara a cambiare tutto sempre, ma a pa-
                                 gare deve essere il team nella classifica costruttori».

                                 Piquet: «La F1 di oggi?
                                 Una c...ta pazzesca!
                                 Mi piace Verstappen,
                                 serve uno folle come lui»
                                 Se fossimo in un film di Fantozzi, molti fra i nostalgici delle gare anni '80
                                 si alzerebbero in piedi e gli tributerebbero un applauso di 90 minuti. Sì,
                                 perché per Nelson Piquet, l'indimenticato tri-campeon brasiliano di F1,
                                 il Circus di oggi è come la Corazzata Potëmkin. Ecco il Piquet pensiero
                                 come lo abbiamo raccolto nel paddock dei testi Gp3 di Barcellona.
                                 «Il fatto è che la Formula 1 è diventata una c...ta pazzesca», esordisce
                                 come sua abitudine senza peli sulla lingua l'ex driver della Brabham. «La
                                 cosa peggiore è che per superare devi spingere un pulsante che fa salire
                                 l'alettone: la c...ta più grande. Le macchine mi sembrano tutte uguali, e
                                 già questo è sbagliato. Poi c'è tutta la faccenda delle turbolenze, del-
                                 l'aerodinamica che ti impedisce di sorpassare. Purtroppo le regole le
                                 scrivono gli ingegneri che si siedono ad un tavolo, ma le scrivono male.
                                 Sorpassare oggi è la cosa più facile che c'è oppure la più difficile: di-
                                 pende dalla pista». E così difficile capire i valori in ballo? O si può dire
                                 davvero che oggi Ricciardo è il migliore? «Dipende dalla macchina che
                                 hai davanti, e dalle gomme. Sono le strategie che fanno la differenza,
                                 che determinano chi in quel momento può sorpassare. I piloti per me
                                 sono tutti bravi. Io son un fan di Vettel, ma prendi i primi cinque o sei e
                                 vanno tutti bene. Il problema, ripeto, sono i regolamenti, perché oggi
                                 non vedo più sorpassi veri, quelli in cui prendi la scia e piazzi la staccata.
                                 Anche il sorpasso di Ricciardo su Hamilton: c'è riuscito perché aveva le
Fernando Alonso                  gomme diverse e più fresche. Facile, così...». Per Nelson, infine, l'ir-
alle spalle di Nico Hulkenberg   ruenza di Verstappen è un male di gioventù: «ha valore, deve solo im-
ed Esteban Ocon                  parare. Poi in F1 c'è bisogno di uno che fa quelle pazzie...».

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CHI AMA
     KIMI?
      NELL’ANNO IN CUI LA FERRARI
      SEMBRA AVERE LA MACCHINA GIUSTA,
      COMINCIA A PROFILARSI ALL’ORIZZONTE
      UN PROBLEMA RAIKKONEN
      SEMPRE PIÙ INFASTIDITO DALL’ESSERE
      TRATTATO SOLO DA SCUDIERO DI VETTEL

                    Stefano Semeraro

      «Visto come trattano Kimi alla Ferrari, forse
      Ricciardo è contento di stare con noi...». La
      battutina al curaro è di Christian Horner, team
      principal della Red Bull. Il campionato è ap-
      pena iniziato ma come nel calcio ormai anche
      in F1 è sempre mercato piloti e l'anello debole
      sembra essere, senza colpe, Kimi Raikkonen.
      Ha 38 anni, l'anno prossimo – sostengono tutti
      – toglierà il disturbo, secondo i più caustici è
      un sedile vuoto che corre..

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L’aggressiva partenza
     di Vettel a Shanghai.
     Manovra che non è affatto piaciuta
     al compagno Raikkonen

                                    Peccato che non sia così. Kimi in queste prime gare ha dimo-
                                    strato di essere tutt'altro che bollito. In gara, a Melbourne, a
                                    rovinargli la festa era stata solo la Virtual Safety Car. Sentiva
                                    di poter vincere, e quando ha sospettato una strategia pena-
                                    lizzante rispetto al compagno si era fatto sentire via radio
                                    senza risparmiare sui decibel («Non f....i così!»). In Bahrain Seb
                                    gli ha soffiato la pole di un nulla solo all'ultimo tentativo, ma
                                    è rimasto impressionato dalla velocità del 'vecchietto”, che a
                                    Shanghai gli è rimasto dietro di appena 87 millesimi. Ma che

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nella partenza della gara ha dovuto subire l'aggressività del       E' abbastanza ovvio che a Maranello puntino più su Vettel, sta
“bullo” Vettel, che ha tagliato la traiettoria come del resto gli   nella natura delle cose, guai però a considerarlo solo uno scu-
consente il regolamento e come usava fare anche lo Schumi           diero di lusso, ad umiliare il suo orgoglio da ex campione del
degli anni d'oro. «Se non avessi alzato il piede sarebbe stato      mondo: l'ultimo a farcela con una Rossa. Kimi è scontento, lo
un problema», ha sibilato Raikkonen, facendo accendere a            si avverte, lo si legge neanche troppo fra le righe nelle sue di-
tutti la lucina corrispondente al GP di Singapore dello stesso      chiarazioni, e un Kimi senza motivazioni o con troppa rabbia
anno.                                                               non serve davvero alla Ferrari, né a Vettel. Nel primo caso per-
«Come va la macchina? Molto bene, sono contento. Ma sarei           ché non sarebbe utile nel gioco di squadra che è spesso fon-
anche più contento se avessi raccolto più punti. In fondo è per     damentale per togliere punti agli avversari; nel secondo perché
quello che tutti siamo qui». Kimi non è uno che le manda a dire,    potrebbe decidere di correre solo per se stesso, infischiando-
e sul fatto che quest'anno possa dire la sua non ha voglia di       sene del resto.
scherzare. Quando in Australia Hamilton ha provato a fare il        In entrambi i casi, non una soluzione ideale per Maranello, che
piacione (ricordate la battuta sul fatto che “Kimi festeggia co-    quest'anno sembra finalmente avere a disposizione la macchina
munque”?), lo ha ignorato senza neanche increspare un mu-           giusta per dare l'assalto al sospirato Mondiale. Ma che deve
scolo del viso.                                                     badare a non disperdere il suo ricchissimo capitale umano.

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RED BULL
     CHE
     ASPETTI?
  INSPIEGABILMENTE IL TEAM DI HORNER NON SI DECIDE
  A RINNOVARE IL CONTRATTO A RICCIARDO, BRILLANTE
  VINCITORE DEL GP DI SHANGHAI, E NELLO STESSO TEMPO
  IL PILOTA AUSTRALIANO ATTENDE DI VEDERE
  COME SI MUOVONO MERCEDES E FERRARI CON I DUE PILOTI
  FINLANDESI IN SCADENZA DI CONTRATTO

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Jacopo Rubino                                 una manovra da applausi. Una delle sue. E si è involato verso
                                                                            il traguardo, conquistando di prepotenza la ribalta mentre Ver-
     «Sul podio ero quasi in lacrime», lo ha confessato. Non ce lo          stappen è tornato nell'occhio del ciclone per l'ennesimo pata-
     aspettavamo da parte di Daniel Ricciardo, uno che ha il sorriso        trac. La fortuna avuta con la neutralizzazione, insomma, Daniel
     in faccia stampato quasi perennemente, ma dà la misura del-            ha saputo onorarla più che degnamente. «È stato perfetto»,
     l'altalena di emozioni che ha attraversato nello spazio di sette       ha confermato il temuto consulente Helmut Marko alla tv au-
     giorni. In Bahrain, ritirato dopo un paio di giri con la vettura       striaca ORF, tirando invece le orecchie al pupillo Verstappen:
     ammutolita, aveva pronunciato una frase da inserire nell'anto-         «Troppo impetuoso».
     logia della Formula 1: «Questo sport a volte è brutale, può
     spezzarti il cuore». Ma sa anche restituire. In Cina il pilota della
     Red Bull si è trovato catapultato a festeggiare il sesto successo
                                                                            Eppure Ricciardo non ha
     della carriera, arrivato nel solito modo: imprevedibile, ed emo-       un contratto per il 2019
     zionante.
                                                                            Nasce qui il paradosso che sta vivendo Ricciardo: è uno dei ta-
                                                                            lenti più apprezzati del Circus, probabilmente il numero uno
     La qualifica in extremis                                               nei duelli, ma attende un contratto per l'anno prossimo. La Red
     e la svolta di domenica                                                Bull ha preferito temporeggiare, mentre da mesi ha già blin-
                                                                            dato Verstappen fino alla fine del 2020. Eppure, alla soglia delle
     A Shanghai l'australiano ha rischiato persino di saltare la qua-       29 primavere, "Dan" è nel pieno della maturità agonistica e
     lifica, dopo i guai del propulsore Renault nella FP3 e un mira-        avrebbe diritto a un volante per giocarsi il titolo. Tanti lo so-
     colo dei suoi meccanici. Domenica la sorte ha però deciso di           gnano in Ferrari per il dopo-Raikkonen, per le sue doti alla
     dargli una mano. La safety-car intervenuta per il contatto fra-        guida e per quelle umane, ma il suo attuale team principal Chri-
     tricida fra le Toro Rosso ha infatti permesso al muretto Red Bull      stian Horner marca il territorio: «Credo che sia felice dov'è. Se
     di calare il jolly: chiamare di fretta ai box i suoi portacolori per   continueremo a dargli una macchina sempre all'altezza, perché
     montare le gomme soft con cui affrontare l'ultima porzione del         dovrebbe andare altrove? È un ottimo professionista e penso
     Gran Premio. Quello è stato il punto di svolta. Ricciardo ha do-       sia al suo apice da due stagioni, in realtà. È sia esperto che ve-
     vuto accodarsi all'auto gemella di Max Verstappen per la sosta,        loce, un'ottima combinazione. Paragonato a Max, che è ancora
     poi l'olandese ha pasticciato nell'attacco su Lewis Hamilton e         molto giovane, Daniel è in una fase diversa della carriera». A
     il ragazzone di Perth ha avuto strada libera per sfoderare il suo      consigliargli un'avventura a Maranello è invece l'ex collega
     repertorio: con freddezza, lui sì, ha infilato al primo colpo il       Nico Rosberg: «Fossi in lui passerei in Ferrari. Al momento è la
     campione in carica, poi Sebastian Vettel, poi Valtteri Bottas con      vettura più forte, e sa di poter battere Sebastian». Il riferimento
                                                                            va al 2014, in cui l'australiano, appena promosso in Red Bull,
                                                                            seppe regolare il tedesco ad armi pari. Di indiscrezioni su un
                                                                            futuro in rosso ne sono già circolate parecchie, i diretti interes-
                                                                            sati però hanno sempre smentito. O non hanno commentato.

                                                                            Dopo il sabato
                                                                            non sperava di vincere
                                                                            Intanto, c'è una fresca impresa da godersi. «È stato divertente,
                                                                            divertentissimo. Per dove eravamo sabato, non ci speravo. È
                                                                            un grosso riconoscimento ai meccanici e agli ingegneri, questo
                                                                            risultato lo meritano: non solo per i pit-stop e la strategia, ma
                                                                            per avermi consentito di uscire in qualifica. Per questo ho po-
                                                                            tuto lottare per vincere. Devono essere orgogliosii», ha sotto-
                                                                            lineato Daniel da uomo-squadra. Non a caso la Red Bull ha
                                                                            voluto mandare sul podio Chris Gent, il suo capomeccanico. E
                                                                            sotto al casco, cosa pensava? «Alla partenza credevo di poter
                                                                            puntare al podio, ma non mi aspettavo certo un successo: ho
                                                                            capito che avevamo una chance soltanto dopo la safety-car.
                                                                            Quando ho sentito odore di vittoria, non ho voluto farmela
                                                                            sfuggire». Del resto, non lo ha mai fatto.

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I precedenti:                                                  Hulkenberg. «Non vinco mai gare noiose», ha ribadito
                                                                 dopo Shanghai. È diventato un marchio di fabbrica.
  mai vittorie noiose
     Basti ricordare come Ricciardo si sia preso i cinque        Una vittoria importante
     precedenti trionfi. Il primo, a Montreal nel 2014, dopo
     la battuta d'arresto delle dominanti Mercedes e una
                                                                 per il 2018 e per il futuro
     staccata fenomenale a Sergio Perez. Poi a Budapest,         Quella cinese sembra comunque la vittoria più signi-
     con una prestazione capolavoro sul bagnato, e a Spa,        ficativa di Daniel in Formula 1. C'entra la questione
     approfittando delle scintille tra le Frecce d'Argento.      contrattuale, visto che potrebbe alzarsi il suo valore
     Quindi una lunga attesa, fino a Sepang 2016: in fumo        di mercato, ma anche averla ottenuta appena al terzo
     il motore di Hamilton, Daniel tenne a bada il minac-        round in calendario. Una novità, dato che fino ad ora
     cioso compagno Verstappen, nonostante avesse                gli era capitato di imporsi quando era ormai troppo
     pneumatici più freschi. Per non parlare dell'incredibile    tardi, se non totalmente escluso, sognare di ambire al
     rimonta del 2017 a Baku: a muro in Q3, precipitato in       Mondiale. Questa volta è diverso, ma molto, quasi
     fondo per un problema tecnico nelle fasi iniziali, a        tutto, dipende dalla competitività della Red Bull: la
     testa bassa ha scalato il gruppo districandosi fra le sa-   RB14 sarà condannata a rimanere terza forza, limitata
     fety-car e tirando fuori dal cilindro un pazzesco triplo    a pochi exploit nelle giornate giuste, o sarà una vera
     sorpasso su Nico Hulkenberg, Felipe Massa e Nico            pretendente al trono?

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QUANDO
     HAMILTON
     SI PERDE
  IL CAMPIONE DEL MONDO SEMBRA AVER SOFFERTO
  OLTRE MODO IL BRILLANTE INIZIO DI VETTEL E
  NELLE ULTIME DUE QUALIFICHE È ANCHE STATO
  BATTUTO DAL COMPAGNO DI SQUADRA BOTTAS.
  COSA STA ACCADENDO AL PILOTA MERCEDES?

                       Massimo Costa                           pare essere quella di trovare la giusta finestra per
                                                               far lavorare al meglio gli pneumatici. Un problema
     Nico Rosberg, che dopo averlo avuto come com-             che già lo aveva afflitto lo scorso campionato pro-
     pagno di squadra per diversi anni ed averci com-          prio nelle prime corse. Domenica a Shanghai si è
     battuto in pista e a parole, conosce Lewis                trovato in difficoltà con le Pirelli medie fin da su-
     Hamilton meglio di chiunque altro. Nico ha già ca-        bito, cosa che però non ha sfiorato minimamente
     pito tutto dell’attuale situazione di momentanea          Bottas, che pure aveva gli stessi pneumatici. Ed è
     crisi del pilota inglese. Quando lo batteva, gli sof-     anche questo che manda in confusione Hamilton.
     fiava le pole, Lewis metteva il broncio, si eclissava     Quel Valtteri glaciale che a Melbourne pareva già
     e ricorreva a trucchetti psicologici a volte infantili,   morto sportivamente parlando, da due gare è ri-
     a volte cattivi, che hanno finito col mandare in tilt     sorto con una efficacia travolgente superando i
     lo stesso Rosberg ritiratosi dalla F1 praticamente        problemi che affliggono il campione del mondo:
     per esaurimento. Ma con la medaglia al petto di           “Venerdì era andato tutto bene, poi improvvisa-
     avergli soffiato un campionato del mondo. In que-         mente dalla qualifica tutto è andato storto. Non
     sto momento, però, Hamilton sembra proprio in             avevo più la velocità solita ed ho dovuto lottare
     una fase di smarrimento tale da non avere nean-           con la macchina. Abbiamo perso la performance,
     che la forza di metterla sulla psicologia perché          ma non mi lascio andare di testa perché so che ci
     Vettel, a differenza di Rosberg, è uno tosto, è uno       aspetta una dura battaglia per risalire e tornare al
     che gli ride in faccia quando solo accenna a tra-         mio livello abituale prima di perdere ulteriori
     scinarlo sul suo campo, oppure lo manda serena-           punti. Poteva anche andare peggio a Shanghai,
     mente a quel paese, come accaduto dopo Baku               Verstappen mi ha fatto un favore…”, è l’analisi
     un anno fa. La difficoltà di Hamilton in questa fase      secca di Hamilton.

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La pole di Melbourne
     è già un ricordo?
     Certo è che quella stratosferica pole ottenuta a Mel-
     bourne sembra già parte di un passato lontano, una vi-
     sione astrale. L’Hamilton che a Sakhir in qualifica ha
     chiuso quarto senza alcun guizzo, poi sì, in gara ha rimon-
     tato ma che fatica, l’Hamilton che in Cina sembrava un
     collaudatore capitato sulla Mercedes al posto del pilota
     ufficiale magari indisposto, è quell’Hamilton che ha se-
     gnato quella pole in Australia e ha disputato un 2017 da
     urlo? E’ proprio lui? Pare proprio di sì. E quasi non ci
     crede neanche Lewis. Lo vedi nel paddock che gira
     mesto, più assente del solito, nascosto sotto il cappuccio
     della felpa, dietro a occhiali scuri anche se le nuvole nere
     coprono il sole. Una specie di UFO alla ricerca di risposte,
     ma che per il momento non riesce a trovare. Bofonchia
     cose confuse Hamilton, dice che gli pare strano che la
     Ferrari sia veloce anche con il freddo, come se ci fosse
     una regola in tal senso. Sente via radio che Bottas da due
     gare lotta per la vittoria e lui manco lo vede in pista da
     tanto che gli è distante. Una situazione surreale che lo
     travolge. Perché Hamilton è così, quando qualcosa inizia
     ad andare storto, spesso fatica a recuperare la tranquil-
     lità. Quando qualcuno si dimostra più veloce, rischia di
     andare in confusione. E quel Vettel che gli sbatte in faccia
     due pole consecutive e lo frega a Melbourne di una vit-
     toria che aveva già in tasca, non lo fa dormire la notte. A
     Shanghai ha dovuto sopportare di essere ancora una
     volta più lento di Bottas in qualifica, e in gara non si è
     mai acceso. Giusto una reazione di orgoglio quando Ver-
     stappen lo ha stuzzicato, ma nulla di più. Il bollettino
     corse parla di un secondo, un terzo, un quarto posto, un
     trend da gambero. Chiaramente non potrà andare sem-
     pre così, il risveglio può avvenire da un momento all’altro
     e quando si verificherà farà molto male ai suoi avversari
     tradizionali. Ma per ora, ci dobbiamo prendere questo
     Hamilton un po’ svanito.

24
25
IL 3D DELLA
     FORMULA 1
  LA TECNOLOGIA IN F1 NON È SOLTANTO QUELLA
  CHE VEDIAMO DIRETTAMENTE SULLE VETTURE,
  MA ANCHE QUELLA CHE RIGUARDA LA LORO
  PRODUZIONE: NEL CIRCUS LA NUOVA FRONTIERA
  È LA STAMPA 3D DELLE COMPONENTI.
  IN GRADO DI PORTARE A SCENARI
  QUASI FANTASCIENTIFICI

26
Jacopo Rubino

C'è lo sviluppo delle vetture, e c'è lo sviluppo di come le vetture sono co-
struite. Il fascino della Formula 1 e del motorsport in generale è fatto anche
di aspetti dietro le quinte, lontani dalle battaglie in pista ma non meno im-
portanti. Per i team, la frontiera da esplorare è lo stampaggio 3D: in sintesi,
la realizzazione di oggetti tridimensionali attraverso la produzione additiva,
ossia l'unione di vari strati di materiale per arrivare alla forma prevista. Un
paradigma opposto alla cosiddetta produzione sottrattiva, quella classica,
in cui si ottiene un oggetto eliminando materia prima. In Sauber questa tec-
nica ha cominciato ad essere sfruttata oltre dieci anni fa su materiali plastici.
Dal 2017, però, la compagine svizzera ha voluto compiere uno step ulteriore
attraverso la partnership con l'olandese Additive Industries: a novembre
nella sede di Hinwil è stato inaugurato il MetalFAB1, macchinario che per-
mette di trattare anche i metalli. Portando notevoli progressi lungo la ca-
tena che ha condotto alla nascita della C37, guidata sui circuiti del Mondiale
da Marcus Ericsson e Charles Leclerc.

                                                                                    27
Si comincia
  dalla galleria del vento
     «In Sauber, la tecnica di stampaggio 3D è innanzitutto usata
     per il modello in scala nella galleria del vento. Ad esempio, per
     l'ala anteriore. Quelle presenti sulle monoposto di oggi sono
     opere d'arte, con un design complesso e numerosi dettagli.
     Ciò rende difficile creare la loro riproduzione in scala ed è fon-
     damentale che sia accurata, come la vettura vera e propria»,
     spiega Christoph Hansen, responsabile della produzione de-
     stinata alla galleria del vento. «Prima che esistesse la stampa
     3D, le ali erano lavorate in modo convenzionale. Con questa
     tecnologia, invece, i modellini adottano parti stampate sia in
     metallo che in plastica, ultimate in minor tempo. Quando la pla-
     stica non è resistente a sufficienza per sopportare le sollecita-
     zioni dei test aerodinamici, è comunque molto più semplice di
     prima produrre lo stesso particolare in metallo. Questo mi-
     gliora la ripetibilità dei collaudi, e la loro qualità. Abbiamo li-
     bertà nel design e non ci sono vincoli nella geometria:
     possiamo finalizzarle in una singola fase».

  Il rollbar della Sauber
  prodotto con la stampa 3D
     Anche la monoposto "1:1", quella che vediamo in griglia di par-
     tenza, beneficia della stampa 3D: un caso di studio è la strut-
     tura del rollbar, realizzata mediante la sinterizzazione laser che
     trasforma un materiale grezzo, allo stato di polvere, in qualcosa
     di solido e indivisibile. «Con questo metodo siamo più liberi,
     non bisogna adeguare la progettazione ai limiti dei macchinari.
     Sono diventate possibili nuove forme adatte ai nostri bisogni,
     abbiamo ridotto il peso del rollbar in modo considerevole e
     abbiamo potuto accelerare il tempo di produzione del 20 o 25
     per cento. Assieme, c'è un importante guadagno sulla filiera
     dei fornitori», illustra il parmense Ettore Di Domenico, a capo
     del dipartimento di calcolo. Si può dire che la stampa 3D abbia
     riscritto le regole: «In precedenza, realizzavamo i rollbar par-
     tendo blocchi di alluminio. Normalmente, l'intervallo per ordi-
     nare e ricevere questi blocchi era di sei mesi. In più,
     cambiavano fra loro a livello di resistenza, per via del diverso
     trattamento termico a cui erano stati sottoposti: dovevamo
     quindi ordinare materiale in sovrannumero, e verificare che
     ogni blocco avesse proprietà meccaniche sufficienti a garantire
     gli standard di sicurezza. A confronto, i materiali richiesti per
     la produzione additiva sono molto più facili da acquistare, e
     sempre disponibili». Si scopre persino un risvolto ecologico,
     degno di nota quanto lo è la ricerca sui consumi delle power
     unit ibride: «La polvere di alluminio è più resistente e ha una
     qualità costante. Questo aumenta l'efficienza, diminuisce gli
     scarti e porta a una produzione più rispettosa dell'ambiente:
     oggi ci serve solo la polvere minima necessaria per stampare
     la componente finale. Rispetto alla fresatura, possiamo dire di
     aver ridotto gli sprechi del 90 per cento».

28
Sotto,
il MetalFAB1,
macchinario
che permette di
trattare anche i
metalli.
In Sauber
è stato
inaugurato nel
novembre
scorso grazie
all’accordo
con
l'olandese
Additive
Industries

                   29
Sopra, la McLaren in gara.
     Sotto, vari componenti della vettura inglese

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In McLaren un pezzo
pronto anche in poche ore
La McLaren collabora invece con l'americana Stratasys, leader globale
del settore. «Aumentando la quota di componenti realizzati in 3D, stiamo
abbassando i tempi e stiamo incrementando la complessità delle parti»,
conferma il direttore tecnico Neil Oatley. La scuderia di Woking, per
quanto riguarda la MCL32 schierata nel 2017, ha raccontato di alcune
applicazioni pratiche: un supporto del sistema idraulico, stampato in 3D
in fibra di carbonio rinforzata con nylon, poteva essere pronto in quattro
ore contro le due settimane di prima. Per un flap aggiuntivo dell'ala po-
steriore sono serviti tre giorni, e con la stampa 3D si è arrivati a creare
anche i condotti per il raffreddamento dei freni. Dotati di una superficie
interna più levigata, a vantaggio del flusso d'aria e delle prestazioni. Op-
pure, si possono risolvere piccoli problemi: un nuovo sistema a due vie
di comunicazione e scambio dati aveva bisogno di un cavo dedicato, che
poteva essere però fonte di distrazione per Fernando Alonso e Stoffel
Vandoorne nell'abitacolo. L'attacco dei fili è stato quindi prodotto in un
materiale elastico, in appena due ore per essere usato nel Gran Premio
d'Australia.

Resta la tecnologia tradizionale
ma il 3D è ormai persino in pista
Bisogna comunque essere precisi: non è ancora immaginabile una mo-
noposto costruita totalmente attraverso la stampa 3D. «Non sostituisce
la fresatura, è una tecnologia aggiuntiva complementare all'intera pro-
duzione», chiarisce Hansen della Sauber. «Parti diverse richiedono tipi di
lavorazione diversa, continuano a servirci entrambe le metodologie». Ma
intanto possono essere pressoché annullate le distanze tra fabbrica e cir-
cuito. Come? Producendo pezzi direttamente sui campi di gara. La McLa-
ren, nello specifico, dallo scorso anno porta una stampante 3D sulle piste.
«Introdurre nuove componenti in anticipo, passando in pochi giorni dal-
l'idea al concreto, è un fattore chiave nel diventare più competitivi», ha
rimarcato Oatley. Chissà che a breve non diventino preistoria i membri
dei team trasformati in "corrieri", per trasportare via aereo o via camion
i ricambi urgenti. In pochi secondi, gli ingegneri impegnati ai Gran Premi
potrebbero ricevere dalla sede i file con i disegni e le matematiche ri-
chieste. Avviata la stampa 3D, i piloti avrebbero le novità già montate
per la sessione successiva. Incredibile, vero? Ma è semplicemente l'evo-
luzione della F1.

                                                                           31
32
SECONDO
GIRO
SCATTA DOMENICA AD ADRIA IL CAMPIONATO
ITALIANO DI F4. TRA I PROTAGONISTI, DELL’ACCIO
CHE DOPO UN 2017 IN CUI HA MATURATO
ESPERIENZA, QUEST’ANNO CON LA CRAM VA ALLA
RICERCA DEI PRIMI SIGNIFICATIVI RISULTATI

                               Jacopo Rubino

Per certi versi, si può dire che la stagione 2018 di Andrea Dell'Accio sia co-
minciata già lo scorso anno: passando in corsa alla Cram, il giovane pilota
napoletano ha potuto anticipare la scoperta del team con cui affronterà nuo-
vamente l'Italian F4 Championship. Questa volta non più da esordiente, con
il bisogno di prendere le misure alla serie tricolore dopo la gavetta nel kar-
ting, ma con la voglia di scalare la classifica e metter giù le basi per il pro-
seguimento della sua carriera. La tappa inaugurale di Adria è ormai alle
porte e Italiaracing ha intervistato Dell'Accio per raccogliere le sue impres-
sioni.

                                                                                   33
Andrea Dell’Accio
      a Monza nel 2017
      con la Tatuus F4
      del team Cram

     Andrea, con che spirito affronterai il campionato di Formula           dremo, cosa che nel 2017 mi è mancata, ho grande conoscenza
     4 che sta per iniziare?                                                della macchina, quindi più fiducia al volante e nelle mie abilità,
     "Mi avvicino sapendo di conoscere tutto ciò che è necessario:          e un ottimo team alle spalle. Ci sono tutti gli elementi per poter
     la categoria, le vetture, le piste. Il mio desiderio principale è di   essere competitivo".
     dar vita a un buon inizio di stagione e di fare progressi gara
     dopo gara. Le sensazioni sono positive, non vedo decisamente           Il team, dicevi. Ora sei con la Cram, compagine storica nel
     l'ora di entrare in azione ad Adria".                                  panorama delle monoposto. Come ti trovi qui?
                                                                            "Mi sono sentito subito a mio agio. Sono passato alla Cram
     Come ti sei preparato in queste lunghe settimane?                      quando mancavano due round alla fine dello campionato 2017,
     "Ho trascorso senza dubbio molto tempo in palestra, assieme            quelli del Mugello e di Monza, ed il rapporto venuto a crearsi
     a qualche test in pista sfruttando le occasioni consentite: ad         è stato ottimo. Per questo abbiamo deciso di continuare in-
     esempio nella stessa Adria e a Le Castellet in Francia, dove cor-      sieme. Si tratta di una scuderia formata da gente capace e, ov-
     reremo la seconda tappa in calendario. Per la preparazione fi-         viamente, una ricca storia: con loro sono cresciuti un sacco di
     sica, inoltre, da quest'anno sono seguito dallo staff di Formula       piloti, anche arrivati in Formula 1, o che hanno comunque ot-
     Medicine. Mi sono allenato quasi tutti i giorni, dividendomi con       tenuto grandi risultati".
     lo studio. Insomma, ho fatto il massimo".
                                                                            Piccolo sguardo indietro: come riassumi il tuo 2017?
     Sarà la tua seconda stagione, non più da "rookie". Ora hai             "È stato principalmente un anno in cui dovevo accumulare
     maggiori responsabilità?                                               tanta esperienza, paradossalmente è iniziato persino troppo
     "Sì, ma mi sento principalmente più maturo, sia a livello di           bene con il secondo posto a Misano fra i rookies. Ma più in
     guida che mentalmente, nel modo in cui potrò gestire le gare.          generale il bilancio è stato positivo. E se devo scegliere un
     Per questo motivo credo di poter fare molto meglio rispetto            momento da ricordare, direi senza dubbio quello dell'esor-
     all'anno scorso. Come detto conoscerò tutti i circuiti dove an-        dio".

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Tu sei stato fra i membri della mitica Scuola Morrogh. Pensi        "Preferisco ragionare anno per anno. Il mio obiettivo ovvia-
che questo ti abbia dato un vantaggio rispetto ai tuoi colle-       mente è la Formula 1, ma so che si tratta di un cammino
ghi?                                                                lungo e difficile. Vediamo cosa succederà. Nel 2019 magari
"La Scuola Morrogh è fatta di persone con grande esperienza         potrei fare il salto in Formula 3, e poi puntare a qualche
nel settore, ma più in generale si impara sul serio facendo chi-    serie superiore. Più in generale, comunque, voglio rimanere
lometri: al di fuori del box, degli ingegneri che ti assistono,     coinvolto in questo ambiente, voglio restare nel mondo
serve cimentarsi in test e gare".                                   delle corse".

Chi c'è al tuo fianco sui circuiti?                                 Cosa ne pensi della campionato italiano di Formula 4, aven-
"A seguirmi sempre è la mia famiglia, ovunque andiamo siamo         dolo già vissuto?
in quattro: io, mio padre, mia madre e mia sorella. Grazie a loro   "È ben organizzato, ottimo per muovere i primi passi nell'au-
ho sempre un grande supporto, mi danno la carica ma senza           tomobilismo e per provare a mettersi in mostra. Anche fra pi-
mettermi pressione. Mi fanno sentire tranquillo. E inoltre ho       loti ci conosciamo tutti e ci stimiamo: in pista ovviamente c'è
numerosi sponsor che mi aiutano in questo percorso, in parti-       battaglia, ma fa parte del gioco. È un bell'ambiente".
colare Adriano Scarpati con la sua Motum. Abbiamo appena
raggiunto un accordo e sono molto contento".                        Hai già un'idea della griglia di quest'anno, degli avversari
                                                                    che ti aspettano?
Quali sono quindi i traguardi fissati per questo 2018?              "Penso che chiunque possa rivelarsi temibile, se siamo qui è
"L'obiettivo è stare nella top 10 in tutte le gare, e magari ten-   perché lottiamo tutti per lo stesso obiettivo. Molti saranno al
tare di fare un passo in più per provare a lottare con i primi".    secondo anno, come me, quindi potranno contare su un po' di
                                                                    esperienza in più, ma non sottovaluto nemmeno chi è al de-
Per il futuro a lungo termine, invece, dove ti vedi? Dove vor-      butto: penso che possano stare pure loro nelle posizioni che
resti arrivare?                                                     contano".

                                                                                                                                  35
PIANETI
         ALLINEATI
         IN CASA
Andrea
Adamo    HYUNDAI
         LA I30 N HA ESORDITO NEL MIGLIORE DEI MODI A
         MARRAKECH NEL NEONATO CAMPIONATO WTCR, VINCENDO
         DUE DELLE TRE GARE IN PROGRAMMA E INCAMERANDO DUE
         POLE. A IMPRESSIONARE PIU' DI TUTTI IL 'RAGAZZINO'
         GABRIELE TARQUINI, GUERRIERO INDOMABILE. ABBIAMO
         COMMENTATO LA PERFORMANCE DELLE I30 N CON
         ANDREA ADAMO, CUSTOMER RACING MANAGER HYUNDAI

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Alessandro Bucci

Dopo il debutto positivo nelle fasi finali del campionato TCR
internazionale 2017, con le macchine tuttavia non omologate
per segnare punti validi nelle sessioni ufficiali, la Hyundai i30
N ha esordito con tutte le carte in regola nel neonato WTCR
2018, nato dalla fusione del WTCC e dal suddetto campionato
TCR, il cui interesse da parte del pubblico e degli addetti ai la-
vori è cresciuto a vista d'occhio negli ultimi anni. La gara inau-
gurale in Marocco ci ha consegnato una Hyundai i 30 N capace
di stupire con entrambi i team (BRC e MRacing) , vedendo un
Gabriele Tarquini in splendida forma, fermato solamente in
gara 2 a causa di un contatto di gara. Andrea Adamo, customer
racing manager Hyundai, si è detto soddisfatto per la perfor-
mance sfoderata dalle i30 N nel primo atto della stagione ma,
al contempo, ha preferito raffreddare i toni in viste dei prossimi
round in calendario dal momento che, a detta sua, il campio-
nato sarà molto combattuto sino all'ultima gara.

                                                                 37
Andrea, a Marrakech le Hyundai i30 N sono letteralmente              vederlo vincere così. Do per scontato che ha una voglia di vin-
     volate in qualifica. Quali fattori in particolare hanno per-         cere che potrebbe essere trasmessa ai giovanissimi piloti e
     messo questa performance in entrambe le sessioni?                    questo forse non è un bene (ride ndr). L'ho sempre visto come
     "La Hyundai ha tre campioni del mondo e un pilota che ha lot-        un vincente e davvero, non mi stupisco di quello che fa. Poi a
     tato per vincerlo negli ultimi anni e che avrebbero meritato di      mente fredda leggo i servizi dei giornalisti e mi rendo conto
     portarlo a casa. Può contare su due team al top determinati,         che abbiamo un 'ragazzino' di 56 anni che potrebbe starsene
     professionali e capaci, con un parco ingegneri di alto livello. La   buono a casa senza dover dimostrare niente e invece è lì, in
     macchina di base è molto buona, per cui trasformare la i30 N         mezzo al gruppo, che dà e pretende il massimo. Fantastico".
     nella vettura TCR da parte del gruppo di ingegneri di Hyundai
     MS Customer Racing penso sia stato un processo gestito molto         Michelisz è stato decisamente sfortunato nel primo atto. Che
     bene. L'allineamento dei pianeti ha permesso di ottenere un          cosa ha causato lo sganciamento della ruota?
     prodotto vincente e questo sta accadendo anche in altri cam-         "Purtroppo non lo abbiamo ancora capito e quindi abbiamo
     pionati. In America Bryan Herta ha vinto ad esempio, così come       adottato tutte le misure precauzionali affinché questo episodio
     la Target Racing ha fatto cose molto onorevoli al Nurburgring        non si ripeta".
     e via dicendo. Si sta delineando una stagione ricca di soddisfa-
     zione per i nostri team clienti e per i piloti che hanno deciso di   In gara 2 i vostri alfieri hanno cercato di rimontare quanto
     impiegare le nostre vetture".                                        più possibile agganciando la quinta piazza con Bjork, mentre
                                                                          Gabriele s'è dovuto arrendere per un contatto di gara. Ri-
     Il vostro pilota Gabriele Tarquini, veterano di fama interna-        percorrendo la corsa, avreste potuto fare qualcosa diversa-
     zionale, ha vinto magistralmente la sua prima corsa nel WTCR         mente?
     a 56 anni d'età, cogliendo anche la pole nella seconda qua-          "Il campionato WTCR, secondo me, premierà la costanza.
     lifica. Che effetto ti hanno fatto questi risultati e quanto siete   Credo che a Macao vincerà il campionato il pilota che magari
     contenti per la doppietta di gara 1?                                 non avrà vinto tante gare, ma che avrà ottenuto buoni risultati
     "Gabriele lo conosco dal 1994 e da un lato non mi fa più effetto     con costanza. Il tracciato di Marrakech non credo sia molto in-

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dicativo per trarre dei bilanci, soprattutto perché vi si verificano
molti piccoli contatti ed escono tante safety car. Si dice che la
calma è la virtù dei forti, ecco, forse un po' di tranquillità in più
non sarebbe guastata".

Nella terza ed ultima gara marocchina Gabriele ha scritto una
pagina di 'storia' del motorsport nostrano, seguito dalle
MRacing di Muller e Bjork. Rientrava nelle vostre aspettative
un simile risultato?
"Sul tracciato marocchino, per via della sua conformazione, non
mi sarei aspettato un risultato simile da parte di Hyundai, con-
siderando anche gare passate. Tuttavia siamo consci di avere i
migliori piloti con un buonissimo pacchetto, per cui non sono
nemmeno così tanto sorpreso".

Pensi che il tracciato di Budapest si adatterà altrettanto bene
alla vostra vettura?
"Sarà interessante vedere quel che accadrà. E' una pista con
delle signor curve, con delle frenate in appoggio e rettilinei im-
portanti, elementi che non attribuirei propriamente alla pista
di Marrakech per intenderci. Ne riparleremo tra qualche gara".

Quali scuderie e quali piloti temete maggiormente nella sta-
gione 2018?
"Tutti, davvero. Il BoP e le griglie invertite, per non parlare del
sistema di peso che varierà a seconda delle performance, tutti
i concorrenti potranno vincere gare nei differenti circuiti previsti
in calendario. Con il sangue freddo e la costanza nel marcare
punti sarà possibile prevalere sugli altri, stando lontani da lotte
stupide per posizioni che non pagano ed evitando di danneg-
giare la macchina. Penso che ci saranno circuiti dove l'Alfa tor-
nerà competitiva, mi aspetto una pronta risposta ad esempio
da parte di un pilota come Gianni Morbidelli o dal team Ferra-
ris. In questo tipo di campionato ci sono macchine che soffrono
le piste lente e sinuose mentre eccellono in quelle veloci".

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