SINESTESIEONLINE - Rivista Sinestesie

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SUPPLEMENTO DELLA RIVISTA «SINESTESIE»
ISSN 2280-6849
a. X, n. 31, 2021

RECENSIONI

“La sfinge nell’abisso”. Pier Paolo        usa due volte il rimando al mito.
Pasolini-il mito, il rito e l’antico, a    La prima volta (nel saggio del
cura di Maura Locantore, Universi-         ’65, Il “cinema di poesia”) quando
talia, Roma 2020, 305 pp.                  spiega che un film è sempre com-
                                           posto di due livelli diversi, un li-
                                           vello narrativo, logico-razionale,
     Per chiunque voglia approcciarsi
                                           e un livello inconscio, onirico, in-
criticamente a una sezione estrema-        fantile e mitico («sotto-film mi-
mente interessante nell’opera pasoli-      tico e infantile, che, per la natura
niana quale il suo approccio filologico-   stessa del cinema, corre sotto
letterario ed esistenziale con il mito e   ogni film commerciale»): è que-
con il rito, una prima chiave di lettura   sto livello inconscio che secondo
la si potrebbe riscontrare in uno stu-     Pasolini affiora nella “soggettiva
dio di Marco Antonio Bazzocchi. Lo         libera indiretta”, quando cioè lo
studioso, prendendo spunto da una ri-      sguardo dell’autore si cala com-
flessione del poeta contenuto in Empi-     pletamente in un altro sguardo
                                           («egli si immerge in un suo per-
rismo eretico, in cui Pasolini esprime
                                           sonaggio») e recupera, attra-
lucidamente la sua idea di cinema
                                           verso i mezzi tecnici del cinema,
come precisa rappresentazione della        una modalità del visibile che
realtà secondo anche una precedente        viene definita «l’originaria qua-
affermazione godardiana «Il cinema è       lità onirica, barbarica, irrego-
la realtà»1 afferma:                       lare, aggressiva, visionaria». Cin-
                                           que aggettivi in sequenza a cui
    Per trovare una spiegazione            potremmo aggiungere, senza ec-
    dobbiamo ripercorrere le tracce        cessive forzature, l’aggettivo
    del discorso sul mito, prima an-       “mitico”, che in un certo senso li
    cora delle realizzazioni di opere      sintetizza. Il secondo rimando al
    che hanno esplicitamente un ar-        mito è consequenziale a questo,
    gomento mitico. In Empirismo           e si trova nell’intervento Battute
    eretico, quando Pasolini parla         sul cinema (1966), dove Pasolini
    del cinema e propone l’idea del        riprende le sue idee sul cinema
    cinema come codice della realtà,       come “lingua scritta della realtà”

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    e sostiene che il cinema tecnica-        interesse da parte della critica italiani-
    mente ci consente di capire              stica, è anche vero che determinati
    come funziona la realtà, esatta-         studi rigorosi sulla concezione classi-
    mente come la scrittura ci ha            cistica di Pier Paolo Pasolini ne sono
    consentito di capire cosa è l’ora-
                                             stati prodotti, fatte le dovute propor-
    lità. La tecnica, nel caso del ci-
                                             zioni, in numero oggettivamente mi-
    nema, ci porta a contatto diretto
    con una forma di realtà arcaica,
                                             nore. Questa apparente ritrosia (appa-
    fatta di segni.2                         rente essendo la bibliografia pasoli-
                                             niana sterminata studi e saggi sull’ar-
     Nella lucida riflessione di Bazzoc-     gomento facilmente si riscontrereb-
chi, due elementi cardine della nostra       bero) forse deriva dall’impossibilità e
riflessione che andremo a perseguire         dalla oggettiva indecifrabilità dell’ar-
si fanno avanti: l’attenzione dell’italia-   gomento in questione. Come ben enu-
nista bolognese sul “soggettivo indi-        clea Bazzocchi nel saggio precedente-
retto libero”, vale a dire la capacità       mente citato, il mito in sé è un testo
propriamente pasoliniana di traferire        che si presta a diverse e mutevoli in-
una sua attenzione in un campo che           terpretazioni e su di esse Pasolini ha
non sia esclusivamente quello lettera-       sempre, costantemente, adattato la
rio e lo studio filologico del linguaggio    sua concezione della realtà presente e
dei “segni” che porterà lo scrittore a       contemporanea, «una struttura che
ben evidenziare il mondo del mito (co-       vuole diventare altra struttura» (ibid.).
stituito da una notevole quantità di se-          A porre un punto fermo e a conse-
gni) come simbolo e come lettura della       gnare un’opera critica all’italianistica
sua realtà.                                  è il volume La sfinge nell’abisso-Pier
     Se l’opera omnia di Pasolini desta      Paolo Pasolini, il mito, il rito e l’antico,
e continua a suscitare interesse tra gli     un volume miscellaneo che raccoglie
studiosi di tutto il Mondo, l’anniversa-     saggi e riflessioni presentati al conve-
rio trascorso anni or sono del quaran-       gno internazionale omonimo tenutosi
tennale dalla morte ricorso nel 2015 è       nell’ottobre 2015 presso l’Aula Magna
stata una preziosa occasione di un ul-       dell’Università “Aristotele” di Salo-
teriore approfondimento sulla sua le-        nicco. Esso si prefigge di analizzare sia
zione e sulla sua eredità letteraria ed      le opere letterarie e cinematografiche
artistica; lezione letteraria per diverso    che trattano direttamente il mito nella
tempo relegata a un dibattito divulga-       sua accezione (Edipo Re, Medea), ma
tivo e spettacolare legato alla sua tra-     anche le riscritture e gli elementi cari
gica fine. Inoltre, se da un lato la nar-    all’intellettuale bolognese riprendenti
rativa, la poesia e la cinematografia        concezioni che affondano le proprie
pasoliniana ha suscitato perenne-            radici in un’interpretazione classica
mente ampi dibattiti e un certo              del mito. Uno studio che la curatrice

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Maura Locantore, docente di Lettera-        particolar modo quella cinematogra-
tura italiana presso l’Università degli     fica, è strettamente unita e non rara-
studi di Potenza, attraverso la compa-      mente mancano riferimenti ad opere
ratistica letteraria e l’attento studio     precedenti in modo tale da costruire
degli eminenti contributi pervenuti a       una riflessione intorno ad essa. Nei
relazione e successivamente a stampa,       saggi del volume, le riflessioni e gli
persegue soffermando la sua atten-          studi riguardo il “mito” e l’antico” si
zione alle diverse letture a cui l’opera    mantengono circoscritti nella loro
pasoliniana si presta come la filologia,    area per una maggiore concentrazione
l’ermeneutica, l’indagine estetica e so-    e per favorire diversi e continui riferi-
ciologica ma anche la raffinate arte del    menti all’ermeneutica stessa.
tradurre che il poeta metteva quando             Uno studio intenso ed accurato il
si approcciava a un testo classico          volume lo riserva all’Edipo Re pasoli-
greco.                                      niano, film presentato alla Mostra del
     Un volume, La Sfinge nell’abisso,      Cinema di Venezia del 1967 che inqua-
che, oltre ad avvalersi di contributi       drò l’attore feticcio Franco Citti nel
iconografici (realizzati da Stefania        suo primo ruolo extra abito sottopro-
Cori e da Paola Populin), cerca di ri-      letariato romano. L’autore, Roberto
proporsi di realizzare una mappa per        Chiesi, nel suo intervento critico inti-
studiare la concezione complessa del        tolato Maschere e conflitti nel deserto.
mito tenendo ben conto delle differen-      Annotazioni sulla parte “fantasmago-
ziazioni che in termini “mito” ed “an-      rica” di Edipo Re, prima di addentrarsi
tico” rappresentano nella terminolo-        nell’intricata quanto complessa let-
gia-simbologia pasoliniana: se il mito è    tura sofoclea-pasoliniana, pone la sua
un linguaggio eterno, che nasce con se      attenzione sul concetto di “deserto”. Il
stesso e che rappresenta se stesso, la      concetto di deserto, molto interes-
cultura antica e contadina rappre-          sante in Pasolini, è simbolo di sé
senta un mondo mutevole legata agli         stesso, immagine immediata della
sviluppi della storia e dunque in conti-    realtà scarna e desertificata, uno spa-
nuo mutamento.3                             zio in cui «ogni linea è al suo punto».4
     Diversi, complessi e strutturati se-   Il deserto in cui vaga Edipo, secondo
condo un serio approccio filologico del     l’autore, non si discosta di molto dal
testo e dell’opera, i saggi contenuti ne    deserto di Teorema che accoglie le
volume recensito dalla prof.ssa Locan-      grida esasperate, assordanti ed allo
tore, si differenziano dalla tradizione     stesso tempo vuote del padre di fami-
critica pasoliniana perché sono saggi       glia della famiglia borghese annientata
che, per umile personale parere, si in-     oniricamente dall’“ospite”. Se il primo
seriscono in un unico contesto storico,     deserto comparso in Pasolini è quello
quello del mito. L’opera pasoliniana, in    del Vangelo, la lettura del deserto

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nell’Edipo resta unica per via dell’am-          Dopo l’uccisione della Sfinge,
bientazione realistica nell’Italia del      Edipo si avvia verso il suo secondo tra-
nord degli anni Venti in cui l’evidente     gico destino, quello dell’incesto. Se la
contrapposizione deserto-progresso-         figura di Giocasta (interpretata da
antichità e modernità si uniscono in        un’eterea Silvana Mangano) rappre-
un’unica proiezione nella storia. Se        senta il male cercando di distogliere
all’autore non sfugge una particolare       Edipo dall’ossessione del sospetto
analogia tra il deserto della parte fi-     della sua condizione esistenziale, l’am-
nale di Teorema e quello in cui il miste-   bientazione in una moderna Bologna
rioso cannibale di Porcile uccide istin-    degli anni Venti rappresenta, oltre che
tivamente e coscientemente un sol-          un omaggio alla città a cui l’intellet-
dato, allo stesso modo si apprende          tuale deve la sua formazione, anche
quanto la necessità del personaggio         una messa a nudo autobiografico-nar-
pasoliniano di trovarsi in un deserto       cisistica delle proprie ossessioni e dei
(metafora dello smarrimento fisico ed       suoi studi.
esistenziale) sia essenziale per delle           Il mito di Edipo, anche se risulta
rivelazioni inconsce di scoperta del        essere perfetto, nasconde e rileva
puro piacere.5                              certe difformità: Serafino Murri, in
     Nella ricerca “fantasmagorica”         una personale lettura contenuta in
dell’autore sul mito di Edipo riletto da    una sua monografia, pone l’accento su
Pasolini, si pone l’accento anche su ciò    un’errata interpretazione dell’Edipo
che implica la drammatica scoperta          che porterebbe il lettore o il critico a
del drammatico parricidio e dell’ince-      cadere in una facile banalizzazione del
sto con il conseguente smarrimento          mito.6
del protagonista. Uno smarrimento                Tornando alla riflessione di Ro-
che, per l’autore, è sia fisico che men-    berto Chiesi, lo studioso si concentra
tale in quanto                              anche all’addio della madre Merope.
                                            Al contrario di Giocasta, Merope è ma-
    questa materia (gli oggetti, i co-      dre non ambigua come ambigua è in-
    stumi molto ben fatti che costi-
                                            vece la lettura dell’umiliazione che, se-
    tuiscono una fisicità senza pari
                                            condo Chiesi, Pasolini da dell’umilia-
    all’attore) ha una valenza imme-
    diatamente fisica nel film anche
                                            zione di Edipo:
    per il rilievo conferito nei rumori
                                                irrisione della sua diversità ed
    […] l’attrito degli oggetti di rame
                                                anche un troppo velato disgusto
    fra loro, quegli utensili che Edipo
                                                da parte del sacerdote. Il segno
    porta con se per cucinarsi i pasti,
                                                della condanna ad un destino di
    un rumore che non ha un valore
                                                abominio che lo colpisce in
    naturalistico, ma deve ricordare
                                                modo irreversibile […] si con-
    in ogni momento la gravità dei
                                                densa in un’inquadratura di
    corpi degli oggetti.

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    pochi secondi dove si staglia la              futuro, cioè la ricezione della
    testa bicefala del sacerdote con il           propria opera.
    sole che dardeggia dal fondo […].
    L’inquadratura, che dura pochi                 La stessa concezione di Ragazzi di
    secondi, ha un valore simbolico:          vita e Una vita violenta sono precur-
    è un Dio che lo condanna, una             sori di una narrativizzazione della
    forza divina imperscrutabile              realtà che ha permesso al “mito Paso-
    come il Sole e che non ha pietà:          lini” di affermarsi nell’immaginario
    la sua sentenza è un appello.             collettivo e letterario. Ma, nonostante
                                              questo brutale ritorno alla realtà sua
                                              contemporanea, in Pasolini vi è un co-
     Ecco, dunque, che la visione di Ro-
                                              stante ritorno al classico ed un preciso
berto Chiesi riguardo il mito e l’antico
                                              e costante riferimento. Un mito che
secondo Pasolini che legge l’Edipo Re
                                              viene continuamente rivalutato, ana-
si riversa nella lettura che lo studioso
                                              lizzato, contestualizzato secondo la vi-
offre della Sfinge, la cui immobilità è la
                                              sione storica del poeta:
sintesi del suo mistero. Secondo Chiesi
                                                  Pasolini non è soltanto il porta-
    è come se Edipo avesse introiet-
                                                  tore di una quantità di riferi-
    tato dentro di sé la Sfinge tanto
                                                  menti del mondo antico, ma un
    che non vede nemmeno la vora-
                                                  vero e proprio ricercatore di
    gine dove precipita.
                                                  miti, in particolare di quello clas-
Una riflessione interessante in quanto            sico. E così come è impensabile
                                                  senza il riferimento della cultura
il personaggio di Edipo, oltre a rifiu-
                                                  classica, alla mitologia greco-la-
tare l’intelletto e a procedere verso il
                                                  tina, è altrettanto impensabile
suo destino quasi “per forza d’inerzia            che Pasolini non tenga presente
della propria volontà interiore, si               la rielaborazione del mito ar-
serve proprio del suo conflitto per ar-           caico compiuta da Sigmund
rivare alla fine della sua lotta interiore.       Freud.
     Affrontare “il mito Pasolini” è
stato uno dei tanti fini scientifici ed ac-        Quanto afferma il prof. Caputo su
cademici del volume curato da Maura           Pasolini lettore di Freud è interes-
Locantore. Alla domanda sulla corret-         sante in particolar modo se mi mette a
tezza se esista o meno un “Mito Paso-         confronto con una lettura dello stesso
lini”, il prof. Rino Caputo (Università       Serafino Murri già precedentemente
degli studi di Roma “Tor Vergata” ri-         citato che addita il poeta delle Ceneri
sponde, a Chiara Mancini, che                 di attuare, proprio nell’Edipo Re, un’in-
                                              terpretazione psicoanalitica ostentata
    Pasolini ha molto contribuito ad          e revisionismo filosofico. Se Pasolini,
    una mitografia non sempre con-            secondo Murri, affermava che si
    sapevole di sé, […] ha previsto il

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ritenesse la visione marxista ed edi-             L’autrice adopera il mito di Medea
pica fosse alla base del comporta-           in similitudine agli insegnamenti ma-
mento umano ed i «cardini sui cui            chiavelliani: come l’esempio di Chi-
muove tutta la nostra cultura» e se la       rone che insegna a suo figlio come an-
psicoanalisi, secondo una lettura di         ticipare il futuro. Il mito di Medea, ri-
Wittegntein, vuole «lasciare tutto           spetto a quello di Edipo, subisce un
com’è», allora la visione critica che        mutamento: la condanna del proprio
prevale nell’Edipo Re non è in funzione      presente non è causata dall’obbligo di
di purificazione, bensì di manifesta-        conoscenza di esso stesso (come in
zione poiché alla psicoanalisi Pasolini      Edipo Re) ma dall’impossibilità di mu-
richiedeva esclusivamente la con-            tare il proprio destino anche se ne ri-
ferma delle sue suggestioni.7                conosce la tragicità.
     Una particolare attenzione il vo-            Le relazioni del volume curato da
lume La Sfinge nell’abisso dedica al         Maura Locantore evidenziano il sim-
mito di Medea. Nel capitolo La Medea         bolismo pasoliniano in nuce alla poe-
di P.P. Pasolini tra mito e realtà, Bianca   sia “nazional-popolare” ed al suo tea-
Concolino Mancini Abram analizza il          tro (si veda il saggio Le radici del dia-
mito di Medea secondo uno schema             logo: Pasolini ed il Teatro di parola di
che, per la studiosa, ricorre spesso alla    Mark Epstein) o le diverse interpreta-
concezione umana della stessa eroina         zioni sul mito nelle differenti e/o co-
tragica: essendo Medea una maga, il          muni visioni di Alberto Moravia o Elsa
suo mito è il più rappresentativo della      Morante (come è ben enucleato nel
cultura occidentale, un mito che, se-        saggio di Angelo Favaro) sino a giun-
condo l’autrice:                             gere allo studio condotto dalla cura-
                                             trice stessa Maura Locantore su un
    permette all’autore di riscrivere        nuovo autografo pasoliniano.
    e fissare in una dimensione
                                                  Nel saggio, dal titolo La novella dei
    atemporale un episodio di ordi-
                                             paesi cristiani. Un autografo pasoli-
    naria follia, destinato purtroppo
    a ripetersi nel tempo.
                                             niano, Maura Locantore, partendo
                                             dalla conferma che il mito conferma la
     Una concezione, quella dell’infan-      condizione tragica dell’umano, attua
ticidio e del parricidio, che ricorre        una seria comparazione e un interes-
quasi ossessivamente nell’immagina-          sante confronto su ciò che deriva dallo
rio del poeta; una concezione che            studio stesso del mito, vale a dire sul
verrà approfondito non tanti anni se-        “sentimento della storia”, sul cui con-
guenti nella feroce concezione della         fronto Pasolini ebbe modo di dibattere
nuova generazione degli anni settante        con Italo Calvino.
costretta a “pagare le colpe dei padri”.          Per Pasolini il passato ha funzione
                                             “paideutica” del presente, in quanto,

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attraverso i suoi salti temporali, attua-   supporto cartaceo. In queste sezioni
lizza il presente e ne permette di co-      contenuti dell’autografo, si riscontra
glierne le sfumature. Questa conce-         come l’autore padroneggi il dialetto
zione, ripresa in Petrolio (nella per-      casarsese in tutte le sue forme inven-
sona di un vecchio scrittore che pro-       tando, come scrive a Luciano Serra in
pone una visione dialettica hegeliana       una lettera del 3 giungo 1943, «un’in-
della storia), si ripropone nella celebre   finità di miti». Pasolini inventa miti e
confronto dell”“Italietta contadina”        leggende ambientate nello stesso locus
che lo scrittore corsaro ebbe con l’au-     amoenus di Casarsa, tra queste la
tore del Barone rampante. Se Pasolini       stessa Novella dei Paesi cristiani.
rimpiange l’Italia dei contadini consu-
matori dei beni necessari, dunque                               STEFANO PIGNATARO
l’Italia del pre-miracolo economico,
Calvino mette in guardia ed ammoni-
sce il lettore e con esso tutta la classe
intellettuale rea di preferire utopie re-
gressive. Una visione, si potrebbe sem-
plicisticamente affermare, “borghese”,
rispetto alla visione “antropocentrica”
pasoliniana. Soffermandosi su questa,
ormai, classica querelle letteraria,
Maura Locantore giunge a definire «ri-
voluzionari» anche i personaggi dei
Ragazzi di vita e dunque, a riscontrare
nel mito l’esigenza di Pasolini di dar
voce a un popolo attraverso la forma
del mito.
     Maura Locantore, attenta studiosa
delle diverse fasi di contestualizza-
zioni delle diverse fasi linguistiche di
Pasolini, ha concentrato la sua ricerca
riguardo l’autografo pasoliniano (av-
valendosi del prezioso supporto di An-
dreina Ciceri) negli anni 1941-1942:
sezioni come Al di là del Sole dell’Orto
e La Domenica delle Palme si differen-
ziano, come afferma l’autrice, dalla re-
stante parte del componimento per
via della differenza d’inchiostro e dal

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RECENSIONI/5

1 Teche Rai, conversazione con Ninetto Davoli.        travisato, ma anche strumentalizzato bassa-
Album Pasolini, Mondadori, Milano 2005.               mente, in funzione del proprio credo ideolo-
2 M. A. BAZZOCCHI, Pasolini e il mito, Centro         gico, il mito edipico sofocleo in direzione di
studi Pier Paolo Pasolini, 14 novembre 2015.          una coercizione surrettizia del significante
3 «Se il mito rappresenta per Pasolini un lin-        verso un significato coatto: quello, appunto,
guaggio autonomo, nonché il luogo in cui si           ideologico-storico-sociale. Cfr. S. CAPOROSSI,
strati-fica un sapere millenario, quello della        Passione ed ideologia. L’Edipo Re di Pasolini tra
cultura arcaica e contadina, quella del sacro e       autobiografia e contenutismo. Una proposta di
del rito popolare, allora la curatela di questo       lettura, in «Criticaimpura», 11 dicembre 2011.
volume, costruito secondo una precisa episte-         7 L’unica testimonianza di una certa impor-

mologia della ricerca letteraria e con una seria      tanza riguardo “Edipo Re” Paso-lini la lasciò in
prospettiva interdisciplinare, configura ed ac-       una breve intervista contenuta ne “Il sogno del
certa che una fenomenologia degli studi critici       Centauro”. Ebbene, in quell’intervista, per la
è ancora aperta ed in fieri», M. LOCANTORE,           natura stessa del colloquio, per la forma-zione
Nota del curatore.                                    di scuola francese dell’intervistatore e per la
4 «Il deserto si presenta come ciò che, della         temperie culturale dell’epoca, ovvero per un
realtà, è solo indispensabile o meglio ancora         pubblico che voleva sentirsi dire ciò che si
come la realtà di tutto spogliata fuori che della     aspettava che egli dicesse, Paso-lini non po-
sua essenza così come la rappresenta chi vive         teva negare del tutto che un contenuto antro-
e qualche volta, la pensa, pur senza essere un        pologico o sociologico più ampio nel film ci
filosofo. Non c’è infatti, qui intorno, niente, ol-   fosse: del resto, le mille ermeneusi esercitatesi
tre a ciò che è necessario: la terra, il cielo e il   persino sul Sofocle di prima mano lo autoriz-
corpo di un uomo. Per quanto folle, abissale o        zava-no alla straparola sessantottina. Non
etereo sia l’orizzonte oscuro, la sua linea è UNA     aveva forse compiuto Freud stesso ad inizio
e qualunque suo punto è uguale a un altro             secolo, impossessandosi del mito di Edipo, la
punto», P. P. PASOLINI, Teorema, Garzanti, Mi-        prima colossale forzatura culturale? Parados-
lano 1968.                                            sale che Deleuze e Guattari, di lì a poco, la de-
5 «Io ho ucciso mio padre, mangiato carne             nunciassero nell’ “Anti-Edipo” in quanto tale,
umana e tremo di gioia», Pierre Clementi, Por-        costruendone, di fatto, un’altra a sostituzione
cile, regia di P. P. Pasolini, 1969.                  […] Pasolini sembra tentare in questo film, in-
6 L’interpretazione che Serafino Murri offre          somma, un’interpretazione psicanalitica
dell’elemento auto-biografico all’interno             ostentata, in tempi di imminente revisionismo
dell’opera, tuttavia, appare anch’essa troppo         filosofico: l’Anti-Edipo di Deleuze e Guattari,
forzata, più che altro in senso ideologico e, se      come accennato, vedrà la luce di lì a poco e
presa per buona, non aggiunge valore al film          l’astio nei confronti del freudismo si respirava
in sé, bensì al massimo glielo sottrae. Scrive        già da tempo nella temperie culturale francese
infatti Murri (P. P. Pasolini, Milano 1995) che       ed europea. Pasolini, in una videointervista
l’autore «inizia con Edipo re a percorrere, con       sull’Edipo Re, dopo aver evidenziato il conte-
i suoi lavori, la via di una denuncia sempre più      nuto ideologico de “Il Vangelo Secondo Mat-
aperta, provocatoria e priva di intenti giustifi-     teo” il quale consisteva nell’analisi del bino-
catori, che avrà la sua massima espressione           mio religione-marxismo, afferma esplicita-
nella rappresentazione delle atrocità di Salò.        mente che “insieme alle teorie di Marx, le teo-
Pasolini è un intellettuale che conosce la            rie di Freud siano i due cardini su cui si muove
realtà, l’avvenuta “mutazione antropologica”          tutta la nostra cultura”: per questo motivo
del suo tempo, e che sente, quale suo primario        esse hanno pieno diritto di esistenza. Se c’è,
compito morale, civile e politico, di dovere ri-      quindi, un contenuto ideologico, è di tipo pret-
chiamare l’attenzione dei suoi contemporanei          tamente metaculturale ed è il seguente: si
affinché non diventino “ciechi”, affinché non         tratta di una sorta di revisionismo reaziona-
accettino come ineluttabile il divenire dei fatti     rio, da parte di Pasolini, a difesa del-la tradi-
e della Storia». Questa interpretazione, se           zione ermeneutica freudiana che tutto ana-
fosse vera, significherebbe da una parte che          lizza ma non risolve e, proprio per questa sua
Pasolini abbia completamente non soltanto

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RECENSIONI/5

                                                    chiave di lettura non è quella sociologica, ma
manifesta in-concludenza, permette all’indivi-      quella autobiografica: non è un caso che, nel
duo il permanere nella condizione leopar-           prologo del film, il padre di Edipo sia la foto-
diana della stasi esistenziale e del dolore, si-    copia del padre del poeta, non soltanto per i
tuazione privilegiata di superiorità e di poesia    richiami alla divisa da ufficiale ma proprio nel
senza limiti. La psicanalisi, sembra dire l’au-     senso della somiglianza fisica, e Silvana Man-
tore col suo film, è come la filosofia nelle in-    gano indossi un vestito a pallini che compare
tenzioni di Wittgenstein: “lascia tutto com’è”.     in una vecchia foto di famiglia. “Alla psicoana-
Essa non risolve i conflitti dell’anima, aiuta al   lisi Pasolini chiedeva solo la conferma dell’ine-
massimo a comprenderli facendoli emergere           luttabilità del proprio demone (cfr. S. CAPO-
dal pantano indistinto dell’inconscio. La psica-    ROSSI, Passione ed ideologia. L’Edipo Re di Paso-
nalisi appare dunque lo strumento precipuo          lini tra autobiografia e contenutismo. Una pro-
attraverso cui il narcisismo leopardiano del        posta di lettura, in «Criticaimpura», 11 dicem-
poeta può prendere compiutamente forma, il          bre 2011).
mezzo per il quale si compie il suo comuni-
carsi al mondo. Per questo motivo la vera

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