GEOMUSICA A.S. 2018/2019 - classe 3F Viaggio nelle tradizioni musicali extraeuropee

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A.S. 2018/2019

       classe 3F

     GEOMUSICA

Viaggio nelle tradizioni
musicali extraeuropee
GEOMUSICA A.S. 2018/2019 - classe 3F Viaggio nelle tradizioni musicali extraeuropee
Ciao, mi chiamo Sophia, sono una ballerina di tango e vivo in
Argentina

                                         …ho iniziato a ballare
                                         quando vidi un programma
                                         televisivo    in     cui     i
                                         concorrenti della gara di
                                         ballo dovevano scatenarsi
                                         in pista per vincere i
                                         punteggi più alti, ogni volta
                                         provavo a ballare anche io
                                         a ritmo, e un giorno decisi
                                         di cominciare a ballare a
casa, accendendo la radio e ballando, ogni tanto mi mettevo in
salone, spostavo tutti i mobili facendo spazio e mi divertivo, quindi
una volta presa confidenza con la musica decisi di segnarmi in
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una scuola di ballo, che mi porto molto avanti, infatti vinsi molte
gare…oggi dunque,sono qui per presentare la musica del mio
paese. Io ormai sono una ballerina ditango, che è un ballo basato
sull’improvvisazione, caratterizzato da eleganza e passionalità. Il
passo base del tango è il passo in sé, dove per passo si intende il
normale passo di una camminata Le regole sono semplici, l'uomo
guida la donna segue.

È caratterizzato da tre ritmi musicali che a loro volta sono divisi in
due tipologie di ballo,lamilongae iltango vals il tango è costruito
nello stesso tempo in cui si balla, attraverso l'improvvisazione e la
comunicazione tra ballerini. Tutto ciò mi ha sempre appassionata,
e ora se sono qui a raccontare la mia storia e la storia del tango è
perché ballare, ormai, è la mia più grande passione.
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Mi chiamo John ho ventiquattro anni e vivo con la mia famiglia
nelle campagne del North Carolina negli anni 70. Suono la
chitarra da quando avevo sette anni ed è uno degli strumenti più
popolari qui, insieme al violino e al banjo. Ormai sono cinque anni
che suono in una band country formata da tutta la mia
famiglia,infatti la domenica dopo pranzo ci riuniamo tutti insieme e
suoniamo le canzoni tipiche del posto che cantiamo e suoniamo
ormai da anni. Mio padre e i miei nonni suonavano la chitarra
acustica ma grazie alle nuove innovazioni tecnologiche George
Beauchamp inventò la chitarra elettrica proprio quì in
Carolina dove poi Leo Fender aprirà le prime aziende e
comincerà a vendere le chitarre che divennero le più
famose al mondo:le Fender. Mi sono appassionato alla
musica country e blues grazie ad un genere musicale che
nacque negli anni 50 con il nome di bluesgrass,è formato
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con lunghi assoli di banjo e di chitarra elettrica sempre
con ritmiche blues e country,il suo massimo esponente è
stato B.B.King. Sto scrivendo una nuova canzone con mio
padre per riuscire ad avere una etichetta discografica
dalla Country music,ma soprattutto sogno di diventare
come B.B.King e ce la metterò tutta per riuscirci.

Mi chiamo BATARI e sono una DANZATRICE SAMAN .Il mio
paese è l’INDONESIA . Vi presento la musica del mio paese;e in
particolare la DANZA SAMAN.
Ho iniziato a ballare a 6 anni in occasione della nascita di mia
sorella Intan, e da quel momento non ho più smesso e mi sono
esibita varie volte insieme al mio gruppo,in occasioni speciali.La
DANZA SAMAN si balla inginocchiati o in altre posizioni a
seconda della musica.
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Dopo un breve saluto del musicista di kendang (strumento che si
suona come un tamburo colpendolo da due lati) ci sediamo tutti in
fila uno accanto all’altro e battiamo le mani sul petto e sulle
gambe a ritmo; col tempo i movimenti si estendono a braccia e
testa;che gira a sinistra e a destra, tutti sincronizzati e sempre più
veloci. I gruppi di ballo Saman sono numerosissimi
-il mio conta circa 50 persone!- e non sono facili da dirigere,ma è
divertente da ballare!!!
L'elemento chiave della danza Saman è che tutti i danzatori
devono muoversi allo stesso tempo, creando una linea di gesti
omogenea.
Nel momento in cui la musica diventa più veloce e i movimenti più
energetici, la canzone finisce all'improvviso e noi ballerini usciamo
di scena, lasciando tutti a bocca aperta.Il limite di tempo minimo
per una canzone (con conseguente breve danza) dura dai 15 ai
20 minuti.
La DANZA SAMAN è stata dichiarata dall UNESCO
“PATRIMONIO ORALE E IMMATERIALE DELL’UMANITà ed è
famosa in tutto il mondo per la sua rapidità.
Il mio paese la adora e spero di farla conoscere a tutto il mondo
occidentale!!!
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Mi chiamo Mamadou Kouyatè
                                  sono un poeta e cantore,
                                  svolgo il ruolo di conservare la
                                  tradizione degli avi, vivo nell’
                                  Africa occidentale.
                                  Io ero molto vicino al re, ero il
                                  suo portavoce presso il popolo
                                  e       spesso      venivo        ha
                                  rappresentare       le     relazioni
                                  diplomatiche       del    re     con
                                  ambasciatori di altri regni.
                                  La mia tradizione è nata e si è
                                  sviluppata in contesti storici
                                  privi di scrittura, di genere il
                                  mio mestiere è di tipo familiare
                                  e si trasmette in padre e figlio o
                                  comunque all’ interno della
                                  stessa famiglia.
Suono diversi strumenti come il KORA è un antico strumento
melodico a 21 corde disposte su un filo un altro strumento è il
BALAFON è uno xilofono con genere 21 lamelle cioè 3 scale ma il
numero può variare. Sotto ciascuna lama di legno è appesa una
zucca tagliata.
Un altro aspetto importante era quello di mediare i conflitti interni
 ai gruppi a cui appartenevano o scontri con altri gruppi.
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Ciao mi chiamo Miriam Makeba vivo in America ma la mia terra è
il Sudafrica,sono nata Johannesburg nel 1935 e ho 45 anni .
Mio padre è morto quando avevo 6 anni di solito cantavo con lui ,
mi ha insegnato a vivere con la musica e a sentirla scorrere
dentro di me è grazie a lui che ho deciso di intraprendere la
strada della cantante .
Quando ero piccola dopo cena di solito mi riunivo con i mie
genitori e miei fratelli per cantare attorno ad un fuoco , mi piaceva
molto cantare in compagnia della mia famiglia e della comunità ,
tutti quanti in gruppo cantavamo delle canzoni e gli altri ballavano
a ritmo era molto divertente mi mancano quei momenti .
Ho iniziato a cantare negli anni cinquanta a livello professionale
con il gruppo Manhattan Brothers per poi formare una mia band,
The Skylarks, che univa jazz e musica tradizionale del Sudafrica,
ho fatto        il mio primo tour negli stati uniti e vivo
momentaneamente ancora qui mi manca molto la mia terra
soprattutto ora che si sta verificando questo fenomeno chiamato
apartheid so che la mia comunità sta soffrendo ma io non posso
fare niente non capisco come mai i bianchi debbano covare tutto
questo rancore nei nostri confronti, vorrei che tutti convivessero in
pace nella mia terra per mantenere veri i miei ricordi in cui la mia
casa era una terra di serenità.
Pata pata è uno dei brani più significativi per me mi ricorda molto
la mia terra avevo 37 anni quando composi questo pezzo ma lo
ricordo come se fosse ieri anche se ormai sono passati otto anni .
Spero di poter tornare in Sudafrica il prima possibile .
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                Io
                sono
                Abasi,
                sono
                un
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danzatore ballo la capoeira (si pronuncia Capuéra) che racconta
il dramma della nostra schiavitù: noi schiavi africani lavoriamo
nelle piantagioni e ci alleniamo a combattere, con tecniche di
attacco e difesa, calci, prese, schive, dissimulando la lotta con
elementi di danza, per non insospettire i colonizzatori, nella
maggior parte dei casi non c’è contatto fisico tra noi lottatori-
danzatori
I     movimenti      sono     sincronizzati    ed     acrobatici.
Qui nello stato di Bahia arriviamo soprattutto di etnia bantu, e
portiamo con noi il nostro modo di muoversi, di allenarsi, e anche
la nostra ritmica e cultura musicale. Molti schiavi, compreso io,
grazie alla capoeira - arte basata sulla forza fisica, i riflessi ma
anche sulla malandragem, la scaltrezza - riusciamo a fuggire dalle
piantagioni e conquistare la libertà.
A partire dai primi anni del 1800, la lotta Capoeira è stata vietata a
noi africani insieme ad altre forme culturali e di aggregazione.
Con la fine della schiavitù, fu associata alle forme più comuni di
delinquenza di strada. Nel 1930 il dittatore brasiliano Getulio
Vargas la rivalutò e furono aperte le prime scuole per il suo
insegnamento. Nel 1974, la Capoeira fu riconosciuta ufficialmente
come sport nazionale brasiliano e ben presto iniziò a diffondersi
anche in altri paesi. Per creare il ritmo usiamo strumenti come :
-Berimbau (arco musicale)
Atabaque (un tamburo)
Pandero (tamburello a sonagli)
Agogô (campane di legno o metallo)
I ritmi che usiamo nella Capoeira sono chiamati toques lo
strumento principe è il berimbau. I Ritmi principali sono:
Cavalaria
È un ritmo che ricorda il suono di cavalli al galoppo, e consiste in
una percussione veloce del berimbau.
Amazonas
È un ritmo suonato con il berimbau e indica un evento di festa è
infatti utilizzato per accogliere e salutare i mestre e gli alunni di
altri luoghi

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Ciao, mi chiamo Alyssa, e sono giamaicana

                                                        Questa
                                                        nelle foto
                                                        è
                                                        Kingstone,
                                                        la    città
                                                        dove vivo
                                                        nonchè la
                                                        capitale
della Giamaica
Mi piace molto la musica reggae e suono il basso uno dei
suoi principali strumenti .
Il reggae è un genere musicale che nacque proprio in
Jamaica essenzialmente discendente dallo ska, ma
sviluppatosi propriamente come leggera variante del rock
strada. Nacque intorno agli anni 70, per essere specifici
nel 1967 e ha molte differenze rispetto agli altri generi .È
fortemente caratterizzato dalla predominanza del basso
sulla chitarra. In una delle prime sessioni di registrazione
di questo nuovo genere, venne usato l'organo e la
chitarra ritmica per creare un altro tipo di sound. Il nuovo
genere presentava un ritmo dall'andamento più spezzato
e convulso.
Il suo maggior esponente é Bob Marley che trasformò il
reggae non solo sotto l'aspetto musicale e ritmico, ma lo
diffuse come culto vero e proprio, cambiando
notevolmente quelle che erano le sue radici.
La sua musica è dedicata al tema della lotta contro
l’oppressione politica e razziale.
Bob Marley divenne leader politico spirituale e religioso.
La popolarità del reggae arriva al suo apice fra la metà
degli anni ’70 e i primissimi anni ’80 quando nel 1980 Bob
Marley & The Wailers si esibiscono allo stadio San Siro di
Milano, dove suonano davanti a 100mila spettatori: il
concerto più grande da loro mai realizzato.

La mia canzone preferita è No woman No Cry
Che secondo me è un incoraggiamento a rialzarsi sempre
nonostante le sofferenze.
Ciao,       mi    chiamo
                                           Ossas         sono     un
                                           musicista Africano. Il
                                           mio paese è il Congo
                                           che si trova nel centro
                                           dell Africa. Ho iniziato
                                           a suonare all'età di sei
                                           anni perché sentivo
                                           sempre mio padre
                                           suonare il Djembe,
                                           uno       strumento     a
                                           percussione africano,
                                           e questo mi piaceva.
                                           Vi presento la musica
                                           del      mio     paese.In
                                           Africa       la    musica
                                           tradizionale (ma non
                                           solo) è caratterizzata
                                           dall'utilizzo           di
                                           particolari     strumenti
                                           musicali,          spesso
                                           prodotti con materiali
naturali come zucche, corna, pelli, conchiglie anche se
attualmente è in uso una vasta tipologia di materiali artificiali,
perlopiù in alluminio o in metallo come lattine, stringhe, tappi di
bottiglia, bidoni.
Ciao, mi chiamo Aylen (che significa "limpida" o "felice")
sono una nativa americana e provengo dall' America del
Sud.
A 6 anni ho imparato a ballare la mia prima danza che è
quella del sole. É un rituale di purificazione collettiva della
durata di quattro giorni che prevede il digiuno,
l'autosacrificio e la donazione di sé. Mediante questo atto
sacro si rende grazie all'anno trascorso e si invocano le
forze divine chiedendo protezione. In questa danza si
usano vari strumenti come i sonagli, tamburi, fischietti e
flauti. Spesso i partecipanti sono vestiti o mascherati per
rappresentare le varie divinità. Si può cantare, ci sono
anche degli intervalli dove bisogna pregare o si usano
oggetti sacri. Quando c'è questa danza la maggior parte
delle volte ballo, però ci sono delle volte in cui suono il
flauto. Quest'ultimo è considerato uno degli strumenti
musicali più antichi al mondo.
Ciao, mi chiamo Amir e sono un cantante zulù, ho ventiquattro
anni e vivo in Africa precisamente in Uganda con mia moglie e i
miei tre figli. Sono qui per presentarvi la musica del mio paese. La
musica africana é estremamente eterogenea, in quanto riflette la
varietà etnica, culturale e linguistica del continente. È
caratterizzata dal ritmo frenetico emesso dai suoi dei tamburi.
Elementi mediorientali si trovano nella musica dei popoli della
costa est del continente, che risente di influenze indiane e
persiane. Nell'Africa subsahariana la musica e la danza sono
quasi sempre elementi centrali e fondamentali della cultura dei
popoli, e sono dotati di grande valore sociale e religioso.

Ogni etnia ha una propria tradizione musicale così come ha una
propria tradizione letteraria e un proprio insieme di regole e
credenze; ogni gruppo sociale possiede un repertorio musicale di
riferimento e alcuni sottogeneri appropriati a determinate
celebrazioni o semplicemente attività quotidiane come il raccolto
nei campi.
Ciò che c'è sempre in ogni variante musicale, è la caratteristica
poliritmia, la capacità di sviluppare contemporaneamente diversi
ritmi e di mantenerli in modo costante ed uniforme, senza che uno
prevarichi su di un altro.

Una particolare funzione sociale è rappresentata dalle percussioni
e dalle campane che in molte zone vengono utilizzati come
strumenti di comunicazione. La musica è, ad esempio, una delle
pratiche più note da un griot proprio perché in molti contesti le
relazioni sono spesso basate sull'impatto emozionale.

Anche il canto è molto diffuso. Durante i funerali si canta per
mantenere viva la memoria del defunto e per narrare le imprese
degli antenati cui spetta il compito di accogliere l'anima della
persona mancata. Le epopee mitiche cantate dai griot,
trasmettono gli avvenimenti particolari che fanno parte della storia
di una comunità e permettono una trasmissione facilitata proprio
dal ritmo della melodia sottostante.

La musica tradizionale si trasmette oralmente, dunque non
esistono spartiti o forme scritte in cui è possibile rinvenire delle
melodie. Tutto viene creato e comunicato direttamente ed è per
questo     che     un    aspetto      importantissimo     è    dato
dall'improvvisazione.
Ciao, mi chiamo Max Berrù, ho 16 anni e abito in Perù.
Sono un grande fan degli Inti Iillimani, un gruppo vocale e
strumentale nato nell’ ambito           del movimento della
Nueva Canciòn Chilena . Oggi il gruppo si è diviso in due e
adesso ci sono gli inti Illimani e gli Inti illimani Historìco. Io

e la mia famiglia, che è composta da me mio padre mia
madre e due miei fratelli, abbiamo formato una band e
ognuno suona uno strumento diverso: mia madre suona il
bombo leggero, mio padre il siku, mio fratello io
charango, mia sorella le maracas e infine io che suono la
triple delle Canarie. È una band fantastica e non abbiamo
prove stabilite perché quando stiamo tutti insieme a casa
proviamo.
Jorge Coulòn è un membro degli Inti illimani e lui è
specializzato nel suonare tutti gli strumenti a corde. Io
vorrei tanto conoscerlo perché è il mio musicista più
bravo ed è grazie a lui che ho imparato a suonare il triple
delle canarie, è il mio idolo.

Ciao io sono Danilo Vignola un famoso suonatore di
Ukulele.
L’ukulele è uno strumento tradizionale a quattro corde,
una specie di piccola chitarra con un’accordatura
particolare che arrivò alle Hawaii dall’Europa solo a fine
Ottocento. E la sua fama non è stata precoce se, come
abbiamo visto, fu soltanto grazie ad alcuni film
hollywoodiani che venne conosciuto in tutto il mondo.
Infatti, anche se alle Hawaii l’ukulele era lo strumento
folclorico per eccellenza già a cavallo tra XIX e XX secolo,
Montandon nel 1934 e Scotti nel 1941 non ne parlano in
nessun modo. Vuoi perché ritenuto forse uno strumento
musicale non propriamente indigeno; vuoi perché
entrambi gli etnologi forse erano interessati a strumenti
più arcaici, sta di fatto che parlando di strumenti musicali
del “ciclo austronesoide” (cioè gli strumenti musicali delle
varie popolazioni polinesiane di cui gli hawaiiani facevano
secondo loro parte) non menzionano l’ukulele.

Non è certo bizzarro quindi che l’ukulele non comparisse
negli elenchi etnologici degli strumenti musicali fino a
dopo la Seconda Guerra Mondiale, mentre è più singolare
l’atteggiamento metodologico di autorevoli etnologi
dell’epoca che trattavano il tema degli oggetti musicali
associando a quelle popolazioni contemporanee soltanto
strumenti più arcaici, come a indicare quella gente dedita
a usanze folclorico-musicali ‘poco moderne’.
IL SAMBA

Ciao, mi chiamo Paulo,ho 16 anni e vivo a Rio de Janeiro.
Ormai è da 4 anni che sto suonando in una band. Suono il
tamboirim:è un piccolo tamburo suonato in genere con
una bacchetta che ha una presenza nella musica
brasiliana     inversamente     proporzionale    alla   sua
dimensione. In genere è uno strumento di arricchimento
suonato spesso “da chi si trova con le mani libere”. Nelle
parate di samba ha una sua funzione particolare ma in
questo caso viene suonato con una bacchetta e una
tecnica particolare.Io sono in una band chiamata Ego Kill
Talent. Io sono il più giovane e suono il tamborim al posto
della batteria. Questa band è stata creata nel 2014 da
membri diversi di altri      band. Io oggi suono questo
strumento perchè durante un concerto c’è venuta una
brillante idea: quella di sostituire la batteria con il
tamboirim. Ovviamente è molto difficile adesso tenere il
ritmo ma sono convinto che riuscirò a cavarmela negli
altri concerti che faremo più in la. La samba si sviluppa
nel XIX secolo a Salvador de Bahia da un ritmo religioso
originario dell’Africa. É proprio agli schiavi, giunti
dall’Africa Occidentale per lavorare nelle piantagioni di
caffè, che si deve l’affermazione della samba originata da
musiche tribali come il naghò, il batuque e il bajao.
Significativo anche il nome che sembra derivi da due
parole africane: “sam” che significa paga e “ba” che vuol
dire ricevi. Questi primi samba ballati dagli schiavi sui
morros, cioè sulle colline, non erano altro che un tentativo
di relazionarsi tra di loro: uomini e donne si sfioravano
con l’ombelico o con le gambe per dare inizio alla danza.
Per molto tempo, poi, in Brasile quando la polizia
arrestava qualcuno perché lo sospettava di reato, gli
controllava i polpastrelli della mano sinistra, per verificare
la presenza o meno di calli derivati dal fatto di suonare
strumenti a corde o tamburi
Sono un cantautore cinese mi chiamo wang hubin ho 32 anni e
vivo negli anni 50 del 900,sono nato a Pechino il 28 dicembre
1913,e mi sono laureato in musica.
Divenni specializzato nella pubblicazione di canzoni soprattutto di
quelle della provincia dello xihijang da cui presi molte ispirazioni
per le mie canzoni ,nello specifico mi occupavo della traduzione
delle canzoni in lingua mandarino nella di varie minoranze etniche
tra queste Lift your veil che in cinese significa "solleva il tuo velo"

Tra gli strumenti tipici del mio paese si trovano molti strumenti che
si suddividono in otto categorie secondo il materiale e sono il dizi,
il jinghu, il luo,la pipa,il saxian,lo shimianluo,il xaoluo ,lo haotov,il
xiao e il yangqin che sono molti tra gli strumenti tipici
solitamente noi in cina suoniamo senza spartito e generalmente
impariamo la musica a memoria
anche se da qualche decennio si e cominciato a diffondere l'uso
dello spartito anche da noi nella nostra musica che qui in Cina ha
avuto un forte valore culturale nella nostra storia.
Ogni popolo del mondo esprime la propria cultura in modo diverso
in base alle proprie origini, alla cultura e alle tradizioni. Si tratta di
un importante arricchimento per tutta l’umanità. La haka
neozelandese ne è un esempio.

La haka è una danza eseguita come dimostrazione di forza e di
integrità dal popolo Maori, in Nuova Zelanda. In origine la danza
serviva per spaventare i nemici e rappresentava un rito di guerra
che doveva incutere rispetto.

La haka ha però anche altri significati. Ad esempio viene eseguita
in onore di personaggi importanti che visitano la Nuova Zelanda o
in ricordo di guerrieri caduti. Nel corso dei decenni la haka si è
legata alle manifestazioni sportive e la squadra di rugby
neozelandese la esegue in occasione di tutte le partite.

La haka è stata resa celebre in tutto il mondo, nello stile della Ka
Mate, dagli All Blacks, la nazionale di rugby a 15 neozelandese.
Prima della danza vera e propria, colui che guida la danza urla ai
compagni un ritornello di incitamento, ruolo che nel caso degli
All Blacksspetta al giocatore di sangue maori più anziano.

Nella Haka troviamo alcuni elementi di base:

1) Pukana: gli occhi dilatati

2) Whetero: la “linguaccia", in segno di sfida (viene fatta solo ad
altri uomini)

3) Ngangahu: simile alla Pukana

4) Potete: chiusura degli occhi in alcuni momenti della danza
(fatto solo dalle donne)

I movimenti della haka richiamano l’energia del fuoco, del nostro
corpo e della Terra. La danza rappresenta la forza di una nazione
che vuole dimostrare la propria unità.

La haka può essere danzata anche dai parenti dello sposo in
onore della sposa durante i festeggiamenti per le nozze.
Ciao, io sono Yuriko
                                          Sakuraba, ed ho 16 anni.
                                          Abito in Giappone ma più
                                          precisamente a Kyoto.
                                          Provengo da una famiglia
                                          che suona il koto da
                                          generazioni.
                                          Il koto è uno strumento
                                          musicale       tradizionale
                                          giapponese simile ad un
                                          arpa, ma messa in
                                          orizzontale      su     un
                                          sostegno. Ho iniziato ha
suonarlo già da quando avevo tre anni ed è la mia più grande
passione.
 Il panorama musicale popolar del Giappone moderno comprende
una grande schiera di cantanti, i cui interessi variano dal rock alla
salsa, dal tango al country.
Il karaoke, la ben nota forma di spettacolo dilettantistico di canto
su una base musicale che si svolge nei bar e nelle piccole
discoteche, trova la sua origine proprio in Giappone.
La musica Giapponese, come quella orientale in generale, è
basata su una scala pentatonica e dà molta importanza alle
componenti rumoristiche.
Una delle canzoni più popolari del mio paese è Sakura Sakura o
Sakura (ciliegio; fiori di ciliegio). Venne composta durante il
periodo Edo (1603-1868) per i bambini. È una delle canzoni più
popolari della tradizione giapponese nonché una delle più
rappresentative del Giappone. Viene suonata principalmente con
il koto.
Ciao mi chiamo Asiya e sono una danzatrice del ventre. Mi piace
molto danzare, ma vorrei spiegarvi in cosa consiste la mia
danza...La danza del ventre è tradizionalmente praticata dalle
donne poiché esprime interamente femminilità, vitalità e
sensualità. È unica nel suo genere. La danza viene spesso
accompagnata da numerosi accessori tra i quali troviamo:
Il velo; la prima ballerina ad utilizzare questo tipo di accessorio fu
Hanan El Jazairiya che, negli anni venti, conquistò il pubblico
avvolgendosi nel velo trasparente per poi farlo volteggiare
nell'aria.
I cimbalini a dita, piccoli strumenti a percussione in ottone o
bronzo che vengono infilati al pollice e al medio di entrambe le
mani.
Bastone: La danza del bastone deriva da un'arte marziale che si
tramutò in danza maschile folcloristica. Questa danza è
caratterizzata da gioiosi saltelli
Candelabro: La danzatrice si esibisce tenendo in equilibrio sulla
testa un candelabro con tanto di candele accese, nelle feste di
matrimonio.
E il mio preferito; Le Due Spade La danzatrice Tuareg di
Tamanrassette esegue durante la danza esercizi di equilibrio con
la spada. Ma cosa sarebbe la danza senza la musica? Il ritmo e
la melodia, è proprio su questi due pilastri che si basa la musica
araba per danza, e sono queste le due ispirazioni che la
danzatrice può decidere di seguire, nei suoi passi e nelle
movenze del suo corpo.
Il ritmo viene scandito dagli strumenti a percussione,
principalmente tamburi a calice e tamburi a cornice, mentre la
melodia si articola grazie a strumenti a fiato e strumenti a corda e,
nella musica araba, risponde a regole che si discostano
abbastanza da quelle a cui è abituato un orecchio occidentale.
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