Sessione plenaria del 18-21 ottobre 2010

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Sessione plenaria del 18-21 ottobre 2010
         Una seduta intensa attende i parlamentari a Strasburgo fra il 18 e il 21 ottobre. Voti
Focus

         legislativi di primo piano, come la prima approvazione del bilancio 2011 e la direttiva
         sul congedo di maternità si affiancheranno a momenti più interlocutori, come la visita
         del segretario generale ONU Ban Ki Moon, che parlerà di cambiamenti climatici e altre
         sfide globali, o il bilancio di metà mandato del presidente del Parlamento Jerzy Buzek.

         Il Parlamento si esprimerà anche sulla proposta di prescrivere un reddito minimo europeo,
         sulla costituzione del nuovo servizio di azione esterna, e darà il via libera alle raccomanda-
         zioni sulla crisi e su come evitare che si ripeta in futuro.
         Questo e altro nel dossier della plenaria: seguilo!

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               Direttore - Portavoce : Jaume DUCH GUILLOT
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               Press switchboard number (32-2) 28 33000                                                   1/21
Focus
I punti più importanti all'ordine del giorno

 •    Il bilancio divide deputati e governi, la settimana prossima il Parlamento voterà la sua
      posizione
 •    Ban Ki-moon al Parlamento

Bilancio 2011: il Parlamento si prepara al confronto con i governi. I deputati chiedono mag-
giori investimenti per ricerca, innovazione, educazione, energia e sostegno alla Palestina,
mentre dovrebbero mantenere un livello di spesa globale ridotto, quando mercoledì vote-
ranno il bilancio per l'anno prossimo. Il Parlamento chiederà anche di iniziare le discussioni
sulle prospettive finanziarie e su possibili nuove risorse per finanziare il bilancio comunitario.

Congedo di maternità esteso a 20 settimane remunerate? La commissione per i diritti
della donna propone di modificare la legislazione europea in materia di congedo di maternità
minimo, portandolo da 14 a 20 settimane, tutte remunerate al 100% dello stipendio. Inoltre, i
deputati della commissione vogliono anche rimediare all'assenza di regole UE sul congedo
di paternità e ne chiedono l'introduzione. La proposta sarà discussa e votata dall'Aula la
settimana prossima.

Servizio diplomatico: responsabilità democratica e equilibrio. Il Servizio europeo d'a-
zione esterna (SEAE) potrà presto cominciare a lavorare, se i deputati approveranno le ne-
cessarie modifiche alle regole sul bilancio comunitario, allo Statuto dei funzionari e al bilan-
cio 2010. Prima del voto in Plenaria, la commissione per gli affari giuridici dovrà, lunedì sera,
prendere posizione su questioni quali le assunzioni, l'indipendenza e l'equilibrio geografico
e di genere nel nuovo servizio.

Ritardi di pagamento: limite a 30 giorni - Le piccole imprese devono affrontare troppo
spesso gravi difficoltà finanziarie dovute al ritardo nei pagamenti delle fatture. Per oltre un
anno, il Parlamento europeo ha spinto per l'adozione di regole severe e chiare sui tempi di
pagamento, al fine di migliorare la solvibilità e favorire l'innovazione e la creazione di posti
di lavoro. I deputati voteranno mercoledì un accordo raggiunto col Consiglio che stabilisce
un limite generale di 30 giorni.

Bilancio di metà mandato del Presidente Jerzy Buzek - Avvicinandosi alla metà del suo
mandato di due anni e mezzo (luglio 2009-gennaio 2012), il Presidente del Parlamento eu-
ropeo Jerzy Buzek passerà in rassegna i progressi compiuti dall'inizio della sua presidenza.
La sua valutazione sarà presentata nel corso di una seduta solenne che si svolgerà in Aula
mercoledì a mezzogiorno.

Il Segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon al Parlamento - I progressi compiuti per
raggiungere gli Obiettivi di sviluppo del millennio e la lotta contro la povertà, insieme alla
sfida mondiale dei cambiamenti climatici in vista della conferenza di dicembre di Cancun
dovrebbero essere i temi principali che il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-
moon, affronterà in Aula nel corso della seduta solenne di martedì.

Il dopo-crisi: come difendere l'economia europea da futuri shock?La crisi finanziaria è
nuovamente sotto la lente del Parlamento europeo, che voterà due relazioni non legislative
contenenti una serie di raccomandazioni su come proteggersi da possibili crisi future.

Reddito minimo per combattere la povertà - Nell'ambito della Giornata delle Nazioni Uni-
te in favore dell'eradicazione della povertà e dell'Anno europeo contro la povertà, i deputati
discuteranno e voteranno una relazione che chiede un reddito minimo a livello UE per com-
battere la povertà nell'Unione europea.

Preparativi in vista del G20 e del Consiglio europeo -I deputati terranno un dibattito con
la Commissione e con la Presidenza del Consiglio in preparazione del prossimo Consiglio
europeo previsto per la fine di ottobre e del Vertice del G20 di novembre.

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Focus
Premio Sacharov 2010: si decidono finalisti e vincitore - Lunedì sera, i deputati delle
commissioni per gli affari esteri e lo sviluppo voteranno per selezionare i tre finalisti per il
Premio Sacharov 2010. I leader dei gruppi politici decideranno il nome del vincitore durante
la Conferenza dei presidenti di giovedì. La cerimonia per l'assegnazione del premio avverrà
il 15 dicembre, sempre a Strasburgo.

"Made In": etichetta obbligatoria per i beni importati?- I prodotti dovrebbero sempre
indicare chiaramente il paese d'origine per aiutare i consumatori a compiere una scelta
informata, affermano i deputati della commissione per il commercio internazionale. L'Aula
voterà una proposta di regolamento che prevede la creazione di un sistema pan-europeo
di etichettatura sul paese d'origine per beni importati da paesi terzi.

I deputati discuteranno il database etnico - I deputati discuteranno una dichiarazione
della Commissione europea sulla possibile esistenza o creazione di liste segrete sulle origini
razziali o etniche nell'UE. Quattro gruppi politici (S&D, Verdi/ALE, ALDE e GUE/NGL) hanno
presentato interrogazioni orali al riguardo.

Aiuti al Pakistan: dibattito sulle facilitazioni alle importazioni - I deputati dibatteranno
con la Commissione europea la possibile apertura temporanea del mercato comunitario alle
importazioni dal Pakistan nel settore del tessile e dell'abbigliamento, e in particolare i timori
che ciò possa avere un impatto negativo sull'industria europea e sull'occupazione.

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Focus
Congedo di maternità: estenderlo a 20 settimane minimo?

 •    Un dossier lungamente dibattuto al Parlamento, ma non c'è ancora l'accordo di tutti
      i gruppi
 •    Mercoledì 20 il voto, è possibile che un nuovo compromesso emerga all'ultimo
      momento

Famiglia e lavoro. Un equilibrio difficile nella vita quotidiana, specialmente per chi si
trova a barcamenarsi con un neonato a casa e le responsabilità dell'ufficio. Le mamme
non hanno gli stessi diritti e le stesse opportunità in tutti i paesi dell'Unione europea
e tanto meno i papà. Ma qualcosa potrebbe presto cambiare.

La settimana prossima i membri del Parlamento esamineranno la Direttiva finalizzata a mi-
gliorare le condizioni di salute e di sicurezza sul lavoro delle donne alle prese con una gra-
vidanza.

Quanto dovrebbe durare un congedo minimo?

Quale dovrebbe essere la durata minima del congedo di maternità? Dovrebbe essere retri-
buito al 100%? E anche i papà dovrebbero avere il diritto di stare a casa almeno due setti-
mane con i figli appena nati?
Di questo e di altro discuterà il Parlamento lunedì, per poi passare ai voti due giorni dopo.

In ballo, secondo le proposte della commissione per i Diritti della donna e l'uguaglianza di
genere, c'è l'estensione a 20 settimane, con stipendio pieno, del congedo minimo di mater-
nità, che includerebbe sei settimane dopo la nascita del bambino.

Anche i papà a casa?

Allo studio anche la possibilità di imporre un minimo di congedo per i papà, pari a due
settimane. Al momento non esiste nessuna regolamentazione a livello europeo che tenga in
considerazione i diritti dei padri dopo la nascita del figlio. Ma la proposta non trova l'accordo
di tutti i parlamentari. Molti sostengono che l'introduzione del congedo minimo per papà
vada oltre l'obiettivo della nuova legislazione che è quello di proteggere e dare una maggiore
sicurezza alle lavoratrici in attesa di un bambino.

Il tempo giusto per la mamma lavoratrice

La proposta iniziale della Commissione era di estendere l'attuale congedo minimo delle
mamme da 14 a 18 settimane, sei delle quali da prendere obbligatoriamente dopo la nascita
del bambino. Con la raccomandazione, ma senza alcun obbligo, di garantire per tutto il
periodo uno stipendio pieno.

Per la relatrice Edite Estrela, socialista portoghese, è necessario estendere il periodo mi-
nimo di congedo a 20 settimane a stipendio pieno, per dare alle donne tutto il tempo di
allattare e di stringere un legame forte con il proprio figlio.

Differenze culturali, un ostacolo per la cooperazione

Non tutti sono d'accordo in un tema su cui pesano ancora differenze culturali, ideologiche e
politiche tra le varie nazioni. E che una soluzione condivisa sia difficile si capisce anche dalle
traversie affrontate negli ultimi anni per estendere il periodo di tempo del congedo minimo.

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Focus
In ottobre è stata pubblicato, a richiesta dei deputati, uno studio che stima l'impatto che
potrebbe avere l'introduzione del cambiamento. E' risultato che i costi per ogni nascita va-
rierebbero rispetto a oggi tra 0 e 5.000 euro a seconda dello Stato e della sua attuale situa-
zione a livello di lunghezza di congedo e stipendio accordato.

Un'aspirazione troppo costosa?

"I costi sono chiari, mentre i benefici sono più difficili da calcolare", ammette la deputata
olandese dei Verdi Marije Cornelissen, mentre le inglesi Marina Yannakoudakis, del grup-
po dei Conservatori e riformisti, e la liberaldemocratica Elizabeth Lynne hanno avanzato
dubbi sul possibile impatto che la legge avrebbe sulle opportunità lavorative delle donne.

Introducendo un congedo più generoso c'è infatti il rischio che i datori di lavoro discriminino
le giovani donne, preferendo assumere degli uomini.

La proposta di legge prende in esame anche altri argomenti, sempre in difesa del lavoro
delle mamme lavoratrici: il divieto di licenziamento per almeno sei mesi dopo il rientro dalla
maternità, regole sul lavoro notturno, sugli straordinari e sul congedo successivo a un'ado-
zione.

Come andrà a finire? Per saperlo, basta seguire il dibattito di lunedì e il voto di mercoledì!

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Focus
Il Parlamento contro la povertà: una risoluzione a favore del red-
dito minimo garantito

 •   Il reddito minimo dovrebbe salire al 60% della media di ogni singola nazione
 •   La povertà colpisce ancora 85 milioni di cittadini

Sono ancora 85 milioni i cittadini europei che vivono in condizioni di povertà, pari
al 17% della popolazione del vecchio continente. Anche a loro si è pensato ieri 17
ottobre, nella giornata mondiale per la lotta contro la povertà indetta dalle Nazioni
Unite .

Gli eurodeputati non staranno con le mani in mano. In questi giorni è infatti previsto un
dibattito e la successiva votazione su una risoluzione che propone di istituire un reddito
minimo per i cittadini europei. Un'azione che si inquadra all'interno della campagna lanciata
dal Parlamento questa settimana e che prevederà un intervento del segretario generale
delle Nazioni Unite Ban Ki-moon.

Un reddito minimo per tutti i cittadini europei

L'iniziativa arriva dalla deputata portoghese Ilda Figueiredo, del Gruppo della Sinistra uni-
taria (GUE).
Nel suo rapporto ha esortato la Commissione a portare avanti una bozza di legge che pre-
veda un reddito minimo in tutti i paesi europei. Questo, secondo la risoluzione proposta dal
Parlamento, dovrebbe essere almeno del 60% del reddito medio della nazione in cui abita
il cittadino.

Ma non tutti sono d'accordo. I socialdemocratici hanno preferito astenersi dal voto in com-
missione occupazione e affari sociali, perché l'emendamento che chiedeva una Direttiva
europea per il reddito minimo è stato bocciato. Ora la palla passa alla plenaria, che potrà
confermare o meno il voto della commissione.

Sarà un nastro blu il simbolo della campagna contro la povertà e l'emarginazione sociale.
Domani i parlamentari lo indosseranno durante la sessione e un esemplare in formato gi-
gante verrà appeso a Strasburgo in presenza del segretario ONU Ban Ki-moon, del presi-
dente del Parlamento Buzek e dei vicepresidenti degli eurodeputati.

Domani a mezzogiorno Ban Ki-moon prenderà la parola nel corso della sessione plenaria.
Al centro del suo intervento dovrebbe essere la microfinanza, per capire come il suo utilizzo
possa aiutare a uscire dalla povertà.

Mercoledì sarà invece il giorno della commissione speciale sulla crisi finanziaria, economica
e sociale che si riunirà per discutere e votare il rapporto scritto dalla socialista francese
Pervenche Bérès.
Nucleo portante del documento sarà l'esortazione a rafforzare a livello europeo i sistemi di
regolamentazione e supervisione dei mercati finanziari.

Segui sul nostro sito gli eventi della settimana contro la povertà!

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Focus
Parlamento e diplomazia: sotto esame nuove regole su bilancio e
assunzioni

 •   Finalmente in arrivo il servizio diplomatico europeo
 •   Manca ancora l'accordo sulle assunzioni

Il primo dicembre potrebbe diventare la vera data di nascita del servizio diplomati-
co europeo, uno dei cambiamenti più importanti previsti dal Trattato di Lisbona. Per
preparare la strada all'atteso evento nei prossimi giorni, il 19 e 20 ottobre, gli eurode-
putati discuteranno e voteranno nella sessione plenaria alcune modifiche alle regole
di bilancio e si occuperanno delle modalità di assunzione della nuova squadra del
cosiddetto
Servizio europeo di azione esterna (SEAE).

Il periodo di gestazione è stato lungo. Il servizio diplomatico europeo nasce con il Trattato di
Lisbona rispondendo all'esigenza di una voce unica e veramente europea nel mondo, che
abbia come punto di riferimento l'Alto rappresentante per gli affari esteri (la baronessa in-
glese Catherine Ashton).

Dopo aver scritto le regole e le modalità di funzionamento del Servizio negli scorsi mesi,
nei prossimi giorni i deputati saranno alle prese con gli ultimi ritocchi: perché la nuova di-
plomazia diventi operativa, serve infatti modificare alcune regole comunitarie sul bilancio e
sulle assunzioni.

Se sul primo argomento i parlamentari hanno già trovato un accordo con gli Stati membri,
manca ancora una posizione comune sui cambiamenti alle regole sulle assunzioni. La com-
missione parlamentare per gli Affari giuridici dovrebbe pronunciarsi sul secondo punto nel
corso della giornata di oggi, per poi rimandare la questione ai voti del Parlamento mercoledì
20 ottobre. Se l'accordo venisse raggiunto in prima lettura non ci sarebbero altri ostacoli
all'inizio delle attività della squadra dal primo dicembre di quest'anno.

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Alla fine di lunghe trattative...

È stato un lungo braccio di ferro quello tra la Ashton e i singoli Stati membri sul servizio
diplomatico. Da parte sua il Parlamento ha insistito per esercitare funzioni di controllo sulla
nuova struttura sia da un punto di vista finanziario che da quello politico. In seguito alle
trattative gli eurodeputati saranno responsabili del discarico del bilancio del servizio diplo-
matico, anche se il bilancio esecutivo resta in mano alla Commissione.

"Ogni assunzione sia legata al merito, ma assicuri anche un equilibrio sia geografico che
di genere, in modo da garantire la lealtà e l'indipendenza della struttura", hanno ribadito i
deputati. Come andrà a finire? Seguite il voto di mercoledì!

 Le vittorie del Parlamento
 •   La squadra diplomatica sarà composta almeno al 60% da funzionari permanenti dell'UE
 •   I rappresentanti speciali dell'UE o i capi delegazione in paesi "strategicamente importanti" do-
     vranno presentarsi alla commissione Affari esteri del Parlamento per audizioni informali
 •   Il servizio diplomatico avrà una struttura dedicata alla difesa dei diritti umani

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Focus
Libertà di parola, povertà e tratta di esseri umani fra le questioni
all'ordine del giorno
L'assegnazione del Nobel per la pace 20100 al dissidente cinese Liu Xiaobo è stata
calorosamente accolta dal Presidente del Parlamento Jerzy Buzek, all'apertura della
sessione plenaria di Strasburgo. La lotta contro la povertà nel mondo e il traffico di
essere umani sono due questioni in agenda dei lavori parlamentari su cui il presidente
ha voluto soffermarsi, insieme al bilancio di metà del suo mandato che presenterà
all'Aula durante la seduta solenne di mercoledì.

Il Presidente ha salutato il premio Nobel per la pace 2010 Liu Xiaobo, e ha sottolineato come
questi si trovi in prigione dopo aver "combattuto pacificamente per la libertà di parola". Liu
Xiaobo è stato, infatti, condannato a 11 anni di prigione e a 2 anni senza diritti politici nel
dicembre del 2009. Buzek ha chiesto alla Cina di liberare lui e gli altri attivisti per i diritti
umani.

In occasione della Giornata mondiale per l'eradicazione della povertà, avvenuta ieri 17 ot-
tobre, e considerando anche che il 2010 è l'Anno europeo per la lotta alla povertà, il Presi-
dente ha annunciato che il PE organizza per questa settimana una serie di eventi. Buzek
e altri deputati hanno indossato una coccarda blu che simboleggia appunto la campagna
contro la povertà e anche il Segretario generale dell'ONU Ban Ki-moon dovrebbe toccare la
questione durante il suo discorso all'Aula previsto per domani, martedì, subito dopo il dibat-
tito sull'eradicazione della povertà. Buzek ha infine invitato i deputati a partecipare all'evento
speciale previsto con Ban Ki-moon nello spazio Agora Geremek alle 14.45.

Il Presidente ha poi ricordato ai deputati che: "Oggi, per la quarta volta, commemoriamo
la Giornata europea contro la tratta di esseri umani" e spiegato che l'UE sta preparando
proposte legislative per trovare una soluzione al problema.

Infine, Buzek ha attirato l'attenzione sul discorso di bilancio di medio termine del suo man-
dato, mercoledì a mezzogiorno, che passerà in rassegna i risultati raggiunti dal PE durante
gli ultimi 15 mesi. Buzek è stato, infatti, eletto Presidente a luglio del 2009 e il suo mandato
terminerà nel gennaio 2012.

Nessun cambiamento all'ordine del giorno di questa settimana è stato approvato.

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Focus
"Diversi, ma uniti". Intervento del segretario ONU Ban Ki-moon al
Parlamento

 •   E' la prima volta del segretario alla sessione di Strasburgo
 •   I temi chiave: povertà, cambiamento climatico, armi nucleari e immigrazione

Era dal 2004 che un segretario delle Nazioni Unite non metteva piede alla plenaria
del Parlamento. Allora era toccato a Kofi Annan, mentre oggi, per la prima volta, è
stato il coreano Ban Ki-moon a rivolgersi ai deputati nell'Aula di Strasburgo.

Tre i punti all'ordine del giorno: lotta alla povertà, cambiamento climatico e armi nucleari,
ma una sferzata è toccata anche alle politiche immigratorie di alcuni paesi UE, che "giocano
sulle paure della gente", ostacolando un vero processo di integrazione.

"Uniti nella diversità"

"Il mondo di oggi ci pone grandi sfide globali che possono essere risolte soltanto con lo sforzo
comune di tutte le nazioni e dei loro abitanti", ha esordito il presidente Buzek, accogliendo
l'ospite. E il senso di unità tra Nazioni Unite e Europa è stato più volte evocato, come un
legame capace di portare nuove soluzioni e interventi decisivi nel panorama mondiale.

Lotta alla povertà: basta parole, servono azioni

Sia chiaro, ha sottolineato subito Ban Ki-moon, siamo in un momento in cui i discorsi devono
essere trasformati in azione.

Così anche per la lotta alla povertà: nel vertice del mese scorso delle Nazioni Unite sui
cosiddetti "Obiettivi di Sviluppo del Millennio", i singoli Stati hanno preso forti impegni. Oggi
è arrivato il momento di metterli in pratica. Inutile dirlo: gli ostacoli sono sempre in agguato,
aggravati dalla stagnazione in cui sono finite le trattative sul commercio. Ma non bisogna
usarli come alibi.

"Chiudere il portafoglio ora vuol dire rifiutarci di affrontare le sfide comuni", ha sostenuto il
segretario ONU, esortando i deputati a sostenere le Nazioni Unite. "Un miliardo di persone
va ancora a letto affamata ogni sera. Quest'anno già 64 milioni di persone sono precipitate
in un livello di povertà estremo".

Il cambiamento climatico e i costi dell'attesa

Un messaggio chiaro anche sul cambiamento climatico, sul quale i governi devono cercare
di trovare un accordo.

"Più ritardiamo, più dovremo pagare in perdita di competitività, risorse e vite umane", ha
sostenuto, sottolineando un dato sempre più evidente: "i paesi sviluppati e quelli in via di
sviluppo non si fidano l'uno dell'altro. Una mancanza che può essere colmata soltanto at-
traverso sostegni finanziari ai paesi che ne hanno bisogno".

Anche per questo ha esortato le nazioni più ricche a pagare la loro parte dei 30 miliardi di
dollari per il 2010-2012 come stabilito a Copenaghen, durante la conferenza internazionale
sul clima.

Un mondo senza armi di distruzione di massa

Il segretario ONU è poi passato a parlare di armi nucleari e di distruzione di massa, per
"contrastare il rischio che armi così pericolose finiscano nelle mani dei terroristi".

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Focus
Migranti e Europa, tensioni da risolvere

Ban Ki-moon ha concluso l'intervento bacchettando l'Europa, ammirata da tutti per il suo
esempio di integrazione eppure incapace di risolvere il problema immigrazione.

"Sono passati quasi sette anni da quando il mio predecessore Kofi Annan ha parlato di
immigrazione davanti a quest'aula", ha sostenuto. "Oggi mi piacerebbe dire che la situazione
è migliorata, ma non posso che affermare, come amico dell'Europa, che condivido con voi
una profonda preoccupazione".

Disoccupazione, discriminazione, mancanza di pari opportunità nelle scuole e sui luoghi di
lavoro: è ancora questa la vita degli immigrati in Europa anche per colpa del populismo.

"C'è chi gioca sulle paure della gente e invoca valori liberali per cause che di liberale non
hanno niente, accusando i migranti di non rispettare i valori europei".

L'Europa sia la nostra locomotiva

Ottimista la conclusione di Ban Ki-Moon che ha descritto l'Europa come una grande loco-
motiva capace di mantenere il treno del progresso sui giusti binari e spingerlo avanti.
Una conclusione che è piaciuta al presidente Buzek: "per noi oggi, Nazioni Unite e Unione
europea, le due parole più importanti sono Unione nella Diversità", ha detto, con il nastro
blu per la lotta alla povertà all'occhiello della giacca.

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Focus
Crisi: le ricette del Parlamento per uscire dall'impasse
Speculazione, crisi dei subprime, deficit statali alle stelle, recessione e disoccupazio-
ne sono solo alcuni elementi della recente crisi finanziaria mondiale. Ma che cosa si
poteva fare per evitarla? E oggi, come superarla? Mercoledì il Parlamento discute e
vota il primo rapporto della commissione speciale sulla Crisi, redatto dalla socialista
francese Pervenche Berès.

Una governance economica più forte, maggiore supervisione del sistema finanziario, mi-
gliore coordinamento fra diverse priorità politiche, e un mercato interno funzionante: sono i
quattro pilastri del rapporto Berès, che segna la strada proposta dal Parlamento per uscire
dalla crisi. Una strada condivisa dai maggiori gruppi politici, che domani voteranno compatti
una relazione che è frutto di un anno di lavoro della commissione speciale sulla Crisi finan-
ziaria, economica e sociale, istituita un anno fa.

"I politici hanno la responsabilità ultima davanti ai loro cittadini per il buon funzionamento
dei mercati finanziari", commenta Sirpa Pietikäinen, parlamentare finlandese responsabile
del rapporto per il PPE. "Il Parlamento mostra chiaramente che è pronto a portare questa
responsabilità sulle spalle, e lavora per un sistema di regolamentazione economica e finan-
ziaria più stabile e sostenibile".
Le proposte del Parlamento si articolano sostanzialmente su quattro assi:

Supervisione e regolamentazione - Nessuna transazione e nessuno strumento finanzia-
rio dovrebbero restare "off record", tutto dovrebbe essere registrato e certificato. I deputati
avanzano anche l'idea di una tassa sulle transazioni finanziarie.

Governance economica - Uno dei vice-presidenti della Commissione dovrebbe essere so-
vraintendere alle attività di carattere economico, finanziario e monetario della Commissione
stessa e dei paesi dell'Unione.

Mercato interno come motore della crescita europea. La strategia EU2020 dovrebbe es-
sere un programma strategico di lungo termine per gli investimenti e l'occupazione, per sor-
passare la crisi e rafforzare il mercato unico.

Ricerca, innovazione e PMI sono il futuro del continente: facilitare i finanziamenti el'acces-
so al credito, creare opportunità di business, ridurre la burocrazia sono le uniche vie per-
corribili se l'Europa vuole uscire dall'impasse attuale.
"L'Europa ora deve tradurre in azioni concrete gli ambiziosi obiettivi della strategia 2020,e
dare forma al suo modello economico, sociale e ambientale per i prossimi 10 anni", dice
la relatrice Berès.

Dopo il voto di domani, la commissione Speciale inizierà a lavorare, a partire da questo
rapporto, con i parlamenti nazionali, per convergere su un testo finale entro luglio del 2011.

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Focus
Un reddito minimo comunitario per combattere la povertà
L'introduzione di sistemi di reddito minimo in tutti gli Stati membri dell'Unione per
combattere la povertà è stata proposta dal Parlamento europeo in una risoluzione
non legislativa adottata mercoledì. Il 2010 è l'anno europeo contro la povertà.

Il 17% della popolazione dell'UE (vale a dire circa 85 milioni di persone) nel 2008 viveva al
di sotto della soglia di povertà. Il tasso di rischio di povertà era più elevato per i bambini e
i giovani fino ai 17 anni rispetto alla popolazione totale, mentre quello degli anziani ultra
65enni era del 19%, come spiega la risoluzione preparata da Ilda Figueiredo (GUE/NGL,
Portogallo).
Reddito minimo pari al 60% di quello medio
L'introduzione di sistemi di reddito minimo in tutti gli Stati membri dell'Unione europea sa-
rebbe il modo più efficace per combattere la povertà, per garantire un adeguato standard di
vita e per favorire l'integrazione sociale, afferma la risoluzione. Il reddito minimo dovrebbe
essere fissato al 60% del reddito medio del Paese cui si ferisce, precisa il testo, che invita
la Commissione a presentare "un'iniziativa" che porti alla preparazione di un piano d'azione
in questo campo.
Risoluzioni alternative presentate dai gruppi politici S&D, Verdi/ALE e GUE/NGL, che chie-
devano una legge quadro europea sul reddito minimo non sono state sostenute dalla mag-
gioranza dei deputati.
I lavoratori poveri
I deputati vogliono anche attirare l'attenzione sul numero crescente di lavoratori poveri e
affermano che per affrontare tale questione il salario di sussistenza deve sempre essere
superiore alla soglia di povertà e che i lavoratori che, per varie ragioni, restano al di sotto
della soglia di povertà dovrebbero ricevere integrazioni non soggette a condizioni.
Infine, sono necessarie risposte politiche adeguate affinché la retribuzione in generale e i
salari minimi possano garantire un livello di vita dignitoso, aggiunge il testo approvato.

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Focus
Europa e crisi: i parlamentari discutono in vista dei prossimi sum-
mit

 •    Dubbi sull'imposizione di una tassa sulle transazioni finanziarie
 •    La crisi domina ancora l'agenda dei parlamentari

Si torna a parlare di crisi in Parlamento dove all'ordine del giorno è stata oggi la pre-
parazione del vertice dei leader europei del 28-29 ottobre e del successivo G20 di
novembre. Il presidente della Commissione José Manuel Barroso e Olivier Chastel,
segretario di stato belga agli affari europei, rappresentante della presidenza del Con-
siglio dei ministri, sono venuti in Parlamento per raccogliere le opinioni degli euro-
deputati in vista dei summit.

Prepararsi ai due vertici

Molti i temi chiave all'ordine del giorno per i vertici in arrivo.

I leader europei discuteranno il prossimo 28-29 ottobre i risultati della task force messa in
piedi da Van Rompuy, con le proposte per migliorare la regolamentazione fiscale, la super-
visione economica e gli accordi sulla cooperazione economica e finanziaria. Forse attraver-
so un processo legislativo per "dare un segnale positivo sulla nostra volontà di entrare in
azione", ha spiegato Chastel.

Per il G20, invece, l'idea è quella di promuovere una crescita sostenibile e equilibrata, tro-
vando una risposta per tutte quelle sfide che potrebbero danneggiare la ripresa globale. "Il
test più importante per il G20 verrà nei prossimi mesi quando dovremo affrontare il rischio
di perdere il momento giusto per agire".

Barroso: "deputati, approvate le proposte sulla crisi in prima lettura"

"La gestione dell'economia è il cardine della credibilità europea", ha aggiunto il presidente
della Commissione José Manuel Barroso, precisando che l'obiettivo è quello di dare il via
libera a un pacchetto di misure che diventi effettivo entro metà 2011 (la Commissione ha
presentato la sua proposta a fine settembre). L'urgenza non permette ritardi, ha spiegato
Barroso esortando i deputati a approvare le misure in prima lettura e gli Stati membri a dare
la giusta importanza all'argomento.

Un altro punto da trattare è quello dei meccanismi per fronteggiare la crisi che, in futuro,
dovranno essere sostituiti da un unico sistema, su base permanente, sulla cui creazione
avrà responsabilità la Commissione.

"Dobbiamo cooperare l'uno con l'altro", ha sostenuto Barroso, sottolineando come per il
G20 i cambi delle valute non potranno che essere un fattore importante da tenere in con-
siderazione.

La reazione dei deputati

Secondo la relatrice Pervenche Berès, S&D e autrice del rapporto di medio termine per
la commissione speciale sulla crisi finanziaria, economica e sociale, la crisi si tradurrà in
un tasso di disoccupazione nell'UE dell'11% entro la fine dell'anno. La strategia europea
dovrebbe quindi includere una tassa sulle transazioni finanziarie, un coordinamento nella
gestione dei bilanci nazionali, la nomina di un "signor Euro" e una gestione comune del
debito.

Martin Schulz, leader del Gruppo, ha insistito sull'imposizione di una tassa sulle transazioni
finanziarie. Ha poi attaccato le proposte di Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, accusandoli di
essere precipitati in un "approccio manicheo in cui spendere è una cosa malvagia mentre
tagliare fa sempre bene".

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Focus
Più coordinazione tra Parlamento europeo e parlamenti nazionali è la proposta evocata dal
popolare portoghese Diogo Feio, autore di un rapporto sui modi per migliorare la gestione
economica e la stabilità nella zona euro.

Nelle sue parole l'UE è stata troppo lenta nel reagire alla crisi e spesso ha preso le decisioni
sbagliate. Per rimediare il rapporto suggerisce di rafforzare il patto di stabilità mettendo
un'enfasi particolare sul debito, creando un Fondo monetario internazionale per l'Unione
Europea e migliorando bilancio, strumenti fiscali e statistiche.

Severità anche nelle parole del capogruppo del PPE Joseph Daul che si è schierato a fianco
della task force nel chiedere l'introduzione di un sistema di sanzioni per gli Stati membri che
non rispettano il Patto di Stabilità.

Nelle parole del capogruppo dei Liberali Guy Verhofstadt "serve un accordo all'interno del
Consiglio Europeo sulla gestione dell'economia e sul rafforzamento del Patto di Stabilità".
L'ex-premier belga ha definito troppo lente le proposte della task force.

"Ma come arriviamo a una tassa sulle transazioni finanziarie? È questo il problema", ha
commentato Daniel Cohn-Bendit a nome dei Verdi, precisando che per lui l'importante
sarebbe fare una differenza tra i vari deficit. "Un deficit dovuto agli investimenti capace di
dare nuove prospettive non è negativo. Si vince sempre quando si punta sulle energie del
futuro".

Attenzione, ha ammonito
Michał Tomasz Kamiński, a nome dei Conservatori e Riformisti, se lasciamo che sia il
populismo a dominare le decisioni sull'economia potremmo dimenticarci di approfondire la
questione del mercato interno.

Invece di mettere in campo misure di austerità, ha suggerito Patrick Le Hyaric (GUE/NGL),
dovremmo migliorare i salari, introdurre un nuovo sistema fiscale e un grande piano a fa-
vore dell'occupazione". Servirebbe un fondo per lo sviluppo sociale, non per la stabilità, ha
aggiunto.

- Gruppo Europa della libertà e della democrazia
"Nessuna tassa senza rappresentanza!", ha affermato l'inglese Nigel Farage, Gruppo Eu-
ropa della libertà e della democrazia, bacchettando Barroso per la sua recente proposta
di inserire una tassa diretta sulle transazioni finanziarie e ricordandogli di non essere stato
eletto dal popolo.

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Focus
Jerzy Buzek: progressi e sfide a metà del suo mandato
Oggi mercoledì il presidente del Parlamento europeo Jerzy Buzek ha fatto il punto
sui progressi e le priorità a metà del suo mandato, iniziato il luglio del 2009 e che si
chiuderà a gennaio 2012. Fra i temi che stanno più a cuore al primo presidente delle
istituzioni originario di un paese che stava dall'altra parte della Cortina di ferro: i di-
ritti umani, una comunità europea dell'energia, e il bilancio dell'UE. Buzek ha anche
parlato dei cambiamenti intervenuti con il Trattato di Lisbona, e del bisogno di soli-
darietà fra Stati membri.

La crisi: "quello che più i cittadini si aspettano da noi, è una via d'uscita dalla crisi, dalla
povertà e dall'esclusione sociale", non poteva che toccare la questione della crisi, il discorso
del presidente, che ha menzionato il contributo del Parlamento a riforme di grande impor-
tanza come il pacchetto di supervisione finanziaria. Non è mancata una bacchettata agli
Stati membri: "la solidarietà a livello europeo è indispensabile", ha ricordato Buzek citando
il caso degli aiuti alla Grecia.

Verso una comunità dell'energia: "La più grande sfida del XXI secolo è la sicurezza del-
l'approvvigionamento, combinata alla protezione dell'ambiente e prezzi abbordabili", ha af-
fermato il presidente, ricordando di aver firmato il 5 maggio scorso, insieme all'ex-presiden-
te della Commissione Jacques Delors la "Dichiarazione per la creazione di una comunità
europea dell'energia". Ha poi annunciato che oggi metterà la firma finale al Regolamento
europeo sulla sicurezza dell'approvvigionamento di gas, già approvato dal Parlamento.

Servizio di Azione esterna: il Parlamento "ha negoziato fino in fondo, perché il Servizio
sia efficiente e rappresenti gli interessi dell'Europa", ha affermato Buzek, ricordando anche
altri momenti topici dell'anno appena trascorso per le relazioni con il resto del mondo: la
bocciatura dell'accordo SWIFT per la condivisione dei dati bancari con gli USA, "che gli
storici ricorderanno come un momento in cui il Parlamento europeo ha davvero agito ne-
gli interessi dei cittadini", ma anche la sua visita in Russia, "la prima di un presidente del
Parlamento" dopo 12 anni".

Diritti umani: "So che davanti a me ci sono 735 difensori dei diritti umani, e alle mie spalle
ce ne sono 500 milioni!", ha esclamato il presidente, ricordando il giorno in cui ha chiesto
notizie su alcuni omicidi come quello di Anna Politkovskaya al presidente Medvedev, ma
anche il recente appello per la liberazione del premio Nobel Liu Xiaobo.

Riforme istituzionali: con il Trattato di Lisbona i poteri legislativi del Parlamento "sono rad-
doppiati". Buzek ha anche ricordato la maggiore responsabilità delle altre istituzioni verso
il Parlamento, citando come esempio "il question time mensile con il presidente della Com-
missione" e il fatto che "il presidente del Consiglio europeo non riferisce più solamente alla
plenaria, ma fa un resoconto immediato alla Conferenza dei Presidenti dei gruppi politici".
L'ex-premier polacco ha poi insistito sul bisogno di "approfondire il metodo comunitario" e
non cedere alla tentazione "dell'intergovernamentalismo".

Il bilancio: Buzek l'ha definito "il compito più importante che abbiamo di fronte oggi". La
responsabilità del Parlamento è garantire che "il budget dell'UE contribuisca alla crescita".
I tagli non possono essere "solo misure populistiche, che limitano e possibilità del futuro,
come l'educazione, la formazione o la ricerca".

In chiusura Buzek ha sottolineato che "la pace, la stabilità, la prosperità e una società aperta
non ci sono date una volta per tutte", e che "l'inimmaginabile" può accadere di nuovo. Per
questo "dipende da noi dare forma a quello che il 21esimo secolo sarà per l'UE. E con
colleghi come voi, non ho paura di affrontare questa battaglia", ha concluso il presidente.

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Focus
Approvato un bilancio moderato, ma chiedendo negoziati sul fu-
turo finanziario UE
Più investimenti per ricerca, innovazione, educazione, energia e sostegno alla Pale-
stina pur mantenendo un livello di spesa globale ridotto: è la posizione dei deputa-
ti per il bilancio comunitario 2011, approvata mercoledì. Il Parlamento chiede inoltre
l'apertura di negoziati su nuove fonti di finanziamento per l'UE e fondi sufficienti per
le nuove responsabilità derivate dal Trattato di Lisbona.

Il voto di mercoledì non ha solo implicazioni sul bilancio per il prossimo anno, ma
anche per i bilanci futuri nell'ambito delle prospettive finanziarie attuali (2007-2013).
Per il 2011, il Parlamento propone un aumento in stanziamenti d'impegno dello 0,8% rispet-
to al bilancio 2010, mostrando cosi di comprendere la forte pressione attuale sui bilanci
nazionali e interrompendo una pratica ventennale di chiedere un bilancio più ricco di quello
proposto dalla Commissione. I deputati hanno quindi concordato un totale di circa (le cifre
definitive saranno disponibili giovedì) €130,14 miliardi in pagamenti e €142,65 miliardi in
stanziamenti d'impegno, mentre la Commissione europea aveva proposto nel primo caso lo
stesso ammontare di €130,14 miliardi e nel secondo €142,57 miliardi. Il Consiglio vorrebbe
portare tali cifre a €126,53 miliardi e €141,78 miliardi, rispettivamente.
Il Parlamento "comprende le preoccupazioni espresse da alcune delegazioni in seno al Con-
siglio, secondo cui le pressioni sui bilanci degli Stati membri sono particolarmente forti per
l'esercizio 2011 ed è quanto mai necessario realizzare risparmi".
Tuttavia, i deputati ritengono che "le riduzioni arbitrarie degli stanziamenti di pagamento non
siano compatibili con una sana gestione finanziaria" e che "le riduzioni arbitrarie degli stan-
ziamenti d'impegno compromettano l'attuazione delle politiche e dei programmi dell'Unione
già adottati".
Gli aumenti e i tagli più importanti
Nella maggior parte dei casi, il Parlamento ha ripristinato le proposte della Commissione,
dopo i tagli apportati dal Consiglio. In aggiunta, i deputati hanno approvato aumenti e tagli
in altre sezioni, come ad esempio:
     Competitività per la crescita e l'occupazione: i deputati chiedono più risorse per il
     programma per l'apprendimento permanente (+ €18 milioni), il programma quadro per
     la competitività e l'innovazione (+ €10 milioni) e il programma Energia intelligente —
     Europa (+ €10 milioni). Per compensare a tali aumenti, i deputati propongono tagli al
     progetto di ricerca sulla fusione energetica "ITER" per €47 milioni.
     Coesione per la crescita e l'occupazione: i deputati hanno aggiunto una nuova se-
     zione, per €2,5 milioni, per l'assistenza per la regione del Mar Baltico.
     Conservazione e gestione delle risorse naturali: un fondo aggiuntivo di €300 milioni
     per il settore lattiero-caseario, + €6,7 milioni per il programma ambientale Life+ e un
     aumento di €2 milioni in sostegno della gestione delle risorse ittiche.
     Libertà, sicurezza e giustizia: +€2,35 milioni per il programma Daphne per la lotta alla
     la violenza contro le donne e i bambini e un aumento di €1 milione per la prevenzione
     del terrorismo.
     Cittadinanza: +€4 milioni per sostenere i Giochi olimpici speciali di Atene e +€3 milioni
     per il programma Gioventù in azione.
     L'UE come attore globale: aumento di €100 milioni in aiuti per la Palestina, il processo
     di pace e l'UNRWA, compensati con tagli nelle misure di accompagnamento nel settore
     delle banane per €18 milioni, - €23,5 per attività di cooperazione diverse dall’aiuto pub-
     blico allo sviluppo e la Politica comune estera e di sicurezza (PESC) con meno €45.7
     milioni.
     Amministrazione: i deputati hanno aggiunto denaro in riserva, per i pagamenti ai lavo-
     ratori delle istituzioni europee, nel caso il Consiglio perda la causa contro la Commis-
     sione sugli aumenti salariali.
Tutte le cifre sono stanziamenti d'impegno.
Urgente revisione del bilancio a lungo termine
La risoluzione adottata spiega che i margini di manovra del quadro di bilancio multiannuale
(chiamato anche prospettive finanziarie o quadro finanziario pluriennale - QFP) sono troppo
rigidi. L'attuale quadro è valido per il periodo 2007-2013, ma non tiene conto delle spese
aggiuntive in conseguenza della crisi finanziaria, delle nuove politiche e delle responsabilità
derivate dall'entrata in vigore del Trattato di Lisbona.

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Focus
In 4 nuove sezioni del bilancio riguardo "il trattato di Lisbona alla luce della revisione a medio
termine", i deputati chiedono un livello di spesa sufficiente e di "coinvolgere adeguatamente
il PE nei negoziati interistituzionali del prossimo QFP".
Discutere nuove 'risorse proprie' per l'UE
Il Parlamento chiede di aprire il dibattito col Consiglio su possibili nuove fonti di finanzia-
mento per il bilancio comunitario, sottolineando che questo elemento "costituisce parte in-
tegrante dell'accordo globale sul bilancio 2011". Inoltre, i deputati invitano "il Consiglio e la
Commissione ad adottare meccanismi per agevolare lo storno di stanziamenti inutilizzati
dell'anno N, in particolare nel contesto della revisione del regolamento "finanziario", poiché
fino a ora, i fondi non spesi sono rimborsati agi Stati membri alla fine dell'anno.
Disposizioni per il meccanismo di stabilità
I deputati chiedono, in grande maggioranza, di aggiungere due nuove linee di bilancio, una di
spesa e l'altra per i ricavi, da creare per il meccanismo di stabilizzazione dell'UE, che è stato
istituito dai governi dell'Unione dopo la crisi del debito della Grecia. Tali linee resterebbero
vuote fino a quando il meccanismo non venisse attivato.
Cifre
Le cifre definitive saranno disponibili giovedì. Per quelle provvisorie, vedi link in basso (co-
municato stampa).
Prossime tappe
Il 27 ottobre, il Consiglio e il Parlamento inizieranno la procedura di conciliazione per 21
giorni al fine di accordarsi su un testo comune Se dovessero trovare un accordo, il bilancio
definitivo sarà approvato a metà novembre.
Come per gli anni precedenti, ci sono due relatori per il bilancio: Sidonia Jędrzejewska (PPE,
PL), responsabile per il bilancio della Commissione europea che include anche quello ope-
rativo per tutta l'Unione, e Helga Trüpel (Verdi/ALE, DE), per i bilanci delle altre istituzioni.
Stanziamenti d'impegno e di pagamenti
Per ogni linea di bilancio, ci sono due voci differenti: gli stanziamenti d'impegno e quelli
di pagamento. I primi si riferiscono a quanto l'UE potrebbe impegnarsi a investire in un
dato anno (per esempio firmando un contratto o attraverso un appalto pubblico). I secondi
disciplinano i pagamenti effettivi da effettuare in un dato anno.

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Focus
Congedo di maternità: 20 settimane minimo per le mamme e due
per i papà
Il Parlamento europeo ha approvato mercoledì modifiche alla legislazione europea
in materia di congedo di maternità minimo, portandolo da 14 a 20 settimane, tutte
remunerate al 100% dello stipendio, con una certa flessibilità per i paesi che hanno
regimi di congedo parentale. Inoltre, i deputati hanno anche approvato l'introduzione
del congedo di paternità, di almeno due settimane.

Con 390 voti a favore, 192 contrari e 59 astensioni (gli italiani si sono schierati compatta-
mente a favore del testo), il Parlamento europeo ha votato in favore della relazione di Edite
Estrela (S&D, Portogallo) che estende il congedo di maternità minimo da 14 a 20 settimane,
andando cosi oltre la proposta della Commissione di 18 settimane.
Tuttavia, i deputati hanno approvato una serie di emendamenti per assicurare che per i
paesi con regimi di congedo parentale (per i due genitori), le ultime 4 settimane dovrebbero
essere considerate come congedo di maternità, remunerate almeno al 75%.
Le lavoratrici in congedo di maternità devono essere remunerate con la retribuzione al 100%
dell'ultima retribuzione mensile o della retribuzione mensile media, secondo il testo appro-
vato. La proposta della Commissione invece prevedeva il pagamento al 100% delle prime
6 settimane di congedo.
Il progetto di legislazione vuole stabilire le regole minime a livello europeo, mentre gli Stati
membri resterebbero liberi di introdurre o mantenere i regimi di congedo più favorevoli alle
lavoratrici di quelli previsti dalla direttiva.
"La maternità non può essere vista come un fardello sui sistemi nazionali di sicurezza so-
ciale, ma rappresenta un investimento per il futuro", ha affermato la relatrice durante il di-
battito lunedì.
Congedo di paternità
Gli Stati membri devono garantire ai padri il diritto a un congedo di paternità remunerato di
almeno due settimane, durante il periodo di congedo di maternità, afferma il testo approvato.
I deputati che si sono opposti a questa regola sostengono che il congedo di paternità non
rientra nell'ambito della legislazione in discussione, che riguarda "la salute e sicurezza delle
donne in gravidanza". Ma non hanno avuto la meglio.
Diritto al lavoro
La commissione per i diritti della donna ha anche adottato emendamenti volti a proibire il
licenziamento delle donne dall'inizio della gravidanza fino a almeno il sesto mese dopo la
fine del congedo di maternità. Il testo adottato afferma anche che le donne devono poter
tornare al loro impiego precedente o a un posto equivalente, con la stessa retribuzione,
categoria professionale e responsabilità di prima del congedo.

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Focus
Servizio diplomatico: trasparenza ed equilibrio nelle assunzioni
Il Servizio europeo d'azione esterna (SEAE) potrà presto cominciare a lavorare, dopo
l'approvazione del PE, avvenuta mercoledì, delle necessarie modifiche alle regole sul
bilancio comunitario, allo Statuto dei funzionari e al bilancio 2010. I deputati sono
riusciti a ottenere, nelle negoziazioni col Consiglio, un maggior controllo democra-
tico sul servizio e il rispetto dell'equilibrio geografico e di genere al momento delle
assunzioni.

Le regole di bilancio del SEAE ("il regolamento finanziario") sono state quindi modificate per
garantire trasparenza, grazie a nuove norme più severe sulla tracciabilità e sulla responsa-
bilità di bilancio e finanziaria.
Controllo di bilancio e responsabilità finanziaria
In termini di controllo sul bilancio, il nuovo servizio sarà trattato come qualsiasi altra istitu-
zione dell'UE e avrà quindi il proprio titolo specifico nel bilancio comunitario. Allo stesso
modo, sarà il PE a occuparsi del discarico del bilancio del SEAE, esercitando cosi piena-
mente i suoi poteri di controllo. Alla Commissione resta invece la responsabilità del bilancio
operazionale del SEAE.
Al fine di assicurare una completa trasparenza di bilancio, la Commissione avrà il dovere
di informare il Parlamento e il Consiglio su tutte le spese amministrative e logistiche che
riguardano l'azione esterna dell'Unione, allo stesso momento della presentazione del pro-
getto di bilancio comunitario.
Ruolo dei capi delegazione
Prima di assumere le proprie funzioni, i capi delle delegazioni esterne "devono seguire corsi
di formazione specifici sui compiti e le responsabilità degli ordinatori e sull'esecuzione del
bilancio", ha stabilito il PE, e devono anche "cooperare pienamente" col Parlamento, fornire
tute le informazioni necessarie e, se richiesto, partecipare alle riunioni delle commissioni
parlamentari.
Le nuove regole di bilancio,, negoziate per il PE da Ingeborg Gräßle (PPE, DE) e Crescenzio
Rivellini (PPE, IT), sono state adottate con 578 voti in favore, 39 contrari e 28 astensioni.
Nuove regole per il personale per garantire equilibrio
"Desideriamo un servizio moderno, bilanciato dal punto di vista del genere, abbiamo biso-
gno di pari opportunità e pari doveri per i funzionari UE e lo staff dei servizi diplomatici na-
zionali deve essere leale verso l'Alto rappresentante" per la politica estera UE, ha affermato
il relatore Bernhard Rapkay (S&D, DE), che ha negoziato il compresso sullo Statuto dei
funzionari col Consiglio.
Il testo adottato stabilisce che il SEAE dovrebbe essere composto di "personale con il più
alto livello di capacità, efficienza e integrità, assunto su basi geografiche più ampie possibili
fra i cittadini degli Stati membri dell'Unione". Il personale del SEAE dovrà anche includere
"una presenza appropriata di cittadini di tutti gli Sati membri",
Per garantire equilibrio nelle assunzioni fra donne e uomini, il testo di compromesso preve-
de la predisposizione di misure atte a promuovere le pari opportunità in specifici gruppi di
funzione dell'amministrazione del servizio diplomatico dove c'è una sottorappresentanza di
genere. Entro il 2013, Ashton, Alto rappresentante, dovrà inoltre presentare una relazione
sull'implementazione del regolamento con particolare attenzione agli obiettivi di equilibrio
geografico e di genere.
L'accordo raggiunto prevede infine che fino al giugno 2013, il SEAE assumerà personale
dal Segretariato generale del Consiglio, della Commissione e dei servizi diplomatici nazio-
nali; dopo quella data, si aprirà anche alle altre istituzioni, PE compreso. Al pieno delle as-
sunzioni, i funzionari UE dovranno rappresentare almeno il 60% dei posti, mentre un terzo
dovrebbe provenire dalle diplomazie nazionali.
Il compromesso è stato approvato dall'Aula con 513 voti in favore, 51 contrari e 98 asten-
sioni.
Nuova voce nel bilancio 2010
I deputati hanno anche modificato il bilancio 2010, sulla base della relazione preparata da
Roberto Gualtieri (S&D, IT) e László Surján (PPE, HU). Tali modifiche includono l'aggiunta
del capitolo 10° al bilancio comunitario. Un totale di 100 nuovi posti e 70 agenti contrattuali
sono cosi creati, fra delegazioni e sedi centrali. L'impatto finanziario netto delle modifiche di
bilancio, inclusa la spesa operazionale, è di € 9,52 milioni.

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Focus
La risoluzione sul bilancio 2010 è stata approvata con 608 voti in favore, 41 contrari e 11
astensioni.

                                                                              20101008FCS86210 - 20/21
Focus
Ritardi di pagamento: il Parlamento approva limite di 30 giorni
Un limite generale di 30 giorni per i pagamenti di fatture per beni e servizi è stato approvato
dal Parlamento mercoledì, che ha cosi confermato l'accordo raggiunto in precedenza col
Consiglio. Le nuove regole dovrebbero garantire le piccole imprese dai ritardi nei pagamenti
e favorire cosi l'innovazione e la creazione di posti di lavoro.
Come regola generale, il limite per il pagamento di una fattura per beni e servizi, sia nel
settore pubblico sia in quello privato, sarà ora di 30 giorni. I negoziatori del Parlamento
hanno anche assicurato che eccezioni a tale regola saranno possibili solo in circostanze
specifiche.
La relatrice Barbara Weiler (S&D, tedesca) ha detto durante il dibattito di martedì sera: "La
presente direttiva spianerà la strada a una cultura nuova sui pagamenti: abbiamo voluto
garantire che i diritti delle aziende più piccole siano rispettati al fine di migliorare la liquidità
e creare un clima migliore per gli investimenti in nuovi posti di lavoro". La relatrice ha inoltre
sottolineato che non è in alcun modo intenzione del Parlamento di far durare il periodo di
attuazione delle nuove regole due anni: "Da gennaio gli Stati membri dovrebbero iniziare
il recepimento", ha concluso.
Per oltre un anno, i deputati hanno spinto per l'adozione di regole severe e chiare sui termini
di pagamento, al fine di migliorare la solvibilità e aiutare le imprese creditrici. L'accordo ha
ricevuto il sostegno di tutti i gruppi politici ed è stato adottato con 612 voti in favore, 12
contrari e 21 astensioni.
I nuovi termini di pagamento
Nelle relazioni "business to business", sarà possibile estendere il limite previsto di 30 giorni
a 60 solo se le parti sono d'accordo e se previsto espressamente dal contratto. L'estensione
è possibile anche oltre i 60 giorni se "espressamente concordata" col creditore nel contratto
di vendita e se non risulta essere "fortemente ingiusta" nei confronti dello stesso creditore.
Anche per il settore pubblico, la regola generale è di 30 giorni, ma le eccezioni sono regolate
in maniera più severa: qualsiasi estensione del termine di pagamento deve essere non solo
espressamente prevista, ma anche "oggettivamente giustificata". I deputati hanno ottenuto
che nessuna deroga, nel settore pubblico, vada comunque oltre i 60 giorni.
Esenzioni per i servizi sanitari pubblici
Gli Stati membri saranno liberi di determinare un termine di pagamento di massimo 60 giorni
per gli enti pubblici che offrono servizi di sanità pubblica. Tale eccezione è giustificata dalla
natura particolare di entità come gli ospedali pubblici, che sono finanziati, in larga misura,
da rimborsi ottenuti attraverso il sistema sanitario nazionale.
Tassi d'interesse e periodi di verifica
Il Parlamento ha spinto con successo il Consiglio ad accettare un tasso d'interesse legale di
almeno l'8%. Il creditore avrà anche il diritto di ottenere dal debitore una somma di almeno
€40 per coprire i costi di recupero del debito.
Il periodo necessario per la verifica che i beni e i servizi venduti corrispondano ai termini
previsti nel contratto è stato fissato a 30 giorni. Il periodo può essere esteso nel caso spe-
cifico di contratti complessi, ma solo se tale possibilità è espressamente concordata e se
non è "fortemente ingiusta" verso il creditore.
Prossime tappe
L'accordo approvato deve ora essere formalmente adottato dal Consiglio. La nuova direttiva
entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione sul Gazzetta ufficiale dell'UE. Gli Stati
membri avranno poi due anni per conformarsi alle nuove regole.

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