Nemi, Covid-19: popolazione senza servizi per mancanza di una Giunta legittima - L'Osservatore d'Italia
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Nemi, Covid-19: popolazione senza servizi per mancanza di una Giunta legittima #insiemecelafaremo: il numero verde c’è ma i cittadini non possono ricevere assistenza NEMI (RM) – Di fronte a questa pandemia la popolazione di Nemi è completamente abbandonata. In tutti i comuni dei Castelli Romani Sindaci e assessori sono a lavoro per supportare la popolazione di fronte a questa emergenza sanitaria da COVID-19 con iniziative di solidarietà, buoni spesa e servizi psicologici.
A Nemi si assiste invece al paradosso di assessori che pubblicizzano servizi che però non possono partire solo sulla carta perché la Giunta non c’è e non può avviarli. “Quello a cui stiamo assistendo a Nemi è qualcosa di vergognoso e ingiustificabile. – Dichiarano i consiglieri comunali di “Ricomincio da Nemi” Carlo Cortuso e Patrizia Corrieri – Sono settimane che la Giunta non ha il numero legale per poter deliberare, da quando, cioè, la consigliera Edy Palazzi si è dimessa da vicesindaco e ha restituito le deleghe di assessore. Eppure nonostante questo il nostro sindaco continua a farlo, producendo delibere che non hanno alcun valore e che saranno facilmente impugnate. Lo abbiamo denunciato già dal 20 marzo – proseguono Cortuso e Corrieri – presentando una mozione in cui richiedevamo l’immediato ritiro di tutte le delibere illegittime e il ripristino della Giunta Comunale. Ma adesso il problema si fa ancor più serio. È iniziata lunedì la campagna “Insieme ce la faremo”, che riunisce i comuni di Ariccia, Castel Gandolfo, Genzano di Roma e Nemi per la consegna dei pacchi alimentari e altri servizi, grazie ai finanziamenti stanziati da Stato e Regione. Ebbene in tutti i comuni il servizio è partito tranne che a Nemi. Motivo? La Giunta del comune di Nemi ancora non ha deliberato. Sapete perché? Perché nella delibera bisogna iscrivere a bilancio i finanziamenti e quindi bisogna fare una variazione di bilancio, che, in virtù dell’emergenza COVID 19, può non passare dal consiglio comunale, ma deve essere, per l’appunto, deliberata in giunta.
Noi a Nemi , attualmente, non abbiamo una giunta con il numero legale minimo che possa farlo. Ci chiederete e ci chiediamo, perché il Sindaco non nomina un assessore e ripristina la giunta? La verità è che Bertucci ormai è un uomo solo. Ha difficoltà evidenti a convincere qualcuno a immolarsi per fare l’assessore. E la cosa non ci sorprende. Fare da stampella a un sindaco ormai abusivo vuol dire assumersi responsabilità che vanno oltre il normale mandato elettorale e di questo tutti ne sono coscienti. La sua maggioranza ormai nei fatti non esiste più. Ma l’aspetto peggiore è che questo suo attaccamento ostinato alla poltrona sta mettendo in grave difficoltà decine di cittadini e l’intera Nemi. Prenda atto – concludono i consiglieri di “Ricomincio da Nemi” – che in queste condizioni non si può continuare. Si dimetta per manifesta incapacità. Lo faccia subito!” Nemi, Giunta comunale irregolare e atti privi di validità
Gli “euroburocrati” e gli accademici invocano l’Europa della solidarietà contro quella degli egoismi sovranistici di Alessandro Butticé Nella frenetica attesa delle decisioni economiche del Consiglio Europeo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, continua il grande fermento nella comunità italiana e internazionale a Bruxelles.
Oltre all’iniziativa di Esperia – circolo di ispirazione centro-destra europea, nato più sull’esempio dell’Agorà greco che di un vero e proprio circolo politico – che ha lanciato una petizione pubblica in favore dell’istituzione degli Eurobond, che in poche ore ha raggiunto oltre 2000 firme. ed alla quale si sono aggiunti ora i tedeschi, olandesi e austriaci promotori di altra petizione, sono ora scesi in campo anche i funzionari dell’Unione Europea, e gli accademici europei. Il principale sindacato dei funzionari dell’UE, Rinnovamento e Democrazia (R&D), presieduto dall’italiano Cristiano Sebastiani, ha inviato oggi una dura lettera aperta alla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Layen. Durante questo periodo di emergenza sanitaria ed economica, R&D chiede alla Commissione europea di tornare ad essere il vero motore dell’integrazione europea e di svolgere un ruolo chiave in questa crisi. “In tutta l’Unione, i governi hanno adottato misure coraggiose per impedire che il virus si diffonda ulteriormente. Anche così, e lungi dall’essere finita, migliaia di persone
hanno perso la vita in questa battaglia. Il blocco ha radicalmente cambiato la vita di tutti noi in molti modi e ad ogni latitudine. Solo per citarne alcuni: scuole, università e uffici pubblici sono chiusi, eventi culturali e sportivi sono stati rinviati e negozi, ristoranti, grandi fabbriche, PMI, lavoratori autonomi e molti altri stanno affrontando sfide eccezionali che porteranno sicuramente a molti fallimenti e tassi di disoccupazione senza precedenti. Soprattutto, nessuno sa quanto durerà questa situazione e questo è abbastanza inquietante.”, scrive Sebastiani. In questa lettera, che ha ricevuto il plauso dei funzionari delle istituzioni europee, spesso sconcertati dalle loro guide politiche, e frustrati nei loro sforzi di proteggere e tutelare i cittadini europei e le loro famiglie che vivono in tutti gli stati membri, R&D ricorda che “va da sé che deve emergere un risveglio collettivo. Oggi più che mai l’Unione europea, e in particolare la Commissione europea, devono svolgere un ruolo chiave, fungendo ancora una volta da vero motore del processo di integrazione europea.” “Come personale delle istituzioni dell’UE, siamo rimasti in silenzio a lungo negli ultimi anni durante varie crisi passate, che hanno
costantemente minato la credibilità delle nostre istituzioni, come la recessione del 2008 e la successiva crisi del debito sovrano, non per citare la crisi migratoria e la Brexit. Tutte queste crisi avrebbero dovuto essere prese come segnali di sveglia e opportunità per dimostrare che quelle lezioni erano state apprese”, scrive il rappresentante dei veri euroburacrati. Criticati dall’opinione pubblica per perseguire sempre lealmente le direttive dei vertici politici delle istituzioni UE. E che ora vogliono rendere pubblico il loro grido e la loro frustrazione di fronte ai veti del Consiglio. “Oggi più che mai”, si legge nella nota “R&D richiede una vera solidarietà europea e quindi chiede alla von der Leyen, di coordinare immediatamente tutte le azioni nel campo della salute, per impedire ulteriormente l’aumento del bilancio delle vittime, non solo nei settori critici della logistica e di preziose misure restrittive, ma anche sostenendo iniziative per l’uso immediato di nuovi mezzi terapeutici promettenti. Alcune azioni, come lo stock comune di attrezzature mediche, stanno andando nella giusta direzione, ma chiediamo molto di più. Per questo Sebastiani, in nome di tutti i funzionari europei, chiede anche alla presidente della Commissione Europea di lavorare a stretto contatto con il Parlamento europeo, al fine di trovare una soluzione alle
vergognose strozzature emerse nell’ultimo Consiglio europeo, più rapidamente delle due settimane scadenza. “Agire con la mentalità secondo cui il giuramento di agire nel migliore interesse dell’Unione è ora più che mai diametralmente opposto a una formula semplice e vuota.”, conclude Sebastiani riferendosi al giuramento di assoluta indipendenza prestato dai membri della Commissione Europea. Esortando Ursula von der Leyen ad agire insieme a tutti i rappresentanti politici e al personale dell’UE per difendere l’integrazione europea, attraverso la solidarietà, il dialogo, la comprensione reciproca e il sostegno tra i paesi europei”. Un’altra lettera aperta alle Istituzioni Europee, ed in particolare al Consiglio, è stata scritta, su input di Mario Telò, professore alla LUISS-Roma e ULB, e presidente emerito dell’Istituto di Studi Europei di Bruxelles, assieme ad altri accademici di tutti gli stati membri dell’UE. Convinti che “Senza un nuovo patriottismo europeo, sia inevitabile il declino dell’UE” Di seguito il testo della lettera, firmata da Gesine Schwan, ex Rettore Viadrina University of Frankfurt, e due volte
candidato alla Presidenza della Repubblica Federale Tedesca; Bertrand Badie, professore emerito di università presso Sciences Po Paris; Ramona Coman, professore all’ULB e presidente dell’IEEE-ULB; Biagio De Giovanni, ex rettore dell’Università dell’Est di Napoli ed ex presidente della commissione affari costituzionali del PE; André Gerrits, Università di Leyden, Paesi Bassi; Christian Lequesne, professore a Sciences Po Paris, ex direttore del CERI; Lucio Levi, Università di Torino, direttore del dibattito The Federalist; Thomas Meyer, direttore, Neue Gesellschaft / Frankfurter Hefte, Berlino; Leonardo Morlino, professore ed ex vice-rettore LUISS, Roma; Ferdinando Nelli Feroci, Presidente dell’Istituto Affari internazionali (IAI) di Roma; Ruth Rubio Marin, Professore presso l’Istituto universitario europeo (Fiesole) e presso l’Università di Siviglia, in Spagna; Maria Joao Rodrigues, ex ministro del Portogallo e presidente della FEPS; Mario Telò, professore alla LUISS-Roma e ULB, presidente emerito IEE; Luk Van Langenhove, professore presso l’Istituto di studi europei VUB, Bruxelles; Didier Viviers, segretario perpetuo della Royal Academy of Belgium; Michael Zürn, professore alla Freie Universität e direttore fondatore della Hertie School di Berlino. “L’UE è uscita strappata dal Consiglio europeo del 26 marzo dedicato alla gestione della crisi più grave dal 1929, molto peggio di quella del 2012-2017. Tuttavia, riteniamo che la pandemia di coronavirus e la crisi economica e sociale offrano all’Europa una straordinaria opportunità di decidere se andare verso un’unità più profonda o se declinare irreversibilmente. Dipenderà dalle decisioni dei governi, del Consiglio europeo e delle istituzioni dell’UE; ma anche e soprattutto la mobilitazione appassionata e competente dei cittadini e dell’opinione pubblica in ogni stato membro. La domanda per l’Europa è questa: è una comunità del destino, una Schicksalsgemeinschaft, consapevole delle sue responsabilità globali, o è solo un’associazione strumentale di egoismo
suicida nazionale, dove la scelta cieca di tutti per se stesso prevale chiaramente durante gli eventi storici? Esiste ancora un senso di appartenenza comune, basato su forti interessi comuni? Le forze della disintegrazione e dell’estrema destra, vittoriose della Brexit, ma sconfitte alle elezioni del PE del 26 maggio, sono già lì, pronte per un nuovo attacco illimitato all’euro e all’UE: questa volta il l’attacco potrebbe vincere, sfruttando cinicamente l’enorme disaffezione popolare causata dall’enorme sofferenza causata dalla crisi sanitaria e dalla tragedia sociale ed economica che ci attende, ma anche dall’inerzia politica delle élite europee. Il Parlamento europeo si è chiaramente dichiarato a favore di un balzo in avanti: ma come? La Commissione europea, che aveva comunque proposto il “pilastro sociale europeo” e lanciato il grande progetto “Green Deal”, è responsabile dell’attuale stagnazione, a causa della sua mancanza di leadership sia in termini di bilancio pluriennale che di strumenti innovatori per gestire la crisi sanitaria e le sue conseguenze economiche. Questa crisi non è uno shock asimmetrico come quello del 2012-17: è simmetrico, riguarda tutti i paesi, anche se colpisce per il momento soprattutto quelli che erano già stati maggiormente colpiti dalla crisi dei migranti e dei rifugiati. Un’emergenza eccezionale richiede rimedi eccezionali La decisione della BCE di impegnare 750 miliardi di euro nel mercato obbligazionario è necessaria ma non sufficiente. Per la crisi del 2012, meno grave, la BCE si è impegnata da diversi anni tra i 50 e gli 80 miliardi al mese (Q.E). Inoltre, la BCE non può essere lasciata sola: le sue misure devono essere accompagnate da politiche nazionali ed europee.
La sospensione del Patto di stabilità può consentire ai governi nazionali di rispondere a questa emergenza “come una guerra”, nelle parole di Draghi (Financial Times): tutto ciò che serve per salvare la nostra industria e la nostra economia, il che implica anche il nostro livello di lavoro. Ma tutto ciò sarebbe insufficiente di fronte ai disavanzi fiscali che aumenteranno inevitabilmente di diversi punti del PIL e in un contesto di recessione previsto dagli ottimisti tra – 2 e – 5%. L’UE deve imperativamente combinare una spinta alla solidarietà antivirus con una nuova solidarietà finanziaria. Perché così poca iniziativa e creatività nelle istituzioni dell’UE? Perché tale inerzia burocratica? I gesti politici, simbolici di solidarietà e nuove proposte in cerca di un compromesso dinamico, aiuterebbero enormemente, in un quadro in cui sembrano manifestarsi solo gli aiuti di Cina, Russia, Stati Uniti e Cuba! Due iniziative per due messaggi forti, ai cittadini e al mondo La situazione nell’UE non è mai stata peggiore e le decisioni fallite possono spingere milioni di cittadini verso l’euroscetticismo e il nazionalismo con conseguenze imprevedibili, come dimostra l’esempio ungherese. In effetti le accuse reciproche sono più dure che mai. Da un lato, il tema del diritto olandese e tedesco del “rischio morale”: Eurobond, la messa in comune dei debiti nazionali incoraggerebbe pratiche immorali di lassità fiscale nei paesi indebitati. D’altra parte, accusiamo i paesi del Nord, non solo della mancanza di solidarietà in una situazione che vede quasi 1000 morti al giorno e dei primi disordini sociali in Italia e Spagna, e di una svolta dell’epidemia in Francia e Belgio; l’accusa più grave è quella di voler approfittare dell’imminente crisi finanziaria per arricchirsi e cambiare l’equilibrio di potere in Europa. Diventa ricco? Sì, dal desiderio di attrarre risparmi globali sulle obbligazioni nazionali. E gli investimenti delle multinazionali, attraverso il dumping fiscale ottenuto riducendo le imposte sulle società. Queste accuse non provengono più dalla
sottocultura dei Salvini, dai Wilders, da Le Pen o dall’AfD, ma da circoli decisivi e centrali, quelli che hanno investito nella costruzione europea. Queste reciproche accuse, questo crollo della fiducia, pubblicizzato e ripetuto mille volte, sconvolgono anche gli europei più convinti, a impantanare il nocciolo duro del consenso europeo che è stato costruito in 70 anni. Il danno arrecato alle nostre democrazie potrebbe presto essere irreparabile. Il Consiglio europeo ha delegato la ricerca di una soluzione all’Eurogruppo, quando quest’ultimo aveva appena delegato la mediazione, bloccata al suo interno, al Consiglio europeo. Siamo quindi in un vicolo cieco e i prossimi giorni saranno decisivi. Siamo convinti che non solo nelle 9 nazioni i cui governi hanno inviato a Ch. Michel la lettera per i coronabond, ma anche nelle opinioni pubbliche di Germania, Paesi Bassi, Austria e Finlandia, un grande esiste un consenso per: a) negoziare le condizioni per l’accesso al MES, il meccanismo europeo di stabilità, dotato di 430 miliardi, i cui prestiti sono ora troppo subordinati a un’inaccettabile subordinazione dello Stato in crisi; b) creare un gruppo europeo di esperti qualificati, che possano proporre urgentemente nuovi strumenti con tutti i dettagli tecnici necessari. Va bene, i 9 stati non devono accontentarsi di coronabondi come se fosse l’unica soluzione: ma a condizione di salvare l’idea di base, perché questa proposta è tuttavia ricca di promesse di efficacia ( mostra unità di fronte ai mercati globali) e simbolico (di fronte ai cittadini): non può essere liquidato come uno “slogan di propaganda”. La cosa principale è quindi che vengano inviati due messaggi: 1.il primo messaggio di speranza deve essere fedele ai cittadini comuni, ai popoli d’Europa sconvolti dalla crisi del coronavirus e preoccupati per il loro futuro: l’UE è lì per aiutarli concretamente e si trova ad affrontare la crisi sanitaria e sociale ed economico attraverso una maggiore unità e un grande progetto di rilancio economico e sociale.
2. Il secondo messaggio deve essere inviato al mondo esterno: unità, forza e stabilità della zona euro, una garanzia, come dice Macron, della nostra “sovranità comune” di fronte ai mercati mondiali e di fronte alle potenze che cercano di dividere e distruggere l’UE. L’UE ha effettivamente la responsabilità globale di fronte alla razza umana e alle implicazioni geopolitiche della crisi. Gli Stati Uniti hanno sottovalutato l’epidemia e l’amministrazione centrale, nella fase preelettorale e di autoisolamento, dimostra che non ha più l’autorità politica e morale necessaria per coordinare la lotta contro il coronavirus a livello globale, anche della nuova politica economica necessaria. In questa situazione, la Cina sta giocando il suo soft power. Gli aiutanti sono i benvenuti. Ma, responsabile di ritardi e mancanza di trasparenza sulla malattia e sulle sue vittime, non può costituire un modello globale, perché, di fatto, si oppone all’efficienza e al rispetto dei diritti dell’individuo. L’India è nel caos totale e il Brasile è trattenuto da uno strano presidente che si presenta come l’ultimo negazionista dell’epidemia. Solo l’Europa può indicare la strada, come parte di uno sforzo di cooperazione multilaterale. Questa è l’idea centrale per un nuovo patriottismo europeo, nuovo perché deve assolutamente essere radicato sia nelle comunità nazionali rinnovate sul tema della solidarietà, sia nelle reti transnazionali. I milioni di cittadini impegnati, volontari, membri del personale sanitario e associazioni di volontariato della società civile, attivi nelle molteplici opere essenziali per la sopravvivenza della nostra società, essenziali per resistere oggi e per il recupero di domani: questa è la base solido umano per una nuova fase dell’idea di Europa, il modo di collegare in modo innovativo i nostri valori fondamentali e la capacità tecnica e politica di offrire al mondo un messaggio di speranza e forza contro la crisi.”
Italiani, tedeschi, olandesi e austriaci si appellano da Bruxelles alla solidarietà economica europea per fronteggiare l’emergenza coronavirus di Alessandro Butticé Grande fermento nella comunità italiana e internazionale nella capitale d’Europa in attesa delle decisioni del consiglio, rimandate di due settimane,
sulle misure economiche speciali per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Esperia – circolo di ispirazione centro-destra europea, nato più sull’esempio dell’Agorà greco che di un vero e proprio circolo politico – ha lanciato una petizione pubblica in favore dell’istituzione degli Eurobond, che in poche ore ha raggiunto oltre 1.600 firme. https://www.change.org/p/policy-experts-we-call-on-the-europea n-council-to-agree-a-common-eurobond Nel farlo ha ricordato che “in queste ore drammatiche si sta combattendo la battaglia politica tra chi vuole cambiare l’Europa e costruire finalmente una casa comune solidale, semplice e vicina ai popoli europei e quanti, soprattutto nel Nord Europa, pensano che proseguire ad oltranza nella difesa dei propri egoismi nazionali possa ancora essere la soluzione, nonostante tutto”. “Se credete in una vera solidarietà Europea, con responsabilità e sforzi condivisi, vi invitiamo a firmare, diffondere e condividere sui vostri social questa petizione” – scrive Esperia con spirito costruttivo e certamente europeista. “Vogliamo contribuire a costruire la volontà politica indispensabile per andare oltre le tattiche e
i bizantinismi, con il coraggio che ebbero i padri fondatori dell’Europa alla fine della seconda guerra mondiale”, ha dichiarato Antonio Cenini, uno dei promotori del Circolo. Ma non sono solo gli ambienti italiani a mobilitarsi Ma anche cittadini tedeschi, olandesi e austriaci hanno lanciato analoga petizione rivolta ai loro governi nazionali https://www.change.org/p/deutsche-bundesregierung-europäische- solidarität-jetzt-institutionalisieren-eurobonds-gegen-die- coronakrise?recruiter=641320904&utm_source=share_petition&utm_ medium=copylink&utm_campaign=share_petition “La solidarietà europea fallisce di fronte alla crisi del coronavirus”, si legge. “Sebbene la crisi del covid-19 colpisca tutti gli stati membri dell’Unione Europea, i governi nazionali – e in particolare l’Aia, Berlino e Vienna – continuano a cercare di guadagnare e sottrarsi alle loro responsabilità condivise. Al fine di garantire la stabilità dell’area dell’euro e consentire la ricostruzione dell’economia europea dopo la crisi, sono inevitabili #Eurobonds,
ovvero la responsabilità solidale per i debiti che devono necessariamente essere coperti e a beneficio dell’economia europea. I nostri sistemi sanitari, e in particolare quelli del Sud europeo, sono sotto pressione non solo a causa della diffusione aggressiva del virus corona, ma anche e soprattutto a causa di anni di misure di austerità che sono state imposte agli Stati membri sotto il mantra dell’austerità. La complicità degli stati che ora rifiutano la solidarietà è innegabile. Come cittadini europei della Repubblica Federale Tedesca, del Regno dei Paesi Bassi e della Repubblica Federale d’Austria, invitiamo i nostri governi ad assumersi le proprie responsabilità e ad usare la crisi del Coronavirus per istituzionalizzare la solidarietà europea. I principali economisti di tutta Europa sono a favore di questo sviluppo dell’Unione Europea e forniscono regolarmente prove dell’effetto positivo dei cosiddetti Eurobond. Il primo ministro portoghese Costa, il presidente italiano Mattarella e il primo ministro Conte sottolineano il dramma della situazione attuale e fanno appello alla Comunità europea affinché agisca finalmente. Perfino Jacques Delors, il padre dell’euro, che di solito non si esprime più politicamente, rompe il suo silenzio e mette in guardia dalla disgregazione del progetto comune europeo di fronte al travolgente egoismo nazionale. Ci uniamo a questi appelli e con la presente invitiamo i nostri
governi ad agire finalmente.” Covid-19, proroga al 13 aprile delle misure anti contagio: in serata il dpcm Si sta lavorando in queste ore a Palazzo Chigi per chiudere il dpcm con la proroga delle misure anti contagio da Coronavirus. L’obiettivo, viene spiegato, è chiudere il provvedimento entro questa sera. Il ministro Roberto Speranza ha annunciato che la proroga varrà fino al 13 aprile. E’ in corso, a quanto si apprende, una riunione del premier Giuseppe Conte con i capi delegazione dei partiti di maggioranza a Palazzo Chigi. All’incontro, a quanto riferiscono fonti di maggioranza, prende parte anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo
Fraccaro. “Se vogliamo aiutare tutti, nessuno deve fare fughe in avanti per piccoli tornaconti personali. Dobbiamo lavorare al decreto aprile pensando a quello di cui ha bisogno il Paese”, ha scritto il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà in un post. Conte, scrive, ha chiesto “un’accelerazione degli incontri per dare risposte immediate ad un Paese che non può più aspettare. Già domani pomeriggio farò un’altra riunione con il ministro Roberto Gualtieri, i viceministri Laura Castelli e Antonio Misiani, i capigruppo dell’opposizione e i responsabili economici”. Il governo ha deciso di prorogare fino al 13 aprile tutte le misure di limitazione alle attività e agli spostamenti individuali finora adottate, ha annunciato il ministro della Salute, Roberto Speranza, nell’informativa al Senato. “Siamo nel pieno di un’esperienza durissima e drammatica – ha detto il ministro – avremo tempo e modo di valutare ogni atto e conseguenza, ma a tutti è chiara una cosa: il Servizio sanitario nazionale è il patrimonio più prezioso che possa esserci e su di esso dobbiamo investire con tutte le forze che abbiamo. Il clima politico positivo e unitario è una precondizione essenziale per tenere unito il Paese in questo momento difficile della nostra storia. Non è il tempo delle divisioni. L’unità e la coesione sociale sono indispensabili in queste condizioni, come ha detto il presidente Mattarella”, ha sottolineato. “Attenzione ai facili ottimismi – dice ancora SPeranza – che possono vanificare i sacrifici fatti: non dobbiamo confondere i primi segnali positivi con un segnale di cessato allarme. La battaglia è ancora molto lunga e sbagliare i tempi o anticipare misure sarebbe vanificare tutto”. Ad oggi i posti in terapia intensiva “sono 9.081, con un
incremento del 75% in meno di un mese, contro i 3.595 iniziali. Sono stati cioè triplicati”. I posti letto in Pneumologia sono invece passati da 6.525 a 26.524. Inoltre, ha annunciato, “sono stati già firmati 12.000 nuovi contratti per il personale sanitario e altre procedure sono in corso”. Le decisioni “drastiche prese – ha spiegato Speranza – iniziano a dare i primi risultati e il contagio rallenta, ma sarebbe un errore scambiare un primo risultato per una sconfitta del Covid-19”. Il ministro ha quindi indicato un obiettivo: “Dobbiamo portare sotto il livello 1 il parametro R con zero, ovvero l’indice di contagio. Questo per evitare che il Sistema sanitario nazionale venga colpito da un ulteriore tsunami, ma la strada è ancora lunga” anche perchè in mancanza di un vaccino è tutto “molto difficile”. Il ministro ha anche fatto riferimento alla necessità di “graduali misure” per evitare una ripresa esponenziale dei casi. La “fase di condivisione con il virus – ha detto – andrà gestita con l Comitato tecnico scientifico, con prudenza e conservando le pratiche dei comportamenti responsabili”. “Dobbiamo programmare il domani e lo stiamo già facendo – ha concluso – ma non bisogna sbagliare i tempi”. Emma Bonino dopo l’informativa del ministro ha chiesto di verificare “con i tamponi tutti le persone anche asintomatiche che in questi giorni lavorano per rendere la nostra vita possibile: possono a loro insaputa e senza volerlo divulgare il contagio”. “Dobbiamo stare chiusi in casa fino a Pasquetta? Bene – ha detto Renzi nel suo intervento – Ma domani è la giornata dell’autismo. Pensiamo agli autistici che hanno bisogno di uscire. Rispettiamo la decisione del ministro Speranza, ma lui domani rifletta se non valga la pena di permettere agli
autistici di poter uscire almeno per un periodo. Come gestire l’emergenza non può essere affidato solo ai virologi. La riapertura deve essere graduale e prudente ma deve essere strategica per non ripetere errori che ci sono stati. Non facciamo l’errore di dare ai tecnici il potere di decidere quello che tocca alla politica. Chi chiede di tornare a pensare ad una nuova normalità lo fa anche perchè nella gestione dell’emergenza gli italiani danno il meglio; ma tornare a una normalità è cardine della nostra democrazia”. Cultura ai tempi del coronavirus: tanti i tour virtuali che si possono fruire online da Nord a Sud Il patrimonio artistico italiano culturale è uno dei beni più preziosi del nostro
Paese e vanta una ricchezza culturale diffusa di ben 4.908 luoghi di interesse culturale diviso tra musei, aree archeologiche, monumenti ed ecomusei aperti al pubblico secondo i dati ISTAT. Il coronavirus nel giro di poco tempo ha cambiato la nostra vita e di conseguenza i luoghi di iniziative culturali come il cinema, il teatro e qualsiasi sito di aggregazione hanno dovuto sospendere le attività per prevenire maggiormente la propagazione del virus, e di conseguenza arrecando un danno economico notevole, basta pensare, che difatti sono stati annullati nella prima settimana del lockdown ben 7.400 spettacoli in tutta il Paese e i musei “custodi” della nostra memoria storica hanno dovuto chiudere. Da quando è stata data l’emergenza del Covid-19 la nostra vita si svolge nelle nostre case cambiando radicalmente le nostre abitudini e i luoghi di interesse culturale sono diventati utopici. I direttori dei maggiori poli museali e teatrali italiani hanno creato tour virtuali o spettacoli on line per gli abituè della cultura come cura alla chiusura forzata delle sale sull’emergenza della pandemia dando la possibilità di “viaggiare” tra le epoche attraverso i reperti, opere e i luoghi stessi mantenendo viva l’interesse e i musei, stando
comodamente seduti sul proprio divano. Sono tantissime le iniziative virtuali che si possono fruire online da Nord a Sud di spettacoli e di esposizioni dei maggiori musei italiani che spiegano la storia dei reperti al loro interno o delle exhibition temporanee che erano in programmazione, ma che hanno dovuto sospendere. Fra i musei che hanno aderito alle innumerevoli iniziative in tutta Italia vi è il Real Museo e Bosco di Capodimonte di Napoli diretto da Sylvain Bellenger. Il Museo partenopeo nel 2019 è risultato fra i primi 5 siti di interesse culturale più frequentati d’Italia, ogni anno il Bosco è frequentato gratuitamente da ben 2 milioni di utenti, e il Museo, al suo interno, rientra nella classifica 30esimo per affluenza secondo i dati MIBACT. Il polo museale partenopeo si è mobilitato aderendo alla maratona “L’Italia chiamò” sul canale Youtube del Mibact offrendo ai “visitatori” innumerevoli iniziative. L’intendo è di poter far vivere un’esperienza culturale notevole sperando al più presto che si ritorni alla normalità. Fra le offerte museali del Museo di Capodimonte agli abituè dell’arte vi è il focus sull’artista partenopeo con il tour virtuale con “Gemito Dalla scultura al disegno”. Altra notevole iniziativa on line lo offre il Museo archeologico
Nazionale di Napoli, il polo aderisce all’iniziativa #iorestoacasa con tour virtuali da fruire comodamente sul divano della propria abitazione. Il Real Museo Archeologico Nazionale ha chiuso il 2019 con 673mila visitatori ed è rientrato tra i primi dieci musei italiani per affluenza. Il Museo Nazionale risulta tra i maggiori “custodi” dell’arte antica a livello mondiale. Attualmente in attesa del ritorno alle nostre abitudini offre ai “viaggiatori” un ‘Grand Tour Virtuale’ con le sue collezioni, fra queste anche l’exhibition dal titolo “Lescaux 3.0” già in programmazione dal 31 gennaio al 31 maggio adesso sul canale di Youtube.
Castel Gandolfo, al via i buoni spesa: le domande sul sito del Comune Dal 2 aprile sarà possibile scaricare le domande dal sito del Comune CASTEL GANDOLFO (RM) – Data l’importanza e le ricadute sociali dovute all’emergenza da COVID-19 che stiamo vivendo, la maggioranza guidata dal Sindaco Milvia Monachesi ha ritenuto che fosse necessario un incontro tra tutte le forze politiche di Castel Gandolfo al fine di varare delle misure di solidarietà alimentare che fossero il più inclusive possibili. “All’indomani della
pubblicazione del provvedimento per l’attuazione delle misure urgenti di solidarietà alimentare da parte della Protezione Civile e della Regione Lazio – commenta l’Assessore e Presidente di Commissione Consiliare Tiziano Mariani – questa maggioranza e si è attivata immediatamente ed è riuscita in brevissimo tempo, grazie anche al pronto sostegno degli uffici comunali, a mettere in campo tutti gli strumenti necessari alla fruizione del contributo a sostegno delle famiglie, trovando la migliore mediazione tra il rispetto della norma e lo snellimento dell’iter necessario alla fruizione del contributo, facilitando al massimo gli adempimenti a carico del cittadino. Nel rispetto del sentimento di collaborazione e di collegialità che la maggioranza stessa ha sempre avuto e dimostrato, considerato anche che l’argomento ci coinvolge tutti allo stesso modo, mi è stato demandato in quanto Presidente della Commissione Consiliare il compito di indire una apposita riunione. Oggi pomeriggio ci siamo così riuniti con all’ordine del giorno il provvedimento di solidarietà alimentare e le determinazioni inerenti. L’incontro, che si è svolto in video conferenza come la situazione impone, è stato eccezionalmente allargato e sono stati invitati, oltre ai componenti di diritto, anche il Sindaco, gli Assessori, il Presidente del Consiglio ed i Capigruppo di maggioranza ed opposizione.
Insieme sono state discusse e approvate le misure per l’erogazione dei Buoni Spesa da parte del Comune di Castel Gandolfo a cui da domani potranno accedere i nostri concittadini”. Bracciano, il Sindaco Tondinelli: “Primi 100 mila euro per i buoni spesa. Trend nel Lazio in discesa. Insieme
ce la faremo!” BRACCIANO (RM) – “Abbiamo impegnato una prima somma di oltre 100mila euro finalizzata all’acquisto di buoni spesa per generi alimentari e prodotti di prima necessità per consentire un sostegno economico alle famiglie che si trovano in gravi difficoltà economiche a causa dell’emergenza Coronavirus”. È quanto fa sapere il Sindaco di Bracciano Armando Tondinelli. “I buoni spesa verranno consegnati a domicilio da parte della Protezione Civile ai cittadini residenti aventi diritto e necessità per essere spesi in alcuni supermercati individuati sul territorio. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito istituzionali o direttamente chiedere informazioni ai Servizi sociali. È chiaro che potrà usufruirne chi si trova in una in una situazione di bisogno a causa dell’epidemia Covid-19, con autocertificazione firmata dal cittadino che ne attesti lo stato”. “Questa ulteriore misura – prosegue il Sindaco – vuole abbattere le difficoltà di questo terribile momento che ha precluso le libertà di movimento dei cittadini, solo a scopo di tutela della salute pubblica s’intende, e che ha costretto gran parte delle famiglie a sopportare una devastante situazione economica dovuta proprio allo stop del comparto turistico, della ristorazione, alberghiero e non solo. Purtroppo l’elenco è lungo. Voglio ribadire ai cittadini di Bracciano che noi ci siamo, ogni momento, ogni giorno con tutte le nostre forze per garantire supporto ed la continuità
della nostra attività amministrativa”. Il Sindaco Tondinelli aggiorna inoltre sulla situazione contagi: “Oggi – dice il primo cittadino – si registra un nuovo caso che è legato al focolaio della palestra Gym Palace, la Asl Rm4 ha già messo in atto il protocollo di contenimento. Pertanto, il bilancio totale è di 10 positivi Covid-19 a Bracciano. I numeri nel Lazio sono confortanti, oggi si registrano 169 i casi, per la prima volta il trend è sotto il 6% e inoltre aumentano i guariti che arrivano a 46, due ogni ora. Questo significa che le misure di contenimento stanno facendo effetto e che dobbiamo tenere duro ora più che mai per evitare che l’epidemia riprenda il sopravvento. Possiamo tornare presto alla normalità. Insieme ce la faremo!”. Lanuvio, il Comune aggiunge
50mila euro ai contributi già stanziati da Regione Lazio e Protezione Civile Nazionale LANUVIO (RM) – L’impegno dell’Amministrazione nel mettere in campo tutti gli strumenti necessari e possibili per contrastare la crisi epidemiologica ed economica continua. COSA E’ STATO FATTO FINO AD OGGI Dopo aver istituito il SERVIZIO DI SEGRETARIATO SOCIALE TELEFONICO e averlo potenziato, dopo aver avviato il SERVIZIO DI SOSTEGNO PSICOLOGICO TELEFONICO e potenziato l’ ASSISTENZA DOMICILIARE, abbiamo avviato un COORDINAMENTO DELLE INIZIATIVE DI SOLIDARIETA’ per consentire a chiunque di poter donare e ricevere la spesa (anche a casa). Ovviamente, al fine di poter offrire sostegno a tutti, i responsabili, autorizzati dall’ufficio Servizi Sociali per la consegna della spesa, si coordineranno con lo stesso ufficio per non replicare la consegna sempre agli stessi soggetti con l’obiettivo di estendere a quanti possibile l’opportunità di avere un piccolo sostegno. Lunga è la lista dei soggetti e delle associazioni da ringraziare, ma per non fare torti a nessuno vi invito a leggere la pagina fb del Comune di Lanuvio sulla quale trovate tutte le informazioni. Da ieri è partita la campagna di donazioni ” Lanuvio x
Lanuvio” per il quale abbiamo attivato un conto corrente dedicato IBAN: IT 38 C O8951 39160 000000360519 CAUSALE: LANUVIO PER LANUVIO per raccogliere risorse in favore dei servizi sociali. COSA SI STA FACENDO Gli Enti superiori, per contrastare la crisi economica di molte famiglie, hanno riconosciuto al Comune di Lanuvio i seguenti contributi: • un contributo di 104 000,00 euro, erogato dalla Protezione Civile Nazionale. • un contributo di 53 744,87 euro, erogato dalla Regione Lazio Tali somme hanno una finalizzazione ben precisa quella di sostenere, attraverso l’erogazione di buoni spesa e/o prodotti farmaceutici, le famiglie (anche mono parentali) in difficoltà. Le linee guida relative all’erogazione dei 104 mila euro danno priorità a chi non beneficia di altre forme di contributo dello Stato. Per tale motivo ,e con l’auspicio di individuare una platea di beneficiari reale ed effettivamente bisognosa, l’Amministrazione comunale sta valutando attentamente come rendere operativi gli aiuti. Presto, sul sito istituzionale www.comune.lanuvio.rm.it,
saranno pubblicate tutte le informazioni e la modulistica per poter accedere al Bonus, ma prima ancora sarà pubblicato un avviso rivolto alle attività commerciali di beni alimentari alle quali chiederemo di potersi convenzionare con il Comune di Lanuvio per far si che i buoni potranno essere spesi nel nostro territorio e alimentare così l’economia cittadina ( cercheremo comunque di destinare una percentuale del buono anche alla spesa nella grande distribuzione in quanto siamo consapevoli che per molti cittadini sono strutture più vicine). Il contributo regionale sarà erogato in modalità diverse dal contributo erogato tramite Protezione Civile e potrà essere utilizzato, non solo per le spesa alimentari, ma anche per l’acquisto di farmaci. E il Comune di Lanuvio Di fronte a tale emergenza e nell’incertezza di non sapere quando e in quali condizioni si uscirà dalla crisi, anche economica, l’Amministrazione comunale di Lanuvio ha ritenuto opportuno destinare 50 000 euro per Contributi di Sostegno di Spese necessarie con la consapevolezza che, oltre alla necessità del reperimento di beni alimentari, sarà necessario intervenire anche nelle spese necessarie mensili. L’Amministrazione comunale, una volta messe in campo le misure suddette, effettuerà un monitoraggio costante dell’incidenza delle attività in corso con la disponibilità di modificarle, integrarle, migliorarle in caso di necessità. Sono ancora molte le decisioni e i provvedimenti da approvare in sostegno della popolazione e di chi soffre la crisi più di altri. Siamo ancora a metà strada e nonostante le buone notizie
comunicate dai media ci lasciano ben sperare, corre l’obbligo di ricordare che tutte le ordinanze sul divieto degli spostamenti e gli inviti a restare a casa sono ancora valide. Sono le parole di Andrea Volpi, vice sindaco del Comune di Lanuvio COVID-19, Rocca Priora attiva i Buoni Spesa: tutte le informazioni per richiederli ROCCA PRIORA (RM) – Il Comune di Rocca Priora ha attivato l’erogazione di Buoni Spesa per l’acquisto di generi alimentari e farmaci a favore di persone e famiglie in condizioni di disagio economico e sociale causato dalla
situazione emergenziale da COVID-19. Chi può richiederli Famiglie o persone residenti a Rocca Priora e cittadini non UE con permesso di soggiorno in condizioni di disagio economico e sociale causato dalla situazione emergenziale Come richiedere i buoni spesa • Scaricare il modulo dal sito del Comune di Rocca Priora • Scansionare il documento d’identità del richiedente i buoni spesa • Inviare tutta la documentazione per email a: servizi.sociali@comune.roccapriora.roma.it Le domande debbono pervenire entro il giorno lunedì 6/04/2020 alle ore 14.00 Informazioni Nel caso di difficoltà alla presentazione delle istanze è possibile avere ogni
assistenza ai seguenti numeri telefonici: 06 940751318 e 06940751302 dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.00 Nei prossimi giorni il Comune stilerà una lista dei negozi convenzionati dove sarà possibile spendere i Buoni Spesa. Gli esercenti, entro il 3 aprile prossimo, potranno infatti stipulare con il Comune un’apposita convenzione per l’utilizzo dei buoni alimentari da parte dei cittadini. Possono presentare domanda, entro e non oltre venerdì 3 aprile 2020 alle ore 14,00 tutti gli esercenti che hanno la propria attività nel territorio di Rocca Priora che vendono beni alimentari, di prima necessità, nonché le farmacie. I commercianti interessati devono scaricare la domanda cliccando qui e inviarla per email a: servizi.sociali@comune.roccapriora.roma.it, unitamente alla scansione di un documento di identità. Per informazioni
relative al presente bando è possibile avere ogni assistenza al n. telefonico: 06 940751318 e 06 940751302 Gli avvisi integrali per la richiesta di buoni spesa sono consultabili e scaricabili sul sito del Comune di Rocca Priora. Ronciglione, messa la parola fine alle continue evasioni
dai domiciliari di un pregiudicato del posto RONCIGLIONE (VT) – Rompe il braccialetto elettronico e fugge dai domiciliari per l’ennesima volta. Si tratta di un pregiudicato agli arresti domiciliari che puntualmente manomette il braccialetto elettronico e se ne va a spasso per la città e puntualmente viene intercettato dai Carabinieri di Ronciglione e rimesso agli arresti domiciliari su disposizione dell’Autorità Giudiziaria. La scorsa settimana l’uomo evadeva nuovamente dai domiciliari e veniva riarrestato dai militari, oltre che denunciato per inosservanza del DPCM sulle norme antiCovid-19 e rimesso ai domiciliari. Ieri il pregiudicato ha deciso di manomettere nuovamente il braccialetto elettronico e di riandarsene in giro per Ronciglione, probabilmente pensando che tanto in caso di nuovo arresto sarebbe stato rimesso ai domiciliari, ma questa volta gli è andata male. Infatti i Carabinieri della stazione di Ronciglione lo hanno rintracciato e portato direttamente in carcere, come disposto dalla misura cautelare richiesta dagli stessi militari dell’Arma per porre fine ai continui episodi di evasione. Ora a meno che non venga rimesso per l’ennesima volta ai domiciliari, da dove con tutta probabilità potrebbe evadere nuovamente, il pregiudicato è stato assicurato in carcere.
Ronciglione, evade dai domiciliari e va in giro per il centro Covid-19, attenzione alla mascherina “psicologica” non difende dal virus: ecco come riconoscerle Mascherine e marcatura CE si dividono in tre famiglie principali. Di seguito uno schema delle mascherine protettive con o senza marchio CE La mascherine bianche non necessitano di marcatura CE, sono prodotti generici
Servono a respirare aria meno fredda, quindi proteggono da colpi di freddo e da polveri grossolane. Non sono considerati quindi DPI (dispositivi di protezione individuale). Sono un placebo (supporto psicologico), quindi sempre utili. Tutto ciò che evita la psicosi collettiva ed il panico, che sono un pericolo più grande del virus, è utile. Le mascherine con obbligo di marcatura CE – Mascherine come dispositivo medico Le mascherine utilizzate in ambito medico servono per proteggere l’ammalato ed il personale medico dal reciproco contagio, dato che sono a stretto contatto e si possono trasmette piccole parti di saliva o altri liquidi corporali.
Queste mascherine in quanto dispositivo medico, hanno obbligo di marcatura CE e fungono da barriera meccanica. Rappresentano una piccola protezione ed un buon placebo (supporto psicologico) ma non si pensi di entrare in un focolaio di coronavirus ed essere protetti da questa mascherina. Non ha particolari caratteristiche di ermeticità e deve rispettare la norma UNI EN 14683:2019, che ne indica le prestazioni. Le mascherine con obbligo di marcatura CE – Come dispositivo di protezione individuale (DPI) Le mascherine utilizzate come dispositivo di protezione individuale hanno l’obbligo di marcatura CE. Come tutti i DPI sono destinate a proteggere personale operativo, sanitario od operatori in qualsiasi altro ambiente di lavoro. Offrono protezione delle vie respiratorie dall’entrata di particelle più o meno grandi di sostanze nocive o che possono essere veicolo di sostanze nocive.
Queste mascherine devono essere obbligatoriamente presenti in tutti gli ambienti di lavoro dove esiste il pericolo di respirare sostanze moderatamente pericolose. Devono rispettare il Regolamento (UE) 2016/425 sui dispositivi di protezione individuale e le norme: UNI EN 149:2009 UNI EN 13274-7:2019 e tutte quelle ad esse collegate. In quanto DPI rientrano nella categoria II o III in base al grado di protezione offerto, mai nella categoria I. Tutti i DPI di categoria superiore alla prima, quindi tutte le mascherine protettive DPI, oltre al marchio CE, devono riportare un numero di 4 cifre, che indica l’organismo che ha eseguito i test ed il simbolo che indica il grado di protezione. I gradi di protezione delle mascherine come DPI sono 3: FFP1, FFP2, FFP3 Essi indicano quanto queste mascherine proteggono dalla penetrazione di “corpi” estranei. I test su questi DPI misurano vari parametri, come:
l’ermeticità, la depressione che si crea all’interno, che condiziona la facilità respiratoria, le dimensioni delle particelle che vengono fermate da tali protezioni ed altri parametri. Le mascherine DPI forniscono certamente una protezione maggiore rispetto a quelle che sono dispositivo medico, ma per essere efficaci necessitano di essere accompagnate da altri DPI, come tuta, guanti, occhiali ed essere con questi altri DPI, completamente sigillate.
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