SEMPRE SUL GHIACCIO A DISPETTO DI TUTTO - Marco Pozzi, hockeista da record
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SPORT 180 Marco Pozzi, hockeista da record C ALESSANDRO PERRONE SEMPRE SUL GHIACCIO A DISPETTO DI TUTTO E Daniele Arghittu gle, non è affatto unico. È solo l’ultimo atto di E Michela Perrone una parabola da record. Pochi, pochissimi, almeno nello sport italiano, possono vantare C quarti di finale dei play off hissà se al cinema sareste rimasti questo primato: non aver mai saltato una Del campionato di hockey su delusi. Se la storia di Marco Pozzi fosse partita per infortunio o squalifica. «Da ghiaccio Ihl, ovvero l’Italian stata un film, intendo. Rompersi il quando? Dal giorno in cui mi sono messo i Hockey League: la vecchia Se- pollice della mano destra nella prima, vera pattini», racconta Marco Pozzi. rie B. partita importante del campionato: Gara 1 dei Un’autodichiarazione, certo. Ma suffragata quarti di finale dei play off contro il da mille possibili testimonianze. Perché tripletta Bressanone. Non poterlo dire, per non fornire nessuno – ci risulta – può testimoniare di Ha segnato al 18’00” in con- un’informazione agli avversari, che avrebbero averlo visto in tribuna anziché in pista. E trofuga, al 35’55” con un gran ti- soprattutto perché, quando si gioca con il potuto approfittarne per una mazzata vile, ro dalla distanza e al 58’58” a porta vuota. spietata e definitiva. Esporsi alla perplessità pollice rotto, anziché stare fermo sei mesi, del pubblico di casa, che avrebbe potuto significa che si ha quel carattere, quella disposizioni criticarlo per la sua evanescenza in pista mentalità e (va pur detto) quel pizzico A inizio marzo la Federazio- proprio nel momento chiave della stagione. d’incoscienza che ti permettono di rendere ne italiana sport ghiaccio ha Realizzare una tripletta, come mai gli era verosimile l’impresa. ipotizzato la possibilità di pro- accaduto prima in carriera. Farlo di fronte a seguire l’attività a porte chiuse, uno stadio vuoto, per le (prime) disposizioni IL RAGAZZO DI ISOLA imponendo la disputa di tre legate al nuovo coronavirus. E poi dover C’è una cosa che rende ancor più pazzesco il partite dei quarti di finale pri- record di Pozzi: il fatto che non ha per niente il accettare l’inutilità di tutto ciò, cancellato ma di gettare la spugna. dagli annali – insieme al resto della stagione physique du rôle. Fosse cresciuto sulle physique du rôle agonistica – per l’impossibilità di proseguire a pendici dolomitiche o nei grandi spazi del Espressione francese che si causa della pandemia. Canada, avesse un fisico mastodontico e può tradurre con aspetto fisico Il fatto è che questo episodio, nella vicenda modi rudi, il cliché renderebbe tutto più adatto al ruolo. umana e sportiva del numero 5 della ValpEa- plausibile. Invece è un 32enne di media
Sempre sul ghiaccio a dispetto di tutto 181 DA QUANDO HA COMINCIATO, GIOVANISSIMO, piazza Gae Aulenti Piazza circolare sopraeleva- NELLA SUA MILANO, NON HA MAI SALTATO ta, pedonale, inaugurata nel 2012. Sorge a completamento UNA PARTITA PER INFORTUNIO O SQUALIFICA, della Torre UniCredit, il gratta- cielo più alto d’Italia. NONOSTANTE UNA COMMOZIONE CEREBRALE, UNA LESIONE AL LEGAMENTO DEL POLSO, Bosco verticale Prestigioso complesso resi- UNO STRAPPO ALL’ILEOPSOAS E, A INIZIO MARZO, denziale formato da due torri, inaugurato nel 2014 e caratte- UNA FRATTURA AL POLLICE. «CON IL DITO ROTTO rizzato dalla presenza di oltre duemila specie arboree. SONO PERFINO RIUSCITO A SEGNARE UNA TRIPLETTA, avrò avuto tre anni LA PRIMA DELLA MIA VITA». IN VALLE DA 14 ANNI Si può supporre che fosse la fine dell’inverno o l’inizio della (NE HA 32), È PROTAGONISTA DI UNA PARABOLA primavera 1992, essendo nato DA FILM. MA IL FUTURO È AVVOLTO NELL’INCERTEZZA il 17 aprile 1988. Saima statura, di fisico “normale” (parlando di perché vedevo i pattinatori attraverso le Gli appassionati di Milano atleti, ovviamente). E proviene da una buona grandi vetrate sul lato dell’impianto. La definiscono così, dal nome di famiglia milanese, residente a Isola: il prima volta avrò avuto tre anni: facevo uno storico sponsor, la princi- quartiere che, dal secondo dopoguerra, ha disperare i miei genitori perché non volevo pale (per loro «l’unica») squa- meglio rappresentato la trasformazione di mangiare e le mie nonne proposero di dra meneghina. Di fatto, esi- stette tra il 1985 e il 1995, ma i Milano da città industriale a commerciale, portarmi al palazzetto. Magari, sulle gradi- fan la considerano l’erede del- fino a diventare il simbolo della metropoli nate, avrei accettato il boccone, pur di vedere la gloriosa tradizione prece- del terzo millennio, con piazza Gae Aulenti da vicino quello spettacolo. Andò così. Non dente e l’ispiratrice di ogni pro- e il Bosco verticale. Il nord della capitale ho ricordi precisi di quel momento. Eppure getto di successo futuro. del Nord. ancora oggi, ogni volta che entro in quel «Ogni anno, a marzo o ad aprile, la mia palazzetto – ed è successo tante volte, da Silvio Berlusconi famiglia saliva a Selva di Val Gardena per la giocatore – riconosco il suo profumo. Non so Il Cavaliere aveva acquisito settimana bianca. Genitori, zii, nonne… La se utilizzino un’ammoniaca particolare per nel 1989 i diritti sportivi del Co- mo, fondendo la società laria- nostra sistemazione sorgeva a due minuti dal alimentare le serpentine, o se a produrlo sia na con i Diavoli Rossoneri. Nac- palazzo del ghiaccio. E io restavo incantato, la macchinetta dei toast. Però, da quel giorno, quero così i Devils Milano, noti mi è entrato dentro». anche come Milan Hockey, poi- Il battesimo del ghiaccio, pattini ai piedi, è ché parte della polisportiva di poco successivo: mese di settembre 1992, che comprendeva anche le Forum di Assago. «Papà dice che è impossibi- squadre di calcio, pallavolo e le, ma io ho in mente la netta sensazione dei rugby. Pur vincendo tre scudet- pattini allacciati in modo troppo blando. E ti e un’Alpenliga (competizione poi, dopo l’intervento della mia prima internazionale tra squadre ita- liane, austriache e slovene, istruttrice, Marina, la facilità di pattinare con svoltasi tra il 1991 e il 1999), i i lacci ben stretti. Da allora non mi sono più Devils non entrarono mai nel fermato». cuore degli appassionati di Mi- lano. Al contrario. OGNI ANGOLO DELLA PISTA «Il pattinaggio rappresenta l’80 per cento Diavoli di un giocatore di hockey», dice Marco Squadra di stanza a Sesto San Pozzi. Un’affermazione lapidaria, che Giovanni (Milano), che disputa- va anche i campionati giovanili sostiene con ciascuna delle sue (ottocento? svizzeri. mille?) partite consecutive, in cui l’atleta milanese ha percorso avanti e indietro, con Milano/Cortina velocità e dinamismo, ogni angolo di ogni Ibrido nato, nel 1998/99, dal- pista. «Il pattinaggio di velocità non l’ho mai la temporanea fusione del Mi- preso in considerazione. Forse ho saputo lano Saima e del Cortina. della possibilità di praticarlo quando ormai Vipers avevo 14 anni. E giocavo a hockey da otto o Società milanese attiva tra il nove». Le giovanili nella Saima, poi nel 1998 e il 2008. Di fatto erede La frattura del pollice rimediata quest’anno Milan Hockey di Silvio Berlusconi, nei della tradizione Saima, vinse nella prima gara dei quarti contro il Bressanone. Diavoli, nel Varese… E ancora il Milano/ cinque scudetti e tre coppe Ita- f MARCO POZZI Cortina e i Vipers («con cui ho vinto il lia.
182 Sport C26 titolo italiano in tre categorie: Under 16, per l’hockey. Credo abbia influito il timore Nel 2005/06. Il campionato Under 19 e Serie C26»). che nel calcio contasse troppo, già a quell’età, era una sorta di categoria gio- Pochi sanno, però, che Pozzi ha a lungo la necessità di avere appoggi, un procurato- vanile con l’innesto di atleti più praticato anche il calcio, a livelli notevoli: re». Oppure, ma questa è una lettura a maturi, ma comunque sotto i 26 «Ero tesserato per l’Ausonia, una società ritroso, è stato il destino, a scegliere per anni. nell’orbita dell’Inter. Prima mi schieravano Marco. Perché proprio a quell’età, attorno ai Ausonia attaccante, e “timbravo” spesso. Poi dietro le 13 anni, ha patito le conseguenze della Società sportiva dilettantisti- punte, perché – avendo sviluppato molto le crescita: «Ho sofferto della sindrome di ca fondata nel 1931. Ha un ruo- gambe – volevano sfruttare la mia capacità di Osgood Schlatter e il dolore m’impediva di lo importante soprattutto nel fare lunghi lanci. Infine da terzino a tutta calciare la palla. Al contrario, non mi panorama calcistico giovanile fascia, senza nessuno davanti». Doppi impediva i movimenti dell’hockey. Quindi, milanese. allenamenti, doppi campionati: «Capitava anche allora, sul ghiaccio sono sempre stato che giocassi alle 15 a pallone e alle 18 a presente». disco d’inizio hockey. Magari, se gli orari lo imponevano, Cioè per il primo ingaggio venivo sostituito prima della fine dall’allena- HOCKEISTA PER VOCAZIONE della partita di hockey. tore di calcio e correvo in spogliatoio, dove Hockeista a tempo pieno, dunque. Al punto calcio vittoriano papà e mamma mi aspettavano per portarmi da modulare gli impegni scolastici su quelli Cioè del calcio delle origini, a Varese, giusto in tempo per il disco sportivi: «Dopo elementari e medie all’isti- nell’Inghilterra della regina d’inizio». tuto Gonzaga, i miei mi avevano iscritto a Vittoria, giocato dai rampolli La vicinanza e il sostegno della famiglia un liceo statale, il Severi, forse perché avevano delle famiglie aristocratiche. sono fondamentali: «Papà è stato pallavoli- capito che non valeva la pena investire troppi sta, mamma ha sempre nuotato. Perfino una soldi nei miei studi! – ride Marco –. In realtà, amateur delle nonne ha praticato il pattinaggio a le materie scientifiche m’interessavano, ma Così erano chiamati gli ap- rotelle, quando era ancora piuttosto singola- solo quelle. Dalla quarta mi sono trasferito al passionati di sport della Belle Epoque: ardimentosi atleti, in re, per una donna». Lo sport interpretato Liceo Fermi: una scuola privata che era genere benestanti, che faceva- con assoluta dedizione e con altrettanta disposta a farmi frequentare al pomeriggio, no dell’attività agonistica il lo- educazione: come all’epoca del calcio con gli insegnanti che – a turno – si fermava- ro diletto, in base a un sistema vittoriano o delle imprese degli amateur. no apposta per me. Una sorta di recupero: gli valoriale cavalleresco che non Ecco che il profilo agonistico di Marco Pozzi “idioti” di Milano andavano a scuola lì», tollerava il professionismo. – e il suo record – diventano meno incom- sottolinea, sempre con forte autoironia. prensibili. È chiaro che per il giovane Pozzi le priorità sindrome di Osgood Schlatter Forse sarebbe giunta l’opportunità di un fossero altre. «Ormai mi allenavo al mattino Colpisce soprattutto i ma- provino nell’Inter, se l’inevitabile scelta sulla con la prima squadra del Milano. Lo studio lo schi, tra i 10 e i 16 anni, che pra- ticano intensa attività sportiva. disciplina da praticare non avesse favorito vivevo come intervallo tra un impegno È una forma di osteocondrosi l’hockey. «Non so dire cosa fece prevalere una sportivo l’altro». Sul piano agonistico, sono dell’apofisi tibiale anteriore. cosa sull’altra. Ricordo che mamma propen- stati gli anni del salto di qualità: «Devo molto L’articolazione è sottoposta a deva per il calcio, mentre papà tirava dritto a Murajica Pajič, il tecnico che mi ha stress in una fase di crescita in cui l’ossificazione non è com- pleta. In genere compare una dolorosa protuberanza sotto il ginocchio. istituto Gonzaga Prestigiosa scuola cattolica paritaria, fondata nel 1906, con sede in via Vitruvio. L’offerta formativa parte dalla scuola primaria e giunge fino a tre in- dirizzi liceali. Murajica Pajič Ex hockeista e allenatore di nazionalità slovena (in prece- denza jugoslava), classe 1961, a lungo assistente allenatore del Milano e responsabile del settore giovanile. È il padre del giocatore dell’Appiano Rok Pajič.
Sempre sul ghiaccio a dispetto di tutto 183 plasmato insieme a Igor Kosović di Varese. quanto ci si poteva divertire in valle. Per tre Igor Kosović È stato molto duro, con me: ero diventato un mesi ho fatto festa. Poi ho incontrato Altro tecnico di scuola jugo- po’ sbruffone, mi ha fatto rimettere i piedi Simona». slava, ma di nazionalità serba. per terra. Ogni volta che in partita finivo un Qui comincia un’altra storia, che va Nato nel 1966, è stato a più ri- cambio, mi diceva cosa avevo fatto bene accennata con il rispetto che si deve alle prese responsabile del vivaio (poco) e cosa male (tanto). È stato lui a farmi favole, specie quando il destino impone a dei varesino. crescere e a lanciarmi». ragazzi, poco più che adolescenti, la prova Nhl Stagione 2005/06. Pozzi è la stella della più dura. Simona è la figlia maggiore di La National Hockey League, seconda squadra milanese, quella destinata a Mauro Ferrando, il presidente dell’H.C. la più importante lega profes- vincere la C26, ma esordisce in Serie A a 17 Valpellice. La Valpe capitanata da Dino sionistica del Nord America (e anni, condividendo il ghiaccio con giocatori Grossi – con Marco Pozzi sempre più del mondo). giunti all’Nhl quali Daniel Tkaczuk, Ryan decisivo, dapprima con Coco e Mazzacane, Christie, Chris Joseph e Ryan Savoia, nonché poi con Silva e Meneghetti, infine con lo Marco Insam con miti assoluti quali Mario Brian Chitarro- stesso Grossi e Di Stefano – stava disputando Figlio di Adolf Insam, a quei ni, Maurizio Mansi e Joe Busillo. «La verità? un campionato straordinario, inatteso. tempi allenatore del Milano, quindi compagno di Pozzi nelle Io volevo giocare, non fare panchina. E così, Lo stadio sempre pieno, con lo speaker giovanili meneghine. Da diversi quando l’anno successivo mi proposero di Mauro Vignolo a gridare: «Siamo in 2.440 e anni è un pilastro del Bolzano farmi le ossa in Serie A2 a Torre Pellice, non posso dire di più», perché la capienza in Ebel, oltre che della Nazio- accettai con piacere». massima era regolarmente superata. L’entu- nale italiana, esattamente co- siasmo post-olimpico e i Mondiali Under me il lusernese Luca Frigo. UN MILANESE A TORRE 20 disputati a Torre Pellice, con Pozzi in Un momento di passaggio, per il neo azzurro contro futuri Nhler… «La Norvegia Notre Dame diciottenne milanese del quartiere Isola: schierava Mats Zuccarello Aasen e già si I Notre Dame Hounds sono «Come tutti, a quell’età, pensavo ancora a capiva che sarebbe diventato un campione. una celebre formazione giova- nile canadese di stanza a Wil- una carriera all’estero. Per un po’ la mia Ricordo che Mauro Ferrando l’avvicinò e gli cox, nella provincia del Sa- famiglia aveva valutato la possibilità di propose di venire a giocare a Torre Pellice, skatchewan. Disputano la Sjhl. farmi andare con Marco Insam al Notre per creare una super linea con me e Davide Dame, in Canada, per la classica esperienza Mantovani. Lui cortesemente si disse Luca De Zordo nelle categorie giovanili nordamericane. Ma onorato, ma declinò perché stava aspettando Nato nel 1973, difensore mi- non vissi il prestito alla Valpe come qualcosa una chiamata dall’Nhl!». lanese, era già stato a Torre di negativo». L’ambiente era ideale. Tanto Oggi fa sorridere, ma nel 2006/07 tutto Pellice tra il 1998 e il 2000, di- spazio in squadra, con la possibilità di salire sembra possibile. Ferrando è «il presidente ventando molto popolare per di livello nelle gerarchie di scelta del coach che ha dato le ali ai sogni». E Marco, il le sue doti di simpatia. Fu l’eroe della prima vittoria di sempre Massimo Da Rin. E con quel senso di libertà fidanzato della figlia più grande, è parte della Valpe contro il Bolzano, il che solo quando sei lontano da casa puoi della famiglia. Il golden boy esaltato dai 19 ottobre 1999, realizzando il provare: «Luca De Zordo, che era tra gli canadesi della squadra, non relegato in rigore decisivo. altri milanesi in prestito, mi fece capire panchina come a Milano. Otto gol personali, Mondiali Under 20 Ospitati all’Olimpico di Torre Pellice, poi intitolato a Giorgio Cotta Morandini, dall’11 al 17 dicembre 2016. Erano Mondiali Division I Gruppo B, cioè del terzo livello planetario. Vi pre- sero parte l’Italia, l’Austria, la Gran Bretagna, la Norvegia, il Kazakhstan e la Francia. Nhler Cioè giocatori della National Hockey League. Mats Zuccarello Aasen Classe 1987, italiano da parte di madre, Zuccarello Aasen è tuttora una stella dell’Nhl: ala Dall’album dei ricordi del piccolo destra dei Minnesota Wild (do- Marco Pozzi. La pattinata era ancora po aver giocato con New York da affinare ma la concentrazione Rangers e Dallas Stars), guada- era già quella di oggi. Qui sopra gna 6 milioni di dollari all’anno. in maglia Milan. A destra, foto ufficiale per un torneo a Villars-de-Lans (Francia). f MARCO POZZI
184 Sport fase calda della stagione nella fase calda della stagione, gli ultimi dato un contributo decisivo – insieme al Cioè i play off, le sfide a elimi- due nell’indimenticabile Gara 2 di finale compagno e amico di sempre Alex Silva – alla nazione diretta. La Valpe vinta contro il Merano, con il Cotta rigurgi- rinascita dell’hockey di vertice a Torre Pellice, 2006/07 eliminò nei quarti il tante passione e i 300 rimasti senza bigliet- assumendo, formalmente dal 2019, il ruolo di Caldaro e in semifinale il Vipi- to assiepati, sotto la pioggia, davanti al direttore sportivo della ValpEagle. teno, giungendo alla finale maxischermo allestito al Filatoio. Gli E poi c’è il record. «Più volte ho pensato che contro il fortissimo Merano. altoatesini erano formidabili, in Gara 3 non sarei riuscito a preservarlo – ammette –: 2016/17 erano tornati in vantaggio nella serie: ma cioè in occasione di ogni infortunio serio. Anno di pausa nell’attività di chissà cosa sarebbe successo, se nel viaggio Quando ero ancora nelle giovanili del vertice a Torre Pellice, dopo la di ritorno dall’Alto Adige Mauro Ferrando Milano, in una partita di Under 19 disputata crisi dell’H.C. Valpellice e pri- non fosse morto in un tragico incidente ad Alleghe, ho subìto perfino una commozio- ma della fondazione della Coo- d’auto. Il diciottenne Marco Pozzi, quella ne cerebrale. Dopo essere scivolato di pancia perativa Filatoio 2440 (ValpEa- notte maledetta del 28 marzo 2007, è sul ghiaccio, ho provato a rialzarmi proprio gle). Il Milano Rossoblu, in diventato adulto tutto di colpo. Chi scrive ha quando un avversario mi stava saltando: ho quella stagione, ha vinto Cop- potuto percepirlo con ammirato sgomento, battuto con la nuca contro il suo ginocchio. pa Italia e Serie B. camminando in silenzio accanto a lui, lungo Ho provato a tornare in pista, ma non mi l’autostrada intasata, fino all’abbraccio reggevo in piedi. Avevo nausea e giramento due Coppe Italia Con l’H.C. Valpellice nel disperato con la sua Simona. di testa. In quell’occasione ho dovuto 2012/13 e 2015/16. rinunciare alla convocazione in Nazionale TREDICI ANNI DOPO giovanile, ma non lo considero uno stop, trofeo dell’Ihl-1 Sono passati tredici anni. Simona e Marco perché il campionato è proseguito e io sono Con la ValpEagle nel 2018/19. sono sposati e hanno una bellissima bambi- sceso regolarmente in pista, alla partita L’Italian Hockey League 1 è la na, Ludovica. Lui è il titolare della Valpellice successiva, con il Milano». terza divisione nazionale, la Immobiliare (di Pozzi Case) a Luserna San Un legamento del polso saltato contro il vecchia Serie C. Giovanni, l’attività di Mauro Ferrando. La Caldaro («Ma è bastata una fasciatura rigida valle è diventata la sua casa. da parte di Sancio»), uno strappo all’ileop- Sancio Pozzi ha sempre giocato a Torre Pellice, soas ai già citati Mondiali Under 20 di Torre Soprannome di Sandro Bene- tranne un campionato a Varese (2008/09) e Pellice («Per fortuna era l’ultima partita del detto, massaggiatore dell’H.C. Valpellice e poi della ValpEagle. uno a Milano (2016/17). Soprattutto, è stato torneo, e comunque l’ho finita grazie a sempre presente, gioendo nelle circostanze un’iniezione di antidolorifico»), i denti in ileopsoas più felici (ha sollevato due Coppe Italia e il frantumi per una discata in bocca contro il Muscolo interno dell’anca. trofeo dell’Ihl-1) e lottando nei momenti di Renon, una lussazione alla spalla in allena- Sorregge il rachide lombare. difficoltà, suoi e della squadra. Dal 2017 ha mento («Da allora l’articolazione esce di sede
Sempre sul ghiaccio a dispetto di tutto 185 Tre immagini che illustrano l’ultima stagione agonistica, interrotta e annullata per l’emergenza Covid-19. Da sinistra, Marco Pozzi in panchina dispensa consigli ai compagni sotto gli occhi di Eric Migliotti, il tecnico che ha condiviso la gestione della squadra con Silva. Qui accanto, a sinistra, papà Marco saluta il pubblico tenendo in braccio la piccola Ludovica, alla fine di una partita. A destra, l’esultanza di Pozzi dopo una delle 21 reti realizzate (in 33 partite). C ALESSANDRO PERRONE frequentemente, ma ho imparato a rimetterla sola partita!». Poi il congelamento e l’annul- il rigore nella serie finale a posto da solo; a parte di notte, perché lamento dei play off, causa Covid-19. In caso di pareggio, i play off quando dormo in certe posizioni ho bisogno «Sono consapevole che tra dieci o quindici prevedono che la vittoria sia dell’aiuto di mia moglie per risistemarla»)… anni sconterò le conseguenze fisiche di questa assegnata con una sequenza di E poi l’ultimo infortunio, il più incredibile: vita da hockeista. Tuttavia – escluso il matri- tiri di rigore. In questo caso l’ha «Il 2 marzo di quest’anno, dopo uno scontro monio con Simona – le mie scelte non sono spuntata il Bressanone. fortuito con il mio compagno Manuel mai state proiettate al futuro. Vivo per l’oggi». Silvio Boër Garnier, sulla pista di Bressanone, il lega- Il presente, però, è quanto di più incerto ci Ortopedico di Torre Pellice, mento del pollice destro, sottoposto a sia. Marco Pozzi ha dovuto attendere due dopo essere stato medico so- pressione, ha tirato la seconda falange fino a mesi per essere operato al J-Medical. ciale dell’H.C. Valpellice, ha strappare l’osso. Ho provato un dolore «L’intervento era fissato al 13 marzo, poi, mantenuto rapporti costanti lancinante, al punto da vomitare. Una prima però, hanno trovato Rugani positivo al con gli atleti della valle, in virtù fasciatura non è stata sufficiente. Quando ho coronavirus e hanno bloccato l’attività». È delle competenze acquisite. provato a cambiare mano, il bastone è stato possibile operare in piena sicurezza schizzato via dove ha voluto. Sono regredito a solo il 14 maggio. Ora, dopo un periodo di Jean Daniel Rostan una fase evolutiva antecedente a quella delle gesso e tre settimane con una protezione in Chirurgo vascolare di Torre scimmie: non avevo più il pollice opponibile». materiale plastico, la mano dovrà essere Pellice, anch’egli appassionato di hockey su ghiaccio. Conclusa la partita senza essere il Pozzi di sottoposta a un’intensa rieducazione. sempre («Quanto mi è pesato non poter tirare Oltre al problema al pollice, il domani si J-Medical il rigore nella serie finale!»), Marco si è prospetta nebuloso sia per l’hockey italiano Centro medico della Juven- sottoposto agli esami del caso appena («Non sono affatto convinto che si potrà tus in collaborazione con l’a- rientrato in Piemonte: «Per la prima volta il riprendere normalmente a settembre») sia per zienda sanitaria Santa Clara dottor Silvio Boër, che insieme a Jean quello torrese («Non sono più disposto a vivere Group. È operativo dal marzo Daniel Rostan mi ha sempre sistemato in un’altra stagione come quella appena trascor- 2016 e sorge all’interno del tempo utile dopo ogni botta, si è dimostrato sa, con un carico burocratico così pesante sulle complesso dell’Allianz Sta- scettico. Poi, però, si è capito che l’infortunio mie spalle: serve una società più strutturata e dium, in zona Continassa a Tori- non avrebbe potuto aggravarsi: semplice- presente, con incarichi meglio definiti»). no. mente bisognava imparare a sopportare il Eppure no, non può finire così. Dopo tanta Daniele Rugani dolore. Con Sancio abbiamo provato diversi fatica, Marco Pozzi merita di poter ancora Difensore della Juventus, na- tipi di fasciatura, fino a quando abbiamo sentire, almeno una volta, da giocatore, il to a Lucca il 29 luglio 1994, è trovato quella che mi permetteva una presa profumo del palaghiaccio di Selva. Come quella stato il primo calciatore di Se- salda della stecca». Risultato: tripletta in volta da bambino, quando è cominciata rie A a risultare positivo al co- Gara 2. «Mai avevo segnato tanti gol in una un’avventura sportiva che somiglia a un film. ronavirus.
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