SEMPRE SUL GHIACCIO A DISPETTO DI TUTTO - Marco Pozzi, hockeista da record

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SEMPRE SUL GHIACCIO A DISPETTO DI TUTTO - Marco Pozzi, hockeista da record
SPORT
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                                                                                                              Marco Pozzi,
                                                                                                                hockeista
                                                                                                                da record
C ALESSANDRO PERRONE

            SEMPRE
       SUL GHIACCIO
A DISPETTO DI TUTTO                  E Daniele Arghittu                                   gle, non è affatto unico. È solo l’ultimo atto di
                                     E Michela Perrone                                    una parabola da record. Pochi, pochissimi,
                                                                                          almeno nello sport italiano, possono vantare

                                      C
quarti di finale dei play off                  hissà se al cinema sareste rimasti          questo primato: non aver mai saltato una
  Del campionato di hockey su                 delusi. Se la storia di Marco Pozzi fosse   partita per infortunio o squalifica. «Da
ghiaccio Ihl, ovvero l’Italian                stata un film, intendo. Rompersi il         quando? Dal giorno in cui mi sono messo i
Hockey League: la vecchia Se-        pollice della mano destra nella prima, vera          pattini», racconta Marco Pozzi.
rie B.                               partita importante del campionato: Gara 1 dei          Un’autodichiarazione, certo. Ma suffragata
                                     quarti di finale dei play off contro il              da mille possibili testimonianze. Perché
tripletta                            Bressanone. Non poterlo dire, per non fornire        nessuno – ci risulta – può testimoniare di
  Ha segnato al 18’00” in con-       un’informazione agli avversari, che avrebbero        averlo visto in tribuna anziché in pista. E
trofuga, al 35’55” con un gran ti-                                                        soprattutto perché, quando si gioca con il
                                     potuto approfittarne per una mazzata vile,
ro dalla distanza e al 58’58” a
porta vuota.                         spietata e definitiva. Esporsi alla perplessità      pollice rotto, anziché stare fermo sei mesi,
                                     del pubblico di casa, che avrebbe potuto             significa che si ha quel carattere, quella
disposizioni                         criticarlo per la sua evanescenza in pista           mentalità e (va pur detto) quel pizzico
  A inizio marzo la Federazio-       proprio nel momento chiave della stagione.           d’incoscienza che ti permettono di rendere
ne italiana sport ghiaccio ha        Realizzare una tripletta, come mai gli era           verosimile l’impresa.
ipotizzato la possibilità di pro-    accaduto prima in carriera. Farlo di fronte a
seguire l’attività a porte chiuse,   uno stadio vuoto, per le (prime) disposizioni        IL RAGAZZO DI ISOLA
imponendo la disputa di tre          legate al nuovo coronavirus. E poi dover               C’è una cosa che rende ancor più pazzesco il
partite dei quarti di finale pri-                                                          record di Pozzi: il fatto che non ha per niente il
                                     accettare l’inutilità di tutto ciò, cancellato
ma di gettare la spugna.
                                     dagli annali – insieme al resto della stagione       physique du rôle. Fosse cresciuto sulle
physique du rôle                     agonistica – per l’impossibilità di proseguire a     pendici dolomitiche o nei grandi spazi del
  Espressione francese che si        causa della pandemia.                                Canada, avesse un fisico mastodontico e
può tradurre con aspetto fisico         Il fatto è che questo episodio, nella vicenda      modi rudi, il cliché renderebbe tutto più
adatto al ruolo.                     umana e sportiva del numero 5 della ValpEa-          plausibile. Invece è un 32enne di media
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Sempre sul ghiaccio a dispetto di tutto                                                                                            181

DA QUANDO HA COMINCIATO, GIOVANISSIMO,                                                                  piazza Gae Aulenti
                                                                                                          Piazza circolare sopraeleva-
NELLA SUA MILANO, NON HA MAI SALTATO                                                                    ta, pedonale, inaugurata nel
                                                                                                        2012. Sorge a completamento
UNA PARTITA PER INFORTUNIO O SQUALIFICA,                                                                della Torre UniCredit, il gratta-
                                                                                                        cielo più alto d’Italia.
NONOSTANTE UNA COMMOZIONE CEREBRALE,
UNA LESIONE AL LEGAMENTO DEL POLSO,                                                                     Bosco verticale
                                                                                                          Prestigioso complesso resi-
UNO STRAPPO ALL’ILEOPSOAS E, A INIZIO MARZO,                                                            denziale formato da due torri,
                                                                                                        inaugurato nel 2014 e caratte-
UNA FRATTURA AL POLLICE. «CON IL DITO ROTTO                                                             rizzato dalla presenza di oltre
                                                                                                        duemila specie arboree.
SONO PERFINO RIUSCITO A SEGNARE UNA TRIPLETTA,                                                          avrò avuto tre anni
LA PRIMA DELLA MIA VITA». IN VALLE DA 14 ANNI                                                              Si può supporre che fosse la
                                                                                                        fine dell’inverno o l’inizio della
(NE HA 32), È PROTAGONISTA DI UNA PARABOLA                                                              primavera 1992, essendo nato
DA FILM. MA IL FUTURO È AVVOLTO NELL’INCERTEZZA                                                         il 17 aprile 1988.

                                                                                                        Saima
statura, di fisico “normale” (parlando di           perché vedevo i pattinatori attraverso le             Gli appassionati di Milano
atleti, ovviamente). E proviene da una buona        grandi vetrate sul lato dell’impianto. La           definiscono così, dal nome di
famiglia milanese, residente a Isola: il            prima volta avrò avuto tre anni: facevo             uno storico sponsor, la princi-
quartiere che, dal secondo dopoguerra, ha           disperare i miei genitori perché non volevo         pale (per loro «l’unica») squa-
meglio rappresentato la trasformazione di           mangiare e le mie nonne proposero di                dra meneghina. Di fatto, esi-
                                                                                                        stette tra il 1985 e il 1995, ma i
Milano da città industriale a commerciale,          portarmi al palazzetto. Magari, sulle gradi-        fan la considerano l’erede del-
fino a diventare il simbolo della metropoli         nate, avrei accettato il boccone, pur di vedere     la gloriosa tradizione prece-
del terzo millennio, con piazza Gae Aulenti         da vicino quello spettacolo. Andò così. Non         dente e l’ispiratrice di ogni pro-
e il Bosco verticale. Il nord della capitale        ho ricordi precisi di quel momento. Eppure          getto di successo futuro.
del Nord.                                           ancora oggi, ogni volta che entro in quel
  «Ogni anno, a marzo o ad aprile, la mia           palazzetto – ed è successo tante volte, da          Silvio Berlusconi
famiglia saliva a Selva di Val Gardena per la       giocatore – riconosco il suo profumo. Non so           Il Cavaliere aveva acquisito
settimana bianca. Genitori, zii, nonne… La          se utilizzino un’ammoniaca particolare per          nel 1989 i diritti sportivi del Co-
                                                                                                        mo, fondendo la società laria-
nostra sistemazione sorgeva a due minuti dal        alimentare le serpentine, o se a produrlo sia       na con i Diavoli Rossoneri. Nac-
palazzo del ghiaccio. E io restavo incantato,       la macchinetta dei toast. Però, da quel giorno,     quero così i Devils Milano, noti
                                                    mi è entrato dentro».                               anche come Milan Hockey, poi-
                                                       Il battesimo del ghiaccio, pattini ai piedi, è   ché parte della polisportiva
                                                    di poco successivo: mese di settembre 1992,         che comprendeva anche le
                                                    Forum di Assago. «Papà dice che è impossibi-        squadre di calcio, pallavolo e
                                                    le, ma io ho in mente la netta sensazione dei       rugby. Pur vincendo tre scudet-
                                                    pattini allacciati in modo troppo blando. E         ti e un’Alpenliga (competizione
                                                    poi, dopo l’intervento della mia prima              internazionale tra squadre ita-
                                                                                                        liane, austriache e slovene,
                                                    istruttrice, Marina, la facilità di pattinare con   svoltasi tra il 1991 e il 1999), i
                                                    i lacci ben stretti. Da allora non mi sono più      Devils non entrarono mai nel
                                                    fermato».                                           cuore degli appassionati di Mi-
                                                                                                        lano. Al contrario.
                                                    OGNI ANGOLO DELLA PISTA
                                                      «Il pattinaggio rappresenta l’80 per cento        Diavoli
                                                    di un giocatore di hockey», dice Marco                Squadra di stanza a Sesto San
                                                    Pozzi. Un’affermazione lapidaria, che               Giovanni (Milano), che disputa-
                                                                                                        va anche i campionati giovanili
                                                    sostiene con ciascuna delle sue (ottocento?         svizzeri.
                                                    mille?) partite consecutive, in cui l’atleta
                                                    milanese ha percorso avanti e indietro, con         Milano/Cortina
                                                    velocità e dinamismo, ogni angolo di ogni             Ibrido nato, nel 1998/99, dal-
                                                    pista. «Il pattinaggio di velocità non l’ho mai     la temporanea fusione del Mi-
                                                    preso in considerazione. Forse ho saputo            lano Saima e del Cortina.
                                                    della possibilità di praticarlo quando ormai
                                                                                                        Vipers
                                                    avevo 14 anni. E giocavo a hockey da otto o            Società milanese attiva tra il
                                                    nove». Le giovanili nella Saima, poi nel            1998 e il 2008. Di fatto erede
La frattura del pollice rimediata quest’anno        Milan Hockey di Silvio Berlusconi, nei              della tradizione Saima, vinse
nella prima gara dei quarti contro il Bressanone.   Diavoli, nel Varese… E ancora il Milano/            cinque scudetti e tre coppe Ita-
                               f MARCO POZZI        Cortina e i Vipers («con cui ho vinto il            lia.
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C26                                    titolo italiano in tre categorie: Under 16,         per l’hockey. Credo abbia influito il timore
  Nel 2005/06. Il campionato           Under 19 e Serie C26»).                             che nel calcio contasse troppo, già a quell’età,
era una sorta di categoria gio-          Pochi sanno, però, che Pozzi ha a lungo           la necessità di avere appoggi, un procurato-
vanile con l’innesto di atleti più     praticato anche il calcio, a livelli notevoli:      re». Oppure, ma questa è una lettura a
maturi, ma comunque sotto i 26         «Ero tesserato per l’Ausonia, una società           ritroso, è stato il destino, a scegliere per
anni.                                  nell’orbita dell’Inter. Prima mi schieravano        Marco. Perché proprio a quell’età, attorno ai
Ausonia
                                       attaccante, e “timbravo” spesso. Poi dietro le      13 anni, ha patito le conseguenze della
  Società sportiva dilettantisti-      punte, perché – avendo sviluppato molto le          crescita: «Ho sofferto della sindrome di
ca fondata nel 1931. Ha un ruo-        gambe – volevano sfruttare la mia capacità di       Osgood Schlatter e il dolore m’impediva di
lo importante soprattutto nel          fare lunghi lanci. Infine da terzino a tutta        calciare la palla. Al contrario, non mi
panorama calcistico giovanile          fascia, senza nessuno davanti». Doppi               impediva i movimenti dell’hockey. Quindi,
milanese.                              allenamenti, doppi campionati: «Capitava            anche allora, sul ghiaccio sono sempre stato
                                       che giocassi alle 15 a pallone e alle 18 a          presente».
disco d’inizio                         hockey. Magari, se gli orari lo imponevano,
  Cioè per il primo ingaggio           venivo sostituito prima della fine dall’allena-     HOCKEISTA PER VOCAZIONE
della partita di hockey.
                                       tore di calcio e correvo in spogliatoio, dove         Hockeista a tempo pieno, dunque. Al punto
calcio vittoriano                      papà e mamma mi aspettavano per portarmi            da modulare gli impegni scolastici su quelli
  Cioè del calcio delle origini,       a Varese, giusto in tempo per il disco              sportivi: «Dopo elementari e medie all’isti-
nell’Inghilterra della regina          d’inizio».                                          tuto Gonzaga, i miei mi avevano iscritto a
Vittoria, giocato dai rampolli           La vicinanza e il sostegno della famiglia         un liceo statale, il Severi, forse perché avevano
delle famiglie aristocratiche.         sono fondamentali: «Papà è stato pallavoli-         capito che non valeva la pena investire troppi
                                       sta, mamma ha sempre nuotato. Perfino una           soldi nei miei studi! – ride Marco –. In realtà,
amateur                                delle nonne ha praticato il pattinaggio a           le materie scientifiche m’interessavano, ma
  Così erano chiamati gli ap-          rotelle, quando era ancora piuttosto singola-       solo quelle. Dalla quarta mi sono trasferito al
passionati di sport della Belle
Epoque: ardimentosi atleti, in
                                       re, per una donna». Lo sport interpretato           Liceo Fermi: una scuola privata che era
genere benestanti, che faceva-         con assoluta dedizione e con altrettanta            disposta a farmi frequentare al pomeriggio,
no dell’attività agonistica il lo-     educazione: come all’epoca del calcio               con gli insegnanti che – a turno – si fermava-
ro diletto, in base a un sistema       vittoriano o delle imprese degli amateur.           no apposta per me. Una sorta di recupero: gli
valoriale cavalleresco che non         Ecco che il profilo agonistico di Marco Pozzi       “idioti” di Milano andavano a scuola lì»,
tollerava il professionismo.           – e il suo record – diventano meno incom-           sottolinea, sempre con forte autoironia.
                                       prensibili.                                           È chiaro che per il giovane Pozzi le priorità
sindrome di Osgood Schlatter             Forse sarebbe giunta l’opportunità di un          fossero altre. «Ormai mi allenavo al mattino
   Colpisce soprattutto i ma-          provino nell’Inter, se l’inevitabile scelta sulla   con la prima squadra del Milano. Lo studio lo
schi, tra i 10 e i 16 anni, che pra-
ticano intensa attività sportiva.
                                       disciplina da praticare non avesse favorito         vivevo come intervallo tra un impegno
È una forma di osteocondrosi           l’hockey. «Non so dire cosa fece prevalere una      sportivo l’altro». Sul piano agonistico, sono
dell’apofisi tibiale anteriore.         cosa sull’altra. Ricordo che mamma propen-          stati gli anni del salto di qualità: «Devo molto
L’articolazione è sottoposta a         deva per il calcio, mentre papà tirava dritto       a Murajica Pajič, il tecnico che mi ha
stress in una fase di crescita in
cui l’ossificazione non è com-
pleta. In genere compare una
dolorosa protuberanza sotto il
ginocchio.

istituto Gonzaga
  Prestigiosa scuola cattolica
paritaria, fondata nel 1906, con
sede in via Vitruvio. L’offerta
formativa parte dalla scuola
primaria e giunge fino a tre in-
dirizzi liceali.

Murajica Pajič
  Ex hockeista e allenatore di
nazionalità slovena (in prece-
denza jugoslava), classe 1961,
a lungo assistente allenatore
del Milano e responsabile del
settore giovanile. È il padre del
giocatore dell’Appiano Rok
Pajič.
SEMPRE SUL GHIACCIO A DISPETTO DI TUTTO - Marco Pozzi, hockeista da record
Sempre sul ghiaccio a dispetto di tutto                                                                                       183

plasmato insieme a Igor Kosović di Varese.        quanto ci si poteva divertire in valle. Per tre   Igor Kosović
È stato molto duro, con me: ero diventato un      mesi ho fatto festa. Poi ho incontrato              Altro tecnico di scuola jugo-
po’ sbruffone, mi ha fatto rimettere i piedi      Simona».                                          slava, ma di nazionalità serba.
per terra. Ogni volta che in partita finivo un      Qui comincia un’altra storia, che va            Nato nel 1966, è stato a più ri-
cambio, mi diceva cosa avevo fatto bene           accennata con il rispetto che si deve alle        prese responsabile del vivaio
(poco) e cosa male (tanto). È stato lui a farmi   favole, specie quando il destino impone a dei     varesino.
crescere e a lanciarmi».                          ragazzi, poco più che adolescenti, la prova       Nhl
  Stagione 2005/06. Pozzi è la stella della       più dura. Simona è la figlia maggiore di            La National Hockey League,
seconda squadra milanese, quella destinata a      Mauro Ferrando, il presidente dell’H.C.           la più importante lega profes-
vincere la C26, ma esordisce in Serie A a 17      Valpellice. La Valpe capitanata da Dino           sionistica del Nord America (e
anni, condividendo il ghiaccio con giocatori      Grossi – con Marco Pozzi sempre più               del mondo).
giunti all’Nhl quali Daniel Tkaczuk, Ryan         decisivo, dapprima con Coco e Mazzacane,
Christie, Chris Joseph e Ryan Savoia, nonché      poi con Silva e Meneghetti, infine con lo         Marco Insam
con miti assoluti quali Mario Brian Chitarro-     stesso Grossi e Di Stefano – stava disputando       Figlio di Adolf Insam, a quei
ni, Maurizio Mansi e Joe Busillo. «La verità?     un campionato straordinario, inatteso.            tempi allenatore del Milano,
                                                                                                    quindi compagno di Pozzi nelle
Io volevo giocare, non fare panchina. E così,       Lo stadio sempre pieno, con lo speaker          giovanili meneghine. Da diversi
quando l’anno successivo mi proposero di          Mauro Vignolo a gridare: «Siamo in 2.440 e        anni è un pilastro del Bolzano
farmi le ossa in Serie A2 a Torre Pellice,        non posso dire di più», perché la capienza        in Ebel, oltre che della Nazio-
accettai con piacere».                            massima era regolarmente superata. L’entu-        nale italiana, esattamente co-
                                                  siasmo post-olimpico e i Mondiali Under           me il lusernese Luca Frigo.
UN MILANESE A TORRE                               20 disputati a Torre Pellice, con Pozzi in
  Un momento di passaggio, per il neo             azzurro contro futuri Nhler… «La Norvegia         Notre Dame
diciottenne milanese del quartiere Isola:         schierava Mats Zuccarello Aasen e già si            I Notre Dame Hounds sono
«Come tutti, a quell’età, pensavo ancora a        capiva che sarebbe diventato un campione.         una celebre formazione giova-
                                                                                                    nile canadese di stanza a Wil-
una carriera all’estero. Per un po’ la mia        Ricordo che Mauro Ferrando l’avvicinò e gli       cox, nella provincia del Sa-
famiglia aveva valutato la possibilità di         propose di venire a giocare a Torre Pellice,      skatchewan. Disputano la Sjhl.
farmi andare con Marco Insam al Notre             per creare una super linea con me e Davide
Dame, in Canada, per la classica esperienza       Mantovani. Lui cortesemente si disse              Luca De Zordo
nelle categorie giovanili nordamericane. Ma       onorato, ma declinò perché stava aspettando         Nato nel 1973, difensore mi-
non vissi il prestito alla Valpe come qualcosa    una chiamata dall’Nhl!».                          lanese, era già stato a Torre
di negativo». L’ambiente era ideale. Tanto          Oggi fa sorridere, ma nel 2006/07 tutto         Pellice tra il 1998 e il 2000, di-
spazio in squadra, con la possibilità di salire   sembra possibile. Ferrando è «il presidente       ventando molto popolare per
di livello nelle gerarchie di scelta del coach    che ha dato le ali ai sogni». E Marco, il         le sue doti di simpatia. Fu l’eroe
                                                                                                    della prima vittoria di sempre
Massimo Da Rin. E con quel senso di libertà       fidanzato della figlia più grande, è parte        della Valpe contro il Bolzano, il
che solo quando sei lontano da casa puoi          della famiglia. Il golden boy esaltato dai        19 ottobre 1999, realizzando il
provare: «Luca De Zordo, che era tra gli          canadesi della squadra, non relegato in           rigore decisivo.
altri milanesi in prestito, mi fece capire        panchina come a Milano. Otto gol personali,
                                                                                                    Mondiali Under 20
                                                                                                      Ospitati all’Olimpico di Torre
                                                                                                    Pellice, poi intitolato a Giorgio
                                                                                                    Cotta Morandini, dall’11 al 17
                                                                                                    dicembre 2016. Erano Mondiali
                                                                                                    Division I Gruppo B, cioè del
                                                                                                    terzo livello planetario. Vi pre-
                                                                                                    sero parte l’Italia, l’Austria, la
                                                                                                    Gran Bretagna, la Norvegia, il
                                                                                                    Kazakhstan e la Francia.

                                                                                                    Nhler
                                                                                                     Cioè giocatori della National
                                                                                                    Hockey League.

                                                                                                    Mats Zuccarello Aasen
                                                                                                      Classe 1987, italiano da parte
                                                                                                    di madre, Zuccarello Aasen è
                                                                                                    tuttora una stella dell’Nhl: ala
Dall’album dei ricordi del piccolo                                                                  destra dei Minnesota Wild (do-
Marco Pozzi. La pattinata era ancora                                                                po aver giocato con New York
da affinare ma la concentrazione                                                                    Rangers e Dallas Stars), guada-
era già quella di oggi. Qui sopra                                                                   gna 6 milioni di dollari all’anno.
in maglia Milan. A destra, foto ufficiale
per un torneo a Villars-de-Lans (Francia).
                         f MARCO POZZI
SEMPRE SUL GHIACCIO A DISPETTO DI TUTTO - Marco Pozzi, hockeista da record
184                    Sport

fase calda della stagione             nella fase calda della stagione, gli ultimi        dato un contributo decisivo – insieme al
  Cioè i play off, le sfide a elimi-   due nell’indimenticabile Gara 2 di finale          compagno e amico di sempre Alex Silva – alla
nazione diretta. La Valpe             vinta contro il Merano, con il Cotta rigurgi-      rinascita dell’hockey di vertice a Torre Pellice,
2006/07 eliminò nei quarti il         tante passione e i 300 rimasti senza bigliet-      assumendo, formalmente dal 2019, il ruolo di
Caldaro e in semifinale il Vipi-       to assiepati, sotto la pioggia, davanti al         direttore sportivo della ValpEagle.
teno, giungendo alla finale            maxischermo allestito al Filatoio. Gli               E poi c’è il record. «Più volte ho pensato che
contro il fortissimo Merano.
                                      altoatesini erano formidabili, in Gara 3           non sarei riuscito a preservarlo – ammette –:
2016/17
                                      erano tornati in vantaggio nella serie: ma         cioè in occasione di ogni infortunio serio.
  Anno di pausa nell’attività di      chissà cosa sarebbe successo, se nel viaggio       Quando ero ancora nelle giovanili del
vertice a Torre Pellice, dopo la      di ritorno dall’Alto Adige Mauro Ferrando          Milano, in una partita di Under 19 disputata
crisi dell’H.C. Valpellice e pri-     non fosse morto in un tragico incidente            ad Alleghe, ho subìto perfino una commozio-
ma della fondazione della Coo-        d’auto. Il diciottenne Marco Pozzi, quella         ne cerebrale. Dopo essere scivolato di pancia
perativa Filatoio 2440 (ValpEa-       notte maledetta del 28 marzo 2007, è               sul ghiaccio, ho provato a rialzarmi proprio
gle). Il Milano Rossoblu, in          diventato adulto tutto di colpo. Chi scrive ha     quando un avversario mi stava saltando: ho
quella stagione, ha vinto Cop-        potuto percepirlo con ammirato sgomento,           battuto con la nuca contro il suo ginocchio.
pa Italia e Serie B.                  camminando in silenzio accanto a lui, lungo        Ho provato a tornare in pista, ma non mi
                                      l’autostrada intasata, fino all’abbraccio          reggevo in piedi. Avevo nausea e giramento
due Coppe Italia
  Con l’H.C. Valpellice nel
                                      disperato con la sua Simona.                       di testa. In quell’occasione ho dovuto
2012/13 e 2015/16.                                                                       rinunciare alla convocazione in Nazionale
                                      TREDICI ANNI DOPO                                  giovanile, ma non lo considero uno stop,
trofeo dell’Ihl-1                       Sono passati tredici anni. Simona e Marco        perché il campionato è proseguito e io sono
   Con la ValpEagle nel 2018/19.      sono sposati e hanno una bellissima bambi-         sceso regolarmente in pista, alla partita
L’Italian Hockey League 1 è la        na, Ludovica. Lui è il titolare della Valpellice   successiva, con il Milano».
terza divisione nazionale, la         Immobiliare (di Pozzi Case) a Luserna San            Un legamento del polso saltato contro il
vecchia Serie C.                      Giovanni, l’attività di Mauro Ferrando. La         Caldaro («Ma è bastata una fasciatura rigida
                                      valle è diventata la sua casa.                     da parte di Sancio»), uno strappo all’ileop-
Sancio                                  Pozzi ha sempre giocato a Torre Pellice,         soas ai già citati Mondiali Under 20 di Torre
  Soprannome di Sandro Bene-          tranne un campionato a Varese (2008/09) e          Pellice («Per fortuna era l’ultima partita del
detto, massaggiatore dell’H.C.
Valpellice e poi della ValpEagle.
                                      uno a Milano (2016/17). Soprattutto, è stato       torneo, e comunque l’ho finita grazie a
                                      sempre presente, gioendo nelle circostanze         un’iniezione di antidolorifico»), i denti in
ileopsoas                             più felici (ha sollevato due Coppe Italia e il     frantumi per una discata in bocca contro il
   Muscolo interno dell’anca.         trofeo dell’Ihl-1) e lottando nei momenti di       Renon, una lussazione alla spalla in allena-
Sorregge il rachide lombare.          difficoltà, suoi e della squadra. Dal 2017 ha      mento («Da allora l’articolazione esce di sede
SEMPRE SUL GHIACCIO A DISPETTO DI TUTTO - Marco Pozzi, hockeista da record
Sempre sul ghiaccio a dispetto di tutto                                                                                             185

Tre immagini che illustrano
l’ultima stagione agonistica,
interrotta e annullata
per l’emergenza Covid-19.
Da sinistra, Marco Pozzi
in panchina dispensa
consigli ai compagni
sotto gli occhi
di Eric Migliotti, il tecnico
che ha condiviso la gestione
della squadra con Silva.

Qui accanto, a sinistra,
papà Marco
saluta il pubblico
tenendo in braccio
la piccola Ludovica,
alla fine di una partita.

A destra, l’esultanza di Pozzi
      dopo una delle 21 reti
    realizzate (in 33 partite).
 C ALESSANDRO PERRONE

frequentemente, ma ho imparato a rimetterla         sola partita!». Poi il congelamento e l’annul-      il rigore nella serie finale
a posto da solo; a parte di notte, perché           lamento dei play off, causa Covid-19.                  In caso di pareggio, i play off
quando dormo in certe posizioni ho bisogno            «Sono consapevole che tra dieci o quindici        prevedono che la vittoria sia
dell’aiuto di mia moglie per risistemarla»)…        anni sconterò le conseguenze fisiche di questa      assegnata con una sequenza di
  E poi l’ultimo infortunio, il più incredibile:    vita da hockeista. Tuttavia – escluso il matri-     tiri di rigore. In questo caso l’ha
«Il 2 marzo di quest’anno, dopo uno scontro         monio con Simona – le mie scelte non sono           spuntata il Bressanone.
fortuito con il mio compagno Manuel                 mai state proiettate al futuro. Vivo per l’oggi».
                                                                                                        Silvio Boër
Garnier, sulla pista di Bressanone, il lega-          Il presente, però, è quanto di più incerto ci       Ortopedico di Torre Pellice,
mento del pollice destro, sottoposto a              sia. Marco Pozzi ha dovuto attendere due            dopo essere stato medico so-
pressione, ha tirato la seconda falange fino a      mesi per essere operato al J-Medical.               ciale dell’H.C. Valpellice, ha
strappare l’osso. Ho provato un dolore              «L’intervento era fissato al 13 marzo, poi,         mantenuto rapporti costanti
lancinante, al punto da vomitare. Una prima         però, hanno trovato Rugani positivo al              con gli atleti della valle, in virtù
fasciatura non è stata sufficiente. Quando ho       coronavirus e hanno bloccato l’attività». È         delle competenze acquisite.
provato a cambiare mano, il bastone è               stato possibile operare in piena sicurezza
schizzato via dove ha voluto. Sono regredito a      solo il 14 maggio. Ora, dopo un periodo di          Jean Daniel Rostan
una fase evolutiva antecedente a quella delle       gesso e tre settimane con una protezione in           Chirurgo vascolare di Torre
scimmie: non avevo più il pollice opponibile».      materiale plastico, la mano dovrà essere            Pellice, anch’egli appassionato
                                                                                                        di hockey su ghiaccio.
Conclusa la partita senza essere il Pozzi di        sottoposta a un’intensa rieducazione.
sempre («Quanto mi è pesato non poter tirare          Oltre al problema al pollice, il domani si        J-Medical
il rigore nella serie finale!»), Marco si è         prospetta nebuloso sia per l’hockey italiano          Centro medico della Juven-
sottoposto agli esami del caso appena               («Non sono affatto convinto che si potrà            tus in collaborazione con l’a-
rientrato in Piemonte: «Per la prima volta il       riprendere normalmente a settembre») sia per        zienda sanitaria Santa Clara
dottor Silvio Boër, che insieme a Jean              quello torrese («Non sono più disposto a vivere     Group. È operativo dal marzo
Daniel Rostan mi ha sempre sistemato in             un’altra stagione come quella appena trascor-       2016 e sorge all’interno del
tempo utile dopo ogni botta, si è dimostrato        sa, con un carico burocratico così pesante sulle    complesso dell’Allianz Sta-
scettico. Poi, però, si è capito che l’infortunio   mie spalle: serve una società più strutturata e     dium, in zona Continassa a Tori-
non avrebbe potuto aggravarsi: semplice-            presente, con incarichi meglio definiti»).          no.
mente bisognava imparare a sopportare il              Eppure no, non può finire così. Dopo tanta
                                                                                                        Daniele Rugani
dolore. Con Sancio abbiamo provato diversi          fatica, Marco Pozzi merita di poter ancora            Difensore della Juventus, na-
tipi di fasciatura, fino a quando abbiamo           sentire, almeno una volta, da giocatore, il         to a Lucca il 29 luglio 1994, è
trovato quella che mi permetteva una presa          profumo del palaghiaccio di Selva. Come quella      stato il primo calciatore di Se-
salda della stecca». Risultato: tripletta in        volta da bambino, quando è cominciata               rie A a risultare positivo al co-
Gara 2. «Mai avevo segnato tanti gol in una         un’avventura sportiva che somiglia a un film.       ronavirus.
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