Giornalismo radiotelevisivo Laboratorio radiotelevisivo - Proff. Francesco Giorgino, Christian Ruggiero a.a. 2016/2017 - Coris

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Giornalismo radiotelevisivo Laboratorio radiotelevisivo - Proff. Francesco Giorgino, Christian Ruggiero a.a. 2016/2017 - Coris
Giornalismo radiotelevisivo
Laboratorio radiotelevisivo
Proff. Francesco Giorgino, Christian Ruggiero
a.a. 2016/2017
Giornalismo radiotelevisivo Laboratorio radiotelevisivo - Proff. Francesco Giorgino, Christian Ruggiero a.a. 2016/2017 - Coris
La notizia televisiva
(P. Di Salvo, Il giornalismo televisivo, 2004)

Le immagini televisive «hanno lo stesso tipo di autorità che
ieri aveva la parola stampata e in precedenza aveva la parola
parlata. Sembrano del tutto vere. Ci figuriamo che arrivino fino
a noi direttamente, senza intromissioni umane, e sono per la
mente il cibo più facile. Ogni descrizione verbale, o anche
ogni immagine inerte, richiede uno sforzo di memoria prima
che l’immagine si produca nella mente. Ma sullo schermo
l’intero processo dell’osservare, descrivere, riferire e poi
immaginare è già stato compiuto per noi. Senza uno sforzo
maggiore di quello richiesto per restar svegli, il risultato a cui
costantemente mira la nostra immaginazione viene proiettato
sullo schermo. L’idea nebulosa diventa vivida».

            W. Lippmann, L’opinione pubblica, 1922, p. 114-115
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La notizia radiofonica
(P. Chantler, P. Stewart, L’ABC del giornalismo radiofonico, 2004)

La radio è il mezzo che più di tutti stimola l’immaginazione: andando
rapidamente in onda da luogo dell’accaduto e descrivendo l’evento in
modo tale che l’ascoltatore possa visualizzare ciò che succede, il
giornalista radiofonico usa gli strumenti più potenti della radio stessa:
immediatezza e immaginazione. L’ascoltatore è sempre lì a
immaginare ciò che sente e ciò che viene descritto.

Le immagini acustiche sono emozionali
come lo è la voce di una madre in lacrime.
Le immagini radiofoniche non sono limitate
dalla dimensione dello schermo: sono
di qualsiasi dimensione si voglia.
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La notizia televisiva
(P. Di Salvo, Il giornalismo televisivo, 2004)

La parola che accompagna l’immagine serve a:
 illustrare, richiamare l’attenzione, spiegare, aiutare a capire
 enfatizzare, attenuare, correggere l’immagine stessa

La comunicazione televisiva viene
percepita come diretta, ma non per
questo non è mediata

G. Gerbner, Towards a general model of communication,
in «Audio Visual Communication Review», 4, 1956
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La notizia televisiva
(P. Di Salvo, Il giornalismo televisivo, 2004)

L’immagine non possiede di per sé il requisito dell’obiettività assoluta
rispetto a un fatto reale che ci mostra, perché la realtà è comunque
vista dalle lenti «deformanti» della telecamera.

Esempio: in una breve notizia filmata di un telegiornale su
una manifestazione a Roma contro la guerra in Afghanistan
viene inserita la scena di alcuni ragazzi che incendiano la
bandiera statunitense. È un aspetto più o meno marginale
dell’evento, ma per la sua carica simbolica finisce per
diventare prevalente. L’episodio non può essere nascosto,
ma deve essere inserito con il giusto rilievo nel montaggio
e spiegato con le parole.
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La notizia televisiva
(P. Di Salvo, Il giornalismo televisivo, 2004)

Occorre inoltre considerare che:

 dietro al cameramen, al giornalista e al regista c’è l’intera macchina
  televisiva: la telecamera rappresenta, in definitiva, il punto di vista
  dell’emittente, dunque prevede il coinvolgimento di diversi livelli di
  personalità, professionalità, responsabilità, poteri

 la manipolazione delle immagini è condizione necessaria per fare
  informazione televisiva, e non è diversa dalla selezione del
  materiale raccolto a opera dell’inviato di un’agenzia, un quotidiano o
  un giornale radio
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La notizia televisiva
(P. Di Salvo, Il giornalismo televisivo, 2004)

L’immagine che lo spettatore vede correre sul video è quella di una
realtà incorniciata: la telecamera registra quel che è stato deciso di
riprendere, interpretando lo spazio fisico (piano allargato, dettaglio,
panoramica, sequenza delle inquadrature) e lo spazio temporale
(durata di un’inquadratura, sequenza, notizia) e adottando determinati
criteri stilistici (uso del diaframma, posizionamento della telecamera).

Il punto di vista è l’elemento costitutivo della
comunicazione, da quella interpersonale a
quella che si sviluppa attraverso un’attività
professionale come quella giornalistica.
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Come si vede il telegiornale
(O. Calabrese, U. Volli, 1980)

In primo luogo, è oggi raro che il telegiornale (così come la stampa) menta,
ed è anche raro che ometta completamente un fatto. Per far ciò
occorrerebbe un apparato di controllo poliziesco talmente grande che solo
un regime di dittatura militare può permetterselo … Piuttosto, l’informazione
televisiva sottace, distrae, mistifica il punto di vista, censura con l’aggiunta di
informazioni superflue, non con il taglio o la falsità diretta delle notizie
                                                                          [p. VII]
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Come si vede il telegiornale
(O. Calabrese, U. Volli, 1980)

In secondo luogo, l’informazione televisiva non è specchio della realtà.
È specchio di chi parla della realtà, ed è specchio del modo di produrre
questo parlare della realtà … l’informazione televisiva non è che lontana
parente dell’informazione dei giornali … da essi si diversifica per il suo
essere spettacolare. E ciò dipende, da un lato, dalla natura stessa della
televisione; e, dall’altro, dalla natura attuale di qualunque discorso sulla
società prodotto nei paesi a capitalismo avanzato. Ce lo insegnano le
elezioni presidenziali americane, che devono molto più allo «star system»
che all’ideologia, e che hanno prodotto un modello (della politica)
rapidamente introdotto anche in Europa.                           [pp. VII-VIII]
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Come si vede il telegiornale
(O. Calabrese, U. Volli, 1980)

Secondo le parole provocatorie di ma rivelatrici di un situazionista,
«lo spettacolo è l’incubo della società moderna in catene, che non esprime
altro se non il proprio desiderio di dormire. Lo spettacolo è il guardiano di
questo sonno [Debord, 1971] … D’altra parte, che cosa rimane di non
spettacolarizzato se non – forse – l’elenco telefonico, l’orario ferroviario,
il codice stradale?                                                [p. VIII]
L’informazione che fa spettacolo
(O. Calabrese, U. Volli, 1980)

Nel giornalismo televisivo l’effetto di spettacolo prevale sui contenuti
dell’informazione. Il modo in cui il pubblico fruisce (e gradisce) un
telegiornale somiglia più a quello di una platea teatrale che alla lettura di un
giornale. La regia degli eventi, i colpi di scena, la capacità di dare il senso
della realtà, l’immediatezza della comunicazione, la personalità degli
interpreti prevalgono largamente sulla completezza dell’informazione,
l’attendibilità, la capacità di arrivare per primi alle notizie, l’autorevolezza, la
finezza dell’analisi. In Tv anche l’informazione fa spettacolo.
                                                                             [p. 11]
Link: i valori/notizia
(M. Wolf, Teorie delle comunicazioni di massa, 1985)

Criteri sostantivi
- Grado e livello gerarchico dei soggetti coinvolti (potere / visibilità)
- Impatto sulla nazione e sull’interesse nazionale (prossimità)
- Quantità di persone che l’evento coinvolge («legge di McLurg»:
    la morte di 1 europeo «vale» quella di 28 cinesi)
- Rilevanza e significatività dell’evento riguardo gli sviluppi futuri di una
    situazione (capacità d’intrattenimento, interesse umano)
Link: i valori/notizia
(M. Wolf, Teorie delle comunicazioni di massa, 1985)

Criteri relativi al prodotto
- Brevità: «Le notizie dovrebbero essere come le gonne di una donna: lunghe
    abbastanza per coprire l’essenziale ma abbastanza brevi da trattenere
    l’attenzione» (Golding-Elliott, 1979)
- Ideologia: «Più un avvenimento è negativo nelle sue conseguenze, più
    probabilmente diventerà notizia» (Galtung-Ruge, 1965)
- Novità: «I giornalisti valutano la novità sul fatto se una notizia risulta nuova a
    essi stessi, assumendo che se è così sarà nuova anche per il pubblico»
    (Gans, 1979)
- Qualità: azione, ritmo, completezza, chiarezza, adeguatezza agli standard
    tecnici, bilanciamento nella composizione del notiziario (Gans, 1979;
    Galtung-Ruge, 1965)
Link: i valori/notizia
(M. Wolf, Teorie delle comunicazioni di massa, 1985)

                                              Criteri relativi al mezzo: Gans, 1979

Il testo verbale è essenziale quanto le immagini, perché spesso è esso che
contiene la vera notizia, mentre le immagini accompagnano e illustrano le parole
… In effetti spesso si scelgono le immagini perché si adattano alla notizia
parlata, diventandone così una specie di appendice … Senza dubbio,
l’informazione televisiva è dominata dai filmati, ma essi sono scelti dopo che
sono stati applicati i criteri sostantivi. Immagini emozionanti non possono essere
usate se la notizia a cui danno un riscontro visivo immediato non è importante.
Certo, quando immagini di questo tipo sono disponibili, i giornalisti cercano di
convincersi dell’importanza della storia oppure cercano una notizia importante
che consenta di giustificare l’uso di quelle immagini.
Link: i valori/notizia
(M. Wolf, Teorie delle comunicazioni di massa, 1985)

Criteri relativi al pubblico
- Struttura narrativa: inizio, sviluppo e conclusione (Golding-Elliott)
- Notizie che consentono un’identificazione da parte dello spettatore; Notizie di
    servizio; «Non-burdening stories», notizie leggere, che non opprimono lo
    spettatore con troppi dettagli o con storie deprimenti o ininteressanti (Gans)
Criteri relativi alla concorrenza (Gans, 1979)
- I media competono nell’ottenere esclusive, nell’inventare nuove rubriche e
    nel fare piccoli scoop sui dettagli
- Le aspettative reciproche scoraggiano quelle innovazioni nella selezione
    delle notizie che potrebbe suscitare obiezioni da parte dei gradi gerarchici,
    contribuendo alla somiglianza tra notiziari concorrenti
Link: i valori/notizia
(M. Wolf, Teorie delle comunicazioni di massa, 1985)

L’editing e la presentazione delle notizie
- Le fasi di raccolta e selezione tendono a decontestualizzare gli eventi
   dalla cornice storica, economica, politica, culturale in cui avvengono, e in cui
   sono interpretabili; editing e presentazione ricontestualizzano gli eventi in
   un quadro differente, entro il formato rigido del notiziario
- Editing: dare una rappresentazione sintetica, necessariamente breve,
   visivamente coerente e possibilmente significativa dell’oggetto della notizia
    Highlighting: selezione dei fatti salienti di un evento, azione o
   personaggio, ottenuta cancellando gli aspetti previsti e tutto ciò che non
   appare sufficientemente importante, nuovo, drammatico (Gans)
L’impaginazione
(O. Calabrese, U. Volli, 1980)

La gerarchia delle notizie:
- di apertura (filmate, con collegamenti in diretta, interviste, commento,
   materiali originali e recenti)
- forti (filmate, possono essere costituite da una breve inchiesta; altamente
   spettacolari ma possono riguardare fatti lontani nel tempo)
- di passaggio (dal vivo, anche con illustrazione fotografica o video,
   servono per collegare notizie forti)
- speciali (approfondimenti, con una lunga intervista a un esperto o un
   personaggio noto della politica o della cultura)
- di chiusura (fatti insoliti e spettacolari, ma rassicuranti)
Accostare le notizie
(O. Calabrese, U. Volli, 1980)

• Non far seguire un pezzo forte da un altro pezzo forte
• Isolare le notizie di prima pagina con continui avvertimenti
  sull’eccezionalità dell’evento, connettendola al resto del telegiornale
  mediante frasi di attenuazione
• Non prolungare oltre il dovuto la lista delle brevi dal vivo
• Accentuare il carattere rasserenante della notizia di chiusura, ad es.
  mostrandosi «impreparati», assorti nella visione alla fine del filmato
Enfatizzare le notizie
(O. Calabrese, U. Volli, 1980)

•   Lunghezza del testo molto maggiore del normale
•   Presenza di filmati, e regia per movimentarli
•   Creazione di suspense («siamo in attesa di collegarci…»)
•   Concitazione
•   Espressione facciale intensa
•   Reiterazione verbale di un concetto-chiave
•   Frase introduttiva che funzioni da titolo
•   Molti stacchi del testo o dall’appunto scritto
•   Stacco musicale e con sigla dagli argomenti precedenti
Censurare le notizie
(O. Calabrese, U. Volli, 1980)

• Sommatoria completa: «se in una sequenza di notizie riguardanti stragi,
  attentati, delitti e rapine s’inserisce un’impresa delle Brigate Rosse, il
  risultato globale sarà quello della paura, con la conseguenza di sviare
  l’attenzione del telespettatore dall’ultima notizia»
• Contrasto: «la sequenza di due notizie, una riguardante un evento
  negativo causato da una parte politica e una positiva riguardante la parte
  avversa crea una connotazione globale che differenzia i buoni dai cattivi»
• Analogia: «due notizie che trattino di seguito un attentato fascista e un
  attentato degli autonomi, per analogia induce ad operare un’eguaglianza
  (del tipo ‘opposti estremismi’)»
Censurare le notizie
(O. Calabrese, U. Volli, 1980)

• Consequenzialità : «trasmettere di seguito un lungo elenco di scioperi e
  una lunga serie di disordini provocati da elementi di estrema sinistra può
  indurre a pensare che ci sia fra di loro un rapporto di causa ed effetto»
• Occultamento: «accostare due notizie importanti, ma esagerando il peso
  di una notizia più comoda … per esempio, si può accrescere il peso e la
  portata politica di una condanna di un dissidente sovietico per distrarre
  dal più recente caso di corruzione di un esponente governativo»

                                                                 [pp. 70-71]
«Estetica del telegiornale»
Una prima definizione (G. Marrone, 1998)

Da Jakobson [1958] in poi sappiamo che la dimensione estetica dei testi non è un
surplus di senso che scaturisce da una semiotica connotativa più o meno a essi
soggiacente: si tratta semmai di una delle fondamentali funzioni comunicative della
lingua, la funzione poetica, che ogni genere di discorso articola a suo modo
con altre funzioni linguistiche (emotiva, fàtica, referenziale, conativa,
metalinguistica) costituendo gerarchie variabili nello spazio e nel tempo.
Un discorso si distingue da un altro a seconda della funzione che pone al suo interno
come dominante, fermo restando che tutte le altre sono in esso egualmente presenti.
Nella scienza e nel giornalismo dominerà per esempio la funzione referenziale,
nella pubblicità quella conativa, nella poesia quella poetica; ma nulla toglie che
nella pubblicità e nel giornalismo sia presente, in posizione secondaria, anche
la funzione poetica, così come in certi sotto-generi della poesia sono certamente
presenti le funzioni referenziale e conativa.                               [pp. 15-16]
«Estetica del telegiornale»
Una definizione più precisa (G. Marrone, 1998)

Quando si produce un certo testo (verbale, iconico, audiovisivo etc.), non si
veicolano soltanto determinati contenuti (o messaggi), ma si determina al
contempo la classe (e genere) di discorso entro cui quel particolare testo va a
collocarsi. Così come una poesia, nel momento in cui dice delle cose, dice anche
«io sono una poesia», o un comunicato stampa, oltre a informare su certi fatti, dice
altresì «io sono un comunicato stampa», così ogni testo, comunicando certi
messaggi, comunica anche le regole di genere attraverso cui esso va letto,
interpretato, apprezzato o eventualmente rigettato.
È possibile dunque usare, un po’ provocatoriamente, il termine «estetica» proprio
per indicare che nessun testo -giornalistico o no- può prescindere dal problema della
sua organizzazione interna … in vista della produzione di determinati effetti di
senso (efficienza) e di determinati effetti pragmatici (efficacia).
                                                                           [pp. 16-17]
«Estetica del telegiornale»
Una definizione più precisa (G. Marrone, 1998)

Così, occuparsi dello «spettacolo dell’informazione» - se si vuole
provvisoriamente conservare quella terminologia – non significa indagare su
ciò che lo spettacolo dissimula, per ritrovare gli eventuali significati occulti
che la messa in scena televisiva può veicolare. Diversamente, si tratta di
capire che cosa quello spettacolo produce, a quali effetti di senso, a
quali effetti pragmatici esso dà luogo organizzando la messa in scena
del discorso informativo.
                                                                            [p. 18]
«Estetica del telegiornale»
Una definizione più precisa (G. Marrone, 1998)

La costruzione dell’identità di una testata comporta tre momenti:
1) riconoscimento dell’altro e dei suoi tratti pertinenti;
2) costruzione del sé e dei propri tratti pertinenti attraverso mirate
procedure di differenziazione;
3) mantenimento di questi tratti, nonostante le istanze interne di
trasformazione.

Non molto diverso il discorso per quel che riguarda lo stile. Anche lo stile
infatti prevede una forma di riconoscimento di certe procedure semiotiche, le
quali vengono prodotte a partire da una presa di distanza da quelle che sono
le procedure più comuni utilizzate in contesti e per scopi analoghi.
                                                                         [p. 20]
«Estetica del telegiornale»
Una definizione più precisa (G. Marrone, 1998)

Lo stile di un tg (e la sua identità) viene dato:

A. In termini sincronici
1.da un’esigenza interna di coerenza del testo, che può essere
    1a. orizzontale (nella successione sintagmatica del discorso);
    1b. verticale (nella stratificazione dei livelli del testo);
2.da un’esigenza esterna di trasformazione coerente
    2a. dei modelli dati nell’enciclopedia di riferimento (immagini del tg circolanti in una
    cultura e in una società date);
    2b. dei modelli dei concorrenti (strategie di competizione e di differenziazione);
B. In termini diacronici,
   da una esigenza di mantenimento di sé, in una dialettica di conservazione e innovazione
   che provoca un’ulteriore forma di trasformazione coerente rispetto al proprio passato.

                                                                                               [p. 20]
Scrivere le notizie
(P. Chantler, P. Stewart, L’ABC del giornalismo radiofonico, 2004)

Scrivere per la radio significa raccontare una storia a qualcuno.

È utile ricordare che si scrive per l’orecchio, non per l’occhio:
 usare un linguaggio colloquiale, frasi brevi, un concetto per frase
 essere brillanti senza usare espressioni dialettali o e irriverenti
 preferire le parole brevi a quelle lunghe, le frasi lineari a quelle
   complesse, la concretezza all’astrazione, i verbi attivi ai passivi, i
   discorsi diretti a quelli indiretti
 mirare a replicare lo stile di una conversazione, con l’ordine e la
   precisione che si addicono all’informazione
Scrivere le notizie
(P. Chantler, P. Stewart, L’ABC del giornalismo radiofonico, 2004)

La comunicazione più breve è spesso la più efficace:

 la frase iniziale deve essere corta e immediata come un
  titolo, e al tempo stesso preparare l’ascoltatore al
  racconto di una serie di eventi che non conosce ancora
      particolare attenzione va data alla scelta della prima
       parola, che spesso viene perduta perché l’attenzione non
       è al massimo: non deve quindi essere un termine-chiave
      passo dopo passo, concetto dopo concetto, sviluppando
       ogni frase da quella precedente in una narrazione
       ordinata, si conduce l’asciotatore fino alla fine della notizia
Scrivere le notizie
(P. Chantler, P. Stewart, L’ABC del giornalismo radiofonico, 2004)

La semplificazione giova a qualsiasi notizia radiofonica:

 un tamponamento a catena sulla M25 ha mandato all’ospedale 15 persone
                                è meglio di
13 macchine, 3 camion e un autobus si sono scontrati tra le uscite 7 e 8 della
    carreggiata esterna della M25, provocando più di una dozzina di feriti
Scrivere le notizie
(P. Di Salvo, Il giornalismo televisivo, 2004)

I requisiti della scrittura di un testo televisivo:

 brevità: poche righe in cui sono contenuti gli elementi essenziali della
  notizia (cosa è accaduto e come si è svolto il fatto, i soggetti
  protagonisti, il luogo e il tempo dell’avvenimento);

 chiarezza: scrittura lineare, semplice, frasi brevi e il più possibile
  discorsive, evitare modi di dire convenzionali, usare vocaboli
  comprensibili anche a spettatori di livello medio-basso, evitare il
  linguaggio gergale («politichese», «sportivese», etc.) anche correndo
  il rischio di «tradurre» una dichiarazione;
Scrivere le notizie
(P. Di Salvo, Il giornalismo televisivo, 2004)

 linearità: anche se la news di un TG non è quasi mai compatibile con
  la varietà di ritmo (lento, incalzante, discorsivo) e di riferimenti
  temporali (flash-back, flash-forward) di un servizio giornalistico, non
  significa che la linearità sia incompatibile con l’approfondimento;

 completezza, nella struttura (un incipit che mette subito in evidenza
  le cose ritenute importanti; uno svolgimento e un ritmo narrativo; una
  conclusione) e nella presentazione dei diversi punti di vista;

 leggibilità per una lettura facile ed efficace da parte dello speaker.
Scrivere le notizie
(P. Chantler, P. Stewart, L’ABC del giornalismo radiofonico, 2004)

Nello scrivere l’attacco, è utile ricordare che la notizia va «in alto», ma
non tutta nella prima frase

  Più di duecento letti da chiudere nell’ospedale della contea di Blankshire, a
                 causa delle restrizioni delle spese del governo.
 L’avviso giunge dall’azienda ospedaliera di St. John di Blackstown, che deve
        risparmiare un milione di sterline entro la fine del prossimo anno
                                    è meglio di
 Più di duecento posti letto da chiudere per il prossimo anno nell’ospedale St.
       John di Blackstown, dato che l’autorità sanitaria locale è costretta a
    risparmiare un milione di sterline per far fronte agli obiettivi del governo
                           rispetto alla spesa pubblica
Scrivere le notizie
(P. Chantler, P. Stewart, L’ABC del giornalismo radiofonico, 2004)

Un buon testo fa da ponte tra l’attacco e l’inserto audio, creando il
contesto giusto senza raccontare né anticipare troppi elementi

   Ma la decisione preoccupa molti consiglieri … che dicono che l’azienda
   sanitaria sta già lottando con le forti perdite economiche provocate dalle
                         restrizioni dei governi precedenti
Scrivere le notizie
(P. Chantler, P. Stewart, L’ABC del giornalismo radiofonico, 2004)

Un buon secondo/terzo paragrafo prepara il posto all’inserto audio;
le parole dell’intervistato devono dire qualcosa di nuovo

   Il laburista Steve West sostiene che il governo stia cercando di tagliare il
                servizio sanitario a spese degli abitanti della zona

              è appropriato se la dichiarazione di West non è

  «Il governo sta cercando di tagliare il servizio sanitario nazionale a spese
                          degli abitanti della zona»
Scrivere le notizie
(P. Chantler, P. Stewart, L’ABC del giornalismo radiofonico, 2004)

L’importanza di una notizia è determinata soltanto dalla collocazione
all’interno del giornale radio; è quindi fondamentale contestualizzare

 attribuzioni: non «La maggior parte dei manager è avara. Questo è il risultato di
  una ricerca pubblicata oggi» ma «Secondo i risultati di un recente sondaggio la
  maggior parte dei manager è avara»

 esagerazioni: non «Il sig. Greenslade nega» ma «Il sig. Greenslade dichiara
  che non ci sono prove a supporto»

 cause ed effetti: non «12 persone sono morte e 20 ferite sulla M25 dell’Essex,
  in seguito al ribaltamento di un Tir» ma «Un Tir si è ribaltato sulla M25
  nell’Essex causando la morte di 12 persone»
Scrivere le notizie
(P. Di Salvo, Il giornalismo televisivo, 2004)

Il testo definitivo di un servizio giornalistico televisivo si scrive
di solto dopo che si hanno a disposizione le immagini.

Nella scrittura del testo occorre tener conto di:

 stand up: il racconto in campo del reporter, realizzato durante le
  riprese pensando a dove collocarlo dentro il testo completo;
 soundbite: la porzione della dichiarazione di un personaggio
  intervistato.
Il momento del reporer
o del servizio chiuso
(S. Petrone, Il linguaggio delle news, 2011)

Adopera prevalentemente:
• immagini in movimento
• suono
• montaggio
• sintesi audiovisiva
• linguaggio a blocchi (per scene)
Il momento del reporer
o del servizio chiuso
(S. Petrone, Il linguaggio delle news, 2011)

Il giornalista è fuori campo, si sente la sua voce che articola le varie fasi
del racconto.
Il servizio ovviamente non è in diretta,
né deve dare l’impressione di esserlo.

Il giornalista può rientrare in campo attraverso
l’uso dello stand up, l’atto di mettersi in piedi
davanti alla telecamera per parlare,
La struttura del servizio chiuso
(S. Petrone, Il linguaggio delle news, 2011)

                Intervista           Up sound             Stand-up

     È un lavoro sporco, ma qualcuno se ne deve occupare in questi giorni …
                          Up sound              Intervista

Gli artificieri del New Jersey sono costretti a disinnescare ordigni fabbricati in casa
                Up sound             Stand up             Intervista
La struttura del servizio chiuso
(S. Petrone, Il linguaggio delle news, 2011)

       Il figlio di quest’uomo, che ha chiesto l’anonimato, è stato arrestato…
                                     Intervista

    Nei siti internet non solo si possono trovare istruzioni precise per produrre
     facilmente bombe di vario tipo, ma esistono anche elenchi di obiettivi…
                                     Up sound

        Gli attentati alla metropolitana di New York… aprono nuovi scenari
                  Intervista            Stand-up Up        sound
Scrivere le notizie
(P. Di Salvo, Il giornalismo televisivo, 2004)

Lo stand up certifica in modo evidente che
il reporter è sul luogo dell’evento, l’ha visto,
ne è stato testimone o ha raccolto su di esso
testimonianze più o meno dirette.

L’importanza del setting: uno stand up per riportare le dichiarazioni del
Presidente USA ha senso nei dintorni della Casa Bianca.

Il chroma-key: una telecamera riprende il giornalista davanti a un fondale
di colore uniforme, una seconda sorgente «proietta» sul fondale altre
immagini, in cui la figura del giornalista verrà inserita.
Scrivere le notizie
(P. Di Salvo, Il giornalismo televisivo, 2004)

Dove si colloca uno stand up all’interno di
un servizio televisivo:

 in apertura: enfatizza il ruolo di testimone diretto di un evento, che il
  giornalista racconta nel momento in cui si svolge (contemporaneità) o
  nel luogo in cui si è appena concluso (ricostruzione) o in cui sta per
  svolgersi (attesa);
 nella parte centrale: esprime il ruolo del giornalista come attore
  dell’avvenimento, parte integrante della narrazione; è più complesso
  dal punto di vista tecnico, della scrittura e del montaggio;
 in coda: è una firma che il giornalista mette per certificare di essere
  autore del servizio e testimone dell’accadimento.
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