SanGiuDixit LA NOSTRA "CORONA" DI SPINE - In questa Edizione Speciale diamo voce ai pensieri, in tempo - Istituto Paritario San Giuseppe

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SanGiuDixit LA NOSTRA "CORONA" DI SPINE - In questa Edizione Speciale diamo voce ai pensieri, in tempo - Istituto Paritario San Giuseppe
Aprile 2020
Ed. Speciale
                       SanGiuDixit
      LA NOSTRA “CORONA” DI SPINE.
                    In questa Edizione Speciale diamo voce ai pensieri, in tempo
                                       di quarantena, di alcuni alunni dell’Istituto.

   Questa bellissima illustrazione è a cura di Sara Padovan, nostra brillante ex-alunna, da sempre appassionata di grafica ed arte.
   Ci ha volentieri concesso questa sua creazione in occasione del nostro numero speciale e per questo la ringraziamo di cuore.
   Chi avesse piacere di seguire i suoi lavori, li può trovare alla pagina Instagram: spillustrator.

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SanGiuDixit LA NOSTRA "CORONA" DI SPINE - In questa Edizione Speciale diamo voce ai pensieri, in tempo - Istituto Paritario San Giuseppe
Fate un passo indietro e ammirate l’universo.
                     Ecco i perché dell’Ed. Speciale Covid-19 del SanGiuDixit.

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Insegnare significa, etimologicamente, “lasciare un segno”, fare in modo che quello che racconti in un’ora di lezione possa rivoluzionare il modo di
pensare di chi ti sta ascoltando. Diciamolo, è estremamente difficile. Molto spesso, dall’altra parte della cattedra, ti chiedi se mai le tue parole possa-
no scalfire quella coltre di capelli fatti su a coda, quegli occhi fissi su di te, ma che volgono sicuramente il pensiero altrove, a quelle barbe ancora
incolte (ma guai a criticarle) di ragazzi che si sentono già uomini pronti ad affrontare i brividi della vita adulta e non certo i problemi inerenti allo
sviluppo della Seconda Sofistica nella tarda età imperiale. Il mondo dei ragazzi è in realtà un cosmo complesso con forze gravitazionali contrastanti
che si accavallano e sono in grado di creare, all’unisono, vorticosi buchi neri o splendide galassie e costellazioni. Tutto sta ad avere i mezzi giusti per
poter navigare in mezzo a tanta “oscura meraviglia”, ma soprattutto occorre possedere i “permessi di crociera”.
Già, perché i ragazzi, soprattutto gli adolescenti, d’istinto tendono a rifuggire ogni sorta di incursione nel loro mondo, occorre chiedere loro il per-
messo, attendere, accettare un primo rifiuto, richiedere (magari con altre modalità), a volte è necessario persino progettare incursioni furtive per cer-
care di capire qualcosa in più rispetto a quei sorrisi sornioni o a quelle parole che spesso rivelano poco di quello che in realtà vorrebbero. Capite,
quindi, quanto sia difficile, in tutto questo “lasciare il segno”? Molto spesso, noi adulti con i giovani gettiamo facilmente (troppo?) la spugna e por-
tiamo avanti i soliti cliché sull’incompatibilità generazionale, sul silenzio adolescenziale come sintomo di passivismo e totale disinteresse nei con-
fronti di quanto avviene attorno a loro. Di conseguenza la nostra frustrazione aumenta e con essa lo loro noia e critica nei nostri confronti
Poi arriva il terremoto che sovverte e fa scoppiare l’intera bolla in cui noi, adulti e non, ci eravamo comodamente seduti nel farci guerra ideologica
gli uni contro gli altri. E questo terremoto, oggi, nel 2020, si chiama Covid-19. Scuole chiuse, quarantena forzata –o lockdown- , ritmi biologici col-
tivati con cura improvvisamente estirpati e messi in attesa. “In attesa del ritorno alla normalità”, affermiamo, mentendo. Ma in cuor nostro sappiamo
che, quando questa emergenza sanitaria sarà finita, dovremo costruire da zero di nuovo tutto.
Il coronavirus ha avuto sicuramente il merito di farci scendere dal piedistallo del privilegio: è stata –ed è– dura sentirsi dire “non puoi”, “non devi”,
“se fate così, siete irresponsabili”. Improvvisamente, siamo tornati tutti adolescenti. E gli adolescenti sono stati invece catapultati nel mondo adulto,
quello in cui la tua scelta sbagliata può compromettere l’esistenza di un altro. E di questi tempi anche in modo irreparabile. Ecco che allora, giorno
dopo giorno, da questa quarantena sta venendo fuori che tanti segni erano stati lasciati nel corso dei mesi trascorsi al sicuro nelle nostre aule, tra un
“prof., posso andare in bagno?” e un “Non può essere niente, se stai piangendo”. E quando i nostri ragazzi spuntano come funghi mentre si connet-
tono alle nostre videolezioni, notiamo che i loro visi ci comunicano qualcosa che non avevamo mai visto prima: malinconia. Sorridono, rispondono
tentennando un “tutto bene” quando chiedi loro come va. Poi indaghi, scruti e cerchi risposte e finalmente, eccolo: il permesso di crociera. Sono loro
stessi, in questi strani giorni, a supplicarci di trovare risposte a loro che non si spiegano perché non rivedranno più la nonna o perché non riusciranno
a fare la festa di fine anno e per quale diamine di motivo rimpiangono una lezione di letteratura in aula o una strigliata della preside! E noi, come
sempre, regaliamo risposte insicure (guai se fossero portatrici di certezze assolute!), ma umane. Ed è questa la grande resurrezione di questa morte
virale: la riscoperta dell’umanità e della bellezza di interrogarsi su quanto ci circonda. Questo numero speciale del SanGiuDixit vuole concedere di
“lasciare il segno” ai nostri ragazzi, approfittando dei loro pensieri che li fanno “ardere d’incosapevolezza”, per citare Ungaretti. Per la prima volta
troverete singoli autori perché ciascuno ha deciso di regalarci uno scorcio del suo personale universo.

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BOCCACCIO, DECAMERON, ED. 2020, MONDO.
Nel 1348 l’autore fiorentino individua nei giovani il motore della riscossa dal
         flagello della peste: in tempi di Coronavirus è ancora così?

                                                                                                                                   Di Elisa Malini

“E fatta lor piccola brigata, da ogni altra separati viveano, in quelle case rico-      In questi giorni i giovani si sono accorti di essere disposti a
gliendosi e racchiudendosi, dove niuno infermo fosse e da viver meglio, dilicatis-      rinunciare alle cose materiali, come il capo di abbigliamen-
simi cibi e ottimi vini temperatissimamente usando e ogni lussuria fuggendo,            to firmato, il trucco, gli accessori all’ultima moda, le scarpe
senza lasciarsi parlare a alcuno o volere di fuori, di morte o d’infermi, alcuna no-    in edizione limitata e molte altre cose ancora, ma non pos-
vella sentire…”. Con queste parole, utilizzate nell’introduzione del Decameron,         sono fare a meno del rapporto con gli altri, della voglia di
Boccaccio riassume la storia dei veri protagonisti dell’opera, dieci giovani nobili,    reagire, di dimostrare a tutti che insieme ce la si può fare,
sette ragazzi e tre ragazze, che si sono isolati in un luogo di campagna fuori Fi-      usando le tecniche più varie. Pensiamo alle centinaia di ar-
renze per sfuggire all’epidemia di peste che stava flagellando la città. Qui i gio-     cobaleni appesi su porte o finestre delle abitazioni con la
vani trascorrevano il tempo fra banchetti e feste, dedicandosi anche alla narrazio-     scritta “Andrà tutto bene!”, alla fantasia utilizzata nelle vi-
ne.                                                                                     deochiamate, diventate video-aperitivi, video-compleanni,
La decisione di raccontare novelle porta i ragazzi a concentrarsi su vari temi, evi-    video-feste a tema, per rendere più vivibile una quotidiani-
tando di pensare alla crisi che stavano vivendo, cercando così di superarla sul         tà sempre uguale o ancora al forte senso di appartenenza
piano morale oltre che su quello fisico. È interessante osservare come Boccaccio,       all’Italia dimostrato in queste settimane, con canti patriotti-
ancora oggi, riesca, in maniera estremamente attuale, a far riflettere i ragazzi che    ci, serenate, canzoni tipiche o concerti improvvisati dai bal-
si trovano adesso a rivivere situazioni che pensavano esistessero solo sui libri. In    coni. Grazie a questo isolamento non solo abbiamo trovato
queste giornate di isolamento forzato, infatti, molti insegnanti hanno proposto ai      nuovi modi per trascorre il tempo, ma abbiamo anche risco-
propri alunni il confronto fra la situazione attuale e quella di epidemie passate       perto il valore delle piccole cose, dedicandoci ad una vec-
narrate in ambito letterario, fra cui la sopracitata epidemia di peste del 1348 de-     chia passione per cui non c’era spazio nella nostra routine o
scritta nel Decameron e la altrettanto famosa pestilenza narrata da Manzoni nei         sperimentando nuovi modi di vivere con i propri famigliari,
Promessi Sposi avvenuta nel 1630, per individuarne analogie e differenze.               riscoprendo, magari, la bellezza di cucinare una torta, di
Possiamo facilmente renderci conto di come risulti impossibile eguagliare la si-        fare gli gnocchi, di impastare la pizza con i nostri cari, co-
tuazione generale di morte e paura che ha spinto i dieci giovani ad “auto-              me non si faceva da ormai tanti anni. Rimangono, comun-
quarantenarsi” nell’attesa di tempi migliori all’attuale “isolamento forzato” a cui     que, anche più spazi personali, in cui ognuno di noi si trova
tutti siamo costretteti. Mentre questi ragazzi hanno scelto liberamente di isolarsi     a riflettere su ciò che sta accadendo, sulle proprie emozioni,
e di farlo con i propri amici, in una vasta villa di campagna di cui Boccaccio po-      sui propri errori e sulle cose importanti della vita, spazi che
ne in risalto soprattutto il giardino, luogo simbolo dell’intera opera, i giovani       ci permetteranno di uscire migliorati da questo periodo,
d’oggi hanno dovuto subire tale decisione, trovandosi rinchiusi nelle proprie abi-      proprio come nel Decameron le novelle seguono una sorta
tazioni, spesso di dimensioni limitate e prive di spazi aperti, solo con i famiglia-    di elevazione morale, così noi, giorno per giorno, assumia-
ri. Di conseguenza, da un giorno all’altro, ciascuno di noi si è trovato privato del-   mo consapevolezza e cresciamo individualmente.
la propria normalità, niente lezioni a scuola, niente uscite con gli amici, niente      Sicuramente ognuno di noi vive questo clima di paura in
attività sportiva, niente passeggiata al parco o nella piazza della città, niente       maniera diversa, a volte nascondendo questa emozione in
eventi, manifestazioni, feste, gite, viaggi, tutto quello che riempiva la nostra vita   modo goliardico, proprio come facevano i protagonisti del
e la nostra quotidianità è sparito all’improvviso lasciando una sensazione di vuo-      Decameron, altre volte ricercando sicurezza e conforto nel-
to e disorientamento dentro di noi. Unico modo per esprimere le nostre sensazio-        la fede, seguendo quello che è l’esempio dei nostri nonni,
ni, le nostre paure, le nostre speranze e per mantenere costanti rapporti con gli       che spesso in queste settimane trascorrono le ore consu-
altri e con il mondo esterno è l’affidarsi alla tecnologia, che oggi più che mai ha     mando i grani del rosario o vedendo le Messe mandate in
assunto un ruolo di importanza vitale. Mentre prima le chat di gruppo erano spes-       onda. Fede che per i giovani d’oggi, come per i protagonisti
so usate solo per futili motivi o per comunicazioni scolastiche, sportive e lavora-     dell’opera trecentesca, ha un ruolo marginale nella vita quo-
tive ora lo schermo rappresenta l’unico legame con tutte quelle persone che sono        tidiana, spesso ignorata o schernita, in queste settimane ha,
fisicamente scomparse dalle nostre vite. I social, utilizzati fino al mese scorso per   però, fatto capolino nelle nostre coscienze. La causa di que-
fare pubblicità, per mettersi in mostra, per farsi gli auguri di compleanno, per        sta ricerca di un “qualcosa” di superiore che possa proteg-
promuovere le proprie attività o per litigare, adesso sono diventati una finestra       gerci può derivare dalle molte immagini riguardo la pande-
sul mondo che ci circonda, ma che non possiamo vedere dal vivo: storie che ci           mia ed i suoi effetti proposteci dai mezzi di comunicazione
accomunano, informazioni più o meno utili, gesti di generosità, foto artistiche o       in questo mese. Per la prima volta ci siamo trovati, infatti,
paesaggistiche che portano messaggi di speranza o immagini di una normalità             davanti a scatti che non ritraevano guerre lontane, malattie
che tutti speriamo di poter presto recuperare.                                          e fame nei paesi del terzo mondo, catastrofi naturali avve-
                                                                                        nute in stati distanti dal nostro, ma foto che ci toccano da
                                                                                        vicino (segue…).

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Come i giovani del Decameron, camminando per Firenze, potevano osservare in prima per-
sona la crudeltà della morte e la sofferenza portata dalla malattia fra le loro case, così noi
adesso aprendo la nostra porta virtuale sul mondo, lo schermo di un televisore, di un compu-
ter o di un telefono, vediamo e viviamo il dolore e la paura in prima persona. Non più borghi
deserti protetti dalle proprie mura, ma grandi città silenziose controllate dalle forze dell’or-
dine, non più “medicanti” dalle nere vesti e dalle maschere con becco, ma dottori ed infer-
mieri con tute, mascherine ed occhiali protettivi che segnano i volti stremati dalla fatica, non
più lazzaretti, ma strutture ospedaliere ormai allo stremo, non più carretti che trasportano i
cadaveri nelle fosse comuni, ma lunghe file di camion militari che trasportano le bare dei
deceduti verso la cremazione. Immagini strazianti di infermieri e dottori che piangono, di
gente comune che non può dare l’ultimo saluto ai propri cari, dopo aver atteso per giorni
solo una telefonata, di anziani impauriti rimasti soli nelle proprie case, di numeri sempre
maggiori indicanti i casi di contagio e di decesso creano in ciascuno di noi ansia e senti-
mento di impotenza di fronte alla forza di questa malattia, che sembra richiamare la situazio-
ne descritta da Boccaccio con le parole: “orribilmente cominciò i suoi dolorosi effetti, e in
miracolosa maniera, a dimostrare”. Tuttavia, proprio come nel Decameron, l’unica fonte di
speranza in questi momenti è negli occhi dei giovani, che, grazie alla loro determinazione,
forza di volontà, voglia di un futuro, voglia di vivere possono e devono sfruttare anche le
situazioni peggiori per crescere, migliorare e comprendere a pieno il senso della vita. Sare-
mo noi, infatti, la memoria storica di ciò che sta accadendo da cui dovremo ripartire per
creare un mondo migliore con valori più veri e meno legati alle cose futili.

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IL TEMPO SCORRE ALLA PRESENZA
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Ripercorriamo questi mesi che hanno svelato, a poco a poco, un nemico
nascosto.
                                                                                                                                 Di Margherita Bandiera

GENNAIO
                                                                                 IL NOSTRO PRESENTE E FUTURO
Siamo in pieno inverno, abbiamo appena lasciato alle spalle le vacan-
                                                                                 Ovviamente il virus è riuscito a raggiungere ogni parte del mondo, se
ze natalizie e i telegiornali cominciano a parlare dei primi casi di Co-
                                                                                 prima si parlava solo di epidemia ora si parla di pandemia.
vid – 19, o meglio conosciuto come coronavirus, in Cina.
                                                                                 Tutti ci troviamo nella stessa circostanza, e devo dire che questo mi
Le immagini di infermieri, persone ammassate negli ospedali, strade e
                                                                                 conforta, sapere che non siamo soli, ma altre persone, di altri stati e
città deserte, erano davvero agghiaccianti, ma allo stesso tempo rap-
                                                                                 continenti vivono la nostra stessa situazione, nuova per noi, ma non
presentavano qualcosa di molto distante, come se non ci potesse toc-
                                                                                 per la storia. Ci sono state tante epidemie o pandemie, e noi purtroppo
care.
                                                                                 facciamo parte di quelle.
La nostra vita quotidiana procedeva normalmente, certo, ogni tanto
                                                                                 Tutto ciò ha cambiato ognuno di noi, la nostra vita, il nostro modo di
con gli amici o con la famiglia ci si soffermava a parlare dell’argo-
                                                                                 vedere le cose, che per ora possono essere osservate solo da una fine-
mento, ma poi ritornava tutto come prima: la scuola durante la setti-
                                                                                 stra.
mana, lo sport al pomeriggio, un caffè al bar per la merenda e poi le
                                                                                 Quanto rimpiango una camminata all’aperto, una pizza con gli amici,
uscite al sabato sera con gli amici, insomma una vita del tutto norma-
                                                                                 la scuola, il lavoro o un semplice abbraccio.
le.
                                                                                 Stiamo imparando a vivere alla giornata, a non fare programmi per il
                                                                                 futuro perché non sappiamo cosa accadrà.
FEBBRAIO
                                                                                 Il nostro futuro è così fragile proprio come “un castello di carte”, non
Il tempo passa, i contagi in Cina aumentano a dismisura, eppure la
                                                                                 sappiamo cosa ci aspetta ma dobbiamo solo aspettare, ed è proprio
nostra vita procede.
                                                                                 questa la nostra grande difficoltà: la nostra impazienza!
Poi è arrivata la settimana di metà febbraio, per la prima volta viene
                                                                                 Un giorno poi passerà tutto, ci sveglieremo e sarà tutto normale, ma
annunciato il primo caso di coronavirus in Italia.
                                                                                 questo ci avrà sicuramente cambiato, partendo soprattutto da noi.
Questo in me ha suscitato il panico. I casi aumentano giorno per gior-
                                                                                 Usciremo e apprezzeremo quella uscita, andremo a scuola o al lavoro
no. Iniziano le vacanze di Carnevale, da allora scuole e palestre chiu-
                                                                                 e lo apprezzeremo anche se sarà faticoso, mangeremo una pizza con
se, bar e ristoranti aperti fino a un certo orario. Insomma la nostra vita
                                                                                 gli amici e apprezzeremo la pizza ma soprattutto gli amici ma poi ap-
stava già iniziando a cambiare, ma forse noi italiani non ci siamo resi
                                                                                 prezzeremo anche i nostri nonni, gli anziani perché, per ora, nessuno
davvero conto di quanto stesse accadendo .
                                                                                 di noi può vederli o abbracciarli.
                                                                                 Questo evento ci ha sconvolto, ci ha fatto capire che noi uomini forti,
MARZO
                                                                                 digitali che costruiamo grattacieli, telefoni di ultima generazione e
Arriva marzo e con sé porta una continua e repentina crescita dei nu-
                                                                                 ogni oggetto che possa agevolare la nostra esistenza o mettere in mo-
meri di contagi e di morti, anche quella dei guariti, ma quella sembra
                                                                                 stra la nostra grandiosità, che in realtà siamo così deboli, ma davvero
passare in secondo piano, la paura dilaga velocemente.
                                                                                 tanto, persino davanti ad un essere invisibile e minuscolo.
Ogni giorno la situazione peggiora, le città iniziano a svuotarsi: niente
                                                                                 La morale è che, grazie a questo evento, stiamo imparando ad apprez-
più passeggiate, niente più uscite se non per bisogni di prima necessi-
                                                                                 zare le piccole cose, da sempre considerate banali, ma che in realtà ci
tà, lunghe file davanti a supermercati e persone con l’obbligo di tener-
                                                                                 rendono felici.
si a distanza di almeno un metro.
Una realtà surreale: mi sembra di non vivere più la mia vita, di essere
in un sogno, o meglio in un incubo.
Ora telefoni e computer sono diventati i nostri migliori amici, comu-
nichiamo solo grazie a questi oggetti che ci fanno sentire più uniti,
quando in realtà siamo davvero distanti.

                                                                             5
SanGiuDixit LA NOSTRA "CORONA" DI SPINE - In questa Edizione Speciale diamo voce ai pensieri, in tempo - Istituto Paritario San Giuseppe
IL MONDO DI CARTA.
      Riflessioni di un’adolescente che osserva un mondo che, lentamente, si
                           piega come un foglio di carta.
                                                                                                                               Di Vittoria Agnelli

Il prima
                                                         Paura reale
I miei genitori mi dicono spesso: “Vittoria, non la-     Il Coronavirus è arrivato e ha tirato giù tutto: gli ospedali, l’economia, la quotidia-
mentarti per ogni cosa, assapora la vita che ti è sta-   nità, le nostre abitudini, gli abbracci, il lavoro, la mia fortuna iniziale… mi sento
ta donata, hai una famiglia che ti vuole bene, amici     fragile e disorientata: nessuno, nessuno, può sentirsi immune.
con i quali ti trovi e ti diverti, vestiti che non sai   Fragile sono sempre stata, sensibile, troppo, questo virus mi e ci ha spiazzati, non ha
più dove ritirare (forse sono troppi?)”. In poche        confini, questo è il nostro mondo globale, frontiere invisibili, basta una stretta di
parole mi vogliono far capire che sono fortunata,        mano, uno sternuto ed è fatta, un presente che è condiviso da tutti, dai bambini ai
non mi manca neppure il cellulare e la scuola che        nonni che bisogna proteggere particolarmente perché più vulnerabili, un presente
frequento ora mi fa sentire bene e strano a dirsi mi     che è surreale, si vive sospesi.
sento soddisfatta di questa scelta. Eppure manca
sempre qualcosa, mi sento a volte annoiata, insod-       Pandemia
disfatta, penso a cosa poter avere di più e ci sareb-    Ora siamo reclusi in casa, ci siamo io e la mia famiglia, si esce se strettamente ne-
bero tante cose, ma non bastano mai, c’è sempre          cessario e controllati dalle forze dell’ordine… mia mamma non lavora, mentre mio
quello “spillo” che punge e mi chiede altro, una         papà deve continuare a lavorare, ma prova paura e io la provo per lui.
vacanza, un vestito, un accessorio e potrei conti-       Il Nord Italia ha un numero di contagiati che non si contano e così anche i morti, ha
nuare all’infinito…                                      appena terminato di costruire una nuova terapia intensiva, perché, quando questo
                                                         virus ti attacca fortemente, non riesci più a respirare e bisogna essere assolutamente
                                                         intubati e sperare di sopravvivere.
In un attimo di distrazione
                                                         Bisogna aiutare, sarebbe bello se da questo virus riuscissimo a trarne liberazione e
Siamo a fine gennaio, purtroppo il caldo è lontano,      insegnamento.
è ancora inverno, a me non piace l’inverno poiché è      Sicuramente da quest’esperienza, che essendo sconosciuta, non sapremo quando e
una stagione buia che mi rende insofferente e anche      come finirà, ne usciremo cambiati, e come? Molto probabilmente scopriremo che il
nervosa, le giornate sono più corte, ma trascorrono      nostro mondo super tecnologico, super bello, super firmato, super in tutto si è rivela-
più lentamente, vorrei che ci fosse già una tempera-     to di una fragilità allarmante proprio un “mondo di carta”.
tura mite e che il sole splendesse di più del grigiore
che mi circonda ora. Ormai siamo a febbraio, ma          Forza
ora il problema non è il freddo, il grigiore, in un      Rifletto, ho molto tempo per farlo, quando non sono collegata con gli insegnanti,
attimo tutto sta prendendo una dimensione che non        (che non è poi neppure male, i professori ci fanno sentire bene, sono carinissimi); e
ho mai vissuto: notizie di contagi virali in Cina,       penso che l’uomo o donna di domani cercherà di essere forte, di farsi forza, nono-
serpenti, pipistrelli, persone all’altro capo del mon-                                                                 stante questa situazio-
do che si ammalano gravemente, muoiono, lo stato                                                                       ne straziante: siamo
asiatico deve costruire ospedali poichè quelli che ci                                                                  fatti così, non siamo
sono non bastano per far fronte a questa malattia….                                                                    soli, lontani ma vicini,
parlano di “Coronavirus”, un virus sconosciuto che                                                                     cercheremo, anzi do-
il mondo non sa ancora come curare e in un attimo                                                                      vremo      rispettare   e
il virus è qui vicino a noi, in Italia, in Lombardia.                                                                  amare la nostra terra e
                                                                                                                       lei farà la stessa cosa
                                                                                                                       con noi.

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LA VERA CURA E’ LA VOGLIA DI RISCATTO,
           ORA COME AI TEMPI DI BOCCACCIO.
                                                                                                                                           Di Chiara Nola

Ho letto sul Corriere della Sera un articolo di Paolo Di Stefano che creava un        L’autore dell’articolo utilizza dunque le citazioni tratte dal Deca-
parallelismo tra la situazione vissuta da Boccaccio nel 1348 e quella attuale.        meron per mettere in risalto quanto, nonostante i secoli che ci se-
Come egli sottolinea, l’epidemia, divenuta pandemica, sarebbe dilagata a partire      parano, la situazione sia analoga e quanto abbiano una corrispon-
da un focolaio orientale; la città viene ripulita e chiusa, vengono diramati consi-   denza anche le reazioni umane.
gli per fronteggiare il contagio: “passano i secoli ma le reazioni e le misure sono   I dieci protagonisti del Decameron decidono di isolarsi in un luo-
sempre quelle”.                                                                       go lontano dalla città e dalla peste e inseriscono nelle attività della
Prosegue poi scrivendo che i cittadini si improvvisano medici e scienziati e que-     giornata la narrazione di novelle, una per ciascuno, per dieci gior-
sto ci ricorda alcune delle notizie circolate in rete, riguardo medicinali da assu-   ni. L’attuale quarantena dei giovani non si può dire che sia volon-
mere o da evitare e formule casalinghe per “creare” soluzioni igienizzanti.           taria. Sicuramente dettata dal buon senso, ma necessariamente
Altra analogia: Boccaccio spiega che il contagio è avvenuto per la vicinanza e la     imposta. E la quasi totalità di loro non si è scelto i propri compa-
frequentazione con gli infetti e rapidamente si è propagato. E qui ci si ricollega    gni di reclusione. Anche se non è da sottovalutare l’importanza e
al progressivo isolamento, alla “distanza di sicurezza”, ai guanti, alla mascheri-    il valore del passare tempo in famiglia, avrei certamente aggiunto
na, all’amuchina, che allora non esisteva e oggi manca.                               anch’io qualcuno in più alla mia cerchia di coinquilini.
Boccaccio utilizza la metafora del fuoco per rendere con un’immagine il propa-        L’obiettivo delle novelle era quello di portare giovamento alla
garsi del morbo e il giornalista informa che circolano sul web brevi video che,       condizione in cui si trovavano i giovani, aiutandoli a svagarsi:
per indicare l’importanza del limitare i contatti, mostrano dei fiammiferi che si     avevano la duplice funzione di intrattenimento e ammaestramen-
accendono l’un l’altro, solo per il fatto di essere vicini.                           to.
“Qualcuno comincia a pensare di aggirare il flagello cambiando abitudini e com-       Il novellare è oggi sostituito dall’impegno delle lezioni, siamo
portamenti”: rinuncia, dunque, al superfluo e si ritira in casa…qualcosa che ci       quindi inseriti nelle narrazioni didattiche, dall’utilizzo del telefono
appare oltremodo familiare; oppure cerca di scongiurare il male ignorandolo: ed       e dei social, come pure dalla fruizione dei media. Il raccontare il
ecco le misure drastiche del governo, per gli irriducibili…                           nostro vissuto quotidiano e il nostro sentire agli amici è la nostra
Anche allora, poi, veniamo a saper dal Boccaccio, i funerali vennero a scarseg-       novella quotidiana. Ciò che ci viene trasmesso dalla televisione o
giare, ma non certo i morti.                                                          le notizie che ci raggiungono sono le narrazioni fantastiche o reali
Il giornalista evidenzia un’unica differenza: oggi i malati non sono abbandonati      che ci vengono dal mondo. Ecco, non posso non essere grata del
al loro destino. Nel campo medico il progresso è stato enorme e il personale, co-     fatto di vivere in un’epoca tecnologica che mi permette di tenere i
me pure le strutture sono utilizzate allo stremo per fronteggiare la malattia. Sono   contatti a distanza, così che la rinuncia sia più accettabile.
state adottate misure eccezionali per implementare le risorse e aiuti, in termini     E questo periodo, in cui il tempo si dilata e lo spazio si restringe,
economici o di supporto, arrivano sia dal nostro stato, sia da altre nazioni.         credo che possa essere per tutti noi l’occasione per mettere a fuo-
                                                                                      co molte piccole esperienze di vita di cui ora riusciamo a cogliere
                                                                                      l’importanza, perché ne percepiamo la mancanza. Non solo, mi
                                                                                      sono resa conto anche del sentimento di appartenenza nazionale e
                                                                                      del bisogno di comunione: quante sono le iniziative che si sono
                                                                                      diffuse per trasmettere speranza, per unire, per intrattenere, per
                                                                                      aiutare, per informare, per educare…Si sono avute testimonianze
                                                                                      di condivisione, di impegno, di generosità. Anche di elasticità e
                                                                                      spirito di iniziativa, se penso alla riconversione di alcune aziende
                                                                                      che si sono ora messe a produrre beni necessari, ma insufficienti.
                                                                                      La peste aveva provocato una situazione di disordine morale. La
                                                                                      brigata reagisce alla dissolutezza e sceglie di ricostruire, lontano
                                                                                      dalla malattia e dai suoi effetti, le basi di una civiltà diversa. La
                                                                                      narrazione dei dieci giovani è paragonabile a un percorso, quasi
                                                                                      terapeutico, all’interno di se stessi, per superare il senso di morte,
                                                                                      i traumi della pestilenza e le conseguenze di un’etica debole e cor-
                                                                                      rotta.
                                                                                      Ecco dunque che allora, come oggi, la fantasia appare la migliore
                                                                                      arma per fronteggiare la noia e come le novelle parlano di senti-
                                                                                      menti quotidiani e arrivano a celebrare i valori più nobili, così a
                                                                                      noi è dato questo tempo che ci porta a riflettere, a valorizzare e,
                                                                                      probabilmente, ci prepara ad un nuovo inizio, arricchiti di una
                                                                                      maggiore consapevolezza e di un’aria di nuovo respirabile.

                                                                                 7
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#ANDRATUTTOBENE
                    Vediamo questa scritta ovunque: ma ci crediamo davvero?
                                                                                                                           Di Andrea Pochintesta

UN AMBIENTE “ESTRANEO”                          vostra casa e esprimete il vostro giudi-      tutti abbiamo delle persone che ci manca-
Sicuramente questa situazione che stia-         zio. Ribadisco il concetto, restate a ca-     no e proprio da qui io invoglierei a fare
mo vivendo oggi tutti non è piacevole:          sa, non per una settimana, ma per tutto       riflettere la gente. La lontananza fa capire
impegni cancellati, vari svaghi e diver-        il tempo della quarantena; se non riu-        l’importanza delle persone, ci fa com-
timenti rimandati, incontri e uscite con        scite a focalizzare l’importanza di           prendere quanto bene vogliamo loro, ci
amici conclusi con un “sarà per la pros-        quanto stanno cercando di farci capire i      fa ripensare ai mille momenti passati in-
sima volta”; tutto ciò è molto pesante,         medici e i telegiornali, pensate ai vostri    sieme, bei momenti, ma anche brutti, in-
da vivere e da accettare, dobbiamo solo         cari, state a casa per loro, nessuno è        somma tutte le avventure condivise. Sof-
resistere, restare uniti e tutto passerà.       esente da questo virus, nessuno è esclu-      fermiamoci sui sorrisi inaspettati, sinceri,
L’unica cosa che possiamo fare è stare          so. In questi giorni ho riflettuto molto,     ai piccoli gesti, alle piccole cose, alle pa-
a casa, non uscire, sia per il nostro be-       noi ci lamentiamo sempre, per superare        role dette veramente con il cuore, al mes-
ne, sia per quello delle altre persone. Io      questa epidemia dobbiamo restare in           saggio del buongiorno e della buonanotte,
sinceramente sono allibita, sento gente         casa, ci stanno chiedendo solamente di        a tutti gli sguardi, tutto questo è ciò che ci
che pone domande del tipo “come fac-            rispettare questa regola, restare a casa      riempie il cuore di gioia, impariamo a
ciamo ad aiutare il nostro Paese?” e            sul divano, invece hanno obbligato i          non sottovalutare dei gesti che a volte ci
alla risposta “dovete stare in casa” loro       nostri nonni ad andare in guerra: o an-       sembrano inutili o senza importanza. Pro-
rispondono che si annoiano a stare in           davi al fronte o morivi, queste erano le      prio questi gesti sono i più belli, sono
casa a non fare niente. Si chiama qua-          due possibilità, quindi, detto questo,        quelli che ci danno felicità, anche il solo
rantena: quaranta giorni, se non di più,        direi di cercare di rendere questo perio-     pensiero di sapere che una persona ci sta
da passare in casa, senza uscire, senza         do un momento di riappacificazione            pensando ci fa spuntare in faccia un sorri-
fare giri in piazza, senza fare viaggi          con la famiglia, un momento per riflet-       so gigante. Abbiamo bisogno di sentirci
improvvisati, senza fare visite ad amici        tere e per fare cose mai fatte, come per      così, pieni di tutti questi gesti, ora più che
o parenti. Come sottotitolo del mio te-         esempio leggere un libro, fare esercizio      mai; non abbiate paura di scrivere un
sto ho messo “un ambiente estraneo”:            fisico a casa, aiutare le mamma a pulire      messaggio a una persona che non sentite
sto parlando delle nostre case e di tutti i     la casa, cucinare e ci sono altre mille       da tanto tempo, non abbiate paura di dire
componenti che ci sono al loro interno;         attività da fare, pensate positivo e tutto    “mi manchi” o “ti voglio bene”, sicura-
questo periodo di epidemia ci obbliga a         ciò passerà velocemente.                      mente questa lontananza fa riflettere an-
restare a casa, molta gente ne sta facen-                                                     che su quali sono i veri amici e quali no,
do un dilemma: restare a casa con la            PICCOLI GESTI FANTASTICI                      chi si interessa a come stai e chi invece
propria famiglia… sono sconvolta.               E’ un momento brutto per tutti, alcuni        no, chi ti chiede cosa hai fatto durante la
Questo periodo di reclusione in casa            stanno prendendo questa quarantena in         giornata, come stanno i tuoi familiari e ti
non è solo pesante da vivere, ma può            malo modo, con ansie, stress, ripensa-        fa sempre spuntare un sorriso in faccia
essere un modo per avvicinarsi di più e         menti, mancamenti e sensi di vuoto,           anche quando le circostanze non sono le
passare del tempo con la propria fami-          molti altri invece la stanno vivendo          migliori; ecco questo è un vero amico,
glia, possiamo trasformare un periodo           meglio, in positivo. Questo può essere        una persona che si interessa a te, che si
brutto in un momento bello e unico da           il momento giusto per fermarci, pensa-        prende cura di te, che ti sostiene con tutti
vivere tutti insieme nelle proprie case.        re e accorgersi di tutto quello che stia-     i mezzi che ha.
Ormai viviamo in una società dove ci            mo passando, di quanto sono importan-
si sveglia la mattina, si esce e si ritorna     ti alcune persone e quanto ci mancano         I VERI ANGELI SONO LORO
solamente la sera, viviamo in un mon-           alcune loro azioni insopportabili, pregi      I veri angeli sono loro, in questo caso non
do dove la comunicazione nelle fami-            e difetti. Io ho riflettuto molto in questi   mi sto riferendo agli angeli in cielo, ma
glie vengono a mancare, l’affetto, le           giorni, ho capito veramente l’importan-       agli angeli sulla terra, ovvero tutti i medi-
attenzioni. Ecco, secondo me questo è           za delle persone, ho capito l’importan-       ci, gli infermieri, gli operatori sanitari, e
il giusto momento per rimediare a tutto         za di un abbraccio, di un bacio, di una       tutti quelli che lavorano nelle strutture
ciò: parlate con le famiglie, con i vostri      stretta di mano, di una pacca sulla spal-     sanitarie ed ospedaliere, tutte le persone
genitori, fratelli, sorelle, ridete, diverti-   la e di mille altre parole. Penso che in      che in questo brutto periodo si stanno
tevi, discutete e fate pace; questo è il        questo periodo tutti stiano sentendo per      mettendo in gioco, corrono ogni giorno
bello della famiglia, poter essere se           telefono i propri amici o parenti, è l’u-     un pericolo altissimo, ma, nonostante ciò,
stessi al 100% senza aver bisogno di            nica soluzione plausibile; ovviamente         sono consapevoli che tutto questo può
maschere, sostenetevi tra di voi, parlate                                                     essere debellato solo grazie al loro aiuto e
di ciò che sta accadendo fuori dalla                                                          impegno. (segue…)

                                                                        8
SanGiuDixit LA NOSTRA "CORONA" DI SPINE - In questa Edizione Speciale diamo voce ai pensieri, in tempo - Istituto Paritario San Giuseppe
Ogni giorno vanno in contro a questo maledetto Covid19, stanno vi-               “Andrà tutto bene” “ce la faremo” “tutti insieme”” non molliamo”,
vendo un’esperienza fortissima, piena di immagini forti, vedono ogni             tutte frasi, slogan, incoraggiamenti per loro, tutte le preghiere dei cit-
giorno migliaia di persone ammalarsi, piangere, morire… tutto que-               tadini oltre ad essere rivolte ai malati, sono rivolte anche a loro. Molti
sto li distrugge. Loro, giorno e notte, stanno negli ospedali, accanto a         cantanti rivolgono a loro ringraziamenti nelle loro canzoni, come ad
queste povere persone, vedono sia persone giovani, sia persone anzia-            esempio Roby Facchinetti e D’Orazio hanno scritto per loro
ne, lì, ferme in un letto con caschi Cpap (caschi collegati a una mac-           “Rinascerò Rinascerai”, un testo accompagnato da foto e video che
china per la ventilazione assistita non invasiva), vedono le loro lacri-         riprendono la dura vita di medici e infermieri durante questa emer-
me, sentono i loro singhiozzi, i continui lamenti, vedono ogni giorno            genza: ha veramente un significato profondissimo, anche con sempli-
persone che muoiono sotto i loro occhi, una scena bruttissima, vedo-             ci parole il concetto arriva dritto allo stomaco. Alcune frasi mi hanno
no famiglie, le loro lacrime nel sentire “mi dispiace signore, ma non            veramente toccato il cuore e fatto scendere una lacrima, “la tempesta
ce l’ha fatta”; è un lavoro che ti porta a vedere la realtà, nuda e cruda        che ci travolge, ci piega ma non ci spezza” dà una speranza, una vi-
così come è.                                                                     sione futura di ripresa, “questi giorni cambieranno, ma stavolta impa-
Gli operatori sanitari sono distrutti, ma continuano a resistere, ormai          reremo un po’ di più”, il cambiamento è ovvio e scontato, il cambia-
tutto il mondo è grato a loro per tutto quello che stanno facendo, sono          mento fa male, fa paura, ritornerà tutto come prima?
dei veri Eroi con la e maiuscola, sono i nostri angeli, non smetteremo           Beh questo non possiamo saperlo, ci vorrà molto tempo prima che
mai di ringraziarli. Persone normali, comuni, con una casa, una fami-            tutto torni alla normalità, ovviamente qualcosa cambierà ed è norma-
glia e dei figli magari, oltre a ad essere preoccupati per la situazione         le, siamo succubi di questo virus, ormai ha travolto le nostre vite,
cruciale che vivono ogni giorno in ospedale, devono vivere con la                dobbiamo affrontarlo insieme, tutto ciò ci sta facendo diventare più
preoccupazione della famiglia a casa da sola; molti operatori, onde              forti, nonostante tutte le notizie che sentiamo ai telegiornali, i numeri
evitare contagi nelle proprie case, alloggiano in un altro appartamen-           di tutti i morti, dei contagiati, stiamo collaborando, stiamo crescendo
to, lontani dagli affetti, da tutte le quotidianità, lontani dalle proprie       e imparando che insieme ce la si può fare, attraverseremo questo pe-
famiglie, lontani dai loro bambini, è veramente devastante per loro              riodo di dolore insieme, “siamo nati per combattere la sorte, ma ogni
tutto ciò.                                                                       volta abbiamo vinto sempre noi”, un’altra speranza, una visione posi-
                                                                                 tiva, abbiamo attraversato molte epidemie durante l’arco della storia,
                                                                                 supereremo anche questa, insieme, credo che supereremo questo pe-
                                                                                 riodo uscendone più forti e uniti di prima.

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I TRE TEMPI DEL CORONAVIRUS.
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INTRODUZIONE.                                                                           PRESENTE.
Oggi è il 30 marzo 2020, siamo in quarantena da più di un mese per via                  Trascorro le mie giornate in casa: lo stress, la solitudine, la noia, l’incertez-
della    pandemia     causata    da    covid-19,    comunemente       chiamata          za, la tristezza, la rabbia molte volte prendono il sopravvento ma basta la
“coronavirus”.                                                                          chiamata di un amico, l’abbraccio della mamma, un film con mia sorella o
Negozi, fabbriche, scuole, uffici, musei, cinema, bar e ristoranti sono chiu-           una partita a scala quaranta e la spensieratezza, la serenità e la gioia mi fan-
si, supermercati aperti e un po' troppo affollati forse per le psicosi, alimen-         no riprendere il controllo.
tate anche dalle fake news, che spingono le persone ad acquisti compulsivi.             Tramite il giardino ho goduto dell’esplosione della primavera con le sue
Città deserte dove urla il silenzio, tutti in casa. Paura e speranza convivono          fioriture.
racchiuse nelle mura domestiche; figli che si devono abituare alla presenza             La mia paura non è più litigare con un amico, ma che un mio caro oppure
dei genitori e genitori che si trovano a conoscere i figli cresciuti lontano e          io ci possiamo ammalare.
troppo in fretta.                                                                       Mi mancano la mia routine, i miei amici, i miei nipoti…spero che tutto
Infermieri, dottori, assistenti nelle case di cura e volontari stanno mettendo          questo possa finire il prima possibile per poter riabbracciare tutti più forte.
in pericolo la loro vita per un bene più grande: per tutti noi.                         Ora ripenso, a quasi un anno dalla sua partenza verso il cielo, a Luca e al
Fino allo scoppio della pandemia il loro operato è stato sottovalutato.                 suo periodo trascorso in terapia intensiva e tutto assume un altro aspetto.
Guardiamoli ora: i solchi provocati dalle mascherine, gli occhi lucidi, le
profonde occhiaie, le gambe che cedono per la stanchezza ma con il cuore                FUTURO.
che batte sempre più forte, coraggiosi, orgogliosi di salvare vite.                     Credo che tutto questo ci renderà più forti di prima, non daremo più niente
L’Italia non è sola, tanti paesi come la Cina, l’Albania, Cuba e Polonia ci             per scontato.
hanno offerto la loro solidarietà inviandoci dottori ed apparecchiature sani-           Io personalmente ringrazierò Dio per la vita. L’amicizia assumerà un nuo-
tarie.                                                                                  vo valore. Spero che la gente diventi più consapevole, che si fermino le
Improvvisamente sembra che i confini siano crollati per fronteggiare un                 guerre per dare spazio alla diplomazia.
nemico comune: “il nostro mondo è diventato globale, interconnesso, ine-                Inoltre dovremo portare più rispetto nei confronti della natura.
stricabile.” (Paolo Giordano, Nel contagio, Einaudi, marzo 2020).                       Temo che l’esperienza attuale possa condizionare il mio futuro, non voglio
                                                                                        che la paura generi paura ma non voglio che passi invano senza lasciarsi
PASSATO.                                                                                dietro un cambiamento.
Non mi sono mai ritenuta fortunata prima di questa quarantena. Vedere i
miei amici, andare a scuola, in gita, uscire il sabato, prendere il pullman,
avere delle sorelle, i genitori, l’oratorio, la domenica in chiesa erano certez-
ze scontate, non ne comprendevo il valore.
Felice, spensierata, la paura più grande era prendere un’insufficienza, liti-
gare con qualche mio amico o con i miei genitori.
Mi lamentavo per i disagi del viaggio verso scuola, ora provo nostalgia
persino per il pullman.
Condividevo parecchie ore della mia giornata con i miei amici, mi diverti-
vo, ridevo, piangevo, loro erano sempre lì ad abbracciarmi o a darmi una
pacca sulla spalla.
Le mie giornate trascorrevano in una dovuta felicità. Facevo tante cose, ma
non vivevo la mia vita in pienezza.

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SPERANZA: ULTIMA DEA.
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                                                                                                  MISTERO.
                                                                                                  Gennaio 2020, ore 20:00.
                                                                                                 Stavo finendo di fare i compiti, quando alzai la testa, vidi il
                                                                                                 mio telefono che stava vibrando e sullo schermo comparve il
                                                                                                 nome ''Papà'', capii che era pronta la cena e come un fulmine
                                                                                                 scesi le scale e mi ritrovai seduta a tavola con la mia famiglia.
                                                                                                 Durante la cena, come di abitudine, insieme, ascoltammo le
                                                                                                 varie notizie che il Tg1 mandava in onda. Nel frattempo,
                                                                                                 un'informazione m'incuriosì di più, rispetto alle altre.. Un
                                                                                                 giornalista comunicò che uno strano virus si stava diffonden-
                                                                                                 do in maniera repentina nella zona della Cina, specialmente a
                                                                                                 Wuhan.
                                                                                                 Presi quella notizia un po' in maniera superficiale, pensai che
                                                                                                 fino a quando il problema non fosse subentrato in Italia non
                                                                                                 erano affari miei e ingenuamente che questo virus non sareb-
                                                                                                 be mai arrivato nella mia città.
                                                                                                 Nonostante la mia superficialità, iniziai a pormi delle doman-
                                                                                                 de, cercando risposte su Internet.
                                                                                                 Mi trovai davanti ad una situazione di panico, perché passa-
                                                                                                 vano i giorni e nel frattempo questo virus portava via quattro-
                                                                                                 cento, settecento, novecento persone ogni 24 ore. Non erano e
                                                                                                 non sono ancora chiare le cause che hanno portato all’insor-
                                                                                                 gere del virus; le teorie sono diverse, da quelle che sostengo-
                                                                                                 no un’origine animale a quelle che teorizzano un esperimento
                                                                                                 di laboratorio. A distanza di qualche mese, oggi, 1 aprile sono
                                                                                                 terrorizzata perché il Corona virus ha colpito l'Italia, anche la
                                                                                                 mia amata Vigevano.

L'ITALIA È IN CRISI
Aprile 2020.
Ricordo ancora oggi la sensazione di smarrimento e paura che provai nel sentire il Presidente del Consiglio dire che la Lombardia era diventata
zona rossa.
Poco dopo, tutti i cittadini italiani furono, e lo sono attualmente, privati della propria libertà ed indipendenza, per salvaguardare la propria e l'al-
trui incolumità.
Sono chiusa in casa da poco più di 20 giorni. Serbo ancora il dolce ricordo dell'aria fredda dell'inverno che mi taglia il viso. Ormai è primavera,
l'inverno mi ha abbandonata, come ogni anno, e ha cercato di portare con sé ricordi che fino a qualche mese fa non reputavo fossero così impor-
tanti, ma che ora custodisco gelosamente nella mia mente. Perché ricordare giorni felici è l'unica cosa che mi fa stare meglio.
Vedo, ogni giorno, tanta immaturità e poco senso di responsabilità perché alcune persone non pensano alle conseguenze di questa pandemia.
L'Italia sta affrontando a livello economico una grande caduta, l'economia è al collasso.. la maggior parte delle attività sono chiuse e c'è anche
carenza di bisogni primari tra cui gli alimentari.
Andrà tutto bene?
Anche se il virus dovesse annullarsi in tutto e per tutto, il popolo non sarà più lo stesso.
Si guarderanno le cose in una prospettiva differente, forse impareremo ad apprezzare anche un minimo particolare, considerato fino a qualche
mese fa non importante.
Forse impareremo a riconoscere il valore anche di un semplice sorriso, il testo di una canzone o semplicemente il calore che emana il sole andan-
do a scaldare i nostri deboli corpi.
(segue…)

                                                                                11
CONTATTO E CONSEGUENZE                                                                 ANDRÀ TUTTO BENE
È chiaro, si tornerà alla normalità, ma non sarà mai più come prima.                   Da qualche settimana, si possono vedere da qualsiasi parte, grandi
Sono tempi decisamente duri anche per i contatti diretti, l'abbraccio e anche te-      cartelloni con scritto che andrà tutto bene, ma questo basta per
nersi per mano.                                                                        migliorare le cose?
Noi calorosi italiani, siamo abituati a scambiarci qualche bacio, come saluto, a       In questo momento non servono le parole di conforto, serve agire,
stringerci la mano, ad abbracciarci, ma ora non possiamo farlo.                        responsabilmente con maturità per un futuro migliore.
C'è chi sostiene che questo periodo ci servirà come riflessione generale sull'im-      Sarà un nuovo mondo, presto dovremo farci l'abitudine, un mon-
portanza anche del contatto umano, mentre c'è chi pensa che ci abitueremo al           do che dovrà essere forte e determinato per ripristinare le certezze
non contatto, trovando nuove modalità.                                                 del passato, ma soprattutto per non commettere più nessun tipo di
In un articolo di ''wired.it'' si riporta che l'organizzazione mondiale del lavoro     errore.
sostiene che a fine pandemia ci saranno all'incirca 25 milioni di disoccupati e si
parlerà di un'Italia simile a quella degli anni '40.
Le nuove generazioni saranno pronte ad affrontare tutto questo?
Le conseguenze di questo virus saranno molte, anche a livello culturale, sociale
(con il numero dimezzato degli anziani), ambientale. Le conseguenze della pan-
demia peseranno come un macigno a lungo, ed il mondo in cui ci ritroveremo
non sarà lo stesso di qualche mese fa.
Serve anche una democrazia stabile e forte per andare avanti, ma forte e stabile
in questo momento non lo è.
Sarà capace di alzarsi e di combattere?

                                                   NON AVERE PAURA!
                                     Considerazioni da una Milano mai vista prima.
                                                                                                                                              Di Luna Bartoli

 Ultimo giorno di scuola                                                             Non lo nego, sono spaventata, abitando a Milano, in questo ultimo
 Fino al 21 Febbraio scorso, data del mio ultimo giorno di scuola, il mio            mese nel silenzio surreale, l’unico suono a farmi compagnia è stato
 tragitto da casa a scuola e poi da scuola a casa mi sembrava troppo lungo,          quello delle sirene delle ambulanze o della polizia locale che intima
 stancante e snervante. È proprio vero, mi dico in questi giorni in cui mi ri-       alla cittadinanza di restare a casa.
 trovo sempre più spesso a riflettere su piccoli dettagli, ritualità che credevo
 essere parte di me, che a volte si dà poca importanza alla fortuna che abbia-       Restiamo a casa
 mo di poter vivere la nostra quotidianità, in buona salute. Ho usato voluta-        Credo che rimanere in casa sia un atto di rispetto nei confronti di sé
 mente il presente come verbo “abbiamo” e non “ avevamo” perché credo                stessi e soprattutto nei confronti degli altri. Sono fortunata perché la
 che questo periodo di sospensione sia una breve pausa di riflessione e me-          mia è una famiglia numerosa, ho 2 fratelli, mio papà e mia mamma.
 ditazione seria sul valore e le priorità che bisogna attribuire all’esistenza.      Al mattino le giornate trascorrono velocemente impegnati come sia-
 Mi rammarico e mi sconforto quando penso di essermi lamentata di quanto             mo nelle video lezioni , interrogazioni e verifiche. Nel pomeriggio ci
 fosse troppo pesante andare a scuola, seguire le lezioni, poi studiare e il         dedichiamo allo studio, all’attività aerobica con lezioni di ginnastica
 giorno dopo ricominciare. Ora mi mancano tutti i piccoli gesti della vita           con musica e poi video chiamate con gli amici. Poi arriva la sera, e
 quotidiana, i volti dei miei compagni, insegnanti, amici cari, familiari che        inesorabilmente pensi a cosa ti attenderà domani: tutte le incognite, i
 non vedo da tanto tempo e chissà ancora per quanto non rivedrò.                     tanti malati e morti che ogni giorno compaiono come un bollettino di
                                                                                     guerra. Questo nemico è subdolo, questa volta le armi non servono,
 Mio zio                                                                             quelle stesse armi su cui si sono concentrati per decenni e hanno in-
 Mio zio, che vive a Piacenza con la sua famiglia, purtroppo si è ammalato           vestito risorse tutti i paesi.
 di Covid 19, ha trascorso due settimane in terapia intensiva, ed ora fortuna-
 tamente è a casa guarito, anche se provato dalla malattia, dalle circostanze        Apprezziamo la vita
 che lo hanno costretto a stare 20 giorni in ospedale in pericolo di vita a soli     Ora serve una grande capacità di coesione, l’obiettivo è comune, ri-
 47 anni. Non dobbiamo dare per scontata la fortuna che ci è stata donata            guarda tutti, ricchi e poveri, giovani e anziani, colti e ignoranti, nes-
 dalla vita, troppo spesso ci dimentichiamo questo presupposto fondamenta-           suna categoria umana è esente. Non dobbiamo avere paura, ma è ne-
 le da cui dipende tutto. Ora che siamo tutti privati delle nostre attività, dei     cessario che questa lezione serva a tutti per migliorare la nostra vita
 nostri ritmi frenetici quotidiani, non possiamo non cogliere questa opportu-        e apprezzarla di più!
 nità per attribuire il giusto valore ai nostri affetti più cari.

                                                                               12
UN INVERNO DI TERRORE…
                            AD ASPETTARE LA RINASCITA
                                            DELLA PRIMAVERA.
                                                                                                                                  Di Filippo Casari

Le certezze spezzate.                                                                      Il meglio e il peggio
Sicuramente la situazione drammatica che stiamo vivendo in questi primi mesi               Da subito si sono visti gesti commoventi di solidarietà
del 2020 ha già cambiato il nostro modo di vivere e ha già spezzato le nostre cer-         da tanti paesi e spesso da paesi non ricchi, così come
tezze, ingrandendo al tempo stesso le nostre paure.                                        purtroppo ci sono stati anche vergognosi episodi di
Le ripercussioni sono già dentro di noi, sono già in cammino e le scopriremo to-           commercianti che hanno aumentato in modo esponen-
talmente solo nel futuro.                                                                  ziale il prezzo di disinfettanti e presidi sanitari.
Anche la scansione del tempo è cambiata: non si possono fare programmi, si vive            Purtroppo le situazioni come quella che stiamo viven-
oggi per domani, sperando di essere vivi e di non essere toccati direttamente o            do tirano fuori il meglio e il peggio dell'uomo. Proprio
indirettamente dalla morte.                                                                il meglio e il peggio che ci troveremo ad avere svilup-
                                                                                           pato dentro di noi, sarà l'eredità più rilevante del covid-
Un'esperienza indelebile                                                                   19.
Personalmente penso che questa esperienza non passerà senza lasciare conse-                La necessità di un ritorno all'impoverimento"
guenze e credo, e spero, che ci renderà migliori. Perché affermo questo? Aldilà            Come dice Paolo Giordano, la paura che serpeggia den-
delle conseguenze pratiche ed economiche che ci saranno a livello globale e sulle          tro e fuori di noi non riguarda soltanto gli aspetti pratici
quali io non mi soffermo, perché non ho competenze in materia, penso e spero               contingenti giornalieri, ma anche il timore di rendersi
che questa terribile condizione possa tirare fuori il meglio di noi.                       conto che la nostra civiltà, così come siamo convinti di
                                                                                           conoscerla, abbia i piedi di argilla e stia per crollare, se
L'importanza del rispetto.                                                                 già non è crollata.
Mi riferisco alla solidarietà, alla comprensione, al rispetto per gli altri, alla consa-   Forse è il caso di tornare ad un "impoverimento" per
pevolezza che possiamo superare questa congiuntura solo se uniti.                          ripartire poi più forti; una società che mira soltanto al
Dobbiamo dimostrare la nostra coesione soprattutto nel rispetto delle regole.              profitto e al superfluo, senza avere ideali, perdendo di
Come diceva Cicerone "siamo tutti schiavi delle leggi per potere essere liberi";           vista l'essenziale, è destinata a morire di se stessa.
l'osservanza delle regole emanate dal governo e dalle autorità regionali significa         La nostra civiltà dovrebbe riscoprire i valori fonda-
obbedienza civile, rispetto per gli altri, amore per il prossimo.                          mentali e forse questa situazione ce lo farà violente-
                                                                                           mente capire.

                                                                                           Il nemico invisibile ci cambierà.
                                                                                           Se questo evento disgraziato ci renderà più degni e più
                                                                                           forti, almeno non sarà stato vano, nonostante i tanti,
                                                                                           troppi morti che ci troviamo a piangere e che non di-
                                                                                           menticheremo.
                                                                                           Vorrei fare una considerazione personale: io non ho
                                                                                           fortunatamente vissuto nessuna esperienza di guerra,
                                                                                           ma l'hanno vissuta i miei bisnonni e, da quanto mi dico-
                                                                                           no i miei nonni quando parlano dei loro genitori, è stata
                                                                                           un'esperienza durissima e devastante.
                                                                                           Ne sono usciti e sono ripartiti, anche se con molta fati-
                                                                                           ca; anche questa è una guerra ed è durissima perché
                                                                                           combattuta contro un nemico invisibile. Ne usciremo e
                                                                                           ripartiremo, ma non saremo più quelli di prima.

                                                                               13
TUTTI IN CASA!
                                                      Di Beatrice Corsari

Un po’ di silenzio, grazie!
La pandemia causata dal coronavirus che stiamo attraversando
è ancora al primo, difficilissimo stadio ma ha già drasticamen-
te cambiato molte delle nostre abitudini.
La realtà che viviamo chiusi nelle nostre case è di ansia per le
centinaia di morti che lasciano un grande senso di vuoto attor-
no a noi.
Ci sarà la disperazione di non essere riusciti a tener loro la ma-          Dobbiamo avere rispetto per noi stessi e seguire le indicazioni sanitarie, dobbia-
no, a rassicurarli con parole di estrema umanità, l’ultimo salu-            mo essere uniti in una fratellanza autentica per raggiungere un unico scopo: la
to con il nodo in gola che non lascia scampo alle lacrime e alla            libertà.
solitudine di chi rimarrà avvinghiato a quei ricordi, di mariti,
mogli, figli, madri, padri, fratelli, zii, amici e i loro sorrisi in-       Andrà tutto bene!
chiodati nei nostri ultimi sguardi.                                         Questo periodo di incertezze e, forse, anche di poca fiducia verso i nostri politici
                                                                            ci ha un po' destabilizzato.
Non può piovere per sempre!                                                 Lo Stato ci ha letteralmente impedito di uscire di casa, di andare a lavorare, di
“Non può piovere per sempre” cita Brandon Lee ne Il Corvo.                  raggrupparci, ci ha vietato perfino di andare a Messa, ci impedisce di seppellire i
La storia ci insegna che dalle ceneri si può risorgere.                     nostri cari.
Navighiamo in un mare di incertezze, sappiamo che stiamo                    Eppure per il bene di tutti abbiamo imparato a fidarci di quei personaggi che, tut-
vivendo l’inizio di una crisi che probabilmente avrà conse-                 te le sere attraverso la televisione, ci rassicurano con voce pacata e sicura che an-
guenze dannose per tutta l’umanità.                                         drà tutto bene.
Per la prima volta le giovani generazioni, quelle di cui i geni-            Sono stati stanziati milioni di euro alle famiglie in difficoltà, denaro che andrà ad
tori dovevano prendersi cura, quelle che avevano appena ini-                incrementare il debito pubblico ma di questo nessuno parla.
ziato a ragionare con la propria testa, quelle che avevano tutto            Ogni lavoratore che rientra in uno “status quo” medio-basso percepirà un com-
senza troppa fatica, si trovano di fronte ad un futuro fatto di             penso mensile fino a che lo Stato non deciderà in tutta sicurezza di riaprire le atti-
sole incertezze.                                                            vità commerciali.
Ma il genere umano è sopravvissuto a ben peggiori catastrofi                E’ questo che l’italiano vuole ascoltare dai politici.
come il virus della Spagnola che ci ha “regalato” la Prima                  A tutto quello che verrà dopo il coronavirus, penseremo domani.
Guerra Mondiale, come se i conflitti politici non avessero già
fatto abbastanza danni.                                                     Il mondo dopo il covid-19
Eppure i nostri nonni ci insegnano che da quelle circostanze                La rinascita dopo la pandemia da coronavirus sarà lenta e graduale.
drammatiche sono rinati più forti e uniti nella voglia di rico-             Anche dopo la fine della quarantena dovremo portare guanti, mascherine e rispet-
minciare.                                                                   tare le distanze fra le persone
La globalizzazione è stata una conseguenza per certi versi ne-              Anche l’esperienza della didattica a distanza non lascerà la scuola uguale a pri-
gativa, ma per la sua espansione è stata una grande rivoluzione             ma.
economica.                                                                  Infatti il mondo digitale è l’unico mezzo che ci ha salvato in questo lungo perio-
Ed è proprio per questa abitudine dell’aver tutto e subito che              do di isolamento.
più ci manca in questi giorni che il mondo si è fermato.                    Abbiamo scoperto che chi non ha le strutture tecnologiche sufficienti ed adeguate
                                                                            viene tagliato fuori dal mondo.
Inno per la libertà                                                         Mancanza di apparecchi come i computer, assenza di linea internet che supporti
L’Italia non è sola in questo scenario di restrizione economico-            una famiglia che ha la necessità di rimanere connessa a banche, parenti con vi-
sociale, tutti i Paesi del mondo sono all’unisono “malati”.                 deochiamate, scuola, tutto questo ha provocato un grande caos.
Non possiamo più parlare di cinesi, italiani, spagnoli, tedeschi            Per questo motivo, dopo il covid-19, l’Italia dovrà aggiornare le proprie infra-
e americani perché la prima volta siamo “persone”, con gli                  strutture, in modo che tutti abbiano una connessione, magari con un wi-fi gratui-
stessi problemi e disagi.                                                   to, altrimenti non si potrà obbligare le persone, ma soprattutto gli studenti. a veri-
Siamo tutti uguali davanti al covid-19.                                     fiche e lezioni in streaming.
Il motto divenuto popolare dopo la Rivoluzione Francese,                    La scuola dovrà potenziare gli aiuti allo studio, soprattutto per gli alunni con di-
“Libertè, Egalitè, Fraternitè”, rispecchia il sentimento che ci             sabilità o semplicemente con problemi di apprendimento.
unisce e ci mette tutti d’accordo.                                          Inoltre si dovrà rivalutare tutto il sistema sanitario nazionale.
                                                                            (segue..)

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