Salerno, pistola nella culla arrestato - Cronache Salerno
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Salerno, pistola nella culla della figlia: arrestato pregiudicato Nasconde pistola nella culla della figlia, arrestato. Le manette sono scattate ai polsi di un 23enne, già noto alle forze dell’ordine. Nel corso della perquisizione domiciliare, gli agenti della squadra mobile hanno rinvenuto una pistola marca Zastava M57 Tokarev completa di cartucce, che l’uomo aveva cercato di nascondere, all’arrivo degli agenti, mettendola tra le lenzuola della culla della figlia. L’arma comune da sparo presentava la matricola abrasa. L’uomo è stato così arrestato con l’accusa di detenzione illegale di arma clandestina e ricettazione. Dopo le formalità di rito, l’arrestato è stato posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria e condotto presso la casa circondariale Busitalia, i sindacati chiedono videosorveglianza a bordo dei bus e cani antidroga di Erika Noschese La quasi totale assenza di sicurezza, a bordo dei mezzi Busitalia, ha costretto i sindacati a chiedere un incontro urgente con il prefetto di Salerno. Obiettivo dell’incontro cercare nuove soluzioni per evitare ancora casi di cronaca che
vedono protagonisti soprattutto controllori e vigilantes. Tra le proposte avanzate dai sindacati quella di avere agenti in borghese a bordo degli autobus, 50 nuovi pullman videosorvegliati e cani antidroga. Soluzioni mirate a debellare un fenomeno sempre più in crescita. Il prefetto, dal canto suo, ha raccolto le informazioni e le richieste avanzate dai sindacalisti. Tra le linee più critiche, per i dipendenti Busitalia, la linea 8 Salerno Battipaglia, la 4 e la 9, entrambe dirette a Cava de’ Tirreni. Queste linee infatti sono quelle maggiormente frequentate dai pendolari “violenti” soprattutto il fine settimana. Mazzette e sentenze, De Camillis ora chiede di essere sentito di Pina Ferro Sentenze favorevoli in cambio di mazzette: hanno scelto di essere giudicati con il rito dell’abbreviato il giudice Fernando Spanò, presidente della IV sezione, Franco Spanò, figlio del giudice, per il quale il padre aveva chiesto un lavoro con retribuzione senza contratto; Giuseppe De Camillis , vicepresidente della seconda sezione il quale ha anche chiesto di rendere interrogatorio; Giuseppe Naimoli, dipendente della segreteria della commissione tributaria regionale e la Facom Gas. E’ stata invece dichiarata la nullità della richiesta di rinvio a giudizio, per motivi tecnici, per Agrolatte, Autoshop e agrolatte catering. Arriverà il prossimo 12 dicembre la decisione sulla richiesta di rinvio a giudizio a carico di tutti gli altri indagati.
Sono state 15 le persone coparse dinanzi al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Salerno e sei le società. Gli arresti risalgono allo scorso mese di maggio. A fare piena luce sul giro di mazzette fu la Guardia di Finanza di Salerno, coordinata dai pm Luigi Cannavale ed Elena Guarino. Dieci sono i casi accertati. Le accuse sono di concorso formale in corruzione in atti giudiziari aggravato dalla reiterazione. Gli importi pagati ai due giudici per ottenere sentenze favorevoli andavano dai 5mila ai 30mila euro, anche se in alcuni casi sono state promesse altre dazioni, come l’assunzione del figlio di un giudice da parte di una delle società coinvolte oppure la concessione in uso gratuito di un appartamento in città. La Guardia di Finanza nel corso dell’attività investigativa, ha acqujisito elementi di prova attravberso video e intercettazioni ambientali. Documentato lo scambio del denaro. Mariconda, Antonio Bracciante: «Zona sporca per il lassismo degli operatori ecologici» di Erika Noschese «I supermercati e le grandi catene stanno portando alla morte il commercio di vicinato». A lanciare l’allarme è Antonio Bracciante, portavoce delle istanze dei residenti di Mariconda secondo cui, ad oggi, purtroppo, il “commercio a minuto” sta scomparendo. «Per quanto riguarda il settore relativo ai commercianti, Mariconda è sempre stata a sé stante perchè, a
mantenere in vita il commercio sono sempre stati i residenti della zona – ha infatti dichiarato Bracciante – Ma il commercio a minuto sta scomparendo a causa dei supermercati e le grandi catene, come accade anche a livello provinciale». E se il commercio sembra essere ormai definitivamente morto non va meglio, in generale. Ad oggi, infatti, la problematica maggiore riguarda proprio il verde pubblico. «La pulizia c’è ma a giorni alterni – ha poi aggiunto il portavoce cittadino del quartiere della zona orientale – Rispetto ad altri quartieri però non credo si possa parlare di emergenza». Bracciante punta però il dito contro gli operatori ecologici a cui è stata affidata la zona di Mariconda: «Ci sono operatori che non svolgono il proprio dovere. Più di una volta li ho osservati e credo ci voglia il sorvegliante di zona che gli stia addosso perché so che c’è la volontà, da parte dell’amministrazione comunale, di risolvere definitivamente il problema ma ci sono operatori menefreghisti». Pulita ma in disuso e fuori da ogni iniziativa è invece la villa Ciro Bracciante. «al di là della pulizia periodica, dovrebbe essere rilanciata in qualche modo – ha aggiunto poi il portavoce cittadino – Anche il verde pubblico dovrebbe essere maggiormente curato perchè è punto di riferimento per tanti ragazzi della zona che hanno così un luogo in cui passare del tempo». Un grido d’allarme è stato però lanciato per la scuola media dove, ad oggi, vi solo solo due classi: «Stiamo lottando e sto lottando per l’inserimento di una terza classe – ha detto poi Bracciante – Non c’è programmazione, bisogna combattere questo lassismo attuale perchè se i quartieri non hanno le scuole come punto di riferimento, allora quel quartiere è morto». La zona orientale, in particolar modo, sembra vivere un periodo di calma piatta – soprattutto in termini di commercio – che sta mettendo a dura prova non solo i residenti della zona ma anche l’intero settore, ormai in crisi da anni, senza alternative valide.
Ex carcere, si pensa a una struttura per il benessere sanitario di Andrea Pellegrino Una struttura per il benessere sanitario. Questa è la proposta che arriva dal Comune di Salerno per la riconversione dell’ex carcere di via De’ Renzi. L’argomento è stato affrontato nel corso dell’ultima commissione urbanistica, presieduta da Luca Sorrentino, alla presenza dell’assessore all’urbanistica Mimmo De Maio, dopo le preoccupazioni mosse dal consigliere comunale di Salerno di Tutti, Gianpaolo Lambiase. L’idea dell’amministrazione comunale prevede la realizzazione di un centro, ispirato alla Scuola medica salernitana e in connessione con la vicina Fondazione Ebris. Un centro di ricerca e di benessere sanitario da realizzare in sinergia con i privati. Ma al momento ci sarebbe anche un ostacolo tecnico da superare: un vincolo sulla struttura che vorrebbe la conversione dell’ex carcere di Salerno in una struttura dedicata ai ragazzi o agli anziani. L’iter, inoltre, secondo quanto affrontato in commissione urbanistica, prevede anche un accordo di programma con il Demanio. Solo allora si potrà valutare l’effettivo progetto che mette fine ad una lunga e tormentata vicenda caratterizzata dall’abbandono di una delle strutture più significative della città di Salerno.
Via Benedetto Croce, i consiglieri non ci stanno «Provvedimento in Consiglio» di Andrea Pellegrino Braccio di ferro politico sulla mozione firmata da ventuno consiglieri comunali (di maggioranza e opposizione) per la riapertura al doppio senso di circolazione di via Benedetto Croce. Sindaco Napoli e assessore alla mobilità De Maio hanno ribadito la necessità di ritirare il punto iscritto all’ordine del giorno della seduta di lunedì. Il caso era approdato nel consiglio di maggioranza di venerdì, poi ieri mattina la comunicazione ai consiglieri comunali interessati. «Non si può ritirare il punto – spiega il consigliere comunale di Forza Italia, Roberto Celano – se non con una votazione in aula. Naturalmente, per quanto mi riguarda, proseguo la battaglia, proponendo anche valide soluzioni per i residenti preoccupati per i posti auto. In tal senso abbiamo verificato la possibilità di realizzare parcheggi modulari da via Sabatini. Il ripristino del doppio senso di circolazione è per me un atto dovuto da parte dell’amministrazione comunale, altro che ritiro». Resta fermo sulla sua posizione Pietro Stasi (Moderati per Salerno), tra i firmatari della mozione: «Nessun passo indietro, ero e resto per l’apertura del doppio senso. Per quanto mi riguarda resta quello che ho scritto e sottoscritto». L’argomento deve approdare in aula, per Antonio D’Alessio, consigliere comunale di Campania Libera: «La sede di discussione è l’aula consiliare, è sbagliato scappare dai confronti. In quella sede si affronterà il problema e si valuteranno i pro e i contro della proposta». Peppe Ventura (Davvero Verdi) sollecita interventi sul Viadotto Gatto: «Sono due anni che attendiamo, due anni di proposte e promesse. Viadotto Gatto e via Benedetto Croce camminano insieme. Si pensi all’illuminazione e alla messa in sicurezza del
viadotto, poi dopo possiamo anche pensare al senso unico lungo via Croce. Inoltre – prosegue Ventura – se dovesse restare così la situazione, dovremmo rivedere anche la sosta, istituendo le strisce blu dedicate ai residenti, eliminando l’attuale zona franca». Ribadisce il suo sostegno Felice Santoro (Campania Libera): «Ci deve essere una votazione anche per il ritiro, vediamo quanti saranno favorevoli o no». Un “dietrofront repentino sarebbe gravissimo”, spiega il consigliere comunale DemA, Dante Santoro: «Oltre al doppio senso in via Croce si apra anche una discussione seria sul parcheggio al Genio Civile». La disperazione dei lavoratori: «Abbandonati, siamo sul lastrico» di Francesco La Monica «Mittal ci ha traditi e abbandonati. Siamo sul lastrico e non sappiamo cosa ci riserverà il futuro. Chiediamo una risposta immediata del Governo». Questo è il grido d’allarme lanciato dai lavoratori dell’ex Ilva di Salerno nel corso dello sciopero indetto per la giornata di ieri. Forte è la preoccupazione per il destino dei 40 dipendenti dell’ex “Ilvaform”, legato inevitabilmente a quello della casa madre di Taranto. Il colosso industriale “Arcelor Mittal”, nei giorni scorsi, ha già avviato la formale procedura per restituire gli stabilimenti ai commissari della nota azienda e ha presentato la richiesta di avvio della cessione del ramo d’azienda che riguarderà ben 12 siti, compreso quello di via Claudio Felice Tiberio di Salerno. Lo stabilimento
salernitano, tra l’altro, non è nemmeno da considerarsi a rischio ambientale, in quanto l’acciaio viene lavorato soltanto a freddo, ed il cui mantenimento in vita non prevede bonifiche ambientali. Intanto i lavoratori restano col fiato sospeso in attesa di buone nuove dal Governo, come ci riferisce Luigi Cristino, delegato Fiom Cgil Salerno: «Gli operai hanno già subito il disastroso passaggio dalla vecchia alla nuova gestione, perdendo quasi 3mila euro di stipendio netto all’anno. Hanno sacrificato questo capitale solo ed esclusivamente per entrare a far parte, almeno come si prospettava all’epoca, di una grande multinazionale, che invece ha disatteso le nostre aspettative. Abbiamo paura per il nostro futuro. Avremo un inverno freddo, sotto tutti i punti di vista». Cristino lancia poi un appello alle istituzioni: «Il Governo ha il dovere di intervenire adesso, non quando la situazione diventerà irrimediabile. E’ inutile domandarsi, successivamente, il perché di eventuali gesti estremi di chi non sa come andare avanti e vede soltanto buio davanti a sé. Finora, nessuno della società civile si è interessato alla nostra condizione, nonostante si tratti del secondo sciopero in poche settimane. Già sappiamo che quando sarà il momento di portare la lotta in piazza e quando la disperazione sarà arrivata al culmine, allora saranno tutti pronti a giudicare». Eguale preoccupazione si evince anche dalle parole del lavoratore Danilo Sardilli: «Siamo preoccupati perché purtroppo, essendo legati alla sede di Taranto, tutto ciò che succede lì si ripercuote sulla nostra condizione. Proprio perché siamo una piccola realtà, siamo preoccupati maggiormente, perché se in altri siti i lavoratori arrivano fino a 800 unità, qui siamo soltanto 40. Il Governo è obbligato a darci delle risposte, anche se Mittal dovesse abbandonare “il giocattolo”». Situazione difficile che viene illustrata anche da Giuseppe De Crescenzo, dipendente dell’ex Ilva da oltre vent’anni: «Essendo vecchio dipendente ed avendo lavorato anche a Taranto, ho vissuto tutte le situazioni drammatiche sotto la gestione Riva. Con l’avvento di Mittal abbiamo creduto in un cambio di rotta che, purtroppo, non è
avvenuto. Molti di noi hanno fatto dei passi importanti, comprando casa e assumendo debiti che ora non possono permettersi di pagare. Senza contare che, con il cambio di proprietà, abbiamo rinunciato a premi, ferie e anzianità di servizio. Tutto ciò che abbiamo conquistato in questi anni ci è stato tolto in un attimo. Chiediamo l’intervento immediato del Governo». Toccante lo sfogo del dipendente Pasquale Pastore che, oltre alla precaria situazione lavorativa, è costretto a fronteggiare un grave problema familiare: «Ho mia figlia in ospedale, ma nonostante tutto sono qui a combattere per i miei diritti insieme ai miei colleghi. Non si capisce di chi sia la responsabilità di questa situazione. Noi dipendenti sembriamo una barca in mare senza remi e senza vele. Faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per cercare di preservare un elemento fondamentale della vita come il nostro lavoro. In questo momento – aggiunge un commosso Pastore – sto pensando a mia figlia ricoverata in ospedale e non riesco a essere del tutto lucido. Ho assunto diversi impegni che, ora come ora, non saprei proprio come assolvere. Per tutte queste vicissitudini sono molto giù di morale. Chi di dovere ci aiuti». Pasquale Pastore Giuseppe De Danilo Sardilli Crescenzo
Vendeva online polizze assicurative false, denunciato truffatore seriale In seguito alle denunce sporte da alcuni cittadini per truffe online relative alla stipula di falsi contratti assicurativi R.C.A., dopo accurate e puntuali attività info-investigative, gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Cava de’ Tirreni, hanno deferito in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria un uomo di anni 35, pluripregiudicato originario dell’avellinese, già condannato per reati contro il patrimonio. L’uomo metteva in atto il proprio disegno criminoso attraverso l’utilizzo di numeri di telefono di cellulari intestati a persone insospettabili, alcuni dei quali avevano denunciato lo smarrimento dei propri documenti, poi utilizzati per attivare le schede sim utilizzate per mettere in atto le truffe. Attraverso poi la rete di internet e dei social network inseriva i propri annunci di vendita di contratti assicurativi, che riproduceva con tecniche raffinate di stampa tali da far apparire le polizze pressoché identiche alle originali e riconducibili a varie compagnie assicurative, anch’esse truffate dall’uomo. Gli ignari automobilisti, che contattavano il falso
assicuratore per le basse tariffe che proponeva, si ritrovavano poi senza alcuna copertura assicurativa e sanitaria. L’uomo indagato, dagli accertamenti effettuati dagli agenti, risulta avere effettuato in molte altre città truffe analoghe, per le quali sono in corso indagini da parte di diverse Procure della Repubblica italiane. Nasconde una pistola nella culla della figlia, arrestato Nel corso di mirati servizi di prevenzione e repressione dei reati, in particolare per contrastare i reati di criminalità diffusa, gli agenti della Polizia di Stato della Squadra Mobile – Sezione Narcotici hanno tratto in arresto in flagranza di reato un uomo ritenuto responsabile di detenzione illegale di arma comune clandestina e ricettazione. Nella mattinata di ieri 8 novembre, i poliziotti della Squadra Mobile nel corso di una perquisizione presso l’abitazione di A.A. di anni 23, pregiudicato già noto alle forze dell’ordine, rinvenivano una pistola marca Zastava M57 Tokarev completa di cartucce, che l’uomo aveva cercato di nascondere, all’arrivo degli agenti, mettendola tra le lenzuola della culla della figlia. L’arma comune da sparo presentava la matricola abrasa e, pertanto, A.A. è stato tratto in arresto per i reati di detenzione illegale di arma clandestina e ricettazione. Dopo le formalità di rito, l’arrestato è stato posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria e condotto presso la casa circondariale di Salerno – Fuorni.
Battipaglia, arrestato pusher 25enne Nell’ambito di mirati servizi per contrastare il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti nella città di Battipaglia, gli agenti della Polizia di Stato del locale Commissariato di Pubblica Sicurezza – Sezione Volanti, nella serata di ieri 7 novembre, hanno tratto in arresto in flagranza di reato un cittadino straniero responsabile di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Durante il pattugliamento della zona della villa comunale nel centro cittadino, gli agenti hanno proceduto al controllo di una persona che si aggirava nei dintorni con fare circospetto. In seguito alla successiva perquisizione sul posto, i poliziotti rinvenivano indosso al fermato otto pezzi, avvolti ciascuno in ritagli di carta, di sostanza stupefacente, rivelatasi alle analisi del “narcotest” della Polizia Scientifica di tipo hashish, per un peso complessivo di gr. 5. Pertanto, l’uomo, identificato per S.M., di anni 25, di nazionalità marocchina, pregiudicato senza fissa dimora, veniva tratto in arresto e, dopo le formalità di rito, veniva posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria in attesa del giudizio di convalida e contestuale rito direttissimo. Sono in corso ulteriori accertamenti per verificare la posizione del cittadino straniero per la permanenza nel territorio dello stato.
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