Le variabili socio-culturali nell'apprendimento e nell'e-learning Casi di eccellenza e risorse
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Le variabili socio-culturali nell’apprendimento e nell’e-learning Casi di eccellenza e risorse Questo documento è stato prodotto dal progetto Fe-ConE, co-finanziato dal programma e-Learning (Agreement Number 2005-3872/001-001, ELE-ELEB14). Le informazioni in esso contenute riflettono unicamente le opinioni dei partner del progetto e non rappresentano posizioni dell’Unione Europea, né implicano alcuna responsabilità da parte della stessa.
Presentazione del Progetto Fe-ConE Fe-ConE ha mirato ad identificare gli aspetti socio-culturali più rilevanti ai fini dell’adozione nei diversi contesti nazionali europei di contenuti e-learning. Fe-ConE ha avuto il duplice obiettivo di migliorare da un lato la fruibilità dei contenuti ponendo la dovuta attenzione ai fattori socio-culturali, dall’altro di supportare i produttori di contenuti nella fase di progettazione e sviluppo. Fe-ConE ha quale principio guida il considerare l’apprendimento come un’attività culturalmente situata. Il successo dell’e-learning va quindi ricercato all’intersezione tra la dimensione socio- culturale dell’apprendimento e le tecnologie disponibili nel contesto specifico. Tale intersezione non ha ancora ricevuto l’attenzione che meriterebbe, resta pertanto uno dei punti cruciali da affrontare per meglio rendere i contenuti dell’e-learning consoni ai fruitori finali. L’attività di Fe-ConE ha documentato la natura socio-culturale dell’apprendimento dai punti di vista dei progettisti di contenuti, degli sviluppatori e dei discenti stessi. Il progetto ha rivolto parte delle proprie attività a quelle regioni Europee meno attive sul fronte dell’e-learning. L’identificazione di fattori socio-culturali ad esse specifici è un ottimo punto di partenza per aumentarne l’utilizzo di e- learning, migliorando la fruibilità dei contenuti proprio per coloro che hanno sinora meno usufruito di tale modalità di apprendimento. Il progetto ha generato discussione e spunti di riflessione tra alcuni studiosi europei su cosa possa essere considerata una buona pratica nella progettazione e produzione di contenuti e-learning. I gruppi target che riteniamo possano maggiormente beneficiare dal lavoro del progetto sono: • Progettisti di e-content e sviluppatori • Policy makers • Progettisti di attività di apprendimento innovative • Personale di supporto, sia nei tradizionali campi dell’apprendimento che nelle organizzazioni dedite a forme più innovative • Professionisti nel campo della didattica Il consorzio e la rete dei satelliti Il progetto Fe-ConE ha coperto non solo i paesi partner, ma ha incluso anche alcuni paesi satellite. Il loro ruolo è stato quello di facilitare lo svolgimento delle attività di progetto apportando conoscenze sulle proprie pratiche di apprendimento e didattica, fornendo anche le opportunità per validare e testare gli strumenti e il framework prodotto dal progetto. Questo documento presenta alcuni casi di eccellenza tra le iniziative e-learning che considerano gli aspetti socio-culturali dello stesso. Hanno collaborato all’individuazione di questi casi di eccellenza sia i partner del progetto che i satelliti. Ulteriori dettagli possono essere trovati sul sito web del progetto Fe-ConE: http://promitheas.iacm.forth.gr/fe-cone I paesi partner e la rete dei satelliti
Casi di eccellenza e altre risorse Initiative e linee di indirizzo politico: • eFit, eFit2 Austria Programs – programmi nazionali promossi dal governo Austriaco per la promozione di attività e-learning e il suo sviluppo in vari contesti. I programmi includono svariate azioni di minore ampiezza rivolte ad aspetti socio-culturali delle attività e-learning nel sistema educativo Austriaco. http://www.efit.at • GISAH Project – progetto di ricerca finanziato dalla linea di azione Minerva della Commissione Europea. Lo scopo del progetto è sviluppare l’utilizzo di sistemi GIS (geographical information systems) nell’educazione superiore e nella formazione degli insegnanti. I risultati del progetto hanno mostrato come l’apprendimento basato su ricerche web-based sia profondamente influenzato dalla locale cultura di insegnamento e apprendimento. • Politiche di decentralizzazione implementate da alcuni governi europei negli ultimi decenni hanno offerto la possibilità alle istituzioni locali e regionali di definire autonomamente le proprie priorità e obiettivi. Questo ha tuttavia generato una maggiore variabilità per quanto riguarda i valori, la disposizione, le aspettative e le pratiche tra regione e regione, tra comunità locali e comunità locali. • Discussion forum su elearningeuropa – discussione iniziata all’interno del progetto Fe- ConE tra esperti di apprendimento sulle dinamiche socio-culturali emergenti nell’e-learning in una società multiculturale. http://www.elearningeuropa.info/community/index.php?page=forumtopic&f=2&t=24 • Fe-ConE Workshop – evento organizzato a Vilnius, Lituania il 10 Ottobre 2007 con la partecipazione di numerosi ricercatori e professionisti nell’area dell’apprendimento e dell’e- learning. L’obiettivo del workshop è stato il consolidamento del rapporto tra partners di progetto e paesi satelliti, consentendo inoltre lo scambio di conoscenza relativa agli aspetti socio-culturali nell’apprendimento e nell’e-learning. I risultati del workshop sono consultabili a: http://promitheas.iacm.forth.gr/fe-cone/workshop.html • The European eLearning Industry Group – è un consorzio aperto di aziende ICT e fornitori di contenuti e-learning che promuove l’e-learning a livello Europeo in scuole, università, ambiente lavorativo e domestico. eLIG ha espresso preoccupazione perché “alcuni gruppi attivi nella formazione manifestano interesse unicamente verso forme libere di ‘open content’ e verso approcci non-commerciali, quali uniche soluzioni per un mercato Europeo dei contenuti educativi multiculturale e multilinguistico”. http://www.elig.org • Support-EAM – è un progetto IST finanziato nel Sesto Programma Quadro della Commissione Europea. L’obiettivo di Support-EAM (Supporting the creation of a e-Accessibility Quality Mark) è stato il proporre una strategia per creare un Web Accessibility Quality Mark per servizi web, come parte dell’Action Plan eEurope 2005: An information society for all. Il progetto si colloca chiaramente in coerenza con la Risoluzione del Consiglio sulla "eAccessibility" – migliorare l’accesso di persone con disabilità alla Knowledge Based Society – e invita la Commissione e gli Stati Membri a considerare l’utilizzo di un "eAccessibility mark" per beni e servizi che soddisfano gli standard dell’eAccessibility. L’idea di un “eAccessibility mark" potrebbe essere estesa anche ai processi di sviluppo di e-learning e e-content. http://www.support-eam.org
Attività di ricerca: • Un corso di introduzione agli “e-Learning Fundamentals” di sei settimane, con l’obiettivo di fornire dati empirici di prima mano sulle dimensioni socio-culturali dell’ e-learning e dell’e-contents. Il corso ha rappresentato uno dei passi cruciali nello sviluppo del framework Fe-ConE. Il corso si è articolato su 6 moduli della durata di una settimana ciascuno ed è stato erogato unicamente on-line nei mesi di Maggio e Giugno 2007. Il corso è stato sviluppato da 5 esperti sviluppatori/progettisti di e-course di 3 differenti nazionalità, in modo da evitare possibili biases culturali nella progettazione. I progettisti hanno anche ricoperto il ruolo di tutor del corso, coadiuvati da altri membri del progetto. Il loro ruolo è stato quello di fornire supporto, lasciando tuttavia che i partecipanti sviluppassero autonomamente le proprie discussioni e strutturassero qualora necessario le proprie esperienze di apprendimento. La progettazione del corso si è basata su di un adattamento agli obiettivi del progetto del modello di Hofstede sulle variabili culturali (Hofstede, 2001; Hofstede & Hofstede, 2005). • Interviste con professionisti della formazione (provenienti da Bulgaria, Germania, Italia, Malta, Portogallo e Slovenia) nell’ambito del progetto Fe-ConE. È stato loro chiesto un parere sugli aspetti socio-culturali nella progettazione e nella valutazione di corsi e-learning dal loro punto di vista nazionale. L’analisi dei loro contributi ha evidenziato una comune posizione rispetto ai parametri da prendere in considerazione, in particolare per quanto riguarda le caratteristiche socio-culturali del discente, dell’insegnante, dell’ambiente di apprendimento e della progettazione delle attività didattiche, dei contenuti, della tecnologia, del sistema educativo e della società in generale. • Progetto di ricerca presso l’Università di Information Technology and Management - Rzeszow, Polonia. L’università conta più di 500 studenti stranieri, provenienti da paesi quali Ucraina, Bielorussia, Cina, Malesia, India, Brasile, e altri ancora. Lo scopo del progetto è stato l’analizzare le modalità di interazione tra studenti di ambienti multiculturali di blended learning. • Ricerca grounded-based per individuare aspetti culturali complessi e sfaccettati che emergono nell’apprendimento on-line, portata avanti da Clint Rogers e colleghi (2007). La ricerca ha svolto interviste con un ristretto numero di esperti progettisti di formazione che avevano partecipato a progetti cross-culturali. Il tema della ricerca sono state le competenze culturali dei progettisti e quali influenze essi avessero avuto sulle pratiche di progettazione. L’analisi delle interviste ha evidenziato come i loro learning needs fossero relativi a: a) aspettative culturali e sociali dei discenti, b) le aspettative relative all’interazione discente- docente, i rispettivi ruoli e modalità di interazione, le tipologie di attività didattiche e di valutazione, la caratterizzazione e la struttura della conoscenza, c) differenze nell’uso del linguaggio e dei simboli, d) disponibilità e familiarità con le dotazioni tecnologiche. • Studio sull’apprendimento online, utilizzando le dimensioni culturali di Hofstede condotto da Pfeil, Zaphiris e Ang (2006). Gli autori hanno indagato la relazione tra la cultura nazionale e la comunicazione mediata da computer (CMC) in Wikipedia, un’attività che presenta alcune analogie con i progetti di apprendimento collaborativo, sulla base di quattro delle dimensioni del modello di Hofstede (viene esclusa la dimensione short/long-term orientation). I ricercatori hanno analizzato pagine Wikipedia Francesi, Tedesche, Giapponesi e Olandesi sull’argomento del gioco. I risultati dell’analisi indicano che “la quantità e la forza delle correlazioni tra le modifiche fatte in Wikipedia e le dimensioni di Hofstede mostrano che le differenze culturali presenti nel mondo reale possono essere raffrontate con quelle del mondo virtuale, seppur con cautela”. Questo risultato ha implicazioni importanti per quanto riguarda gli influssi delle differenze culturali sul lavoro collaborativo online. Per esempio, gli autori sostengono che persone provenienti da paesi “…con un alto indice di Power Distance, quali ad esempio i Francesi, hanno una buona probabilità di sentirsi a disagio rispetto a cancellare parti del lavoro altrui” ed “….è perciò raccomandabile non fare richieste in tal senso in un lavoro collaborativo online”. Persone che provengono da paesi con un alto indice di mascolinità, quali il Giappone, dovrebbero invece poter ricevere riconoscimenti, ad esempio un indice che indichi il numero totale di “modifiche fatte”. • Interviste a studenti Arabi iscritti a programmi graduate negli Stati Uniti, che hanno partecipato perlomeno ad un corso on-line o ad un corso in modalità blended, studio condotto ad opera di A.S. Al-Harthi (2005). Al-Harthi mostra come gli intervistati esprimano sentimenti di ansietà o riluttanza a partecipare a corsi (obbligatori) di apprendimento a distanza. L’autore pone questo risultato in connessione con il modello di Hofstede, in particolare con il maggiore
indice di uncertainty avoidance che i paesi Arabi hanno rispetto agli USA. Un altro risultato indica che gli studenti Arabi mostrano minor desiderio di partecipare attivamente alle attività formative rispetto ai loro corrispettivi Statunitensi. Al-Harthi attribuisce questo risultato alla maggiore mascolinità della cultura USA rispetto a quella Araba. Infine, un’altra osservazione è che gli studenti Arabi evitano il confronto con i loro insegnanti anche in quei casi in cui pensano di avere ogni ragione per farlo. Al-Harthi sostiene che questo è dovuto principalmente a ragione pragmatiche, ma anche perché gli studenti Arabi, provenendo da una cultura collettivistica, desiderano evitare imbarazzo sociale. • Analisi dei post dei partecipanti provenienti da due culture differenti – Finlandia e USA, con l’aggiunta di un terzo studente Coreano, studio condotto da Kim & Bonk (2002). I risultati mostrano differenze nei comportamenti collaborativi online. In particolare, lo “studente Coreano era maggiormente orientato ad aspetti sociali e contestuali, gli studenti Finlandesi più riflessivi, focalizzati sul gruppo e a tratti rivolti ad aspetti teorici, mentre gli studenti USA si concentravano su aspetti più pragmatici quali ottenere risultati o fornire soluzioni. Gli studenti USA e Finlandesi hanno impiegato molto del loro tempo nella condivisione della conoscenza e delle risorse e anche nel fornire feedback cross-culturali. I risultati sono stati interpretati come manifestazioni di culture ad alto (Corea) o basso contestualità (USA e Finlandia). Per esempio i Coreani hanno sviluppato interazioni sociali in quanto provenienti da una cultura ad alta contestualità che enfatizza la relazione sociale rispetto all’orientamento ai compiti, mentre gli studenti USA e Finlandesi sembrano riflettere orientamenti culturali focalizzati sui compiti. Modelli e concetti: • Rassegna di 24 studi rilevanti per la progettazione di ambienti di apprendimento adatti a differenti necessità culturali condotto da Catherine McLouglihn (2007). Lo studio sostiene la necessità imperativa di includere una prospettiva culturale nella progettazione e nello sviluppo di corsi on-line, di programmi e di contenuti. Sostiene inoltre che a) l’interazione sociale è un aspetto importante della pedagogia on-line per soddisfare i diversi bisogni formativi dei discenti, b) aspettative e prospettive culturali sono di grande importanza, c) la diversità degli approcci all’apprendimento, degli stili e degli aspetti culturali sono universali. • Claire Bélisle nel suo articolo scritto per Fe-ConE argomenta come non siano solo gli sviluppatori di contenuti e corsi e-learning a dover considerare la diversità socio-culturale. In pratica, tutti le figure coinvolte nell’educazione e nella formazione di adulti devono saper considerare le differenze culturali nei diversi contesti di apprendimento/insegnamento e sviluppare competenze in tal senso. Competenze relative alle dimensioni culturali dell’apprendimento sono necessarie inoltre per progettisti di curriculum formativi, organizzazioni formative e di educazione, per l’intero sistema nazionale di educazione e formazione. • Dimensioni culturali di Geert Hofstede – un modello che identifica cinque dimensioni che possono essere utilizzate per differenziare le culture: Power Distance, Individualism, Masculinity, Uncertainty Avoidance e Short-term vs Long-term orientation. Il modello sostanzia come vi siano raggruppamenti culturali su base nazionale e regionale che influenzano il comportamento delle società e delle organizzazioni, persistendo inoltre nel tempo. Le dimensioni di Hofstede e i rispettivi indici per ciascuna nazione sono spesso utilizzati quali cornici esplicative di differenze nelle pratiche e negli atteggiamenti tra studenti stranieri e nativi in università occidentali (Pritchard e Skinner, 2002), ma anche per analizzare la partecipazione femminile nell’educazione formale (Cheung e Chan, 2007), o i problemi relativi al trasferimento di pratiche pedagogiche da un contesto culturale all’altro (Nguyen, 2005, 2006). Questo modello è stato applicato anche all’interno della ricerca di Fe-ConE. Informazioni sul modello di Hofstede sono disponibili sul web all’indirizzo: http://www.geert-hofstede.com. • La cultura vista come un processo iterativo di sense making, Anne Hewling. Questa visione della cultura se implementata nell’apprendimento on-line porta a considerare le attività di apprendimento come un contesto in continua evoluzione di negoziazione sociale e creazione culturale. Come sostiene l’autrice “le pratiche possono variare da nazione a nazione, ma quando i discenti vanno on-line, la loro esperienza pregressa di apprendimento in presenza diventa la lente interpretativa dell’apprendimento on-line”. Anche qualora non si intendesse enfatizzare il fatto che l’esperienza internazionale debba comunque essere letta alla luce delle esperienze nazionali, dovremmo comunque identificare, definire e discutere quali siano queste
lenti interpretative e la loro rilevanza per la progettazione e la valutazione di corsi e contenuti e-learning inclusivi dal punto di vista socio-culturale. Libri, ricerche e articoli: • Attwell G. (2003). The challenge of e-learning in small enterprises: issues for policies and practice in Europe. Luxembourg: Office for Official Publications of the European Communities. • Chaffin A.J. & Harlow S.D. (2005). Cognitive Learning Applied to Older Adult Learners and Technology. Educational Gerontology, Vol.31, pp.301–329. • Communication from the Commission –COM (2006, 614 final). Adult learning: It is never too late to learn. • Cunha F., Heckman J.J., Lochner L. & Masterov D.V. (2006). Interpreting the Evidence on Life Cycle Skill Formation. In Hanushek E. & Welch F. (eds), Handbook of the Economics of Education, Vol.1. North Holland. Disponibile sul web: http://www.econ.jhu.edu/seminars/elyLectures/2005/handbook_all_2005-03-31_mms.pdf • Detailed Analysis of Progress Towards the Lisbon Objectives in Education and Training (February 2006). Annexed report endorsed by experts from the Member States meeting within the Standing Group on Indicators and Benchmarks. European Commission, Directorate General for Education and Culture. • Ertl B. (2007). Dimensions and parameters for the evaluation of e-learning. Disponibile sul web: http://promitheas.iacm.forth.gr/fe-cone/docs/Workshop/Satellites/Germany.ppt • European eLearning Industry Group - eLIG (2005). i2010: Fostering European eLearning Content to Make Lisbon a Reality. Disponibile sul web: http://www.elig.org/downloads/i2010%20Fostering%20European%20eLearning%20Content.p df • Heemskerk I., Brink A., Volmanw M. & Dam Geert T. (2005). Inclusiveness and ICT in education: a focus on gender, ethnicity and social class. Journal of Computer Assisted Learning, Vol.21, pp.1–16. • Hewling A. (2005). Culture in the online class: Using message analysis to look beyond nationality-based frames of reference. Journal of Computer-Mediated Communication, Vol. 11, No.1. Disponibile sul web: http://jcmc.indiana.edu/vol11/issue1/hewling.html • Hofstede G. (2002). Dimensions do not exist: A reply to Brendan McSweeney. Human Relations, vol. 55, no.11, pp.1355-1361. • Hofstede G. & Hofstede G.J. (2005). Cultures and Organizations: software of the mind. McGraw-Hill. • Hofstede G. (2001). Culture's Consequences: Comparing Values, Behaviors, Institutions, and Organizations Across Nations. Sage Publications. • Kalnins-Cole T. & Peters D. (2007). Towards an accessible learning management system. International Journal of Continuing Engineering Education and Life-Long Learning, Vol.17, No.1, pp.84-96. • Kim K.J. & Bonk J.C., Cross-cultural Comparisons of Online Collaboration. Journal of Computer- Mediated Communication, vol.8, no.1, 2002. • Mavromoustakos S., Andreou A.S. & Papanikolaou K. (2007). Critical factors in the socio- cultural e-Learning engineering process. International Journal of Continuing Engineering Education and Life-Long Learning- vol. 17, no. 2/3, pp.178–200. • McSweeney B., Hofstede’s model of national cultural differences and their consequences: A triumph of faith -a failure of analysis. Human Relations, vol. 55, no.1, 2002, pp.89-118. • Morse K. (2003). Does One Size Fit All? Exploring Asynchronous Learning in a Multicultural Environment. Journal of Asynchronous Learning Networks, vol.7, no.1, pp.37-55. • Pfeil U., Zaphiris P. & Ang C.S. (2006), Cultural differences in collaborative authoring of Wikipedia. Journal of Computer-Mediated Communication, vol.12, no.1. Disponibile sul web: http://jcmc.indiana.edu/vol12/issue1/pfeil.html
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