LA FISICA DELL'AMORE (I filosofi e l'eros) - Francesco Monteleone

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Francesco Monteleone

LA FISICA DELL’AMORE
    (I filosofi e l’eros)
LA FISICA DELL‟AMORE
                               (i filosofi e l‟eros)

                                         INDICE

Introduzione………………………………...............................................pag. 4

Capitolo uno

L‟INNAMORAMENTO

1.1 Misericordia! Quanta gente………...................................................pag. 15

1.2 Nell‟anima o nelle ghiandole………………………………...……..pag.17

1.3 Santi, filosofi, poeti e Baci Perugina…………………….................pag. 21

1.4 Due tipi indimenticabili…………………………………………….pag. 28

1.5 L‟adolescente col nome della terza figlia di re Lear………………..pag. 31

Capitolo due

ODI ET AMO

2.1 I fatti che non si sanno……………………………………………..pag. 35
2.2 I pronomi degli ormoni………………………………………….…pag. 52
2.3 Duello interiore…………………………………………………….pag. 57
2.4 La teoreta con gli attributi……………………………………….…pag. 61

                                                                                              1
Capitolo tre

UN CORPO, TANTI SESSI

3.1 Tamindige mondage…………………………………………...…..pag. 67
3.2 Un uomo senza qualità?…………………………………………...pag. 69
3.3 L‟isola che non c‟è………………………………………….……..pag. 75
3.4 Il vuoto del prof. Semerari…………………………………….…..pag. 79
3.5 La casada infiel…………………………………………………....pag. 84
3.6 Oh ! Nos os sont revetus d’un nouveau corps amoreux…………...pag. 87
3.7 Consigli per gli altruisti………………………………………..…..pag. 90

Capitolo quattro

MATRIMONI, GELOSIE, TRADIMENTI, SEPARAZIONE

4.1 „Io sono la mia s’ignora’.............……………………………...…..pag. 92

4.2 Integerrima infelicità………………………………………….…....pag. 97

4.3 Moglie e buoi………………………………………………….....pag. 100

4.4 Gelosia: Un “co.co. co.” in filosofia……………………………..pag. 102

4.5 Senza di te non posso vivere, ti ucciderò………………………….pag. 106

4.6 Tradimenti…………………………………………………..……..pag. 109

4.7 Il giorno della morte fra viventi…………………………………...pag. 114

                                                                        2
Conclusioni

5.1 NANCY: i filosofi amano l‟amore? Sì………………………….….pag.122

5.2 LA METTRIE: e che dire dell‟amore?.............................................pag. 123

5.3 BACONE: a proposito della divinità dell‟innamoramento…..........pag. 124

5.4 IRIGARAY: l‟umano è due……………………………………....pag. 120

5.5 LEVINAS: femminilità, misteriosa alterità……………….………pag. 128

5.6 NANCY: “il sesso c‟è” ……………………………………………pag.130

5.7 KIERKEGAARD: rimarrai l‟unico……………………..………....pag.132

Bibliografia…………………………………………………………....pag. 134

                                                                                         3
LA FISICA DELL’AMORE
                                   (I filosofi e l’eros)

                                          Introduzione

“Amore” è il nome demotico, popolare di un sentimento meticcio, mulatto,

ibrido che nasce da una coincidenza e una mancanza. “Amore” è come dire

mulo, indiano, bastardo… Una cosa mista, metà psichica, metà fisica che non

dà ossigeno al pietismo, alla compassione. Nasce nell‟area fragile dell‟amicizia

sessuata, si sviluppa con labbra che distillano dolci baci, si conserva tra falsi

giuramenti, tipo “non ti lascerò mai”. La sua fine se la porta in braccio la

solitudine. Se Dio esiste, Amore è la sua Volontà di vita.

       Il fenomeno dell‟amore in generale comprende l‟amore passionale, l‟amore di un
genitore per un figlio, l‟amore per il proprio Paese, e altri ancora. Tutti i tipi di amore hanno
in comune questo: che il nostro benessere è strettamente legato a quello della persona (o
cosa) che amiamo.1

          Dunque, Robert Nozick dando principio ad una riflessione su di esso gli

dà un moto rotatorio e ne punge l‟unico nervo: l‟Amore è una giostra di

“amori” e noi esseri umani soffriamo o ci sentiamo meglio, per amore di

qualcosa. Di fronte ad una carestia, a una prostituta, a un campione di basket o

una disgrazia economica, ecc., se esso ci manca, siamo più indifferenti.

1
    R. NOZICK, La vita pensata. Meditazioni filosofiche, Rizzoli, Milano 2004, p. 69.

                                                                                               4
In questo saggio cercheremo di capire se la filosofia considera

l’Amore una “cosa filosofica”, se e quali filosofi oltre ad “amare la saggezza”

hanno amato e “amano l‟Amore” e come viene specificamente “pensato”

l‟amore eterosessuale, purtroppo sapendo già di non potere dire nulla su altri

tipi di amore reali, negati, repressi che attendono una custodia metafisica e

nuovi lasciti culturali. Come iniziare? Dopo oltre venticinque secoli di idee, di

frasi, di maestri e di scuole, ci sentiamo in un labirinto di volumi filosofici nel

quale la fretta è uno sforzo inutile. Prendiamo per buona, una per tutte, la voce

Amour del primo Dizionario Filosofico a memoria d‟uomo, stampato per il

nostro giovamento, da Voltaire:

        Amore. Vi sono tante qualità d‟amore che non si sa a quale ricorrere per la
definizione. Si suol chiamare audacemente “amore” un‟esaltazione di pochi giorni, una
relazione senza affezione, un sentimento privo di stima, le cerimonie dei cicisbei, un‟arida
consuetudine, una fantasia romanzesca, un capriccio del gusto seguìto da un pronto disgusto:
si suol dare questo nome a mille chimere. Se qualche filosofo vuol esaminare a fondo
questa materia poco filosofica, deve meditare il Simposio di Platone, nel quale Socrate,
onestamente innamorato di Alcibiade e di Agatone, conversa con loro sulla metafisica
dell‟amore…2

          Approviamo la vaghezza illuministica della voce, nel rispetto di un

pensatore senza pregiudizi, difensore della Ragione e antidispotico. Voltaire, a

cui piaceva divertire i lettori, per cogliere la differenza tra uomo e bestie ci fa

dono della sua ironia:

        Nessun altro animale all‟infuori dell‟uomo conosce quelle strette in cui tutto il corpo
è sensibile; quei baci in cui le labbra gustano la voluttà che mai non stanca. E questi piaceri
appartengono solo alla nostra specie; la quale sola d‟altronde può abbandonarsi all‟amore in
ogni stagione dell‟anno, mentre gli animali hanno per questo un‟epoca stabilita… E siccome

2
    VOLTAIRE, Dizionario filosofico, Einaudi, Torino 1955, pp.55-56.

                                                                                             5
gli uomini hanno il dono di perfezionare tutto ciò che la natura ha concesso loro, hanno
anche perfezionato l‟amore. La pulizia, la cura di se stessi, rendendo la pelle più delicata,
aumenta i piaceri del tatto, e la cura della propria salute rende gli organi della voluttà più
sensitivi.3

           Avendo potuto agevolmente iniziare con un contributo prestigioso e

avendo trovato una seconda conferma che siamo in un campo poco coltivato

dalle grandi menti, proviamo a raccogliere tutto ciò che può essere nutrimento.

Anche Cartesio, presentando il suo trattato metafisico su quegli «eventi»

chiamati Les passions de l’ame (1645) aveva affermato nelle prime righe:

        Nessuna cosa mostra meglio quanto le scienze che ci vengono dagli Antichi siano
difettose, di ciò che essi hanno scritto sulle Passioni. Infatti, benché sia un argomento la cui
conoscenza è sempre stata molto ricercata, e non sembri tra i più difficili perché ciascuno,
sentendole in se stesso, non ha bisogno di attingere altrove alcuna osservazione per
scoprirne la natura, tuttavia quel che gli Antichi ne hanno insegnato è così poco e per la
maggior parte così poco credibile che non posso avere nessuna speranza di avvicinarmi alla
verità se non allontanandomi dalle vie che essi hanno seguito. Per questo motivo sarò qui
obbligato a scrivere come se trattassi un argomento che nessuno ha mai affrontato prima di
me.4

           E quando era passato all‟enumerazione delle Passioni aveva stabilito che

sono sei quelle «semplici e primitive», vale a dire: la Meraviglia, l’Amore,

l‟Odio, il Desiderio, la Gioia e la Tristezza. «L‟Amore è un‟emozione

dell‟anima, causata dal movimento degli spiriti, che l‟incita a congiungersi

volontariamente agli oggetti che paiono esserle convenienti»5. Lui che viveva

nell‟ozio, abitualmente; che dormiva dieci ore per notte senza essere

disturbato, che non si sposò mai, che preferiva starsi ritirato dal mondo, mise in

cornice l‟Amore per la sua positiva azione fisiologica:

3
    Ivi, p. 57.
4
    CARTESIO, Le passioni dell’anima, Editori Associati, Milano 1994, p. 53.

                                                                                              6
[…] noto che nell‟amore, quando è solo, vale a dire quando non è accompagnato da
nessuna forte Gioia, o Desiderio, o Tristezza, il battito del polso è regolare e molto maggiore
e più forte del solito, che si sente un dolce calore nel petto e che la digestione dei cibi si fa
molto rapidamente nello stomaco, di modo che questa Passione è utile per la salute.6

           In un altro angolo del labirinto troviamo Spinoza, che ci suggerisce

alcuni approfondimenti conservati nel suo capolavoro, Ethica more geometrico

demonstrata. Con la sua “geometria degli affetti” il grande maestro spiega che

l‟esistenza umana può passare da una minore ad una maggiore perfezione,

grazie alla Gioia (laetizia). Il passaggio inverso è determinato dalla Tristitia.

L’Amore è una Gioia, accompagnata dall‟idea di una sua causa esterna:

l‟oggetto dell‟amore. Laetitia e Tristitia, per Spinoza, sono affetti primari.

Essi generano il «desiderio d‟essere» e tutti gli altri affetti, quali ammirazione,

disprezzo, odio, ecc.

           E se ci chiedessimo come è possibile giudicare quali sono gli affetti

buoni o cattivi? «Per poterlo fare è necessario, secondo Spinoza, intendere il

“bene” e il “male” come ciò che giova o rispettivamente nuoce alla

conservazione del proprio essere, e quindi come utile e dannoso».7 Ebbene,

tanta saggezza ora ci serve per una improvvisata, geometrica deduzione:

l‟Amore            è   sicuramente   un   affetto   utile,    nella    perseveranza,       nella

conservazione, nel perfezionamento del proprio essere.

5
    Ivi, p. 92.
6
    Ivi, p. 102.

7
    C. ESPOSITO, P. PORRO, Filosofia moderna, Laterza, Roma-Bari 2009, p. 187.

                                                                                               7
Mentre constatiamo che la Filosofia non si è totalmente disinteressata

all‟Amore, addirittura troviamo qualcuno che ne sfibra le sue radici. Alain

Badiou, nel precisare che la filosofia ha avuto un inizio, che non è esistita in

tutte le epoche storiche, che non è entrata nell‟epoca del suo declino, insomma

che è ancora possibile, presume che essa esiga delle condizioni particolari per

esprimersi.

        Affermeremo dunque che vi sono quattro condizioni della filosofia, che il venir
meno di una sola di esse comporta la sua destituzione, e che per contro l‟insorgere del loro
insieme ha condizionato la sua comparsa. Queste condizioni sono: il matema, la poesia,
l‟invenzione politica e l’amore… Cos‟è una condizione della filosofia? E‟ una verità in
divenire, appartenente a uno dei quattro generi di verità (extrafilosofici) di cui, a partire dai
Greci, conosciamo l‟esistenza: il genere scientifico (più in particolare matematico), il genere
artistico (più propriamente poetico), il genere politico (più propriamente l‟emancipazione
politica, o la politica della libertà), e il genere amoroso.8

          La comparsa di Sigmund Freud è stata decisiva per il tema che stiamo

trattando. Come la presenza di un alimento in bocca eccita la salivazione, così i

suoi studi hanno fatto parlare molti più filosofi che nei secoli precedenti. Una

“secrezione” metafisica che ci aiuta a divorare, per esempio, il pasto di

Umberto Galimberti ne Le cose dell’amore:

        Perché un libro sull‟amore? [...] è diventato l‟unico spazio in cui l‟individuo può
esprimere davvero se stesso, al di fuori dei ruoli che è costretto ad assumere in una società
tecnicamente avanzata, dall‟altro lato questo spazio […] è diventato il luogo della
radicalizzazione dell‟individualismo, dove uomini e donne cercano nel tu il proprio io, e
nella relazione non tanto il rapporto con l‟altro, quanto la possibilità di realizzare il proprio
sé profondo […] Per effetto di questa strana combinazione, nella nostra epoca l‟amore
diventa indispensabile per la propria realizzazione come mai lo era stato prima, e al tempo
stesso impossibile perché, nella relazione d‟amore, ciò che si cerca non è l‟altro, ma,
attraverso l‟altro, la realizzazione di sé […] Autenticità, sincerità,verità, individuazione

8
    A. BADIOU, Manifesto per la filosofia, Feltrinelli, Milano 1991, p. 11.

                                                                                               8
trovano nell‟amore quello spazio che la società, regolata dalla razionalità della tecnica, non
concede più. L‟amore diventa a questo punto la misura del senso della vita […].9

          Stiamo per uscire dal labirinto. Troviamo le ultime indicazioni utili, per

raggiungere la nostra meta:

        L‟amore espone a un rischio grandissimo, ma questo rischio è commisurato
all‟incredibile valore che diamo a un‟altra persona. E noi le diamo questo incredibile valore
perché ne abbiamo bisogno, perché ne riceviamo qualcosa. L‟amore ci dice che non stiamo
mai veramente bene, quando siamo soli, non siamo fatti per essere soli […].10

          E in quanti dobbiamo essere, per amare? «Il naturale è costituito almeno

da due: maschile e femminile […] la natura non è una […] la realtà è due […].

Si è pensato l‟universale come uno, a partire da uno. Ma questo uno non

esiste»11, ripete con penetrante acutezza Luce Irigaray, in lingua italiana, per

farcelo intendere meglio. La natura è due (un due che implica le differenze

secondarie: più piccolo/più alto, più giovane, più vecchio, ad esempio). E

l‟uomo e la donna sono le due parti del genere umano. Si è immaturi quando si

afferma che “l‟uomo sarebbe la testa e la donna il corpo” o che “l‟uomo

sarebbe il divino del regno animale femminile”. Mettiamo in penitenza chi

commette peccati morali. Uomini e donne sono una specie di esseri viventi in

cerca della loro identità. Per tale ragione la filosofa considera parlare d‟amore

un atto appropriato. Di nuovo

[…] il naturale è almeno due: maschile e femminile. Questa partizione non è secondaria, né
caratteristica del genere umano; essa attraversa tutti i regni del vivente, che altrimenti non

9
    U. GALIMBERTI, Le cose dell’amore, Feltrinelli, Milano 2004, pp. 11-12.
10
     J. L. NANCY, M’ama, non m’ama, UTET, Torino 2009, p. 39.
11
     L. IRIGARAY, Amo a te, Bollati Boringhieri, Torino 2008, p. 43.

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esisterebbero. Nessuna vita è possibile sulla terra senza la differenza sessuale, che ne è la
manifestazione e la condizione di produzione e riproduzione.12

           Siamo usciti. Siamo all‟aria aperta. Respiriamo, guardando in faccia ciò

che è evidente, mentre echeggiano le intuizioni di Luce. Noi tutti siamo

generati da due, l‟uomo nasce da un‟altra. L‟uomo sogna di essere il tutto e

suppone per la donna una falsa passività. Egli è generato, non creato. Uomo e

donna sono ognuno, singolarmente, una parte del loro insieme. Hanno corpi

differenti, sensibilità e spiritualità non sono lo stesso. E queste differenti metà

del genere umano si cercano attraverso l‟amore.

           Sapendo di commettere errori, nel rileggere le pagine dei maestri che da

Platone a Lacan hanno dimostrato “amore per l‟amore”, noi vogliamo

aumentare la conoscenza di un oggetto sempre misterioso. La filosofia è un

guadagno, anche quando tratta beni ipotecati.

           Noi uomini comuni vogliamo risposte sbrigative alle passioni amorose.

Leggiamo gli oroscopi, paghiamo i maghi, ci raccomandiamo agli

psicoanalisti, preghiamo Cristo e la Madonna, ci vendichiamo. Tutto accade

perché non conosciamo la natura dell‟amore. Siamo deviati da una cultura di

massa che semplifica e mistifica. Purtroppo, un talk show è più convincente di

un libro.

           Commettendo una sola volta l‟errore abitudinario di usare Wikipedia,

concludiamo l‟introduzione dando una spiegazione al titolo: LA FISICA

12
     Ivi, p. 44.

                                                                                          10
DELL‟AMORE. Si tratta di una metafora che non ha nessun fondamento

scientifico. Semplicemente, φύσις [physis], significa “natura” e nulla è più

naturale dell‟amore. Ma del metodo sperimentale ci servono tre buone pratiche:

l‟osservazione dei fenomeni, la formulazione di ipotesi e l‟apprendimento di

alcune leggi empiriche, di tipo morale. Certamente l‟amore non si può

riprodurre in laboratorio, ma la sua fenomenologia cambia poco-niente da

Stoccolma, a Corato, da Toronto alle tende berbere. Inoltre, l‟amore si fa con il

corpo fisico, oltre che con la mente…

      LA FISICA DELL‟AMORE considera i paradigmi della vita erotica e ad

ognuno di essi dedica un capitolo: L’innamoramento, L’amore romantico, Il

sesso, Matrimonio-gelosia-tradimento-separazione degli amanti, Il nuovo

amore. Tante domande dovranno render luccicanti i paragrafi.

                          I L’INNAMORAMENTO

      Che cosa trasforma due estranei in due spasimanti? Che cosa insemina il

loro cuore? È più efficace Cupido, il “colpo di fulmine” o la seduzione? Che

cosa ci attira dell‟altro? Come diventiamo fisicamente, perché siamo

aggressivi? E come fare innamorare la persona che ha catturato la nostra

attenzione?

                                                                              11
II ODI ET AMO

           «Il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce» (Pascal).

      Catullo ha scritto indimenticabili versi su questa contraddizione: ma

l‟odio è per davvero, il compagno inevitabile dell‟amore? Odio e amore sono i

poli di uno stesso magnete, che rafforza l‟attaccamento. Quale dei due

sentimenti è più forte dell‟altro? L‟odio è la risposta a quella minaccia che è

l‟amore. L‟amore è più creativo. L‟odio è più antico dell‟amore. L‟odio

imbruttisce. Non si cresce senza amore. La competizione dell‟odio distrugge

l‟amore o lo rafforza?

                         III UN CORPO, TANTI SESSI

      Che cosa è il sesso? I più antichi manuali di istruzione sessuale offrono

una serie di figure plastiche da mettere in pratica per il godimento personale.

L‟uomo ha un pensiero malizioso per una qualsiasi donna gli passi accanto. La

donna preferisce un rapporto affettivo al piacere genitale; ella, nell‟affetto si

eccita anche sessualmente. Esiste la Bellezza nell‟atto sessuale? La sessualità

non è un insieme di pose scabrose, ma azione che conserva la specie…

                                                                               12
IV MATRIMONIO, GELOSIE, TRADIMENTI, SEPARAZIONE

   «[…] non vi è nulla di così infido come il cuore umano» (Kierkegard, Aut Aut, 163).

      Non c‟è amore senza possibilità di tradimento…Il tradimento appartiene

all‟amore. Neppure Dio vuole che si cresca in una fiducia incondizionata. Il

tradimento bisogna lasciarlo intatto nella sua crudeltà. E poi la vendetta, il

cinismo, il perdono… Chi può dirci qualcosa sulla ferita più lacerante di una

vicenda amorosa?

      Siamo poco allenati al sacrificio, ai primo ostacoli mandiamo in crisi il

legame. Esiste la possibilità di guarigione dopo una vera separazione? Ad un

amante abbandonato servirebbe più un legamento magico, un miracolo o le

lezioni di un filosofo? Che cosa sono i meccanismi di difesa? Infine, è meglio

subire un torto piuttosto che commetterlo?

                                V CONCLUSIONI

                             «Amo, volo ut sis» (Agostino).

Quando si ritorna ad amare, dopo aver lungamente combattuto, con il senso

tradito e traviato, si è più maturi. L‟amore non è uno, come la filosofia. Si ama

la patria, i genitori, la natura, l‟arte, gli animali ecc. La sofferenza precedente

di una storia finita ci lascia nello spirito temprato l‟equivalente di un lungo

                                                                                         13
allenamento alla lotta. La volta successiva saremo più rafforzati alla lotta

dell‟amare. L‟amore è un cammino, non un possesso, l‟amore è una relazione

non una fusione. Perché non è unico ed eterno?

Quando ricomincia, l‟amore ha più interesse, più dottrina, più dedizione.

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