RIFLESSIONE E CONSAPEVOLEZZA DENTRO GLI STEREOTIPI DELLA VIOLENZA - CONTIENE UN INSERTO PER RAGAZZI
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Pensare alle prime esperienze d’amore in violenza sessuale all’interno delle rela- adolescenza evoca immagini di felicità e zioni di coppia, è sempre più presente tra spensieratezza oltre che il mettersi in gioco i giovanissimi e per questo devono essere nel rapporto con un’altra persona. Può però proprio loro i principali destinatari dei pro- accadere che, proprio in questa fase della grammi di prevenzione contro la violenza. vita, i giovani si trovino a vivere esperien- ze molto diverse da quelle immaginate, Uno dei problemi maggiori nell’affrontare il spesso senza rendersi conto di quanto fenomeno è quello di far capire ai ragaz- stia succedendo loro e senza sapere come zi che quanto stanno vivendo è violenza, e a chi rivolgersi per chiedere sostegno e/o non normalità; spesso infatti alcuni atti e aiuto. comportamenti non sono riconosciuti come inaccettabili, ma come “normali”. Per que- Le ultime ricerche ci dicono che la violenza sto motivo è fondamentale aiutare i ragazzi è un fenomeno rilevante e in crescita tra gli a diventare più consapevoli dei rapporti e adolescenti, tanto da aver già una denomina- dei comportamenti nelle relazioni intime at- zione: teen dating violence. Uno studio effet- traverso programmi di prevenzione sul tema. tuato nel 2017 presso il Soccorso Violen- Come riporta l’articolo sopra citato, l’Orga- za Sessuale e Domestica (SVSeD) della nizzazione Mondiale di Sanità ha rilevato che Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale per un terzo delle ragazze nel mondo la Maggiore Policlinico e pubblicato su In- prima esperienza sessuale è forzata. ternational Journal of Obstetrics and Gyne- cology ha mostrato che il fenomeno della I numeri della Più di 1 ragazza su 10 1 adolescente su 10 violenza tra gli ha vissuto esperienze di ha subito violenze fisiche studenti violenza nella coppia prima dei 18 anni in coppia Studio condotto in Italia su un campione di oltre 700 studenti delle Il 16% delle Il 14% delle scuole secondarie di secondo grado. ragazze e l’8% ragazze e l’8% dei ragazzi dei ragazzi ha subito gravi e ripetute ha subito violenze o violenze psicologiche o molestie sessuali persistenti comportamenti di dominazione e controllo
Io Non Ho Detto Sì è un percorso di pre- tipi di genere, dei reati penalmente persegui- controllo, che potrebbe riprodursi anche nel- PERFINO PER NOI ADULTI QUESTA venzione e sensibilizzazione sul tema bili, del consenso morale e materiale. le future relazioni adulte, per questo motivo COSA PUÒ RISULTARE MOLTO COM- complesso e delicato della violenza di risulta cruciale un intervento precoce. PLESSA! Questo processo, motivazionale genere, rivolto a ragazzi di età compresa tra I professionisti, avvocati e psicologi e decisionale, implica una capacità emotiva, gli 11 e i 19 anni. dell’Associazione SVS DAD Onlus e UN PERCORSO DI CONSAPEVOLEZZA l’essere in grado di valutare cosa sia bene dell’Associazione Valeria hanno lavorato Il tema centrale dei nostri incontri è stato il per noi stessi o cosa, invece, potrebbe met- PERCHÉ QUESTO PROGETTO È COSÌ alla costruzione di un percorso multidisci- consenso e le sue modalità di espressione. terci in situazione di rischio, di pericolo; la IMPORTANTE? Io Non Ho Detto Sì è un plinare, dove proprio le diverse competenze capacità di riuscire a non farsi influenzare progetto importante perché ha l’obiettivo di e i diversi approfondimenti specifici, hanno I ragazzi che hanno partecipato al proget- dalle aspettative degli altri e non aderire al dare informazioni sulla violenza di genere, reso il percorso di sensibilizzazione unico e to di solito hanno risposto “di getto” che il desiderio di essere sempre accettati; la ca- ma ha anche altri due obiettivi complementa- innovativo. consenso si esprime dicendo un “sì” o un pacità di saper riconoscere i propri bisogni. ri, che lo rendono di fatto un’occasione molta “no”. Parlare di cosa si intende per consenso apprezzata soprattutto dai ragazzi: MA COME SPIEGARE AI RAGAZZI LA soprattutto nella sfera delle relazioni e ancor Parlare di consenso dentro la relazione, VIOLENZA? Noi professionisti ci siamo di più nella sfera sessuale è una questione comporta anche saper dire “No!”, ponendo 1. sensibilizzare su un tema tanto com- interrogati su quale fosse il modo miglio- molto complessa. Se ci pensiamo un atti- l’accento sull’ascolto e sul rispetto recipro- plesso quanto delicato, troppo spesso re per spiegare la violenza di genere ai ra- mo riuscire a dire “no” non è sempre facile, co, che vada oltre i ruoli di genere e i modelli costellato da pregiudizi e stereotipi che col- gazzi, consapevoli di come l’aspetto più specialmente tra gli adolescenti o in giovane culturali socialmente appresi su ciò che sia piscono soprattutto le vittime; problematico e oscuro della violenza sia età, quando, quello che l’altro pensa o vuole maschile o femminile. Significa andare oltre proprio la difficoltà di riconoscerla nei è spesso più importante del rispetto di sé gli stereotipi da cui nasce la violenza di ge- 2. creare uno strumento di comunicazio- suoi aspetti più insidiosi, nei piccoli gesti stessi. nere. ne che lasci aperto un canale di confronto di gelosia o di controllo dell’altro (nei vestiti con i ragazzi, ai quali non servono paternali ad esempio, nelle amicizie che si possono o e insegnamenti “dall’alto” che non lasciano non frequentare, nel controllare telefonini e possibilità di replica, ma occasioni di rifles- social network). sione e di crescita personale. Secondo noi, creare l’incontro con i ragazzi vuol dire rico- Ci siamo chiesti: “Come possiamo aiutare i noscere loro uno spazio di riflessione condi- ragazzi a riconoscerla? Come riuscire a far viso, in cui raccontarsi, esprimere il proprio comprendere i suoi segnali?”. I campanelli personale punto di vista sul mondo, dimo- d’allarme sono spesso difficili da cogliere, Intervista alla psicologa e psicoterapeuta Elisabetta Giribaldi strando così che il loro pensiero e le loro basti pensare come alcuni comporta- emozioni hanno valore e possono essere menti di gelosia, di controllo e di domi- Stimolati e provocati, i ragazzi si mettono in gioco e attivano tra di loro prezioso oggetto di scambio con noi adulti. nazione vengano spesso scambiati per dei confronti sinceri a proposito del consenso alla sessualità: “Però è dura amore e innamoramento (“è geloso per- farvi capire che a volte vogliamo fermarci...”; “Per voi diventiamo subito Un percorso di informazione e conoscenza, ché mi ama troppo”, “non vuole che parli con finocchi o pensate di non essere belle invece, magari, abbiamo paura... psicologico e giuridico, dove i ragazzi pos- altri ragazzi perché ha paura di perdermi”) o Come voi insomma”; “Anche voi però a dire che poi vi viene male lì!”; “... sono sentirsi coinvolti e liberi di esprimersi in il controllo venga giustificato (“mi ha urlato Però è anche vero che se vogliamo fermarci lo possiamo fare”. un progetto attivo di condivisione, riflessione e mi ha spinto solo perché era nervoso”), la e apprendimento. violenza fisica minimizzata (“se non faccio Tutte queste frasi fanno emergere come spesso si attribuisce all’altro pen- l’amore con lui, sicuramente mi lascerà”) e la sieri propri e come il giudizio dell’altro impatta di più del rispetto verso Un luogo dove potersi sperimentare, capaci pressione sessuale non riconosciuta. di sé. di dare e ricevere fiducia, potersi mettere in discussione, in un clima di consapevolezza Le ragazze e i ragazzi, sono maggiormente Il valore del consenso passa attraverso la chiarezza di ciò che è stereo- e di riflessione riguardo a temi difficili, come a rischio di fare proprio un modello di rela- tipo di genere. Soprattutto nella scuola, è importante confrontarsi per quello della violenza di genere, degli stereo- zione di coppia improntato sul dominio, sul integrare il maschile ed il femminile e per offrire la possibilità di pensare “pensieri diversi” .
Analizzando meglio il tema, anche attraver- d’incoscienza o perché si è troppo giova- Le ragazze si sono mostrate subito entusiaste e ricordavano perfettamen- so l’uso di video metaforici (es. video della ni) non è possibile esprimere un consenso te quanto accaduto, al punto che alcune di loro hanno raccontato a me tazza del tè) ed esempi concreti, gli studenti valido. e ad un paio di ragazzi assenti all’incontro precedente, ciò che avevano hanno compreso, invece, che il consenso/ sperimentato e appreso, confrontandosi tra loro quando il percepito ri- non consenso può esprimersi anche attra- I ragazzi hanno riflettuto anche sul fatto sultava diverso. Hanno fatto molte domande in merito alle conseguenze verso dei gesti, con il tono della voce, con che l’espressione del consenso può essere di un eccessivo delle frasi indirette e con comportamenti condizionato da determinati fattori esterni non verbali; che si può esprimere “consen- (ad esempio la situazione concreta vissuta, o cattivo utilizzo dei social, soprattutto portando il tema dei profili fake, so” a parole, ma “dissenso” con i gesti; che il condizionamento del gruppo) e che oc- costituiti al solo fine di controllare costantemente amici e fidanzati (pro- il consenso può essere revocato in ogni corre sempre, per non commettere un reato fili di reato di stalking). Abbiamo affrontato il tema degli stereotipi, più momento e che, in determinate situazioni sessuale, la manifestazione di un consenso che il tema del consenso, e le ragazze si sono confrontate su situazioni (quale ad esempio l’essere sotto l’effetto di valido e libero. accadute, raccontando di esperienze personali vissute, tutto con grande sostanze alcoliche o psicotrope o in stato coraggio e trasparenza. Complessivamente un’esperienza arricchente e soddisfacente, un vero “incontro” con ragazzi e ragazze molto eterogenei tra loro, ma tutti inte- ressanti ed interessati. Ho trovato particolarmente stimolante e proficua Intervista all’avvocata Laura Benetti la compresenza delle due professionalità per fornire al contempo contenu- ti e contenitori di natura psicologica e legale. La mia esperienza presso le classi nel progetto “Io Non Ho Detto Sì” si è purtroppo realizzata in maniera “incompleta” avendo io partecipato ad un primo ed un secondo incontro in due classi differenti. Difetto, pertanto, di uno sguardo d’insieme coerente, ma dall’altra parte, ABBIAMO RIBALTATO GLI STEREOTI- un percorso più personale, partecipativo pur avendo avuto la possibilità di svolgere solo 2 incontri con i ragazzi, PI! Affrontare il tema degli stereotipi sul- ed efficace. Ogni fase del percorso, è quel- vanto un’esperienza comunque significativa. la violenza di genere è fondamentale per la che permette un ulteriore passaggio di comprendere come siamo intrisi di modi di pensiero, più emotivo, più riflessivo consen- Il gruppo classe era formato dall’unione di due classi eterogenee, circo- pensare comuni “ci sta, guarda come è ve- tendo così ai ragazzi di smantellare i ruoli stanza che preoccupava assai le insegnanti. In realtà la collega psicote- stita”, “se l’è cercata”, “ è stata colpa tua”. stereotipici di genere, maschile e femminile, rapeuta ed io abbiamo lavorato molto bene, alternandoci in modo fluido Partendo da questa assunzione, ci siamo così consolidati nella nostra identità inter- e proficuo e lasciando spazio agli interventi dei ragazzi, risultati intelli- domandati come promuovere nei ragazzi un personale e sociale. genti e pertinenti, con grande partecipazione di tutti nonostante appar- tenessero a due gruppi ben distinti. pensiero critico, interno e personale, che non appoggiasse solo su slogan contro la Durante l’intero percorso, avvocato e psi- violenza di genere, senza capirne il reale si- coterapeuta, hanno condiviso con i ragazzi Nel lavoro con i post-it (forse bisognerebbe spiegare di cosa si tratta. Dopo gnificato. storie di situazioni di violenza, di stalking, nell’intervista della De Leo viene spiegato) si sono molto impegnati, pro- soffermandosi con loro per discuterne sia seguendo anche durante la pausa dell’intervallo. Il percorso “Io Non Ho Detto Sì” è stato gli aspetti più emotivi sia quelli più legali, Hanno chiesto di leggere personalmente i vantaggi e gli svantaggi dell’es- pensato come una piccola matrioska che spesso quest’ultimi molto lontani dal loro sere maschi e femmine e ne hanno parlato approfonditamente e appas- via via si dipana nelle sue componenti. La senso di realtà. Si sono lette e dibattute sionatamente. Sono rimasti molto colpiti dal caso pratico di cui ho letto ricerca del materiale video, dei film, le at- denunce, affrontando insieme i quesiti e i il capo di imputazione. Abbiamo lavorato casi più soft per spiegare loro tività di condivisione di gruppo, sono stati dubbi dei ragazzi e permettendo loro di fare che tutti gli atti sessuali imposti (perché senza consenso o con consenso oggetto di grande studio e riflessioni tra gli domande per se stessi o a nome di qualcun “viziato”) costituisco reato (ad es. il bacio o il palpeggiamento). Molto esperti che si sono interrogati sul come ac- altro. interessati e curiosi, soprattutto i maschi. compagnare i ragazzi nella costruzione di
Intervista all’avvocata Roberta De Leo COME GLI STEREOTIPI DI GENERE la circonda, una ragazza (e un ragazzo) si Si sono posizionati in cerchio (su nostra indicazione) e dopo un giro di CAMBIANO IL MODO IN CUI VERRÀ costruirà un’immagine di sé che la (lo) ve- presentazioni reciproche abbiamo mostrato loro due brevi video, uno sul VISSUTA LA PROPRIA VITA. drà “aderente” a determinati ruoli culturali, tema del consenso in generale, con una parodia animata sul rito del tè modelli di relazione e di vita. (divertente e molto efficace) e l’altro, verso la fine dell’incontro, invece sul Le informazioni sui ruoli di genere vengo- tema dell’equivoco e della provocazione. Si è trattato di uno spezzone del no acquisiti da bambini, tramite moltissimi COSA CI AVETE RACCONTATO? film “Sotto Accusa” con Jodie Foster e del momento in cui lei e altri ragazzi modelli culturali, sociali, storici e politici. bevono e ballano in un bar. Il suo comportamento provocante scatenerà poi Modelli intrafamiliari ed extrafamiliari ed è VANTAGGI E SVANTAGGI NELL’ESSERE la furia dello stupro (scene non mostrate). difficile, se non addirittura impossibile, es- RAGAZZO E RAGAZZA Ci siamo quindi addentrate ad affrontare il tema degli stereotipi con- serne immuni. Durante l’adolescenza questi segnando loro dei post-it di due colori diversi per maschi e femmine e li ruoli vengono spesso consolidati, influen- Abbiamo chiesto ai ragazzi di scrivere su abbiamo invitati a scrivere quali fossero a loro giudizio i vantaggi e gli zati dall’ambiente familiare ma soprattut- dei foglietti anonimi, quali pensavano fos- svantaggi discendenti dal genere. to sociale. Ovviamente, a seconda delle sero i vantaggi e gli svantaggi nell’essere informazioni che riceve dall’ambiente che uomo o donna. Hanno compilato moltissimi foglietti, che hanno poi sparso a terra, e che abbiamo letto insieme. Ne è nato uno scambio molto interessante, intenso e stimolante. Io e la collega psicologa, ci siamo alternate molto fluidamente nel mante- nere la conversazione sui temi degli stereotipi, cercando di focalizzare il loro interesse su aspetti meno evidenti delle dinamiche relazionali (pregiu- dizi e automatismi inconsapevoli), nonché su risvolti, appena accennati, di carattere giuridico. La risposta della classe è stata davvero sorprendente, dato il loro acceso interesse per i temi trattati. Li abbiamo lasciati con il compito di portare dei testi musicali che affrontassero qualcuna delle questioni affrontate. Nel secondo incontro siamo partite dall’analisi dei testi di alcune canzoni di rapper molto significative. Esprimevano violenza e desiderio di vendet- ta per il tradimento (o più semplicemente perché erano stati lasciati) della partner. Abbiamo cercato, con qualche difficoltà, di farli riflettere sul pas- saggio strisciante (una sorta di sdoganamento della violenza di genere) di disvalori quali il possesso e il controllo dell’altro. Abbiamo incontrato la resistenza di chi concede, al testo musicale, di essere “contro” per defini- zione. Ci hanno fatto notare che anche i Rolling Stones o i Beatles inneg- giavano alla droga! Ne è nato uno scambio impegnativo per noi, ma molto costruttivo. Io poi li ho guidati dentro un processo per concorso in violenza sessuale di gruppo, invitandoli a immaginarsi nelle vesti dei vari attori del proce- dimento, anche per evidenziare come sia diverso il linguaggio della legge rispetto al loro. Ho raccontato l’esito di quello che poi era un vero processo e il loro impatto emotivo è stato significativo. La coppia psicologa/avvocato è a mio avviso molto efficace.
“Devi stare attenta a come ti vesti e a cosa fai”. TESTIMONIANZE TESTIMONIANZE “Se non te ne frega sei un maschiaccio, se FEMMINILI MASCHILI te ne frega troppo sei una troia”. “Siamo inferiori “Abbiamo meno rispetto ad un possibilità uomo”. lavorative”. “Possiamo essere più “Quando io passeggio menefreghisti”. “Siamo fisicamente in strada da donna, più forti”. mi sento sempre dire, “I ragazzi non come sei bella, come ti “Lo svantaggio rischiano di “Dobbiamo dimostrarci chiami, sei stupenda. dell’uomo è avere essere abusati”. come la massa per Sono sempre uomini più responsabilità essere accettato dagli “Noi ragazzi molto più grandi di noi lavorativa ed altri”. abbiamo meno di me. È una cosa economica”. paranoie riguardo “Subire almeno l’apparenza”. fastidiosissima.” una volta nella vita avance in modi “crudi”. “Sono un ragazzo “Dobbiamo sempre Oppure la classica “ Se il ragazzo essere sistemate maschio e le persone non rispetta toccata in metro”. che mi incontrano “L’uomo è l’unico (in maniera le aspettative obbligatoria) per non possono pensare che che deve fare le cose degli altri viene sentirsi giudicate da io sia un fattone ma più impegnative: considerato uno altre ragazze”. invece è il contrario”. lavorare, guidare…”. “Svantaggi sfigato”. principali ciclo e dover partorire”. “I genitori si “Non si può “Gli uomini “Facciamo lavori aspettano il massimo, essere troppo pensano che più pericolosi”. devi sempre eccellere”. forti perché sei dobbiamo “A seconda un maschiaccio, lavare, stirare dell’aspetto neanche essere ma possono farlo fisico le persone anche loro”. “Se ho tante ragazze “Siamo più troppo debole si aspettano intelligenti. determinate cose”. sono un figo e non un perché se ne È biologico”. “Dobbiamo piacere poco di buono”. approfittano tutti”. alle altre persone, vestiti, tacchi, “Non accettiamo trucco”. “Abbiamo il “I ragazzi hanno un NO come “Uno svantaggio meno situazioni peso di essere risposta”. è che se non sei di pericolo di noi e capofamiglia”. bella ti possono “Si pensa che siamo possono difendersi prendere in giro più deboli. Ragazzi e più facilmente con tutti”. adulti”. la forza”.
Dal confronto con i ragazzi, emerge la pre- rivelando la mancata progettualità della vita di vita, non solo perché con il passare delle settimane e da un incontro senza di uno stereotipo sociale che sanci- se non in funzione dell’uomo. Poche le voci all’altro, ci ritrovavamo davanti all’amara realtà di nuovi eclatanti epi- sce la superiorità del maschile sul femmi- femminili fuori dal coro: “ma cosa dici? Devi sodi di violenza sulle donne riportati nei programmi tv o tg nazionali, nile, in termini di forza fisica, di possibilità stare sempre dietro a lui? Scordatelo!”, la- ma anche perché alcuni ragazzi nell’infinita dolcezza della loro genuina di scelta e di lavoro. Il femminile esprime sciando però questa domanda cadere nel sensibilità, spesso quasi inaspettatamente per noi, hanno sentito di poter una situazione di disagio e di svantaggio vuoto. condividere in quel contesto alcuni episodi riguardanti piccole forme di globale rispetto all’uomo, consapevoli della violenza a cui avevano assistito o di cui si sono sentiti vittime. condizione di sub-alternità della donna nel D’altra parte il maschile chiede l’autorizza- mondo del lavoro rispetto agli uomini. zione a piangere (“se piangi non vuol dire È stato molto affascinante osservare come una medesima proposta ripe- che sei un finocchio!”) e ad essere aiuta- tuta in classi diversi, abbia finito sempre per prendere una forma nuova Spesso si è rilevata una rigidità dei modelli to (“come fa oggi a lavorare solo l’uomo? suscitando reazioni e domande molto varie. In tutte le classi, da quelle familiari, culturali dove si sono strutturate I miei me lo dicono sempre che oggi è im- che definirei dei più “romantici” a quelle composte dai cosiddetti “ragaz- le idee delle ragazze (“si deve essere belle possibile! Ti copri di debiti!”). zi di strada”, abbiamo trovato anime interessanti e interessate. per forza”) e in cui ci sono gli aspetti econo- mici importanti (“si devono scegliere gli uo- Dalle riflessioni scritte dai ragazzi, emer- Le domande che ci hanno rivolto riguardavano principalmente i mec- mini in carriera perché almeno ci mantengo- gono spunti estremamente interessanti, canismi interni della vittima che a volte sembra non reagire e gli aspetti no”). Con difficoltà le ragazze si autorizzano sui quali noi adulti, formatori, genitori, inse- legali riguardanti l’uso di eventuali oggetti per difendersi da parte di a “fare carriera” perché “tanto poi si deve gnanti dovremmo soffermarci a riflettere e a chi si sente in pericolo. Questo dà già di per sé un riscontro di quanto rinunciare... mica lascio i miei soldi ad una interrogarci. questi ragazzi si siano connessi con noi non solo ad un livello cogniti- altra persona. Faccio crescere io i bambini” vo-informativo ma anche e soprattutto ad un livello più emotivo, “empa- tizzando” con le vittime o potenziali vittime e, dunque, portando fuori emozioni comuni come la rabbia del non essere creduti, il disgusto per essere importunanti anche solo verbalmente, la paura di rimanere da soli Intervista alla psicologa e psicoterapeuta Claudia Travia in certi luoghi. “Io Non Ho Detto Sì” è un progetto di prevenzione e sensibilizzazione sul tema complesso e delicato della violenza, ma riterrei riduttivo darne solo È venuta molte volte fuori l’esigenza di sentirsi protetti dal gruppo insie- questa semplice definizione. “Io Non Ho Detto Sì” è il frutto della collabo- me alla percezione del “posto sicuro” che è rappresentato dal gruppo di razione tra diversi professionisti, nello specifico avvocati e psicoterapeu- amici quando sono a scuola, in discoteca, al pub o semplicemente stanno ti, che nonostante la diversa formazione hanno collaborato in perfetta camminando per strada. Tutte le loro parole ci hanno dato la bellissima armonia guidati da una mission profondamente condivisa. sensazione che, aldilà delle problematiche con cui questi adolescenti si confrontano quotidianamente mettendo spesso a dura prova gli adulti di La prima cosa che ho avuto il piacere di riscontrare è che ho sempre in- riferimento, noi che eravamo lì con loro in quel momento stavamo semi- contrato ragazzi e ragazze disponibili al confronto, vogliosi di esporre nando qualcosa di buono in un terreno già di per sé molto fertile. il loro pensiero sull’argomento e capaci di ampliare o modificare i loro punti di vista, spesso dati, come è normale quando si è molto giovani, da una visione parziale delle cose. Così, ogni volta, è stata un’emozione grandissima aprire il dialogo con loro. È bastato di fatto spostare l’attenzione dai tatuaggi e dai loro jeans strappati ai loro occhi, è bastato far loro sentire che “per me è importante confrontarmi con te” e “per me è interessante sapere cosa pensi tu”. Gli incontri infatti sono stati strutturati e condotti in modo da avere una partecipazione attiva dei ragazzi. Abbiamo parlato di violenza partendo dal concetto di “consenso”, ma ancora di più abbiamo parlato di storie
Io Non Ho Detto Sì VA A SCUOLA PER dova e il quartiere Adriano di Milano. Nella psicologica delle vittime. È stato anche importante sottolineare la dif- GLI ADULTI Il percorso di sensibilizzazione seconda, l’Associazione Mamme a Scuola ferenza tra tale reato e quello degli abusi di mezzi di correzione che, e informazione si è rivolto anche a istituzioni ha richiesto il nostro intervento per affron- anche se hanno una finalità educativa, sono illeciti considerate le mo- scolastiche per adulti, la cui frequenza è per tare con le donne, provenienti da culture e dalità (violente) di espressione. Si è trattato anche il tema dello Stalking, la maggior parte di persone immigrate nel religioni differenti, il delicato tema della vio- evidenziando loro la differenza tra il cosiddetto “corteggiamento” e gli nostro paese. Due esperienze di formazio- lenza su donne e minori. atti persecutori che pongono la vittima in uno stato d’animo di ansia e ne e informazione importanti e arricchenti, di paura costante. modificate nella loro struttura didattica per In questo caso gli interventi sono stati ca- meglio rispondere alle esigenze dei nostri librati in modo diverso e sono stati prepa- Infine abbiamo trattato il delicato tema del reato della violenza sessua- ascoltatori. In entrambe le occasioni è stato rati insieme alle operatrici dei due centri, le mettendo al centro del discorso la necessità del consenso all’atto. Sì è previsto un unico incontro. tenendo conto delle differenze culturali di anche precisato che tale reato si configura non soltanto con il cosiddet- cui tenere conto per presentare il tema del- to “stupro” ma anche con qualsiasi atto di violenza sessuale che venga La prima è stata una serata condotta da la violenza, in questo caso soprattutto in posto in essere sul corpo dell’altro contro la volontà di quest’ultimo. In due avvocati, entrambi di sesso maschile, famiglia. conclusione, abbiamo da un lato sottolineato i gravi danni (soprattutto alla Scuola di Villa Pallavicini, sita tra via Pa- sotto il profilo psicologico) che le vittime di violenza subiscono, dall’altro la possibilità da parte dei soggetti maltrattanti di intraprendere un per- corso terapeutico al fine di non reiterare il reato. Intervista all’avvocato Giorgio Conti Nel complesso gli studenti hanno dimostrato interesse e seria partecipa- La mia esperienza nell’ambito del progetto “Io Non Ho Detto Sì” è con- zione. Per noi due avvocati è stato senza dubbio un’esperienza unica e sistito nella partecipazione alle riunioni di preparazione del progetto ripetibile complessivo e un intervento effettuato assieme all’avvocato Andrea Pru- denzano (collega e caro amico del centro Antiviolenza SVSeD della Clini- ca Mangiagalli di Milano). Si tratta, in sintesi, di un’associazione i cui operatori, in modo dedito e coraggioso, impartiscono per lo più lezioni di italiano per stranieri (rivolte a persone di diverse culture e religioni che per varie ragioni necessitano di impararlo). Ad Andrea e me, due operatori simpatici e appassionati, hanno propo- sto di tenere un incontro di due ore ai loro studenti avente ad oggetto il tema della violenza sulle donne. Il nostro viaggio si è concluso, con una tap- alcune forme di dominio relazionale e ses- Tema molto delicato se si pensa che la maggior parte degli allievi era pa importante e speciale: una delle sedi suale siano, in Italia, reati perseguibili. di sesso maschile e proveniente da culture dove le donne vivono ancora dell’associazione “Mamme a scuola” che quantomeno di fatto in una posizione di inferiorità, rispetto a quella ha come utenti donne straniere che voglio- Abbiamo parlato delle diverse forme di vio- degli uomini. La “platea” era costituita anche da soggetti di età diversa: no imparare la lingua e integrarsi in maniera lenza, quelle “visibili” e quelle “invisibili”, e da qualche adolescente sino ad adulti ultra cinquantenni. Inoltre, come piena nel nostro paese. In questo modulo le abbiamo dato voce al sentire, ai vissuti e ai già rilevato, erano soggetti provenienti dal mondo orientale (Pakistan, formatrici erano due psicologhe. Abbiamo pensieri di ognuna. Questo ci ha permesso Sri Lanka), dall’Africa, dal Sudamerica e dall’Europa. Per alcuni di loro quindi avuto modo di affrontare il tema della di farle sentire ascoltate e accolte sul piano è stata preziosa la presenza di due interpreti che hanno saputo con gran- violenza con giovani donne di diverse cul- emotivo e ci ha dato l’occasione di sfatare de professionalità tradurre il nostro intervento. Oggetto di quest’ultimo, ture (in particolare arabe e cinesi). Spesso falsi miti. È stato questo il nostro atto finale come detto, è stato il difficile tema della violenza affrontato, per di più quest’ultime, vittime di profondi condizio- di un progetto bello e intenso attraverso cui sotto il profilo penale (essendo entrambi avvocati penalisti). namenti culturali e familiari, tanto da avere abbiamo voluto affermare a voce alta che la poca, se non nessuna, consapevolezza di violenza non ha mai giustificazioni... nean- Abbiamo, affrontato il reato di maltrattamenti in famiglia evidenziando come la violenza stessa sia culturale e che che culturali! come certi atti siano lesivi non soltanto dell’integrità fisica ma anche
VIOLENZA VISIBILE CONCLUSIONI gioco. Hanno portato scambi di riflessioni, le loro personali idee di consenso, la dispo- L’atteggiamento che scegliamo e adottiamo nibilità a cambiare idea o semplicemente ad quando ci avviciniamo a qualcuno influisce ampliare i loro punti di vista, hanno condi- sempre sulla reazione dell’altro. Cosa ab- viso le loro canzoni e, in alcuni casi, le loro biamo trovato nello spazio d’incontro con esperienze, in cui un valore saldo è risultato i ragazzi? Di fatto noi abbiamo scelto di essere sempre l’amicizia, intesa come ave- entrare nelle classi che ci hanno ospitato, re qualcuno su cui si può sempre contare UCCIDERE con un atteggiamento aperto e disponibi- nei momenti di difficoltà. Ci hanno portato le ad accogliere e ad ascoltare: questo ha le loro domande sia su ciò che provano in avuto un forte effetto sui ragazzi che a loro determinate circostanze, sia sugli aspetti le- volta si sono mostrati pronti a raccontarsi, gali di specifiche condotte. Infine ci hanno ma soprattutto a farlo autenticamente. I mostrato la loro capacità di contagiarsi e in- ragazzi hanno condiviso le loro sensazioni contrarsi nello smantellamento di stereotipi e stati d’animo; alcuni di loro hanno usato e giudizi di cui spesso loro stessi si sentono PICCHIARE espressioni come “oggi mi sento norma- le” ad indicare la serenità con cui iniziava- vittime. Lo abbiamo sentito nei loro racconti quanto a volte il giudizio diventi una forma no questo mini-viaggio con noi, altri hanno di violenza dura e segnante, che fa sentire usato espressioni del tipo “mi sento un po’ soli e impossibilitati a reagire, specie quan- strano” quasi a sottolineare la poca abitudi- do amplificata e veicolata dai social. Molti ne a confrontarsi con degli adulti in modo dei ragazzi che abbiamo incontrato hanno così libero, qualcun’altro ha detto “sono dimostrato che può essere possibile anche MINACCIARE davvero curioso di capire se faremo qual- cosa di diverso o è sempre il solito incontro una scelta consapevole dei loro gesti e del- le loro parole. Gli adolescenti sono un ter- DI PRENDERE sulla violenza”. Di fatto la sensazione che abbiamo avuto alla fine del percorso, data reno fertile e per aiutarli a fiorire, è neces- sario dare spazio e fiducia, essere presenti la partecipazione attiva e presente, è che I BAMBINI siamo riusciti a non essere così scontati al e ascoltarli. punto che i ragazzi si sono davvero messi in Avv. Paola Landriani. Riflessioni ISOLARE, “ TENERE LONTANO DAGLI ALTRI Lo abbiamo sentito nei loro racconti quanto a volte il giudizio diventi una forma di violenza dura e segnante, che fa sentire soli e impossibilitati a reagire, specie quando amplificata e veicolata dai VIOLENZA INVISIBILE social.
Intervista psicologa e psicoterapeuta Manuela Dell’Anna Informazione e orientamento di ragazzi, ragazze, genitori e insegnanti Il valore aggiunto di questo percorso è stato dato sicuramente dal pre- zioso contributo dei professionisti che hanno deciso di credere in questo progetto. La passione, il valore umano, l’accoglienza, la professionali- tà sono state le fondamenta, tra noi professionisti, sul quale costruire questo percorso. L’integrazione di esperti sulla violenza di genere, avvo- cati e psicoterapeute, ha richiesto un lavoro complesso, una tessitura di tanti piccoli pezzetti di esperienza come le trame di un tappeto antico. www.stannefuori.it Un percorso che mira a essere un modello diverso ed efficace, un modello psico- giuridico. E i ragazzi questa voglia di condividere, di esplorare, di Dove in maniera anonima è possibile avere informazioni sui tipi di accogliere, l’hanno percepito, fidandosi di noi. violenza e sui recapiti cui rivolgersi in situazioni critiche. Un utile Un doveroso grazie va ai Reggenti delle scuole, agli insegnati, quest’ulti- strumento per insegnanti e genitori, semplicemente per guardarlo mi aimè bistrattati dalle loro aule ma, questo solo per lasciare sgombro insieme, per dire a loro che esiste. “il campo” ai ragazzi e consentirgli di sentirsi liberi di esprimersi. Questa esperienza ha arricchito indubbiamente i ragazzi ma soprattutto Questo sito è uno strumento che è stato appositamente studiato per essere d’aiuto noi adulti, che ancora una volta, ci siamo confrontati con un mondo gio- ai giovani, sia per la loro propensione all’utilizzo del web, ma anche perché i ragazzi vanile che “mette a dura prova”, perché sfida o si protegge, perché o odia e le ragazze, che hanno vissuto o stanno vivendo una relazione violenta, raramente o ama. Lasciando a noi adulti il compito di ribaltare, proporre, esplorare chiedono aiuto in maniera diretta, perché bloccati da vergogna, senso di colpa, nuove vie per ascoltarli. timore di non essere creduti, confusione per i sentimenti provati, auto colpevoliz- zazione. Di fronte alla violenza fisica o verbale i giovani sono spesso soli, come dimostra uno studio europeo per il quale in Italia il 50% dei genitori ignora che i figli abbiano visto immagini a sfondo sessuale online e l’80% non è a conoscenza che i figli abbiano subito minacce o violenze. Ecco perché è importante fornire strumenti più vicini alle loro necessità e specificità. IO NON HO DETTO SI PER ESSERE CONSAPEVOLE DEI MIEI SÌ E DEI MIEI NO
Progetto realizzato con il finanziamento del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali DIREZIONE GENERALE DEL TERZO SETTORE E DELLA RESPONSABILITÀ SOCIALE DELLE IMPRESE
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