RIFIUTIPERICOLOSI CHEFARE? - GUIDA ALLA GESTIONE DELL'AMBIENTE E ALLO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI PERICOLOSI NELLE AZIENDE ARTIGIANE
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RIFIUTI PERICOLOSI che fare? GUIDA alla gestione dell’ambiente e ALLO SMALTIMENTO dei rifiuti pericolosi nelle aziende artigiane
RIFIUTI pericolosi che fare? GUIDA alla gestione dell’ ambiente e ALLO SMALTIMENTO dei rifiuti pericolosi nelle aziende artigiane
Prima di tutto è bene evitare un errore di fondo: quello di ritenere che il contenuto e gli argomenti di questa “Guida” siano soltanto il solito richiamo al rispetto delle procedure, al rigore nell’applicazione di norme e regolamenti. Certo: queste pagine sono anche tutto questo; cioè un sussidio utile per essere in regola, per fare le cose per bene, per non essere perseguibili in quanto inadempienti o un po’ approssimativi. Ma quando si parla di rifiuti pericolosi, del loro corretto smaltimento, il tema è molto più rilevante e cruciale. Perché non investe soltanto le attività produttive e le imprese ma tocca tutti noi, le famiglie, le comunità in cui viviamo, le generazioni future. Non è più possibile infatti essere superficiali e poco rigorosi: l’ambiente non può accettare di essere ulteriormente disprezzato e oltraggiato. Gli esempi, a livello planetario ma anche dalle nostre parti, sono molteplici: la qualità della terra non è un bene scontato, né tanto meno illimitato; per questo va tutelato e garantito. Da tutti. Ecco dunque l’importanza di essere attenti e scrupolosi, soprattutto quando si ha a che fare con sostanze che per definizione possono essere pericolose. Non si tratta di un caso aziendale, ma di favorire un percorso di responsabilità sociale. Roberto Boschetto Roberto Furlan Presidente dell’Unione Provinciale Artigiani di Padova Presidente della Camera di Commercio di Padova 2 3
Gestione dei rifiuti 8 Analisi chimiche sui rifiuti 9 Il ciclo del rifiuto dalla produzione allo smaltimento 10 Il deposito temporaneo 12 Sistri 14 Autorizzazioni per il trasporto 16 Emissioni in atmosfera 32 Le autorizzazioni per gli impianti esistenti 33 SOMMARIO Le analisi per le emissioni in atmosfera 34 I requisiti dei camini 36 Trattamento Impianti termici civili 38 L’equilibrio dell’ambiente naturale è influen- dei rifiuti pericolosi 17 zato da diversi fattori. La complessa Gli impianti di climatizzazione 39 interazione fra questi fattori ambientali e RAEE 18 gli esseri viventi definiscono un ecosistema È quindi fondamentale che il sistema venga Gestione delle sostanze mantenuto in equilibrio per preservare gli e miscele pericolose 20 Scarichi idrici 40 ecosistemi e la vita. I bacini di contenimento 24 Impatto acustico 42 Regolamento REACH 25 Amianto 44 La nuova etichettatura delle sostanze 26 Normativa di riferimento 46 ADR trasporto su strada selle merci pericolose 28 I principali organi di controllo 47 4 5
Il D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006, più conosciuto come “Testo Unico Ambientale” (TUA) ha introdotto molte novità rispetto al Decreto Ronchi. Rappresenta la norma fondamentale in campo ambientale: con la sua emissione è stata rivista e riorganizzata tutta la normativa nazionale ambientale che fino ad allora era regolamentata da un insieme di leggi separate. Il TUA si pone lo scopo di garantire la tutela dell’ambiente, dell’ecosistema ambientale e del patrimonio culturale cercando di prevenire l’inquinamento e di rimediare agli eventuali danni secondo il principio fondamentale: “chi inquina paga”. Il decreto è diviso in 6 parti; la prima “generale”, che definisce i principi base della norma e le TESTO UNICO AMBIENTALE successive cinque raggruppano le norme precedenti al TUA, revisionandole e riorganizzandole per categoria, più precisamente: Non esiste una sostanza di per sé PARTE II: Valutazione Ambientale Strategia (VAS), inquinante, ma è l’uso di qualsiasi Valutazione dell’Impatto Ambientale (VIa) e Autorizzazione Integrata Ambientale (IPPC) sostanza o un evento che possono essere PARTE III: difesa del suolo, tutela delle acque dall’inquinamento e gestione delle risorse idriche inquinanti: è inquinamento tutto ciò che è PARTE IV: gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati nocivo per la vita. PARTE V: tutela dell’aria e riduzione delle emissioni in atmosfera PARTE VI: risarcimento dei danni provocati all’ambiente Nel corso del 2010 il TUA è stato significativamente modificato nelle parti IV e V. Tra le modifiche spiccano la proroga al regime transitorio del SISTRI e la nuova calendarizzazione del regime transitorio relativo alle autorizzazioni alle emissioni in atmosfera rilasciate prima del 2006. 6 7
GESTIONE DEI RIFIUTI RIFIUTO è qualsiasi sostanza od oggetto che rientra nelle categorie riportate nell’Allegato A alla parte quarta del Decreto Legislativo Analisi chimiche sui rifiuti 152 del 3 aprile 2006 e di cui il detentore si disfi oppure abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi (art. 183 a) del D.Lgs. 152 del Analisi obbligatorie: Quando? 03/04/2006) Conferimento in discarica Al primo conferimento Ad ogni variazione significativa del processo originante i rifiuti CATALOGO EUROPEO RIFIUTI Almeno una volta all’anno IL CODICE CER Conferimento ad inceneritori Ad ogni conferimento E’ il codice a 6 cifre che identifica i rifiuti, Conferimento ad attività di recupero Al primo conferimento ed è del tipo: XX. YY. ZZ. rifiuti in regime semplificato Ogni 24 mesi per rifiuti non pericolosi Ogni 12 mesi per rifiuti pericolosi Pericolosità del rifiuto XX Attività che genera rifiuto Codici a specchio Analisi non obbligatorie Per identificare correttamente il rifiuto YY Processo che genera rifiuto Rifiuti assimilati agli urbani e conferiti al Servizio Urbano PERICOLOSO ZZ Singolo rifiuto Conferimento ad attività di recupero rifiuti Se richieste dal titolare dell’impianto in regime ordinario NON PERICOLOSO Esempio 15.01.02 Esempio di RSU: carta e cartone, plastica, vetro, rifiuti biodegradabili di cucine e mense (umido)… Codice CER con asterisco 15 rifiuti di imballaggio, assorbenti, stracci, materiali I codici a specchio filtranti e indumenti protettivi (non specificati altrimenti) Sono quei rifiuti che possono essere descritti sia con un codice CER pericoloso che con uno non pericoloso 01 imballaggi (compresi i rifiuti urbani di imballaggio (es. CER 08.01.11* pitture e vernici di scarto, contenenti solventi organici o altre sostanze pericolose; oggetto di raccolta differenziata) CER 08.01.12 pitture e vernici di scarto, diverse da quelle di cui alla voce 08.01.11) 02 imballaggi in plastica In questo caso solo tramite un’analisi è possibile attribuire una corretta classificazione. 8 9
IL CICLO DEL RIFIUTO DALLA PRODUZIONE ALLO SMALTIMENTO REGISTRAZIONE DELLO carico/SCARICO nel registro di carico e scarico entro 10 gg dallo scarico SISTRI REGISTRAZIONE SMALTIMENTO nel registro di carico DEI RIFIUTI DEPOSITO TEMPORANEO e scarico entro 10 gg FORMULARIO entro la scadenza rifiuto CLASSIFICAZIONE La normativa prevede un tempo massimo dalla produzione del deposito temporaneo PERICOLOSO E ETICHETTATURA entro il quale i rifiuti stoccati in azienda del rifiuto Il sistri sostituisce (nel modo idoneo) devono essere smaltiti formulario, registro Mud I rifiuti devono essere raccolti ed avviati alle operazioni di re- FORMULARIO DI IDENTIFICAZIONE cupero o di smaltimento secondo una delle seguenti modali- DEL RIFIUTO tà alternative, a scelta del produttore dei rifiuti: con cadenza OBBLIGO DI SMALTIMENTO deve essere compilato prima di ogni movimen- almeno trimestrale, indipendentemente dalle quantità in de- tazione di rifiuti. REGISTRO carico/SCARICO posito; quando il quantitativo di rifiuti in deposito raggiunga Tenuto dai produttori di rifiuti pericolosi e non pericolosi rifiuto rifiuto E’ redatto in quattro copie di cui la prima derivanti da attività industriali, artigianali e di smaltimento rifiuti. complessivamente i 30 metri cubi di cui al massimo 10 metri PERICOLOSO non PERICOLOSO resta al produttore, la seconda va al trasportatore, cubi di rifiuti pericolosi. In ogni caso, allorché il quantitativo di la terza al destinatario e la quarta torna al Deve essere: rifiuti non superi il predetto limite all’anno, il deposito tempo- Ogni tre mesi Ogni tre mesi produttore. • vidimato dalla CCIAA prima della compilazione; raneo non può avere durata superiore ad un anno. oppure oppure La quarta copia deve ritornare entro tre mesi: • completo in ogni sua parte; Al raggiungimento Al raggiungimento completa in tutte le sue parti; • compilato ed eventualmente corretto a penna di 10 kg di rifiuti di 30 kg di rifiuti vidimata dalla CCIAA competente; (non usare matite o bianchetti); “Se le api si estinguessero, pericolosi non pericolosi all’uomo resterebbero 4 anni di vita” Albert Einstein Deve essere poi conservata per 5 anni • compilato entro i 10 gg lavorativi dal carico/scarico; e pericolosi unitamente al Registro di Carico e Scarico. • conservato per 5 anni. 10 11
ORGANIZZAZIONE DEL DEPOSITO Il deposito deve essere ETICHETTATURA Deve esserci un’etichetta o un cartello che descriva il tipo di rifiuto che è in deposito situato in un’AREA COPERTA E PAVIMENTATA R area di deposito temporaneo ben identificata con opportuna segnaletica e utilizzo dei corretti contenitori per i rifiuti i liquidi devono avere idonei bacini di contenimento (SOLO PER RIFIUTI PERICOLOSI) (v. gestione sostanze pericolose) Alla fine il deposito risulterà DA COSI’ Deposito disorganizzato/Rifiuti non identificati La norma prevede Assenza di contenitori/Area non pavimentata DIVIETO DI MISCELAZIONE tra rifiuti pericolosi A COSI’ e tra rifiuti non pericolosi e pericolosi Deposito organizzato/Corretta identificazione dei rifiuti/Presenza di apposti contenitori Area pavimentata 12 13
Compila le proprie sezioni dell’ AREA SISTEMA SISTRI MOVIMENTAZIONE RIFIUTI (almeno 2 ore prima della movimentazione dei rifiuti impresa FIRMA LE DUE COPIE dell’ AREA MOVIMENTAZIONE ne trattiene una e restituisce trasportatore pericolosi) e ne stampa l’altra al TRASPORTATORE. due copie con cui si reca nella sede dell’impresa. Compila le schede: REGISTRO CRONOLOGICO CONFERISCE IL RIFIUTO Delega e invia Associazione e AREA MOVIMENTAZIONE Viene contattato il impresa DESTINATARIO e registra ora e data i dati sui rifiuti a imprenditoriale RIFIUTI (quest’ultima 4h trasportatore prima della movimentazione della presa in carico del rifiuto dei rifiuti pericolosi) ACCETTA In tale caso, le associazioni IL RIFIUTO Il SISTRI è il nuovo sistema di tracciabilità dei Produttori di rifiuti non pericolosi che non delegate provvedono alla invia la e-mail rifiuti che sostituisce i Registri Carico/Scarico, hanno più di dieci dipendenti e che non aderiscono compilazione del registro cro- di ricevuta Formulario Identificazione Rifiuto e MUD vedi al Sistri volontariamente devono comunicare i nologico con cadenza mensile (ex quarta copia pag 10 e 11. propri dati (scheda Movimentazione) al delegato La delega all’associazione (trimestrale per i produttori del formulario) Vi è l’obbligo di iscrizione per tutti i dell’impresa di trasporto che compila anche imprenditoriale di rifiuti pericolosi fino a 200 produttori di rifiuti pericolosi e per i la sezione del produttore. Il produttore deve Al fine di semplificare la gestione dei rifiuti con kg), e comunque prima della produttori di rifiuti non pericolosi aventi più di conservare la copia della scheda Sistri per 5 anni. il sistema SISTRI le associazioni imprenditoriali movimentazione dei rifiuti. Gli insetti, sono organismi che, hanno 10 dipendenti. L’operatività del SISTRI inizierà Il gestore dell’impianto di recupero deve possono essere delegate ad adempiere agli Registro cronologico e schede una stretta relazione con l’uomo il 1° ottobre 2010, come previsto dal D.M. 9 trasmettere al produttore la scheda Sistri obblighi del SISTRI. tra queste figura anche Sistri si devono conservare e le sue attività, fino a condizionarne luglio 2010, successivamente prorogato dal completa, al fine di attestare l’assolvimento della l’Unione Provinciale Artigiani (UPA) per almeno tre anni presso l’economia, l’alimentazione, le abitudini D.M. 22 dicembre 2010, che ne ha posticipato sua responsabilità. Rimane fermo l’obbligo la sede del delegante e si l’operatività al 31 maggio 2011. della tenuta dei registri di carico e scarico. e la salute. devono tenere a disposizione dell’autorità di controllo. 14 15
Le autorizzazioni per il trasporto trattamento dei RIFIUTI PERICOLOSI Fino a due veicoli autorizzati 100 a/veicolo Il produttore di rifiuti deve farsi rilasciare copia CONTRIBUTO SISTRI PER I MEZZI DI TRASPORTO delle autorizzazioni dei trasportatori e smaltitori che ritirano e gestiscono in modo da verificare che, nella Oltre a due veicoli lista dei codici CER autorizzati, compaia il codice di autorizzati cui l’azienda intende disfarsi. 150 a/veicolo RIFIUTI PERICOLOSI: I mezzi autorizzati I trasportatori 30 kg/L al giorno e gli smaltitori a al trasporto in conto cui si conferisce il proprio sono soggetti rifiuto devono essere all’iscrizione al sis- autorizzati per il tipo LIMITI DI QUANTITà tema SISTRI e de- di rifiuto trasportato o vono essere do- L’autorizzazione in conto proprio art.212 c.8 TRASPORTABILI tati di Black Box trattato. Tale autorizzazione vi- e dispositivo USB. àene chiesta all’Albo Le aziende, che intendono trasportare i propri rifiuti prodotti, devono Nazionale Gestori Am- richiedere e ottenere l’autorizzazione ai sensi dell’art. 212 c. 8 Si dovranno pertanto bientali per i tras- (autorizzazione in contro proprio) presso l’Albo Gestori Ambientali. versare i contributi portatori e alla Provin- annuali all’Albo Ges- cia o Regione di com- Uno dei casi particolari è per le aziende che effettuano attività tori Ambientali e al petenza per gli impianti di manutenzione: i rifiuti che vengono prodotti da un’attività di Sistri per ogni mezzo di smaltimento. manutenzione sono considerati come prodotti dalla sede (unità locale) RIFIUTI NON PERICOLOSI: autorizzato. del manutentore e non dal cliente. illimitatamente 16 17
RAEE: RIFIUTI DA APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE Sono i Rifiuti da apparec- DISTRIBUTORE chiature Elettriche ed INSTALLATORE centro centro RAEE Elettroniche e sono sog- O CENTRO di raccolta Per ambiente naturale getti ad una disciplina di raggruppamento finale DI ASSISTENZA TRASPORTO MENSILE si intende normalmente separata rispetto ad altre TECNICA AEE o al raggiungimento l’insieme dei fattori tipologie di rifiuti. di 3500 Kg di Raee che influenzano I produttori di AEE (Ap- raccolti gli esseri viventi. parecchiature Elettriche ed Elettroniche) già con il D.Lgs. 151/2005 devono farsi RACCOLTA GRATUITA Per installatori e centri Inscritti ad un’apposita di assistenza tecnica deve carico dello smaltimento per RAEE domestici sezione essere lo stesso della sede dei rifiuti derivanti da tali onerosa dell’albo gestori ambientali per i RAEE professionali di esercizio dell’attività apparecchi. La norma comunitaria prevede che i produttori effettuino tali operazioni Con il D.M. 65/2010 sono stati coinvolti anche Distributori, aderendo a dei servizi Installatori e Centri di Assistenza Tecnica di AEE che devono Il trasporto di questi rifiuti non viene più accompagnato da Formulario di collettivi di raccolta RAEE garantire il ritiro in rapporto 1:1 della vecchia apparecchiatura, Identificazione Rifiuti ma da un documento di trasporto detto DDT-RAEE od organizzandosi in conto quando il cliente ne acquista una nuova che la sostituisca e che che viene redatto in triplice copia, mentre il Registro di Carico e Scarico è proprio. ha la stessa funzione di quella obsoleta o rotta. sostituito dal Registro RAEE. 18 19
Il settore delle sostanze e delle miscele pericolose è da qualche anno in grande fermento: il regolamento REACH (acronimo di: Registration, Evaluation and Authorization of Chemical, cioè registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione di sostanza chimiche) prima e il regolamento CLP (acronimo di Classification, Labelling e Packaging, cioè classificazione, etichettatura e imballaggio) poi hanno portato una rivoluzione a livello comunitario nella gestione dette sostanze e miscele. Il regolamento REACH ha come fine quello di aumentare le informazioni disponibili GESTIONE DELLE SOSTANZE E MISCELE PERICOLOSE per le sostanze e le miscele, introducendo l’importante principio: “No data, no market” (senza informazioni, nessuna immissione sul mercato). Il regolamento CLP modifica invece i metodi di imballaggio, classificazione ed etichettatura di sostanze e miscele pericolose. Infine, l’ADR “La normativa ADR (acronimo di “Accord Dangereuses Route”, sintesi di “Accord europeen relatif au transport international des marchandises dangereuses par route”, ossia “Accordo europeo relativo ai trasporti internazionali di merci pericolose su strada”) ovvero la norma europea per il trasporto su strada di merci pericolose, giunge all’edizione 2011 e sarà obbligatorio applicarlo a partire dal 1° luglio 2011 (ad oggi si applica la versione 2009). 21
GESTIONE DELLE SOSTANZE E MISCELE PERICOLOSE Che cosa sono? Sono tutte quelle sostanze e miscele classificate come pericolose secondo le direttive europee 67/548/CEE, 1999/45/CE e, dal 1° dicembre 2010, dal regolamento 1272/2008 CLP Etichettatura Etichetta Ogni sostanza presenta un’etichetta posta sul proprio contenitore L’etichetta è di fondamentale importanza per l’uso sicuro dei che riassume informazioni utili sul prodotto che si va ad utilizzare, principalmente: prodotti chimici e quindi non deve essere rimossa, cancellata o coperta. Per informazioni più complete deve essere Dal 1° dicembre 2010 consultata la scheda di sicurezza. le Schede di Dati di Sicurezza Nome della sostanza verranno gradualmente modificate con il regolamento Composizione del preparato Scheda dati di sicurezza 453/2010 La scheda di sicurezza descrive le caratteristiche della Dati anagrafici del produttore/importatore/distributore della sostanza sostanza che si va a impiegare, nonché le misure di primo soccorso e antincendio, l’uso sicuro della sostanza, il metodo Pittogrammi di pericolo Gli inquinanti sono sostanze di smaltimento ed altre informazioni utili per la sicurezza che, direttamente o indirettamente, Frasi di rischio dell’uomo e dell’ambiente. costituiscono un pericolo Deve essere rilasciata, dal fornitore del prodotto, nella lingua ufficiale dello stato in cui viene immessa, per la salute dell’uomo o per l’ambiente. Frasi di sicurezza SPONTANEAMENTE E GRATUITAMENTE. 22 23
GESTIONE DELLE SOSTANZE E MISCELE PERICOLOSE I bacini di contenimento REACH-regolamento 1907/2006 Il REACH è il nuovo regolamento europeo che Tali vasche servono a contenere le eventuali perdite accidentali di sostanze riguarda tutte le sostanze e devono essere messe al di sotto di tutti i recipienti di sostanze chimiche e che mira alla pericolose (spesso vengono utilizzate solo per l’olio vecchio e non per condivisione europea delle quello nuovo), sono di diverse forme e tipologie ma devono comunque informazioni delle sostanze riuscire a contenere almeno 1/3 del volume che vi è stoccato sopra. in modo da ridurre al minimo le sperimentazioni e i test sugli animali. Con questo regolamento si vuol far circolare le informazioni sulle sostanze lungo tutta la catena di rifornimento: dal produttore/ importatore all’utilizzatore professionale (utilizzatore a valle). Scadenze per la registrazione REACH per produttori/importatori di sostanze I principali obblighi riguardano i produttori e gli importatori di sostanze chimiche di tutta la Comunità Europea per i quali, nel caso producano o importino più di 1 ton/anno di sostanza o miscela, diventa obbligatorio registrare le sostanze chimiche presso l’agenzia è neccessario che ci sia responsabilità chimica europea (ECHA). Il compito principale degli utilizzatori a valle è di trasmettere le informazioni relative alle sostanze attraverso nei confronti del mondo in cui viviamo la catena di approvvigionamento; inoltre devono informarsi presso il proprio fornitore se la sostanza/miscela che va ad utilizzare è e per tutto ciò che in esso è contenuto. stata registrata, per l’uso che si intende farne, ai sensi del REACH. 24 25
GESTIONE DELLE SOSTANZE E MISCELE PERICOLOSE Le etichette attualmente in uso andranno via via a scomparire per lasciare il posto a quelle conformi al CLP, in cui non vi saranno più i simboli arancioni e neri di pericolo ma dei nuovi pittogrammi. La nuova etichettatura SIMBOLI DI RISCHIO CHIMICO PITTOGRAMMI DI PERICOLO delle sostanze il CLP regolamento 1272/2008 secondo la vecchia etichettatura utilizzabili a partire dal dicembre 2010 Saranno sostituite anche le frasi R ed S che CONSIGLI DI PRUDENZA diventeranno rispettivamente Indicazioni P1… per i consigli di prudenza di carattere generale Una catena alimentare è l’insieme di pericolo e Consigli di prudenza P2… per i consigli di prudenza di carattere preventivo dei rapporti tra gli organismi P3… per i consigli di prudenza relativi alle azioni di un ecosistema. Ogni ecosistema INDICAZIONI DI PERICOLO da intraprendere in caso di esposizione ha una sua catena alimentare. H2… per i pericoli fisici P4… per i consigli di prudenza concernenti le modalità Il regolamento CLP definisce, a partire dal 1° dicembre 2010, le norme per l’etichettatura, H3… per i pericoli per la salute di conservazione l’imballaggio e la classificazione delle sostanze/miscele pericolose. H4… per i pericoli per l’ambiente acquatico P5… per i consigli di prudenza relativi allo smaltimento 26 27
GESTIONE DELLE SOSTANZE E MISCELE PERICOLOSE ADR: TRASPORTO SU STRADA DELLE MERCI PERICOLOSE La normativa ADR è un complesso regolamento che stabilisce le norme per il trasporto su strada delle merci pericolose e definisce: • classificazione delle sostanze pericolose in riferimento al trasporto su strada; • determinazione e classificazione come pericolose delle singole sostanze; • condizioni di imballaggio delle merci; • caratteristiche degli imballaggi e dei contenitori; • modalità costruttive dei veicoli e delle cisterne; • requisiti per i mezzi di trasporto e per il trasporto, compresi i documenti di viaggio; • abilitazione dei conducenti i mezzi trasportanti merci pericolose; • esenzioni dal rispetto delle norme dell’Accordo ADR. L’ADR riguarda tutte le merci pericolose, Si definisce Ambiente, vi sono comunque delle esenzioni: sia il contesto delle componenti viventi, sia le condizioni fisiche 1 relative alle merci pericolose imballate in quantità limitate relazionate con un organismo. 2 relative alle quantità trasportate per unità di trasporto Nel caso di trasporto di sostanze pericolose (ad esempio gasolio, bombole di gas, pesticidi…) si consiglia di effettuare un approfondimento specifico per la propria azienda. 28 29
Il Testo Unico Ambientale (D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006) regolamenta tutte le emissioni che vengono generate dalle attività produttive. In particolare prescrive delle misure per tutelare l’ambiente in cui viviamo da tali emissioni inquinanti. Tra questi obblighi il più significativo è sicuramente l’obbligo di autorizzazione per le emissioni in atmosfera. Si fa notare che per le attività a ridotto inquinamento atmosferico (caso tipico EMISSIONI IN ATMosfera delle aziende artigiane) l’adesione all’autorizzazione a carattere generale è una scelta, non un obbligo, e nel caso in cui non ci si voglia avvalere di questa opportunità si deve chiedere autorizzazione ordinaria. Il vantaggio di scegliere un’autorizzazione di tipo generale rispetto ad una ordinaria è rappresentato dal fatto che, per ottenere un’autorizzazione del primo tipo i tempi sono più brevi, in più l’autorizzazione generale è uguale per tutte le aziende della provincia e sono già noti gli obblighi che essa prescrive, al contrario l’autorizzazione ordinaria è specifica per l’azienda che ne fa richiesta e potrebbe dare prescrizioni particolari definiti dall’autorità competente. . 30 31
Le aziende artigiane che producono emissione EMISSIONI IN ATMosfera in genere ricadono nelL’autorizzazione adottata dalla provincia di Padova con il provvedimento 5560/EM consultabile sul sito www.provincia.pd.it Possiamo distinguere, dal punto di vista normativo, Le autorizzazioni per gli impianti già esistenti tre tipi di autorizzazioni per le emissioni: Aziende soggette: Se l’azienda artigiana è ancora in possesso di autorizzazioni precedenti all’entrata in vigore del D.Lgs. 152/2006 ovvero: - tutti gli impianti autorizzati ai sensi del DPR 203/88 in procedura ordinaria - tutti gli impianti che hanno presentato domanda ATTIVITàCHE PRODUCE EMISSIONI IN ATMOSFERA, FUMI, GAS, POLVERI... ai sensi dell’art. 12 del DPR 203/88 ma non hanno mai ottenuto autorizzazione esplicita deve presentare domanda di autorizzazione tipologia di autorizzazioni AGGIORNAMENTO: entro il 31/12/2011 per gli impianti anteriori al 1988 - dal 01/01/2012 al 31/12/2013 per gli impianti anteriori al 2006 ed autorizzati prima del 01/01/2000 - dal 01/01/2014 al 31/12/2015 per gli impianti anteriori al 2006 ed autorizzati in data successiva al 31/12/1999. I termini di cui sopra sono stati oggetto di revisione da parte del recente D.Lgs. 128 del 19/06/2010, recante Un ecosistema è insieme modifica del D.Lgs. 152/2006, e pertanto sono stati riportati i termini aggiornati; di organismi animali e vegetali che interagiscono Ai sensi dell’art. 281 comma 4, gli impianti che producono emissioni ricadevano: In base alle emissioni A RIDOTTO NON RICADENTI tra loro e con l’ambiente • nell’allegato 1 del DPR 25/07/91 e che per effetto dell’entrata in vigore della parte V prodotte dall’azienda SCARSAMENTE RILEVANTE INQUINAMENTO del D.Lgs. 152/2006 sono tenuti ad ottenere una specifica autorizzazione alle emissioni nel proprio processo NEI CASI PRECEDENTI che li circonda. ATMOSFERICO in atmosfera; - nell’allegato 2 del DPR 25/07/91 (ridotto inquinamento atmosferico e produttivo la domanda inquinamento atmosferico poco significativo), sia quelli già autorizzati, sia quelli che di autorizzazione da Si ricorda che i cambiamenti che por- tano modifiche sostanziali al tipo o alla hanno presentato domanda ai sensi dell’art. 12 e non hanno mai ottenuto un’esplicita presentare alla Provin- autorizzazione; cia di Padova potrà Nessuna autorizzazione autorizzazione autorizzazione quantità di emissioni devono essere comunicate all’autorità competente • dovevano presentare la richiesta di adesione all’autorizzazione generale generica entro essere di tipologia è consigliabile dare comunicazione GENERALE ordinaria 15 mesi dall’entrata in vigore della parte V del D.Lgs. 152/2006; pertanto l’ultima data diversa. in Provincia o autorizzazione ordinaria utile alla presentazione era il 28/07/2007. 32 33
EMISSIONI IN ATMosfera gestione solventi Soglie per assoggettabilità al PGS Attività consumo Attività consumo Per alcune tipologie di attività, di solvente di solvente le analisi le autorizzazioni prevedono che (ton/anno) (ton/anno) l’azienda presenti annualmente Le autorizzazioni, siano esse a carattere generale o ordinario, prescrivono che le emissioni siano il più un Piano Gestione Solventi. 1 Stampa offset >15 10 Rivestimento delle superfici di legno >15 possibile convogliate a camino e che le emissioni omogenee vengano confluite in numero minimo Il Piano Gestione Solventi è un 11 Pulitura a secco -- di camini. I camini devono essere dotati di tronchetti di campionamento per le analisi sui fumi che documento che viene redatto 2 Rotocalcografia per pubblicazioni > 25 12 Impregnazione del legno >25 devono essere eseguite periodicamente. per controllare l’utilizzo di 3.1 Altri tipi di rotocalcografia, 13.1 Rivestimento di cuoio (ad esclusione Il tipo di inquinante e la frequenza con cui devono essere fatte le analisi, nonché altre particolari prodotti contenenti solventi e flessografia, offset dal rotolo, degli articoli previsti al punto 13.2) >10 prescrizioni che devono essere rispettate sono definite nell’autorizzazione. le emissioni che ne derivano. unità di laminazione o laccatura > 15 13.2 Rivestimento di cuoio per articoli Tale piano deve essere pre- 3.2 offset dal rotolo su tessili/cartone > 30 di arredamento e piccola pelletteria parato nel caso si consumi 4 Pulizia di superficie >1 (es. borse, cinture, portafogli, ecc...) > 10 un quantitativo di solvente al 5 Altri tipi di pulizia di superficie >2 14 Fabbricazione di calzature >5 di sopra di una determinata 6.1 Rivestimento di autoveicoli > 0,5 15 Stratificazione di legno e plastica >5 soglia, che varia in base al 6.2 Rivestimento di autoveicoli >15 16 Rivestimenti adesivi >5 tipo di attività che genera 6.3 Finitura di autoveicoli > 0,5 17 Fabbricazione di preparati per rivestimenti, l’emissione. Nell’analisi del 7 Verniciatura in continuo (coil coating) > 25 vernici, inchiostri e adesivi > 100 consumo di solvente vengono 8 Altri rivestimenti, compreso il rivestimento 18 Conversione della gomma >15 prese in considerazione le di metalli, plastica, tessili, tessuti, film e carta >5 19 Estrazione di olio vegetale e grasso animale quantità che entrano e che 9 Rivestimento di filo per avvolgimento >5 e attività di raffinazione di olio vegetale >10 escono, sia nelle emissioni in 20 Fabbricazione di prodotti farmaceutici >50 atmosfera (aspirate a camino o diffuse), sia come rifiuti che Per esempio una carrozzeria ricadrà nell’attività 6.1 e, se supererà un consumo annuo di solvente come scarichi idrici. superiore a 0,5 ton/anno, dovrà presentare annualmente il PGS (Piano Gestione Solventi) 34 35
EMISSIONI IN ATMosfera I tronchetti di campionamento REQUISITI DEI CAMINI Per effettuare il prelievo degli inquinanti l’operatore deve poter inserire la sonda nel camino, e a questo scopo i camini sono dotati di tronchetti di campionamento. L’accesso in sicurezza Il numero di tronchetti Il tecnico incaricato per il e la loro posizione varia campionamento, nonché gli in base alle dimensioni eventuali organi di controllo, del cami-no come devono poter accedere in modo definito dalle norme agevole e sicuro ai camini per lo UNICHIM n. 422. svolgimento delle proprie funzioni: Semplificando, si de- pertanto, quando vengono costruiti ve considerare che i camini, è necessario tener conto di va sempre garantito queste esigenze. Fonte delle tre foto sui camini: L’identificazione l’accesso al tronchetto L’accesso deve essere garantito Standardizzazione delle Metodologie Ogni camino deve essere in modo sicuro ed con un impianto di tipo fisso Operative per il controllo delle univocamente identificato con agevole, deve esserci Inquinamento atmosferico Emissioni in Atmosfera. quindi abbastanza è un termine che indica (scale, passerelle, piattaforme (ARPAV Dipartimento Provinciale un’apposita targa inamovibile fisse) e non mobile come spesso di Treviso) ed indelebile. spazio perché il tecnico tutti gli agenti fisici, accade (piattaforme elevatrici N.B. L’identificazione deve es- possa muoversi con la chimici e biologici che modificano mobili o sistemi di sollevamento sere fatta anche se è presente propria attrezzatura le caratteristiche improvvisato con carrelli elevatori). un solo camino. ingombrante e pesante. .naturali dell’atmosfera. 36 37
EMISSIONI IN ATMosfera GLI IMPIANTI GLI IMPIANTI TERMICI CIVILI DI CLIMATIZZAZIONE obblighi da rispettare Dichiarazione di conformità Il D.M. 22/01/2008 n°37 stabilisce che l’impresa Al fine di prevenire le emissioni dei gas serra e delle Libretti d’impianto e di centrale installatrice dell’impianto, al termine dei lavori, sostanze ozonolesive comunemente contenute Gli impianti termici devono essere dotati di: è tenuta a rilasciare la Dichiarazione di negli impianti di climatizzazione, sono state poste Conformità. Tale documento attesta che varie prescrizioni da osservare in funzione del tipo • un libretto d’impianto conforme all’All. G l’impianto è stato realizzato nel rispetto delle di gas e della sua quantità presente nell’impianto, del D.P.R.n°412 del 26/08/1993 e s.m.i.: se norme di cui all’art. 6 della stessa legge. Nel ne riportiamo le principali. la potenza termica è minore di 35kW caso in cui la dichiarazione di conformità non sia stata prodotta o non sia più reperibile, tale Libretto d’impianto •Un libretto di centrale conforme all’All. F atto è sostituito, per gli impianti eseguiti prima Il gestore deve custodire un libretto di impianto del D.P.R. n°412 del 26/08/1993 e s.m.i.: se dell’entrata in vigore del D.M. 22/01/2008 conforme al modello di cui all’allegato I del D.P.R.n°147 la potenza termica è maggiore di 35kW n°37, a una dichiarazione di rispondenza, del 15/02/2006. Nel libretto di impianto devono essere resa da un professionista iscritto all’albo registrate le operazioni di recupero e ricircolo del gas In tali libretti sono allegati i documenti professionale per le specifiche competenze • Controllo dei fumi Controlli di fughe Impianto termico civile: impianto termico che attestano le avvenute manutenzioni tecniche richieste, che ha esercitato la Oltre alla manutenzione annuale ordinaria, al Gli impianti devono essere sottoposti a controllo con le seguenti cadenze: la cui produzione di calore é destinata, periodiche necessarie a garantire il rispetto dei professione, per almeno cinque anni, nel fine di controllare il rispetto dei valori limite di a) annuale per impianto e apparecchiature con un contenuto di gas compreso tra i 3-100 Kg anche in edifici ad uso non residenziale, valori limite di emissione. I libretti di centrale settore impiantistico a cui si riferisce la emissione degli impianti termici, devono essere b) semestrale: per impianti e apparecchiature con un contenuto di gas superiore ai 100 kg. al riscaldamento o alla climatizzazione di devono essere integrati, entro il 30/12/2012, dichiarazione, sotto personale responsabilità, fatti dei controlli sui fumi in uscita con cadenza Quando, nel corso di un’ispezione, venga individuato un indizio di fuga, si dovrà procedere alla ambienti o al riscaldamento di acqua per da un atto in cui si dichiara che l’impianto è in esito a sopralluogo ed accertamenti o da ricerca della fuga con un apparecchio cercafughe di sensibilità superiore a 5 g/anno. Qualora usi igienici e sanitari; l’impianto termico conforme alle caratteristiche tecniche di cui un soggetto che ricopre, da almeno 5 anni, Biennale: se la potenza termica nominale è si rilevi una perdita che richieda una ricarica superiore al 10 per cento del contenuto totale del civile è centralizzato se serve tutte le unità all’articolo 285 del D.Lgs.152/06 ed è idoneo il ruolo di responsabile tecnico di un’impresa minore di 35kW circuito frigorifero, l’impianto o l’apparecchiatura deve essere riparato entro trenta giorni dalla dell’edificio o di più edifici ed è individuale a rispettare i valori limite di cui all’articolo abilitata operante nel settore impiantistico a Annuale: se la potenza termica nominale è verifica e può essere messo in funzione solo dopo che la perdita sia stata riparata. I risultati negli altri casi. 286 del D.Lgs.152/06. cui si riferisce la dichiarazione. maggiore di 35kW dei controlli devono essere registrati nel libretto di impianto. 38 39
Il PTA (Piano di tutela delle acque) del Veneto GLI SCARICHI IDRICI comprende numerose altre norme che regolamentano gli scarichi idrici, pertanto è necessario valutare la Cosa sono le acque meteoriche situazione idrica della propria azienda al fine di di dilavamento di prima pioggia valutare caso per caso gli adempimenti applicabili. Acque di seconda pioggia: acque meteoriche di dilavameto In azienda è importate che dilavano le superfici scolanti porsi alcune domande, come: successivamente alle acque • Da dove traggo l’acqua? di prima pioggia nell’ambito Acque meteoriche dello stesso evento piovoso, in • Arriva solo da acquedotto oppure di dilavamento: reti fognarie, anche separate, ho anche dei pozzi? sono la “frazione provenienti da aglomerato; • Utilizzo acqua nel ciclo produttivo? delle acque di una Tipologie degli scarichi idrici NORME GENERALI precipitazione atmos- Acque di prima pioggia: i • Ho un impianto ferica” che, non infil- primi 5mm di acqua meteorica Acque reflue industriali: qualsiasi tipo di acque reflue scaricate da edifici od impianti in Gli scarichi devono essere autorizzati di trattamento/depurazione? di dilavamento uniformemente dall’autorità competente prima della loro trata nel sottosuolo cui si svolgono attività commerciali o di produzione beni, diverse acque dalle acque domestiche e o evaporata, dilava le distribuita su tutta la superficie dalle acque meteoriche di dilavameto; attivazione, tale autorizzazione vale per • Dove scarico le acque reflue? scolante servita dal sistema di quattro anni e deve essere richiesto il rinnovo superfici scolari. Acque reflue urbane: acque reflue domestiche o il miscuglio di acque reflue domestiche, La risposta a queste domande aiuta a dare un’idea della collettamento. con un anno di anticipo rispetto alla scadenza. situazione aziendale ad esempio: se attingo l’acqua di acque reflue industriali, ovvero acque meteoriche di dilavameto convogliate in reti fognarie, anche separate, provenienti da aglomerato; Devono rispettare i valori limite di emissione. da pozzi sotterranei ho bisogno di un concessione Le acque meteoriche di dilavamento, in alcuni tipi per farlo, se uso acqua nel ciclo produttivo molto di insediamenti produttivi (Allegato F del PTA del Scarico: qualsiasi emissione effetuata esclusivamente tramite un sistema stabile di Deve esserci un punto accessibile per il probabilmente avrò degli scarichi di tipo industriale Veneto), possono essere assimilate alle acque reflue collettamento che collega senza soluzione di continuità il ciclo di produzione del refluo con il campionamento immediatamente a monte e pertanto devo chiedere un’autorizzazione per lo industriali nel caso dilavino sostanze pericolose; corpo ricettore acque superficiali, dal suolo, nel sottosuolo e in rete fognaria, indipendentemente della immissione nel recapito, tranne che scarico e rispettare certi limiti di inquinanti, infine se pertanto è necessario valutare e approfondire la dalla natura inquinante, anche sottoposte a preventivo trattamento di depurazione. per gli scarichi domestici e quelli ad essi scarico acque reflue industriali al suolo non lo posso situazione per essere certi di non essere soggetti Sono esclusi i rilasci di acque previsti dall’artcolo 114 del D.lgs n. 152/2006. assimilati (servizi igienici, lavatrici con fare, salvo particolari casi, ma devo rimediare alla ad autorizzazione anche per le acque meteoriche. ACQUE DI Scarico: tutte le acque reflue provenienti da uno scarico. cestello di portata inferiore ai 20kg, …) situazione allacciandomi alla fognatura. 40 41
La Valutazione di Impatto Acustico (VIA) è un documento La zonizzazione acustica obbligatorio che deve essere Il D.P.C.M. del 14 novembre 1997 stabilisce redatto per tutte le attività le sei classi acustiche in cui i comuni devono suddividere il proprio territorio: produttive. Serve a stabilire l’en- tità dell’impatto acustico che Classe I aree particolarmente protette l’azienda ha sull’ambiente circos- PREVISIONE Viene realizzata Classe II aree prevalentemente residenziali tante e a porre rimedio in casi di DI IMPATTO ACUSTICO sulla base Classe III aree di tipo misto sforamento dei limiti, tale obbligo del layout aziendale Classe IV aree di intensa attività umana è stabilito dalla Legge 447 del previsto Classe V aree prevalentemente industriali 1995. nel progetto Classe VI aree esclusivamente industriali CERTIFICATO I M PA T T O AC U S T I CO DI AGIBILITA’ Ogni classe stabilisce dei limiti acustici diversi, quindi, i risultati sperimentali devono Una volta ottenuta essere confrontati con i limiti della classe di l’agibilità appartenenza del sito produttivo. si procede con Con la Valutazione di Impatto VALUTAZIONE la valutazione Non tutti i comuni hanno provveduto ad Acustico non viene solo determinato DI IMPATTO ACUSTICO vera e propria effettuare la zonizzazione acustica del il rumore emesso dall’azienda ma proprio territorio, in questo caso i limiti di riferimento diventano quindi quelli del anche quello che viene recepito da D.P.C.M. 1 marzo 1991. coloro che si trovano in vicinanza N.B. I limiti acustici sono differenti in base all’orario, infatti la giornata del sito produttivo, inoltre viene è divisa in due periodi: diurno (06.00-22.00) e notturno (22.00-06.00) valutato il contributo che la fabbrica Quando? porta alla rumorosità ambientale Come spiegato dal diagramma, la valutazione vera e propria deve essere fatta una volta ottenuta l’agibilità, quindi a fabbrica misurando il rumore ad attività avviata. Il documento non ha scadenze temporali ma deve essere rinnovato ogni qualvolta intervenga un’alterazione della avviata e ad attività spenta. rumorosità aziendale (acquisto di nuovi macchinari, cambio del ciclo produttivo, cambio di orario di lavoro, ecc…) 42 43
L’amianto E’ quindi essenziale, nel caso in cui nella propria azienda siano presenti è un materiale dalla straor- oggetti in amianto (ad es. copertura), valutare l’integrità di tali oggetti poiché, dinaria resistenza termica, se danneggiati, possono rilasciare fibre e polveri. perciò è stato lungamente L’amianto non può più essere Dopo la valutazione dello stato di conservazione dei manufatti si prenderanno utilizzato fino agli anni ot- tanta per produrre la miscela utilizzato dal 1992, tuttavia le misure del caso, se necessario, come la rimozione, il confinamento, cemento-amianto (Eternit) per rimangono ancora in circolazione l’incapsulamento. numerosi manufatti realizzati in AMIANTO la coibentazione di edifici, tetti, navi, treni; come materiale per questo materiale. Le fibre di amianto l’edilizia (tegole, pavimenti, sono molto nocive per la salute e possono causare gravi danni polmonari, infatti La Regione Veneto ha emanato le linee guida con il DRG tubazioni, vernici, canne fu- n. 2041 del 22/07/2008 con la quale mira a diffondere la marie), nelle tute dei vigili del non esiste una soglia di rischio al di sotto della quale la concentrazione necessità di provvedere per tutti (privati ed aziende) alla fuoco, nelle auto (vernici, parti meccaniche), ma anche per la di fibre di amianto nell’aria mappatura dei manufatti contenenti amianto, consapevoli non sia pericolosa. che molti cittadini non sono al corrente di avere “in casa fabbricazione di corde, plastica e cartoni. propria” un materiale molto pericoloso. Si ricorda che il trattamento dell’amianto deve avvenire secondo specifiche procedure ad opera di una ditta specializzata ed autorizzata. Prima di procedere con la messa in sicurezza o la rimozione è obbligatorio presentare domanda all’Ente Competente nel territorio, attendere il parere favorevole e poi procedere con l’esecuzione e comunicare la chiusura dei lavori. 44 45
NORMATIVA DI RIFERIMENTO I PRINCIPALI ORGANI DI CONTROLLO Rifiuti I reati in materia ambientale sono di competenza della Polizia Giudiziaria: D.Lgs 152 del 3 aprile 2006, D.M. 03/08/2005, D.Lgs. 133/05, D.M. 161/02, D.M. 65/2010, D.Lgs. 151/2005, D.M. 17 dicembre 2010, D.M. 15 febbraio 2010, D.M. 9 luglio 2010.D.Lgs Polizia di Stato 3 dicembre 2010, n.205 Vi sono inoltre altri organi Sostanze pericolose incaricati ad effettuare Direttiva 67/548/CEE, Direttiva 1999/45/CE, Regolamento 1272/2008 (CLP), Regolamento Arma dei Carabinieri controlli di tipo ambientale 1907/2006 (REACH), Regolamento 453/2010, Normativa per il trasporto di merci pericolose di cui il principale su strada ADR. è sicuramente l’ARPAV Guardia di Finanza Agenzia Regionale Emissioni in atmosfera, impianti termici civili e di climatizzazione per la Prevenzione D.Lgs 152 del 3 aprile 2006, D.Lgs. 128 del 19/06/2010, DPR 203/88, DPR 25/07/91, e Protezione Ambientale D.M. 17/03/2003, D.M. 22/01/2008 n°37, D.P.R. n°147 del 15/02/2006, Legge n°549 del del Veneto. Corpo Forestale 28/12/1993, Reg. CE 2037/2000, Reg. CE 842/2006, Reg. CE 1005/2009. Scarichi idrici D.Lgs 152 del 3 aprile 2006 - Piano di Tutela delle Acque del Veneto approvato con delibera Comando Carabinieri del Consiglio Regionale n. 107 del 5 novembre 2009. per la Tutela dell’Ambiente (ex Nucleo Operativo Impatto acustico Ecologico (N.O.E.) dei Carabinieri) Polizia municipale e provinciale Legge 447 del 26 ottobre 1995, D.P.C.M. del 14 novembre 1997, D.P.C.M. 1 marzo 1991. La presente guida è stata realizzata in collaborazione con il Necsi, che ha fornito i testi, le citazioni sono tratte da Wikipedia, Amianto il progetto grafico e l’impaginazione è di Ferdi Arzenton e Ufficio Grafica e Comunicazione dell’Upa. Legge 257 del 27 marzo 1992. Stampa Tipografia Sartore, Fontaniva - Padova. La carta riciclata utilizzata è ecologica e si tratta di“Revive pure white silk”. 46 47
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