L'ARRIVO DEL TRENO A PESCIA - LA COSTRUZIONE DI UN TRATTO DELLA FERROVIA LUCCA-PISTOIA (1848)

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L'ARRIVO DEL TRENO A PESCIA - LA COSTRUZIONE DI UN TRATTO DELLA FERROVIA LUCCA-PISTOIA (1848)
CLAUDIA MASSI

L’ARRIVO DEL TRENO A PESCIA
 LA COSTRUZIONE DI UN TRATTO DELLA FERROVIA
             LUCCA-PISTOIA (1848)

            QUELLI CON PESCIA NEL CUORE
                        2004
L'ARRIVO DEL TRENO A PESCIA - LA COSTRUZIONE DI UN TRATTO DELLA FERROVIA LUCCA-PISTOIA (1848)
Il disegno di copertina è di Enrico Parrini.
L'ARRIVO DEL TRENO A PESCIA - LA COSTRUZIONE DI UN TRATTO DELLA FERROVIA LUCCA-PISTOIA (1848)
È
          ben noto come una stazione                  La ricerca, che ha richiesto mesi di
          ferroviaria rivesta un ruolo            paziente e minuzioso lavoro di archi-
          fondamentale nel sistema eco-           vio, avrà un duplice effetto: quello di
nomico di una collettività; per questo            fare opera divulgatrice, con notizie ed
motivo l’associazione Quelli con                  immagini in gran parte inedite e,
Pescia nel Cuore, che mi onoro di                 soprattutto, quello di rendere maggior-
presiedere, ha ritenuto opportuno di              mente consapevoli i pesciatini dell’im-
impegnarsi per una più ampia cono-                portanza della loro stazione e dei ser-
scenza e per una maggiore valorizza-              vizi che offre (anche se, purtroppo,
zione di quella al servizio della città.          non ottimali).
    Primo impegnativo passo è questa                  Con simili, doverose aspettative,
pubblicazione, grazie alla quale Clau-            Quelli con Pescia nel Cuore saluta-
dia Massi ci fa ripercorrere le vicende           no l’uscita di questa pubblicazione, la
che portarono, un secolo e mezzo fa,              prima nella loro breve storia, non
alla realizzazione del tratto pesciatino          dimenticandosi, naturalmente, di com-
della linea ferroviaria Lucca-Pistoia e,          plimentarsi con la sua valente autrice e
con l’aiuto di interessanti illustrazioni,        di ringraziarla per la sua non comune
ci mostra, tra l’altro, l’originaria strut-       disponibilità.
tura della stazione. Il lettore, al riguar-
do, potrà facilmente notare quanto                                         Lando Silvestrini
questa fosse concettualmente diversa
dall’attuale.                                     Pescia, 29 maggio 2004

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Allorquando i primi esperimentatori di Strade
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                                                        inarmonico fischio della locomotiva, forse non
                                                        supponevano che sarebbe venuto il giorno, in
                                                        cui il medesimo fischio avrebbe colmato di bea-
                                                        titudine e di voluttà i pubblici colti e intelligenti,
                                                        che con tanto di bocca spalancata assistevano
                                                        all’esecuzione della gran Fantasia sul Vapore!
                                                                                             Carlo Lorenzini

N
            elle pagine di Un romanzo in                nettino, nel quale si percorre anche la
            vapore. Da Firenze a Livorno.               strada ferrata Pisa-Lucca-Pistoia2.
            Guida storico-umoristica, una                    La Leopolda3, pensata per con-
‘storia’ di Carlo Lorenzini sulle strade                giungere Firenze con il porto di Livor-
ferrate italiane nel 1856, realizzate o in              no, fece parte di un ampio disegno del
fase di costruzione, l’autore richiama                  governo lorenese, che vide, proprio
lo stupore e la meraviglia di fronte alla               nelle realizzazioni ferroviarie, un
locomotiva a vapore come espressione                    mezzo atto a incrementare le comuni-
del progresso, nel momento in cui si                    cazioni e il mercato interno, per cui si
appresta a descrivere un viaggio con la                 dette un notevole impulso, tra il 1844 e
Leopolda, la prima linea progettata in                  il 1849, alla rete di trasporto regionale,
Toscana. Il romanzo fu redatto dal                      che comprendeva la Maria Antonia
Lorenzini per un tipografo fiorentino,                  (Firenze-Pistoia)4, concepita fin da
Giuseppe Mariani (già stampatore                        principio, non solo come collegamen-
degli orari ferroviari), il quale voleva                to alla capitale, ma anche come primo
realizzare “un libretto da vendersi nelle sta-          tratto di comunicazione con Pisa,
zioni, per leggere in treno, che potesse diverti-       attraverso la Valdinievole e Lucca5.
re servendo nel tempo stesso da Guida in viag-               In questo vasto scenario si collocò
gio, e illustrando le città dove la locomotiva          il tronco Lucca-Pistoia. La linea richie-
faceva sosta o le campagne e i villaggi che si          se, per essere terminata, un tempo
potevano vedere dal finestrino del vagone”1. E          assai lungo. Dal 1846, anno in cui
per Lorenzini il treno diventa lo spun-                 furono rese pubbliche, con l’approva-
to per un altro libro scritto qualche                   zione del granduca di Toscana e del
anno dopo, Il viaggio per l’Italia di Gian-             Duca di Lucca, le direttive per realizza-

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re il tracciato, ci volle poi più di un           controllo sulle compagnie attraverso
decennio per arrivare fino a Pistoia, in          un proprio dipartimento, denominato
conseguenza a una serie di problemi               Direzione generale delle acque e stra-
sopraggiunti ogniqualvolta, inaugurata            de, che vigilava su tutte le fasi costrut-
una stazione, si doveva costruire il trat-        tive, da quella progettuale a quella ese-
to successivo. Al di là, quindi, delle            cutiva8. Come direttore generale di
ottimistiche previsioni che, in un                questo dipartimento fu nominato un
primo momento, avevano stabilito un               illustre architetto, Alessandro Manet-
tempo massimo di tre anni6, solo nel              ti9, mentre come commissario regio
1859 fu completata l’opera. In queste             per la costruzione della linea Lucca-
condizioni difficili, la stazione di              Pistoia fu incaricato, in rappresentanza
Pescia, essendo la seconda dopo Alto-             del governo toscano, l’architetto Carlo
pascio in ordine di costruzione, fu               Reishammer, genero del Manetti, e,
relativamente favorita, tanto che la sua          per il governo lucchese, l’architetto
apertura avvenne, conformemente alle              Lorenzo Nottolini, rimasto in carica
aspettative, il 26 dicembre 1848.                 fino al 1847, anno in cui il ducato di
     Non si ha notizia di particolari             Lucca cessò di esistere con l’annessio-
festeggiamenti per l’inaugurazione.               ne del suo territorio al Granducato.
Stando alle fonti locali, non intervenne               Il tratto Lucca-Pistoia nacque sulla
nemmeno la banda che all’epoca suo-               scia della linea Lucca-Pisa10, anche se
nava per ogni ricorrenza. Fu assente              la realizzazione di quest’ultima, di lun-
anche Giuseppe Giusti, il quale in una            ghezza più limitata, ebbe tempi più
lettera inviata al prefetto di Firenze,           brevi11. Gli stessi maggiorenti lucchesi
diceva di essere a letto “con una bronchi-        che avevano realizzato la prima linea,
te che mi fracassa”7. Se non si sono ritro-       ossia Pasquale Berghini, Carlo Minuto-
vati documenti riguardo alla giornata             li Tegrimi, Tommaso Giannini, Felice
inaugurale, molte fonti archivistiche             Francesconi, Alessandro Carina, Giu-
possono essere utili per ricostruire la           seppe Vitali, insieme ad un pistoiese,
nascita del tratto Lucca-Pescia.                  Niccolò Puccini, e a un pesciatino,
                                                  Lorenzo Magnani12, priore nobile e
                   ***                            gonfaloniere della città nel 1845, pro-
                                                  mossero la Lucca-Pistoia, per la quale
    Per realizzare il sistema ferroviario         scelsero ancora il progettista austriaco
toscano occorsero ingenti capitali,               Enrico Pohlmeyer.
reperiti con l’esclusivo intervento di                 Il permesso per costituire una
imprenditori privati, che agirono all’in-         Società anonima, con gli stessi ordina-
terno di Società anonime per azioni. Se           menti, privilegi e discipline di quella
la situazione finanziaria dello Stato             per la strada ferrata Lucca-Pisa, viene
non permise l’assunzione dell’onere               conferito, con Motuproprio del 18
delle costruzioni ferroviarie, l’ammini-          dicembre 1844, da Carlo Ludovico di
strazione centrale ebbe ugualmente il             Borbone, Infante di Spagna e Duca di

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ta e mantenuta a spese, rischio e peri-
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                                                     mentre negli articoli successivi si stabi-
                                                     lisce che dopo l’apertura del tronco
                                                     Lucca-Pistoia, la Società avrà il diritto
                                                     di percepire per cento anni i proventi
                                                     “dei trasporti e dei transiti” in base alle
                                                     tariffe concordate con i rispettivi
                                                     governi; decorso il tempo prestabilito,
                                                     lo Stato entrerà in possesso della stra-
                                                     da con tutte le opere accessorie; si sta-
                                                     bilisce, inoltre, che entro il 1845
                                                     dovranno essere terminati tutti gli
                                                     studi tecnici ed economici della linea.
                                                     Vengono anche nominati un delegato
                                                     rappresentante del consiglio, l’avvoca-
                                                     to Pasquale Berghini, e un cassiere,
                                                     Felice Francesconi; il capitale sociale è
                                                     costituito da otto milioni di lire da sud-
Manifesto deliberato a Lucca il 3 giugno 1845
per divulgare l’ordinamento e lo statuto della       dividere in ottomila azioni; ogni consi-
Società per la strada ferrata Lucca-Pistoia.         gliere dovrà farsi carico di almeno
                                                     trenta azioni (si pensi che un lavorato-
Lucca, all’avvocato Pasquale Berghini.               re percepiva all’epoca una lira circa al
     Il 26 marzo del 1945, dopo essere               giorno di salario).
venuti a conoscenza che lo stato luc-                     Riguardo al tracciato della linea
chese ha concesso il benestare per far               ferroviaria, diversi abitanti di Pescia,
giungere la strada ferrata fino al confi-            possidenti, negozianti, professionisti,
ne con la Toscana, a Pescia si richiede              temono che la ferrovia venga costruita
al Granduca la prosecuzione della linea              a esclusivo interesse dei costruttori
fino a Firenze “traversando il nostro indu-          senza reali vantaggi per la popolazione.
strioso Paese in modo da risentirne tutti quei       Se infatti la linea fosse stata realizzata
vantaggi che possono ragionevolmente aspet-          “ai confini della giurisdizione” si sarebbe
tarsi”13.                                            allontanata troppo dalla città “luogo cen-
     Per comprendere meglio quali                    trale che alla maggior parte della popolazione
dovessero essere gli obblighi della                  riunisce tutti i rapporti commerciali, per un
Società così costituita è importante                 non lieve danno la medesima risentirebbe”.
citare proprio i primi articoli del Mani-            Quindi i pesciatini avrebbero dovuto
festo, datato 3 giugno 1845, firmato                 continuare a utilizzare i vecchi mezzi,
dai membri del Consiglio. Nell’articolo              “privandosi così di quei comodi e benefizi che
I si legge, ad esempio, che la strada fer-           dall’apertura della nuova strada ferrata
rata Lucca-Pistoia sarà costruita, aper-             risentire dovrebbero”. Per questi motivi si

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L'ARRIVO DEL TRENO A PESCIA - LA COSTRUZIONE DI UN TRATTO DELLA FERROVIA LUCCA-PISTOIA (1848)
fa istanza affinché non venga autoriz-              inondazioni della Pescia Toscana e della
zata la costruzione più a sud della loca-           Pescia di Collodi”. Nella relazione esiste-
lità Alberghi di Pescia14.                          va anche un’accurata suddivisione delle
     Alla prima adunanza ufficiale della            stazioni ferroviarie previste, classifi-
Società, svoltasi il 22 ottobre 1845,               candole di prima, seconda e terza clas-
parteciparono, oltre ai consiglieri, tren-          se. Quella di Pescia, collocata nella
tasette soci, che rappresentavano 5183              seconda classe, doveva comprendere:
azioni15. In questa riunione, con il fine           una “fabbrica per il servizio”, le abitazio-
di convincere gli azionisti ad assumere             ni per gli impiegati, per un macchinista
altre quote di capitale, in modo da anti-           e per i “custodi della strada”, un portico,
cipare i tempi di costruzione e quindi              una rimessa per le locomotive, un loca-
trarre il massimo profitto dall’investi-            le per le piccole riparazioni, i depositi
mento, fu richiamata l’importanza                   per il carbone e per l’acqua, un magaz-
della linea, in base a diversi presuppo-            zino per le merci19.
sti economici: dalla necessità di un col-                Nel progetto delle stazioni ferro-
legamento con la Lucca-Pisa, a quello               viarie, consegnato un anno dopo la
con la Pistoia-Porretta e con la Pistoia-           relazione generale, l’ingegnere austria-
Firenze, dalla numerosa popolazione                 co mostra maggiore attenzione alla
esistente nell’area, alla ricchezza agri-           funzionalità dell’architettura, mettendo
cola e manifatturiera del territorio16.             in secondo piano le decorazioni e l’e-
In quegli anni infatti Pescia poteva                stetica di questi manufatti.
vantare molti opifici e manifatture di                   Per la stazione di Pescia, sia la pian-
grande importanza, dalle cartiere                   ta che i prospetti riflettono uno stile
Magnani, Calamari, Ansaldi e Livini,                semplice ed essenziale. Attraverso una
alle filande Scoti, Méjean, Bartoli e               planimetria a “U” si definiscono le
Marchetti, dalle concerie alle vetrerie,            funzioni, mentre le aperture delle fac-
dalle ferriere alle cererie, dai pastifici          ciate longitudinali, identiche tra loro, si
alle calzolerie, per citarne solo alcuni17.         susseguono alla stessa distanza l’una
     Il 23 marzo 1846, Enrico Pohlme-               dall’altra. Nelle due ali della pianta si
yer consegnava al direttore generale di             trovano due sale per i passeggeri, il
acque e strade la relazione progettuale             locale per i facchini e per le guardie, le
sull’intero tragitto, che era stato ripar-          abitazioni del capostazione e del custo-
tito in undici Divisioni18. In questo               de. Suddividono lo spazio tra i binari e
rapporto, inoltre, si faceva presente               il corpo di fabbrica due cortili scanditi
che, per quanto riguarda l’arrivo a                 da colonne. L’ampia tettoia, coperta da
Pescia, c’erano due problemi da scio-               una capriata di legno di notevoli
gliere, quello di avvicinarsi maggior-              dimensioni, si sviluppa sopra i tre
mente “alla industriosa città” e quello di          binari, per riparare dalle intemperie i
realizzare, per quanto possibile, “la               passeggeri ogniqualvolta salivano e
strada ferrata fuori dai luoghi soggetti alle       scendevano dal treno.

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L'ARRIVO DEL TRENO A PESCIA - LA COSTRUZIONE DI UN TRATTO DELLA FERROVIA LUCCA-PISTOIA (1848)
"La tavola C comprende lo sviluppo della Stazione che s'intende di costruire per Pescia, nella
quale la tettoja destinata ai carri, è lunga circa b. 105 e larga b. 21 e ½, ogni rimanente si vede
esposto con abbastanza chiarezza". Commento di Carlo Reishammer al progetto Pohlmeyer
(1847).

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L'ARRIVO DEL TRENO A PESCIA - LA COSTRUZIONE DI UN TRATTO DELLA FERROVIA LUCCA-PISTOIA (1848)
A sud-ovest del corpo centrale,
verso il rio della Dilezza, viene proget-
tata la rimessa per le locomotive, com-
posta da un laboratorio, da una stanza
per contenere il serbatoio dell’acqua e
da due camere per il macchinista e per
il facchino20. Essendo stabilito nella
relazione progettuale che ogni 1000
metri una guardia doveva controllare
l’andamento della linea, c’è la necessità
di “casette di muramento e parimente simili
fabbrichette, dirette allo stesso uso, costruite
presso ogniuno degli incontri della ferrata con
le strade ordinarie”21.
     Con Motuproprio del 16 maggio
1846, Leopoldo II, dopo aver preso
visione del progetto, autorizzò i lavori
preliminari per il tratto di linea che dal
confine toscano arrivava fino a
Pistoia22. Il successivo 20 maggio
avvenne la notificazione pubblica,
dove si chiarì che il punto di partenza
del tragitto nel territorio toscano
sarebbe stato ad Altopascio, per poi                    Tavola D. Rimessa delle locomotive, disegno
                                                        di Enrico Pohlmeyer (1847).
proseguire verso il Marginone alla
volta della città di Pescia. Attraversate               sto di tutte le macchine e attrezzi vari
quindi la Pescia di Collodi, in vicinan-                necessari alla realizzazione della strada,
za della Dogana di Squarciabocconi, e                   al trasporto delle merci e dei viaggiato-
la Pescia di Pescia, in prossimità della                ri. Saranno pure a carico della Società
cartiera Livini, si sarebbe passati tra il              tutte le spese occorrenti per l’acquisto
Bella Vista e Borgo a Buggiano, toc-                    dei terreni da occupare con la strada
cando Bagni di Montecatini e Pieve a                    ferrata e con tutte le opere murarie.
Nievole; una volta realizzato un “trafo-                Nell’articolo XV si precisa che i caval-
ro” sotto il monte di Serravalle, si                    cavia, gli acquedotti, le chiaviche e le
sarebbe fatto “capo alla Città di Pistoia”.             altre opere d’arte occorrenti lungo il
     Nell’articolo IV vengono menzio-                   percorso, dovranno essere di “muratura
nati i compiti che si accollerà la Socie-               e calcina”, mentre i ponti sulla Pescia di
tà, e cioè quello di seguire tutta la                   Collodi, sul torrente Dilezza, e sulla
costruzione, provvedere non solo alla                   Borra, dovranno sostenersi con “arma-
formazione del piano stradale e a tutte                 ture di legname o di ferro, però sopra fiancate
le opere accessorie, ma anche all’acqui-                da pile di opera muraria”.

                                                   10
L'ARRIVO DEL TRENO A PESCIA - LA COSTRUZIONE DI UN TRATTO DELLA FERROVIA LUCCA-PISTOIA (1848)
Il tracciato della linea nella zona del Castellare di Pescia nel progetto di Enrico Pohlmeyer.
Pianta disegnata da Benedetto Simi nel 1847.

                                             11
"La tavola B rappresenta la Disposizione Generale dei locali destinati per servire alla Stazione
di Pescia, si osserva come l'andamento attuale della strada denominata del Chiasso (del Castel-
lare ndr) resta tagliato dalla fabbrica principale della stazione e dalle 3 ruotaje presso l'ingresso
di questa, per cui è stata proposta una rettifica alla strada ferrata sino alla Dilezza, lungo il qual
Rio pure convenientemente rettificato, si conduce separata dal Rio mediante un muro nell'an-
damento attuale al confine della Stazione, ove attraversa le ruotaje allo stesso livello. Mediante
la ridetta ultima rettificazione la Dilezza può essere attraversata dalla strada ferrata con un
Ponte a squadra". Osservazioni di Carlo Reishammer sul progetto di Enrico Pohlmeyer (1847).

                                                 12
Nell’articolo XVII si indica che la              precedente, sulla strada comunale che
stazione di Pescia dovrà collocarsi tra il            da Pescia conduce alla chiesa stessa.
ponte a Catano e le Casacce23. La sta-                Per quest’ultimo problema, l’ingegnere
zione, pensata con tutte le prescrizioni              propone una galleria coperta a volta
necessarie a quelle di seconda classe,                “lunga b. 46, per la quale la strada ferrata
attesta l’importanza che assumeva                     potrà sottopassare alla viottola della villa e
Pescia, in quanto era un grande centro                alla vicina strada del Castellare”, ma il
industriale. Infatti, solo a Pistoia veni-            commissario regio è più favorevole alla
va assegnata una stazione di prima                    costruzione di due viadotti, in quanto
classe, mentre a Buggiano, a Monteca-                 “la strada ferrata resta meglio garantita dalle
tini, il cosiddetto ‘Paese dei Bagni’, e              disgrazie e con la impudenza, la malignità,
ad Altopascio, identificati tutti come                non che l’ignoranza potrebbero facilmente dar
centri minori, si destinava la terza clas-            luogo”26, rispetto alla galleria.
se. Alla distinzione delle diverse stazio-
ni fa riferimento anche Giuseppe                                           ***
Ansaldi nella sua Valdinievole illustrata, il
quale, citando la strada ferrata Lucca-                    Aperto il cantiere per la costruzio-
Firenze in funzione già da molti anni,                ne del tronco, sorsero subito problemi
che passa a circa due chilometri a sud                di natura economica. In una lettera
di Pescia, rimarcherà che “quivi c’è una              datata 29 settembre 1847, Carlo Reis-
delle principali stazioni”24.                         hammer, mentre auspicava un avanza-
     Nel 1847 Enrico Pohlmeyer pre-                   mento dell’opera di fronte all’incertez-
sentava il disegno di tutte le opere in               za del reperimento di ulteriori capitali
muratura previste lungo il tragitto, tra              necessari, precisava che a quel momen-
le quali il viadotto con 37 archi da rea-             to ci si doveva limitare alle costruzioni
lizzare vicino alla stazione di Pescia, in            indispensabili per mettere in esercizio
direzione di Borgo a Buggiano. Per                    la strada ferrata e favorire così un più
dimostrare la fattibilità del progetto,               sollecito recupero degli investimenti,
esibiva, a confronto, anche un altro                  con vantaggi per gli enti pubblici e pri-
suo viadotto di 72 archi, già costruito e             vati che avrebbero potuto meglio com-
funzionante a Brünn, sulla strada fer-                pletare i lavori27.
rata austriaca25. Presso il Castellare di                  Ma i problemi non furono tutti
Pescia, inoltre, visto che “il piano viabile          risolti. Dopo qualche mese, infatti, il
(riferito alla strada ferrata ndr) è profon-          direttore delle Reali fonderie grandu-
damente incassato nel terreno della collinetta        cali di Follonica si lamentava del debi-
sulla quale è situata la villa”, si fa presen-        to di ben 43.000 lire contratto dalla
te la necessità di mettere in comunica-               Società concessionaria della strada fer-
zione, attraverso un viadotto, questa                 rata Lucca-Pistoia con il governo cen-
con la strada davanti alla chiesa; d’al-              trale. A queste rimostranze, tuttavia, il
tronde era indispensabile un altro via-               segretario delle Finanze faceva presen-
dotto a pochissima distanza da quello                 te l’opportunità di continuare la forni-

                                                 13
Una porzione della Tavola E disegnata da Enrico Pohlmeyer (1847). "La Tavola E sta a rappre-
sentare tutto l'insieme delle opere murarie progettate per una lunghezza di b. 1.074 circa, all'og-
getto per eliminare ogni cattivo effetto che in caso di inondazione delle acque della Pescia in
terrapieno continuo starebbe a produrre sui terreni compresi tra il ridetto terrapieno e la Città
di Pescia, poiché rinchiuse tali acque potrebbero estendersi molto più in su di quello che attual-
mente non fanno ed anco sino a compromettere la sicurezza della predetta Città. Consistono
tali opere in un lungo viadotto di 37 archi di una larghezza di b. 15, della freccia di b. 6,40, di
forma ellittica e sostenuta da piloni grossi b. 2,60, da impostare uno sull'altro, e b. 8,40 da testa-
ta a testata". Commento di Carlo Reishammer.

                                                 14
tura “di cuscinetti necessari per guarnire di
                                                     rotaje ferrate il tronco in costruzione fino a
                                                     Pescia”28. E così fu fatto. Fornite 465
                                                     tonnellate di cuscinetti per terminare il
                                                     tratto Lucca-Pescia, ci fu bisogno
                                                     ancora di altre 65 tonnellate, come sot-
                                                     tolineava l’architetto commissario
                                                     regio, per cui la Società concessionaria
                                                     fu costretta a chiedere un prestito di
                                                     100.000 lire all’accollatario Angelo
                                                     Talacchini attraverso la Cassa del reale
                                                     arcispedale di S. Maria Nuova di Firen-
                                                     ze29.
                                                         Quanto alle opere da realizzare, si
                                                     ritrova nei documenti una descrizione
                                                     accurata dei materiali necessari. Ad
                                                     esempio per “il Ponte di Collodi presso la
                                                     Dogana di Squarciabocconi”, si precisa che
                                                     il piano viabile deve essere sostenuto
                                                     da un’armatura in legname di abete
Sezione trasversale di una locomotiva a vapo-
re degli anni Trenta dell’Ottocento.
                                                     posta sopra il “muramento” e che deve

La stazione di Pescia in un’immagine degli anni Trenta del Novecento (coll. Giorgio Lavoratti).

                                                15
non per trarlo dietro a sé, non esisten-
                                                        do all’indicata stazione di S. Salvatore
                                                        piattaforma destinata a invertire il
                                                        senso di marcia della locomotiva per il
                                                        ritorno a Lucca 31.
                                                             Il 20 dicembre 1848, qualche gior-
                                                        no prima dell’apertura al pubblico
                                                        della stazione di Pescia, Carlo Reis-
                                                        hammer informa sullo stato di avanza-
                                                        mento dell’opera, della quale “è stata
                                                        interamente costruita la tettoia, per ricoverare
                                                        i treni, oppure per montare i passeggeri, e del-
                                                        l’Uffizio è stata soltanto eseguita quella parte
                                                        che era necessaria alla vendita dei biglietti ed
                                                        al ricovero dei passeggeri sino al momento di
                                                        entrare nelle carrozze del treno”. Reisham-
essere fatta una copertura di zinco                     mer precisa inoltre che “la fabbrica della
sulla “parte superiore dei monachi ammorza-             stazione medesima è stata portata coi suoi
ti ai travi orizzontali ed ai puntoni per colle-        muramenti all’altezza di circa braccia 4 dal
gare i primi ai secondi”.                               piano terreno circostante” e che la piatta-
     Nel resoconto dei lavori, inviato da               forma girevole, per voltare la macchi-
Reishammer nel marzo 1848 al diretto-                   na, insieme agli scambi occorrenti per
re generale delle acque e strade, a                     la manovra dei treni verso il vicino via-
seguito di un sopralluogo, si dà notizia                dotto degli Alberghi, saranno presto in
che “tutte le piccole case di abitazione per le         funzione, e aggiunge: “Trovansi già collo-
guardie da Lucca a Altopascio”, vale a dire             cati al loro posto e furono adoperati sotto i
i caselli ferroviari, sono ormai costrui-               miei occhi li scambi che occorreva aver situati
te, così come la stazione di Altopascio.                verso il Castellare cosicché la macchina sulla
Si precisa anche che non è stata realiz-                quale facevo la mia ispezione, fu cambiata
zata “l’impalcatura di legname del Ponte                dalla testa alla coda di un treno di carri da
sulla Pescia di Collodi, al quale sono da               trasporto e di alcune carrozze sui quali veico-
parecchi mesi ultimati i muramenti destinati
a posare dei legnami medesimi e che mancano
210 tonnellate di ferri per le ruotaje”.
     Il 10 giugno 1848 viene inaugurato
il tratto fino ad Altopascio30. Un mese
dopo si fa presente, in una lettera, che
presto “verrà aperta anche la stazione a S.
Salvatore”. Fino a quando non si rag-
giungerà Pescia, la locomotiva verrà
                                                        Immagine della stazione di Altopascio negli
adoperata per spingere avanti il treno e                anni Quaranta del Novecento.

                                                   16
Due immagini della stazione risalenti ai primi anni del Novento (coll. G. Magnani).

li avevano trasportati molti ferri, legnami e         nate al trasporto dei passeggeri dalla strada
delle persone che dovevano servire alla esecu-        ferrata ai vicini luoghi abitati e viceversa”32.
zione dei lavori, accessori che rimarranno                 Presso la stazione di Pescia, al
ancora da fare”. La strada di accesso alla            momento della sua apertura, furono
stazione collegata è ultimata e, aggiun-              impiegate tredici persone, ossia un
ge il commissario regio, non presenta                 capostazione, un magazziniere, uno
“a parer mio tal pendenza da renderne sover-          speditore, due ricevitori, quattro guar-
chiamente incomodo l’uso delle vetture desti-         die e quattro facchini. Quanto alle

                                                 17
La stazione di Pescia in un’immagine del 1906 (coll. G. Magnani).

merci transitate, sembrano prevalere le            priati dei terreni per far passare la
granaglie coltivate nella campagna cir-            linea, oppure i vetturali che avevano il
costante. Nel trasporto di bestiame sul            timore di perdere una parte di lavoro e
convoglio, il cavallo appariva l’animale           che si sentivano ‘rovinati’.
con la tariffa più alta, in quanto consi-               Quanto al fabbricato principale
derato un bene di lusso, posseduto                 della stazione, il progetto originario di
quindi da persona facoltosa. Per                   Enrico Pohlmeyer fu sicuramente rea-
potenziare il servizio su questo nuovo             lizzato per la quasi totalità, secondo i
tratto, fu appositamente acquistata una            documenti già citati, così come avven-
locomotrice inglese che venne deno-                ne anche nella vicina stazione di Alto-
minata ‘Pescia’33.                                 pascio. Osservando, tuttavia, le foto-
    Non tutti accolsero bene ‘l’arrivo             grafie risalenti ai primissimi anni del
del treno’. Chi aveva per esempio i                Novecento, appare chiaramente che
poderi in prossimità della linea ritenne           entrambe le stazioni subirono una
che il vapore della locomotiva provo-              radicale trasformazione. In primo
cava la “malattia delle uve”. Al pregiu-           luogo furono demolite le ‘tettoie’
dizio popolare, Carlo Reishammer                   soprastanti i binari, in secondo luogo
rispondeva che chi affermava ciò era               gli edifici furono rialzati di un piano; è
contro la strada ferrata, contro i viaggi          probabile infatti che le abitazioni pre-
e quindi contro il progresso34. Non                viste ai lati del corpo centrale non
videro bene la realizzazione della fer-            siano state realizzate in quanto si pre-
rovia anche coloro che vennero espro-              ferì collocarle al piano superiore.

                                              18
Proprio nel 1849, anno di grandi
                                                      fervori politici, accade un fatto curio-
                                                      so, legato a questi ulteriori lavori sulla
                                                      linea ferroviaria. Anche a Pescia, come
                                                      in tutte le piazze delle città toscane,
                                                      grandi o piccole che siano, si vuole
                                                      innalzare l’Albero della libertà, inneg-
                                                      giante al governo provvisorio36. Se ne
                                                      sceglie uno di enormi dimensioni, che
                                                      per la difficoltà di metterlo in verticale,
                                                      rimane tre giorni adagiato a terra. Solo
Disposizioni sul servizio dei trasporti (3            nella domenica del 25 febbraio si
marzo 1859).
                                                      riesce a conclude quest’impresa, grazie
    La Società chiede nel 1849 una                    agli argani presi nel cantiere della stra-
proroga al governo centrale per con-                  da ferrata e all’aiuto degli operai che
cludere l’opera fino a Pistoia, proroga               lavoravano sulla linea37.
che il Ministero delle Finanze concede                     Con la scomparsa di Enrico Pohl-
fino al luglio del 1851, giustificata dalla           meyer, nel 1850 il progetto passò
diffusa crisi finanziaria a cui è costret-            all’ingegnere pistoiese Tommaso Cini,
ta tutta l’Europa35.                                  il quale avrebbe dovuto risolvere due

Uno dei primi orari riferiti a più società ferroviarie (1858).

                                                 19
stante i terreni adiacenti al torrente
                                                medesimo38. Il commissario Reisham-
                                                mer scartò il progetto del ponte a due
                                                luci per approvare quello a tre luci,
                                                caratterizzato da “pile a pianta di forma
                                                ellittica”, più adatte a resistere alla cor-
                                                rente delle acque39.
                                                      Contro l’avanzamento dei lavori
                                                nel tratto che, partendo dalla riva sini-
                                                stra del fiume Pescia di Pescia, giunge
                                                a via di Campo, il vescovo di Pescia,
                                                insieme ad Andrea Convalle, a Barto-
                                                lomeo Nucci e a Demetrio Livini
                                                firmò una petizione. In essa si denun-
                                                ciava il fatto che si voleva “eseguire detto
                                                tratto per via di terrapieno, invece che in via

problemi: attraversare il Serravalle e
contenere il più possibile la superficie
di terreno da espropriare nell’orto del
monastero di S. Marta di Borgo a Bug-
giano, esproprio fortemente osteggiato
dalle monache. Inoltre, il Cini prospet-
tò due soluzioni per realizzare il ponte
sul torrente Pescia, ponte che doveva
unire le due porzioni di viadotto sovra-

                                           20
Illustrazioni satiriche ottocentesche. Nella pagina a fianco stampate sul volume di Carlo Loren-
zini Un romanzo in vapore (1856),, sopra quelle de L’illustration. Journal Universel (1846-47).

                                              21
di archi”, ovvero attraverso quel viadot-               supplizio inventato recentemente, a benefizio
to previsto nella relazione del progetti-               delle persone poco facoltose, dagli azionisti
sta austriaco approvata dal governo. La                 delle strade-ferrate. Se poi amate l’aria fresca,
soluzione del terrapieno infatti, anche                 la durezza delle panche e … i reumi di Cer-
se meno costosa, poteva danneggiare i                   vello, entrate in un vagone di terza Classe e
citati proprietari dei poderi a nord                    sarete esaudito. Volendo salvare i rispetti
della strada ferrata, visto che “accadendo              umani e mettersi al coperto dalla sorpresa di
qualche rotta nel fiume Pescia, come frequen-           una pioggia improvvisa o di un colpo di sole,
temente accade, le fabbriche (i fabbricati              la seconda classe è fatta apposta. Se amate i
ndr) ivi esistenti resterebbero sommerse dalle          comodi della vita, o se viaggiate per conto di
acque”40.                                               qualche cliente: non c’è da esitare: la prima
     L’opera, ancora una volta, non                     classe è quella che più vi conviene[…].
procede secondo le ottimistiche previ-                       - Ogni volta che il treno è sul punto di
sioni e l’8 dicembre 1852 Leopoldo II,                  partire, se voi parlate caldamente colla perso-
sollecitandone la conclusione, rende                    na di faccia, procurate che fra il vostro naso e
pubblico che “dentro un mese dalla data                 quello dell’interlocutore, ci passi una rispetto-
del presente Decreto, dovranno dalla Società            sa distanza - poiché, nell’urto che si danno tra
essere riassunti e continuati i lavori per tutta        loro i wagoni, movendosi potrebbe accadervi,
la linea da Pescia a Pistoia, con impiegarvi            come è accaduto a tanti, che il vostro interlo-
costantemente un numero non minore di 400               cutore venisse a darvi un bacio (coi denti) sul
operanti”41. È il caso di ricordare che                 tenerume delle vostre narici. Questi baci di
questa manodopera era costituita da                     sovente, arrivano all’anima assai più … del
braccianti senza lavoro provenienti                     primo bacio d’amore!
dalle campagne circostanti la strada                         - Se il wagone in cui entrate vi lascia libe-
ferrata.                                                ro nel vostro posto, fate in modo di scansare
     Nel 1853 la linea raggiunse Bagni                  la vicinanza dei ragazzi e dei parlatori di
di Montecatini. Per arrivare a Firenze                  vantaggio. Tanto i primi che i secondi finiran-
si dovette attendere l’inaugurazione                    no col cavarvi il cervello.
della galleria del Serravalle, avvenuta il                   - La vita è breve … ma la noia è lunga!
3 febbraio 1859.                                        Perciò, se desiderate ammazzare in qualche
                                                        modo le lunghissime ore del wagone, procaccia-
                     ***                                tevi un libro … o fate mentalmente il riepilo-
                                                        go delle vostre passività”42.
    Il viaggio in treno, a quel tempo                        Ma le disavventure del viaggiatore
era ancora un’avventura, descritta con                  nel libro di Lorenzini sono ben rappre-
ironia da Carlo Lorenzini nel Vade-                     sentate anche con illustrazioni satiri-
mecum del viaggiatore.                                  che, di moda all’epoca, sulla falsariga
    “Sulla scelta della Classe, in cui dovete           delle vignette riportate nella stampa
entrare, consigliatevi con il vostro porta-mone-        europea, come ad esempio in un
te”, scrive l’autore. “Se amate stare in                numero del L’illustratione. Jurnal Univer-
piedi, entrate in quarta classe, nuovo genere di        sel del 1846-47.

                                                   22
I treni, all’epoca, non andavano a                seggeri, ma anche dalla mancanza di
una velocità superiore delle venticin-                 coordinamento del servizio di questa
que miglia all’ora (circa 40 km l’ora),                linea con la Leopolda, oltre all’utilizzo
velocità che addirittura non doveva                    di materiale rotabile acquistato spesso
superare le 6 miglia all’entrata in sta-               di seconda mano per risparmiare. Le
zione. Quasi nessun treno viaggiava in                 stazioni erano chiuse da cancellate e
orario: molti erano i passeggeri lasciati              l’accesso era severamente regolamen-
alle intemperie, visti i ritardi, e alle               tato e consentito soltanto a chi era
scortesie del personale43. Anche Reis-                 munito di biglietto. La sorveglianza era
hammer di fronte al fatto “che i treni                 importante, soprattutto la notte.
delle Strade Ferrate Lucchesi andavano sog-            All’ordine del giorno erano gli inciden-
getti quasi tutti a frequenti ritardi”, fa pre-        ti, gli episodi vandalici e gli attentati44.
sente che ciò dipende non soltanto                          Ma del treno ormai, come del pro-
dalla difficoltà di conciliare il trasporto            gresso, quasi nessuno poteva più farne
misto tra carri merci e veicoli da pas-                a meno.

                                                  23
NOTE

Abbreviazioni: ASPe - Archivio di Stato di Pescia - ASFI - Archivio di Stato di Firenze

1 Una frase di Pier Coccoluto Ferrigni, un giornalista                 14 ASPe, Comune di Pescia preunitario, Deliberazioni, 19
e umorista livornese, riportata nella nota introduttiva                settembre 1845, p. 311.
della ristampa anastatica di C. LORENZINI, Un romanzo                  15 A.S.FI., Direzione generale delle acque e strade, f. 112.
in vapore. Da Firenze a Livorno. Guida storico-umoristica,             16Ibidem.
Maria Pacini Fazzi, Lucca, 1987, p. 11.                                17 M. PALLINI, L. SILVESTRINI, La guardia civica di
2 C. LORENZINI, Il viaggio per l’Italia di Giannettino, Feli-          Pescia, fatti e personaggi 1847-1849, Amministrazione
ce Paggi Libraio-Editore, Firenze, 1886 (terza edizio-                 Comunale di Pescia, Associazione Intercomunale n. 7,
ne).                                                                   1986, p. 14.
3 Inaugurata il 10 giugno del 1848.                                    18 La prima Divisione, da Pistoia a Montalbano, la
4 Inaugurata il 12 luglio 1851.                                        seconda, il Passaggio del Serravalle fino alla Gabella
5 Cfr. A. BELLINAZZI, A. GIUNTINI (a cura di), In treno                Vecchia, la terza, dalla Gabella Vecchia fino alla spon-
a Firenze. Stazioni e strade ferrate nella Toscana di Leopoldo         da destra del Torrente Nievole, la quarta, dalla Nievo-
II, Edizioni Polistampa, Firenze, 1998, pp. 37-46.                     le fino al confine della comunità di Montecatini, la
6 A.S.FI., Direzione generale delle acque e strade, f. 112.            quinta, dal confine della Comunità di Montecatini fino
7 Epistolario di Giuseppe Giusti ordinato da Giovanni Fras-            al villaggio dei Bagni di Montecatini, la sesta, dai Bagni
si, vol. II, Succ. Le Monnier, Firenze, 1896, p. 389.                  di Montecatini fino al Bellavista, la settima, dal Bella-
8 Dal 1849, includendo anche i compiti dello Scrittoio                 vista fino alla strada Romana, l’ottava da Pescia fino a
delle Regie Fabbriche, divenne Direzione generale dei                  Squarciabocconi, precisamente alla riva destra della
lavori d’acque e strade e delle Fabbriche civili dello                 Pescia di Collodi, la nona, dalla Pescia di Collodi fino
stato. Sull’assetto amministrativo del governo lorenese                a S. Salvatore, la decima, da S. Salvatore, la decima, da
cfr. C. CRESTI, L. ZANGHERI, Architetti e ingegneri nella              S. Salvatore fino alla strada maestra fra Pescia e Alto-
Toscana dell’Ottocento, Uniedit, Firenze, 1978, pp. VII-               pascio, vicino Marginone, l’undicesima dal Marginone
XI.                                                                    fino ad Altopascio.
9 L’architetto, studiò prima matematica a Pisa, com-                   19 A.S.FI., Direzione generale delle acque e strade, f. 112.
pletò poi, la sua formazione a Firenze presso l’Acca-                  20 A.S.FI., Piante della direzione generale delle acque e stra-
demia delle belle arti e a Parigi all’Ecole des ponts et               de, 1745.
chaussées.                                                             21 A.S.FI., Direzione generale delle acque e strade, f. 112, 6
10 Cfr. I. LOMBARDI, La strada ferrata Lucca-Pisa, in                  febbraio 1846.
“Rivista di archeologia, storia, costume”, n. 1, 1981,                 22 A.S.FI., Direzione generale delle acque e strade, f. 112.
pp. 41-46.                                                             23 Ibidem.
11 La linea Lucca-Pisa, aperta nel 1846, si sviluppava                 24 G. ANSALDI, La Valdinievole illustrata, Tipografia
su 21 chilometri cfr.: A. BETTI CARBONCINI, Un treno                   Vannini, Pescia, 1879, vol. II, pp. 61-62.
per Lucca. Ferrovie e tranvie in Lucchesia, Valdinievole e Gar-        25 A.S.FI., Direzione generale delle acque e strade, f. 112.
fagnana, Funicolare di Montecatini, Calosci, Cortona,                  26 A.S.FI., Direzione generale delle acque e strade, f. 112, 6
1990, pp. 38-39.                                                       giugno 1847.
12 Il Magnani, un grande industriale, era tra i 15 mag-                27 A.S.FI., Direzione generale delle acque e strade, f. 113.
giori contribuenti pesciatini, tassati per 35 lire annuali             28 A.S.FI., Direzione generale delle acque e strade, f. 113, 3
ed era proprietario, tra l’altro, del palazzo sede attuale             gennaio 1848.
della stazione dei carabinieri di Pescia.                              29 A.S.FI., Direzione generale delle acque e strade, f. 113,
13 ASPe, Comune di Pescia preunitario, Deliberazioni, 26               Aprile 1848.
marzo 1845, p. 203.                                                    30 A.S.FI., Direzione generale delle acque e strade, f. 113.

                                                                  24
31 A.S.FI., Direzione generale delle acque e strade, Lettera           40 A.S.FI., Direzione generale delle acque e strade, f. 114, 2
della Segreteria delle Finanze, 16 luglio 1848, f. 113.                settembre 1851.
32 A.S.FI., Direzione generale delle acque e strade, f. 113.           41 A.S.FI., Direzione generale delle acque e strade, f. 114,
33 Ibidem.                                                             articolo IX.
34 A.S.FI., Direzione generale delle acque e strade, f. 114, 5         42 C. LORENZINI, Un romanzo in vapore. Da Firenze a
luglio 1852.                                                           Livorno. Guida storico-umoristica, (ristampa anastatica)
35 A.S.FI., Direzione generale delle acque e strade, ordinan-          Maria Pacini Fazzi, Lucca, 1987, pp. 142-146.
za del Ministero delle finanze, commercio e lavori                     43 A. BELLINAZZI, A. GIUNTINI (a cura di), In treno a
pubblici, f. 113, 29 marzo 1849.                                       Firenze. Stazioni e strade ferrate nella Toscana di Leopoldo II,
36 M. PALLINI, L. SILVESTRINI, La guardia.., cit. p. 147.              Edizioni Polistampa, Firenze, 1998, pp. 74-75.
37 Diario di F. FREDIANELLI, Ricordi della Città di Pescia             44 A questo proposito si legge in un documento che
dall’anno 1828 all’anno 1849 inclusive, Ms 1-B-40, depo-               è avvenuta una disgrazia il 7 ottobre 1851 al convoglio
sitato presso la Biblioteca Comunale di Pescia.                        delle ore 3,30 da Pescia per Lucca che ha provocato la
38 A.S.FI., Direzione generale delle acque e strade, f. 112, 23        morte di un cantoniere Tommaso Bandacci, in A.S.FI.,
aprile 1850.                                                           Direzione generale delle acque e strade, f. 114, 9 ottobre
39 A.S.FI., Direzione generale delle acque e strade, f. 112, 31        1851.
luglio 1850.

                                                                  25
BIBLIOGRAFIA

Diario di F. FREDIANELLI, Ricordi della               seppe e Alessandro Manetti e Carlo Reis-
Città di Pescia dall’anno 1828 all’anno               hammer, (Firenze, 4 ottobre-23 novem-
1849 inclusive, Ms 1-B-40, depositato                 bre 1984), Firenze, EDAM, 1984.
presso la Biblioteca Comunale di                      G. K. KOENIG, Ferrovia,paesaggio e città,
Pescia.                                               in “Storia della città”, n. 33, 1985.
C. LORENZINI, Un romanzo in vapore. Da                M. PALLINI, L. SILVESTRINI, La guardia
Firenze a Livorno. Guida storico-umoristica,          civica di Pescia, fatti e personaggi 1847-
Firenze, Tipografia di G. Mariani,                    1849, Pescia, Amministrazione Comu-
1856.                                                 nale di Pescia, Associazione Interco-
G. ANSALDI, La Valdinievole illustrata,               munale n. 7, 1986.
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Finito di stampare da
Casa della Penna-Pescia
nel mese di maggio 2004

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