Relazioni e solitudini nella Rete. #Social_relation_&_società_confessionale - TORVERGATA OA

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ISSN 2704-7318
                                                                                                   Fascicolo 1-2022
                                                                                                   DOI: 10.32091/RIID0072
                                                                                                   Articolo sottoposto a peer review

Relazioni e solitudini nella Rete.
#Social_relation_&_società_confessionale

                                              Maria Novella Campagnoli

      Entro la più ampia e variegata cornice di una trattazione dedicata alla Internet governance, un’osserva-
      zione specifica non può non essere riservata alle particolari forme di comunicazione e di relazione che si
      sviluppano all’interno delle piattaforme social. Teatro, non soltanto di interazioni fluide e frettolose, ma
      anche di narrazioni solipsistiche e monadiche. Aspetti che, oggi più che mai, necessitano di essere ripensati
      e, laddove necessario, regolamentati.

      Social network – Comunicazione – Relazione – Mipiacismo – Società confessionale

Sommario: 1. Tre breadcrumbs a mo’ di introduzione – 2. Dal World Wide Web... ai social network – 3. Caratteristiche
 ed elementi di fascinazione – 4. Tra costruzioni e continue ri-configurazioni di sé e della relazione con gli altri – 5. Les
 Fleurs du mal. Brevi suggestioni conclusive

1. Tre breadcrumbs                                                  rando i linguaggi e ridisegnando le interazioni e le
   a mo’ di introduzione                                            relazioni4 .
                                                                        Una prima indicazione proviene da Removed So-
                                                                    cial 5 , l’originale progetto realizzato, nel 2012, dall’a-
Entro la più ampia e variegata cornice di una trat-                 mericano Eric Pickersgill, che illustra con lucida iro-
tazione dedicata alla Internet governance, un’osser-                nia la solitudine e l’isolamento di chi è iperconnesso.
vazione specifica non può non essere riservata alle                 Removed Social propone una nutrita photo-gallery
particolari forme di comunicazione e di relazione che               nella quale sono ritratte scene di vita quotidiana:
si sviluppano all’interno delle piattaforme social, ora-            persone attorno ad un tavolo, sul divano, in salot-
mai, da alcuni anni, teatro non soltanto di interazioni             to, in barca, in poltrona, a letto, dal barbiere, alla
fluide e frettolose, ma anche di narrazioni solipsisti-             guida e perfino al cimitero. Tutti frangenti che, soli-
che e monadiche. Aspetti, che, oggi più che mai, ne-                tamente, vengono vissuti con lo smartphone (o con
cessitano di essere ripensati e regolamentati.                      un qualunque altro device) a portata di mano6 . Pur
    Muoviamo, in questa nostra ricostruzione, da al-                nella varietà delle scene e nella diversità dei contesti
cune singolari breadcrumbs 1 fotografiche. Immagini                 e dei soggetti, in ogni foto si rinviene un denomina-
che, con eloquenza ed efficacia, danno l’idea dell’im-                tore comune: il dispositivo elettronico del caso non
patto che la diffusione dei social network ha avuto –                compare, è stato infatti rimosso. Scelta che simboleg-
e tuttora sta avendo – sulle nostre vite: modificando               gia l’invettiva di Pickersgill contro l’uso smodato dei
le abitudini2 , trasformando gli atteggiamenti3 , alte-

    M.N. Campagnoli è avvocato e ricercatrice di Filosofia del diritto, informatica giuridica e biogiuridica presso il Dipartimento
di Giurisprudenza dell’Università di Roma “Tor Vergata” dove insegna Teoria e pratica dei diritti umani.
    Questo contributo fa parte del numero speciale “La Internet governance e le sfide della trasformazione digitale” curato da
Laura Abba, Adriana Lazzaroni e Marina Pietrangelo.
tool digitali e della mania di essere connessi alla Rete      luppato un’abitudine compulsiva, una vera e propria
in ogni momento della nostra giornata. Fra le raffi-            ossessione, quella di avere lo smartphone sempre con
gurazioni più significative: quella che immortala due         noi e di controllarlo di continuo. Per la precisione –
novelli sposi appoggiati al cofano di un’autovettura          stando al documentario It’s people like us 10 – lo con-
bardata per l’occasione: lo sposo da un lato, la sposa        trolliamo in media circa centocinquanta volte al gior-
dall’altro. Entrambi mimano l’atteggiamento di chi            no, in pratica, ogni sette minuti11 . Inseparabile pro-
è intento a controllare il proprio smartphone. Il pa-         tesi, sempre connessa alla Rete e ai social, lo smart-
radosso è evidente: i due sono appena sposati (come           phone è come una finestra alla quale ci affacciamo
è scritto sul cartello affisso alla vettura) eppure si          ogniqualvolta ne sentiamo l’esigenza (per pubblicare
comportano come se fossero già separati 7 .                   un contenuto, per aggiornare e/o modificare il nostro
    Un secondo spunto è fornito dallo stravagante ri-         stato, oppure, semplicemente, per distrarci curiosan-
tratto, a firma di Oliviero Toscani, che è apparso su         do fra i profili e le pagine altrui). Il rovescio della me-
Elle Man France nell’aprile del 20148 . La fotografia         daglia – come nota Manfred Spitzer – è che quando i
– che come vuole lo stile dell’artista è spregiudicata,       nostri device non sono con noi, o quando non abbia-
irriverente e provocatoria – ritrae un ragazzo e una          mo la possibilità di connetterci alla Rete, «ci sentia-
ragazza distesi su un letto e completamente nudi.             mo come un insetto girato sulla schiena, che dimena
Sensualità e imbarazzo sono, però, scongiurati dalla          impotente le zampe, del tutto inutilmente»12 .
presenza dei dispositivi tecnologici, che dominano il             (ii) I social network comportano una riconfigu-
campo visivo e polarizzano l’attenzione dello spetta-         razione profonda della comunicazione e delle rela-
tore. La ragazza regge in grembo un pc e indossa del-         zioni 13 . La perdita dell’interazione vis-à-vis – nella
le vistose cuffie, mentre il ragazzo tiene in mano uno          quale sia io che l’altro siamo il nostro corpo – e il pas-
smartphone collegato a degli auricolari. Il contrasto         saggio a una comunicazione in cui l’oggettività del
è particolarmente forte. Al contesto e alla mancanza          corpo è assente e il soggetto-comunicante è ridotto
di indumenti (che di per sé stessi presupporrebbe-            al contenuto del suo messaggio, infatti, porta con sé
ro una certa confidenza ed intimità tra i due) fa da          tutta una serie di ripercussioni sulla sfera emotiva14 .
contraltare l’assenza di ogni forma di prossimità, di         Ciò che ne consegue è il possibile sviluppo di dipen-
contatto e/o di comunicazione.                                denze15 e anche di vere e proprie patologie16 . Fra le
    Una terza occasione di riflessione, infine, è sug-        più recenti e allarmanti, senza dubbio, la c.d. sindro-
gerita da Sur-Fake 9 . La serie di scatti realizzati dal      me da ritiro sociale, meglio nota come sindrome da
fotografo francese Antoine Geiger nel 2015, dove a            hikikomori. Una situazione patologica che coinvolge
venir meno sono addirittura i volti, attratti e lette-        soprattutto i più giovani (ne sono colpiti prevalen-
ralmente risucchiati dallo smartphone. Professionisti         temente gli adolescenti) e che prevede l’azzeramento
che vanno al lavoro, giovani che si fanno un selfie,          delle relazioni sociali e il ritrarsi del soggetto fra le
persone che camminano, che sono in bicicletta o che           mura domestiche, dove resta letteralmente incollato
si trovano nel bel mezzo di una mostra, da un’im-             ad uno schermo anche per diciotto ore filate17 . Iso-
magine all’altra, cambiano le situazioni ma la scena          lato dalla società, l’hikikomori è un Neet (ossia uno
in sé è la medesima. I soggetti ritratti hanno sempre         di quei giovani “neither in employment nor in edu-
la stessa postura: tengono la testa china e hanno in          cation or training”), immerso nel mondo manga 18 o
mano un dispositivo che catalizza il loro interesse e         prigioniero delle virtual communities 19 .
che attrae e inghiotte il loro volto.                             (iii) I social network ci permettono di scegliere
    Fotografie della e dalla realtà, quelle realizzate        come vogliamo apparire agli occhi degli altri, consen-
da Pickersgill, da Toscani e da Geiger. Suggestioni           tendoci di avere il profilo e le parvenze che più ci
distinte eppure concordi che – oltre ad essere partico-       piacciono. Disincarnati e svincolati dalla dimensione
larmente intense, disincantate e, a tratti, persino cru-      fisica, siamo – come afferma Sherry Turkle – ciò che
de – hanno il pregio di cogliere e di mettere bene in         appare sullo schermo20 o, meglio, «ciò che le nostre
evidenza alcuni dei nodi critici attorno ai quali orbita      dita fanno trapelare di noi attraverso lo schermo»21 .
l’attenzione degli scienziati della Rete e di chi, a vario    Sempre in divenire, fluida e pronta ad essere ridise-
titolo, si interessa allo studio dei social e dei loro tan-   gnata quando vogliamo la nostra identità online, è
ti riverberi (informatici, sociologi, filosofi, psicologi,    un’identità che, però, non sempre rispecchia fedel-
matematici, ingegneri sociali, giuristi ed economisti).       mente la realtà e che – come ci avverte a suo modo
Ripercorrendo l’ordine delle immagini, possiamo,              Antoine Geiger – può anche venirci sottratta assieme
così, sintetizzare gli aspetti salienti messi a fuoco.        alle informazioni che ci riguardano22 .
    (i) I social network sono parte integrante della              Tre snodi importanti, questi, sui quali si avrà
nostra quotidianità. È un dato di fatto. Abbiamo svi-         modo di ritornare nel corso della trattazione.

                                               Maria Novella Campagnoli
2. Dal World Wide Web...                                   di fronte ad un mezzo di comunicazione di massa
   ai social network                                       (ossia rivolto alla massa), che presentava parecchie
                                                           limitazioni nell’accesso alla creazione e alla divulga-
La storia dei social network assomiglia ad una para-       zione dei contenuti, con il Web 2.0 queste limitazioni
bola dall’ascesa rapida ed intensa. Per quanto veloce      vengono meno.
e significativa, però, si tratta di una storia relativa-       È, così, che si assiste al profilarsi dei social net-
mente recente, che trae avvio dalla convergenza si-        work: piattaforme che possono assolvere a diverse
nergica di due fattori, reciprocamente collegati. Vale     funzioni e che fungono anche da mezzi di comuni-
a dire: a) la diffusione del computer e la sua tra-         cazione di e per la massa31 . E cioè, media che si
sformazione da strumento per eseguire calcoli a stru-      rivolgono alla massa e che sono a disposizione della
mento di scrittura (prima) e di comunicazione (poi);       massa: con i quali quest’ultima comunica e – a secon-
b) l’avvento, nel 1991, del World Wide Web23 , che         da dei casi e delle situazioni – diffonde informazioni e
– a detta del suo ideatore Tim Berners-Lee – più           notizie. Nuovi vettori che sono alla portata di chiun-
che un’innovazione tecnologica avrebbe dovuto rap-         que abbia accesso a Internet e ai tantissimi social
presentare un’innovazione sociale, destinata ad aiu-       che, in questi anni, sono nati. Un elenco in conti-
tare le persone a comunicare e a migliorare la loro        nua crescita32 di cui YouTube, Facebook, Instagram,
esistenza reticolare nel mondo24 .                         Pinterest, LinkedIn, Twitter, Skype, Messenger, Vi-
    Diversamente da quanto si potrebbe pensare,            ber, Telegram, Signal, Snapchat e WhatsApp sono
quindi, la primissima tappa dello sviluppo e dell’e-       soltanto alcuni dei più noti e diffusi.
voluzione dei nuovi network non si colloca nel 1997           Figli di Internet e dell’evoluzione della sua inter-
– anno in cui si assiste alla comparsa della piattafor-    faccia resa possibile grazie al Web 2.0 e alle app, i
ma SixDegrees.com 25 – ma risale a qualche anno pri-       social network33 non ci permettono soltanto di con-
ma. È, infatti, concomitante all’invenzione del Web        dividere esperienze, sentimenti, punti di vista e stati
o – mutuando le parole di Manuel Castells – di quel        d’animo – come in una sorta di diario aperto alla let-
nuovo ambiente di interazione e di condivisione delle      tura degli altri utenti34 – ma ci consentono anche di
informazioni che è la Galassia Internet 26 . Il perché è   raggiungere un triplice risultato:
presto detto. Internet ha ampliato e stravolto l’uso e
le funzioni del computer, convertendolo in un mezzo        – quello di avere un ruolo attivo-creativo nella de-
di comunicazione di massa o, più correttamente, in           finizione della nostra identità sociale (cioè della
un nuovo medium 27 . Ovverosia, in uno strumento che         nostra posizione nell’ambito del network e/o del
– superando i limiti spazio-temporali e interponen-          gruppo di cui facciamo parte)35 ;
dosi fra gli interlocutori – trasforma l’interazione da    – quello di poter visionare, monitorare e controllare
esperienza diretta dell’Altro ad esperienza indiretta        i profili altrui36 ;
(poiché, per l’appunto, mediata)28 .                       – e, infine, quello di estendere la nostra rete sociale,
                                                             ad esempio, ampliando il numero dei nostri ami-
    Affinché i social network potessero fare la loro
                                                             ci (nel caso di Facebook), dei nostri followers (in
comparsa è stato, però, necessario un ulteriore e fon-
                                                             quello di Twitter) degli iscritti (nel caso di You-
damentale passaggio. Dal Web (Web 1.0) – e dun-
                                                             Tube), oppure delle persone collegate e in contatto
que da un’interfaccia che consentiva di trasmettere
                                                             (nel caso di LinkedIn).
lo stesso messaggio ad un consistente numero di rice-
venti, ma nella quale l’accesso alla produzione comu-          Tutto ciò, nell’ambito del cyberspazio37 (quel
nicativa era riservato a pochi e, in generale, a quegli    particolare ambiente virtuale e interattivo che Geert
stessi colossi che già controllavano l’editoria, la ra-    Lovink definisce spazio tecnosociale 38 ) e sullo sfondo
dio o la televisione29 – si è dovuti passare al Web        di continue e vorticose trasformazioni che, passando
2.030 . Vale a dire, ad un ambiente digitale ancor più     per il Web 3.0 (web semantico 39 ), sembrano averci
aperto, nel quale ogni utente, oltre alla possibilità      già proiettato verso altri ed ulteriori scenari.
di accedere alle informazioni e ai contenuti, avesse           È il caso dell’attuale Web 4.0 (web della realtà
anche quella di crearne e diffonderne di nuovi.             aumentata e dei big data 40 ) e dell’imminente Web
    Con il Web 2.0 (web partecipativo), difatti, chiun-    5.041 (il cosiddetto web emotivo). Uno spazio basato
que abbia accesso alla Rete e alle piattaforme social      sull’interazione uomo-macchina/uomo-IA, del quale
può – ipso facto – realizzare e pubblicare testi, im-      R.E.A.D. System (presentato al “CES” di Las Vegas
magini, audio e video, rendendoli visibili agli altri      nel gennaio del 201942 ), così come, gli esoscheletri,
utenti che, oltre a guardarli e a commentarli, posso-      i droni e i robot-chirurghi mostrati al “World Ro-
no anche condividerli e divulgarli a loro volta. Altri-    bot Conference” 43 di Pechino, ci offrono già qualche
menti detto, se con il Web 1.0 ci trovavamo ancora         affascinante anticipazione44 .

                   Relazioni e solitudini nella Rete. #Social_relation_&_società_confessionale
3. Caratteristiche ed elementi                             costruire e mostrare il proprio profilo, visibile agli
   di fascinazione                                         altri; f) la lista (rete) di utenti (contatti ) con i qua-
                                                           li è possibile comunicare, scambiare informazioni e
Reti informazionali alimentate da Internet e basate        condividere contenuti multimediali; g) la facoltà di
sui nuovi media, i social network sono piattaforme         monitorare e di analizzare l’andamento del proprio
che consentono all’utente di scegliere e di gestire la     profilo e della propria rete (i messaggi, il numero di
propria identità e la propria rete sociale45 . Piatta-     contatti, le condivisioni, i like, ecc.); h) la notevole
forme che, grazie alla loro intrinseca flessibilità e      facilità di utilizzo, dovuta al fatto che tutte le piat-
adattabilità, comportano parecchi vantaggi sotto il        taforme social, grossomodo, presentano la medesima
profilo organizzativo46 , ma che, al contempo, modi-       impostazione grafica e lo stesso approccio, cosa che le
ficando radicalmente il nostro modo di comunicare,         rende immediatamente accessibili e utilizzabili sen-
determinano anche una trasformazione (e, per cer-          za bisogno di particolari spiegazioni e/o istruzioni; i)
ti versi, una vera e propria rivoluzione) sul piano        la dimensione espressiva, che consente agli utenti di
antropologico47 .                                          generare nuovi contenuti multimediali; l) la dimen-
    Indissolubilmente legati all’avvento della digi-       sione comunicativa, grazie alla quale tutto ciò che
talizzazione (e, cioè, al passaggio dalla rappre-          viene pubblicato nel social è visibile (salvo limita-
sentazione analogica-continua48 a quella digitale-         zioni) a tutti gli altri utenti della piattaforma; m)
discontinua49 e alla successiva codifica delle infor-      la dimensione comunitaria, che fa sì che la versio-
mazioni50 ), i social network si contraddistinguono        ne finale delle informazioni sia frutto dell’interazione
per la presenza di alcune particolari caratteristiche      con la comunità, che visualizza i contenuti, li valuta,
strutturali, quali:                                        concorre alla loro circolazione e contribuisce al loro
a) la modularità, ossia la possibilità di scomporre        eventuale successo53 . Sempre guardando alle caratte-
    tutti i contenuti in moduli dotati di un’identi-       ristiche strutturali, ma con specifico riferimento alle
    tà distinta e separata rispetto all’oggetto di cui     interazioni e ai legami che si possono instaurare fra
    fanno parte. È il caso dei pixel di un’immagine,       gli utenti, va detto che – a seconda delle situazioni e
    dell’audio di un filmato o degli script di una pa-     dei network – si possono avere:
    gina web. In pratica, ciascun modulo può essere        – legami bidirezionali, individuati dalle c.d. amici-
    cambiato, sostituito, unito ad altri oppure estra-        zie, particolari rapporti che permettono di accede-
    polato e riutilizzato. Si pensi alla possibilità di       re in maniera completa al profilo dell’amico e che
    scaricare un’immagine da un sito per poi inserir-         rendono possibile contattarlo direttamente, veder-
    la nell’ambito di un altro contesto o di un altro         ne le attività realizzate sulla piattaforma, non-
    sito51 ;                                                  ché commentarne, condividerne e/o modificarne
b) la variabilità, ovvero, la facoltà di modificare a         i contenuti pubblicati. Una forma d’interazione,
    piacimento tutti i contenuti multimediali. Emble-         questa, che è diffusa soprattutto su Facebook;
    matiche le variazioni che si possono apportare alle    – relazioni di gruppo, basate su reti create ad hoc e
    fotografie: da un’unica immagine iniziale, infat-         volte a consentire ad un novero ristretto e chiuso
    ti, se ne possono ricavare parecchie semplicemen-         di utenti di scambiarsi foto, video, collegamenti e
    te applicando dei filtri, ritagliandone delle parti,      messaggi, elementi la cui visione resta del tutto
    oppure ricorrendo a programmi come photoshop;             preclusa agli “esterni”. Modalità molto in voga, ad
c) l’interattività, caratteristica connessa all’iperte-       esempio, su WhatsApp;
    stualità, grazie alla quale il lettore può intera-     – interazioni a stella, legami c.d. uno-a-molti, in
    gire con l’autore, in un continuo scambio di ruo-         quanto, potenzialmente aperti a tutti gli utenti del
    li52 . Basti pensare al funzionamento di Wikipe-          network. Interazioni in cui, un unico emittente può
    dia, basata proprio su di un costante “passaggio          scegliere se rivolgersi ad un destinatario solo (tra-
    di testimone” tra chi scrive e chi legge;                 mite l’invio di un messaggio individuale-privato),
d) l’automazione, grazie alla quale alcune operazio-          oppure a molti, come avviene con il Tweet.
    ni possono essere svolte in maniera automatica.            Al di là degli aspetti strutturali e dei numerosi
    Paradigmatiche alcune applicazioni ludiche di Fa-      vantaggi che ne conseguono, è interessante sotto-
    cebook, come Farmville e Bubble Island, che se-        lineare che l’appeal dei social network – la chiave
    guitano a funzionare anche quando l’utente non         del loro successo e la ragione della loro diffusione
    è connesso.                                            trasversale54 e intergenerazionale55 – risiede nella
    Alla modularità, alla variabilità, all’interattività   loro singolare capacità di rispondere alle diverse
e all’automazione, si aggiungono altresì: e) lo spa-       attese degli utenti: quelle di chi li utilizza come mez-
zio virtuale all’interno del quale gli utenti possono      zo espressivo, per condividere pensieri e frangenti

                                            Maria Novella Campagnoli
di vita; quelle di chi se ne avvale come strumento           mipiacismo 60 . Non a caso, una delle prime e delle
professionale per farsi conoscere e/o per soddisfa-          maggiori preoccupazioni di chi pubblica un post, o
re esigenze di marketing; e, non da ultimo, anche            un qualsiasi altro contenuto, è quasi sempre quella di
quelle di chi, attraverso i social, instaura, realizza e     riuscire ad “accaparrarsi” quanti più like possibile61 ,
sviluppa la propria sfera relazionale.                       anche se per far ciò è necessario “dire tutto di sé” 62 .
    Più in particolare – ricordando la teoria degli usi          Ed è proprio questo il motivo per cui – Bauman
e delle gratificazioni 56 e riproponendo l’ordine dei bi-    sostiene – che la società odierna è una società confes-
sogni sociali individuato dalla piramide di Abraham          sionale, dove tutti e, in modo particolare i ragazzi,
Maslow57 – si può affermare che i social appagano:            non avvertono più alcuna gioia nell’avere dei segreti:
– il bisogno di sicurezza, ossia il desiderio di prote-      «[...] I teenager muniti di confessionali elettronici
   zione e tranquillità. Non a caso, all’interno delle       portatili non sono che apprendisti che si formano
   piattaforme social e nell’ambito della rete di con-       e vengono formati all’arte di vivere in una società-
   tatti che ogni utente si costruisce, non ci sono per-     confessionale, una società contraddistinta dal fatto di
   sone estranee o ostili, ma soltanto amici che – nel       aver cancellato il confine che separava un tempo pub-
   caso in cui non si dimostrino tali oppure divengano       blico e quello privato, di aver trasformato l’esibizione
   indesiderati e molesti – possono essere cancellati        pubblica del privato in una pubblica virtù e in un
   e/o persino bloccati;                                     pubblico dovere e di aver spazzato via dalla comuni-
– il bisogno associativo, vale a dire l’esigenza di sen-     cazione pubblica tutto ciò che non si lascia ridurre a
   tirsi parte di un gruppo, di essere apprezzati, ama-      confidenza privata e tutti coloro che rifiutano di con-
   ti e di interagire e collaborare con gli altri. È suf-    fidarsi». «[...] [Così si] mettono in mostra avidamente
   ficiente pensare ai frequenti scambi di opinioni e        ed entusiasticamente le proprie qualità sperando di
   risorse multimediali che i social permettono, in-         attirare l’attenzione e possibilmente di ottenere il
   dipendentemente dagli orari, dalle distanze, dal          riconoscimento e l’approvazione necessari per non
   luogo in cui ci troviamo e da cosa stiamo facendo;        essere esclusi dal gioco della socializzazione [...]»63 .
– il bisogno di autostima e, dunque, la necessità di
   sentirsi apprezzati, rispettati e tenuti in conside-
   razione. Necessità alla quale i social rispondono
                                                             4. Tra costruzioni e continue
   offrendo la possibilità di scegliere di continuo a            ri-configurazioni di sé
   chi si desidera chiedere l’amicizia e di chi si inten-       e della relazione con gli altri
   dono accettare le rispettive richieste. Va da sé che
   se le persone che ci chiedono (o che ci hanno chie-       Diversi anni fa, in un noto lavoro pubblicato su New
   sto) l’amicizia sono parecchie vuol dire che valiamo      Media & Society, Roger Silverstone – fra i primi ad
   e che godiamo dell’interesse e dell’apprezzamento         occuparsi di questi temi – si chiedeva quali fossero
   degli altri utenti;                                       gli aspetti inediti dei nuovi media64 . Pur nell’ambito
– il bisogno di autorealizzazione, ovvero l’esigenza di      di studi e di approcci fra loro molto differenti65 , que-
   sviluppare e di esternare la propria personalità,         sto stesso interrogativo si è poi riproposto con una
   realizzare le proprie aspettative e raggiungere una       certa ciclicità e – ancora oggi – può rivelarsi un utile
   posizione gratificante e pregevole all’interno del        spunto per ragionare sulle prerogative e sugli aspetti
   gruppo sociale. Aspirazioni che i social soddisfa-        inconsueti dei social network66 .
   no dotandoci di un profilo sempre in divenire e di            Dei nuovi network all’inizio del nostro percorso
   una cerchia più o meno ampia di “amici” (nel caso         s’è detto che: (i) fanno parte della nostra quotidiani-
   di Facebook) o di “seguaci” (nel caso di Twitter).        tà; (ii) determinano una riconfigurazione della comu-
    Le cose, però, non sono così semplici. Il desiderio      nicazione e dei rapporti ; (iii) ci permettono di sceglie-
di sicurezza, la voglia di essere accettati e di far parte   re il nostro profilo e la nostra identità. Osservazioni
di un gruppo, la necessità di dimostrare il proprio va-      senza dubbio significative, ma che – da sole – non so-
lore, l’esigenza di affermarsi sono, sì, bisogni eteroge-     no sufficienti a rispondere e a soddisfare pienamente
nei che i social network soddisfano, ma – paradossal-        il quesito posto da Silverstone. Proviamo, seppur in
mente – sono anche necessità che vengono accresciute         maniera molto sintetica e per punti, a ricostruire.
in maniera esponenziale proprio dagli stessi social.             (i) È vero: i social permeano la nostra vita. E pres-
    Vetrine virtuali che ospitano esplosioni autobio-        soché ogni giorno siamo subissati da messaggi che ci
grafiche 58 , i nuovi network, infatti, prestano il fianco   ricordano quanto siano utili, e che ci suggeriscono
alle inclinazioni narcisistiche59 e alimentano quella        quali siano i network e le soluzioni tecnologiche più
particolare smania di consenso e di approvazione che         adatte a soddisfare le nostre esigenze. Messaggi, che
– con un’insolita ma efficace formula – viene definita         suonano più o meno così:

                   Relazioni e solitudini nella Rete. #Social_relation_&_società_confessionale
«Ti senti solo? – Perché non sei su Facebook?              sulta per così dire contratto (grazie alla riduzione
Single? – Perché non provi con gli incontri online?        delle durate necessarie al compimento delle diver-
Problemi a scuola? – Ti manca solo la giusta App           se attività), mentre la geografia (intesa come spazio
per studiare!                                              fisico fatto di confini, frontiere e distanze) sembra
Vuoi recuperare la linea? – Non hai ancora la App          condannata a perdere qualunque significato.
per la dieta?                                                   «Più che alla “fine della storia” assistiamo dunque
Non hai tempo? – Metti la tua agenda su cloud!             a quella della geografia. [...] il globale è l’interno
Malato? – Watson ti aiuta nella diagnosi e nella te-       [...] e il locale è l’esterno. [...] i semi non sono
rapia!                                                     più all’interno delle mele, né gli spicchi al centro
Fame? – Dai fast food alle ricette gourmet: tutto          dell’arancia: la scorza è rovesciata»73 .
online!                                                         Tuttavia, non si può fare a meno di osservare che
Niente soldi? – Il credito online è più veloce di qual-    il principale scopo dei media (di tutti i media! vec-
siasi altra banca!                                         chi e/o nuovi che siano! ) è quello di “mediare la co-
Sei svogliato? – Prova la giusta App motivazionale!        municazione”. Vale a dire, proprio quello di supera-
Dedichi troppo tempo al tuo smartphone? – Basta            re i vincoli spazio-temporali e di rendere possibile il
un’App per lo spegnimento automatico!»67 .                 passaggio dall’interazione sincronica e contingente a
                                                           quella diacronica e differita. Altrimenti detto, anche
    Malgrado ciò, però, non si può non ammettere           in questo caso, così come per il precedente, non si può
che tutti i media, che via via si sono succeduti nel       dunque dire di aver individuato una vera e propria
corso della storia68 , hanno sempre comportato pro-        novità.
fondi mutamenti non solo nello svolgimento e nella              (iii) Ed è pure vero: i social ci permettono di sce-
gestione delle attività quotidiane, ma anche nel no-       gliere come mostrarci 74 . Eccellenti strumenti di im-
stro stesso modo di pensare e di rapportarci al mon-       pression management e di self-empowerment, i social
do. Emblematici – come avverte Lévy – i tanti cam-         network ci consentono di scegliere come presentarci,
biamenti legati all’invenzione della scrittura e, più di   cosa mostrare di noi e, soprattutto, ci permettono di
quattromila anni dopo, a quella della stampa.              creare dei nuovi sé sociali. Non a caso, Floridi osserva
    «All’interno delle culture prettamente orali, che      che «il sé sociale [...] [costituisce] il principale canale
hanno caratterizzato il 95% del tempo che la nostra        attraverso cui le ICT e, in particolar modo i social
specie ha trascorso su questo pianeta, la memoria          media interattivi, esercitano il loro profondo impatto
umana era circoscritta alla capacità di ricordare dei      sulle nostre identità personali. [...] [Basta infatti che]
gruppi di anziani. Gli strumenti, i gioielli, le statue,   cambiamo le condizioni sociali in cui viviamo, mu-
i monumenti di pietra e le immagini dipinte erano i        tiamo le reti di relazioni e il flusso di informazioni di
soli supporti capaci di trasmettere concetti astratti.     cui godiamo e ridisegniamo natura e novero dei limiti
Con la scrittura [...] le conoscenze hanno cominciato      e delle possibilità che regolano come ci presentiamo
ad essere registrate in maniera più efficace. [...] La       al mondo e indirettamente a noi stessi, [...] [perché]
nuova abbondanza di testimonianze [...] permise di         il nostro sé sociale [...] [possa] essere radicalmente
mettere in prospettiva le conoscenze legate al pre-        aggiornato [...]»75 .
sente, così come i progetti legati al futuro [...] [abi-        Un fenomeno, questo della costruzione e della mi-
tuando] lo spirito umano ad utilizzare uno sguardo         cronarrazione del sé, al quale James76 e Proust77
analitico, logico, critico e comparativo nei confronti     hanno dedicato particolare attenzione, e che – sep-
della realtà»69 .                                          pur con tecniche e modalità molto meno penetranti
    Una vera e propria rivoluzione culturale, alla qua-    rispetto a quelle dei social media – ha sempre accom-
le, anche Victor Hugo non manca di dedicare un si-         pagnato la storia dell’uomo. A riprova di ciò, e sem-
gnificativo rimando. Celebre l’espressione dell’arci-      plicemente a titolo d’esempio, si può ricordare quan-
diacono di Notre-Dame, Claude Frollo: “ceci tuera          to osservato da Rifkin a proposito di quella straordi-
cela”. Formula con la quale Hugo accenna proprio ai        naria “finzione” che, fra il Settecento e l’Ottocento,
riverberi connessi all’invenzione di Gutenberg70 .         è stata il romanzo. Una finzione che – come nota il
    (ii) È altresì vero: i social trasformano la comu-     celebre economista e sociologo statunitense – ha in-
nicazione e le relazioni. Non solo, Internet e i nuovi     fatti permesso a «milioni di persone [...] di definire i
network trasformano anche lo spazio e il tempo71 .         propri sentimenti più intimi e di manifestarli»78 .
Assistiamo, così, all’emergere di quella particolare            Ma, se così, è evidente che si deve compiere un
dimensione che Paul Virilio definisce dromosfera 72 .      passo ulteriore, tornando a domandarsi – con Silver-
Una dimensione che è contraddistinta dall’accelera-        stone – what’s new about new media? Per rispondere,
zione continua e, all’interno della quale, il tempo ri-    è necessario soffermarsi sull’aspetto sociale che con-

                                            Maria Novella Campagnoli
traddistingue i nuovi network. Una scelta che, par-          renziali89 , determinando lo sviluppo di vere e proprie
lando di media – e cioè di strumenti di mediazione           comunità personalizzate e io-centriche modellate sui
volti a favorire i rapporti sociali – potrebbe anche         gusti e sulle preferenze dell’individuo90 .
apparire auto-evidente79 , o persino banale, e che, in-          Di qui, come avvertono in molti91 , il pericolo che
vece, ci permette di mettere a fuoco alcuni elementi         si assista ad una sorta di reviviscenza dell’individua-
di nodale importanza.                                        lismo92 , sotto forma di individualismo in e/o di re-
    Nati per abilitare le collaborazioni partecipative e     te 93 . Non di rado, infatti, i network si conformano
per incentivare le comunicazioni orizzontali “dal bas-       ai valori, agli interessi, ai desideri e ai progetti dei
so” 80 (secondo la logica peer-to-peer ), i social net-      singoli. Inclinazioni che, tra l’altro, vengono poi ado-
work hanno portato a maturazione quella trasforma-           perate per mettere a punto strategie commerciali94 ,
zione che aveva già avuto inizio con l’avvento di In-        per orientare i comportamenti e, non da ultimo, an-
ternet81 , favorendo la comparsa di nuove forme di           che per condizionare le scelte politiche95 . E, sempre
aggregazione, basate solo ed esclusivamente sull’in-         di qui, anche tutta una serie di rischi che possono in-
terazione online: le community. Più in particolare, i        vestire proprio l’individuo e, in maniera particolare,
social media hanno contribuito ad avvicinare la no-          la sua percezione del mondo, le relazioni con gli altri
stra vita quotidiana al cyberspazio82 , generando un         e le sue stesse condizioni psico-fisiche96 .
nuovo ed inedito spazio, quello dell’inter-realtà 83 : un        Entro questa cornice, si inseriscono quello che può
ambiente sociale ibrido, contraddistinto dalla com-          essere considerato come il paradosso dei social net-
mistione e dalla sovrapposizione di esperienze reali         work, ovvero: l’emergere di forme di isolamento socia-
(offline) e di esperienze digitali (online).                   le97 o – per dirla con Anders – di eremiti di massa 98 e
    Si assiste così – ed è questa la più significativa       la conseguente diffusione di forme di rifiuto della vita
novità dei social! – al passaggio dalla comunità tra-        reale99 . Un rifiuto analogo a quello dei turisti giap-
dizionalmente intesa (radicata nel territorio)84 alla        ponesi affetti dalla c.d. sindrome di Parigi 100 , che,
Rete85 , o meglio ai nuovi network che, invece, so-          una volta arrivati nella capitale francese e vedendo
no del tutto affrancati dalla dimensione spaziale86 .         disattesa la loro percezione idealizzata e romanzata
Inedite forme di aggregazione sociale, che – con Ca-         della città, manifestano condizioni di disagio.
stells – possiamo definire comunità specializzate e/o            Abituati alle opportunità e agli scenari ottimizza-
di scelta, occasionate dalle preferenze, dalle necessità     ti proposti dal mondo virtuale e dai social, nel mo-
e dalle strategie degli utenti e degli attori sociali87 .    mento in cui ritorniamo alla dimensione reale, de-
Comunità sempre in fieri, all’interno delle quali la         cisamente meno piacevole ed accattivante101 , avver-
parola d’ordine è flessibilità e in cui i legami sono,       tiamo una sorta di malessere102 che ci porta a rifu-
sì, meno impegnativi e più liberi, ma, al contempo,          giarci nella vita offertaci dallo schermo103 . Un po’
si fanno anche più fragili ed incerti.                       come accade agli i-Gen, l’attuale generazione di na-
    Si noti, questa sorta di “transizione” dalla comu-       tivi digitali iperconnessi: ragazzi del tutto incapaci di
nità al network suggerisce anche due possibili consi-        concepire un mondo senza Internet, e che – rispet-
derazioni. La prima è che con i social network sem-          to alle esperienze reali – prediligono di gran lunga
bra realizzarsi quella particolare forma di sociazione       quelle digitali104 , più semplici e più gratificanti.
che – per Simmel – è rappresentata dalla socievolez-
za. Una singolare modalità d’interazione, nell’ambito
della quale il processo di associazione integra un valo-     5. Les Fleurs du mal. Brevi suggestioni
re in sé: una relazione sviluppata nella modalità del           conclusive
gioco, che si contraddistingue per l’assenza di tutte
quelle tensioni che, invece, sono proprie dei rapporti       È innegabile: con le loro interfacce intuitive e decisa-
e dei vincoli politici, economici e giuridici. In base al-   mente friendly, i social, non ci offrono semplicemen-
la ricostruzione del celebre sociologo tedesco, infatti,     te occasioni di svago, o spensierate digressioni dal-
la socievolezza sarebbe il frutto della libera interdi-      la realtà, ma ci accompagnano e ci agevolano quo-
pendenza degli individui che interagiscono fra di lo-        tidianamente anche nello svolgimento delle attività
ro, mossi unicamente dal desiderio di stare insieme,         personali, così come di quelle professionali. È suf-
senza contenuti o obiettivi ulteriori88 .                    ficiente pensare alla frequenza e all’estrema facilità
    La seconda considerazione è che, contrariamente          con la quale – in qualsiasi momento e da qualun-
alle finalità per le quali sono stati pensati (sempli-       que luogo – possiamo, ad esempio: controllare l’ac-
ficare le comunicazioni e i contatti fra gli utenti ed       count di lavoro restando aggiornati in tempo reale;
agevolare la condivisione di contenuti e informazio-         condividere documenti con tecniche che hanno sop-
ni ), i social stanno diventando sempre più autorefe-        piantato il vecchio e lento fax (WhatsApp, Google

                   Relazioni e solitudini nella Rete. #Social_relation_&_società_confessionale
Drive, Dropbox,...); prendere parte a una conference                   sui social l’anonimato diventa un incentivo a violare
call risparmiandoci viaggi e perdite di tempo (Skype,                  qualsiasi genere di regola.
GoToMeeting, Cisco Webex Meetings,...); gestire la                         Fraintendimenti ed errate letture, in cui – nono-
rete domestica e gli elettrodomestici di casa (Smart                   stante i diversi provvedimenti normativi europei119 e
Living, Neurio, MyVirtuoso Home,...); oppure moni-                     nazionali120 – in molti, tuttora, incorrono spesso, in
torare il nostro stato di salute (iFarmaci, Laboratory                 particolar modo fra i più giovani121 . Difatti, pur es-
Gear Medical, PubMedClip,...).                                         sendo nati e cresciuti assieme ad Internet e ai nuovi
    Supporti irrinunciabili ai quali fanno, però, da                   media ed avvalendosene di continuo, i nativi digitali
contrappeso anche tutta una serie di criticità, che                    non sono sempre adeguatamente alfabetizzati al loro
vanno dagli atteggiamenti scorretti e/o disfunziona-                   uso corretto e, anzi, sono fra le categorie più espo-
li, sino ai c.d. cyber crimes. Un ampio e variegato                    ste ai cyber crimes, dei quali, non di rado, oltre che
ventaglio di fattispecie, fra le quali spiccano condotte               vittime, diventano attori inconsapevoli122 .
come: la diffusione di fake news 105 ; il furto d’identi-                   Ed è proprio ai giovani che il diritto dei/nei so-
tà 106 ; il cyberstalking 107 ; il cyberbulling 108 ; il troll 109 ;   cial oggi guarda con particolare interesse e prudenza,
l’hate speech 110 ; il sexting 111 ; oppure la sextortion 112          come è stato recentemente dimostrato dal General
e, ancora, il revenge porn 113 . Comportamenti lesivi                  Data Protection Regulation (GDPR) che, all’artico-
che, non di rado, si annidano tra le pieghe dei social                 lo 8, disciplina il consenso al trattamento dei dati
e che, per certi versi, sono incentivati dalla struttura               prestato dai minori durante l’accesso ai servizi del-
e dalle caratteristiche proprie dei network.                           la società dell’informazione123 . Disposizione con la
    Il motivo è presto detto: la virtualità, sommata                   quale il Regolamento (UE) 2016/679 ha cercato di
alla semplicità di accesso e di utilizzo, fa sì che i so-              contemperare il diritto del minore ad usufruire del-
cial vengano percepiti alla stregua di ambienti pret-                  le straordinarie opportunità offerte dai nuovi media
tamente ludici e privi di conseguenze. Si sviluppa,                    (che se utilizzati in maniera appropriata possono an-
così, l’illusione di operare in una sorta di Far West                  che supportare lo sviluppo degli adolescenti124 ) con
giuridico 114 , dove ci si crede facoltizzati ad utilizza-             la necessità di tutelarne i dati e di scongiurare il pe-
re un eloquio più anticonformista e diretto115 , e ad                  ricolo di violazioni ed abusi125 . Un tentativo, quello
adottare atteggiamenti più disinvolti e spregiudicati.                 dell’articolo 8, dettato dalla consapevolezza che – al
Un’illusione che nasce da un duplice fraintendimento                   di là delle criticità e dei possibili rischi – i social net-
di fondo e, nello specifico, da una visione distorta del               work (così come il Web in generale), per noi uomini,
virtuale e della Rete.                                                 sono un po’ come il mare descritto da Baudelaire ne
    Per un verso, si crede che il virtuale si contrap-                 Les Fleurs du mal : forza ignota, talvolta pericolo, ma
ponga al reale e che tutto ciò che accade online (in                   anche, richiamo irresistibile, attrazione affascinante,
quanto, per l’appunto, non-reale) non possa deter-                     spazio fecondo portatore di nuove opportunità e di
minare né ricadute sociali, né, men che meno, conse-                   ricchezze e, perché no, anche occasione di libertà:
guenze e/o sanzioni di tipo giuridico. Quando, invece                          Homme libre, toujours tu chériras la mer!
– derivando dal latino virtus e avendo la sua radice                           La mer est ton miroir; tu contemples ton âme
etimologica in vis-roboris (forza, potenza) – il vir-                          Dans le déroulement infini de sa lame,
tuale è il contrario dell’attuale116 e rappresenta ciò                         Et ton esprit n’est pas un gouffre moins amer.
che “non-è-ancora”, ma “è-in-potenza”. Una dimen-                              Tu te plains à plonger au sein de ton image;
sione che, contrariamente a quello che si può sup-                             Tu l’embrasses des yeux et des bras, et ton cour
porre, comporta dei riverberi assolutamente concreti                           Se distrait quelques fois de sa propre rumeur
(e reali ) sulla vita offline.                                                   Au bruit de cette plainte indomptable et sauvage.
                                                                               Vous êtes tous les deux ténébreux et discrets:
    Per un altro verso, si pensa che in Rete (e, dun-
                                                                               Homme, nul n’a sondé le fond de tes abîmes;
que, anche nei social) regni l’anonimato più assolu-                           O mer, nul ne connaît tes richesses intimes,
to, tanto che – riprendendo il celebre fumetto Stei-                           Tant vous êtes jaloux de garder vos secrets!
ner117 – si potrebbe dire: on the Internet nobody kno-                         Et cependant voilà des siècles innombrables
ws you’re a dog! Una falsa credenza, che induce alla                           Que vous vous combattez sans pitié ni remord,
perdita (o comunque alla riduzione) del controllo so-                          Tellement vous aimez le carnage et la mort,
ciale118 . Si sviluppa, così, un meccanismo che, mu-                           O lutteurs éternels, o frères implacables! 126
tatis mutandis, sembra ricordare quello evidenziato
da Stanley Milgram nel suo Obbedienza all’autorità.
Con la differenza che – mentre negli esperimenti con-
                                                                       Note
dotti dallo psicologo statunitense l’anonimato garan-                     1 Mi avvalgo di questa singolare espressione (ultimamente

tiva e rafforzava l’obbedienza all’autorità – in Rete e                 sempre più usata nel campo dell’informatica), che indica sia le

                                                      Maria Novella Campagnoli
“tracce” lasciate dagli utenti, sia i link inseriti all’interno dei       12 M. Spitzer, Solitudine digitale. Disadattati, isolati, ca-

menu dei siti e/o delle pagine web per favorire la navigazione.        paci solo di una vita virtuale?, (trad. it.), Corbaccio, 2016,
    2 Sugli effetti dei social network, particolarmente significa-      p. 15.
tive le osservazioni di G. Lovink che, con l’acume che lo con-            13 G. Riva, I social network, il Mulino, 2016, in part. p. 27.

traddistingue e senza sfociare nel pessimismo, invita ad un               14 Basti pensare che – come ha sottolineato Goleman – l’in-
approccio critico (G. Lovink, Ossessioni collettive. Critica           telligenza emotiva si sviluppa grazie alla capacità di intrave-
dei social media, (trad. it.), Università Bocconi, 2012; Id., Ni-      dere e di cogliere le emozioni e i sentimenti degli altri. Una
chilismo digitale. L’altra faccia delle piattaforme, (trad. it.),      capacità, questa, che – come è evidente – i social network af-
Università Bocconi, 2019). Ben diversa è la posizione di J.            fievoliscono e riducono molto (cfr. D. Goleman, Intelligenza
Lanier che, invece, prospetta una critica assai più aspra e pe-        emotiva, (trad. it.), Rizzoli, 1995).
rentoria (J. Lanier, Dieci ragioni per cancellare subito i tuoi           15 Sul punto, K.S. Young, Internet Addiction: Symptoms,
account social, (trad. it.), Il Saggiatore, 2018).                     Evaluation, and Treatment, in L. Vande Creek, T. Jackson
    3 In merito alle ripercussioni che i social hanno sui nostri
                                                                       (eds.), “Innovations in Clinical Practice: A Source Book”, vol.
comportamenti, inducendoci a gesti e approcci inconsueti, in-          17, Professional Resource Exchange, 1999, p. 19-31. Inoltre,
teressanti gli studi di P. Wallace, La psicologia di Internet,         per un agile approfondimento cfr. S. Bernardi, S. Pal-
(trad. it.), Raffaello Cortina, 2017.                                   lanti, Internet addiction: a descriptive clinical study focu-
    4 E proprio a proposito della perdita della capacità di con-       sing on comorbidities and dissociative symptoms, in “Com-
versare “faccia a faccia” e dei diversi risvolti patologici dei        prehensive Psychiatry”, vol. 50, 2009, n. 6, p. 510-516; G.
social, come la dissociazione psichica o la riduzione delle ca-        Rossi, IAD. La nuova dipendenza patologia da Internet, in
pacità emotive e affettive, particolarmente interessante la ri-         “Fatto&Diritto”, aprile 2014; come pure, A. Montano, A.
costruzione di S. Turkle, La conversazione necessaria. La              Valzania, Dipendenza da Internet, Istituto A.T. Beck, 2018.
forza del dialogo nell’era digitale, (trad. it.), Einaudi, 2016.          16 Fra le patologie: 1) la nomofobia (che sta per “no mobile
    5 Cfr. il sito del progetto.                                       fobia”) e indica la paura di rimanere senza smartphone e senza
    6 Tendenza, questa, che è stata confermata anche da J.A.           connessione mobile; 2) la fomo (ossia “fear of mission out”) e,
Roberts e M.E. David. In particolare, secondo i ricercatori del-       dunque, la paura di perdersi qualcosa, qualche notizia, qual-
la Baylor University, stiamo assistendo ad una preoccupante            che post e – in breve – di essere “tagliato fuori” da ciò che
inversione di prospettiva. Anziché pensare ai social come ad           accade in Rete e nei social.
                                                                          17 Cfr., fra gli altri, C. Ricci, Hikikomori: adolescenti
un elemento di distrazione dalla vita reale, accusiamo la vi-
ta reale di distoglierci dalla frequentazione dei social network       in volontaria reclusione, Franco Angeli, 2017; M.R. Par-
(J.A. Roberts, M.E. David, My life has become a major di-              si, M. Campanella, Generazione H. Comprendere e ricon-
straction from my cell phone: Partner phubbing and relation-           nettersi con gli adolescenti sperduti nel web tra Blue whale,
ship satisfaction among romantic partners, in “Computers in            Hikikomori e sexting, Piemme, 2017.
Human Behavior”, vol. 54, January 2016, p. 134-141).                      18 In merito alla stretta relazione fra giovani affetti dal-
    7 Guardando l’immagine, potremmo dire – con Turkle – che           la sindrome di hikikomori e fumetti manga (A.M. Caresta,
i due sposi sono insieme ma soli. Cosa che, è ovvio, non ci si         Generazione hikikomori. Isolarsi dal mondo, fra web e manga,
aspetta, soprattutto da due novelli sposi (S. Turckle, Insie-          Castelvecchi, 2018).
me ma soli. Perché ci aspettiamo sempre più dalla tecnologia              19 In generale, a proposito delle comunità virtuali, meritano
e sempre meno dagli altri, (trad. it.), Einaudi, 2019).                d’esser qui ricordate le parole di Rheingold: «[...] c’è sempre
    8 Nel dettaglio, la fotografia alla quale rinvio corredava il      qualcun altro là. È come essere in un bar, circondato dai soliti
dossier di J. Leuil, Ce que le porno nous apprend, in “Elle            vecchi amici e da nuove presenze, molto simpatiche; al posto di
Man France”, aprile 2014.                                              mettermi, però, in giacca, spegnere il computer e camminare
    9 Tutte le immagini sono pubblicate online sul sito del fo-        verso l’angolo, mi basta accendere il mio modem e essi sono là»
tografo. È interessante ricordare che il progetto Sur-fake – in        (H. Rheingold, Comunità virtuali: parlare, incontrarsi, vive-
cui, per l’appunto, i volti vengono risucchiati dal cellulare – è      re nel ciberspazio, (trad. it.), Sperling & Kupfer, 1994, p. 24).
                                                                          20 Cfr. S. Turkle, Crisi d’identità, in Id., “La vita sullo
stato anticipato da un lavoro di senso “opposto”: Sur-face che,
invece di risucchiarli, nascondeva i volti delle persone sotto         schermo. Nuove identità e relazioni sociali nell’epoca di
una specie di cono.                                                    Internet”, (trad. it.), Feltrinelli, 1997, pp. 307-325.
  10 Realizzato dalla regista australiana premio Oscar Eva Or-            21 Così, G. Pravettoni, Web Psycology, Guerini e

ner, e presentato a Melbourne il 21 settembre 2017, Il docu-           Associati, 2002, in part. p. 46.
mentario segue la giornata di cinque australiani, filmandone              22 In merito all’utilizzo che i social fanno delle informazioni

gli atteggiamenti. Presi dalla smania di controllare il cellulare      che ci riguardano, Talia osserva: «Tutti o quasi usiamo quei
in qualsiasi momento, anche quando sono alla guida, i protago-         servizi senza chiederci come mai siano gratuiti, come mai
nisti non si avvedono nemmeno dei rischi ai quali espongono            questi colossi informatici regalino tutto questo. [...] le monete
la loro incolumità e quella degli altri. Il filmato integrale è        con cui paghiamo [...] [sono] le informazioni». Informazioni
disponibile in streaming.                                              che, ad esempio, una volta tratte dai network, possono poi
  11 Sull’uso (e sull’abuso) dello smartphone, merita d’esser          essere utilizzate per formulare proposte commerciali ad hoc.
menzionata la campagna di informazione dal titolo Il tuo cel-          Emblematico l’anticipatory shipping proposto da Amazon (D.
lulare è intelligente usalo con intelligenza, avviata – dal Mi-        Talia, La società calcolabile e i big data. Algoritmi e persone
nistero della Salute, Ministero dell’Ambiente, Ministero della         nel mondo digitale, Rubettino, 2018, in part. pp. 47-49 e pp.
Tutela del Territorio e del Mare, Ministero dell’Istruzione, Mi-       25 e 26).
nistero dell’Università e della Ricerca – il 19 luglio 2019. Inizia-      23 È interessante ricordare che – sebbene sia nato ufficial-

tiva, adottata in ottemperanza alla sentenza n. 500/2019 del           mente il 6 aprile 1991 presso il CERN di Ginevra – il Web è
TAR del Lazio, che mira ad incentivare l’adozione di corrette          stato anticipato da una (più rudimentale) versione precedente:
modalità di utilizzo dei dispositivi telefonici e a sensibilizzare     ARPANET. Realizzata a partire dal 1969 dalla DARPA (De-
la popolazione (e in special modo i più giovani) sulle riper-          fence Advanced Research Projetcs Agency) ARPANET aveva
cussioni che un utilizzo improprio del cellulare può avere sulla       lo scopo di collegare centri di calcolo e terminali di Università,
salute e sull’ambiente.                                                Laboratori di ricerca ed Enti militari.

                       Relazioni e solitudini nella Rete. #Social_relation_&_società_confessionale
24 T. Berners Lee, L’architettura del nuovo web, (trad.               32 Stando alle più recenti indagini pare che, ad oggi, in Re-

it.), Feltrinelli, 2001, in part. p. 113.                             te siano disponibili all’incirca duecentocinquanta piattaforme
   25 Creato nel 1997 da Andrew Weinreich e attivo sino al            social differenti. Con specifico riferimento all’Italia, poi, è in-
2001, anno in cui è stato chiuso per carenza di fondi, SixDe-         teressante ricordare che – stando ai risultati dell’indagine We
grees.com è considerato da molti come l’antenato di Facebook.         are social del gennaio del 2019 – il numero degli utenti at-
Nel dettaglio, si trattava di un sito di incontri che – a partire     tivi sui social si attesta attorno ai 35mln, pari al 59% della
dalla nota teoria dei sei gradi di separazione formulata, per la      popolazione totale. La classifica dei social network più usa-
prima volta, nel 1929 dallo scrittore ungherese Frigyes Karin-        ti dagli italiani, inoltre, vede in testa YouTube, seguito da
thy – consentiva ai suoi utenti di stringere amicizia solo con        WhatsApp, Facebook, Instagram e Messenger, mentre Skype
coloro i quali erano distanti al massimo tre gradi di separa-         si attesta soltanto all’ottava posizione.
                                                                         33 In ordine all’analisi degli aspetti che contraddistinguono
zione e, dunque, solo con gli amici degli amici degli amici.
Singolare restrizione che era volta a permettere di: a) verifica-     i social, opportuno – e per rilevanza tecnica sempre attuale –
re la veridicità delle notizie pubblicate sui profili; b) ottenere    il richiamo ai lavori di: J. Heidemann, M. Klier, F. Prob-
informazioni indirette; c) favorire i contatti fra persone prove-     st, Online social networks: A survey of a global phenomenon,
nienti da analoghi contesti socio-culturali. (Cfr., fra gli altri,    in “Computer networks”, vol. 56, 2012, n. 18, p. 3866-3878;
M. Adebiyi, O. Ogunlade, Development of a Social Net-                 L. Garton, C. Haythornthwaite, B. Wellman, Study-
working Site with a Networked Library and Conference Chat,            ing Online Social Networks, in “Journal of computer-mediated
in “Journal of Emerging Trends in Computing and Informa-              communication”, vol. 3, 1997, n. 1; A. Mislove, M. Mar-
tion Sciences”, vol. 2, 2011, n. 8, p. 396-401). Circa la teoria      con, K.P. Gummadi et al., Measurement and Analysis of
dei sei gradi di separazione e – in particolar modo – dei “mon-       Online Social Networks, in C. Dovrolis, M. Roughan (eds.),
di piccoli”, cfr. A.L. Barabási, Link. La scienza delle reti,         “IMC’07 Proceedings of the 2007 ACM SIGCOMM Internet
(trad. it.), Einaudi, 2004.                                           Measurement Conference”, 2007, p. 29-42; H. Kwak, C. Lee,
   26 «Internet è la trama delle nostre vite. Se la tecnologia del-   H. Park, S. Moon, What is Twitter, a social network or a
l’informazione è l’equivalente odierno dell’elettricità nell’era      news media? , in J. Freire, S. Chakrabarti (eds.), “Proceedings
industriale, Internet potrebbe essere paragonata sia alla rete        of the 19th International conference on World wide web”, April
elettronica sia al motore elettrico, grazie alla sua capacità di      26-30, 2010.
                                                                         34 È il caso di Facebook. Nota con singolare efficacia ed iro-
distribuire la potenza dell’informazione in tutti i campi del-
l’attività umana. [...] Internet è la base tecnologica della forma    nia Scrima: «La frase con cui Facebook ci accoglie ogni volta
organizzativa nell’età dell’informazione: è il network» (M. Ca-       che ci connettiamo è “A cosa stai pensando?” E noi, lusingati
stells, Galassia Internet, (trad. it.), Feltrinelli, 2010, p. 13).    da cotanta attenzione, gli confidiamo tutto, anche i segreti più
Sull’affermazione dei nuovi network come forma dominante di            intimi – che smettono così di esserlo» (S. Scrima, Socrate su
organizzazione sociale, cfr. anche B. Wellman, Physical Pla-          Facebook. Istruzioni filosofiche per non rimanere intrappolati
ce and Cyberplace: The Rise of Personalized Networking, in            nella rete, Castelvecchi, 2018, p. 10).
                                                                         35 È interessante sottolineare che – da questo punto di vista –
“International Journal of Urban and Regional Research”, vol.
25, 2001, n. 2, p. 227-252.                                           i social network si rifanno alla c.d. Teoria dell’identità sociale
   27 A proposito della comunicazione mediata dal computer            (Social Identity Theory) elaborata, a partire dagli anni Set-
                                                                      tanta, da Tajfel e Turner (cfr. H. Tajfel, J.C. Turner, An
(CMC), cfr. R. Stella, C. Riva, C.M. Scarcelli, M.
                                                                      integrative theory of intergroup conflict. The social psycholo-
Drusian, Sociologia dei new media, UTET, 2014, in part. pp.
                                                                      gy of intergroup relations?, in W.G. Austin, S. Worchel (eds.),
31-33.
   28 In merito ai riverberi dei media sulla comunicazione, cfr.
                                                                      “The Social Psychology of Intergroup Relations”, Brooks/Cole
                                                                      Pub, 1979, p. 33-47).
G. Riva, C. Galimberti, G. Mantovani, La comunicazio-                    36 Cfr. quanto osservato da G. Riva, I social network, cit.,
ne virtuale: un’analisi del legame tra psicologia sociale e nuovi     p. 13.
ambienti di comunicazione, in A. Quadrio, L. Venini (a cura              37 Sul cyberspazio, sulle caratteristiche che lo individuano
di), “La comunicazione nei processi sociali e organizzativi”,
                                                                      (de-territorializzazione e de-centralizzazione) e sulle nuove re-
Franco Angeli, 1997; G. Riva, Web Usability Revisited: A Si-
                                                                      lazioni che si generano al suo interno (tribù virtuali e agorà
tuated Approach, in “PsychNology Journal”, vol. 1, 2002, n.
                                                                      digitali), d’obbligo il rinvio alle osservazioni di A.C. Amato
1, p. 18-27; L. Paccagnella, La comunicazione al computer.
                                                                      Mangiameli, Diritto e Cyberspace. Appunti di informatica
Sociologia delle reti telematiche, il Mulino, 2000; Id., Sociolo-
                                                                      giuridica e filosofia del diritto, Giappichelli, 2007.
gia della comunicazione, il Mulino, 2010; A. Miconi, Teorie              38 Cfr. G. Lovink, Nichilismo digitale, cit., p. X.
e pratiche del web, il Mulino, 2014.                                     39 Fase che implica la trasformazione del World Wide Web
   29 Nel Web «[...] la massa dei soggetti riceventi non ha la
                                                                      in una sorta di database dove i documenti pubblicati vengono
possibilità di influenzare le caratteristiche e i contenuti dei       associati ad informazioni e dati (metadati) che ne specificano
messaggi trasmessi, che sono invece definiti da un élite di pro-      il contesto semantico. Cfr., fra gli altri, V. Eletti, Comples-
fessionisti, spesso sotto il controllo diretto o indiretto del po-    sità, cambiamento, comunicazioni. Dai social network al web
tere politico ed economico» (così, G. Riva, I social network,         3.0, Guaraldi, 2012.
cit., p. 56).                                                            40 Cfr. L. Montagna, Realtà virtuale e realtà aumentata.
   30 Val la pena ricordare che il termine Web 2.0 si deve alla ca-
                                                                      Nuovi media per nuovi scenari di business, Hoepli, 2018; F.
sa editrice americana O’Reilly Media (fondata da Tim O’Reil-          Almeida, Concept and Dimensions of Web 4.0 , in “Interna-
ly) che, nel 2004, scelse l’espressione “Web 2.0” come titolo per     tional Journal of Computers and Technology”, vol. 17, 2017,
una serie di conferenze dedicate alla “nuova generazione” dei         n. 7, p. 7040-7046; N. Choudhury, World Wide Web and Its
servizi Internet.                                                     Journey from Web 1.0 to Web 4.0 , in “International Journal
   31 Sulla differenza fra mezzi di massa e mezzi per le mas-          of Computer Science and Information Technologies”, vol. 5,
se con particolare riferimento alla responsabilità del provider,      2014, n. 6, p. 8096-8100.
cfr. G. Saraceni, I reati informatici. Dalla diffusione di virus          41 Cfr. K. Patel, Incremental Journey for World Wide

all’accesso abusivo, in A.C. Amato Mangiameli, G. Saraceni,           Web: Introduced with Web 1.0 to Recent Web 5.0 , in “Inter-
“I reati informatici. Elementi di teoria generale e principali        national Journal of Advanced Research in Computer Science
fattispecie criminose”, Giappichelli, 2019, in part. p. 105.          and Software Engineering”, vol. 3, 2013, n. 10, p. 410-417).

                                                     Maria Novella Campagnoli
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