Relazioni e solitudini nella Rete. #Social_relation_&_società_confessionale - TORVERGATA OA
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ISSN 2704-7318 Fascicolo 1-2022 DOI: 10.32091/RIID0072 Articolo sottoposto a peer review Relazioni e solitudini nella Rete. #Social_relation_&_società_confessionale Maria Novella Campagnoli Entro la più ampia e variegata cornice di una trattazione dedicata alla Internet governance, un’osserva- zione specifica non può non essere riservata alle particolari forme di comunicazione e di relazione che si sviluppano all’interno delle piattaforme social. Teatro, non soltanto di interazioni fluide e frettolose, ma anche di narrazioni solipsistiche e monadiche. Aspetti che, oggi più che mai, necessitano di essere ripensati e, laddove necessario, regolamentati. Social network – Comunicazione – Relazione – Mipiacismo – Società confessionale Sommario: 1. Tre breadcrumbs a mo’ di introduzione – 2. Dal World Wide Web... ai social network – 3. Caratteristiche ed elementi di fascinazione – 4. Tra costruzioni e continue ri-configurazioni di sé e della relazione con gli altri – 5. Les Fleurs du mal. Brevi suggestioni conclusive 1. Tre breadcrumbs rando i linguaggi e ridisegnando le interazioni e le a mo’ di introduzione relazioni4 . Una prima indicazione proviene da Removed So- cial 5 , l’originale progetto realizzato, nel 2012, dall’a- Entro la più ampia e variegata cornice di una trat- mericano Eric Pickersgill, che illustra con lucida iro- tazione dedicata alla Internet governance, un’osser- nia la solitudine e l’isolamento di chi è iperconnesso. vazione specifica non può non essere riservata alle Removed Social propone una nutrita photo-gallery particolari forme di comunicazione e di relazione che nella quale sono ritratte scene di vita quotidiana: si sviluppano all’interno delle piattaforme social, ora- persone attorno ad un tavolo, sul divano, in salot- mai, da alcuni anni, teatro non soltanto di interazioni to, in barca, in poltrona, a letto, dal barbiere, alla fluide e frettolose, ma anche di narrazioni solipsisti- guida e perfino al cimitero. Tutti frangenti che, soli- che e monadiche. Aspetti, che, oggi più che mai, ne- tamente, vengono vissuti con lo smartphone (o con cessitano di essere ripensati e regolamentati. un qualunque altro device) a portata di mano6 . Pur Muoviamo, in questa nostra ricostruzione, da al- nella varietà delle scene e nella diversità dei contesti cune singolari breadcrumbs 1 fotografiche. Immagini e dei soggetti, in ogni foto si rinviene un denomina- che, con eloquenza ed efficacia, danno l’idea dell’im- tore comune: il dispositivo elettronico del caso non patto che la diffusione dei social network ha avuto – compare, è stato infatti rimosso. Scelta che simboleg- e tuttora sta avendo – sulle nostre vite: modificando gia l’invettiva di Pickersgill contro l’uso smodato dei le abitudini2 , trasformando gli atteggiamenti3 , alte- M.N. Campagnoli è avvocato e ricercatrice di Filosofia del diritto, informatica giuridica e biogiuridica presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Roma “Tor Vergata” dove insegna Teoria e pratica dei diritti umani. Questo contributo fa parte del numero speciale “La Internet governance e le sfide della trasformazione digitale” curato da Laura Abba, Adriana Lazzaroni e Marina Pietrangelo.
tool digitali e della mania di essere connessi alla Rete luppato un’abitudine compulsiva, una vera e propria in ogni momento della nostra giornata. Fra le raffi- ossessione, quella di avere lo smartphone sempre con gurazioni più significative: quella che immortala due noi e di controllarlo di continuo. Per la precisione – novelli sposi appoggiati al cofano di un’autovettura stando al documentario It’s people like us 10 – lo con- bardata per l’occasione: lo sposo da un lato, la sposa trolliamo in media circa centocinquanta volte al gior- dall’altro. Entrambi mimano l’atteggiamento di chi no, in pratica, ogni sette minuti11 . Inseparabile pro- è intento a controllare il proprio smartphone. Il pa- tesi, sempre connessa alla Rete e ai social, lo smart- radosso è evidente: i due sono appena sposati (come phone è come una finestra alla quale ci affacciamo è scritto sul cartello affisso alla vettura) eppure si ogniqualvolta ne sentiamo l’esigenza (per pubblicare comportano come se fossero già separati 7 . un contenuto, per aggiornare e/o modificare il nostro Un secondo spunto è fornito dallo stravagante ri- stato, oppure, semplicemente, per distrarci curiosan- tratto, a firma di Oliviero Toscani, che è apparso su do fra i profili e le pagine altrui). Il rovescio della me- Elle Man France nell’aprile del 20148 . La fotografia daglia – come nota Manfred Spitzer – è che quando i – che come vuole lo stile dell’artista è spregiudicata, nostri device non sono con noi, o quando non abbia- irriverente e provocatoria – ritrae un ragazzo e una mo la possibilità di connetterci alla Rete, «ci sentia- ragazza distesi su un letto e completamente nudi. mo come un insetto girato sulla schiena, che dimena Sensualità e imbarazzo sono, però, scongiurati dalla impotente le zampe, del tutto inutilmente»12 . presenza dei dispositivi tecnologici, che dominano il (ii) I social network comportano una riconfigu- campo visivo e polarizzano l’attenzione dello spetta- razione profonda della comunicazione e delle rela- tore. La ragazza regge in grembo un pc e indossa del- zioni 13 . La perdita dell’interazione vis-à-vis – nella le vistose cuffie, mentre il ragazzo tiene in mano uno quale sia io che l’altro siamo il nostro corpo – e il pas- smartphone collegato a degli auricolari. Il contrasto saggio a una comunicazione in cui l’oggettività del è particolarmente forte. Al contesto e alla mancanza corpo è assente e il soggetto-comunicante è ridotto di indumenti (che di per sé stessi presupporrebbe- al contenuto del suo messaggio, infatti, porta con sé ro una certa confidenza ed intimità tra i due) fa da tutta una serie di ripercussioni sulla sfera emotiva14 . contraltare l’assenza di ogni forma di prossimità, di Ciò che ne consegue è il possibile sviluppo di dipen- contatto e/o di comunicazione. denze15 e anche di vere e proprie patologie16 . Fra le Una terza occasione di riflessione, infine, è sug- più recenti e allarmanti, senza dubbio, la c.d. sindro- gerita da Sur-Fake 9 . La serie di scatti realizzati dal me da ritiro sociale, meglio nota come sindrome da fotografo francese Antoine Geiger nel 2015, dove a hikikomori. Una situazione patologica che coinvolge venir meno sono addirittura i volti, attratti e lette- soprattutto i più giovani (ne sono colpiti prevalen- ralmente risucchiati dallo smartphone. Professionisti temente gli adolescenti) e che prevede l’azzeramento che vanno al lavoro, giovani che si fanno un selfie, delle relazioni sociali e il ritrarsi del soggetto fra le persone che camminano, che sono in bicicletta o che mura domestiche, dove resta letteralmente incollato si trovano nel bel mezzo di una mostra, da un’im- ad uno schermo anche per diciotto ore filate17 . Iso- magine all’altra, cambiano le situazioni ma la scena lato dalla società, l’hikikomori è un Neet (ossia uno in sé è la medesima. I soggetti ritratti hanno sempre di quei giovani “neither in employment nor in edu- la stessa postura: tengono la testa china e hanno in cation or training”), immerso nel mondo manga 18 o mano un dispositivo che catalizza il loro interesse e prigioniero delle virtual communities 19 . che attrae e inghiotte il loro volto. (iii) I social network ci permettono di scegliere Fotografie della e dalla realtà, quelle realizzate come vogliamo apparire agli occhi degli altri, consen- da Pickersgill, da Toscani e da Geiger. Suggestioni tendoci di avere il profilo e le parvenze che più ci distinte eppure concordi che – oltre ad essere partico- piacciono. Disincarnati e svincolati dalla dimensione larmente intense, disincantate e, a tratti, persino cru- fisica, siamo – come afferma Sherry Turkle – ciò che de – hanno il pregio di cogliere e di mettere bene in appare sullo schermo20 o, meglio, «ciò che le nostre evidenza alcuni dei nodi critici attorno ai quali orbita dita fanno trapelare di noi attraverso lo schermo»21 . l’attenzione degli scienziati della Rete e di chi, a vario Sempre in divenire, fluida e pronta ad essere ridise- titolo, si interessa allo studio dei social e dei loro tan- gnata quando vogliamo la nostra identità online, è ti riverberi (informatici, sociologi, filosofi, psicologi, un’identità che, però, non sempre rispecchia fedel- matematici, ingegneri sociali, giuristi ed economisti). mente la realtà e che – come ci avverte a suo modo Ripercorrendo l’ordine delle immagini, possiamo, Antoine Geiger – può anche venirci sottratta assieme così, sintetizzare gli aspetti salienti messi a fuoco. alle informazioni che ci riguardano22 . (i) I social network sono parte integrante della Tre snodi importanti, questi, sui quali si avrà nostra quotidianità. È un dato di fatto. Abbiamo svi- modo di ritornare nel corso della trattazione. Maria Novella Campagnoli
2. Dal World Wide Web... di fronte ad un mezzo di comunicazione di massa ai social network (ossia rivolto alla massa), che presentava parecchie limitazioni nell’accesso alla creazione e alla divulga- La storia dei social network assomiglia ad una para- zione dei contenuti, con il Web 2.0 queste limitazioni bola dall’ascesa rapida ed intensa. Per quanto veloce vengono meno. e significativa, però, si tratta di una storia relativa- È, così, che si assiste al profilarsi dei social net- mente recente, che trae avvio dalla convergenza si- work: piattaforme che possono assolvere a diverse nergica di due fattori, reciprocamente collegati. Vale funzioni e che fungono anche da mezzi di comuni- a dire: a) la diffusione del computer e la sua tra- cazione di e per la massa31 . E cioè, media che si sformazione da strumento per eseguire calcoli a stru- rivolgono alla massa e che sono a disposizione della mento di scrittura (prima) e di comunicazione (poi); massa: con i quali quest’ultima comunica e – a secon- b) l’avvento, nel 1991, del World Wide Web23 , che da dei casi e delle situazioni – diffonde informazioni e – a detta del suo ideatore Tim Berners-Lee – più notizie. Nuovi vettori che sono alla portata di chiun- che un’innovazione tecnologica avrebbe dovuto rap- que abbia accesso a Internet e ai tantissimi social presentare un’innovazione sociale, destinata ad aiu- che, in questi anni, sono nati. Un elenco in conti- tare le persone a comunicare e a migliorare la loro nua crescita32 di cui YouTube, Facebook, Instagram, esistenza reticolare nel mondo24 . Pinterest, LinkedIn, Twitter, Skype, Messenger, Vi- Diversamente da quanto si potrebbe pensare, ber, Telegram, Signal, Snapchat e WhatsApp sono quindi, la primissima tappa dello sviluppo e dell’e- soltanto alcuni dei più noti e diffusi. voluzione dei nuovi network non si colloca nel 1997 Figli di Internet e dell’evoluzione della sua inter- – anno in cui si assiste alla comparsa della piattafor- faccia resa possibile grazie al Web 2.0 e alle app, i ma SixDegrees.com 25 – ma risale a qualche anno pri- social network33 non ci permettono soltanto di con- ma. È, infatti, concomitante all’invenzione del Web dividere esperienze, sentimenti, punti di vista e stati o – mutuando le parole di Manuel Castells – di quel d’animo – come in una sorta di diario aperto alla let- nuovo ambiente di interazione e di condivisione delle tura degli altri utenti34 – ma ci consentono anche di informazioni che è la Galassia Internet 26 . Il perché è raggiungere un triplice risultato: presto detto. Internet ha ampliato e stravolto l’uso e le funzioni del computer, convertendolo in un mezzo – quello di avere un ruolo attivo-creativo nella de- di comunicazione di massa o, più correttamente, in finizione della nostra identità sociale (cioè della un nuovo medium 27 . Ovverosia, in uno strumento che nostra posizione nell’ambito del network e/o del – superando i limiti spazio-temporali e interponen- gruppo di cui facciamo parte)35 ; dosi fra gli interlocutori – trasforma l’interazione da – quello di poter visionare, monitorare e controllare esperienza diretta dell’Altro ad esperienza indiretta i profili altrui36 ; (poiché, per l’appunto, mediata)28 . – e, infine, quello di estendere la nostra rete sociale, ad esempio, ampliando il numero dei nostri ami- Affinché i social network potessero fare la loro ci (nel caso di Facebook), dei nostri followers (in comparsa è stato, però, necessario un ulteriore e fon- quello di Twitter) degli iscritti (nel caso di You- damentale passaggio. Dal Web (Web 1.0) – e dun- Tube), oppure delle persone collegate e in contatto que da un’interfaccia che consentiva di trasmettere (nel caso di LinkedIn). lo stesso messaggio ad un consistente numero di rice- venti, ma nella quale l’accesso alla produzione comu- Tutto ciò, nell’ambito del cyberspazio37 (quel nicativa era riservato a pochi e, in generale, a quegli particolare ambiente virtuale e interattivo che Geert stessi colossi che già controllavano l’editoria, la ra- Lovink definisce spazio tecnosociale 38 ) e sullo sfondo dio o la televisione29 – si è dovuti passare al Web di continue e vorticose trasformazioni che, passando 2.030 . Vale a dire, ad un ambiente digitale ancor più per il Web 3.0 (web semantico 39 ), sembrano averci aperto, nel quale ogni utente, oltre alla possibilità già proiettato verso altri ed ulteriori scenari. di accedere alle informazioni e ai contenuti, avesse È il caso dell’attuale Web 4.0 (web della realtà anche quella di crearne e diffonderne di nuovi. aumentata e dei big data 40 ) e dell’imminente Web Con il Web 2.0 (web partecipativo), difatti, chiun- 5.041 (il cosiddetto web emotivo). Uno spazio basato que abbia accesso alla Rete e alle piattaforme social sull’interazione uomo-macchina/uomo-IA, del quale può – ipso facto – realizzare e pubblicare testi, im- R.E.A.D. System (presentato al “CES” di Las Vegas magini, audio e video, rendendoli visibili agli altri nel gennaio del 201942 ), così come, gli esoscheletri, utenti che, oltre a guardarli e a commentarli, posso- i droni e i robot-chirurghi mostrati al “World Ro- no anche condividerli e divulgarli a loro volta. Altri- bot Conference” 43 di Pechino, ci offrono già qualche menti detto, se con il Web 1.0 ci trovavamo ancora affascinante anticipazione44 . Relazioni e solitudini nella Rete. #Social_relation_&_società_confessionale
3. Caratteristiche ed elementi costruire e mostrare il proprio profilo, visibile agli di fascinazione altri; f) la lista (rete) di utenti (contatti ) con i qua- li è possibile comunicare, scambiare informazioni e Reti informazionali alimentate da Internet e basate condividere contenuti multimediali; g) la facoltà di sui nuovi media, i social network sono piattaforme monitorare e di analizzare l’andamento del proprio che consentono all’utente di scegliere e di gestire la profilo e della propria rete (i messaggi, il numero di propria identità e la propria rete sociale45 . Piatta- contatti, le condivisioni, i like, ecc.); h) la notevole forme che, grazie alla loro intrinseca flessibilità e facilità di utilizzo, dovuta al fatto che tutte le piat- adattabilità, comportano parecchi vantaggi sotto il taforme social, grossomodo, presentano la medesima profilo organizzativo46 , ma che, al contempo, modi- impostazione grafica e lo stesso approccio, cosa che le ficando radicalmente il nostro modo di comunicare, rende immediatamente accessibili e utilizzabili sen- determinano anche una trasformazione (e, per cer- za bisogno di particolari spiegazioni e/o istruzioni; i) ti versi, una vera e propria rivoluzione) sul piano la dimensione espressiva, che consente agli utenti di antropologico47 . generare nuovi contenuti multimediali; l) la dimen- Indissolubilmente legati all’avvento della digi- sione comunicativa, grazie alla quale tutto ciò che talizzazione (e, cioè, al passaggio dalla rappre- viene pubblicato nel social è visibile (salvo limita- sentazione analogica-continua48 a quella digitale- zioni) a tutti gli altri utenti della piattaforma; m) discontinua49 e alla successiva codifica delle infor- la dimensione comunitaria, che fa sì che la versio- mazioni50 ), i social network si contraddistinguono ne finale delle informazioni sia frutto dell’interazione per la presenza di alcune particolari caratteristiche con la comunità, che visualizza i contenuti, li valuta, strutturali, quali: concorre alla loro circolazione e contribuisce al loro a) la modularità, ossia la possibilità di scomporre eventuale successo53 . Sempre guardando alle caratte- tutti i contenuti in moduli dotati di un’identi- ristiche strutturali, ma con specifico riferimento alle tà distinta e separata rispetto all’oggetto di cui interazioni e ai legami che si possono instaurare fra fanno parte. È il caso dei pixel di un’immagine, gli utenti, va detto che – a seconda delle situazioni e dell’audio di un filmato o degli script di una pa- dei network – si possono avere: gina web. In pratica, ciascun modulo può essere – legami bidirezionali, individuati dalle c.d. amici- cambiato, sostituito, unito ad altri oppure estra- zie, particolari rapporti che permettono di accede- polato e riutilizzato. Si pensi alla possibilità di re in maniera completa al profilo dell’amico e che scaricare un’immagine da un sito per poi inserir- rendono possibile contattarlo direttamente, veder- la nell’ambito di un altro contesto o di un altro ne le attività realizzate sulla piattaforma, non- sito51 ; ché commentarne, condividerne e/o modificarne b) la variabilità, ovvero, la facoltà di modificare a i contenuti pubblicati. Una forma d’interazione, piacimento tutti i contenuti multimediali. Emble- questa, che è diffusa soprattutto su Facebook; matiche le variazioni che si possono apportare alle – relazioni di gruppo, basate su reti create ad hoc e fotografie: da un’unica immagine iniziale, infat- volte a consentire ad un novero ristretto e chiuso ti, se ne possono ricavare parecchie semplicemen- di utenti di scambiarsi foto, video, collegamenti e te applicando dei filtri, ritagliandone delle parti, messaggi, elementi la cui visione resta del tutto oppure ricorrendo a programmi come photoshop; preclusa agli “esterni”. Modalità molto in voga, ad c) l’interattività, caratteristica connessa all’iperte- esempio, su WhatsApp; stualità, grazie alla quale il lettore può intera- – interazioni a stella, legami c.d. uno-a-molti, in gire con l’autore, in un continuo scambio di ruo- quanto, potenzialmente aperti a tutti gli utenti del li52 . Basti pensare al funzionamento di Wikipe- network. Interazioni in cui, un unico emittente può dia, basata proprio su di un costante “passaggio scegliere se rivolgersi ad un destinatario solo (tra- di testimone” tra chi scrive e chi legge; mite l’invio di un messaggio individuale-privato), d) l’automazione, grazie alla quale alcune operazio- oppure a molti, come avviene con il Tweet. ni possono essere svolte in maniera automatica. Al di là degli aspetti strutturali e dei numerosi Paradigmatiche alcune applicazioni ludiche di Fa- vantaggi che ne conseguono, è interessante sotto- cebook, come Farmville e Bubble Island, che se- lineare che l’appeal dei social network – la chiave guitano a funzionare anche quando l’utente non del loro successo e la ragione della loro diffusione è connesso. trasversale54 e intergenerazionale55 – risiede nella Alla modularità, alla variabilità, all’interattività loro singolare capacità di rispondere alle diverse e all’automazione, si aggiungono altresì: e) lo spa- attese degli utenti: quelle di chi li utilizza come mez- zio virtuale all’interno del quale gli utenti possono zo espressivo, per condividere pensieri e frangenti Maria Novella Campagnoli
di vita; quelle di chi se ne avvale come strumento mipiacismo 60 . Non a caso, una delle prime e delle professionale per farsi conoscere e/o per soddisfa- maggiori preoccupazioni di chi pubblica un post, o re esigenze di marketing; e, non da ultimo, anche un qualsiasi altro contenuto, è quasi sempre quella di quelle di chi, attraverso i social, instaura, realizza e riuscire ad “accaparrarsi” quanti più like possibile61 , sviluppa la propria sfera relazionale. anche se per far ciò è necessario “dire tutto di sé” 62 . Più in particolare – ricordando la teoria degli usi Ed è proprio questo il motivo per cui – Bauman e delle gratificazioni 56 e riproponendo l’ordine dei bi- sostiene – che la società odierna è una società confes- sogni sociali individuato dalla piramide di Abraham sionale, dove tutti e, in modo particolare i ragazzi, Maslow57 – si può affermare che i social appagano: non avvertono più alcuna gioia nell’avere dei segreti: – il bisogno di sicurezza, ossia il desiderio di prote- «[...] I teenager muniti di confessionali elettronici zione e tranquillità. Non a caso, all’interno delle portatili non sono che apprendisti che si formano piattaforme social e nell’ambito della rete di con- e vengono formati all’arte di vivere in una società- tatti che ogni utente si costruisce, non ci sono per- confessionale, una società contraddistinta dal fatto di sone estranee o ostili, ma soltanto amici che – nel aver cancellato il confine che separava un tempo pub- caso in cui non si dimostrino tali oppure divengano blico e quello privato, di aver trasformato l’esibizione indesiderati e molesti – possono essere cancellati pubblica del privato in una pubblica virtù e in un e/o persino bloccati; pubblico dovere e di aver spazzato via dalla comuni- – il bisogno associativo, vale a dire l’esigenza di sen- cazione pubblica tutto ciò che non si lascia ridurre a tirsi parte di un gruppo, di essere apprezzati, ama- confidenza privata e tutti coloro che rifiutano di con- ti e di interagire e collaborare con gli altri. È suf- fidarsi». «[...] [Così si] mettono in mostra avidamente ficiente pensare ai frequenti scambi di opinioni e ed entusiasticamente le proprie qualità sperando di risorse multimediali che i social permettono, in- attirare l’attenzione e possibilmente di ottenere il dipendentemente dagli orari, dalle distanze, dal riconoscimento e l’approvazione necessari per non luogo in cui ci troviamo e da cosa stiamo facendo; essere esclusi dal gioco della socializzazione [...]»63 . – il bisogno di autostima e, dunque, la necessità di sentirsi apprezzati, rispettati e tenuti in conside- razione. Necessità alla quale i social rispondono 4. Tra costruzioni e continue offrendo la possibilità di scegliere di continuo a ri-configurazioni di sé chi si desidera chiedere l’amicizia e di chi si inten- e della relazione con gli altri dono accettare le rispettive richieste. Va da sé che se le persone che ci chiedono (o che ci hanno chie- Diversi anni fa, in un noto lavoro pubblicato su New sto) l’amicizia sono parecchie vuol dire che valiamo Media & Society, Roger Silverstone – fra i primi ad e che godiamo dell’interesse e dell’apprezzamento occuparsi di questi temi – si chiedeva quali fossero degli altri utenti; gli aspetti inediti dei nuovi media64 . Pur nell’ambito – il bisogno di autorealizzazione, ovvero l’esigenza di di studi e di approcci fra loro molto differenti65 , que- sviluppare e di esternare la propria personalità, sto stesso interrogativo si è poi riproposto con una realizzare le proprie aspettative e raggiungere una certa ciclicità e – ancora oggi – può rivelarsi un utile posizione gratificante e pregevole all’interno del spunto per ragionare sulle prerogative e sugli aspetti gruppo sociale. Aspirazioni che i social soddisfa- inconsueti dei social network66 . no dotandoci di un profilo sempre in divenire e di Dei nuovi network all’inizio del nostro percorso una cerchia più o meno ampia di “amici” (nel caso s’è detto che: (i) fanno parte della nostra quotidiani- di Facebook) o di “seguaci” (nel caso di Twitter). tà; (ii) determinano una riconfigurazione della comu- Le cose, però, non sono così semplici. Il desiderio nicazione e dei rapporti ; (iii) ci permettono di sceglie- di sicurezza, la voglia di essere accettati e di far parte re il nostro profilo e la nostra identità. Osservazioni di un gruppo, la necessità di dimostrare il proprio va- senza dubbio significative, ma che – da sole – non so- lore, l’esigenza di affermarsi sono, sì, bisogni eteroge- no sufficienti a rispondere e a soddisfare pienamente nei che i social network soddisfano, ma – paradossal- il quesito posto da Silverstone. Proviamo, seppur in mente – sono anche necessità che vengono accresciute maniera molto sintetica e per punti, a ricostruire. in maniera esponenziale proprio dagli stessi social. (i) È vero: i social permeano la nostra vita. E pres- Vetrine virtuali che ospitano esplosioni autobio- soché ogni giorno siamo subissati da messaggi che ci grafiche 58 , i nuovi network, infatti, prestano il fianco ricordano quanto siano utili, e che ci suggeriscono alle inclinazioni narcisistiche59 e alimentano quella quali siano i network e le soluzioni tecnologiche più particolare smania di consenso e di approvazione che adatte a soddisfare le nostre esigenze. Messaggi, che – con un’insolita ma efficace formula – viene definita suonano più o meno così: Relazioni e solitudini nella Rete. #Social_relation_&_società_confessionale
«Ti senti solo? – Perché non sei su Facebook? sulta per così dire contratto (grazie alla riduzione Single? – Perché non provi con gli incontri online? delle durate necessarie al compimento delle diver- Problemi a scuola? – Ti manca solo la giusta App se attività), mentre la geografia (intesa come spazio per studiare! fisico fatto di confini, frontiere e distanze) sembra Vuoi recuperare la linea? – Non hai ancora la App condannata a perdere qualunque significato. per la dieta? «Più che alla “fine della storia” assistiamo dunque Non hai tempo? – Metti la tua agenda su cloud! a quella della geografia. [...] il globale è l’interno Malato? – Watson ti aiuta nella diagnosi e nella te- [...] e il locale è l’esterno. [...] i semi non sono rapia! più all’interno delle mele, né gli spicchi al centro Fame? – Dai fast food alle ricette gourmet: tutto dell’arancia: la scorza è rovesciata»73 . online! Tuttavia, non si può fare a meno di osservare che Niente soldi? – Il credito online è più veloce di qual- il principale scopo dei media (di tutti i media! vec- siasi altra banca! chi e/o nuovi che siano! ) è quello di “mediare la co- Sei svogliato? – Prova la giusta App motivazionale! municazione”. Vale a dire, proprio quello di supera- Dedichi troppo tempo al tuo smartphone? – Basta re i vincoli spazio-temporali e di rendere possibile il un’App per lo spegnimento automatico!»67 . passaggio dall’interazione sincronica e contingente a quella diacronica e differita. Altrimenti detto, anche Malgrado ciò, però, non si può non ammettere in questo caso, così come per il precedente, non si può che tutti i media, che via via si sono succeduti nel dunque dire di aver individuato una vera e propria corso della storia68 , hanno sempre comportato pro- novità. fondi mutamenti non solo nello svolgimento e nella (iii) Ed è pure vero: i social ci permettono di sce- gestione delle attività quotidiane, ma anche nel no- gliere come mostrarci 74 . Eccellenti strumenti di im- stro stesso modo di pensare e di rapportarci al mon- pression management e di self-empowerment, i social do. Emblematici – come avverte Lévy – i tanti cam- network ci consentono di scegliere come presentarci, biamenti legati all’invenzione della scrittura e, più di cosa mostrare di noi e, soprattutto, ci permettono di quattromila anni dopo, a quella della stampa. creare dei nuovi sé sociali. Non a caso, Floridi osserva «All’interno delle culture prettamente orali, che che «il sé sociale [...] [costituisce] il principale canale hanno caratterizzato il 95% del tempo che la nostra attraverso cui le ICT e, in particolar modo i social specie ha trascorso su questo pianeta, la memoria media interattivi, esercitano il loro profondo impatto umana era circoscritta alla capacità di ricordare dei sulle nostre identità personali. [...] [Basta infatti che] gruppi di anziani. Gli strumenti, i gioielli, le statue, cambiamo le condizioni sociali in cui viviamo, mu- i monumenti di pietra e le immagini dipinte erano i tiamo le reti di relazioni e il flusso di informazioni di soli supporti capaci di trasmettere concetti astratti. cui godiamo e ridisegniamo natura e novero dei limiti Con la scrittura [...] le conoscenze hanno cominciato e delle possibilità che regolano come ci presentiamo ad essere registrate in maniera più efficace. [...] La al mondo e indirettamente a noi stessi, [...] [perché] nuova abbondanza di testimonianze [...] permise di il nostro sé sociale [...] [possa] essere radicalmente mettere in prospettiva le conoscenze legate al pre- aggiornato [...]»75 . sente, così come i progetti legati al futuro [...] [abi- Un fenomeno, questo della costruzione e della mi- tuando] lo spirito umano ad utilizzare uno sguardo cronarrazione del sé, al quale James76 e Proust77 analitico, logico, critico e comparativo nei confronti hanno dedicato particolare attenzione, e che – sep- della realtà»69 . pur con tecniche e modalità molto meno penetranti Una vera e propria rivoluzione culturale, alla qua- rispetto a quelle dei social media – ha sempre accom- le, anche Victor Hugo non manca di dedicare un si- pagnato la storia dell’uomo. A riprova di ciò, e sem- gnificativo rimando. Celebre l’espressione dell’arci- plicemente a titolo d’esempio, si può ricordare quan- diacono di Notre-Dame, Claude Frollo: “ceci tuera to osservato da Rifkin a proposito di quella straordi- cela”. Formula con la quale Hugo accenna proprio ai naria “finzione” che, fra il Settecento e l’Ottocento, riverberi connessi all’invenzione di Gutenberg70 . è stata il romanzo. Una finzione che – come nota il (ii) È altresì vero: i social trasformano la comu- celebre economista e sociologo statunitense – ha in- nicazione e le relazioni. Non solo, Internet e i nuovi fatti permesso a «milioni di persone [...] di definire i network trasformano anche lo spazio e il tempo71 . propri sentimenti più intimi e di manifestarli»78 . Assistiamo, così, all’emergere di quella particolare Ma, se così, è evidente che si deve compiere un dimensione che Paul Virilio definisce dromosfera 72 . passo ulteriore, tornando a domandarsi – con Silver- Una dimensione che è contraddistinta dall’accelera- stone – what’s new about new media? Per rispondere, zione continua e, all’interno della quale, il tempo ri- è necessario soffermarsi sull’aspetto sociale che con- Maria Novella Campagnoli
traddistingue i nuovi network. Una scelta che, par- renziali89 , determinando lo sviluppo di vere e proprie lando di media – e cioè di strumenti di mediazione comunità personalizzate e io-centriche modellate sui volti a favorire i rapporti sociali – potrebbe anche gusti e sulle preferenze dell’individuo90 . apparire auto-evidente79 , o persino banale, e che, in- Di qui, come avvertono in molti91 , il pericolo che vece, ci permette di mettere a fuoco alcuni elementi si assista ad una sorta di reviviscenza dell’individua- di nodale importanza. lismo92 , sotto forma di individualismo in e/o di re- Nati per abilitare le collaborazioni partecipative e te 93 . Non di rado, infatti, i network si conformano per incentivare le comunicazioni orizzontali “dal bas- ai valori, agli interessi, ai desideri e ai progetti dei so” 80 (secondo la logica peer-to-peer ), i social net- singoli. Inclinazioni che, tra l’altro, vengono poi ado- work hanno portato a maturazione quella trasforma- perate per mettere a punto strategie commerciali94 , zione che aveva già avuto inizio con l’avvento di In- per orientare i comportamenti e, non da ultimo, an- ternet81 , favorendo la comparsa di nuove forme di che per condizionare le scelte politiche95 . E, sempre aggregazione, basate solo ed esclusivamente sull’in- di qui, anche tutta una serie di rischi che possono in- terazione online: le community. Più in particolare, i vestire proprio l’individuo e, in maniera particolare, social media hanno contribuito ad avvicinare la no- la sua percezione del mondo, le relazioni con gli altri stra vita quotidiana al cyberspazio82 , generando un e le sue stesse condizioni psico-fisiche96 . nuovo ed inedito spazio, quello dell’inter-realtà 83 : un Entro questa cornice, si inseriscono quello che può ambiente sociale ibrido, contraddistinto dalla com- essere considerato come il paradosso dei social net- mistione e dalla sovrapposizione di esperienze reali work, ovvero: l’emergere di forme di isolamento socia- (offline) e di esperienze digitali (online). le97 o – per dirla con Anders – di eremiti di massa 98 e Si assiste così – ed è questa la più significativa la conseguente diffusione di forme di rifiuto della vita novità dei social! – al passaggio dalla comunità tra- reale99 . Un rifiuto analogo a quello dei turisti giap- dizionalmente intesa (radicata nel territorio)84 alla ponesi affetti dalla c.d. sindrome di Parigi 100 , che, Rete85 , o meglio ai nuovi network che, invece, so- una volta arrivati nella capitale francese e vedendo no del tutto affrancati dalla dimensione spaziale86 . disattesa la loro percezione idealizzata e romanzata Inedite forme di aggregazione sociale, che – con Ca- della città, manifestano condizioni di disagio. stells – possiamo definire comunità specializzate e/o Abituati alle opportunità e agli scenari ottimizza- di scelta, occasionate dalle preferenze, dalle necessità ti proposti dal mondo virtuale e dai social, nel mo- e dalle strategie degli utenti e degli attori sociali87 . mento in cui ritorniamo alla dimensione reale, de- Comunità sempre in fieri, all’interno delle quali la cisamente meno piacevole ed accattivante101 , avver- parola d’ordine è flessibilità e in cui i legami sono, tiamo una sorta di malessere102 che ci porta a rifu- sì, meno impegnativi e più liberi, ma, al contempo, giarci nella vita offertaci dallo schermo103 . Un po’ si fanno anche più fragili ed incerti. come accade agli i-Gen, l’attuale generazione di na- Si noti, questa sorta di “transizione” dalla comu- tivi digitali iperconnessi: ragazzi del tutto incapaci di nità al network suggerisce anche due possibili consi- concepire un mondo senza Internet, e che – rispet- derazioni. La prima è che con i social network sem- to alle esperienze reali – prediligono di gran lunga bra realizzarsi quella particolare forma di sociazione quelle digitali104 , più semplici e più gratificanti. che – per Simmel – è rappresentata dalla socievolez- za. Una singolare modalità d’interazione, nell’ambito della quale il processo di associazione integra un valo- 5. Les Fleurs du mal. Brevi suggestioni re in sé: una relazione sviluppata nella modalità del conclusive gioco, che si contraddistingue per l’assenza di tutte quelle tensioni che, invece, sono proprie dei rapporti È innegabile: con le loro interfacce intuitive e decisa- e dei vincoli politici, economici e giuridici. In base al- mente friendly, i social, non ci offrono semplicemen- la ricostruzione del celebre sociologo tedesco, infatti, te occasioni di svago, o spensierate digressioni dal- la socievolezza sarebbe il frutto della libera interdi- la realtà, ma ci accompagnano e ci agevolano quo- pendenza degli individui che interagiscono fra di lo- tidianamente anche nello svolgimento delle attività ro, mossi unicamente dal desiderio di stare insieme, personali, così come di quelle professionali. È suf- senza contenuti o obiettivi ulteriori88 . ficiente pensare alla frequenza e all’estrema facilità La seconda considerazione è che, contrariamente con la quale – in qualsiasi momento e da qualun- alle finalità per le quali sono stati pensati (sempli- que luogo – possiamo, ad esempio: controllare l’ac- ficare le comunicazioni e i contatti fra gli utenti ed count di lavoro restando aggiornati in tempo reale; agevolare la condivisione di contenuti e informazio- condividere documenti con tecniche che hanno sop- ni ), i social stanno diventando sempre più autorefe- piantato il vecchio e lento fax (WhatsApp, Google Relazioni e solitudini nella Rete. #Social_relation_&_società_confessionale
Drive, Dropbox,...); prendere parte a una conference sui social l’anonimato diventa un incentivo a violare call risparmiandoci viaggi e perdite di tempo (Skype, qualsiasi genere di regola. GoToMeeting, Cisco Webex Meetings,...); gestire la Fraintendimenti ed errate letture, in cui – nono- rete domestica e gli elettrodomestici di casa (Smart stante i diversi provvedimenti normativi europei119 e Living, Neurio, MyVirtuoso Home,...); oppure moni- nazionali120 – in molti, tuttora, incorrono spesso, in torare il nostro stato di salute (iFarmaci, Laboratory particolar modo fra i più giovani121 . Difatti, pur es- Gear Medical, PubMedClip,...). sendo nati e cresciuti assieme ad Internet e ai nuovi Supporti irrinunciabili ai quali fanno, però, da media ed avvalendosene di continuo, i nativi digitali contrappeso anche tutta una serie di criticità, che non sono sempre adeguatamente alfabetizzati al loro vanno dagli atteggiamenti scorretti e/o disfunziona- uso corretto e, anzi, sono fra le categorie più espo- li, sino ai c.d. cyber crimes. Un ampio e variegato ste ai cyber crimes, dei quali, non di rado, oltre che ventaglio di fattispecie, fra le quali spiccano condotte vittime, diventano attori inconsapevoli122 . come: la diffusione di fake news 105 ; il furto d’identi- Ed è proprio ai giovani che il diritto dei/nei so- tà 106 ; il cyberstalking 107 ; il cyberbulling 108 ; il troll 109 ; cial oggi guarda con particolare interesse e prudenza, l’hate speech 110 ; il sexting 111 ; oppure la sextortion 112 come è stato recentemente dimostrato dal General e, ancora, il revenge porn 113 . Comportamenti lesivi Data Protection Regulation (GDPR) che, all’artico- che, non di rado, si annidano tra le pieghe dei social lo 8, disciplina il consenso al trattamento dei dati e che, per certi versi, sono incentivati dalla struttura prestato dai minori durante l’accesso ai servizi del- e dalle caratteristiche proprie dei network. la società dell’informazione123 . Disposizione con la Il motivo è presto detto: la virtualità, sommata quale il Regolamento (UE) 2016/679 ha cercato di alla semplicità di accesso e di utilizzo, fa sì che i so- contemperare il diritto del minore ad usufruire del- cial vengano percepiti alla stregua di ambienti pret- le straordinarie opportunità offerte dai nuovi media tamente ludici e privi di conseguenze. Si sviluppa, (che se utilizzati in maniera appropriata possono an- così, l’illusione di operare in una sorta di Far West che supportare lo sviluppo degli adolescenti124 ) con giuridico 114 , dove ci si crede facoltizzati ad utilizza- la necessità di tutelarne i dati e di scongiurare il pe- re un eloquio più anticonformista e diretto115 , e ad ricolo di violazioni ed abusi125 . Un tentativo, quello adottare atteggiamenti più disinvolti e spregiudicati. dell’articolo 8, dettato dalla consapevolezza che – al Un’illusione che nasce da un duplice fraintendimento di là delle criticità e dei possibili rischi – i social net- di fondo e, nello specifico, da una visione distorta del work (così come il Web in generale), per noi uomini, virtuale e della Rete. sono un po’ come il mare descritto da Baudelaire ne Per un verso, si crede che il virtuale si contrap- Les Fleurs du mal : forza ignota, talvolta pericolo, ma ponga al reale e che tutto ciò che accade online (in anche, richiamo irresistibile, attrazione affascinante, quanto, per l’appunto, non-reale) non possa deter- spazio fecondo portatore di nuove opportunità e di minare né ricadute sociali, né, men che meno, conse- ricchezze e, perché no, anche occasione di libertà: guenze e/o sanzioni di tipo giuridico. Quando, invece Homme libre, toujours tu chériras la mer! – derivando dal latino virtus e avendo la sua radice La mer est ton miroir; tu contemples ton âme etimologica in vis-roboris (forza, potenza) – il vir- Dans le déroulement infini de sa lame, tuale è il contrario dell’attuale116 e rappresenta ciò Et ton esprit n’est pas un gouffre moins amer. che “non-è-ancora”, ma “è-in-potenza”. Una dimen- Tu te plains à plonger au sein de ton image; sione che, contrariamente a quello che si può sup- Tu l’embrasses des yeux et des bras, et ton cour porre, comporta dei riverberi assolutamente concreti Se distrait quelques fois de sa propre rumeur (e reali ) sulla vita offline. Au bruit de cette plainte indomptable et sauvage. Vous êtes tous les deux ténébreux et discrets: Per un altro verso, si pensa che in Rete (e, dun- Homme, nul n’a sondé le fond de tes abîmes; que, anche nei social) regni l’anonimato più assolu- O mer, nul ne connaît tes richesses intimes, to, tanto che – riprendendo il celebre fumetto Stei- Tant vous êtes jaloux de garder vos secrets! ner117 – si potrebbe dire: on the Internet nobody kno- Et cependant voilà des siècles innombrables ws you’re a dog! Una falsa credenza, che induce alla Que vous vous combattez sans pitié ni remord, perdita (o comunque alla riduzione) del controllo so- Tellement vous aimez le carnage et la mort, ciale118 . Si sviluppa, così, un meccanismo che, mu- O lutteurs éternels, o frères implacables! 126 tatis mutandis, sembra ricordare quello evidenziato da Stanley Milgram nel suo Obbedienza all’autorità. Con la differenza che – mentre negli esperimenti con- Note dotti dallo psicologo statunitense l’anonimato garan- 1 Mi avvalgo di questa singolare espressione (ultimamente tiva e rafforzava l’obbedienza all’autorità – in Rete e sempre più usata nel campo dell’informatica), che indica sia le Maria Novella Campagnoli
“tracce” lasciate dagli utenti, sia i link inseriti all’interno dei 12 M. Spitzer, Solitudine digitale. Disadattati, isolati, ca- menu dei siti e/o delle pagine web per favorire la navigazione. paci solo di una vita virtuale?, (trad. it.), Corbaccio, 2016, 2 Sugli effetti dei social network, particolarmente significa- p. 15. tive le osservazioni di G. Lovink che, con l’acume che lo con- 13 G. Riva, I social network, il Mulino, 2016, in part. p. 27. traddistingue e senza sfociare nel pessimismo, invita ad un 14 Basti pensare che – come ha sottolineato Goleman – l’in- approccio critico (G. Lovink, Ossessioni collettive. Critica telligenza emotiva si sviluppa grazie alla capacità di intrave- dei social media, (trad. it.), Università Bocconi, 2012; Id., Ni- dere e di cogliere le emozioni e i sentimenti degli altri. Una chilismo digitale. L’altra faccia delle piattaforme, (trad. it.), capacità, questa, che – come è evidente – i social network af- Università Bocconi, 2019). Ben diversa è la posizione di J. fievoliscono e riducono molto (cfr. D. Goleman, Intelligenza Lanier che, invece, prospetta una critica assai più aspra e pe- emotiva, (trad. it.), Rizzoli, 1995). rentoria (J. Lanier, Dieci ragioni per cancellare subito i tuoi 15 Sul punto, K.S. Young, Internet Addiction: Symptoms, account social, (trad. it.), Il Saggiatore, 2018). Evaluation, and Treatment, in L. Vande Creek, T. Jackson 3 In merito alle ripercussioni che i social hanno sui nostri (eds.), “Innovations in Clinical Practice: A Source Book”, vol. comportamenti, inducendoci a gesti e approcci inconsueti, in- 17, Professional Resource Exchange, 1999, p. 19-31. Inoltre, teressanti gli studi di P. Wallace, La psicologia di Internet, per un agile approfondimento cfr. S. Bernardi, S. Pal- (trad. it.), Raffaello Cortina, 2017. lanti, Internet addiction: a descriptive clinical study focu- 4 E proprio a proposito della perdita della capacità di con- sing on comorbidities and dissociative symptoms, in “Com- versare “faccia a faccia” e dei diversi risvolti patologici dei prehensive Psychiatry”, vol. 50, 2009, n. 6, p. 510-516; G. social, come la dissociazione psichica o la riduzione delle ca- Rossi, IAD. La nuova dipendenza patologia da Internet, in pacità emotive e affettive, particolarmente interessante la ri- “Fatto&Diritto”, aprile 2014; come pure, A. Montano, A. costruzione di S. Turkle, La conversazione necessaria. La Valzania, Dipendenza da Internet, Istituto A.T. Beck, 2018. forza del dialogo nell’era digitale, (trad. it.), Einaudi, 2016. 16 Fra le patologie: 1) la nomofobia (che sta per “no mobile 5 Cfr. il sito del progetto. fobia”) e indica la paura di rimanere senza smartphone e senza 6 Tendenza, questa, che è stata confermata anche da J.A. connessione mobile; 2) la fomo (ossia “fear of mission out”) e, Roberts e M.E. David. In particolare, secondo i ricercatori del- dunque, la paura di perdersi qualcosa, qualche notizia, qual- la Baylor University, stiamo assistendo ad una preoccupante che post e – in breve – di essere “tagliato fuori” da ciò che inversione di prospettiva. Anziché pensare ai social come ad accade in Rete e nei social. 17 Cfr., fra gli altri, C. Ricci, Hikikomori: adolescenti un elemento di distrazione dalla vita reale, accusiamo la vi- ta reale di distoglierci dalla frequentazione dei social network in volontaria reclusione, Franco Angeli, 2017; M.R. Par- (J.A. Roberts, M.E. David, My life has become a major di- si, M. Campanella, Generazione H. Comprendere e ricon- straction from my cell phone: Partner phubbing and relation- nettersi con gli adolescenti sperduti nel web tra Blue whale, ship satisfaction among romantic partners, in “Computers in Hikikomori e sexting, Piemme, 2017. Human Behavior”, vol. 54, January 2016, p. 134-141). 18 In merito alla stretta relazione fra giovani affetti dal- 7 Guardando l’immagine, potremmo dire – con Turkle – che la sindrome di hikikomori e fumetti manga (A.M. Caresta, i due sposi sono insieme ma soli. Cosa che, è ovvio, non ci si Generazione hikikomori. Isolarsi dal mondo, fra web e manga, aspetta, soprattutto da due novelli sposi (S. Turckle, Insie- Castelvecchi, 2018). me ma soli. Perché ci aspettiamo sempre più dalla tecnologia 19 In generale, a proposito delle comunità virtuali, meritano e sempre meno dagli altri, (trad. it.), Einaudi, 2019). d’esser qui ricordate le parole di Rheingold: «[...] c’è sempre 8 Nel dettaglio, la fotografia alla quale rinvio corredava il qualcun altro là. È come essere in un bar, circondato dai soliti dossier di J. Leuil, Ce que le porno nous apprend, in “Elle vecchi amici e da nuove presenze, molto simpatiche; al posto di Man France”, aprile 2014. mettermi, però, in giacca, spegnere il computer e camminare 9 Tutte le immagini sono pubblicate online sul sito del fo- verso l’angolo, mi basta accendere il mio modem e essi sono là» tografo. È interessante ricordare che il progetto Sur-fake – in (H. Rheingold, Comunità virtuali: parlare, incontrarsi, vive- cui, per l’appunto, i volti vengono risucchiati dal cellulare – è re nel ciberspazio, (trad. it.), Sperling & Kupfer, 1994, p. 24). 20 Cfr. S. Turkle, Crisi d’identità, in Id., “La vita sullo stato anticipato da un lavoro di senso “opposto”: Sur-face che, invece di risucchiarli, nascondeva i volti delle persone sotto schermo. Nuove identità e relazioni sociali nell’epoca di una specie di cono. Internet”, (trad. it.), Feltrinelli, 1997, pp. 307-325. 10 Realizzato dalla regista australiana premio Oscar Eva Or- 21 Così, G. Pravettoni, Web Psycology, Guerini e ner, e presentato a Melbourne il 21 settembre 2017, Il docu- Associati, 2002, in part. p. 46. mentario segue la giornata di cinque australiani, filmandone 22 In merito all’utilizzo che i social fanno delle informazioni gli atteggiamenti. Presi dalla smania di controllare il cellulare che ci riguardano, Talia osserva: «Tutti o quasi usiamo quei in qualsiasi momento, anche quando sono alla guida, i protago- servizi senza chiederci come mai siano gratuiti, come mai nisti non si avvedono nemmeno dei rischi ai quali espongono questi colossi informatici regalino tutto questo. [...] le monete la loro incolumità e quella degli altri. Il filmato integrale è con cui paghiamo [...] [sono] le informazioni». Informazioni disponibile in streaming. che, ad esempio, una volta tratte dai network, possono poi 11 Sull’uso (e sull’abuso) dello smartphone, merita d’esser essere utilizzate per formulare proposte commerciali ad hoc. menzionata la campagna di informazione dal titolo Il tuo cel- Emblematico l’anticipatory shipping proposto da Amazon (D. lulare è intelligente usalo con intelligenza, avviata – dal Mi- Talia, La società calcolabile e i big data. Algoritmi e persone nistero della Salute, Ministero dell’Ambiente, Ministero della nel mondo digitale, Rubettino, 2018, in part. pp. 47-49 e pp. Tutela del Territorio e del Mare, Ministero dell’Istruzione, Mi- 25 e 26). nistero dell’Università e della Ricerca – il 19 luglio 2019. Inizia- 23 È interessante ricordare che – sebbene sia nato ufficial- tiva, adottata in ottemperanza alla sentenza n. 500/2019 del mente il 6 aprile 1991 presso il CERN di Ginevra – il Web è TAR del Lazio, che mira ad incentivare l’adozione di corrette stato anticipato da una (più rudimentale) versione precedente: modalità di utilizzo dei dispositivi telefonici e a sensibilizzare ARPANET. Realizzata a partire dal 1969 dalla DARPA (De- la popolazione (e in special modo i più giovani) sulle riper- fence Advanced Research Projetcs Agency) ARPANET aveva cussioni che un utilizzo improprio del cellulare può avere sulla lo scopo di collegare centri di calcolo e terminali di Università, salute e sull’ambiente. Laboratori di ricerca ed Enti militari. Relazioni e solitudini nella Rete. #Social_relation_&_società_confessionale
24 T. Berners Lee, L’architettura del nuovo web, (trad. 32 Stando alle più recenti indagini pare che, ad oggi, in Re- it.), Feltrinelli, 2001, in part. p. 113. te siano disponibili all’incirca duecentocinquanta piattaforme 25 Creato nel 1997 da Andrew Weinreich e attivo sino al social differenti. Con specifico riferimento all’Italia, poi, è in- 2001, anno in cui è stato chiuso per carenza di fondi, SixDe- teressante ricordare che – stando ai risultati dell’indagine We grees.com è considerato da molti come l’antenato di Facebook. are social del gennaio del 2019 – il numero degli utenti at- Nel dettaglio, si trattava di un sito di incontri che – a partire tivi sui social si attesta attorno ai 35mln, pari al 59% della dalla nota teoria dei sei gradi di separazione formulata, per la popolazione totale. La classifica dei social network più usa- prima volta, nel 1929 dallo scrittore ungherese Frigyes Karin- ti dagli italiani, inoltre, vede in testa YouTube, seguito da thy – consentiva ai suoi utenti di stringere amicizia solo con WhatsApp, Facebook, Instagram e Messenger, mentre Skype coloro i quali erano distanti al massimo tre gradi di separa- si attesta soltanto all’ottava posizione. 33 In ordine all’analisi degli aspetti che contraddistinguono zione e, dunque, solo con gli amici degli amici degli amici. Singolare restrizione che era volta a permettere di: a) verifica- i social, opportuno – e per rilevanza tecnica sempre attuale – re la veridicità delle notizie pubblicate sui profili; b) ottenere il richiamo ai lavori di: J. Heidemann, M. Klier, F. Prob- informazioni indirette; c) favorire i contatti fra persone prove- st, Online social networks: A survey of a global phenomenon, nienti da analoghi contesti socio-culturali. (Cfr., fra gli altri, in “Computer networks”, vol. 56, 2012, n. 18, p. 3866-3878; M. Adebiyi, O. Ogunlade, Development of a Social Net- L. Garton, C. Haythornthwaite, B. Wellman, Study- working Site with a Networked Library and Conference Chat, ing Online Social Networks, in “Journal of computer-mediated in “Journal of Emerging Trends in Computing and Informa- communication”, vol. 3, 1997, n. 1; A. Mislove, M. Mar- tion Sciences”, vol. 2, 2011, n. 8, p. 396-401). Circa la teoria con, K.P. Gummadi et al., Measurement and Analysis of dei sei gradi di separazione e – in particolar modo – dei “mon- Online Social Networks, in C. Dovrolis, M. Roughan (eds.), di piccoli”, cfr. A.L. Barabási, Link. La scienza delle reti, “IMC’07 Proceedings of the 2007 ACM SIGCOMM Internet (trad. it.), Einaudi, 2004. Measurement Conference”, 2007, p. 29-42; H. Kwak, C. Lee, 26 «Internet è la trama delle nostre vite. Se la tecnologia del- H. Park, S. Moon, What is Twitter, a social network or a l’informazione è l’equivalente odierno dell’elettricità nell’era news media? , in J. Freire, S. Chakrabarti (eds.), “Proceedings industriale, Internet potrebbe essere paragonata sia alla rete of the 19th International conference on World wide web”, April elettronica sia al motore elettrico, grazie alla sua capacità di 26-30, 2010. 34 È il caso di Facebook. Nota con singolare efficacia ed iro- distribuire la potenza dell’informazione in tutti i campi del- l’attività umana. [...] Internet è la base tecnologica della forma nia Scrima: «La frase con cui Facebook ci accoglie ogni volta organizzativa nell’età dell’informazione: è il network» (M. Ca- che ci connettiamo è “A cosa stai pensando?” E noi, lusingati stells, Galassia Internet, (trad. it.), Feltrinelli, 2010, p. 13). da cotanta attenzione, gli confidiamo tutto, anche i segreti più Sull’affermazione dei nuovi network come forma dominante di intimi – che smettono così di esserlo» (S. Scrima, Socrate su organizzazione sociale, cfr. anche B. Wellman, Physical Pla- Facebook. Istruzioni filosofiche per non rimanere intrappolati ce and Cyberplace: The Rise of Personalized Networking, in nella rete, Castelvecchi, 2018, p. 10). 35 È interessante sottolineare che – da questo punto di vista – “International Journal of Urban and Regional Research”, vol. 25, 2001, n. 2, p. 227-252. i social network si rifanno alla c.d. Teoria dell’identità sociale 27 A proposito della comunicazione mediata dal computer (Social Identity Theory) elaborata, a partire dagli anni Set- tanta, da Tajfel e Turner (cfr. H. Tajfel, J.C. Turner, An (CMC), cfr. R. Stella, C. Riva, C.M. Scarcelli, M. integrative theory of intergroup conflict. The social psycholo- Drusian, Sociologia dei new media, UTET, 2014, in part. pp. gy of intergroup relations?, in W.G. Austin, S. Worchel (eds.), 31-33. 28 In merito ai riverberi dei media sulla comunicazione, cfr. “The Social Psychology of Intergroup Relations”, Brooks/Cole Pub, 1979, p. 33-47). G. Riva, C. Galimberti, G. Mantovani, La comunicazio- 36 Cfr. quanto osservato da G. Riva, I social network, cit., ne virtuale: un’analisi del legame tra psicologia sociale e nuovi p. 13. ambienti di comunicazione, in A. Quadrio, L. Venini (a cura 37 Sul cyberspazio, sulle caratteristiche che lo individuano di), “La comunicazione nei processi sociali e organizzativi”, (de-territorializzazione e de-centralizzazione) e sulle nuove re- Franco Angeli, 1997; G. Riva, Web Usability Revisited: A Si- lazioni che si generano al suo interno (tribù virtuali e agorà tuated Approach, in “PsychNology Journal”, vol. 1, 2002, n. digitali), d’obbligo il rinvio alle osservazioni di A.C. Amato 1, p. 18-27; L. Paccagnella, La comunicazione al computer. Mangiameli, Diritto e Cyberspace. Appunti di informatica Sociologia delle reti telematiche, il Mulino, 2000; Id., Sociolo- giuridica e filosofia del diritto, Giappichelli, 2007. gia della comunicazione, il Mulino, 2010; A. Miconi, Teorie 38 Cfr. G. Lovink, Nichilismo digitale, cit., p. X. e pratiche del web, il Mulino, 2014. 39 Fase che implica la trasformazione del World Wide Web 29 Nel Web «[...] la massa dei soggetti riceventi non ha la in una sorta di database dove i documenti pubblicati vengono possibilità di influenzare le caratteristiche e i contenuti dei associati ad informazioni e dati (metadati) che ne specificano messaggi trasmessi, che sono invece definiti da un élite di pro- il contesto semantico. Cfr., fra gli altri, V. Eletti, Comples- fessionisti, spesso sotto il controllo diretto o indiretto del po- sità, cambiamento, comunicazioni. Dai social network al web tere politico ed economico» (così, G. Riva, I social network, 3.0, Guaraldi, 2012. cit., p. 56). 40 Cfr. L. Montagna, Realtà virtuale e realtà aumentata. 30 Val la pena ricordare che il termine Web 2.0 si deve alla ca- Nuovi media per nuovi scenari di business, Hoepli, 2018; F. sa editrice americana O’Reilly Media (fondata da Tim O’Reil- Almeida, Concept and Dimensions of Web 4.0 , in “Interna- ly) che, nel 2004, scelse l’espressione “Web 2.0” come titolo per tional Journal of Computers and Technology”, vol. 17, 2017, una serie di conferenze dedicate alla “nuova generazione” dei n. 7, p. 7040-7046; N. Choudhury, World Wide Web and Its servizi Internet. Journey from Web 1.0 to Web 4.0 , in “International Journal 31 Sulla differenza fra mezzi di massa e mezzi per le mas- of Computer Science and Information Technologies”, vol. 5, se con particolare riferimento alla responsabilità del provider, 2014, n. 6, p. 8096-8100. cfr. G. Saraceni, I reati informatici. Dalla diffusione di virus 41 Cfr. K. Patel, Incremental Journey for World Wide all’accesso abusivo, in A.C. Amato Mangiameli, G. Saraceni, Web: Introduced with Web 1.0 to Recent Web 5.0 , in “Inter- “I reati informatici. Elementi di teoria generale e principali national Journal of Advanced Research in Computer Science fattispecie criminose”, Giappichelli, 2019, in part. p. 105. and Software Engineering”, vol. 3, 2013, n. 10, p. 410-417). Maria Novella Campagnoli
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