Rassegna Stampa del 5 gennaio 2021 Testata

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Rassegna Stampa del 5 gennaio 2021 Testata
Rassegna Stampa del 5 gennaio 2021
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SMI: NO AL COINVOLGIMENTO DELLA CONTINUITÀ ASSISTENZIALE NELLE EMERGENZE URGENZE DEL 118

“I continui e ripetuti attacchi provenienti dalla Centrale Operativa dell’Asl NA1-Centro del Servizio 118
nei confronti del Servizio di Continuità Assistenziale (C.A.) accusato di inadempienza, risultano essere del
tutto impropri, strumentali ed inaccettabili oltre che lesivi dell’immagine stessa. Si mette, così, a
repentaglio un intero settore della medicina convenzionata agli attacchi dell’utenza. Tale modus
procedendi, che rispediamo al mittente, in realtà nasconde una totale incapacità di gestione del servizio
del 118 stesso. La cattiva gestione del 118 riversa su altre branche della medicina la continua
malagestione tecnico-organizzativa di tale delicato e nevralgico settore dell’Emergenza Territoriale”, così
Giovanni Senese, responsabile nazionale per la Continuità Assistenziale e Luigi De Lucia segretario,
regionale SMI Campania in una nota congiunta sulle recenti vicende che hanno interessato alcuni medici
campani della Continuità Assistenziale.
“Ci chiediamo perché il Servizio di Emergenza Territoriale del 118 che da anni, già in epoca pre-Covid,
lavora in ambasce, con poche unità, ridimensionato nel proprio organico e nei propri mezzi, invece di
adeguarsi alle mutate esigenze territoriali della Regione continua ad ostinarsi a mandare avanti una tale,
compromessa, organizzazione, senza rivendicare dalla politica sanitaria regionale un piano di
ristrutturazione e di riorganizzazione, alla luce dell’incapacità di gestire le richieste e le aspettative del
territorio?” si chiedono i due sindacalisti del Sindacato Medici Italiani.
“Gli ultimi avvenimenti riportati dai giornali e dai media del 24 scorso, in cui colleghi della Continuità
Assistenziale venivano obbligati a salire sulle ambulanze del 118 per fronteggiare richieste di visite giunte
alla Centrale Operativa del trasporto in emergenza poiché prive di medici emergentisti, rivelano in modo
inequivocabile che la gestione di tale fondamentale servizio risulta essere del tutto disastrosa e
catastrofica”.
“Si lavora di fantasia cercando soluzioni all’esterno, sempre sul territorio, coinvolgendo altri servizi come
la C.A. con imposizioni d’intervento del tutto inaccettabili!”.
“Si deve spiegare, invece, alla Centrale Operativa del 118 di Napoli che la Continuità Assistenziale è un
servizio completamente distinto e separato dal 118 e che pertanto su questa non hanno nessuna
legittimazione di comanda. Nessuna idea bizzarra, inoltre, di una Centrale Unica può essere realizzata sul
territorio in quanto i due servizi rispondono ad esigenze lavorative completamente differenti”.
“Il 118 è nato, infatti, per l’emergenza territoriale mentre la Continuità Assistenziale risponde ai codici
bianchi e, pertanto, le due tipologie di servizio sono lontanissime anni luce tra loro, sono inoltre regolati
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da norme contrattuali del tutto distinte ed inquadrati da un Accordo Collettivo Nazionale e da un
Accordo integrativo Regionale completamente diverso”.
“Alla luce di quanto accaduto, diffidiamo la Centrale Operativa del 118 dell’Asl NA1-Centro dal
perpetrare tale insolita richiesta di intervento nei confronti della Continuità Assistenziale”.
“Si cercassero le adeguate e giuste soluzioni di politica sanitaria alla malagestione cronica, sia sotto il
profilo dirigenziale, sia tecnico-organizzativo, sia sotto il profilo del contingente sanitario, invece di
rincorrere ad idee fantastiche e irrealizzabili di una centrale unica dei due servizi”.
“Occorre ancora una volta ribadirlo a chi forse sotto il profilo sindacale non conosce i contratti di lavoro
dei due settori (E.T. e C.A.) che la Continuità Assistenziale, alla luce del Ruolo Unico previsto dalla vigente
Legge dello Stato (Legge 189/12 – Legge Balduzzi), rientra a pieno titolo nel settore della Medicina
Generale per la gestione dell’assistenza sanitaria territoriale e sarà integrata nelle neonate AFT
(Aggregazioni Funzionali Territoriali) della MMG come già stabilito di recente anche nell’A.I.R. Stralcio
della Campania del Dicembre 2019, ciò appena la contrattazione in S.I.S.A.C. (interrotta causa Covid-19)
sancirà, ope legis, le modalità organizzative della stessa nelle istituende A.F.T.”
“Da parte nostra difenderemo sempre i colleghi medici e sanitari del 118 e quelli della Continuità
Assistenziale; la nostra solidarietà non verrà mai a mancare, soprattutto nell’era del Covid -19,
nonostante i gravi errori di gestione della centrale operativa del 118 dell’A.S.L. NA1”.
“Per la Continuità assistenziale, invece, continueremo a difendere questo servizio di medicina generale
contro manovre più o meno occulte che lo vorrebbero sopprimere” concludono Senese e De Lucia.
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PUGLIA – COVID 19: NOTA CONGIUNTA DI SIMET, SMI, SNAMI, FP CGIL MEDICI E DIRIGENTI SSN DELLA
PUGLIA ‘CONTINUANO LE MORTI E LA MESSA SOTTO ACCUSA DEI MEDICI DI MEDICINA GENERALE!’

Bari, 2 genn.- , così una nota congiunta di SIMET, SMI, SNAMI, Fp Cgil Medici e Dirigenti SSN
della Puglia.
 continua la nota.
.
, conclude la
nota.
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COVID, 15% MEDICI CHIEDE ESONERO PER TEST RAPIDI: SINDACATI PREOCCUPATI PER RIPERCUSSIONI

Cgil Fp medici Puglia, Smi, Simet e Snami rispondono così all'ipotesi di sospensione da tutte le attività
domiciliari dei medici di medicina generale che hanno chiesto l’esonero dall’effettuare i test rapidi Covid
 REDAZIONE ONLINE
02 Gennaio 2021
BARI - «Si annunciano provvedimenti nei confronti dei medici di famiglia e pediatri di libera scelta
"colpevoli" di chiedere l’esonero dall’attività di effettuazione dei tamponi rapidi in ragione delle
documentate precarie condizioni di salute in cui versano. Si querelano i sindacati (come accaduto al
collega Anaao di Taranto ), si minacciano provvedimenti nei confronti di professionisti. Siamo fortemente
allarmati dal clima che si è venuto a creare nella regione Puglia».
E’ quanto lamentano in un comunicato i sindacati Cgil Fp medici Puglia, Smi, Simet e Snami, rispondendo
alla circolare con la quale il direttore del dipartimento Salute della Regione Puglia, Vito Montanaro, ha
chiesto alle Asl di valutare la sospensione da tutte le attività domiciliari dei medici di medicina generale
che hanno chiesto l’esonero dall’effettuare i test rapidi Covid perché portatori di patologie croniche che
li esporrebbero a maggiori rischi.
«In tutto questo - aggiungono i quattro sindacati che rappresentano il 50% dei medici di medicina
generale in Puglia - notiamo l’assordante silenzio dell’Ordine professionale, del dottor Filippo Anelli,
presidente Fnomceo. Continuiamo ad essere convinti che bisogna ritrovare un clima di collaborazione tra
sindacati e parte pubblica. Non si riducano i medici a "clienti" responsabili delle incertezze nella gestione
del sistema sanitario ma piuttosto una categoria che rappresenta una utile risorsa tecnica capace di
valorizzare la risposta di salute che viene richiesta dai cittadini nel momento della fragilità della
malattia».
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                   https://www.borderline24.com/                                2 gennaio 2021

PUGLIA, IL 15 PER CENTO DEI MEDICI CHIEDE ESONERO DAI TAMPONI PER IL COVID
Il 30 per cento dei medici di famiglia non ha comunicato ancora dove effettuare i tamponi antigenici, se
nei loro studi o in luoghi stabiliti dalle Asl. Mentre il 15 per cento dei medici di famiglia ha chiesto
l’esonero dall’effettuare tamponi. Da qui la richiesta della Regione Puglia alle Asl di disporre per questi
medici – dichiarati soggetti fragili – anche la sospensione di altri servizi come le visite a domicilio, nelle
rsa e per lo scap. “Ci sono medici che hanno chiesto l’esonero dai tamponi – si legge nella delibera – pur
continuando a svolgere la loro attività con visite a domicilio e nelle rsa, dove il rischio è alto”. Il servizio
scap potrà quindi essere garantito da pediatri neo convenzionati che ne faranno richiesta.
Le disposizioni della Regione hanno però mandato su tutte le furie i sindacati SIMET, SMI, SNAMI, Fp Cgil
Medici e Dirigenti SSN della Puglia.
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“L’anno vecchio si chiude con la nota della Regione – si legge in un comunicato – in cui si annunciano
provvedimenti nei confronti dei medici di famiglia e pediatri di libera scelta “colpevoli” di chiedere
l’esonero dall’attività di effettuazione dei tamponi rapidi in ragione delle documentate precarie
condizioni di salute in cui versano. Si querelano i sindacati (come accaduto al collega ANAO di Taranto ) si
minacciano provvedimenti nei confronti di professionisti. Siamo fortemente allarmati dal clima che si è
venuto a creare nella regione Puglia!” continua la nota.
“In tutto questo notiamo l’assordante silenzio dell’ Ordine Professionale, del dr. Filippo Anelli Presidente
Fnomceo ed autorevole esponente Fimmg. Continuiamo ad essere convinti che bisogna ritrovare un
clima di collaborazione tra sindacati e parte pubblica. Non si riducano i medici a ‘clienti’ responsabili
delle incertezze nella gestione del sistema Sanitari. I medici sono, piuttosto, una categoria che
rappresenta un’ utile risorsa capace di valorizzare la risposta di salute che viene richiesta dai cittadini nel
momento della fragilità della malattia”, conclude la nota.
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Roma, 4 gennaio 2021 – “Bisogna affidare la campagna vaccinale anti Covid ai medici precari del Sistema
Sanitario Nazionale o ai medici di medicina generale che, compatibilmente con la propria attività ordinaria,
danno la propria disponibilità e tra questi sicuramente i medici di continuità assistenziale, i medici dei
servizi a completamento orario o ai medici di assistenza primaria compatibili. Questo servirebbe ad
aumentare, in tutto il Paese, le possibilità di vaccinarsi, in tempi rapidi, contro il coronavirus”, così Pina
Onotri, Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani, in una dichiarazione propone il coinvolgimento
dei medici precari nella campagna vaccinale anti Covid che stenta a partire in Italia.
“Ci giungono notizie che in Italia, in diverse regioni, si fa fatica a somministrare a causa della carenza di
personale sanitario. In vari territori emergono problemi organizzativi per le vaccinazioni. In alcune regioni
medici sono costretti a somministrare le dosi anche fuori dall’orario di lavoro”.
“Per queste ragioni e qualora le Agenzie del lavoro incaricate di assumere medici con lavoro interinale per
nove mesi, avessero difficoltà nel trovare medici da impiegare nella campagna vaccinale, nessuno vieta
che si possano impiegare medici già presenti nelle graduatorie delle ASL”, conclude Onotri.
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CORONAVIRUS, LE ULTIME NOTIZIE DALL’ITALIA E DAL MONDO SUL COVID

Gli aggiornamenti sul coronavirus di lunedì 4 gennaio

Sindacato Medici Italiani: «Affidare la campagna ai medici precari e generalisti»
«Bisogna affidare la campagna vaccinale anti-Covid ai medici precari del Sistema Sanitario Nazionale o ai
medici di medicina generale che, compatibilmente con la propria attività ordinaria, danno la propria
disponibilità e tra questi sicuramente i medici di continuità assistenziale, i medici dei servizi a
completamento orario o ai medici di assistenza primaria compatibili. Questo servirebbe ad aumentare, in
tutto il Paese, le possibilità di vaccinarsi, in tempi rapidi, contro il coronavirus». Così Pina Onotri,
segretario generale del Sindacato Medici Italiani, in una dichiarazione propone il coinvolgimento dei
medici precari nella campagna vaccinale.
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CAMPAGNA VACCINALE A MACCHIA DI LEOPARDO: 120MILA DOSI GIÀ INOCULATE MA MANCA IL
PERSONALE.

Sono quasi 120mila le persone vaccinate in Italia contro il SARS-CoV-2. Per l’esattezza, secondo l’ultimo
aggiornamento del portale del Commissario straordinario per l’emergenza Covid, al 4 gennaio 2021 sono
118.554 le dosi già somministrate (le donne vaccinate sono 71.104 mentre gli uomini sono 47.450). Le
vaccinazioni hanno riguardato finora le categorie degli operatori sanitari sociosanitari (105.747), il
personale non sanitario (6.173) e gli ospiti di strutture residenziali (6.634).
Tra le regioni più virtuose troviamo il Lazio (con 22.314 vaccinazioni effettuate, circa la metà di quelle
consegnate), il Veneto (con 15.776 dosi somministrate), il Piemonte (12.604) e la Sicilia (11.636). Male la
Lombardia con 3.126 persone vaccinate e il 3,9% di dosi somministrate su quelle consegnate.
Onotri (SMI): «Affidare le vaccinazioni ai medici precari del Sistema Sanitario Nazionale»
Ma se nel Lazio le cose sembrano andar bene, in questi giorni sono emerse alcune criticità, come
sottolinea Pina Onotri, Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani: «Ci giungono notizie che in
Italia, in diverse regioni, si fa fatica a somministrare a causa della carenza di personale sanitario. In vari
territori emergono problemi organizzativi per le vaccinazioni», mentre «in alcune regioni medici sono
costretti a somministrare le dosi anche fuori dall’orario di lavoro».
Per questo, il Segretario SMI propone di «affidare la campagna vaccinale anti-Covid ai medici precari del
Sistema Sanitario Nazionale o ai medici di medicina generale che, compatibilmente con la propria attività
ordinaria, danno la propria disponibilità e tra questi sicuramente i medici di continuità assistenziale, i
medici dei servizi a completamento orario o ai medici di assistenza primaria compatibili. Questo
servirebbe ad aumentare, in tutto il Paese, le possibilità di vaccinarsi, in tempi rapidi, contro il
coronavirus».
Palermo (Anaao): «Errore affidare reclutamento personale ad agenzie»
«Un grossolano errore è stato quello di affidare il reclutamento del personale ad Agenzie di
somministrazione lavoro, un inutile e costoso ulteriore ostacolo burocratico tra Governo e Regioni. Con i
25 milioni spesi si potevano pagare gli specializzandi, allargando la platea dei possibili vaccinatori». Così,
su Facebook, Carlo Palermo, segretario nazionale Anaao (il principale sindacato dei medici ospedalieri):
«La campagna vaccinale stenta a decollare in alcune aree del nostro Paese – afferma Palermo -. Si
chiama ‘federalismo vaccinale’, alcune regioni fanno bene, altre vanno male: dipende in genere dallo
stato dei loro Dipartimenti di igiene e prevenzione, alcuni sono in coma per i tagli di personale degli
ultimi 10 anni. Comunque, consideriamo che le dosi settimanali a noi destinate (470 mila) sono state
consegnate dalla Pfizer a Capodanno e che siamo in un periodo di ferie per cui il personale almeno nei
servizi territoriali è ridotto». Per il medico, «il problema vero è che con le attuali dosi settimanali
impiegheremmo anni per vaccinare quel 70% della popolazione necessario per ottenere la cosiddetta
immunità di gregge, ammesso che i vaccini la conferiscano».
Fials: «Velocizzare assunzioni e affiancarli con i 15mila colleghi previsti»
«Personale in ferie in Lombardia? Infermieri e medici sono pronti a velocizzare la campagna vaccinale,
come lo sono sempre stati in questi undici mesi di emergenza, ma sono troppo pochi e occorrono nuove
assunzioni. Respingiamo al mittente la responsabilità della lentezza nella somministrazione del vaccino
anti Covid: se una regione è disorganizzata, non passi nè ora nè mai questo attacco ai danni di chi si sta
adoperando allo stremo delle forze per fronteggiare la pandemia, peraltro non vedendosi corrisposto
alcun incentivo. Non dimentichiamo che infermieri e medici si stanno ancora ammalando in tutta Italia, e
alcuni muoiono. Così Giuseppe Carbone, segretario generale nazionale della Fials, commenta la
campagna vaccinale che procede a rilento in tutta Italia.
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“VACCINATE I MEDICI DI BASE”: L'APPELLO INVIATO ALLA REGIONE

Il segretario regionale della Campania del sindacato dei medici italiani, Luigi De Lucia ha scritto alle
autorità per spiegare la situazione. “Siamo i più esposti”
04 gennaio 2021

I medici di medicina generale della Campania in quanto soggetti più esposti al rischio di contagio da
Coronavirus devono essere tutti vaccinati in questa prima fase dell’avvio della campagna vaccinale anti-
Covid 19”, così Luigi De Lucia, segretario regionale della Campania del Sindacato Medici Italiani (SMI) in
una dichiarazione invita le autorità politiche ad amministrative della Regione Campania a predisporre
interventi prioritari finalizzati alla vaccinazione dei medici di famiglia della Campania.
“Vorremmo ricordare che i medici di medicina generale risultano essere la metà delle vittime tra i
soggetti sanitari caduti in Italia a causa del Coronavirus e allo stesso tempo vorremmo evidenziare tutte
le difficoltà della nostra professione, che, a differenza della medicina ospedaliera, non ha filtri per gli
accessi dei pazienti nei propri studi”
“Per queste ragioni, la scelta di vaccinare i medici di medicina generale è quanto mai urgente perché
garantisce a chi è in prima linea contro il Covid 19 di esercitare il proprio lavoro in sicurezza, tutelando la
salute per sé e per tutti i pazienti” conclude De Lucia.
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SMI CAMPANIA: «SUBITO VACCINI A MEDICI DI FAMIGLIA»

«I medici di medicina generale della Campania in quanto soggetti più esposti al rischio da contagio da
coronavirus devono essere tutti vaccinati in questa prima fase dell’avvio della campagna vaccinale anti-
SARS-CoV-2/COVID-19», così Luigi De Lucia, Segretario Regionale della Campania del Sindacato Medici
Italiani (SMI) in una dichiarazione invita le autorità politiche ad amministrative della Regione Campania
a predisporre interventi prioritari finalizzati alla vaccinazione dei medici di famiglia della Campania.
«Vorremmo ricordare che i medici di medicina generale risultano essere la metà delle vittime tra i
soggetti sanitari caduti in Italia a causa del coronavirus e allo stesso tempo vorremmo evidenziare tutte
le difficoltà della nostra professione, che, a differenza della medicina ospedaliera, non ha filtri per gli
accessi dei pazienti nei propri studi».
«Per queste ragioni, la scelta di vaccinare i medici di medicina generale è quanto mai urgente perché
garantisce a chi è in prima linea contro il Covid 19 di esercitare il proprio lavoro in sicurezza, tutelando la
salute per sé e per tutti i pazienti» conclude De Lucia.
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VACCINAZIONE ANTI COVID, SMI: AFFIDARE LE VACCINAZIONI AI MEDICI PRECARI DEL SISTEMA
SANITARIO NAZIONALE

Pina Onotri, Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani, in una dichiarazione propone il
coinvolgimento dei medici precari nella campagna vaccinale.
«Bisogna affidare la campagna vaccinale anti covid ai medici precari del Sistema Sanitario Nazionale o ai
medici di medicina generale che, compatibilmente con la propria attività ordinaria, danno la propria
disponibilità e tra questi sicuramente i medici di continuità assistenziale, i medici dei servizi a
completamento orario o ai medici di assistenza primaria compatibili. Questo servirebbe ad aumentare, in
tutto il Paese, le possibilità di vaccinarsi, in tempi rapidi, contro il coronavirus» così Pina Onotri,
Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani, in una dichiarazione propone il coinvolgimento dei
medici precari nella campagna vaccinale anti covid che stenta a partire in Italia. «Ci giungono notizie che
in Italia, in diverse regioni, si fa fatica a somministrare a causa della carenza di personale sanitario. In
vari territori emergono problemi organizzativi per le vaccinazioni. In alcune regioni medici sono costretti
a somministrare le dosi anche fuori dall’orario di lavoro». «Per queste ragioni e qualora le Agenzie del
lavoro incaricate di assumere medici con lavoro interinale per nove mesi, avessero difficoltà nel trovare
medici da impiegare nella campagna vaccinale, nessuno vieta che si possano impiegare medici già
presenti nelle graduatorie delle Asl» conclude Onotri.
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VACCINAZIONE ANTI COVID, PINA ONOTRI: “AFFIDARE LE VACCINAZIONI AI MEDICI PRECARI DEL
SISTEMA SANITARIO NAZIONALE”

“Bisogna affidare la campagna vaccinale anti covid ai medici precari del Sistema Sanitario Nazionale o ai
medici di medicina generale che, compatibilmente con la propria attività ordinaria, danno la propria
disponibilità e tra questi sicuramente i medici di continuità assistenziale, i medici dei servizi a
completamento orario o ai medici di assistenza primaria compatibili. Questo servirebbe ad aumentare, in
tutto il Paese, le possibilità di vaccinarsi, in tempi rapidi, contro il coronavirus” così Pina Onotri,
Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani, in una dichiarazione propone il coinvolgimento dei
medici precari nella campagna vaccinale anti covid che stenta a partire in Italia.
“Ci giungono notizie che in Italia, in diverse regioni, si fa fatica a somministrare a causa della carenza di
personale sanitario. In vari territori emergono problemi organizzativi per le vaccinazioni. In alcune regioni
medici sono costretti a somministrare le dosi anche fuori dall’orario di lavoro”.
“Per queste ragioni e qualora le Agenzie del lavoro incaricate di assumere medici con lavoro interinale
per nove mesi, avessero difficoltà nel trovare medici da impiegare nella campagna vaccinale, nessuno
vieta che si possano impiegare medici già presenti nelle graduatorie delle ASL” conclude Onotri.
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          29 dicembre 2020
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          03 gennaio 2021
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